domenica 31 maggio 2009

App Store: te-lo-comando

Ho già avuto modo di parlare di alcune utility che consentono di prendere il controllo totale di un computer, attraverso il protocollo VNC oppure il Remote Desktop. Ci sono però anche alcune applicazioni che consentono di usare l'iPhone (o l'iPod Touch) come se fosse un trackpad, o un telecomando; andiamo ad esaminarne qualcuna:

-Rowmote [prezzo: 0,79 Euro; voto: 5/5]
Graficamente parlando, Rowmote fa un po' il verso al più famoso "Wiimote", anche se l'ultimo aggiornamento consente di impostare una skin nera invece che bianca. Per pochi centesimi consente di sostituire in tutto e per tutto l'Apple Remote, e anche molto di più visto che la lista di applicazioni controllate è molto lunga: si va da FrontRow a iPhoto, passando per VLC, Powerpoint, e molto altro ancora. Per funzionare necessita l'installazione di un'apposito sofware su Mac (purtroppo non è utilizzabile su Windows), ma la configurazione è immediata, e una volta effettuato il primo collegamento il vostro iPhone (o iPod Touch) terrà sempre traccia dei computer ai quali si può connettere. Un'applicazione molto comoda che a mio avviso merita il punteggio pieno. Per i più esigenti esiste anche una versione "Pro" da 3,99 Euro, che consente di utilizzare l'iPhone anche come trackpad e tastiera.

-Nam's Remote Free [prezzo: FREE, voto: 3/5]
Anche se graficamente è un po' "rozza" (ce ne sono altre esteticamente migliori), questa applicazione consente di avere tra le mani una sorta di trakpad remoto, con tanto di pulsanti per tasto destro del mouse, lo scrolling, e richiamo della tastiera. Anche Nam's Remote richiede un software da installare sul computer (software realizzato in Java, disponibile per Mac, per Windows, e per Linux) sul quale si possono effettuare diverse impostazioni: per esempio si può definire se la connessione può avvenire liberamente, o se il computer deve generare un codice (ogni volta diverso) che dev'essere digitato anche sull'iPhone; una sicurezza in più per evitare che altri si colleghino al nostro computer senza il nostro consenso. Da Nam's Remote Server (questo è il nome del software che si install sul computer) si possono anche definire le applicazioni da lanciare attraverso appositi tasti sull'iPhone: la versione Free ne ha solamente due, mentre quella a pagamento arriva fino a nove. La versione full (che costa 1,59 Euro) consente poi di muovere il cursore tramite l'accelerometro, di sfruttare l'iPhone come GamePad, di prendere il controllo delle applicazioni più comuni (iPhoto, VLC, ...), e molto altro ancora. Potroppo la velocità di risposta non è delle migliori, perlomeno nelle occasioni in cui ho avuto modo di testarlo (reti abbastanza "trafficate"), ma quantomeno nella versione free merita di essere provato.

-Remote [prezzo: FREE, voto: 4/5]
Altra applicazione "storica" rilasciata da Apple all'apertura dell'App Store. Con Remote potete prendere il controllo di una libreria di iTunes, oppure di una AppleTV. La parte forte di questo software è ovviamente l'integrazione con iTunes, che permette di fare tutto senza installare nient'altro: potete sfogliare la libreria di iTunes come se fosse la libreria del vostro iphone e decidere quale brano mandare in esecuzione. Una volta lanciato il software sul telefono, su iTunes comparirà l'icona che consente di associare l'iPhone alla libreria (associazione che avviene tramice codice), ed è possibile memorizzare associazioni per più librerie prese da diversi computer: l'applicazione tiene memoria dei precedenti collegamenti. Non merita il punteggio pieno semplicemente perché è più limitata rispetto a Rowmote, anche se dalla sua può vantare una migliore integrazione e il fatto di essere free.

sabato 30 maggio 2009

App Store: correre con l'iPhone (o l'iPod Touch)

Non si parla di jogging (per quello è molto meglio un iPod Shuffle) ma di giochi di corsa, un genere che ha sempre avuto successo e sempre lo avrà, come testimoniato anche dall'elevato numero di titoli a disposizione. Premetto già da subito che in questa breve panoramica non rientrano gli ultimi titoli di maggior successo, come Need For Speed... prima di tutto perché non ho ancora avuto modo di comprarli (e non so nemmeno se lo farò, nonostante alcune ottime recensioni, in quanto non ho ancora terminato quelli di cui vado a parlare), e in secondo luogo perché preferisco parlare di generi completamente diversi tra di loro: corse coi kart, corse sull'acqua, e corse sulla neve.

-Crash Bandicoot Nitro Kart 3D [prezzo: 4,99 Euro; voto: 5/5]
Abbreviato per gli amici come CBNK3D, tra tutti i giochi di corse che ho acquistato e provato, questo è il più simpatico e divertente, e probabilmente è anche uno di quelli che hanno il miglior sistema di controllo. La grafica non è molto evoluta (dopotutto è una delle prime applicazioni presentate sull'App Store), ma è molto colorata e fumettosa, adeguata al gioco, e scorre fuida senza esistazioni. Il gioco prevede la corsa singola, diversi trofei, e una modalità "storia" con differenti missioni (tipo "raccogli più Wumpa del tuo avversario"). Tutto questo, unito ai diversi personaggi da sbloccare, aumenta la longevità del titolo, anche perché la difficoltà è ben calibrata e questo invoglia a proseguire. Se vi piace il genere, e magari avete apprezzato anche quello su Playstation, non potrete che trovare interessantre anche questo, nonostante sia uno titoli più vecchi per iPhone.

-Wave Blazer [prezzo: 2,99 Euro; voto: 3/5]
Si cambia un po' genere passando dalle classiche corse in auto, alle più inusuali corse coi motoscafi. Nonostante quello che dicono alcune recensioni, a mio avviso la sensibilità dei controlli è ben calibrata, e anche qui ci sono diverse piste e mezzi da sbloccare. La grafica non è massimo che si potrebbe ottenere dall'iPhone, ma non è nemmeno così scadente, anche se il design dei persorsi lascia a volte un po' perplessi. Nel complesso è un gioco abbastanza divertente, e per aumentare la longevità è stata aggiunta anche una modalità multiplayer, da sfruttare attraverso appositi server in rete. Personalmente l'ho preso in un periodo in cui era in offerta, altrimenti ci avrei pensato bene: il prezzo non è eccessivo, ma è un genere che potrebbe non piacere, e (a meno di sviste mie) non c'è neppure una versione lite da provare prima dell'acquisto.

-Crazy Snowboard [prezzo: 2,39 Euro; voto: 3/5]
Non una corsa vera e propria, ma una gara acrobatica con lo snowboard sulle piste innevate. Partito un po' male nelle prime versioni, questo titolo si è ripreso più che degnamente con le ultime release. La modalità di gioco principale prevede una serie di "missioni" con determinati target da raggiungere, tipicamente legati ai punteggi delle varie acrobazie: quando si salta, ad ogni angolo dello schermo corrisponde un diverso gesto acrobatico, ed è possibile mettere in pausa il gioco per ruotare la telecamera ed effettuare uno screenshot del nostro atleta dall'angolo di vista che preferiamo. Anche nelle missioni con target diversi dal punteggio acrobatico (per esempio lo slalom o la raccolta di oggetti) conviene sempre realizza punteggi elevati, così da sbloccare nuovi personaggi e tavole; in uno degli ultimi aggiornamenti è stata introdotta una pista per il grinding. Anche questo gioco l'ho preso in un periodo in cui era in offerta, e il mio consiglio è quello di provare la versione lite, perché il gioco soffre comunque di un paio di difetti importanti: non c'è nessun avversario col quale competere, e il design delle piste è molto approssimativo (scordatevi i percorsi di certi giochi per console)

domenica 24 maggio 2009

Generazione Facebook

Leggevo sul numero di maggio della versione italiana di Wired (parlo della rivista cartacea, che consiglio a tutti di acquistare) che tra i numeri da capogiro che sta registrando Facebook, ce n'è anche uno [a mio avviso] preoccupante: 5 ore. Cinque ore è il tempo medio che gli utenti italiani passano online su questo "social network"... lo scorso anno era "solo" un'ora e mezza...
Senza entrare in discussioni riguardanti la privacy e la discutibile politica di gestione dei dati e degli account (con scelte che hanno già suscitato diverse polemiche), questo dato è qualcosa che mi ha lasciato molto perplesso: c'è gente che dedica completamente la sua giornata a Facebook!!! Se da una giornata tipica togliete le ore di sonno, quelle di lavoro/studio, e quelle dedicate alle normali attività indispensabili per il sostentamento (come mangiare, lavarsi, ecc...), scoprirete che non resta molto più di 5 ore... Se poi immaginiamo che un buon numero di persone abbia il bun senso di restare online solo una o due ore al giorno (che già non è poco), significa che probabilmente c'è anche chi è capace di trascorrerci 7-8 ore al giorno
Va bene che internet ha cambiato le nostre abitudini (a molti ha proprio cambiato la vita), ma quello evidenziato da questo dato mi pare un comportamento ossessivo. Quand'ero studente, dopo lo studio, passavo le mie giornate con gli amici, o a praticare sport; certo, tra i miei interessi c'era anche l'informatica, ma non era tale da passare 5 ore al giorno, tutti i giorni, da solo davanti ad uno schermo...
La "socializzazione" è qualcosa che dovrebbe avvenire incontrando le persone "fisicamente": ben vengano Facebook e suoi simili, ma c'è una bella differenza tra usare questi strumenti ed abusarne. Facebook, visto nell'ottica del suo scopo originario, può essere davvero utile per cercare persone con le quali si sono persi i contatti (il caso più classico è quello dei vecchi compagni di scuola, o di amici che si sono trasferiti altrove), ma trovo assurdo che molte persone gli affidino valanghe di dati personali o gli dedichino tutto il loro tempo libero...
Qualcuno potrà obiettare che anche la frequentazione di forum e newsgroup può essere equiparata al tempo trascorso su Facebook, e per certi versi potrebbe anche essere vero... e magari queste 5 ore sono fittizie in quanto si potrebbe lasciare il computer collegato anche mentre si fa altro (così come c'è chi tiene sempre "accesi" i software di messaggistica senza mai disconnettersi): il mondo di internet segue mode più o meno passeggere, e se un tempo si chattava in IRC, questo è il momento di Facebook. In realtà la mia impressione è che il rapporto degli utenti con Facebook sia un po' diverso: è come se ci fosse una tendenza quasi maniacale a "collezionare amici", a far sapere sempre e comunque cosa si sta facendo (magari anche a sproposito), e a controllare cosa fanno o cosa dicono gli altri.
Credo che il dato medio delle 5 ore sia significativo e debba far riflettere. Facebook può essere una via per creare un nuovo modello di comunicazione globale, ma si tratta solo di uno strumento: è compito degli utenti utilizzarlo al meglio per evitare che sia lui ad utilizzare noi.

PS: se ve lo state chiedendo, no, non ho un account ufficiale su Facebook, anche se tempo fa mi sono iscritto con un pseudonimo, un po' per curiosità, e un po' perchè un'amica di famiglia, che vive molto lontano, voleva mostrarci le foto del suo matrimonio attraverso gli album di Facebook. Di tanto in tanto accedo all'account e provo a cercare vecchi amici, e a volte li trovo: magari un giorno mi iscriverò col mio nome vero, e li contatterò...

sabato 23 maggio 2009

Lo voglio (ipotesi di un ne[T]ouch)

Certi giorni vorrei avere un Mac sempre a disposizione. Non è una questione "ossessiva" o "maniacale" verso i prodotti con la mela, ma la sensazione che se l'avessi tra le mani potrei fare qualcosa di utile anche per me stesso: qualche anno fa mi ero messo in testa di imparare ad utilizzare Xcode (come "esercizio" avevo realizzato un'applicazione molto semplice, una calcolatrice), ma poi gli impegni lavorativi e famigliari mi hanno costretto ad accantonare momentaneamente il tutto.
Ci sono situazioni in cui gli impegni famigliari vengono necessariamente a meno (per esempio in questi giorni in cui sono fuori casa), e può capitare di ritrovarsi con del tempo libero a disposizione. In mancanza di alternative migliori, potrei impegnare questo tempo per riprendere tra le mani Xcode, magari nell'ottica di pubblicare qualcosa per iPhone (ho un paio di idee in mente, ma non vi dico nulla, nella speranza di poterle realizzare)... ma per fare questo dovrei avere con me un Mac, e nel bagaglio a mano non c'è spazio per un secondo computer (un MacBook Pro da 15") oltre al PC-Win che mi serve per lavorare. Ecco quindi spiegato perché guardo con tanto interesse alle indiscrezioni che vogliono Apple in procinto di commercializzare un netbook, ed ecco anche spiegato perché troverei meno interessante l'ipotesi di un "grosso iPod Touch" rispetto a quella di un netbook che faccia girare Mac OS X.
Il fatto che possa essere un prodotto completamente touch non mi preoccupa: se ci gira Mac OS X una tastiera si potrà sempre collegare e Apple realizza delle tastiere full size ma compatte, sia USB che bluetooth (quest'ultima, viste le "aperture" del bluetooth promesse col firmware 3.0, potrebbe anche collegarsi all'iPhone)... anzi, mentre scrivo queste righe mi vien quasi da pensare che Apple sia passata a tastiere così compatte proprio per consentirne un facile trasporto in vista del rilascio del proprio netbook touch. Provate ad immaginare: la peculiarità dei netbook è quella di avere un'elevata trasportabilità, sacrificando display e tastiera (anche se la tendenza attuale è quella di sacrificarsi un po' meno proponendo display da 10, 11 e anche 12"); se la tastiera venisse eliminata per essere collegata solo all'occorrenza, a parità di display si realizzarebbe un prodotto più compatto. La mancanza di tastiera verrebbe compensata da uno schermo touch, e vista l'esperienza maturata da Apple con il multitouch e le relative gestures, potrebbe anche essere una soluzione più che soddisfacente, a meno di doverci scrivere pesantemente (ma in tal caso, come già detto, si potrebbe sempre collegare una tastiera esterna). In questo modo si realizzerebbe un dispositivo plurifunzionale "definitivo" per l'utente consumer: quando c'è bisogno di trasportabilità, l'unità è autosufficiente in virtù del suo schermo multitouch; quando si arriva a destinazione (oppure a casa) si possono collegare tastiera e mouse bluetooth, e magari anche un display esterno. Ovviamente, trattandosi di un prodotto molto compatto, non sarebbe un mostro di potenza, e anche la connettività la vedrei ridotta al minimo indispensabile: una porta USB, un'uscita video (mini display port), Bluetooth, WiFi, e connettore per l'alimentazione.
Sogno? Forse si, ma mi piace pensare che qualcun'altro possa aver fatto lo stesso sogno e abbia la possibilità tecnica di progettarlo e realizzarlo.

venerdì 22 maggio 2009

[cs] Premio Andersen 2009 - www.mypage.it vince il Premio per la promozione della lettura

Domani a Sestri Levante la cerimonia di premiazione. Tra i vincitori anche mypage.it, un modo nuovo di raccontare i libri con il linguaggio del web

www.mypage.it
, il primo sito web 2.0 per bambini in Italia, ha vinto il Premio per la promozione alla lettura della 28esima edizione del Premio Andersen, gli oscar italiani dei libri per ragazzi.
Grazie a mypage.it i libri diventano interattivi e i bambini si avvicinano alla lettura in un modo nuovo e accattivante. mypage.it racconta i libri con il linguaggio delle nuove generazioni, quelle cresciute con internet e i videogame. I ragazzi possono scoprire il fascino del buon vecchio libro, mentre le case editrici scoprono un modo nuovo di comunicare con i lettori più giovani.

“Siamo molto orgogliosi di questo premio”, dichiarano Giuseppe D’Arpino e Lorenzo dell’Uva, ideatori del sito, “perché sin dall’inizio su mypage.it abbiamo dedicato grande attenzione al mondo dei libri, sfidando il vecchio luogo comune che presentava web e lettura come realtà inconciliabili”.
A conferma di questa intuizione ci sono i dati di una recente ricerca ISTAT, da cui emerge che i bambini sono perfettamente in grado di conciliare libri e computer, tant’è vero che la passione per entrambi è in crescita: negli ultimi 10 anni è cresciuta del 5,3 % la quota di bambini e ragazzi che hanno letto almeno un libro nel loro tempo libero, mentre tra i bambini di 6-10 anni si è passati dal 13% di utilizzatori di internet del 2005 al 22,2 % del 2008 .

Su mypage.it i bambini possono leggere e ascoltare le prime pagine dei libri, giocare con la letteratura, scaricare materiali che li accompagnano prima, durante e dopo la lettura. Tutte le attività dedicate ai libri si possono scoprire su http://www.mypage.it/libri.
Tra queste:
- Test Rock o Magic?: attraverso un test gli utenti scoprono quali sono i loro gusti in fatto di libri. Tra gli utenti che hanno fatto il test ne sono stati selezionati 6 che hanno vinto 10 libri ciascuno selezionati dalla redazione di Andersen sulla base del profilo emerso dal test.
- Tom Trueheart: i bambini possono giocare con il nuovo romanzo La vera storia di Tom Trueheart – Giovane eroe (San Paolo Narrativa) su mypage.it grazie a una serie di attività che li accompagnano prima, durante e dopo la lettura. Tra queste: il book-trailer, uno sfoglialibro, il segnalibro da scaricare e la possibilità di diventare fan di Tom Trueheart.
- Tobia – Sfoglialibro: il primo capitolo di Tobia – Un millimetro e mezzo di coraggio (San Paolo Narrativa), da leggere e ascoltare.
- Il mio primo libro: per i primi lettori la possibilità di leggere e ascoltare le prime pagine di tutti i libri della collana Il mio primo libro, in allegato a Il Resto del Carlino, Il Giorno e la Nazione.
- Libri al via: gli incipit dei libri più belli scelti dalla redazione di Andersen.
- Scintille di Scienza: le curiosità scientifiche in pillole della collana di Editoriale Scienza.
- I booktrailer di Orecchio Acerbo: belli e avvincenti come trailer cinematografici, i booktrailer de Il Naso e Il Libro Sbilenco di Orecchio Acerbo.
- Questo l’ho fatto io – I tre porcellini: per i lettori più piccoli la favola I Tre porcellini dalla collana di videogame Questo l’ho fatto io.

Cos’è mypage.it? Su mypage.it i piccoli utenti possono costruire la loro pagina web in modo facile e intuitivo. Hanno così un indirizzo internet personale da condividere con i propri amici, dove esprimere sé stessi e raccontare le proprie passioni. Lo spazio degli utenti è infatti completamente personalizzabile e può essere aggiornato costantemente dando vita a un gioco che si rinnova continuamente. Grazie agli strumenti offerti da mypage.it, con pochi click i bambini possono scegliere il look della propria pagina: lo sfondo, le icone, i suoni e perfino il logo di mypage.it. Le pagine create (fino a 8 per bambino) vengono poi arricchite usando i kidget, i giocattoli digitali di mypage.it. Attraverso i kidget i bambini possono dedicarsi a una vasta gamma di attività: disegnare, colorare, leggere, scrivere, giocare, guardare video…

La registrazione e le attività mypage.it sono completamente gratuite.

lunedì 18 maggio 2009

Apple/WWDC, quali novità all'orizzonte?

Riporto un mio articolo uscito oggi su Punto-Informatico:
[pubblicazione programmata]

Con un pizzico d'anticipo rispetto ai tempi, proviamo ad immaginare cosa ci racconteranno Schiller e i suoi coadiuvatori durante il keynote di apertura della WWDC.
Sicuramente di parlerà di Snow Leopard e di iPhone OS 3.0, visto che sono gli argomenti dichiarati della conferenza, ma questo non impedirà di presentare qualche altra novità durante il discorso di apertura, come accadde lo scorso anno con la presentazione dell'iPhone 3G.

Del nuovo firmware per iPhone penso non ci sia molto da aggiungere rispetto a quanto già sappiamo: l'iPhone OS 3.0 è già stato oggetto di un evento a se, e la scorsa settimana Apple ha iniziato a revisionare le applicazioni per il firmware 3.0, segno che ormai non ci saranno grossi cambiamenti rispetto a quanto è già tra le mani degli sviluppatori (sia come SDK che come versioni beta del firmware stesso). C'è solo da capire se il nuovo firmware verrà rilasciato contestualmente alla WWDC, o bisognerà ancora attendere qualche settimana.

Di Snow Leopard invece, a mio avviso si sa ancora molto poco... troppo poco... se si esclude la presentazione fugale fatta durante la WWDC dello scorso anno, e le informazioni "di rito" pubblicizzate sul sito Apple, l'utente medio (quello a cui dovrebbe essere indirizzato il nuovo sistema) non ha ancora assistito a nessuna presentazione ufficiale. Forse mi sbaglierò, ma tutta questa segretezza potrebbe nascondere delle novità inattese... in realtà qualcuno potrebbe obiettare che non c'è alcuna segretezza, ma semplicemente ci sono poche novità "esteriori", quindi all'utente medio non è stato rivolto alcun messaggio esplicito: le vere novità di Snow Leopard stanno tutte "sotto il cofano" e sono relative ad una forte ottimizzazione del codice (anche in veste 64 bit), e all'introduzione di Grand Central e Open CL. Per chi ancora non lo sapesse, Grand Central riguarda la gestione a livello di sistema della tecnologia multicore (che ormai sta diventando il sistema principale per incrementare le prestazini dei processori), mentre Open CL è il nuovo standard aperto proposto da Apple (e approvato in tempi da record) che consentirà di sfruttare la potenza delle GPU anche per compiti non strettamente legati alla gestione delle immagini.

L'insieme di queste due tecnologie, unite all'ottimizzazione di cui abbiamo parlato sopra, dovrebbero consentire di avere tra le mani un sistema operativo molto più snello e prestante: non si tratta certo di novità da poco, ma sarà davvero tutto qui il nuovo sistema operativo di Apple? E soprattutto, quando verrà rilasciato? Bertrand Serlet (Senior Vice President del Software Engineering di Apple) ha dichiarato che nel corso della WWDC verrà consegnata la versione finale della Developer Preview del nuovo sistema. Anche se le API sono già state congelate, non è detto che questa preview finale non contenga qualche altra novità di rilievo, oppure che altre novità verranno inserite poi nella versione definitiva, visto che questa è riservata agli sviluppatori e al loro lavoro... Qualsiasi cosa accadrà, sicuramente la WWDC dovrebbe togliere molti dubbi sulla prossima release di Mac OS X e mostrarne le potenzialità all'opera con una presentazione ufficiale; la speranza è che la data di rilascio venga fissata nel corso del 2009, magari nell'autunno, periodo che appare più che plausibile e che precluderà ad un nuovo testa a testa con il nuovo sistema operativo di Microsoft, Windows 7, anch'esso previsto entro la fine dell'anno.

Abbandonando le certezze delle dichiarazioni, ed entrando nel campo delle ipotesi, possiamo immaginare che l'iPhone OS 3.0 verrà accompagnato da un nuovo modello di iPhone, anche se non è detto che la presentazione coincida con la sua immediata disponibilità: le notizie che si hanno al momento non consentono di fare ipotesi attendibili sulla data ufficiale in cui la nuova versione farà il suo ingresso sul mercato.

L'ultima possibilità, sebbene molto vaga, è che Apple voglia dare qualche notizia su un eventuale nuovo prodotto, il famoso netbook (o similare) che in molti stanno attendendo. La sua presentazione sarebbe legata, con tutta probabilità, a funzioni ancora non svelate dei sistemi operativi di cui abbiamo parlato sopra, ma in tal caso è praticamente certo che l'eventuale disponibilità verrebbe data molto più in là nel tempo... Se Apple dovesse presentare del nuovo hardware lo farebbe solo per stuzzicare la curiosità e attirare verso di se l'attenzione dei media, il che potrebbe anche essere una buona mossa di marketing in questo periodo particolare di crisi economica mondiale. Non dimentichiamo però che dopo la WWDC, salvo sorprese, è previsto il rientro di Jobs nel suo ruolo di CEO, ed è probabile che la presentazione di nuovi prodotti sia lasciata a lui, soprattutto se nasce da una sua idea; l'appuntamento con l'iTablet (nome di fantasia) potrebbe quindi essere rimandato più in là nel tempo, magari a settembre, visto che Apple (da un po' di anni a questa parte) è solita organizzare eventi in quel periodo, e visto che per quei mesi potrebbe anche arrivare "Snow Leopard".

domenica 17 maggio 2009

Notizia di servizio

Come preannunciato all'apertura del blog, oggi sono in partenza per lavoro: non so se dove vado avrò un accesso ad internet e, supponendo di averlo, non so se avrò il tempo necessario per aggiornare queste pagine...
Nella peggiore delle ipotesi avrete mie notizie tra un paio di settimane; in quella migliore noterete solo una minore frequenza negli aggiornamenti. So di avere pochi lettori "affezionati", ma se per qualche giorno non troverete nuove notizie, sappiate che il motivo è questo.

PS: per domani mattina è comunque già previsto un pezzo già programmato

sabato 16 maggio 2009

Esiste ancora il Mac-evangelismo?

Poco dopo aver conosciuto e comprato il mio primo Mac, (si parla grossomodo del 1992) scoprii che nella mia cerchia di amici e frequentatori abituali, non ero l'unico ad avere un computer Apple: eravamo in quattro, e oltre a me c'era un un ex-Amighista e altre due persone che ora sono passati a Windows (per motivi diversi, ma comunque legati alla disponibilità di particolari software). Se state facendo i conti sugli utenti che vanno e vengono, tenete presente che i due Mac-user "persi" sono stati ampliamenti compensati da altre quattro new-entry, due musicisti e due utenti "normali".
In quegli anni Windows era fermo alla versione 3.1, ma la maggior parte degli utenti usava principalmente l'MS-DOS... noi che usavamo il Mac ci sentivamo quasi in dovere di mostrare agli altri che l'informatica poteva essere più "amichevole" di uno schermo nero con il prompt "C:\>", e che non era sempre necessario condensare i nomi dei file in 8 caratteri, né tantomeno aggiungerci l'estensione. Già allora ci si scontrava con le solite domande: perché un Mac costa di più? Ci gira "Test drive III"?
L'uscita di Windows 95  non cambiò di molto la sostanza: il sistema di Microsoft era pieno di problemi, e nonostante Apple non stesse vivendo uno dei momenti più felici della sua storia, gli utenti Mac erano ancora occupati a convincere gli altri che comprare un Mac era meglio... ma quando ci riuscivano cominciavano i problemi: se convinci qualcuno a spendere di più per comprare qualcosa se secondo te (e non secondo lui) è meglio, avrai il tuo bel da fare per renderlo soddisfatto di questa scelta in ogni situazione... compreso quando ti chiede come mai il CD trovato nelle merendine non funziona sul suo computer, o come aprire gli importantissimi file pps che arrivano via mail (perché scrivere una barzelletta come normale testo è troppo semplice... bisogna fare un pps da qualche MB, con tanto di effetti di dubbio gusto).
Personalmente ho smesso di fare il Mac-evangelista da molti anni: Windows e Mac OS, così come i PC e i Mac, si sono ormai evoluti lungo strade molto diverse rispetto a 15 anni fa, e molto diverse tra di loro (anche se per certi versi simili). L'informatica coinvolge molte più persone con le esigenze più disparate, e sono convito che il Mac potrebbe avere una diffusione molto maggiore in relazione a quello di cui hanno bisogno gli utenti... ma nonostante ciò non consiglio più a nessuno di comprare un Mac: gli mostro il mio, se me lo chiedono, gli mostro come lavoro, e magari gli do il mio parere evidenziando certe differenze  (sia positivo, che in negativo) rispetto a Windows. Ma fatto questo mi fermo: lascio sempre che sia il mio interlocutore a fare il passo verso il Mac, se lo vuole, e non sono mai io a convincerlo...
Per quando mi riguarda il Mac-evangelismo è finito; il Mac è un computer per molti, ma non per tutti: bisogna volerlo e sceglierlo... se lo si prende senza convinzione, spinti da un'altra persona, non si riuscirà ad apprezzarlo.

giovedì 14 maggio 2009

Come sta Steve?

E' notizia di questi giorni che il il keynote di apertura dell'imminente WWDC (che inizierà il prossimo 8 giugno), sarà tenuto da Shiller. La notizia non dovrebbe sorprendere più di tanto, visto che il rientro di Jobs dai sei mesi di convalescenza era (ed è tuttora) previsto per la fine di giugno; tra l'altro fu sempre Shiller a tenere tanto l'ultimo keynote del MacWorld Expo di gennaio (ultimo in tutti i sensi), quanto il keynote dell'Apple Expo parigino del 2004, quando Jobs fu assente sempre per malattia.
Se però guardiamo un po' oltre la sua attività in Apple (che ufficialmente è stata sospesa nel mese di gennaio), a fine aprile Jobs disertò anche una riunione presso il municipio di Woodside, dove avrebbe dovuto discutere dell'abbattimento di una casa di sua proprietà, giudicata di valore "storico". Al di là delle vicissitudini di questa dimora del 1925, l'avvocato di Jobs (che si presentò a quella riunione per suo conto) disse che "Jobs non è sufficientemente in forze per fare l'una di notte"... E' comprensibilissimo che una persona convalescente voglia evitare inutili sforzi (tantopiù se può essere sostituito da un legale che probabilmente può avere più voce in capitolo su questa particolare e "curiosa" vicenda), però mi ha un po' sorpreso che lo stesso legale abbia esplicitamente fatto riferimento alla "debolezza" di Jobs... tantopiù se si pensa che a fine aprile erano già passati quattro dei sei mesi di convalescenza previsti, quindi ci si sarebbe potuti aspettare uno Steve Jobs più in forze rispetto alle sue ultime apparizioni in pubblico.
In realtà è molto probabile che la dichiarazione dell'avvocato sia stata semplicemente un'uscita "poco felice", o una battuta dal gusto discutubile: a rassicurare tutti sullo stato di salute di Jobs, ci ha pensato Tim Cook, il suo attuale sostituto, che su domanda esplicita ha confermato che il rientro di Jobs è comunque fissato per la fine di giugno. Anche queste dichiarazioni però non ci danno alcuna certezza: finché il fondatore di Apple non rientrerà in forze come CEO, ogni momento è buono per annunciare un eventuale prolungamento della sua convalescenza, prolungamento che non verrebbe certo annunciato ora, a poche settimane dall'apertura di quella che si preannuncia come la più importante WWDC degli ultimi anni (il perché lo spiegherò nei prossimi giorni).
L'unica cosa certa è che nessuno, attualmente, conosce il reale stato di salute di Steve Jobs, a parte le persone che gli stanno più vicine e che si guardano bene dal rendere pubbliche informazioni così riservate. Tutto questa riservatezza non può che essere un bene: prima di tutto perché per nessun motivo sarebbe giusto "speculare" sulla salute di una persona, e in secondo luogo perché Jobs ha bisogno di riposare per rimettersi in forma, quindi deve stare "lontano dai riflettori".
Non possiamo però nascondere che tra gli utenti più affezionati (quelli di lunga data) la curiosità sia molta, così come la speranza di rivederlo presto in forma ad annunciare nuovamente qualcosa di rivoluzionario... forse è proprio per questo che in molti speravano di vederlo sul palco già durante la WWDC, ma è meglio per tutti che concluda il suo periodo di riposo senza forzare i tempi, anche perché Cook e i suoi collaboratori stanno dimostrando di saper fare bene il loro lavoro.

mercoledì 13 maggio 2009

Nuovo iPhone: al via le indiscrezioni

Da ieri, sui siti specializzati, non si fa altro che parlare delle caratteristiche del prossimo iPhone. Il perché di questa ondata di indiscrezioni è presto detto: sul forum un sito cinese è apparsa una presunta schermata del (sempre presunto) nuovo modello, accompagnata da una descrizione delle nuove caratteristiche tecniche. La notizia è stata ripresa un po' da tutti, in particolare da AppleInsider e MacRumors (e poi, a catena, da tutti gli altri), e i dettagli sulle specifiche parlano di:
-CPU da 600MHz (contro i 400MHz attuali)
-256MB di RAM (contro i 128MB attuali)
-fotocamera da 3.2 Mpixel con auto focus
-Capacità fino a 32GB (contro i 16GB attuali)
-Bussula e radio FM
-Nessun cambiamento a batteria o case esterno

Nonostante finora sia stato restio all'acquisto dell'iPhone, questo modello comincerebbe a stuzzicarmi: la risoluzione leggermente superiore, e (soprattutto) l'autofocus renderebbe la fotocamera finalmente "utilizzabile", anche se non si accenna alla presenza di flash. Inoltre i 32GB di memoria mi darebbero un po' di respiro, visto che il mio iPod Touch da 16GB attualmente ha meno di 100MB liberi... e ho raggiunto questo risultato eliminando tutti i filmati e buona parte della mia libreria musicale.

Al di là di queste brevi considerazioni personali (in realtà entreranno in gioco molti altri aspetti per farmi decidere sull'eventuale acquisto), ci sono alcuni punti di queste "presunte" caratterisitiche sulle quale vale la pena soffermarsi. Prima di tutto possiamo osservare che non ci sono grosse sorprese rispetto alle aspettative; tra l'altro, sempre in questi giorni, Samsung ha presentato al pubblico i suoi nuovi chip di memoria da 32GB ad alte prestazioni, ed è probabile che siano proprio questi ad essere inclusi nell'iPhone.

In ogni caso, partiamo esaminando un paio di caratteristiche "minori", bussola e radio FM. Il fatto che ci sia una bussola può indicare che è stato cambiato il chip del GPS: in molti si erano lamentati della precisione del precedente chip, e con l'apertura promessa da Apple (con il firmware 3.0) verso i software di navigazione, forse si è optato per un chip differente. Più anomale invece la presenza di una radio FM. Apple si è sempre dimostrata restia ad aggiungerla nei propri dispositivi: è disponibile come accessorio a parte, ma non compatibile con tutti i modelli di iPod, né tantomeno con l'iPhone o l'iPod Touch; questa scelta potrebbe segnare una svolta, quantomeno per i dispositivi basati sull'iPhone OS... se così fosse potremmo ritrovarcela anche sulla prossima versione dell'iPod Touch.

Ben più rilevante invece l'incremento delle prestazioni, sia in termini di clock, che in termini di RAM. Se fosse confermato (ed è più che plausibile) significherebbe che i software in vendita sull'App Store cominceranno a differenziarsi: il 50% di velocità in più, e il doppio della memoria, permetteranno di eseguire applicazioni più potenti e di ottenere maggiore velocità per i giochi, tantopiù che potrebbero esserci novità anche nel comparto grafico. Questa distinzione, che potrebbe creare un po' di confusione negli utenti, era inevitabile: era impensabile che l'iPhone restasse immutato nelle sue potenzialità per troppo tempo... prima o poi potrebbe nascere un'ulteriore distinzione legata anche alla risoluzione dello schermo, cosa che al momento non sembra essere variata (perlomeno osservando la "presunta" schermata).

L'ultimo punto sul quale mi vorrei soffermare è l'invariabilità della batteria e del case esterno. Ammesso che la schermata non sia un fake, e che chi l'ha pubblicata avesse realmente tra le mani un nuovo modello di iPhone, può essere benissimo che si trattasse di un prototipo e non la versione definitiva: mi viene difficile pensare che Apple mantenga la stessa batteria (che col nuovo hardware potrebbe durare meno, anche se non è un'equazione così scontata), e ancora meno che non introduca nessuna modifica al case... pensate solo a tutti i modelli di iPod che si sono susseguiti nel corso degli anni: di volta in volta ci sono stati dei cambiamenti o dei perfezionamenti, seppur minimi, quindi è lecito aspettarsi qualche nuova rifinitura anche nell'iPhone... a meno che lo sviluppo del firmware 3.0 abbia lasciato ad Apple poco tempo per pensare a certi dettagli, oppure Apple non voglia riservarsi dei cambiamenti più significativi nel case, quando introdurrà modifiche importanti nell'hardware (per esempio un chip custom...)

martedì 12 maggio 2009

Snow Leopard si avvicina

Apple ha "congelato" la API (Application Program Interface) di Snow Leoapard, il che significa che gli sviluppatori potranno dedicarsi al loro lavoro di sviluppo con la certezza che la versione finale del loro software non richiederà modifiche pesanti legate a cambiamenti drastici nella struttura del sistema. Questo significa anche che non dovrebbe passare troppo tempo prima che Snow Leopard venga rilasciato, anche se tra le API e l'interfaccia vista dall'utente, ci sono ancora molti passaggi.
A proposito di interfaccia, pare che nell'ultima beta di Snow Leopard ci siano tracce del supporto a funzioni multitouch, il che potrebbe essere un indizio sul prossimo dispositivo hardware che avrà come marchio la mela morsicata... ho già ipotizzato in passato che, oltre ai rinnovamenti stilistici, Snow Leopard potesse includere un layer per la gestione multitouch del sistema, magari qualcosa che compare in semi-trasparenza (come accade per certi controlli sull'iPhone) e che permetta di controllare Mac OS X e le sue applicazioni tramite gestures o tasti virtuali... per quanto mi riguarda si tratta più che altro di una speranza: vorrei che Apple rilasciasse un netbook o tablet che utilizzi una versione "completa" di Mac OS X, piuttosto che una versione "ampliata" dell'iPhone OS... in questo secondo caso troverei l'oggetto molto meno utilizzabile, anche se il tutto sarebbe da valutare di fronte alle caratteristiche vere di questo fantomatico oggetto, di cui al momento non si sa assolutamente nulla, nemmeno se e quando verrà rilasciato.

lunedì 11 maggio 2009

Tesoro, mi si è allargato il netbook

All'inizio fu l'EeePC 700, che con il suo schermo da soli 7", SSD da 2GB, e una versione ad-hoc di Linux (Xandros), si proponeva di abbattere i costi al minimo, creando un portatile che fosse un "secondo computer", adatto magari per consultare la posta e fare poc'altro (viste le modeste risorse della macchina). Giusto per precisare, le 3 "e" di EeePC, stanno ad indicare gli slogan "Easy to learn, Easy to work, Easy to play", oppure "Easy, Excellent and Exciting".
Il primo EeePC, quello che ho descritto sopra, costava 299 dollari, e la mio opinione è che fu proprio il basso prezzo a sancirne il successo; in Italia inizialmente era disponibile solo la versione 701-4G, eventualmente abbinata ad una modem card 3G la quale, consentendo di collegarsi sempre ed ovunque ad internet, dava un senso al nome coniato per questa nuova categoria di prodotti: netbook.
Personalmente non ho mai trovato interessante questi primi modelli (chi mi conosce dal newsgroup lo sa...), in quanto dotati di schermo e tastiera troppo piccoli: a mio avviso non erano in grado di offrire molto più di quello che già potevo fare col mio iPod Touch. Ben presto arrivarono altri modelli, sia da Asus che da altre marche, in particolare da Acer, Samsung, MSI, HP, Dell, e ultimamente anche Sony; al di là della possibilità di installare Windows XP invece di Linux, i nuovi modelli si distinguevano per offrire qualcosa in più, in particolare uno schermo di dimensioni maggiori... e ovviamente un prezzo più alto...
Anche gli ultimi modelli annunciati da Asus, come il 1008HE o il 1008HA, hanno uno schermo da 10", mentre è di prossima uscita un modello con display da 11.6". Oltre ad avere una maggiore area di lavoro, uno schermo di quelle dimensioni consente di avere una tastiera di dimensioni normali (o quasi). Asus prevede che la maggior parte dei netbook venduti quest'anno saranno con display da 10" o 11", e solo una piccola parte sarà rappresentata dai modelli da 7".
Questo significa che l'idea originaria, nonostante il successo, è per certi versi "fallita": gli utenti chiedono qualcosa di più, e anche i produttori vogliono offrire qualcosa che possa offrire maggiori margini di guadagno. Il modello da 7" a basso prezzo ha fatto da apripista per qualcosa che in realtà non è più un netbook, ma è più simile a un sub-notebook. Il vantaggio per l'utente è che comunque questi nuovi ultraportatili hanno dei prezzi inferiori rispetto ai sub-notebook della precedente generazione, ma non sono certo i prezzi dei primi netbook; modelli come il primo EeePC probabilmente resteranno in commercio ancora a lungo, ma il futuro è quello dei netbook da 10" (se non addirittura 11") e anche Apple, "se" e "quando" presenterà il suo prodotto di questa fascia, credo che adotterà dei display che avranno almeno quella dimensione.

venerdì 8 maggio 2009

Kindle DX: l'alba di una nuova era?

Come tutti ormai saprete, ieri Amazon ha presentato al pubblico il Kindle DX, versione extra-size del già noto lettore di libri digitali. Tralasciando DRM, brevetti, e dettagli tecnici (che chiamerò in causa singolarmente se necessario), quello che tutti gli addetti del settore si stanno chiedendo, è se sia giunto il momento in cui il vecchio libro di carta può essere soppiantato dal libro digitale.
A detta di molti (è stato detto anche su queste pagine), Amazon sta cercando di fare con la letteratura, ciò che Apple ha fatto con la musica. Il problema, a mio avviso, è che letteratura e musica sono due cose completamente differenti, e soprattutto sono completamente differenti le situazioni in cui si usufruisce dei due beni, quindi lo scopo che si prefigge Amazon non è dei più semplici.

Provate a pensare al modo in cui, fino a qualche anno fa, si ascoltava la musica o ci si immergeva in una buona lettura. Escludendo le esibizioni dal vivo, ascoltare musica ha sempre richiesto l'utilizzo di un apposito apperecchio elettrico, che sia lo stereo di casa, il vecchio walkman, o un lettore CD portatile. L'introduzione dell'iPod non ha cambiato le abitudini, ma ha semplicemente modificato lo strumento utilizzato per fruire della musica.
L'introduzione dell'eBook porta invece con se un cambiamento totale delle abitudini: un libro si legge sempre ed ovunque, non necessità di elettricità, si può prendere in prestito in biblioteca, si può lasciare sulla sdraio in spiaggia senza temere che qualcuno ce lo rubi; inoltre, in situazioni particolari (sto ripensando al periodo degli studi), è possibile tenere aperti e consultare 2 o 3 libri contemporaneamente. Passare al digitale significherebbe cambiare tutte queste abitudini.

Anche supponendo di accettare uesto cambio, l'unica similitudine che vedo tra iPod e Kindle è quella legata alla capacità di memorizzazione: con l'iPod ognuno si può portare appresso la sua intera libreria musicale, in un oggetto dal peso e ingombro minimo. Nel Kindle (o, più in generale, in ogni eBook-reader) il vantaggio in tal senso è ancora maggiore, visto che in un dispositivo non più grande di un libro, potrebbe portarsi appresso un'intera biblioteca.
La differenza è che scegliere un brano da una libreria musicale ha un certo senso e "impegna" qualche minuto, mentre con i libri il discorso cambia completamente. In una vacanza di una settimana, ascoltando musica per 2 o 3 ore al giorno, si ascolta facilmente qualche centinaio di brani. Nella stessa vacanza, anche supponendo di essere un buon lettore, difficilmente si andrebbe oltre i 3 o 4 libri.
Inoltre, se una canzone la puoi ascoltare centinaia di volte, anche come sottofondo ad altre attività, un libro difficilmente viene riletto, quindi tenersi in memoria migliaia di libri ha senso fino ad un certo punto. Certo, poi ci sono le eccezioni, come i testi scolastici, i manuali specifici per chi fa certi lavori (e che è meglio avere sempre tutti a disposizione), una raccolta di quodidiani o di fumetti, ...

In realtà se si vanno ad eseminare i clienti (ancora molto pochi) di questi oggetti, si scopre che sono quasi tutti dei forti lettori, ovvero fanno parte di una cerchia ristretta di persone. L'iPod invece (o, più in generale, il lettore MP3) ha una diffusione molto più ampia, vuoi per il minor "impegno" dell'ascolto musicale rispetto alla lettura di un libro, vuoi per i prezzi più bassi di molti modelli. Chi legge libri occasionalmente non spenderà mai 300-400 Euro per un eBook-reader, ma un MP3-reader ce l'hanno quasi tutti, fosse anche un modello di capacità limitata da qualche decina di Euro. Infine, non dimentichiamoci i limiti tecnici: al di là della confusione dei formati (solo in quest'ultima versione il Kindle ha il supporto pieno al PDF, che dovrebbe essere il formato più standard per questo genere di documenti, quantomeno per quelli non soggetti a diritto d'autore), attualmente si parla di 16 tonalità di grigio: molti libri non potrebbero mai essere pubblicati in questo modo...

In definitiva, secondo il mio parere, con questo nuovo lettore di Amazon, che finalmente ha dimensioni comparabili con quelle di un normale libro, la diffusione può avere inizio. Alcune testate americane sono interessate a distribuire i loro quotidiani con questo sistema (anche regalando il lettore, risparmierebbero sui costi di stampa e distribuzione) e alcune università vogliono sperimentarne l'uso a livello didattico. La strada per una diffusione più capillare però la vedo ancora molto in salita... ne riparleremo tra un paio d'anni per capire a che punto siamo arrivati...

giovedì 7 maggio 2009

Cosa cova nel chip di Apple

Ripropongo su queste pagine un mio articolo pubblicato oggi su Punto-Informatico:

"Apple sta mettendo insieme gli ingredienti per preparare un prodotto nuovo, qualcosa che non è ancora ben definito, ma sul quale si può iniziare a fare qualche ipotesi. Tutto iniziò nella primavera dello scorso anno con l'acquisizione di PA Semi: lo scopo era indubbiamente quello di portarsi in casa il know how necessario alla realizzazione di chip custom per i propri dispositivi tascabili, anche se l'idea ancora in fase embrionale.

Un chip custom non si progetta da un giorno all'altro, tanto più se non si hanno certezze sulle potenzialità da sviluppare: un anno fa non aveva ancora aperto l'App Store, non si sapeva in che direzione si sarebbe sviluppato il mercato, e in vendita c'era ancora il vecchio modello di iPhone.

In ogni caso l'acquisizione dell'azienda fu solo il primo passo, indispensabile per consentire ad Apple di avere direttamente sotto il proprio controllo la futura produzione di chip, ed evitare spiacevoli situazioni come quelle dei passati accordi con Motorola e IBM. Dopotutto fu lo stesso Jobs ad ammettere (sempre lo scorso anno) che "per costruire prodotti avanzati, non è possibile affidarsi ai chip già pronti realizzati da terze parti": non ci si può spingere troppo in là nell'innovazione se si utilizzano gli stessi prodotti degli altri, occorre qualcosa di esclusivo studiato ad hoc per la realizzazione delle proprie idee, che permetta di distinguersi in maniera inequivocabile del resto del mercato.

Una volta acquisita l'azienda in grado di realizzare il prodotto, Apple ha iniziato a reclutare le menti che dovranno metterne a punto le specifiche. Il primo esperto di processori ad essere reclutato da Apple lo scorso ottobre, è stato Mark Papermaster, strappato all'IBM con non poche polemiche e relativi strascichi giudiziari; Papermaster è esperto di tecnologia RISC (utilizzata da PA Semi) e sistemi a basso consumo energetico (quindi potenzialmente indirizzati a dispositivi portatili); a partire dal gennaio di quest'anno, dopo la chiusura delle controversie legali con IBM, è stato messo a capo della divisione hardware di iPhone e iPod.

Dopo Mark Papermaster, qualche settimana fa a Cupertino è arrivato Bob Drebin. Oltre ad aver lavorato per 4 anni nel settore di ricerca e sviluppo della Pixar, Drebin ha ricoperto importanti ruoli in Silicon Graphics, ATI e AMD: si tratta quindi di un esperto di accelerazione grafica 3D, e il suo ruolo è in qualche modo legato ai recenti investimenti fatti da Apple in Imagination, la società specializzata in accelerazione grafica per dispositivi portatili che già produce il processore grafico 3D di iPhone e iPod Touch (e che potrebbe essere nelle mire di acquisizioni future). Bob Drebin non sarà il solo ad occuparsi di questo settore, perché insieme a lui è stato assunto anche Raja Koduri, una delle menti più geniali del settore dell'accelerazione grafica 3D, anch'esso con trascorsi in ATI e AMD.

Con un team del genere, Apple sarà in grado di progettare e realizzare i chip "esclusivi" di alto livello che equipaggeranno iPhone, iPod Touch, e probabilmente qualcos'altro, qualcosa che al momento non è ancora ben delineato, sebbene ci siano diversi indizi: si va dalle indiscrezioni senza alcuna conferma (come quella che vuole Apple fare incetta di display touch da 10 pollici), agli ultimi brevetti depositati da Apple e relativi a nuovi processi per la fabbricazione di chassis in carbonio. Vale inoltre la pena di segnalare gli avvistamenti di un fantomatico MacBookMini tra i log di Adium (noto software di instant messaging per Mac OSX che supporta quasi tutti i protocoli esistenti), e il supporto alle connessioni WWAN (funzionalità già presente in diversi netbook) che pare essere stato inserito in Snow Leopard.

Dopotutto è stato lo stesso Tim Cook, nel contesto della presentazione dei dati finanziari dello scorso trimestre, a dichiarare che Apple è al lavoro su un nuovo prodotto che non è propriamente un netbook (non perlomeno nella sua concezione odierna) ma un qualcosa che comunque cercherà di farsi spazio nel segmento di mercato dei computer ultra-portatili. Il mistero intorno a questo oggetto è ancora assoluto, ed è difficile fare delle ipotesi sia sulle specifiche hardware che sul sistema operativo che utilizzerà.

Se crediamo alle indiscrezioni sullo schermo touch da 10 pollici, è praticamente impossibile che venga utilizzato Mac OSX, a meno che Snow Leopard non riveli grosse sorprese nell'interfaccia. D'altro canto viene altrettanto difficile pensare all'utilizzo dell'iPhone OS su uno schermo così grande, senza considerare che l'iPhone OS, oltre a non consentire l'apertura contemporanea di più applicazioni sviluppate con l'SDK ufficiale, manca completamente di un file manager (salvo novità inattese nel firmware 3.0), funzione pressoché indispensabile se si pensa di utilizzare il dispositivo come una sorta di computer da viaggio. Per quello che ne sappiamo ora, non sarebbe nemmeno da scartare l'ipotesi di un ulteriore sistema operativo, sempre derivato da Mac OSX (come l'iPhone OS) ma studiato ad hoc per il nuovo hardware. Questo però significherebbe scatenare un'altra corsa alla realizzazione di nuove applicazioni, e non è detto che gli sviluppatori vedano di buon occhio questa possibilità. A meno che non si tratti di un sistema così simile all'iPhone OS che permetta di realizzare software con lo stesso SDK e uno sforzo minimo per assicurare la compatibilità.

L'unica cosa che si può ribadire è che, al di là del software che ci girerà sopra, la realizzazione di un chip custom dovrebbe consentire ad Apple di realizzare idee che al momento non sono presenti su nessun dispositivo in commercio. In ogni caso, di qualunque cosa si tratti, sarà sostenuta da un'adeguata campagna di marketing, visto che tra le ultime assunzioni di Apple compare anche Richard Taversham, ovvero la persona che con le sue strategie è riuscito a portare la Xbox fino ad un testa a testa con la Playstation Sony, impresa giudicata quasi impossibile visto lo strapotere che Sony era riuscita a conquistare con la prima versione della sua console.

Il prossimo appuntamento per cercare di carpire qualche notizia in più è fissato per il WWDC di giugno (che con largo anticipo ha registrato il tutto esaurito per il secondo anno consecutivo), quando verrà rilasciato il nuovo firmware per iPhone e si scoprirà qualcosa in più su Snow Leopard. Se però il nuovo dispositivo è ancora lontano dall'entrare in produzione, difficilmente verranno svelati indizi utili alla sua identificazione."

mercoledì 6 maggio 2009

App Store: Giocare multitouch

Perché limitarsi ai soliti giochi quando abbiamo tra le mani l'unico dispositivo tascabile multitouch? Ecco un paio di giochi, completamente diversi tra di loro, che potete giocare solo su iPhone e iPod Touch

-Sway [prezzo: 3,99 Euro, voto: 4/5]
Con Sway prenderete il controllo di un simpatico pupazzetto che deve raggiungere determinati traguardi facendo una sorta di free climbing tra i vari scenari (25 livelli in 4 diverse ambientazioni). Utilizzando due dita simulerete la presa con le due mani, e avrete la possibilità di ondeggiare appesi ad un solo braccio per darvi lo slancio necessario a raggiungere nuovi appigli. Ovviamente non mancano bonus da raccogliere e personaggi la liberare (10 in tutto, ognuno con caratteristiche differenti).
Piacevole sia da vedere (la grafica è tutta in 3D) che da giocare (è disponibile anche in versione Lite se volete provare la dinamica del gioco prima di acquistarlo), a mio avviso non merita il voto pieno per un paio di difetti. Il primo è l'impossibilità di salvare la partita in corso: gli ultimi livelli sono abbastanza impegnativi, e sarebbe utile salvare la partita ai check point per ripenderla in un altro momento. Il secondo difetto, purtroppo, è legato alla dinamica del gioco: può capitare di muovere troppo il dito mentre si oscilla, e se si esce dalla zona sensibile al tocco (visto che lo schermo è tutto liscio) il nostro pupazzetto cade nel vuoto... un possibile miglioramento potrebbe essere l'identificazione del movimento del dito verso l'esterno (che è diverso dallo "staccare il dito al centro dello schermo") per mettere il gioco in pausa. Se poi spostando il dito per oscillare si preme inavvertitamente il tasto home, si esce (giustamente) dall'applicazione, e quando si rientra bisogna ripartire da capo, perché la partita non è stata salvata.

-Eliss [prezzo: 2,39 Euro, voto 4/5]
Eliss è un puzzle game molto particolare. Dietro una grafica non eccezionale, che ricorda i vecchi giochi vettoriali, si nasconde una idea originale e molto ben realizzata. Lo scopo di Eliss è quello di confinare i "pianeti" che compaiono sullo schermo, in una sorta di campo di energia (dello stesso colore), per farli poi scomparire. Sfruttanto il multitouch potete muovere i pianeti per unirli tra loro (formando un pianeta più grande) o dividendoli a metà (ottenendo due pianeti più piccoli): le dimensioni sono importanti perché per essere catturato dal campo di energia, il pianeta dev'essere delle giuste dimensioni. A complicare la faccenda dovete considerare che se più pianeti di diverso colore entrano in contatto, la vostra energia diminuirà, fino ad arrivare all'inevitabile Game Over: potete usare tutte le dita che volete per spsotare più pianeti contemporaneamente ed evitare che collidano... se questo non bastasse, proseguendo nei livelli compariranno anche vortici che attirano tutti i pianeti e palle di "energia negativa" che non devono entrare in contatto con nessun pianeta. Fortunatamente, di tanto in tanto appaiono anche bonus per ripristinare l'energia o rallentare temporaneamente il ritmo di gioco. Grafica a parte, che per il tipo di gioco può anche essere azzeccata, l'unico difetto di Eliss e la curva di difficoltà che cresce molto rapidamente: rischiate di trovarvi bloccati dopo una decina di schermi, il che potrebbe risultare frustrante, anche perché non è disponibile alcuna versione lite per fare delle prove (è anche vero che il prezzo non è elevato).

[cs] Active presenta iCalamus

Active annuncia l'inizio della distribuzione di iCalamus della software house tedesca Inverse Software.
iCalamus è un programma di impaginazione per gli utenti Mac .
iCalamus permette di creare quei documenti che un programma di gestione testo non è in grado di realizzare e che solo un programma di impaginazione permette di impaginare.
L'interfaccia intuitiva rende la composizione di un documento complesso molto semplice.
Dalla possibilità di rendere vettoriali i font usati, a quella di poter aggiornare il proprio sito web usando uno strumento semplice ed intuitivo, alle creazione e gestione delle ombre del testo, alla creazione di percorsi su cui far fluire il testo, iCalamus offre tantissime caratteristiche che ne fanno uno strumento estremamente utile per gli utenti Mac che hanno la necessità di uno strumento sofisticato, ma che non vogliono spendere molto.
iClamus ha il costo di euro 129,00 IVA inclusa

Ulteriori informazioni e demo a partire da questa pagina:
www.active-software.com/icalamus

Presto, in tutti i negozi Apple.

I software éditi e distribuiti da Active, oltre che nel negozio on line,
li trovi presso i Multicenter Mondadori, i Rivenditori Apple, i negozi APStore, l'AppleStore di Roma e sul sito Apple.

martedì 5 maggio 2009

Prima Android, poi WebOS... arriverà anche Apple?

Abbiamo già parlato delle ambizioni di Android in ambito netbook, anche richiamando articoli di Punto-Informatico. In questi giorni aleggiano nell'aria alcune indiscrezioni riguardo progetti simili da parte di Palm: il nuovo WebOS sembra destinato a far rinascere Foleo, il subnotebook abbandonato da Palm poco prima che venisse alla luce (e guardando il successo che hanno avuto poco dopo gli eeePC di Asus, forse Palm si starà mangiando le mani...).

A differenza di Foleo, che utilizzava una versione ad-hoc di Linux, l'eventuale nuovo dispositivo di Palm sarà basato su WebOS, e questo può essere tanto un punto di forza quanto un punto di debolezza: un punto di forza perché WebOS è un sistema studiato ad hoc per smartphone e dispositivi ultraportatili (e sotto questo punto di vista di avvicina molto di più all'iPhone OS rispetto a quanto non faccia Android); un punto di debolezza perché questa filosofia implica necessariamente lo sviluppo di software nativo, quindi bisognerà vedere quale sarà il supporto delle software house.

Da questo punto di vista, se Apple dovesse realizzare qualcosa del genere (e ne parleremo nei prossimi giorni), partirebbe sicuramente avvantaggiata, vista l'esperienza già maturata con l'App Store e il largo supporto che ha già ottenuto sia dagli utenti che dagli sviluppatori.

lunedì 4 maggio 2009

Psystar: spunta la tesi del complotto

La faccenda della Psystar risale allo scorso anno; per chi ancora non lo sapesse, Psystar vende dei normali PC con una licenza originale di Mac OS X, e una versione modificata dello stesso sistema, che altrimenti non potrebbe essere installato sulla macchina in questione. Al di là dell'ovvia contraddizione che sta dietro questo modo di operare, finché un giudice non si esprimerà in merito alla faccenda, Psystar continuerà a vendere i suoi "Open PC", danneggiando in un certo qual modo Apple.
Proprio sul tema dei presunti danni, Psystar sta facendo orecchie da mercante, dimostrando di non voler collaborare allo svolgimento del processo. Su Punto-Informatico di oggi viene analizzato proprio questo aspetto; riporto:

"[...] Rudy Pedraza [...] ha ripetuto qualcosa come 90 volte nel corso delle sue dichiarazioni che "non ricordava" quali fossero i volumi di affari della sua azienda, quali i margini operativi, le proiezioni di bilancio ecc ecc.
[...] perché Pedraza, responsabile della sua azienda e designato a testimoniare, dice di non conoscere o non ricordare dati tanto importanti per il suo business come i volumi di vendita o i margini garantiti dai suoi prodotti?
[...] Psystar, si domandano gli avvocati, è davvero un produttore legittimo di PC che segue una strada tribolata (e secondo Cupertino illegale) per vendere i propri prodotti, o è piuttosto un mero esecutore di un piano ideato da altri e volto a danneggiare economicamente Apple?"

La tesi del complotto contro Apple sarebbe degna delle migliori sceneggiature fantatecnologiche, e non voglio neanche pensarci, anche se sarebbe un risvolto "intrigante" della questione: se veramente fosse "un piano ideato da altri", non sono molti quelli contro cui puntare il dito... e significherebbe stravolgere il mondo dell'informatica così com'è conosciuto dai comuni utenti.
D'altro canto sarebbe sconvolgente anche un'eventuale sentenza che desse ragione a Psystar: in tal caso Apple dovrebbe mostrare una dinamicità tale da modificare il suo assetto aziendale per abbandonare l'attuale politiche di "chiusura" e cercare di trarre vanatggio dall situazione.
Qualunque cosa succeda, sarà interessante seguirne gli sviluppi nei prossimi giorni.

domenica 3 maggio 2009

Prezzi più bassi in arrivo

Il "solitamente ben informato" Appleinsider riporta che Apple sia in procinto di abbassare i prezzi di iMac e MacBook; nel caso del MacBook, lo scopo sarebbe quello di contrastare la ploriferazione dei cosiddetti netbook.
Non ho motivo di credere che la notizia sia infondata (e credo che in questo particolare momento sarebbe la giusta mossa da fare), ma c'è qualcosa che stona nella notizia: sul lato desktop, se venisse abbassato solo il prezzo dell'iMac, il Mac mini perderebbe ancor più di significato (visto che già in queste condizioni ha un rapporto prezzo/dotazione che è il peggiore di tutta la linea Apple). 
Sul fronte dei portatili, se è vero che Apple ha sempre dichiarato di non credere nei netbook, è anche vero che ha ammesso di essere al lavoro su un prodotto "alternativo", anche se probabilmente ci vorrà ancora un po' di tempo (ne parlerò nei prossimi giorni). Dopotutto lo stesso Appleinsider ha riportato qualche giorno fa la notizia dell'apparizione di un fantomatico MacBook mini nei log di Adium, quindi l'argomento è sicuramente "caldo", al di là degli abbassamenti di prezzo del MacBook

sabato 2 maggio 2009

iTunes Store: film in arrivo?

C'è una notizia di un paio di settimane fa, che è passata un po' in sordina, ma che merita un breve spunto di riflessione: sullo store tedesco è iniziata la vendita dei film, e il loro noleggio. I prezzi sono allineati con quelli degli altri paesi: si parla di 2.99 Euro per il noleggio (3.99 per le novità), e 7.99 per l'acquisto (che diventano 9.99 per le novità, e addirittura 13.99 per le prime visioni).
Al di la dei prezzi, che secondo me sono assurdi in relazione al tipo di utilizzo che viene fatto dei film (ne avevo parlato già nel 2006, quando venne inaugurato il servizio sullo store americano), la notizia importante è che la Germania è il primo paese di lingua non inglese a vedere l'attivazione di questo servizio: gli altri paesi sono Stati uniti (ovviamente), Canada (che in realtà come lingua ufficiale avrebbe "anche" il francese, ma le vendite sull'iTunes Store sono di film in inglese) , Regno unito, Australia e Nuova Zelanda.
E' dal 2007 che si attendono film e serie TV (queste ultime, sotto certi punti di vista,  più interessanti) anche al di fuori degli USA, e sebbene "formalmente" quest'espansione sia già stata fatta, non si può certo che la diffusione sia capillare. Sicuramente il problema non è solo di Apple, ma è legato soprattutto agli accordi con le major, fatto sta che se Apple vuole assicurare un futuro alla sua TV (di cui, recentemente, ha chiesto pareri agli utenti, probabilmente con la prospettiva di una prossima revisione) dovrebbe cercare di velocizzare il processo di diffusione di questo servizio in tutti i paesi europei, e la mia opinione è che l'uscita in Germania simboleggi l'inizio di questo processo (che comunque non sarà breve...)