Col consueto ritardo che non so quando riuscirò a recuperare
(soprattutto in questo periodo) eccovi un sunto delle notizie
informatiche del febbraio 2003.
Dieci anni fa compravo il mio primo portatile Apple, un PowerBook 12″ fresco di lancio. Snobbato da alcuni come “un iBook con la scocca di alluminio” fu una macchina che mi diede grosse soddisfazioni, e anche chi lo comprò usato qualche anno più tardi ne fu molto contento.
Apple era molto attiva sul fronte Mac in quel periodo, tant’è che nello stesso periodo vennero aggiornati anche gli iMac (con tanto di ritocchino di prezzo) e vennero annunciati nuovi modelli Xserve (disponibili però dal mese successivo) anche RAID.
[continua su Tevac...]
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sabato 16 marzo 2013
venerdì 8 febbraio 2013
[10 anni fa] Gennaio 2003
Come già notato in passato, la lettura degli archivi
di dieci anni fa ripropone alcuni argomenti che potrebbero essere
attuali anche oggi, come l'eterna lotta allo SPAM, le consuete polemiche
sulla privacy, i tentativi di sfondamento di Linux (anche nel campo dei palmari) e le guerra tra gli operatori telefonici. [continua su Tevac...]
domenica 18 novembre 2012
[10 anni fa] autunno 2002
Col la speranza di riuscire a rendere ancora "mensile" l'appuntamento nostalgico con gli eventi del decennio precedente, dopo la rassegna estiva passiamo oggi all'autunno del 2002.
Comincio subito col segnalarvi un mio articolo di opinione che affrontava il futuro di Apple sia sotto il punto di vista del sistema operatvo (in particolare agli aspetti Open Source di MacOSX) che sotto il profilo hardware dove, nonostante qualche speranza data da IBM, già si vedevano le ombre sul futuro del PPC, ombre che avrebbero poi portato alla migrazione verso Intel (argomento già trattato qualche tempo prima); ...e chissà che non sia l'ultima migrazione... ma di questo ne parlerò più avanti.
Restando in tema Apple, dopo le novità di settembre in ambito desktop, agli inizi di novembre del 2002, la casa di Cupertino aggiornava la sua linea di macchine portatili. A chi si lamenta dei prezzi attuali, ricordiamo che il modello Top del PowerBook Titanium, per l'occasione, subì un abbassamento di prezzo di ben 1500 Euro, arrivando così a costare "solo" 3900 Euro... 10 anni fa... di serie montava il Superdrive, ovvero un'unità ottica in grado di masterizzare i DVD (ai tempi Apple puntava molto iMovie e iDVD), anche se già a quei tempi si iniziava a parlare di BluRay; oggi le unità ottiche sono destinate a sparire.Sempre in tema di prezzi, i nuovi iBook presentati in quell'occasione scesero per la prima volta sotto la soglia psicologica dei 1000 dollari: il modello entry-level costava 999 dollari: oggi a quel prezzo (al quale vanno aggiunte le tasse) c'è il MacBook Air da 11".
Sempre nel settembre 2002, Lerry Ellison lasciava un posto libero nel Consiglio di Amministrazione di Apple.
Cambiando argomento, Sharp muoveva i primi passi per portare gli schermi 3D nelle case di tutti... e non era l'unica a crederci... sarà, ma come scrissi un paio di anni fa, io sono scettico ancora oggi sul futuro di questa tecnologia, anche se ho avuto modo di apprezzarla in diverse occasioni, in particolare con un Nintendo 3DS (dispositivo che però fa uso di una tecnologia che non richiede l'uso di occhialini, anche se obbliga a tenere una certa posizione della testa rispetto allo schermo).
Nel campo della telefonia si muovevano invece i primi passi verso l'UMTS (anche in Italia), e Palm cercava di offrire un browser all'altezza della concorrenza, che ormai aveva fatto capire come sarebbe andata a finire, nonostante l'offerta di nuovi modelli a basso prezzo e nuove idee destinate a non avere grosso successo. Chi vedeva lungo invece era Intel che già puntava tutto sulla mobilità, internet, e il wireless, anche se oggi come oggi chi la fa da padrone sui device portatili è ARM: questo non era stato previsto da Intel... Chi non vedeva lungo era invece Philips, che cercava di convincere il mondo che il futuro dell'archiviazione dati era quello di miniaturizzare i supporti ottici creando dischi da 3cm da infilare in smartphone e altri device portatili: ne avete mai visto uno???
Restando in tema, Microsoft annunciava uno dei suoi progetti meno riuscuti: XP in versione tablet, che a detta di Redmond avrebbe dovuto rimpiazzare tutti i normali PC nel giro di 5 anni. A distanza di 10 anni, e con un era dei tablet iniziata ufficialmente da Apple, Microsoft ci riprova con Windows 8, ma stavolta adotta una tattica completamente opposta: invece di portare sul tablet l'interfaccia dei computer desktop, mette sui desktop l'interfaccia del tablet: nonostante l'assurdità di certi concetti, credo che stavolta Microsoft riuscirà a farla franca: in ambito desktop è quasi impossibile staccarsi da Windows, e é l'adozione di Windows 8 sui desktop porterà inevitabilmente al suo successo anche in ambito tablet... resta da vedere a scapito di chi...
Tornando alla Apple di 10 anni fa, nonostante in molti si lamentano del livello sonoro dell'iPod, giudicato troppo basso, 10 anni fa Apple fu addiritura costretta a ritirare il proprio dispositivo dal mercato francese, perché il livello di decibel era troppo elevato.
A tutto questo mischiate le solite dosi di polemiche su pirateria, privacy, spam, lotte tra telco, e schermaglie tra opensource e mondo del software chiuso: tutto uguale ad oggi, anche se le lotte sulla pirateria digitale si sono ormai spostate dalla musica all'editoria... chissà coma andrà a finire.
Comincio subito col segnalarvi un mio articolo di opinione che affrontava il futuro di Apple sia sotto il punto di vista del sistema operatvo (in particolare agli aspetti Open Source di MacOSX) che sotto il profilo hardware dove, nonostante qualche speranza data da IBM, già si vedevano le ombre sul futuro del PPC, ombre che avrebbero poi portato alla migrazione verso Intel (argomento già trattato qualche tempo prima); ...e chissà che non sia l'ultima migrazione... ma di questo ne parlerò più avanti.
Restando in tema Apple, dopo le novità di settembre in ambito desktop, agli inizi di novembre del 2002, la casa di Cupertino aggiornava la sua linea di macchine portatili. A chi si lamenta dei prezzi attuali, ricordiamo che il modello Top del PowerBook Titanium, per l'occasione, subì un abbassamento di prezzo di ben 1500 Euro, arrivando così a costare "solo" 3900 Euro... 10 anni fa... di serie montava il Superdrive, ovvero un'unità ottica in grado di masterizzare i DVD (ai tempi Apple puntava molto iMovie e iDVD), anche se già a quei tempi si iniziava a parlare di BluRay; oggi le unità ottiche sono destinate a sparire.Sempre in tema di prezzi, i nuovi iBook presentati in quell'occasione scesero per la prima volta sotto la soglia psicologica dei 1000 dollari: il modello entry-level costava 999 dollari: oggi a quel prezzo (al quale vanno aggiunte le tasse) c'è il MacBook Air da 11".
Sempre nel settembre 2002, Lerry Ellison lasciava un posto libero nel Consiglio di Amministrazione di Apple.
Cambiando argomento, Sharp muoveva i primi passi per portare gli schermi 3D nelle case di tutti... e non era l'unica a crederci... sarà, ma come scrissi un paio di anni fa, io sono scettico ancora oggi sul futuro di questa tecnologia, anche se ho avuto modo di apprezzarla in diverse occasioni, in particolare con un Nintendo 3DS (dispositivo che però fa uso di una tecnologia che non richiede l'uso di occhialini, anche se obbliga a tenere una certa posizione della testa rispetto allo schermo).
Nel campo della telefonia si muovevano invece i primi passi verso l'UMTS (anche in Italia), e Palm cercava di offrire un browser all'altezza della concorrenza, che ormai aveva fatto capire come sarebbe andata a finire, nonostante l'offerta di nuovi modelli a basso prezzo e nuove idee destinate a non avere grosso successo. Chi vedeva lungo invece era Intel che già puntava tutto sulla mobilità, internet, e il wireless, anche se oggi come oggi chi la fa da padrone sui device portatili è ARM: questo non era stato previsto da Intel... Chi non vedeva lungo era invece Philips, che cercava di convincere il mondo che il futuro dell'archiviazione dati era quello di miniaturizzare i supporti ottici creando dischi da 3cm da infilare in smartphone e altri device portatili: ne avete mai visto uno???
Restando in tema, Microsoft annunciava uno dei suoi progetti meno riuscuti: XP in versione tablet, che a detta di Redmond avrebbe dovuto rimpiazzare tutti i normali PC nel giro di 5 anni. A distanza di 10 anni, e con un era dei tablet iniziata ufficialmente da Apple, Microsoft ci riprova con Windows 8, ma stavolta adotta una tattica completamente opposta: invece di portare sul tablet l'interfaccia dei computer desktop, mette sui desktop l'interfaccia del tablet: nonostante l'assurdità di certi concetti, credo che stavolta Microsoft riuscirà a farla franca: in ambito desktop è quasi impossibile staccarsi da Windows, e é l'adozione di Windows 8 sui desktop porterà inevitabilmente al suo successo anche in ambito tablet... resta da vedere a scapito di chi...
Tornando alla Apple di 10 anni fa, nonostante in molti si lamentano del livello sonoro dell'iPod, giudicato troppo basso, 10 anni fa Apple fu addiritura costretta a ritirare il proprio dispositivo dal mercato francese, perché il livello di decibel era troppo elevato.
A tutto questo mischiate le solite dosi di polemiche su pirateria, privacy, spam, lotte tra telco, e schermaglie tra opensource e mondo del software chiuso: tutto uguale ad oggi, anche se le lotte sulla pirateria digitale si sono ormai spostate dalla musica all'editoria... chissà coma andrà a finire.
domenica 2 settembre 2012
[10 anni fa] tutt'un'estate
Per motivi sui quali non mi dilungo (ma che sono gli stessi che hanno causato il forte rallentamento dei post negli ultimi mesi) è da un po' che salto l'appuntamento del 10 anni fa...
Vedrò di rifarmi oggi presentado in un colpo solo gli annunci più importanti di tutta l'estate del 2002.
Visto che in casa Apple non ci sono state grosse novità in quel periodo (il nuovo hardware era già stato presentato nei mesi precedenti, e l'unica novità software, MacOS X Jaguar, arriverà a fine agosto) per chi avesse voglia di leggere qualche commento "extra", ai tempi si ragionava sulla possibilità che Apple abbandonasse i processori PowerPC per passare ad un architettura x86, cosa che accadrà solo 4 anni più tardi.
Restando in tema Apple, le novità hardware dell'estate 2002 riguardano l'arrivo dell'iMac "lampadone" da 17" (oggi siamo a 27"... chissà tra 10 anni...) e la seconda generazione dell'iPod classic, entrambi presentati nel corso dell'allora tradizionale appuntamento con il MacWorld Expo di New York.
Se inizialmente l'upgrade dell'iPod sembrava una cosa di poco conto, questa seconda generazione introdusse due elementi chiave per il suo successo futuro: la ghiera sensibile al tocco (elemento caratteristico e precursore dell'evoluzione verso la tecnologia touch) e la compatibilità col mondo Windows, indispensabile per ottenere una larga diffusione del player di Cupertino.
Jagurar, come si diceva sopra, arriverà verso la fine di agosto e rappresenterà la prima vera ottimizzazione di MacOS X, grazie alla riscrittura dell'engine grafico (Quartz Extreme) e l'aggiunta di nuove funzioni e applicazioni: Bonjour, iChat (ora rimpiazzata da "messaggi") e la Rubrica Indirizzi. Una curiosità: a partire da Jaguar l'avvio del Mac si presenta con l'icona della mela anziché la classica icona del Mac sorridente. Altra curiosità dedicata a chi si lamenta del prezzo di Muntain Lion: Jaguar, nel 2002, costava 10 volte tanto, più di 160 Euro...
Se per Apple non ci sono grosse novità, sul resto del mondo informatico possiamo invece trovare molte altre notizie. Nel giugno del 2002, arriva la seconda versione di Gnome uno dei desktop environment più apprezzati per il mondo Linux. E sempe Linux, nell'estate di 10 anni fa, faceva capolino anche nella Xbox (console che si dimostrò forte da subito sul fronte delle vendite, nonostante i tagli di prezzo e i servizi online della PS2).
Cambiando completamente dispositivo, Palm rilasciava la versione 5 di PalmOS, caratterizzata da spiccate doti multimediali (tanto spiccate ai tempi, quanto irrisorie adesso...)
E per non dimenticare nessuno, sempre in ambito di sistemi operativi, Microsoft rilasciava dichiarazioni un po' azzardate su Longhorn e si sbilanciava su degli improbabili Tablet PC che non avranno mai successo...
Sul fronte hardware, Toshiba cercava di sfruttare i mini HD da 1.8" venduti ad Apple per i suoi iPod, per un player che cercò inutilmente (troppo grosso, troppo pesante, e non sufficientemente economico) di replicare i successi del prodotto della mela.
A tutto questo aggiungete i soliti discorsi sullo SPAM, i soliti intrallazzi delle compagnie di telecomunicazione, i bug che vanno e vengono un po' ovunque, e una manciata di polemiche sulla troppa, o troppo poca, libertà in rete... esattamente come oggi...
Vedrò di rifarmi oggi presentado in un colpo solo gli annunci più importanti di tutta l'estate del 2002.
Visto che in casa Apple non ci sono state grosse novità in quel periodo (il nuovo hardware era già stato presentato nei mesi precedenti, e l'unica novità software, MacOS X Jaguar, arriverà a fine agosto) per chi avesse voglia di leggere qualche commento "extra", ai tempi si ragionava sulla possibilità che Apple abbandonasse i processori PowerPC per passare ad un architettura x86, cosa che accadrà solo 4 anni più tardi.
Restando in tema Apple, le novità hardware dell'estate 2002 riguardano l'arrivo dell'iMac "lampadone" da 17" (oggi siamo a 27"... chissà tra 10 anni...) e la seconda generazione dell'iPod classic, entrambi presentati nel corso dell'allora tradizionale appuntamento con il MacWorld Expo di New York.
Se inizialmente l'upgrade dell'iPod sembrava una cosa di poco conto, questa seconda generazione introdusse due elementi chiave per il suo successo futuro: la ghiera sensibile al tocco (elemento caratteristico e precursore dell'evoluzione verso la tecnologia touch) e la compatibilità col mondo Windows, indispensabile per ottenere una larga diffusione del player di Cupertino.
Jagurar, come si diceva sopra, arriverà verso la fine di agosto e rappresenterà la prima vera ottimizzazione di MacOS X, grazie alla riscrittura dell'engine grafico (Quartz Extreme) e l'aggiunta di nuove funzioni e applicazioni: Bonjour, iChat (ora rimpiazzata da "messaggi") e la Rubrica Indirizzi. Una curiosità: a partire da Jaguar l'avvio del Mac si presenta con l'icona della mela anziché la classica icona del Mac sorridente. Altra curiosità dedicata a chi si lamenta del prezzo di Muntain Lion: Jaguar, nel 2002, costava 10 volte tanto, più di 160 Euro...
Se per Apple non ci sono grosse novità, sul resto del mondo informatico possiamo invece trovare molte altre notizie. Nel giugno del 2002, arriva la seconda versione di Gnome uno dei desktop environment più apprezzati per il mondo Linux. E sempe Linux, nell'estate di 10 anni fa, faceva capolino anche nella Xbox (console che si dimostrò forte da subito sul fronte delle vendite, nonostante i tagli di prezzo e i servizi online della PS2).
Cambiando completamente dispositivo, Palm rilasciava la versione 5 di PalmOS, caratterizzata da spiccate doti multimediali (tanto spiccate ai tempi, quanto irrisorie adesso...)
E per non dimenticare nessuno, sempre in ambito di sistemi operativi, Microsoft rilasciava dichiarazioni un po' azzardate su Longhorn e si sbilanciava su degli improbabili Tablet PC che non avranno mai successo...
Sul fronte hardware, Toshiba cercava di sfruttare i mini HD da 1.8" venduti ad Apple per i suoi iPod, per un player che cercò inutilmente (troppo grosso, troppo pesante, e non sufficientemente economico) di replicare i successi del prodotto della mela.
A tutto questo aggiungete i soliti discorsi sullo SPAM, i soliti intrallazzi delle compagnie di telecomunicazione, i bug che vanno e vengono un po' ovunque, e una manciata di polemiche sulla troppa, o troppo poca, libertà in rete... esattamente come oggi...
mercoledì 30 maggio 2012
[10 anni fa] Frammentazione
10 anni, nel mese di maggio, Apple aggiornava gli iBook e inaugurava l'era degli (ormai defunti) Xserve; in realtà anche gli iBook è come se fossero ormai morti: trasformati in MacBook col passaggio ad Intel e contraddistinti dalla scocca in policarbonato rispetto ai MacBook Pro, dopo un passaggio travagliato per una versione in alluminio che creava solo confusione tra le linee, sono stati definitivamente eliminati per lasciare spazio agli Air.
Il titolo di questo articolo parla però di "frammentazione", e se questo termine oggi va molto di moda parlando di Android, anche 10 anni fa era più o meno di attualità, e sempre a proposito del sistema da cui Android deriva (e ne fa ormai parte), ovvero Linux. 10 anni fa "Caldera, Conectiva, SuSE e Turbolinux si alleavano per dar vita ad una versione unificata di Linux con cui conquistare il mercato aziendale e contrastare l'effetto frammentazione"; lascio a voi giudicare il risultato dell'operazione.
[Sempre a proposito di frammentazione, in questi giorni stanno circolando delle immagini della presunta scocca del futuro iPhone, con uno schermo di dimensioni e proporzioni differenti, nonché un nuovo connettore dock più piccolo... ma di questo ne parlerò in un articolo a parte]
Al di là di questo, tra una decina di giorni inizierà la WWDC di quest'anno, mentre 10 anni fa l'appuntamento con la conferenza degli sviluppatori era un appuntamento fisso del mese di maggio, per cui di questi tempi si tiravano le somme su quanto presentato: oltre all'hardware a cui ho accennato sopra, le novità riguardavano soprattutto MacOSX e, nel dettaglio, Jaguar, sistema che sarebbe stato rilasciato qualche mese più tardi. In quel periodo si discuteva molto di MacOS X, della sua anima UNIX, e del fatto che Apple avrebbe dovuto rilasciarne una versione anche per x86. Dal mio punto di vista ho sempre detto che Apple punta all'integrazione di hardware, software e servizi, e che quindi non avrebbe mai rilasciato MacOS X per x86 se non con le dovute precauzioni volte a mantenere il legame di cui sopra: di fatto Apple è passata a x86, ma non ha rilasciato una versione di MacOS X per la "piattaforma x86", ha sempre vincolato il proprio sistema alle proprie macchine... e credo che, nonostante il nuovo corso di Tim Cook, Apple continuerà ancora per questa strada.
Il titolo di questo articolo parla però di "frammentazione", e se questo termine oggi va molto di moda parlando di Android, anche 10 anni fa era più o meno di attualità, e sempre a proposito del sistema da cui Android deriva (e ne fa ormai parte), ovvero Linux. 10 anni fa "Caldera, Conectiva, SuSE e Turbolinux si alleavano per dar vita ad una versione unificata di Linux con cui conquistare il mercato aziendale e contrastare l'effetto frammentazione"; lascio a voi giudicare il risultato dell'operazione.
[Sempre a proposito di frammentazione, in questi giorni stanno circolando delle immagini della presunta scocca del futuro iPhone, con uno schermo di dimensioni e proporzioni differenti, nonché un nuovo connettore dock più piccolo... ma di questo ne parlerò in un articolo a parte]
Al di là di questo, tra una decina di giorni inizierà la WWDC di quest'anno, mentre 10 anni fa l'appuntamento con la conferenza degli sviluppatori era un appuntamento fisso del mese di maggio, per cui di questi tempi si tiravano le somme su quanto presentato: oltre all'hardware a cui ho accennato sopra, le novità riguardavano soprattutto MacOSX e, nel dettaglio, Jaguar, sistema che sarebbe stato rilasciato qualche mese più tardi. In quel periodo si discuteva molto di MacOS X, della sua anima UNIX, e del fatto che Apple avrebbe dovuto rilasciarne una versione anche per x86. Dal mio punto di vista ho sempre detto che Apple punta all'integrazione di hardware, software e servizi, e che quindi non avrebbe mai rilasciato MacOS X per x86 se non con le dovute precauzioni volte a mantenere il legame di cui sopra: di fatto Apple è passata a x86, ma non ha rilasciato una versione di MacOS X per la "piattaforma x86", ha sempre vincolato il proprio sistema alle proprie macchine... e credo che, nonostante il nuovo corso di Tim Cook, Apple continuerà ancora per questa strada.
lunedì 30 aprile 2012
[10 anni fa] vecchie abitudini e falsi miti
Il mese di aprile del 2002 non riservò grosse novità nel settore informatico; tra la solita guerra tra le console che passava attraverso i soliti tagli dei prezzi, le solite polemiche sulla privacy di cui potremmo non smettere mai di parlare, i soliti alti e bassi del marketing Microsoft (che annunciava Longhorn, nome in codice di Windows Vista, per il 2004), e la corsa ai supercomputer più veloci, Apple presentava l'eMac (macchina che, nonostante i dichiarato target educational, onestamente non sono mai riuscito ad inquadrare bene) e la versione DVI del PowerBookG4-Titanium.
A dimostrazione che il tempo non cambia certe abitudini (non in 10 anni perlomeno... magari in 20 o 30...) vi ripropongo un mio articolo di 10 anni fa in cui mi lamentavo della disinformazione creata intorno al mondo Apple (il testo che trovate qui di seguito è leggermente rivisitato rispetto all'originale):
Capita con una certa frequenza, anche frequentando siti di cosiddetti "esperti" (o addirittura leggendo rinomate riviste di informatica), di riscontrare inesattezze di un certo rilievo quando si parla di argomenti meno comuni rispetto al classico PC-Windows, in particolare quando si parla di Linux ed Apple. Visto che io stesso vorrei evitare di fare disinformazione su argomenti che conosco solo marginalmente (Linux), mi limiterò a fare qualche considerazione su alcune cose che ho letto ultimamente riguardo a MacOS.
Frequento abitualmente newsgroup e siti, dove ogni utente registrato può scrivere le proprie notizie o esperienze (come Tevac); qui certi strafalcioni vengono talvolta riportati per far sorridere gli utenti Mac, anche se in alcuni casi capita che qualcuno si infastidisca leggendo errori di valutazione macroscopici.
Facciamo qualche semplice esempio: qualche mese fa scopro che esiste un sito dove "esperti di informatica" rispondono a domande tecniche di ogni tipo relative ad ogni sistema operativo. Capita quindi che chiedano informazioni anche su MacOS, ed una delle domande nelle quali mi sono imbattuto era relativa alla posizione della striscia di controllo: per chi non lo sapesse, questo elemento del sistema operativo è una sorta di mini-pannello di controllo che si àncora ai lati del desktop e si può spostare a proprio piacimento trascinandolo mentre si preme il tasto "alt". Purtroppo capita che alcune applicazioni, ridimensionando lo schermo, lascino questa striscia "fuori posto" (tipicamente a 1/3 dello schermo) ma, come appena spiegato, basta un semplice click del mouse per riportarla dove vogliamo. Peccato che "l'esperto di Macintosh" della situazione fosse così poco esperto da considerare l'evento come il sintomo di un gravissimo malfunzionamento del sistema con conseguente consiglio di riformattare l'hard disk e reinstallare tutto (ci mancava solo che tirasse in ballo qualche virus). L'utente Macintosh più smaliziato potrebbe considerare questa uscita come una barzelletta, ma l'utente che chiedendo un consiglio su una questione apparentemente banale si sente rispondere in questo modo, non ci avrà certo riso sopra... Viene quindi da chiedersi con quale coraggio certa gente si dichiara tanto esperta da diffondere simili consigli senza avere, apparentemente, la minima conoscenza del sistema di cui sta parlando.
Ma se internet è un mondo per molti versi "volatile" e anarchico, forse i danni maggiori vengono da quello che si può trovare scritto su certe riviste. Evito di commentare quanto apparso su una rivista di videogiochi, dove si parla di Mac come oggetto "puramente estetico" (e a seguire la consueta sfilza di luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano e non meritano neanche di essere riportati).
Mi soffermerei invece su quanto apparso sul numero di questo mese di una rivista ben più importante, riguardo una recensione del nuovo iMac. Ci terrei a fare qualche considerazione su queste righe in quanto sono un esempio più che lampante di quello che si intende per disinformazione. Cito dall'articolo: "...quando proviamo ad accenderlo (il nuovo iMac, NdR) cominciano i problemi! Windows avrà molti difetti, ma anche molte caratteristiche agevoli ed intuitive, come la gestione del multitasking: le finestre in esubero vengono ordinatamente ridotte ad icona, visualizzate nella barra di sistema e richiamate con un semplice click, mentre MacOSX non contempla questa possibilità..."
Tanto per cominciare, la persona in questione ha un concetto molto vago del multitasking e della sua gestione, che pare voler "limitare" al fatto di poter aprire più finestre e ridurle poi ad icona. Mi chiedo poi se questa persona abbia utilizzato MacOSX oppure se abbia visto solo degli screenshot: in MacOSX ogni finestra può trovare posto nel dock, così come applicazione, ogni cartella ed ogni disco (con relativa possibilità di navigazione); evito di infierire sulla maggior versatilità del dock rispetto alla barra di sistema di Windows, poiché l'articolo prosegue con altre "chicche" molto più divertenti.
Il recensore trova scomode le icone giudicandole troppo grandi: evidentemente non si è accorto che le icone sono ridimensionabili a piacere da 0 (semplice elenco) a 128x128. Si lamenta poi che "...per gestire le risorse di sistema bisogna infilarsi in cunicoli di opzioni non propriamente immediati...": sarà che il recensore è troppo abituato a maneggiare Windows, ma tutte le principali preferenze di MacOSX trovano posto in un unico pannello di controllo ordinato e di accesso immediato. Come se non bastasse, la recensione si conclude dicendo che "...il Finder serve a fare pulizia ma per gli utenti inesperti resta un cavillo ambiguo e non propriamente agevole...", da cui si deduce che non abbia nessuna idea di cosa sia il Finder e quali siano le sue funzioni e le sue caratteristiche. Se una recensione del genere fa sorridere l'utente medio Apple, mi chiedo però cosa potrà pensare chi di MacOSX non sa nulla e legge queste "impressioni d'uso".
Non mancano poi utenti convinti che MacOS e Windows non possano stare nella stessa rete, che con il Mac sia impossibile navigare in Internet o che i file di Windows (tipicamente documenti di Office) non si possano leggere con un Mac.
Ultimamente pare che Apple si sia accorta di queste false idee che girano intorno ai propri sistemi e ai propri computer, e che abbia deciso di porvi rimedio... o almeno di fare un tentativo in tal senso. Sul depliant del nuovo iMac ci sono due pagine dedicate a sfatare alcuni di questi "falsi miti". La speranza di Apple è che queste notizie possano arrivare a chi ancora non conosce i computer della mela, visto che gli utenti Mac conosco già bene queste cose. Proprio per questo motivo, da un po' di tempo a questa parte, pare che anche Apple Italia stia organizzando numerosi tour per presentare MacOSX, le applicazioni di maggior rilievo, e quello che Apple stessa definisce il digital-lifestyle, ovvero tutte le possibilità digitali audio e video che girano intorno al proprio mondo. Oltre a tutto ciò, sul sito Apple sono apparse diverse pagine che invitano gli utenti Windows ad esprime il loro parere su MacOS chiedendo quello che li soddisfa e quello che vorrebbero in più. Ancora più importanti le pagine dedicate alle spiegazioni di come far convivere Mac e PC-Windows, dimostrando come le macchine possono interagire e scambiare dati.
Per concludere, scopro in questi giorni che anche a livello educational Apple Italia sta facendo delle proposte interessanti, e le prime macchine Apple (tutte con predisposizione per rete wireless Airport) stanno entrando nelle scuole italiane, consentendo così agli studenti interessati di scoprire che il mondo dell'informatica non è necessariamente legato a Microsoft e che esistono delle alternative che per certio versi possono anche essere migliori. Non so se il merito sia di queste iniziative (ancora ai primi stadi) ma l'impressione è che il mercato italiano del Mac sia in espansione, almeno giudicando la popolarità del marchio e la notevole richiesta di informazioni su newsgroup e forum da parte di utenti alle prime armi.
Pur restando valido in alcuni concetti basilari, un articolo come questo, oggi, fa un po' sorridere: non avrebbe senso né di essere scritto né di venire pubblicato. In 10 anni internet ha fatto passi da gigante, così come le informazioni reperibili in rete; anche Apple ha fatto passi da gigante e probabilmente certi strafalcioni non sarebbero più ripetibili (anche se di cose assurde mi capita di sentirne tutt'oggi, come quelli convinti che l'iPod possa riprodurre solo la musica comprata sull'iTunes Store...). Quello che è rimasto è un certo alone di disinformazione intorno ad Apple, magari non necessariamente a livello "tecnico"... ma non ne parlerò in questo post...
A dimostrazione che il tempo non cambia certe abitudini (non in 10 anni perlomeno... magari in 20 o 30...) vi ripropongo un mio articolo di 10 anni fa in cui mi lamentavo della disinformazione creata intorno al mondo Apple (il testo che trovate qui di seguito è leggermente rivisitato rispetto all'originale):
Capita con una certa frequenza, anche frequentando siti di cosiddetti "esperti" (o addirittura leggendo rinomate riviste di informatica), di riscontrare inesattezze di un certo rilievo quando si parla di argomenti meno comuni rispetto al classico PC-Windows, in particolare quando si parla di Linux ed Apple. Visto che io stesso vorrei evitare di fare disinformazione su argomenti che conosco solo marginalmente (Linux), mi limiterò a fare qualche considerazione su alcune cose che ho letto ultimamente riguardo a MacOS.
Frequento abitualmente newsgroup e siti, dove ogni utente registrato può scrivere le proprie notizie o esperienze (come Tevac); qui certi strafalcioni vengono talvolta riportati per far sorridere gli utenti Mac, anche se in alcuni casi capita che qualcuno si infastidisca leggendo errori di valutazione macroscopici.
Facciamo qualche semplice esempio: qualche mese fa scopro che esiste un sito dove "esperti di informatica" rispondono a domande tecniche di ogni tipo relative ad ogni sistema operativo. Capita quindi che chiedano informazioni anche su MacOS, ed una delle domande nelle quali mi sono imbattuto era relativa alla posizione della striscia di controllo: per chi non lo sapesse, questo elemento del sistema operativo è una sorta di mini-pannello di controllo che si àncora ai lati del desktop e si può spostare a proprio piacimento trascinandolo mentre si preme il tasto "alt". Purtroppo capita che alcune applicazioni, ridimensionando lo schermo, lascino questa striscia "fuori posto" (tipicamente a 1/3 dello schermo) ma, come appena spiegato, basta un semplice click del mouse per riportarla dove vogliamo. Peccato che "l'esperto di Macintosh" della situazione fosse così poco esperto da considerare l'evento come il sintomo di un gravissimo malfunzionamento del sistema con conseguente consiglio di riformattare l'hard disk e reinstallare tutto (ci mancava solo che tirasse in ballo qualche virus). L'utente Macintosh più smaliziato potrebbe considerare questa uscita come una barzelletta, ma l'utente che chiedendo un consiglio su una questione apparentemente banale si sente rispondere in questo modo, non ci avrà certo riso sopra... Viene quindi da chiedersi con quale coraggio certa gente si dichiara tanto esperta da diffondere simili consigli senza avere, apparentemente, la minima conoscenza del sistema di cui sta parlando.
Ma se internet è un mondo per molti versi "volatile" e anarchico, forse i danni maggiori vengono da quello che si può trovare scritto su certe riviste. Evito di commentare quanto apparso su una rivista di videogiochi, dove si parla di Mac come oggetto "puramente estetico" (e a seguire la consueta sfilza di luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano e non meritano neanche di essere riportati).
Mi soffermerei invece su quanto apparso sul numero di questo mese di una rivista ben più importante, riguardo una recensione del nuovo iMac. Ci terrei a fare qualche considerazione su queste righe in quanto sono un esempio più che lampante di quello che si intende per disinformazione. Cito dall'articolo: "...quando proviamo ad accenderlo (il nuovo iMac, NdR) cominciano i problemi! Windows avrà molti difetti, ma anche molte caratteristiche agevoli ed intuitive, come la gestione del multitasking: le finestre in esubero vengono ordinatamente ridotte ad icona, visualizzate nella barra di sistema e richiamate con un semplice click, mentre MacOSX non contempla questa possibilità..."
Tanto per cominciare, la persona in questione ha un concetto molto vago del multitasking e della sua gestione, che pare voler "limitare" al fatto di poter aprire più finestre e ridurle poi ad icona. Mi chiedo poi se questa persona abbia utilizzato MacOSX oppure se abbia visto solo degli screenshot: in MacOSX ogni finestra può trovare posto nel dock, così come applicazione, ogni cartella ed ogni disco (con relativa possibilità di navigazione); evito di infierire sulla maggior versatilità del dock rispetto alla barra di sistema di Windows, poiché l'articolo prosegue con altre "chicche" molto più divertenti.
Il recensore trova scomode le icone giudicandole troppo grandi: evidentemente non si è accorto che le icone sono ridimensionabili a piacere da 0 (semplice elenco) a 128x128. Si lamenta poi che "...per gestire le risorse di sistema bisogna infilarsi in cunicoli di opzioni non propriamente immediati...": sarà che il recensore è troppo abituato a maneggiare Windows, ma tutte le principali preferenze di MacOSX trovano posto in un unico pannello di controllo ordinato e di accesso immediato. Come se non bastasse, la recensione si conclude dicendo che "...il Finder serve a fare pulizia ma per gli utenti inesperti resta un cavillo ambiguo e non propriamente agevole...", da cui si deduce che non abbia nessuna idea di cosa sia il Finder e quali siano le sue funzioni e le sue caratteristiche. Se una recensione del genere fa sorridere l'utente medio Apple, mi chiedo però cosa potrà pensare chi di MacOSX non sa nulla e legge queste "impressioni d'uso".
Non mancano poi utenti convinti che MacOS e Windows non possano stare nella stessa rete, che con il Mac sia impossibile navigare in Internet o che i file di Windows (tipicamente documenti di Office) non si possano leggere con un Mac.
Ultimamente pare che Apple si sia accorta di queste false idee che girano intorno ai propri sistemi e ai propri computer, e che abbia deciso di porvi rimedio... o almeno di fare un tentativo in tal senso. Sul depliant del nuovo iMac ci sono due pagine dedicate a sfatare alcuni di questi "falsi miti". La speranza di Apple è che queste notizie possano arrivare a chi ancora non conosce i computer della mela, visto che gli utenti Mac conosco già bene queste cose. Proprio per questo motivo, da un po' di tempo a questa parte, pare che anche Apple Italia stia organizzando numerosi tour per presentare MacOSX, le applicazioni di maggior rilievo, e quello che Apple stessa definisce il digital-lifestyle, ovvero tutte le possibilità digitali audio e video che girano intorno al proprio mondo. Oltre a tutto ciò, sul sito Apple sono apparse diverse pagine che invitano gli utenti Windows ad esprime il loro parere su MacOS chiedendo quello che li soddisfa e quello che vorrebbero in più. Ancora più importanti le pagine dedicate alle spiegazioni di come far convivere Mac e PC-Windows, dimostrando come le macchine possono interagire e scambiare dati.
Per concludere, scopro in questi giorni che anche a livello educational Apple Italia sta facendo delle proposte interessanti, e le prime macchine Apple (tutte con predisposizione per rete wireless Airport) stanno entrando nelle scuole italiane, consentendo così agli studenti interessati di scoprire che il mondo dell'informatica non è necessariamente legato a Microsoft e che esistono delle alternative che per certio versi possono anche essere migliori. Non so se il merito sia di queste iniziative (ancora ai primi stadi) ma l'impressione è che il mercato italiano del Mac sia in espansione, almeno giudicando la popolarità del marchio e la notevole richiesta di informazioni su newsgroup e forum da parte di utenti alle prime armi.
Pur restando valido in alcuni concetti basilari, un articolo come questo, oggi, fa un po' sorridere: non avrebbe senso né di essere scritto né di venire pubblicato. In 10 anni internet ha fatto passi da gigante, così come le informazioni reperibili in rete; anche Apple ha fatto passi da gigante e probabilmente certi strafalcioni non sarebbero più ripetibili (anche se di cose assurde mi capita di sentirne tutt'oggi, come quelli convinti che l'iPod possa riprodurre solo la musica comprata sull'iTunes Store...). Quello che è rimasto è un certo alone di disinformazione intorno ad Apple, magari non necessariamente a livello "tecnico"... ma non ne parlerò in questo post...
giovedì 29 marzo 2012
[10 anni fa] Tokio, sport, e console
L'appuntamento quasi-mensile col passato ci porta a parlare del MacWorld Expo di Tokio e ci aiuta a comprendere come ma Apple abbia deciso di abbandonare gli appuntamenti fieristici fissi a favore di venenti dedicati (anche se taluni di questi, di fatto, arrivano anch'essi a scadenze quasi programmate).
La sfornata di computer dell'Expo di San Francisco di gennaio, aveva indotto Apple a dichiarare che non si sarebbe stato nuovo hardware fino all'estate (in realtà vedremo nei prossimi mesi che nel corso di Aprile e Maggio vennero lanciate nuove macchine); l'attesa per il MacWorld Expo di Tokio era quindi orientata tutto sul software, argomento sicuramente importante (anche più dell'hardware) ma con un impatto sicuramente minore a livello di comunicazione mediatica, quantomeno per eventi come un expo tutto dedicato al Mac. D'altro canto non si può certo pretendere che Apple basi la sua strategia di produzione e lancio di nuove macchine in relazione agli eventi organizzati da terzi (anche se questi stessi eventi hanno fatto da trampolino di lancio in molte occasioni) quindi è più che comprensibile che in tempi più recenti la casa di Cupertino abbia deciso di non partecipare più a queste manifestazioni...
Tornando a dieci anni, fa nonostante non siano stati presentati nuovi Mac, l'occasione servì ad Apple per presentare il primo aggiornamento dell'iPod: capacità raddoppiata (da 5GB a 10GB), rubrica in grado di importare i contatti dall'AddressBook di Mac OS X, da Entourage, oppure da Palm Desktop, e un prezzo di 599 Euro, valore altissimo se paragonato a quello che possiamo ottenere oggi con quei soldi (per esempio un iPad WiFi+4G da 16GB). L'idea che l'iPod potesse essere utilizzato per archiviare altri dati oltre la musica era stata intravisto un paio di settimane prima anche da ProVUE (società specializzata, per l'appunto, in database), ma il nuovo arrivato di Apple tagliò direttamente le gambe a quell'idea un po' ibrida.
Continuando a parlare di lettori musicali, Nike annunciava una partnership con Philips, anche se poi la migliore integrazione sotto questo punto di vistas, è stata quella realizzata in accordo con Apple.
L'evento più grosso del mese di marzo del 2002 fu però lo sbarco europeo della Xbox, prima console targata Microsoft, nata per infastidire Sony e Nintendo approfittando della caduta di SEGA. Il successo della Xbox non fu enorme ma gettò delle basi importanti per il modello successivo lanciato nel 2005, solo tre anni dopo; la Xbox 360 ha avuto un successo è molto più ampio grazie, almeno in parte, ad una scelta azzeccata dei tempi di lancio: apparentemente in anticipo sulla concorrenza (e anche rispetto alla vita del modello precedente) la Xbox 360 aveva specifiche tecniche in grado, ancora oggi, di tenere il passo dei tempi, con un'adeguata potenza di calcolo e giochi in Full-HD (caratteristica che, per esempio, manca alla Wii).
Parlando sempre di console, ma stavolta in miniatura, dieci anni fa Nintendo lanciava in Europa Pokémon Mini, una console portatile grande come una scatola di fiammiferi con minuscoli giochi a cartuccia, tutti ispirati ai Pokémon, la maggior parte dei quali mai arrivati in Italia. Nonostante il prezzo di lancio di soli 50 Euro, il suo successo fu molto limitato e la mini-console ebbe breve vita.
La sfornata di computer dell'Expo di San Francisco di gennaio, aveva indotto Apple a dichiarare che non si sarebbe stato nuovo hardware fino all'estate (in realtà vedremo nei prossimi mesi che nel corso di Aprile e Maggio vennero lanciate nuove macchine); l'attesa per il MacWorld Expo di Tokio era quindi orientata tutto sul software, argomento sicuramente importante (anche più dell'hardware) ma con un impatto sicuramente minore a livello di comunicazione mediatica, quantomeno per eventi come un expo tutto dedicato al Mac. D'altro canto non si può certo pretendere che Apple basi la sua strategia di produzione e lancio di nuove macchine in relazione agli eventi organizzati da terzi (anche se questi stessi eventi hanno fatto da trampolino di lancio in molte occasioni) quindi è più che comprensibile che in tempi più recenti la casa di Cupertino abbia deciso di non partecipare più a queste manifestazioni...
Tornando a dieci anni, fa nonostante non siano stati presentati nuovi Mac, l'occasione servì ad Apple per presentare il primo aggiornamento dell'iPod: capacità raddoppiata (da 5GB a 10GB), rubrica in grado di importare i contatti dall'AddressBook di Mac OS X, da Entourage, oppure da Palm Desktop, e un prezzo di 599 Euro, valore altissimo se paragonato a quello che possiamo ottenere oggi con quei soldi (per esempio un iPad WiFi+4G da 16GB). L'idea che l'iPod potesse essere utilizzato per archiviare altri dati oltre la musica era stata intravisto un paio di settimane prima anche da ProVUE (società specializzata, per l'appunto, in database), ma il nuovo arrivato di Apple tagliò direttamente le gambe a quell'idea un po' ibrida.
Continuando a parlare di lettori musicali, Nike annunciava una partnership con Philips, anche se poi la migliore integrazione sotto questo punto di vistas, è stata quella realizzata in accordo con Apple.
L'evento più grosso del mese di marzo del 2002 fu però lo sbarco europeo della Xbox, prima console targata Microsoft, nata per infastidire Sony e Nintendo approfittando della caduta di SEGA. Il successo della Xbox non fu enorme ma gettò delle basi importanti per il modello successivo lanciato nel 2005, solo tre anni dopo; la Xbox 360 ha avuto un successo è molto più ampio grazie, almeno in parte, ad una scelta azzeccata dei tempi di lancio: apparentemente in anticipo sulla concorrenza (e anche rispetto alla vita del modello precedente) la Xbox 360 aveva specifiche tecniche in grado, ancora oggi, di tenere il passo dei tempi, con un'adeguata potenza di calcolo e giochi in Full-HD (caratteristica che, per esempio, manca alla Wii).
Parlando sempre di console, ma stavolta in miniatura, dieci anni fa Nintendo lanciava in Europa Pokémon Mini, una console portatile grande come una scatola di fiammiferi con minuscoli giochi a cartuccia, tutti ispirati ai Pokémon, la maggior parte dei quali mai arrivati in Italia. Nonostante il prezzo di lancio di soli 50 Euro, il suo successo fu molto limitato e la mini-console ebbe breve vita.
martedì 14 febbraio 2012
[10 anni fa] Piccole curiosità
Il febbraio del 2002 non fu un mese denso di notizie... rileggendo gli articoli di 10 anni fa si parla delle solite cose, dello SPAM, delle lotte tra i gestori della telefonia (sia fissa che mobile) e della diffusione di internet in Italia: 10 anni fa solo una famiglia su 2 aveva un computer, e solo una su 3 aveva una connessione di qualche tipo alla rete. Non mancava inoltre, anche 10 anni fa, le solite polemiche su quale sistema fosse più sicuro tra Windows e Linux.
Sicurezza a parte, microsoft se la vedeva con Be Incorporated, che la accusava di aver costretto (o convinto con metodi poco trasparenti) i produttori di computer a non installare BeOS come sistema operativo alternativo sui loro computer (con particolare riferimento agli accordi con Hitaci e Compaq). La causa si risolse nel settembre del 2003 con un accordo tra le parti, accordo che prevedeva la caduta delle accuse di comportamento lesivo della concorrenza dietro il pagamento di 23 milioni di dollari da parte di Microsoft. Difficile dire come sarebbe oggi l'informatica se BoOS fosse in stato in grado di raggiungere una massa critica di utenti ma secondo me, dopo che Apple decise di scartarlo in favore di NeXT, il suo destino era ormai segnato.
Tra le notizie più curiose dell'epoca vorrei segnalarne due.
La prima riguarda un curioso telefono (fisso) prodotto da Amstrad che, oltre ad offrire la possibilità di connettersi ad internet e inviare mail aveva la possibilità di emulare lo ZX-Spectrum sfruttando il display integrato, un LCD a toni di grigio... idea bizzarra o quantomeno inconsueta quella di dedicarsi ai vecchi videogames restando attaccati ad un telefono fisso.
La seconda è il Meta Pad, un oggetto che secondo IBM avrebbe dovuto rivoluzionare il concetto dell'informatica, racchiudendo processore memoria e hard-disk in un dispositivo piccolo e leggero da mettersi i tasca e collegare ad un infinità di altri dispositivi: tastiera e monitor, notebook, palmari, e quant'altro. Gli stetticismi non mancarono, e non sto nemmeno a dirvi che fine ha fatto il prototipo di questa idea...
Infine, visto che in questo periodo si è parlato molto di eBook, iBooks, ed evoluzione digitale dei libri, vorrei segnalarvi questo articolo di 10 anni fa, articolo che riprendeva un discorso iniziato qualche mese prima e che ipotizzava libri multimediali su CD-ROM da affiancare a quelli di carta. All'epoca, probabilmente, non si riusciva ancora ad immaginare l'evoluzione degli eReader, l'avvento di tablet, e la direzione intrapresa oggi nella memorizzazione dati che, direzione che a mio avviso si sta evolvendo verso la sparizione del supporto ottico... fermo restando che la carta è ancora ben lontana dallo sparire: chissà cosa racconteremo in merito all'argomento tra altri 10 anni, nel 2022...
Sicurezza a parte, microsoft se la vedeva con Be Incorporated, che la accusava di aver costretto (o convinto con metodi poco trasparenti) i produttori di computer a non installare BeOS come sistema operativo alternativo sui loro computer (con particolare riferimento agli accordi con Hitaci e Compaq). La causa si risolse nel settembre del 2003 con un accordo tra le parti, accordo che prevedeva la caduta delle accuse di comportamento lesivo della concorrenza dietro il pagamento di 23 milioni di dollari da parte di Microsoft. Difficile dire come sarebbe oggi l'informatica se BoOS fosse in stato in grado di raggiungere una massa critica di utenti ma secondo me, dopo che Apple decise di scartarlo in favore di NeXT, il suo destino era ormai segnato.
Tra le notizie più curiose dell'epoca vorrei segnalarne due.
La prima riguarda un curioso telefono (fisso) prodotto da Amstrad che, oltre ad offrire la possibilità di connettersi ad internet e inviare mail aveva la possibilità di emulare lo ZX-Spectrum sfruttando il display integrato, un LCD a toni di grigio... idea bizzarra o quantomeno inconsueta quella di dedicarsi ai vecchi videogames restando attaccati ad un telefono fisso.
La seconda è il Meta Pad, un oggetto che secondo IBM avrebbe dovuto rivoluzionare il concetto dell'informatica, racchiudendo processore memoria e hard-disk in un dispositivo piccolo e leggero da mettersi i tasca e collegare ad un infinità di altri dispositivi: tastiera e monitor, notebook, palmari, e quant'altro. Gli stetticismi non mancarono, e non sto nemmeno a dirvi che fine ha fatto il prototipo di questa idea...
Infine, visto che in questo periodo si è parlato molto di eBook, iBooks, ed evoluzione digitale dei libri, vorrei segnalarvi questo articolo di 10 anni fa, articolo che riprendeva un discorso iniziato qualche mese prima e che ipotizzava libri multimediali su CD-ROM da affiancare a quelli di carta. All'epoca, probabilmente, non si riusciva ancora ad immaginare l'evoluzione degli eReader, l'avvento di tablet, e la direzione intrapresa oggi nella memorizzazione dati che, direzione che a mio avviso si sta evolvendo verso la sparizione del supporto ottico... fermo restando che la carta è ancora ben lontana dallo sparire: chissà cosa racconteremo in merito all'argomento tra altri 10 anni, nel 2022...
mercoledì 18 gennaio 2012
[10 anni fa] Inizia l'era del lampadone
Nel gennaio del 2002 Future Power lanciava AIO, una linea di PC equipaggiati don Linux che di fatto (pur avendo un monitor più generoso) erano dei cloni dell'iMac. Ci aveva già provato un paio di anni prima con una linea chiamata E-Power che le costò una causa da parte di Apple con conseguente ritiro dal mercato, ma stavolta le cosa andarono diversamente, anche perché Apple stava abbandonando la vecchia linea di iMac con CRT per introdurre il cosiddetto lampadone, l'iMac G4 con base semisferica e monitor LCD collegato ad un braccio mobile.
Il lampadone, con la sua forma insolita e l'hardware rinnovato da un processore G4, riscosse grande successo, ma non fu l'unica novità del gennaio della mela. Nel corso del consueto (ai tempi) Macworld expo di inizio anno, Apple presentò anche l'iBook bianco con schermo da 14" (macchina che inizialmente sembrava destinata a un grande successo ma che alla fine vendette meno del modello da 12") e la prima versione di iPhoto. Quest'ultima, nella sua prima versione, era ben diversa dall'attuale, ma introduceva per le foto lo stesso concetto già utilizzato per la musica in iTunes: un libreria di cui l'utente non dovrebbe preoccuparsi (nel senso che non gli deve interessare la sua locazione e suddivisione sul disco rigido) e la possibilità di creare "album", ovvero l'equivalente delle playlist di iTunes. Col tempo vennero aggiunte le cartelle per raggruppare più album, la possibilità di gestire più librerie, gli eventi (che racchiudono le importazioni in un modo più "amichevole" rispetto ai "rullini" virtuali delle prime versioni) e tante altre piccole cose. Ancora oggi, a distanza di 10 anni, c'è chi è spaventato dal fatto che iPhoto si gestisca la libreria per i fatti suoi, e preferisce raggruppare "a mano" in specifiche cartelle...
Sempre a gennaio (verso la fine) il processore G4 supera la soglia psicologia del GHz (soglia che Intel e AMD avevano già superato da tempo anche se il G4, con la sua differente architettura, riusciva ancora a spuntarla in molti campi); ne beneficiarono subito i PowerMac.
E mentre Apple si lanciava nelle novità sopra descritte, IBM (complice i pessimi risultati finanziari) stava meditando di abbandonare il settore dei personal computer cosa che avvenne qualche anno più tardi (nel 2004-2005) con la cessione dell'attività a Lenovo.
In questo andirivieni di nuove macchine e nuovi sistemi, Sony butta nel mucchio un kit per usare la Playstation 2 come workstation Linux. Il kit comprendeva Hard Disk, tastiera, mouse, scheda ethernet e adattatore VGA, oltre ovviamente al DVD del sistema, basato sul kernel Linux 2.2.1 e comprensivo di gcc 2.95.2, glibc 2.2.2 e XFree86 3.3.6.
Il lampadone, con la sua forma insolita e l'hardware rinnovato da un processore G4, riscosse grande successo, ma non fu l'unica novità del gennaio della mela. Nel corso del consueto (ai tempi) Macworld expo di inizio anno, Apple presentò anche l'iBook bianco con schermo da 14" (macchina che inizialmente sembrava destinata a un grande successo ma che alla fine vendette meno del modello da 12") e la prima versione di iPhoto. Quest'ultima, nella sua prima versione, era ben diversa dall'attuale, ma introduceva per le foto lo stesso concetto già utilizzato per la musica in iTunes: un libreria di cui l'utente non dovrebbe preoccuparsi (nel senso che non gli deve interessare la sua locazione e suddivisione sul disco rigido) e la possibilità di creare "album", ovvero l'equivalente delle playlist di iTunes. Col tempo vennero aggiunte le cartelle per raggruppare più album, la possibilità di gestire più librerie, gli eventi (che racchiudono le importazioni in un modo più "amichevole" rispetto ai "rullini" virtuali delle prime versioni) e tante altre piccole cose. Ancora oggi, a distanza di 10 anni, c'è chi è spaventato dal fatto che iPhoto si gestisca la libreria per i fatti suoi, e preferisce raggruppare "a mano" in specifiche cartelle...
Sempre a gennaio (verso la fine) il processore G4 supera la soglia psicologia del GHz (soglia che Intel e AMD avevano già superato da tempo anche se il G4, con la sua differente architettura, riusciva ancora a spuntarla in molti campi); ne beneficiarono subito i PowerMac.
E mentre Apple si lanciava nelle novità sopra descritte, IBM (complice i pessimi risultati finanziari) stava meditando di abbandonare il settore dei personal computer cosa che avvenne qualche anno più tardi (nel 2004-2005) con la cessione dell'attività a Lenovo.
In questo andirivieni di nuove macchine e nuovi sistemi, Sony butta nel mucchio un kit per usare la Playstation 2 come workstation Linux. Il kit comprendeva Hard Disk, tastiera, mouse, scheda ethernet e adattatore VGA, oltre ovviamente al DVD del sistema, basato sul kernel Linux 2.2.1 e comprensivo di gcc 2.95.2, glibc 2.2.2 e XFree86 3.3.6.
venerdì 18 novembre 2011
[10 anni fa] novembre 2001: di tutto un po', proprio come oggi
Andando a ripescare le notizie per scrivere questa serie di post, a volte mi sorprendo da come certe cose il legame con le news attuali sia tanto forte...
Solo qualche giorno fa si parlava della decisione di Adobe di abbandonare la versione mobile di Flash e proprio 10 anni fa, nel novembre del 2001, Macromedia (l'azienda che sviluppò Flash e che fu acquisita da Adobe nel 2005) preannunciava le sue intenzioni di conquistare il web rimpiazzando l'HTML con Flash, ed entrando anche nei cellulari. A pronunciare quelle parole era Stephen Elop, che dopo aver ceduto Macromedia ad Adobe ha lavorato per quasi 3 anni in Microsoft, e ora (nel ruolo di CEO) cerca di risollevare le sorti di Nokia con Windows Phone 7.
Restando in ambito Mobile, 10 anni fa era lo stesso Bill Gates ad ammettere che il PC aveva fatto la sua epoca ed era ora di una fare una svolta, passando ai tablet. "È troppo difficile da gestire [...] Ma nel prossimo futuro faremo in modo che sia molto più facile di oggi"... parole che suonano grossomodo come l'articolo che ho pubblicato qualche giorno fa. Peccato (per Microsoft) che Gates non riuscì a comprendere che la difficoltà di utilizzo non stava tanto nell'hardware ma del sistema operativo: sappiamo tutti che fine hanno fatto i tablet con la versione ad-hoc di Windows XP, mentre il successo dei tablet attuali (iPad in testa, ma anche tutti quelli con Android) con un sistema operativo ripensato per un utilizzo "a piene mani" stanno avendo un buon successo.
Continuando a parlare di "tavolette", Random House (noto editore degli States) bocciava senza mezzi termini gli eBook... inutile dire che oggi ha rifatto marcia indietro e dal suo store propone l'acquisto in formato cartaceo, eBook (ad un prezzo sensibilmente inferiore) e AudioBook (ad un prezzo mediamente superiore).
Parlando di Apple, 10 anni fa (dopo il rilascio di MacOSX 10.1, nome in codice Puma) si cominciava a delineare il successo del nuovo sistema operativo Apple derivato da NeXT-STEP, che a sua volta derivava da un'idea di Steve Jobs nata quand'era ancora in Apple, prima della "cacciata" del 1985: il Big Mac (progetto cancellato da Gassée, che prese il posto di Jobs). Nessun nuovo hardware Apple nel novembre del 2001 ma si parlava di PPC-G5, processore tanto amato dagli affezionati vecchi utenti Apple che però ha decretato la fine dell'era PPC sui Mac (infatti, a testimonianza dei suoi ritardi cronici, nonostante se ne parlasse già nel 2001, le prime macchine con processore G5 vennero annunciate solo nel giugno del 2003).
Steve Jobs era anche tra i finanziatori di Ginger, la misteriosa invezione di Dean Kamen che tenne tutti sulle spine per molti mesi... ma questa è un'altra storia che vi racconerò il mese prossimo, perché se l'annuncio della sua rivelazione fu dato a novembre, il segreto fu svelato solo nei primi giorni di dicembre...
Solo qualche giorno fa si parlava della decisione di Adobe di abbandonare la versione mobile di Flash e proprio 10 anni fa, nel novembre del 2001, Macromedia (l'azienda che sviluppò Flash e che fu acquisita da Adobe nel 2005) preannunciava le sue intenzioni di conquistare il web rimpiazzando l'HTML con Flash, ed entrando anche nei cellulari. A pronunciare quelle parole era Stephen Elop, che dopo aver ceduto Macromedia ad Adobe ha lavorato per quasi 3 anni in Microsoft, e ora (nel ruolo di CEO) cerca di risollevare le sorti di Nokia con Windows Phone 7.
Restando in ambito Mobile, 10 anni fa era lo stesso Bill Gates ad ammettere che il PC aveva fatto la sua epoca ed era ora di una fare una svolta, passando ai tablet. "È troppo difficile da gestire [...] Ma nel prossimo futuro faremo in modo che sia molto più facile di oggi"... parole che suonano grossomodo come l'articolo che ho pubblicato qualche giorno fa. Peccato (per Microsoft) che Gates non riuscì a comprendere che la difficoltà di utilizzo non stava tanto nell'hardware ma del sistema operativo: sappiamo tutti che fine hanno fatto i tablet con la versione ad-hoc di Windows XP, mentre il successo dei tablet attuali (iPad in testa, ma anche tutti quelli con Android) con un sistema operativo ripensato per un utilizzo "a piene mani" stanno avendo un buon successo.
Continuando a parlare di "tavolette", Random House (noto editore degli States) bocciava senza mezzi termini gli eBook... inutile dire che oggi ha rifatto marcia indietro e dal suo store propone l'acquisto in formato cartaceo, eBook (ad un prezzo sensibilmente inferiore) e AudioBook (ad un prezzo mediamente superiore).
Parlando di Apple, 10 anni fa (dopo il rilascio di MacOSX 10.1, nome in codice Puma) si cominciava a delineare il successo del nuovo sistema operativo Apple derivato da NeXT-STEP, che a sua volta derivava da un'idea di Steve Jobs nata quand'era ancora in Apple, prima della "cacciata" del 1985: il Big Mac (progetto cancellato da Gassée, che prese il posto di Jobs). Nessun nuovo hardware Apple nel novembre del 2001 ma si parlava di PPC-G5, processore tanto amato dagli affezionati vecchi utenti Apple che però ha decretato la fine dell'era PPC sui Mac (infatti, a testimonianza dei suoi ritardi cronici, nonostante se ne parlasse già nel 2001, le prime macchine con processore G5 vennero annunciate solo nel giugno del 2003).
Steve Jobs era anche tra i finanziatori di Ginger, la misteriosa invezione di Dean Kamen che tenne tutti sulle spine per molti mesi... ma questa è un'altra storia che vi racconerò il mese prossimo, perché se l'annuncio della sua rivelazione fu dato a novembre, il segreto fu svelato solo nei primi giorni di dicembre...
lunedì 24 ottobre 2011
[10 anni fa] iPod: inizia la rivoluzione
Nell'ottobre del 2001 Apple presentava l'iPod. Ricordo ancora la presentazione italiana (presso un famoso locale di Milano) come fosse successa ieri... e ricordo pure che non riuscii a intuirne da subito le potenzialità, forse perché ai tempi, dopo l'eliminazione del Newton, gli utenti Apple si aspettvano l'arrivo di un nuovo palmare col marchio della mela: in quegli anni Palm la faceva da padrone (personalmente avevo un Handspring con PalmOS) ma andavano molto di moda anche i palmari Pocket PC.
Per questo l'arrivo di quello che appariva come un "banale" player musicale passò inizialmente quasi inosservato (su Punto-Informatico dissi che Apple si era rituffata nella produzione di gadget) anche perché la prima generazione richiedeva l'utilizzo di una porta Firewire per la sincronizzazione con iTunes, ed era compatibile solo con i computer Macintosh, quindi non aveva grosse possibilità di invadere il mercato.
Solo l'anno successivo il nuovo dispositivo di Apple venne reso compatibile con Windows, e l'anno successivo (il 2003) arrivò l'iTunes Music Store (ora solo iTunes Store) che spiazzò completamente la concorrenza (concorrenza che mai era riusicita a stringere accordi con le major per la vendita di musica online).
La strada era omai segnata: i successi di iPod e del'iTunes Music Store erano solo la punta dell'iceberg: arrivarono nuove generazioni, versioni nano, shuffle, display a colori, film e spettacoli musicali venduti sullo store, ed infine l'iPod Touch lo stesso sistema operativo dell'iPhone e la possibilità (arrivata con un anno di ritardo) di eseguire applicazioni.
Ora che iOS sembra il punto centrale del mondo Apple, fa un po' effetto pensare che tutto è nato (forse) dalla presentazione di quel "banale" iPod: difficile immaginare se Jobs, da visionario qual'era, avesse già tutto in mente nel gennaio del 2001 quando, prima ancora dell'iPod, rilasciò iTunes per MacOS 9... difficile immaginarlo, ma mi piace pensare che sia così: chissà che dalla lettura della sua biografia, in uscita oggi, non emerga qualche dettaglio in merito.
Per questo l'arrivo di quello che appariva come un "banale" player musicale passò inizialmente quasi inosservato (su Punto-Informatico dissi che Apple si era rituffata nella produzione di gadget) anche perché la prima generazione richiedeva l'utilizzo di una porta Firewire per la sincronizzazione con iTunes, ed era compatibile solo con i computer Macintosh, quindi non aveva grosse possibilità di invadere il mercato.
Solo l'anno successivo il nuovo dispositivo di Apple venne reso compatibile con Windows, e l'anno successivo (il 2003) arrivò l'iTunes Music Store (ora solo iTunes Store) che spiazzò completamente la concorrenza (concorrenza che mai era riusicita a stringere accordi con le major per la vendita di musica online).
La strada era omai segnata: i successi di iPod e del'iTunes Music Store erano solo la punta dell'iceberg: arrivarono nuove generazioni, versioni nano, shuffle, display a colori, film e spettacoli musicali venduti sullo store, ed infine l'iPod Touch lo stesso sistema operativo dell'iPhone e la possibilità (arrivata con un anno di ritardo) di eseguire applicazioni.
Ora che iOS sembra il punto centrale del mondo Apple, fa un po' effetto pensare che tutto è nato (forse) dalla presentazione di quel "banale" iPod: difficile immaginare se Jobs, da visionario qual'era, avesse già tutto in mente nel gennaio del 2001 quando, prima ancora dell'iPod, rilasciò iTunes per MacOS 9... difficile immaginarlo, ma mi piace pensare che sia così: chissà che dalla lettura della sua biografia, in uscita oggi, non emerga qualche dettaglio in merito.
giovedì 15 settembre 2011
[10 anni fa] è tutto un magna-magna...
Scorrendo le principali notizie informatiche di 10 anni fa, sembra quasi che alcune cose non siano per niente cambiate in questo decennio: si parla di privacy per chi naviga in rete, informazione online a pagamento, vendita online di video (quasi un'utopia per noi italiani se ripenso alla situazione della rete di 10 anni fa), guerra tra console, SPAM, VoIP a pagamento, danni veri o presunti dall'utilizzo dei cellulare.
Tra questo marasma di notizie più o meno degne di essere riprese, ce n'è però una che mi ha quantomeno incuriosito per la coincidenza: "HP mangia Compaq e diventa titano - con un'operazione finanziaria che vanta ben pochi precedenti nel settore dell'IT, Hewlett-Packard si appresta ad acquisire, per 25 miliardi di dollari, la storica rivale Compaq."
10 anni fa usavo portatili Compaq, che a seguito di quest'acquisizione divennero Compaq-HP (coi marchi che sembravano sparpargliati appositamente per non farti capire cosa stavi usando) e in seguito solo HP. Erano ottime macchine i Compaq e restarono ottime anche col passaggio ad HP (mi riferisco a modelli di fascia alta, che non ho mai visto nei vari Media Market ma solo online o dai rivenditori) ...almeno per un po'.
Ultimamante ho dovuto cambiare marca: HP non fa più il tipo di macchine che mi serve e, nonostante la maggiore potenza, la qualità mi pare tristemente inferiore... ma le cose non sono andate meglio cambiando marca (quantomeno a livello qualitativo).
Lamentele a parte, è curioso notare come 10 anni fa HP si apprestava a diventare uno dei maggiori colossi tra i produttori di computer, mentre oggi, a 10 anni di distanza, dopo aver buttato alle ortiche un'altra importante aquisizione (quella di Palm, e quindi di WebOS) alzando bandiera bianca sui tablet e i dispositivi touch, si appresta (seppur con qualche dubbio) ad abbandonare, o scorporare, pure la divisione che si occupa di PC.
Piccola nota curiosa: HP ed Apple furono legati da un particolare accordo per la vendita diiPod rimarchiati HP... operazione a mio avviso inutile che inizio nel 2004 si concluse l'anno seguente... ma questa è un'altra storia che ricorderemo tra 3 anni...
Tra questo marasma di notizie più o meno degne di essere riprese, ce n'è però una che mi ha quantomeno incuriosito per la coincidenza: "HP mangia Compaq e diventa titano - con un'operazione finanziaria che vanta ben pochi precedenti nel settore dell'IT, Hewlett-Packard si appresta ad acquisire, per 25 miliardi di dollari, la storica rivale Compaq."
10 anni fa usavo portatili Compaq, che a seguito di quest'acquisizione divennero Compaq-HP (coi marchi che sembravano sparpargliati appositamente per non farti capire cosa stavi usando) e in seguito solo HP. Erano ottime macchine i Compaq e restarono ottime anche col passaggio ad HP (mi riferisco a modelli di fascia alta, che non ho mai visto nei vari Media Market ma solo online o dai rivenditori) ...almeno per un po'.
Ultimamante ho dovuto cambiare marca: HP non fa più il tipo di macchine che mi serve e, nonostante la maggiore potenza, la qualità mi pare tristemente inferiore... ma le cose non sono andate meglio cambiando marca (quantomeno a livello qualitativo).
Lamentele a parte, è curioso notare come 10 anni fa HP si apprestava a diventare uno dei maggiori colossi tra i produttori di computer, mentre oggi, a 10 anni di distanza, dopo aver buttato alle ortiche un'altra importante aquisizione (quella di Palm, e quindi di WebOS) alzando bandiera bianca sui tablet e i dispositivi touch, si appresta (seppur con qualche dubbio) ad abbandonare, o scorporare, pure la divisione che si occupa di PC.
Piccola nota curiosa: HP ed Apple furono legati da un particolare accordo per la vendita diiPod rimarchiati HP... operazione a mio avviso inutile che inizio nel 2004 si concluse l'anno seguente... ma questa è un'altra storia che ricorderemo tra 3 anni...
martedì 9 agosto 2011
[10 anni fa] Apple: c'è chi va e chi viene
Il 4 luglio del 2001, con un breve annuncio, Apple annunciò la sospensione della produzione del Cube, uno dei modelli di Mac più controversi: come io stesso ebbi modo di scrivere qualche mese prima, si trattava di una macchina di difficile collocazione sul mercato, inadeguata al professionista in cerca di prestazioni ed espandibilità, esageratamente costosa per l'utenza domestica che ormai aveva preso a riferimento l'iMac.
Come ho già avuto modo di raccontare altre volte, a mio avviso il Cube rappresentava per Jobs la reincarnazione del NeXT, e alla sua sparizione fece seguito, diversi anni più tardi (per la precisione nel 2005) il Mac mini, che personalmente ho sempre considerato una sorta di mezzo-cube... anche nel prezzo...
Sparito il Cube, spariscono anche i terribili iMac Flower Power ma al suo posto non arriva il tento atteso iMac con schermo LCD (che arriverà solo l'anno seguente) ma un'altra riedizione del classico iMac in tre varianti cromatiche (graphite, snow e blue indigo). Va meglio per la fascia degli utenti professionali, che vedono arrivare il nuovo PowerMac-G4 versione Quicksilver, dei mostri di potenza (ai tempi il PPC-G4 era ancora superiore al Pentium IV, nonostante il clock sensibilmente più basso) che vennero adottati da chi si dedicava al video digitale. Per la serie "non siamo mai contenti", quando furono presentate queste macchine ci si lamentò del fatto che Apple trascurava la (sempre più numerosa) fascia consumer per guardare solo ai (pochi) professionisti: lamentele opposte a quelle che vengono mosse oggi.
Polemiche a parte, non ho ancora detto che questo nuovo hardware fu presentato in occasione del MacWorld Expo di New York, evento nel corso del quale venne presentato Mac OS X 10.1, ed evento in cui Jobs riuscì a trascinare sul palco tutte la maggiori software house (da Adobe a Microsoft, passando per Quark, FileMaker, Connectix, IBM, ecc...) come a dimostrare che nessuno avrebbe abbandonato la piattaforma Mac e il nuovo sistema operativo basato su *nix.
Per concludere la panoramica dell'estate di dieci anni fa, tre notizie che fanno un po' il pari con quello che sta succedendo ultimamente: la prima è il passaggio di Palm alla tecnologia ARM (peccato che gli abbia portato bene); la seconda riguarda un momento di debolezza di Nokia, che anche dieci anni fa soffriva la concorrenza di Motorola e Ericsson (forse un po' meno di come sta succedendo ora); la terza riguarda Cisco, che già 10 anni fa intuì l'importanza delle telefonate VoIP.
Come ho già avuto modo di raccontare altre volte, a mio avviso il Cube rappresentava per Jobs la reincarnazione del NeXT, e alla sua sparizione fece seguito, diversi anni più tardi (per la precisione nel 2005) il Mac mini, che personalmente ho sempre considerato una sorta di mezzo-cube... anche nel prezzo...
Sparito il Cube, spariscono anche i terribili iMac Flower Power ma al suo posto non arriva il tento atteso iMac con schermo LCD (che arriverà solo l'anno seguente) ma un'altra riedizione del classico iMac in tre varianti cromatiche (graphite, snow e blue indigo). Va meglio per la fascia degli utenti professionali, che vedono arrivare il nuovo PowerMac-G4 versione Quicksilver, dei mostri di potenza (ai tempi il PPC-G4 era ancora superiore al Pentium IV, nonostante il clock sensibilmente più basso) che vennero adottati da chi si dedicava al video digitale. Per la serie "non siamo mai contenti", quando furono presentate queste macchine ci si lamentò del fatto che Apple trascurava la (sempre più numerosa) fascia consumer per guardare solo ai (pochi) professionisti: lamentele opposte a quelle che vengono mosse oggi.
Polemiche a parte, non ho ancora detto che questo nuovo hardware fu presentato in occasione del MacWorld Expo di New York, evento nel corso del quale venne presentato Mac OS X 10.1, ed evento in cui Jobs riuscì a trascinare sul palco tutte la maggiori software house (da Adobe a Microsoft, passando per Quark, FileMaker, Connectix, IBM, ecc...) come a dimostrare che nessuno avrebbe abbandonato la piattaforma Mac e il nuovo sistema operativo basato su *nix.
Per concludere la panoramica dell'estate di dieci anni fa, tre notizie che fanno un po' il pari con quello che sta succedendo ultimamente: la prima è il passaggio di Palm alla tecnologia ARM (peccato che gli abbia portato bene); la seconda riguarda un momento di debolezza di Nokia, che anche dieci anni fa soffriva la concorrenza di Motorola e Ericsson (forse un po' meno di come sta succedendo ora); la terza riguarda Cisco, che già 10 anni fa intuì l'importanza delle telefonate VoIP.
martedì 31 maggio 2011
[10 anni fa] Vedo, prevedo e stravedo...
Oltre all'apertura degli Apple Store, a cui ho già accennato in occasione dell'anniversario vero e proprio, nel maggio di 10 anni fa il mondo videoludico si preparava all'ingresso sul mercato della prima console Microsoft, la Xbox, e i concorrenti (Sony e Nintendo) affilavano le armi per cercare di non rendere la vita troppo facile a quello che si rivelerà un ottimo concorrente, soprattutto con l'avvento della Xbox 360 che arriverà 5 anni più tardi. Se la prima Xbox utilizzava un modesto Celeron, per la Xbox 360 Microsoft decise di rivolgersi ad IBM, scegliendo un PowerPC Xenon e proprio parlando di PowerPC, tornando al mese di maggio del 2001, Motorola presentava un nuovo modello di G4 a basso consumo, mentre si iniziava a parlare dei G5 (processori che sarebbero stati prodotti solo da IBM).
Processori a parte, nel corso della WWDC (che quell'anno si tenne a maggio) Apple presentò Mac OS X Server e annunciò l'intenzione di preinstallare da subito Mac OS X su tutte nuove macchine, anche se in dual boot con il "classico" Mac OS 9.1. Si trattava di un'evidente forzatura sui tempi, ma Apple aveva ormai deciso la propria strada e la direzione, volenti o nolenti, era quella. Già da allora era poi evidente che l'interesse degli utenti si stava spostando velocemente verso il settore delle macchine portatili: Apple era tornata in attivo grazie al PowerBook Titanium, macchina professionale, lussuosa e costosa... non ci volle molto tempo per cavalcare l'onda, tant'è che anche i nuovi iBook abbandonarono l'aria giocosa del "caramellone" colorato e diventando macchine più seriose, seppur caratterizzate dal colore bianco, che 10 anni fa era sicuramente inusuale. Stessa sorte toccherà l'anno successivo anche agli iMac, che nel 2002 abbandoneranno la livrea colorata per una veste bianca e uno schermo LCD: il famoso "lampadone".
Mentre Apple si apprestava a seguire una strada ben precisa cercando di indovinare quale sarebbe stato il futuro dell'informatica, altri facevano previsioni più o meno azzeccate: è il caso di HP, che prevedeva il successo di Linux anche in ambito desktop; oggi, a dieci anni di distanza, possiamo dire che sicuramente di passi in avanti ne sono stati fatti (basti pensare a Ubuntu o ad Android, che utilizza un kernel Linux) ma non mancano nemmeno i passi all'indietro, e se è vero che Linux ha spopolato in ambito server, è altrettanto vero che in ambito consumer stenta a decollare, sebbene non manchino progetti open-source di successo, come Firefox o Gimp.
Anche Bill Gates nel maggio del 2001 rilasciò alcune dichiarazioni sui futuri sviluppi dell'informatica, prevedendo (giustamente) che internet l'avrebbe fatta da padrona, anche se mancò parzialmente il bersaglio parlando del mercato del software, forse perché non ebbe la lungimiranza di Apple di "inventarsi" un App Store...
Parlando sempre di Microsoft, in quel periodo gli utenti Windows si trovavano a dover fronteggiare la bufala di sulfnbk.exe, innocuo file di sistema spacciato come virus da una "seducente" catena di S.Antonio (quelle cose che bisognerebbe sempre evitare) la cui rimozione causò non pochi danni.
Infine, restando in tema di virus, uno dei temi caldi di 10 anni fa era Echelon, il sistema anglo-americano di sorveglianza e spiaggio "totale". Ovviamenente appena si ebbero indizi sicuri della sua esistenza, la cosa non fu vista di buon occhio, tanto che si pensò ad un virus in grando di intasarlo e mettelro fuori uso.
Processori a parte, nel corso della WWDC (che quell'anno si tenne a maggio) Apple presentò Mac OS X Server e annunciò l'intenzione di preinstallare da subito Mac OS X su tutte nuove macchine, anche se in dual boot con il "classico" Mac OS 9.1. Si trattava di un'evidente forzatura sui tempi, ma Apple aveva ormai deciso la propria strada e la direzione, volenti o nolenti, era quella. Già da allora era poi evidente che l'interesse degli utenti si stava spostando velocemente verso il settore delle macchine portatili: Apple era tornata in attivo grazie al PowerBook Titanium, macchina professionale, lussuosa e costosa... non ci volle molto tempo per cavalcare l'onda, tant'è che anche i nuovi iBook abbandonarono l'aria giocosa del "caramellone" colorato e diventando macchine più seriose, seppur caratterizzate dal colore bianco, che 10 anni fa era sicuramente inusuale. Stessa sorte toccherà l'anno successivo anche agli iMac, che nel 2002 abbandoneranno la livrea colorata per una veste bianca e uno schermo LCD: il famoso "lampadone".
Mentre Apple si apprestava a seguire una strada ben precisa cercando di indovinare quale sarebbe stato il futuro dell'informatica, altri facevano previsioni più o meno azzeccate: è il caso di HP, che prevedeva il successo di Linux anche in ambito desktop; oggi, a dieci anni di distanza, possiamo dire che sicuramente di passi in avanti ne sono stati fatti (basti pensare a Ubuntu o ad Android, che utilizza un kernel Linux) ma non mancano nemmeno i passi all'indietro, e se è vero che Linux ha spopolato in ambito server, è altrettanto vero che in ambito consumer stenta a decollare, sebbene non manchino progetti open-source di successo, come Firefox o Gimp.
Anche Bill Gates nel maggio del 2001 rilasciò alcune dichiarazioni sui futuri sviluppi dell'informatica, prevedendo (giustamente) che internet l'avrebbe fatta da padrona, anche se mancò parzialmente il bersaglio parlando del mercato del software, forse perché non ebbe la lungimiranza di Apple di "inventarsi" un App Store...
Parlando sempre di Microsoft, in quel periodo gli utenti Windows si trovavano a dover fronteggiare la bufala di sulfnbk.exe, innocuo file di sistema spacciato come virus da una "seducente" catena di S.Antonio (quelle cose che bisognerebbe sempre evitare) la cui rimozione causò non pochi danni.
Infine, restando in tema di virus, uno dei temi caldi di 10 anni fa era Echelon, il sistema anglo-americano di sorveglianza e spiaggio "totale". Ovviamenente appena si ebbero indizi sicuri della sua esistenza, la cosa non fu vista di buon occhio, tanto che si pensò ad un virus in grando di intasarlo e mettelro fuori uso.
giovedì 24 marzo 2011
Apple, 10 anni di Mac OS X
Una puntata un po' speciale quella dell'angolo odierno di 10 anni fa... una puntata un po' speciale perché 10 anni fa veniva rilasciato Mac OS X 10.0...
Ripropongo anche qui l'articolo pubblicato stamane su Punto-Informatico:
Dopo il racconto della storia di Apple in occasione dei 20 anni di Macintosh, e la successiva cronistoria di Mac OS, quest'anno vorrei porre l'attenzione su Mac OS X, visto che il 24 marzo di 10 anni fa veniva rilasciata la prima versione di questo sistema operativo.
A dire il vero già l'anno precedente Apple aveva rilasciato una "public beta" di Mac OS X, in parte per mantenere l'impegno di rilasciare il nuovo sistema nell'anno 2000, e in parte per sondare le impressioni degli utenti che avrebbe dovuto traghettare verso un cambio radicale di abitudini. Inoltre dieci anni fa Apple stava iniziando la ripresa, e Microsoft si apprestava a lanciare uno dei sistemi operativi di maggiore successo commerciale: Windows XP. Lo scontro era inevitabile, per cui Apple doveva dimostrare di arrivare "prima" di Redmond nella corsa all'innovazione e Mac OS X rappresentava un passo importante di questa sfida perenne. Soprattutto perché negli anni precedenti aveva perso terreno, investendo risorse in progetti che non vennero mai portati a termine: il fantomatico progetto Copland.
Mac OS X è fondamentalmente costituito da Darwin (sistema che Apple ha realizzato partendo da un Microkernel Mach e da FreeBSD) e da Aqua, l'interfaccia grafica del sistema operativo. L'architettura nasce in NeXT (l'azienda fondata da Jobs dopo la sua dipartita da Apple nel 1985, che confluì poi nella casa della Mela quando lo stesso Jobs vi rientrò nel 1996), e il progetto iniziale, dal nome in codice Rhapsody, poteva girare sia su PowerPC che su Intel. Sopra il kernel FreeBSD/Mach di cui abbiamo già parlato avrebbero trovato posto una Yellow Box per far girare applicazioni native basate sulle librerie OpenStep (di derivazione NeXTSTEP), una Blue Box per far girare le applicazioni Mac OS (nel caso di hardware PowerPC) e una Red Box, mai confermata da parte di Apple, dove far girare le applicazioni Windows (nel caso di hardware Intel).
Questa concezione non incontrò il parere favorevole degli sviluppatori, quindi Apple decise di introdurre delle modifiche radicali nella struttura del nuovo sistema, così da andare incontro alle esigenze di chi avrebbe poi dovuto creare il software: a fianco della Yellow Box (divenuta Cocoa) e la Blue Box (l'ambiente classic sparito col passaggio ad Intel), Apple sviluppò una serie di librerie denominate Carbon, che avrebbero fatto da ponte tra il vecchio sistema e il nuovo: un'applicazione sviluppata appoggiandosi su queste librerie poteva girare nativamente sia in Mac OS 9, che in Mac OS X. Inoltre vennero aggiunte una serie di servizi per le applicazioni e tecnologie derivate dal vecchio sistema: QuickTime, ColorSync, motori per il PDF (Quartz), OpenGL ecc. A cappello di tutto ciò una nuova interfaccia grafica: AQUA.
A cinque anni dal rientro di Jobs, Apple sfornò quindi un sistema operativo che segnava un nuovo punto di partenza per la società della mela morsicata e oggi, a 10 anni di distanza, possiamo intravedere i segni di un ulteriore passo verso una nuova concezione del sistema.
Ma procediamo con ordine.
La prima versione di Mac OS X (nome in codice Cheetah) divise da subito gli utenti tra chi era entusiasta della nuova architettura del sistema, e chi non poteva fare a meno di evidenziarne i difetti, soprattutto quando c'erano di mezzo applicazioni professionali (che se non erano ancora state riscritte in Carbon dovevano girare in un Mac OS Classic "simulato"), o la gestione di hardware non ancora supportato dal nuovo sistema. Tra le lacune più grandi: l'impossibilità di masterizzare, l'assenza di un DVD player, e la lentezza della nuova interfaccia, che era ancora ben lontana dall'essere ottimizzata. Non mancano poi alcune differenze rispetto al precedente sistema che fanno storcere il naso a molti utenti: dal cestino che è stato spostato nel dock (altra novità dell'interfaccia), al menù Mela che ha perso tutte le precedenti possibilità di personalizzazione (menù Mela che nella versione beta non era nemmeno presente).
Nonostante tutto Mac OS X si fa apprezzare, e chi non necessita di soddisfare particolari esigenze professionali può tranquillamente iniziare ad utilizzarlo come sistema principale: anche perché l'ambiente Classic è sempre pronto, e all'occorrenza è possibile riavviare la macchina col vecchio sistema. In ogni caso non passa molto tempo prima che Apple rilasci la versione 10.1, nome in codice Puma: a settembre dello stesso anno, chi ha comprato la prima versione di Mac OS X può accedere gratuitamente al primo major update, che colma le principali mancanze della prima versione (da molti considerata poco più che una beta) e porta anche un sensibile incremento della velocità.
Fatto il primo passo, cioè la creazione di un sistema di base sufficientemente affidabile, la strada intrapresa da Apple diventa quella di aggiungere nuove funzioni a Mac OS X. L'ottimizzazione spinta arriverà molto più avanti, con Snow Leopard, anche perché di mezzo c'è stato un cambiamento non da poco: il passaggio da Power PC all'architettura Intel. Apple, di questi tempi, aveva già (segretamente) in cantiere una versione di Mac OS X in grado di girare su macchine x86, anche perché Darwin (il cuore di Mac OS X) era per sua natura multipiattaforma. In ogni caso l'anno successivo arrivò Jaguar, Mac OS X 10.2, la prima versione giudicata realmente utilizzabile dalla maggior parte degli utenti, anche perché nel frattempo il software riscritto per girare nativamente in Mac OS X cominciava a diventare numeroso.
La novità principale di Jaguar era la riscrittura dell'engine grafico: Quartz diventa Quartz Extreme ed è in grado di sfruttare l'accelerazione hardware delle schede grafiche più recenti anche per la gestione dell'interfaccia. Tra le altre novità di questa release possiamo ricordare Rendezvous (chiamato poi Bonjour per problemi di copyright), ovvero l'implementazione Apple del protocollo Zeroconf, iChat, la Rubrica Indirizzi, e migliorie varie nel sistema, tra cui Sherlock 3, il motore di ricerca plurivalente (cercava sia nel sistema locale, che sul web in relazione ai plugin installabili) che verrà successivamente rimpiazzato da Spotlight. Jaguar introduce anche il supporto a IPv6, il motore di stampa CUPS, e un client VPN.
Con un cadenza invidiabile, anche nell'ottobre del 2003 Apple introduce una major release di Mac OS X: è la volta di Panther, una versione che introduce un numero elevato di nuove funzioni, accompagnate da una discreta ottimizzazione, connubio che rende Mac OS X 10.3 la scelta ideale anche per le macchine più vecchie con processore G3 (a patto di avere una buona quantità di RAM). Panther è anche l'ultima versione di Mac OS X installabile sull'iMac originale, macchina che idealmente ha segnato l'inizio della rinascita di Apple, ma grazie a qualche trucchetto della comunità open source si può abilitare anche l'installazione della release successiva.
Mac OS X 10.3 portava sui computer della Mela il supporto nativo a X11, il cambio utente rapido, la videoconferenza su iChat, ed Exposé, un tool per accedere velocemente a tutte le finestre aperte nel sistema. La novità più grossa di Panther fu però Xcode, l'ambiente di sviluppo basato su GCC che insieme all'Interface Builder ha permesso di realizzare applicazioni sviluppate in C, C++, Objective C/C++, sia per Mac che (da qualche anno a questa parte) per iPhone e iPad.
Con Mac OS X 10.4, meglio conosciuto come Tiger, i tempi di aggiornamento tra le varie release cominciano ad allungarsi: siamo infatti a fine aprile del 2005 quando il nuovo sistema viene messo in vendita, ma il ritardo è comprensibile se si pensa che Tiger sarà la prima versione di Mac OS X a girare sulla nuova generazione di Mac basati su architettura Intel (l'annuncio avvenne qualche mese più tardi, nel corso della WWDC del 2005, e i primi Macintel arrivarono a gennaio dell'anno successivo).
Una nuova versione di Xcode permette di compilare direttamente il software per entrambe le architetture, ma con i software più "pesanti" il passaggio non è così semplice: per consentire agli utenti di utilizzare il software PowerPC anche sulle macchine Intel, Apple sviluppa Rosetta, un emulatore software che tramite una ricompilazione dinamica del codice consente una compatibilità quasi totale di tutte le applicazioni PPC. La versione x86 di Tiger non fu mai disponibile alla vendita, in quanto chi comprava un Macintel aveva già il sistema in dotazione con la macchina. Al di là di questo, Tiger introdusse una serie non indifferente di novità che spaziano dal supporto alle applicazioni a 64 bit, alla codifica video H.264, passando per Core Image, un sottosistema grafico in grado di sfruttare la scheda video per l'elaborazione in tempo reale degli effetti, alleggerendo il carico del processore principale.
Tiger è però ricordato per l'arrivo di Spotlight, il motore di ricerca per i contenuti su disco che sfruttando metadati e parole chiave, e appoggiandosi ad un database creato ad-hoc a seguito dell'installazione del sistema, restituisce in tempo reale tutto quanto ricercato: documenti, calendari, contatti, mail, file multimediali, applicazioni. La sua velocità permette anche di implementare le cosiddette "Smart Folder", ovvero delle cartelle intelligenti il cui contenuto viene aggiornato automaticamente in base ai criteri definiti dell'utente. Tra le novità che non hanno riscosso troppo successo c'è invece Dashboard, il layer semitrasparente del desktop pensato per far girare widget realizzati in HTML, CSS e Javascript: idea dal potenziale interessante ma a mio avviso poco utile, visto che è relegata ad un livello a sé stante e per certi versi "separato" dal resto del sistema.
Dopo un periodo di assestamento sulla nuova architettura, nell'ottobre del 2007 arriva Leopard, ed Apple comincia a tagliare i processori più vecchi: Mac OS X 10.5 è installabile solo su macchine con PowerPC G4 e G5 (oltre, ovviamente ai nuovi Mac con processore Intel), mentre viene tagliata la compatibilità con i G3, macchine la cui produzione era comunque terminata nel 2003. A segnare ulteriormente il cambio di architettura, con l'arrivo di Leopard Apple elimina l'ambiente Classic, con conseguente malcontento di chi utilizzava ancora vecchie applicazioni (molto vecchie).
Si tratta di uno degli aggiornamenti più corposi del sistema, quantomeno come funzionalità visibili all'utente: tra i più noti possiamo ricordare Cover Flow (per sfogliare i file), Quick Look (per visualizzare direttamente da sistema i documenti delle applicazioni più comuni), Spaces (i desktop virtuali), Time Machine (backup incrementale che permette di recuperare singoli file ai diversi stati di modifica, "simulando" un viaggio a ritroso nel tempo) e Boot Camp, ovvero una funzione che permette di creare una partizione dove installare Windows e farlo girare in modo nativo sui Mac con processore Intel (Boot Camp era disponibile in versione beta dal 2006, ma fu ufficialmente incluso in Mac OS X solo con l'arrivo di Leopard).
A livello più tecnico, Mac OS X 10.5 affianca a Core Image, Core Video e Core audio, il nuovo Core Animation, un framework per creare animazioni nelle interfacce (sfruttato dalla stessa Apple per Time Machine); ma soprattutto, Leopard è la prima versione di Mac OS X ad ottenere la certificazione allo standard UNIX 03, con conformità alle specifiche SUSv3 e POSIX 1003.1.
Sempre nel 2007, da una costola di Mac OS X nasce iOS (ai tempi iPhone OS), il sistema operativo che equipaggia iPhone, iPod Touch, e iPad e che influenzerà alcuni elementi dell'interfaccia del futuro Mac OS X 10.7, Lion: ma questa è un'altra storia.
Nel mese di agosto del 2009 Apple rilascia Mac OS X 10.6, Snow Leopard, l'attuale versione del sistema operativo. Snow Leopard taglia completamente i ponti col passato in quanto è installabile solo su Mac con processore Intel, e questa semplificazione consente ad Apple di realizzare un sistema molto più leggero ed ottimizzato. Sotto una carrozzeria che sembra identica alla precedente, si nasconde un sistema più agile e tre novità di tutto rispetto: un kernel a 64 bit (anche se su molte macchine si avvia di default a 32 bit), Open CL (una tecnologia che permette di sfruttare la potenza di elaborazione delle GPU anche per compiti che esulano dalla grafica) e Grand Central Dispatch (una tecnologia che mira ad ottimizzare l'esecuzione del software sulle macchine multicore). Snow Leopard rende opzionale l'installazione di Rosetta, segno che ogni retaggio del vecchio codice PPC dev'essere abbandonato: Rosetta non sarà più presente nella prossima major release.
Volendo dare una sbirciatina al futuro dovremmo parlare di Lion, ovvero Mac OS X 10.7, presentato lo scorso ottobre in occasione del lancio dei nuovi Mac Book Air e previsto in uscita per questa estate. Senza scendere troppo nei dettagli, la versione beta distribuita agli sviluppatori un mese fa ha evidenziato ciò che già era stato annunciato, ovvero che l'interfaccia mutuerà molte delle caratteristiche di iOS.
Le novità però non si fermano qui: Mac OS X è un sistema molto dinamico che in 10 anni ha dimostrato di sapersi evolvere e trasformare, emulando vecchi sistemi, aggiungendo funzionalità, passando per un cambio di architettura, fornendo lo spunto per nuove tecnologie, facendo nascere nuovi sistemi (iOS), e prendendo il meglio di ciò che gli sta intorno. Certo, non è un sistema perfetto, e credo che ogni utente Mac abbia le sue lamentele e le sue richieste per le release successive, ma mi piace pensare che continuerà a migliorare finché Apple non deciderà che sarà tempo di una nuova svolta: allora, invece di Mac OS X, avremo un nuovo sistema, con una nuova concezione del desktop e probabilmente un nuovo nome.
Ripropongo anche qui l'articolo pubblicato stamane su Punto-Informatico:
Dopo il racconto della storia di Apple in occasione dei 20 anni di Macintosh, e la successiva cronistoria di Mac OS, quest'anno vorrei porre l'attenzione su Mac OS X, visto che il 24 marzo di 10 anni fa veniva rilasciata la prima versione di questo sistema operativo.
A dire il vero già l'anno precedente Apple aveva rilasciato una "public beta" di Mac OS X, in parte per mantenere l'impegno di rilasciare il nuovo sistema nell'anno 2000, e in parte per sondare le impressioni degli utenti che avrebbe dovuto traghettare verso un cambio radicale di abitudini. Inoltre dieci anni fa Apple stava iniziando la ripresa, e Microsoft si apprestava a lanciare uno dei sistemi operativi di maggiore successo commerciale: Windows XP. Lo scontro era inevitabile, per cui Apple doveva dimostrare di arrivare "prima" di Redmond nella corsa all'innovazione e Mac OS X rappresentava un passo importante di questa sfida perenne. Soprattutto perché negli anni precedenti aveva perso terreno, investendo risorse in progetti che non vennero mai portati a termine: il fantomatico progetto Copland.
Mac OS X è fondamentalmente costituito da Darwin (sistema che Apple ha realizzato partendo da un Microkernel Mach e da FreeBSD) e da Aqua, l'interfaccia grafica del sistema operativo. L'architettura nasce in NeXT (l'azienda fondata da Jobs dopo la sua dipartita da Apple nel 1985, che confluì poi nella casa della Mela quando lo stesso Jobs vi rientrò nel 1996), e il progetto iniziale, dal nome in codice Rhapsody, poteva girare sia su PowerPC che su Intel. Sopra il kernel FreeBSD/Mach di cui abbiamo già parlato avrebbero trovato posto una Yellow Box per far girare applicazioni native basate sulle librerie OpenStep (di derivazione NeXTSTEP), una Blue Box per far girare le applicazioni Mac OS (nel caso di hardware PowerPC) e una Red Box, mai confermata da parte di Apple, dove far girare le applicazioni Windows (nel caso di hardware Intel).
Questa concezione non incontrò il parere favorevole degli sviluppatori, quindi Apple decise di introdurre delle modifiche radicali nella struttura del nuovo sistema, così da andare incontro alle esigenze di chi avrebbe poi dovuto creare il software: a fianco della Yellow Box (divenuta Cocoa) e la Blue Box (l'ambiente classic sparito col passaggio ad Intel), Apple sviluppò una serie di librerie denominate Carbon, che avrebbero fatto da ponte tra il vecchio sistema e il nuovo: un'applicazione sviluppata appoggiandosi su queste librerie poteva girare nativamente sia in Mac OS 9, che in Mac OS X. Inoltre vennero aggiunte una serie di servizi per le applicazioni e tecnologie derivate dal vecchio sistema: QuickTime, ColorSync, motori per il PDF (Quartz), OpenGL ecc. A cappello di tutto ciò una nuova interfaccia grafica: AQUA.
A cinque anni dal rientro di Jobs, Apple sfornò quindi un sistema operativo che segnava un nuovo punto di partenza per la società della mela morsicata e oggi, a 10 anni di distanza, possiamo intravedere i segni di un ulteriore passo verso una nuova concezione del sistema.
Ma procediamo con ordine.
La prima versione di Mac OS X (nome in codice Cheetah) divise da subito gli utenti tra chi era entusiasta della nuova architettura del sistema, e chi non poteva fare a meno di evidenziarne i difetti, soprattutto quando c'erano di mezzo applicazioni professionali (che se non erano ancora state riscritte in Carbon dovevano girare in un Mac OS Classic "simulato"), o la gestione di hardware non ancora supportato dal nuovo sistema. Tra le lacune più grandi: l'impossibilità di masterizzare, l'assenza di un DVD player, e la lentezza della nuova interfaccia, che era ancora ben lontana dall'essere ottimizzata. Non mancano poi alcune differenze rispetto al precedente sistema che fanno storcere il naso a molti utenti: dal cestino che è stato spostato nel dock (altra novità dell'interfaccia), al menù Mela che ha perso tutte le precedenti possibilità di personalizzazione (menù Mela che nella versione beta non era nemmeno presente).
Nonostante tutto Mac OS X si fa apprezzare, e chi non necessita di soddisfare particolari esigenze professionali può tranquillamente iniziare ad utilizzarlo come sistema principale: anche perché l'ambiente Classic è sempre pronto, e all'occorrenza è possibile riavviare la macchina col vecchio sistema. In ogni caso non passa molto tempo prima che Apple rilasci la versione 10.1, nome in codice Puma: a settembre dello stesso anno, chi ha comprato la prima versione di Mac OS X può accedere gratuitamente al primo major update, che colma le principali mancanze della prima versione (da molti considerata poco più che una beta) e porta anche un sensibile incremento della velocità.
Fatto il primo passo, cioè la creazione di un sistema di base sufficientemente affidabile, la strada intrapresa da Apple diventa quella di aggiungere nuove funzioni a Mac OS X. L'ottimizzazione spinta arriverà molto più avanti, con Snow Leopard, anche perché di mezzo c'è stato un cambiamento non da poco: il passaggio da Power PC all'architettura Intel. Apple, di questi tempi, aveva già (segretamente) in cantiere una versione di Mac OS X in grado di girare su macchine x86, anche perché Darwin (il cuore di Mac OS X) era per sua natura multipiattaforma. In ogni caso l'anno successivo arrivò Jaguar, Mac OS X 10.2, la prima versione giudicata realmente utilizzabile dalla maggior parte degli utenti, anche perché nel frattempo il software riscritto per girare nativamente in Mac OS X cominciava a diventare numeroso.
La novità principale di Jaguar era la riscrittura dell'engine grafico: Quartz diventa Quartz Extreme ed è in grado di sfruttare l'accelerazione hardware delle schede grafiche più recenti anche per la gestione dell'interfaccia. Tra le altre novità di questa release possiamo ricordare Rendezvous (chiamato poi Bonjour per problemi di copyright), ovvero l'implementazione Apple del protocollo Zeroconf, iChat, la Rubrica Indirizzi, e migliorie varie nel sistema, tra cui Sherlock 3, il motore di ricerca plurivalente (cercava sia nel sistema locale, che sul web in relazione ai plugin installabili) che verrà successivamente rimpiazzato da Spotlight. Jaguar introduce anche il supporto a IPv6, il motore di stampa CUPS, e un client VPN.
Con un cadenza invidiabile, anche nell'ottobre del 2003 Apple introduce una major release di Mac OS X: è la volta di Panther, una versione che introduce un numero elevato di nuove funzioni, accompagnate da una discreta ottimizzazione, connubio che rende Mac OS X 10.3 la scelta ideale anche per le macchine più vecchie con processore G3 (a patto di avere una buona quantità di RAM). Panther è anche l'ultima versione di Mac OS X installabile sull'iMac originale, macchina che idealmente ha segnato l'inizio della rinascita di Apple, ma grazie a qualche trucchetto della comunità open source si può abilitare anche l'installazione della release successiva.
Mac OS X 10.3 portava sui computer della Mela il supporto nativo a X11, il cambio utente rapido, la videoconferenza su iChat, ed Exposé, un tool per accedere velocemente a tutte le finestre aperte nel sistema. La novità più grossa di Panther fu però Xcode, l'ambiente di sviluppo basato su GCC che insieme all'Interface Builder ha permesso di realizzare applicazioni sviluppate in C, C++, Objective C/C++, sia per Mac che (da qualche anno a questa parte) per iPhone e iPad.
Con Mac OS X 10.4, meglio conosciuto come Tiger, i tempi di aggiornamento tra le varie release cominciano ad allungarsi: siamo infatti a fine aprile del 2005 quando il nuovo sistema viene messo in vendita, ma il ritardo è comprensibile se si pensa che Tiger sarà la prima versione di Mac OS X a girare sulla nuova generazione di Mac basati su architettura Intel (l'annuncio avvenne qualche mese più tardi, nel corso della WWDC del 2005, e i primi Macintel arrivarono a gennaio dell'anno successivo).
Una nuova versione di Xcode permette di compilare direttamente il software per entrambe le architetture, ma con i software più "pesanti" il passaggio non è così semplice: per consentire agli utenti di utilizzare il software PowerPC anche sulle macchine Intel, Apple sviluppa Rosetta, un emulatore software che tramite una ricompilazione dinamica del codice consente una compatibilità quasi totale di tutte le applicazioni PPC. La versione x86 di Tiger non fu mai disponibile alla vendita, in quanto chi comprava un Macintel aveva già il sistema in dotazione con la macchina. Al di là di questo, Tiger introdusse una serie non indifferente di novità che spaziano dal supporto alle applicazioni a 64 bit, alla codifica video H.264, passando per Core Image, un sottosistema grafico in grado di sfruttare la scheda video per l'elaborazione in tempo reale degli effetti, alleggerendo il carico del processore principale.
Tiger è però ricordato per l'arrivo di Spotlight, il motore di ricerca per i contenuti su disco che sfruttando metadati e parole chiave, e appoggiandosi ad un database creato ad-hoc a seguito dell'installazione del sistema, restituisce in tempo reale tutto quanto ricercato: documenti, calendari, contatti, mail, file multimediali, applicazioni. La sua velocità permette anche di implementare le cosiddette "Smart Folder", ovvero delle cartelle intelligenti il cui contenuto viene aggiornato automaticamente in base ai criteri definiti dell'utente. Tra le novità che non hanno riscosso troppo successo c'è invece Dashboard, il layer semitrasparente del desktop pensato per far girare widget realizzati in HTML, CSS e Javascript: idea dal potenziale interessante ma a mio avviso poco utile, visto che è relegata ad un livello a sé stante e per certi versi "separato" dal resto del sistema.
Dopo un periodo di assestamento sulla nuova architettura, nell'ottobre del 2007 arriva Leopard, ed Apple comincia a tagliare i processori più vecchi: Mac OS X 10.5 è installabile solo su macchine con PowerPC G4 e G5 (oltre, ovviamente ai nuovi Mac con processore Intel), mentre viene tagliata la compatibilità con i G3, macchine la cui produzione era comunque terminata nel 2003. A segnare ulteriormente il cambio di architettura, con l'arrivo di Leopard Apple elimina l'ambiente Classic, con conseguente malcontento di chi utilizzava ancora vecchie applicazioni (molto vecchie).
Si tratta di uno degli aggiornamenti più corposi del sistema, quantomeno come funzionalità visibili all'utente: tra i più noti possiamo ricordare Cover Flow (per sfogliare i file), Quick Look (per visualizzare direttamente da sistema i documenti delle applicazioni più comuni), Spaces (i desktop virtuali), Time Machine (backup incrementale che permette di recuperare singoli file ai diversi stati di modifica, "simulando" un viaggio a ritroso nel tempo) e Boot Camp, ovvero una funzione che permette di creare una partizione dove installare Windows e farlo girare in modo nativo sui Mac con processore Intel (Boot Camp era disponibile in versione beta dal 2006, ma fu ufficialmente incluso in Mac OS X solo con l'arrivo di Leopard).
A livello più tecnico, Mac OS X 10.5 affianca a Core Image, Core Video e Core audio, il nuovo Core Animation, un framework per creare animazioni nelle interfacce (sfruttato dalla stessa Apple per Time Machine); ma soprattutto, Leopard è la prima versione di Mac OS X ad ottenere la certificazione allo standard UNIX 03, con conformità alle specifiche SUSv3 e POSIX 1003.1.
Sempre nel 2007, da una costola di Mac OS X nasce iOS (ai tempi iPhone OS), il sistema operativo che equipaggia iPhone, iPod Touch, e iPad e che influenzerà alcuni elementi dell'interfaccia del futuro Mac OS X 10.7, Lion: ma questa è un'altra storia.
Nel mese di agosto del 2009 Apple rilascia Mac OS X 10.6, Snow Leopard, l'attuale versione del sistema operativo. Snow Leopard taglia completamente i ponti col passato in quanto è installabile solo su Mac con processore Intel, e questa semplificazione consente ad Apple di realizzare un sistema molto più leggero ed ottimizzato. Sotto una carrozzeria che sembra identica alla precedente, si nasconde un sistema più agile e tre novità di tutto rispetto: un kernel a 64 bit (anche se su molte macchine si avvia di default a 32 bit), Open CL (una tecnologia che permette di sfruttare la potenza di elaborazione delle GPU anche per compiti che esulano dalla grafica) e Grand Central Dispatch (una tecnologia che mira ad ottimizzare l'esecuzione del software sulle macchine multicore). Snow Leopard rende opzionale l'installazione di Rosetta, segno che ogni retaggio del vecchio codice PPC dev'essere abbandonato: Rosetta non sarà più presente nella prossima major release.
Volendo dare una sbirciatina al futuro dovremmo parlare di Lion, ovvero Mac OS X 10.7, presentato lo scorso ottobre in occasione del lancio dei nuovi Mac Book Air e previsto in uscita per questa estate. Senza scendere troppo nei dettagli, la versione beta distribuita agli sviluppatori un mese fa ha evidenziato ciò che già era stato annunciato, ovvero che l'interfaccia mutuerà molte delle caratteristiche di iOS.
Le novità però non si fermano qui: Mac OS X è un sistema molto dinamico che in 10 anni ha dimostrato di sapersi evolvere e trasformare, emulando vecchi sistemi, aggiungendo funzionalità, passando per un cambio di architettura, fornendo lo spunto per nuove tecnologie, facendo nascere nuovi sistemi (iOS), e prendendo il meglio di ciò che gli sta intorno. Certo, non è un sistema perfetto, e credo che ogni utente Mac abbia le sue lamentele e le sue richieste per le release successive, ma mi piace pensare che continuerà a migliorare finché Apple non deciderà che sarà tempo di una nuova svolta: allora, invece di Mac OS X, avremo un nuovo sistema, con una nuova concezione del desktop e probabilmente un nuovo nome.
lunedì 7 marzo 2011
[10 anni fa] Prime premonizioni
Un po' in ritardo arriva l'appuntamento di "10 anni fa" dedicato al mese di febbraio del 2001.
Il mese si apre subito con una cattiva notizia, ovvero la fine del Dreamcast, l'ultima sfortunata console Sega, che non ha saputo reggere alla concorrenza di Sony, Nintendo e l'ultima arrivata, la X-Box di Microsoft: Sega si concentrerà solo sul software.
Sul fronte delle "curiosità", Matsushita annunciava il rilascio di una tecnologia in grado di memorizzare ben 32MB su un semplice floppy da 1,44": l'avete mai vista all'opera? Io no, anzi, a quei tempi Apple aveva già abbandonato i floppy disk in maniera definitiva. Sony ha cessato la produzione di floppy quest'anno.
Proseguendo l'argomento con Apple, 10 anni fa esisteva ancora il MacWorld Expo di Tokio, e in quell'occasione vennero presentati gi iMac Power Flower, ovvero la peggior veste cromatica mai utilizzata per questa fortunata serie di macchine... stonatura per stonatura, in quell'occasione Jobs si presento al pubblico in giacca e cravatta, anziché vestire con i soliti jeans e maglia.
Sempre in quel periodo, iniziava la commercializzazione dei primi Mac dotati di Superdrive (presentati il mese precedente in occasione del MacWorld Expo di San Francisco, e affiancati da iDVD) mentre Apple abbassava i prezzi del Cube G4 cercando inutilmente di salvarlo da una brutta fine.
Le notizie più interessanti arrivavano però dal settore mobile: Flash Player faceva la sua comparsa su Pocket PC, da utilizzare a scopo ludico (funzione che riuscirà meglio a iOS, senza utilizzare Flash) ma soprattutto si iniziava a parlare di tablet, anzi di Web-Pad. Tralasciando il fatto che im quella circostanza nessuno si era messo a fare dello spirito sull'eventuale doppio significato di Pad (non mi stancherò mai di ripetere che certe cose vengono fatto solo e quando c'è di mezzo Apple), si trattava comunque dei primi tentativi di fare dei tablet che non fossero dei PC, ma dei terminali più semplici e destinati a compiti specifici, anche se forse un po' troppo limitati: probabilmente era ancora troppo presto per arrivare a quello che ci ritroviamo adesso tra le mani (che sia iPad, GalaxyTab, Xoom, o altro ancora)...
Il mese si apre subito con una cattiva notizia, ovvero la fine del Dreamcast, l'ultima sfortunata console Sega, che non ha saputo reggere alla concorrenza di Sony, Nintendo e l'ultima arrivata, la X-Box di Microsoft: Sega si concentrerà solo sul software.
Sul fronte delle "curiosità", Matsushita annunciava il rilascio di una tecnologia in grado di memorizzare ben 32MB su un semplice floppy da 1,44": l'avete mai vista all'opera? Io no, anzi, a quei tempi Apple aveva già abbandonato i floppy disk in maniera definitiva. Sony ha cessato la produzione di floppy quest'anno.
Proseguendo l'argomento con Apple, 10 anni fa esisteva ancora il MacWorld Expo di Tokio, e in quell'occasione vennero presentati gi iMac Power Flower, ovvero la peggior veste cromatica mai utilizzata per questa fortunata serie di macchine... stonatura per stonatura, in quell'occasione Jobs si presento al pubblico in giacca e cravatta, anziché vestire con i soliti jeans e maglia.
Sempre in quel periodo, iniziava la commercializzazione dei primi Mac dotati di Superdrive (presentati il mese precedente in occasione del MacWorld Expo di San Francisco, e affiancati da iDVD) mentre Apple abbassava i prezzi del Cube G4 cercando inutilmente di salvarlo da una brutta fine.
Le notizie più interessanti arrivavano però dal settore mobile: Flash Player faceva la sua comparsa su Pocket PC, da utilizzare a scopo ludico (funzione che riuscirà meglio a iOS, senza utilizzare Flash) ma soprattutto si iniziava a parlare di tablet, anzi di Web-Pad. Tralasciando il fatto che im quella circostanza nessuno si era messo a fare dello spirito sull'eventuale doppio significato di Pad (non mi stancherò mai di ripetere che certe cose vengono fatto solo e quando c'è di mezzo Apple), si trattava comunque dei primi tentativi di fare dei tablet che non fossero dei PC, ma dei terminali più semplici e destinati a compiti specifici, anche se forse un po' troppo limitati: probabilmente era ancora troppo presto per arrivare a quello che ci ritroviamo adesso tra le mani (che sia iPad, GalaxyTab, Xoom, o altro ancora)...
venerdì 14 gennaio 2011
[10 anni fa] A cavallo del nuovo millennio
Come i più attenti sanno, il nuovo millennio non iniziò al primo gennaio del 2000: in virtù del fatto che l'anno zero non esiste, in quel giorno iniziò il duemillesimo anno dalla nascita di Cristo, ovvero l'ultimo anno del secondo millennio; il terzo millennio iniziò quindi il primo gennaio del 2001, ed è del periodo a cavallo di questa data che andrò a parlare oggi.
I mesi che precedono il Natale, difficilmente lasciano spazio a novità di rilievo, ed era così anche 10 anni fa: in mancanza di news c'era chi pensava a microprocessori di plastica e chi ad un futuro quantistico dell'informatica (ancora oggi ben lontano), e in mezzo a tutte queste ipotesi fantasiose si cominciava a parlare di eBook e di display sottili e arrotolabili come la carta (altro mito ancora ben lontano dalle mani del grande pubblico, che si appresta solo ora a lanciarsi nel mondo dei tablet... tablet che erano già nei progetti di Microsoft ma che non hanno dato i frutti sperati nel decennio appena concluso)
Arrivando al gennaio del 2001 ci furono però almeno due notizie di rilievo. La prima (legata al mondo Apple e agli annunci dell'allora canonico MacWorld Expo di gennaio) è iTunes... applicazione che all'epoca poteva sembrare insignificante ma che è diventata il fulcro delle operazioni commerciali di maggior successo di Apple: in primis l'iPod, presentato nell'autunno dello stesso anno, poi l'iTunes Music Store, la vendita di video e film, Apple-TV (unico neo se parliamo di successi, anche se il nuovo modello msembra partito sotto i migliori auspici), l'iPhone e l'iPod Touch, le App (da cui la trasformazione in iTunes Store, senza "Music"), ed infine l'iPad... ma questa è storia recente... Tornando al MacWorld Expo del gennaio di 10 anni fa, possiamo ricordare che in quell'occasione vennero presentati anche iDVD (software che oggi, dopo 10 anni, sembra avviato al viale del tramonto) e il PowerBook G4, nome in codice "Titanium", antenato dei portatili dal case metallico e display widescreen ancora oggi presenti nel listino Apple, anche se dal titanio si è passati al monoblocco di alluminio (nell'attesa di vedere i primi prodotti realizzati con le leghe amorfe di Liquid Metal).
Accantonando per un attimo la casa della mela, è sicuramente d'obbligo ricordare la seconda, e ben più importante, novità di inizio 2001: la nascita di Wikipedia, l'enclipedia "libera" per definizione, sotto tutti i punti di vista. Ufficialmente Wikipedia nasce il 15 gennaio 2001, anche se il progetto del fondatore Jimmy "Jimbo" Wales prese il via nel marzo del 2000 con Nupedia. Tra le contestazioni di chi non la riteneva affidabile (in parte anche a ragione, almeno inizialmente, e almeno su certe voci) e i litigi interni tra ammministratori e revisori delle voci (il concetto di "libero" si presta ad abusi di chi redige le voci e si scontra col fatto che ci siano dei "revisori" sempre pronti a modificare le cose scritte da altri), Wikipedia è cresciuta, diventando sempre più completa e precisa, fuggendo dalla pubblicità grazie alle raccolte annuali di fondi, e conquistando una certa fama di affidabilità anche tra i cosiddetti "ambienti accademici". La forza di un progetto di questo tipo risiede nel fatto che tutti possono collaborare, ognuno con le proprie conoscenze, in ogni momento: questo significa raccogliere la conoscenza di decine (se non centinaia) di migliaia di persone, e avere a disposizione un documentazione sempre aggiornata (impossibile per un corrispettivo cartaceo, ma anche per le "vecchie" enciclopedie su DVD), e sottoposta alla revisione di persone più esperte (con tanto di collaborazioni accademiche/universitarie per gli argomenti più difficili). Da notare che, oltre alla pubblicità, su Wikipedia mancano (o quasi) anche contenuti multimediali: per diffondere la conoscenza non c'è niente di meglio della lettura di puro testo, eventualmente coadiuvato da immagini ove necessario... sicuramente ci sono però anche degli aspetti tecnico/economico, perché aggiungere contenuti multimediali significherebbe far crescere a dismisura lo spazio necessario per l'archiviazione e richiederebbe più banda per consentire agli utenti di accedere ai nuovi contenuti senza rallentamenti: in definitiva aumentare i costi di gestione... considerando che Wikipedia vive dei soli soldi delle donazioni, prima di fare un eventuale passo in questa direzione bisognerebbe pensarci molto bene.
I mesi che precedono il Natale, difficilmente lasciano spazio a novità di rilievo, ed era così anche 10 anni fa: in mancanza di news c'era chi pensava a microprocessori di plastica e chi ad un futuro quantistico dell'informatica (ancora oggi ben lontano), e in mezzo a tutte queste ipotesi fantasiose si cominciava a parlare di eBook e di display sottili e arrotolabili come la carta (altro mito ancora ben lontano dalle mani del grande pubblico, che si appresta solo ora a lanciarsi nel mondo dei tablet... tablet che erano già nei progetti di Microsoft ma che non hanno dato i frutti sperati nel decennio appena concluso)
Arrivando al gennaio del 2001 ci furono però almeno due notizie di rilievo. La prima (legata al mondo Apple e agli annunci dell'allora canonico MacWorld Expo di gennaio) è iTunes... applicazione che all'epoca poteva sembrare insignificante ma che è diventata il fulcro delle operazioni commerciali di maggior successo di Apple: in primis l'iPod, presentato nell'autunno dello stesso anno, poi l'iTunes Music Store, la vendita di video e film, Apple-TV (unico neo se parliamo di successi, anche se il nuovo modello msembra partito sotto i migliori auspici), l'iPhone e l'iPod Touch, le App (da cui la trasformazione in iTunes Store, senza "Music"), ed infine l'iPad... ma questa è storia recente... Tornando al MacWorld Expo del gennaio di 10 anni fa, possiamo ricordare che in quell'occasione vennero presentati anche iDVD (software che oggi, dopo 10 anni, sembra avviato al viale del tramonto) e il PowerBook G4, nome in codice "Titanium", antenato dei portatili dal case metallico e display widescreen ancora oggi presenti nel listino Apple, anche se dal titanio si è passati al monoblocco di alluminio (nell'attesa di vedere i primi prodotti realizzati con le leghe amorfe di Liquid Metal).
Accantonando per un attimo la casa della mela, è sicuramente d'obbligo ricordare la seconda, e ben più importante, novità di inizio 2001: la nascita di Wikipedia, l'enclipedia "libera" per definizione, sotto tutti i punti di vista. Ufficialmente Wikipedia nasce il 15 gennaio 2001, anche se il progetto del fondatore Jimmy "Jimbo" Wales prese il via nel marzo del 2000 con Nupedia. Tra le contestazioni di chi non la riteneva affidabile (in parte anche a ragione, almeno inizialmente, e almeno su certe voci) e i litigi interni tra ammministratori e revisori delle voci (il concetto di "libero" si presta ad abusi di chi redige le voci e si scontra col fatto che ci siano dei "revisori" sempre pronti a modificare le cose scritte da altri), Wikipedia è cresciuta, diventando sempre più completa e precisa, fuggendo dalla pubblicità grazie alle raccolte annuali di fondi, e conquistando una certa fama di affidabilità anche tra i cosiddetti "ambienti accademici". La forza di un progetto di questo tipo risiede nel fatto che tutti possono collaborare, ognuno con le proprie conoscenze, in ogni momento: questo significa raccogliere la conoscenza di decine (se non centinaia) di migliaia di persone, e avere a disposizione un documentazione sempre aggiornata (impossibile per un corrispettivo cartaceo, ma anche per le "vecchie" enciclopedie su DVD), e sottoposta alla revisione di persone più esperte (con tanto di collaborazioni accademiche/universitarie per gli argomenti più difficili). Da notare che, oltre alla pubblicità, su Wikipedia mancano (o quasi) anche contenuti multimediali: per diffondere la conoscenza non c'è niente di meglio della lettura di puro testo, eventualmente coadiuvato da immagini ove necessario... sicuramente ci sono però anche degli aspetti tecnico/economico, perché aggiungere contenuti multimediali significherebbe far crescere a dismisura lo spazio necessario per l'archiviazione e richiederebbe più banda per consentire agli utenti di accedere ai nuovi contenuti senza rallentamenti: in definitiva aumentare i costi di gestione... considerando che Wikipedia vive dei soli soldi delle donazioni, prima di fare un eventuale passo in questa direzione bisognerebbe pensarci molto bene.
martedì 14 settembre 2010
[10 anni fa] inizia la rivoluzione
Nel settembre del 2000, Sony si trovava a fronteggiare diversi problemi: da un lato quelli relativi alla produzione della Playstation 2, e quindi alla sua distribuzione (con tanto di rinvii sulle date di lancio europee e quantità esigue in vendita sui canai); dall'altro il comportamento "trasgressivo" degli Offsping, band sotto contratto con major giapponese, che tra i primi aveva intuito la potenzialità della distribuzione online della musica, ai tempi ancora osteggiata dalle case discografiche (anche perché, nello specifico, si parlava di download gratuito prima dell'uscita del CD, con tanto di lotteria premio da 1 milione di dollari tra chi lo scaricava).
Nel bel mezzo di tutto ciò, io mi preparavo ad assistere al mio primo (e finora unico) Apple Expo di Parigi. Anche se negli anni a venire Apple smise di partecipare attivamente alla manifestazione attribuendogli un'importanza sempre minore (tant'è che attualmente, da un paio d'anni, è stata cancellata), nel 2000 Jobs scelse proprio l'evento parigino per annunciare al pubblico il rilascio della public beta di Mac OS X (nome in codice "Kodiak"). Nonostante fosse "distribuita" al prezzo di 30 dollari (per l'esattezza, 29.95), e nonostante si trattasse di una beta (quindi un prodotto ancora in fase di debug, potenzialmente instabile, e con scadenza temporale), Kodiak ottenne un ottimo successo, probabilmente perché tutti gli utenti, dopo lunghi anni di attesa, volevano testare di persona cos'avesse combinato Apple e qual'era il loro futuro di utenti Macintosh.
Una curiosità: Kodiak è il nome dell'orso bruno dell'Alaska e la public beta di Mac OS X è l'unica versione a non avere il nome di un felino (a Kodiak seguirono infatti Cheetah, Puma, Jaguar, Panther, Tiger, Leopard, e l'attuale Snow Leopard).
Pur con tutti i suoi difetti, l'entusiamo fu tale che furono indette petizioni per chiedere ad Apple di rilasciare Mac OS X anche per processori Intel... pur considerando la fattibilità tecnica della cosa (viste le basi su cui poggiava il nuovo sistema di Apple), personalmente ho sempre pensato che questo non sarebbe mai accaduto, a meno che Apple non realizzasse lei stessa delle macchine Intel e Mac OS X girasse solo su quelle macchine (cosa che è effettivamente accaduta, al di là della vicenda Psystar e di tutti i cosiddetti "hakintosh"), perché Apple vuole manterene un forte legame tra hardware e software, sia per questioni techine di ottimizzazione del codice, che per questioni commerciali (chi vuole Mac OS X deve comprare un Mac...).
Mac OS X a parte, l'expo parigino vide anche l'arrivo di nuovi iBook con processori più veloci, nuovi colori, e porta firewire: iMovie poteva ora girare anche sul piccolo portatile Apple... e ora che le videocamere HD registrano i filmati su memorie allo stato solido, senza necessità di trasferimenti in tempo reale da nastro, la firewire è di nuovo sparita dai MacBook (scelta a mio avviso errata perché la firewire può avere molti altri utilizzi)
Un'ultima cosa: il settembre del 2000 fu il mese in cui scoppiò la bolla filanziaria del mercato tecnologico, e tutti i titoli del settore subirono un brusco arresto: qualcuno collò definitivamente, altri riuscirono a superare il periodo con danni più o meno consistenti. Il titolo AAPL (senza alcun motivo reale) perse oltre il 50% del proprio valore, e ci vollero 4 anni prima che riuscisse a riprendere il valore precedente al crollo.
Nel bel mezzo di tutto ciò, io mi preparavo ad assistere al mio primo (e finora unico) Apple Expo di Parigi. Anche se negli anni a venire Apple smise di partecipare attivamente alla manifestazione attribuendogli un'importanza sempre minore (tant'è che attualmente, da un paio d'anni, è stata cancellata), nel 2000 Jobs scelse proprio l'evento parigino per annunciare al pubblico il rilascio della public beta di Mac OS X (nome in codice "Kodiak"). Nonostante fosse "distribuita" al prezzo di 30 dollari (per l'esattezza, 29.95), e nonostante si trattasse di una beta (quindi un prodotto ancora in fase di debug, potenzialmente instabile, e con scadenza temporale), Kodiak ottenne un ottimo successo, probabilmente perché tutti gli utenti, dopo lunghi anni di attesa, volevano testare di persona cos'avesse combinato Apple e qual'era il loro futuro di utenti Macintosh.
Una curiosità: Kodiak è il nome dell'orso bruno dell'Alaska e la public beta di Mac OS X è l'unica versione a non avere il nome di un felino (a Kodiak seguirono infatti Cheetah, Puma, Jaguar, Panther, Tiger, Leopard, e l'attuale Snow Leopard).
Pur con tutti i suoi difetti, l'entusiamo fu tale che furono indette petizioni per chiedere ad Apple di rilasciare Mac OS X anche per processori Intel... pur considerando la fattibilità tecnica della cosa (viste le basi su cui poggiava il nuovo sistema di Apple), personalmente ho sempre pensato che questo non sarebbe mai accaduto, a meno che Apple non realizzasse lei stessa delle macchine Intel e Mac OS X girasse solo su quelle macchine (cosa che è effettivamente accaduta, al di là della vicenda Psystar e di tutti i cosiddetti "hakintosh"), perché Apple vuole manterene un forte legame tra hardware e software, sia per questioni techine di ottimizzazione del codice, che per questioni commerciali (chi vuole Mac OS X deve comprare un Mac...).
Mac OS X a parte, l'expo parigino vide anche l'arrivo di nuovi iBook con processori più veloci, nuovi colori, e porta firewire: iMovie poteva ora girare anche sul piccolo portatile Apple... e ora che le videocamere HD registrano i filmati su memorie allo stato solido, senza necessità di trasferimenti in tempo reale da nastro, la firewire è di nuovo sparita dai MacBook (scelta a mio avviso errata perché la firewire può avere molti altri utilizzi)
Un'ultima cosa: il settembre del 2000 fu il mese in cui scoppiò la bolla filanziaria del mercato tecnologico, e tutti i titoli del settore subirono un brusco arresto: qualcuno collò definitivamente, altri riuscirono a superare il periodo con danni più o meno consistenti. Il titolo AAPL (senza alcun motivo reale) perse oltre il 50% del proprio valore, e ci vollero 4 anni prima che riuscisse a riprendere il valore precedente al crollo.
martedì 10 agosto 2010
[10 anni fa] Chi l'ha detto che ad agosto sono tutti in vacanza?
Per noi italiani, il mese di Agosto è il mese per eccellenza delle ferie, anche se personalmente cerco di farle sempre prima o dopo (e fortunatamente mi riesce quasi sempre di andare in vacanza nei mesi di giugno/luglio). Negli altri paesi del mondo non è detto che valgano le medesime consuetudini, anzi, parlando di informatica non è raro che il mese di agosto veda l'uscita di nuovi prodotti, giusto in tempo per il ritorno a scuola degli studenti.
Nel mese di agosto di dieci anni fa, Apple non fece alcun annuncio (anche se le macchine presentate il mese prima, nel corso del MacWorld Expo di New York, ufficialmente arrivarono sul mercato proprio ad agosto), ma le notizie in ambito tecnologico/informatico non si fecero mancare, e le scorriamo qui in una breve carrellata.
-Si intensificarono le voci sul Nintendo Dolphin (commercializzato col nome Game Cube), successore del Nintendo 64; la nuova console era attesa dagli appassionati sia per il potenziale tecnico (si parlava di 128 bit, attesa poi disillusa dalle reali specifiche della nuova console), sia per il passaggio ai supporti ottici che, oltre a contribure all'abbassamento del prezzo, avrebbero consentito la memorizzazione di una maggiore quantità di dati.
-Sempre in tema di supporti ottici, Hitachi proponeva al mercato la prima videocamera in grado di registrare direttamente su DVD-RAM, scelta a mio avviso infelice per tutta una serie di motivi, e scelta che di fatto (a distanza di 10 anni) si è rivelata perdente.
-Restando in ambito "consumer", si parlava molto anche di telefonia, con Nokia intenta a dimostrare che i telefoni cellulari non facevano male e Tiscali che già proponeva le telefonate via internet.
-Parlando più specificatamente di computer, Intel sfonda il muro del GHz, arrivando agli 1,13GHz del Pentium III, e preannunciando come imminente la versione a 1,5 GHz. Era iniziata la corsa al GHz, sempre osteggiata da Apple col suo progetto PPC (in collaborazione con Motorola ed IBM) che puntava ad altri aspetti per ottenere migliori prestazioni. Alla fine, la storia diede ragione ad Intel, non tanto perché le scelte tecnologiche fossero migliori, ma perché lo sviluppo dei processori PPC rallentò al punto da constringere Apple ad un drastico cambio di rotta... ma questa è storia più recente, e a voler ben guardare la stessa Intel ha ormai fermato la corsa al GHz puntando a soluzioni multicore e altre caratteristiche in grado di fornire maggiore potenza di calcolo.
-Infine, nell'agosto del 2000, Tiqit presentò un micro personal computer da 7 cemtimetri: in 100 grammi di peso (l'iPhone attuale ne pesa 137), con un processore 486DX da 66MHz (decisamente datato già all'epoca), 16MB di RAM, 340MB di Hard Disk, porta ethernet, parallela e unità floppy esterna, il Matchbox di Tiqit offriva la possibilità di far girare Windows 95, NT o anche Linux, e la scheda video SVGA era in grado di pilotare monitor esterni fino alla risoluzione di 1024x768; difficile trovare un nome a dispositivi di questo tipo, ma se siete interessati sappiate che, debitamente aggiornati nelle specifiche tecniche, i micro computer di Tiqit sono in vendita anche oggi.
Nel mese di agosto di dieci anni fa, Apple non fece alcun annuncio (anche se le macchine presentate il mese prima, nel corso del MacWorld Expo di New York, ufficialmente arrivarono sul mercato proprio ad agosto), ma le notizie in ambito tecnologico/informatico non si fecero mancare, e le scorriamo qui in una breve carrellata.
-Si intensificarono le voci sul Nintendo Dolphin (commercializzato col nome Game Cube), successore del Nintendo 64; la nuova console era attesa dagli appassionati sia per il potenziale tecnico (si parlava di 128 bit, attesa poi disillusa dalle reali specifiche della nuova console), sia per il passaggio ai supporti ottici che, oltre a contribure all'abbassamento del prezzo, avrebbero consentito la memorizzazione di una maggiore quantità di dati.
-Sempre in tema di supporti ottici, Hitachi proponeva al mercato la prima videocamera in grado di registrare direttamente su DVD-RAM, scelta a mio avviso infelice per tutta una serie di motivi, e scelta che di fatto (a distanza di 10 anni) si è rivelata perdente.
-Restando in ambito "consumer", si parlava molto anche di telefonia, con Nokia intenta a dimostrare che i telefoni cellulari non facevano male e Tiscali che già proponeva le telefonate via internet.
-Parlando più specificatamente di computer, Intel sfonda il muro del GHz, arrivando agli 1,13GHz del Pentium III, e preannunciando come imminente la versione a 1,5 GHz. Era iniziata la corsa al GHz, sempre osteggiata da Apple col suo progetto PPC (in collaborazione con Motorola ed IBM) che puntava ad altri aspetti per ottenere migliori prestazioni. Alla fine, la storia diede ragione ad Intel, non tanto perché le scelte tecnologiche fossero migliori, ma perché lo sviluppo dei processori PPC rallentò al punto da constringere Apple ad un drastico cambio di rotta... ma questa è storia più recente, e a voler ben guardare la stessa Intel ha ormai fermato la corsa al GHz puntando a soluzioni multicore e altre caratteristiche in grado di fornire maggiore potenza di calcolo.
-Infine, nell'agosto del 2000, Tiqit presentò un micro personal computer da 7 cemtimetri: in 100 grammi di peso (l'iPhone attuale ne pesa 137), con un processore 486DX da 66MHz (decisamente datato già all'epoca), 16MB di RAM, 340MB di Hard Disk, porta ethernet, parallela e unità floppy esterna, il Matchbox di Tiqit offriva la possibilità di far girare Windows 95, NT o anche Linux, e la scheda video SVGA era in grado di pilotare monitor esterni fino alla risoluzione di 1024x768; difficile trovare un nome a dispositivi di questo tipo, ma se siete interessati sappiate che, debitamente aggiornati nelle specifiche tecniche, i micro computer di Tiqit sono in vendita anche oggi.
martedì 20 luglio 2010
[10 anni fa] Un Expo^3
Mentre al giorno d'oggi ci chiediamo se Apple organizzerà una seconda WWDC per separare il mondo iOS (iPhone, iPod Touch e iPad) da Mac OS X (a mio avviso, ultimamente, un pochettino trascurato), 10 anni fa Apple partecipava allegramente alle varie edizioni del MacWorld Expo, tra cui quella che si teneva a Nwe York nel mese di luglio.
Come preannunciato nella precedente puntata di [10 anni fa], per l'occasione Apple presentò le sue prime macchine biprocessore, i PowerMac G4 - Gigabit Ethernet; a questi tempi l'orgoglio di utilizzare processori PPC era ancora (giustamente) elevato, e nel corso della presentazione venne messo in scena il canonico test di Photoshop che mostrava la netta supremazia delle macchine Apple rispetto ad un qualunque Pentium III da 1GHz (processore Intel di punta in quegli anni).
Una novità minore, ma che fece la felicità di molti, fu l'introduzione di un nuovo modello di mouse (Apple Mouse Pro era il suo nome ufficiale) che prese il posto del tanto contestato iMac Mouse, soprannominato "disco da hockey" per la sua forma tonda e ritenuta infinitamente scomoda, anche perché di dimensioni ridotte. Personalmente l'ho usato per diversi anni, sia con un iMac che con un PowerMac G4, senza trovarlo particolamente scomodo... ma c'è da dire che avendo la mano grande impugno qualsiasi mouse con la punta delle dita, senza appoggiarci la mano sopra, quindi non ho mai avuto grossi problemi con le dimensioni del mouse, soprattutto con quelli ad un solo tasto. Tornando a parlare dell'Apple Mouse Pro, va ricordato che fu il primo mouse ottico di Apple, era molto elegante, ed era nero (ogni riferimento alla attuali politiche comatiche di Apple è puramente casuale...).
Sempre parlando di hardware, non dobbiamo dimenticare il vero protagonista di quell'edizione dell'Expo, ovvero il Power Cube G4. Macchina sotto molti aspetti geniale, che a livello estetico non sfigurerebbe nemmeno oggi, probabilmente fu fortemente voluta da Jobs con quelle forme minimaliste che avevano caratterizzato il NeXT-Cube. Macchina troppo costosa e afflitta da diversi problemini (come il pulsante di accensione "a sfioramento" che faceva le bizze, e qualche problemino all'unità ottica verticale), il Power Cube ebbe vita breve, e venne dismesso il luglio dell'anno successivo.
Personalmente ebbi la fortuna di utilizzare il Power Cube per lavoro, nonché la fortuna di non incappare in nessuno dei noti problemi denunciati: fu sul Power Cube che installai la Public Beta di Mac OS X (ed in seguito la prima versione, Cheetah), e fu proprio nel corso dell'expo che Jobs preannunciò, per l'appunto, il rilascio di una beta pubblica del futuro sistema operativo di Apple.
Per chi volesse scoprire quali altri novità vennero presentate nel corso di quell'evento, vi rimando a quello che scrissi su Punto-Informatico per l'occasione.
Come preannunciato nella precedente puntata di [10 anni fa], per l'occasione Apple presentò le sue prime macchine biprocessore, i PowerMac G4 - Gigabit Ethernet; a questi tempi l'orgoglio di utilizzare processori PPC era ancora (giustamente) elevato, e nel corso della presentazione venne messo in scena il canonico test di Photoshop che mostrava la netta supremazia delle macchine Apple rispetto ad un qualunque Pentium III da 1GHz (processore Intel di punta in quegli anni).
Una novità minore, ma che fece la felicità di molti, fu l'introduzione di un nuovo modello di mouse (Apple Mouse Pro era il suo nome ufficiale) che prese il posto del tanto contestato iMac Mouse, soprannominato "disco da hockey" per la sua forma tonda e ritenuta infinitamente scomoda, anche perché di dimensioni ridotte. Personalmente l'ho usato per diversi anni, sia con un iMac che con un PowerMac G4, senza trovarlo particolamente scomodo... ma c'è da dire che avendo la mano grande impugno qualsiasi mouse con la punta delle dita, senza appoggiarci la mano sopra, quindi non ho mai avuto grossi problemi con le dimensioni del mouse, soprattutto con quelli ad un solo tasto. Tornando a parlare dell'Apple Mouse Pro, va ricordato che fu il primo mouse ottico di Apple, era molto elegante, ed era nero (ogni riferimento alla attuali politiche comatiche di Apple è puramente casuale...).
Sempre parlando di hardware, non dobbiamo dimenticare il vero protagonista di quell'edizione dell'Expo, ovvero il Power Cube G4. Macchina sotto molti aspetti geniale, che a livello estetico non sfigurerebbe nemmeno oggi, probabilmente fu fortemente voluta da Jobs con quelle forme minimaliste che avevano caratterizzato il NeXT-Cube. Macchina troppo costosa e afflitta da diversi problemini (come il pulsante di accensione "a sfioramento" che faceva le bizze, e qualche problemino all'unità ottica verticale), il Power Cube ebbe vita breve, e venne dismesso il luglio dell'anno successivo.
Personalmente ebbi la fortuna di utilizzare il Power Cube per lavoro, nonché la fortuna di non incappare in nessuno dei noti problemi denunciati: fu sul Power Cube che installai la Public Beta di Mac OS X (ed in seguito la prima versione, Cheetah), e fu proprio nel corso dell'expo che Jobs preannunciò, per l'appunto, il rilascio di una beta pubblica del futuro sistema operativo di Apple.
Per chi volesse scoprire quali altri novità vennero presentate nel corso di quell'evento, vi rimando a quello che scrissi su Punto-Informatico per l'occasione.
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