Come di consueto, ripropongo l'articolo già pubblicato su Punto-Informatico. Come nota a margine noto che iBook 3.0 è stato rilasciato nella giornata di oggi (stanotte, quando ho preparato l'articolo, non era ancora presente sullo store) ma non ho ancora avuto modo di darci un'occhiata: in questo momento non avrei nemmeno un iPad per provarlo. A seguire, l'articolo (nei prossimi giorni, magari, un approfondimento):
È difficile dire come sarebbero andate le cose con Steve Jobs ancora alla guida di Apple, e forse non ha neanche tanto senso chiederselo. Certo è che, nonostante i proclami
di voler mantenere un elevato livello di segretezza intorno ai propri
prodotti, ultimamente le fughe di notizie precedono gli eventi di Apple
con largo anticipo e questo, forse, con Jobs non sarebbe successo. Non
in modo così eclatante perlomeno.
iPad Mini
Ma veniamo all'evento vero e proprio, e partiamo dal tanto discusso iPad mini.
Qui il richiamo a Steve Jobs è d'obbligo, visto che fu il co-fondatore
di Apple a dichiarare pubblicamente che un iPad da 7 pollici non avrebbe
avuto senso: con solo il 45 per cento dell'area di lavoro di un iPad
"normale", avrebbe richiesto della carta vetrata per appuntire le dita
in modo da poter gestire l'interfaccia utente su una superficie così
piccola. Ma forse Jobs stava confondento le idee ai propri
interlocutori, oppure cambiò opinione in seguito, perché dal recente processo che ha visto contrapposte Apple e Samsung è emerso che Jobs era in realtà propenso ad esplorare anche questo settore di mercato.
Ci
sarà quindi della carta vetrata inclusa in ogni confezione di iPad
mini? Ovviamente no, e la ragione è molto semplice perché ricadiamo in
un banale calcolo numerico. Innanzitutto iPad mini ha una diagonale di
7,9 pollici, una misura più vicina agli 8 che non ai 7, due centimetri
in più sulla diagonale che portano la superficie fino al 67 per cento di
quella del'iPad da 9,7 pollici o, se preferite, il 35 per cento in più"
rispetto ad un tablet da 7": ottimi numeri da snocciolare a livello di
marketing, soprattutto se abbinati ad uno spessore ed un peso estremamente ridotti . Tralasciando gli aspetti commerciali, una risoluzione di 1024x768 su una diagonale da 7,9 pollici corrisponde
ad una densità pari a 163 dpi, di gran lunga inferiore ai 264 dpi
dell'iPad con display Retina (o ancora meno rispetto ai 326 dpi di
iPhone) ma leggermente superiore ai 132 dpi delle prime generazioni del
tablet della Mela.
Quel che più conta però, è che 163 dpi corrispondono esattamente alla
definizione dei primi modelli di iPhone, prima dell'introduzione del
display Retina, il che rende l'interfaccia di iOS su iPad mini
perfettamente compatibile con gli standard di usabilità imposti da
Apple. In definitiva, stessa risoluzione di iPad 2 (quindi massima
compatibilità delle App) e stessa definizione dei vecchi iPhone (quindi
stessa usablità d'interfaccia).
Sciolto questo dilemma, resta da
chiedersi cos'abbia spinto Apple ad entrare in questo segmento di
mercato, e qui le risposte possibili sono molteplici: si va dalla banale
volontà di realizzare un dispositivo intermedio tra i 3,5 pollici
(diventati ora 4) dell'iPod Touch e i 10 (per la precisione 9,7)
dell'iPad, all'intenzione di realizzare un prodotto dal prezzo più
abbordabile o che mettesse il bastone tra le ruote alla concorrenza, che
da sempre punta su questa dimensione. In realtà lo scopo, nemmeno tanto
nascosto, di iPad mini è quello di ampliare la penetrazione di Apple
nel settore dell'editoria elettronica. Jobs (ennesimo richiamo
inevitabile) disse che non credeva negli eBook reader, dispositivi dalle
capacità troppo limitate se paragonati ad un tablet che, oltre a
consentire la lettura di eBook, permettono di fare molte altre cose;
evidentemente la sua idea non era tanto sbagliata se anche Amazon
(leader indiscussa nel settore dell'editoria digitale) si è lanciata nel
mercato dei tablet con il Kindle Fire, uno dei tablet Android più venduti.
Al momento però, Apple, nonostante iTunes U
(servizio interessante che però coinvolge solo il settore educational) e
nonostante abbia fatto leva sulla possibilità di autopubblicazione dei
propri manoscritti, con tanto di applicazione
orientata alla realizzazione di libri interattivi, ha fallito nelle
proprie aspettative in questo settore, o quantomeno le ha di molto
ridimensionate. I motivi di questa défaillance sono molteplici, ma tra
questi va sicuramente annoverata anche la mancanza di un dispositivo
adatto ad attirarare quella parte di clientela interessata
principalmente alla lettura di libri.
iPad "classico" offre
un'ampia area di lavoro e un'elevata definizione, ed ha anche una
potenza tale da gestire senza problemi multimedialità, interattività, e
PDF di grosse dimensioni (punto debole degli eBook reader tradizionali);
di contro, però, (anche tralasciando l'argomento della tipologia di
schermo) ha un peso ed una dimensione che non si possono minimamente
paragonare ai leggeri e snelli e-reader. iPad mini invece pesa meno
della metà rispetto all'iPad tradizionale (solo 308 grammi) ed è di
oltre 2 millimetri più sottile rispetto ad iPad Retina (è anche
leggermente più sottile dell'iPhone 5). Per rendere ancora più evidente
il fatto chèiPad mini "sta in una mano" Apple ha anche ridotto la
cornice sul lato verticale, rendendolo simile ad un grosso iPod.
Un altro elemento che dovrebbe rendere evidenti le intenzioni di Apple è l'attesa nuova release di iBooks, che dovrebbe offrire piena compatibilità con il formato EPUB3,
ma al momento non è ancora stata rilasciata: forse sarà disponibile in
concomitanza con la disponibilità di iPad mini. Resta invece un mistero
l'impossibilità di leggere su computer i libri comprati su iBookStore,
che attualmente sono visualizzabili solo sui dispositivi iOS: questa
scelta sarebbe comprensibile (quantomeno strategicamente, non certo dal
punto di vista dell'utente) se Apple fosse in una posizione dominante
nel settore dell'editoria digitale, ma visto che si trova nella
condizione di dover recuperare strada perché non offrire la lettura
anche da iTunes (magari con la prossima release
attesa a giorni) o da un'applicazione apposita? Conquisterebbe di colpo
un gran numero di potenziali clienti per iBookStore, tutti quelli che
utilizzano iTunes (anche su PC-Windows) ma che non possiedono un
dispositivo iOS.
Tornando all'iPad mini, com'era facilmente prevedibile,
il processore è un Apple A5: non è necessario il comparto grafico
potenziato dell'A5X (o addirittura A6X) che gestisce lo schermo Retina, e
un Apple A6 avrebbe reso il prodotto troppo concorrenziale rispetto
all'iPad tradizionale. Il prezzo si posiziona esattamente nello spazio
compreso tra iPod Touch e iPad da 9,7 pollici: partendo della verione
WiFi, si va dai 329 Euro per il modello base da 16 GB (stesso prezzo di
iPod Touch, che però offre il doppio dello spazio) e i 529 Euro per il
modello da 64GB (praticamente lo stesso prezzo dell'iPad Retina da 16GB,
che costa 499 Euro). Il modello intermedio da 32GB costa invece 429
Euro, ovvero si trova a concorrere con i 399 Euro di iPad 2 (che a
parità di processore offre uno schermo più ampio ma una capacità di
archiviazione dimezzata).
Tutto bene quindi? A giudicare dalle reazioni in borse sembrerebbe di no, visto che a seguito della presentazione il titolo AAPL
ha perso più del 3 percento (anche se nel mercato After Hours è in
leggero recupero) probabilmente perché in molti si aspettavano un prezzo
più aggressivo, sotto i 300 dollari, a costo di sacrificare parte delle
memoria proponendo un modello da 8GB. Resta il fatto che quello che è
appena iniziato è il trimestre natalizio, ed è difficile pensare che
iPad mini rimarrà sugli scaffali a prendere polvere.
Restando in
tema iPad, l'evento di ieri non si è limitato a proporre la versione
mini del tablet della mela, ma si è spinto oltre, aggiornando anche il modello tradizionale (d'ora in poi identificato come iPad con display Retina) con il connettore Lightning e con un nuovo processore Apple A6X.
Per quanto riguarda il connettore, nessuna sorpresa: Apple vuole
spingere i produttori di accessori all'adozione del nuovo formato, a
costo di scontentare chi si ritrova con diversi dispositivi o accessori
dotati del connettore dock classico (che comunque essendo il connettore
di iPhone 4 e 4S, nonché di iPad 2, avrà ancora qualche anno di vita).
Per quanto riguarda il processore, l'Apple A6X è un derivato dall'Apple
A6 con comparto grafico potenziato (esattamente come per l'Apple A5 e
l'A5X), quindi eredita gli stessi incrementi prestazionali del passaggio
tra le due differenti architetture, che si traducono in prestazioni
doppie.
Al di là delle perplessità di un aggiornamento così
ravvicinato (soprattutto tra chi ha recentemente acquistato un iPad con
A5X), è evidente che Apple vuole spingere l'acceleratore al massimo in
questo settore, e forse non è un caso che, tra tutte le indiscrezioni
trapelate, non ci fosse il sentore di un cambio così radicale
dell'hardware (anche se era data per scontata l'adozione del connettore
Lightning). Curiosamente l'iPad con processore A6X non va ad affiancare
il vecchio modello, ma lo rimpiazza completamente; a listino rimane
invece l'ormai "vecchio" iPad 2. Da segnalare che, in base a quanto riporta CNet, alcuni Apple Store sostituiranno gratuitamente gli iPad comprati negli ultimi 30 giorni con il nuovo modello presentato oggi.
Accantonando il mondo iOS, le novità di ieri sera sono state molte anche
nel settore Mac, con un iMac completamente rinnovato nel design, e un
nuovo MacBook Pro Retina da 13 pollici. Lasciando perdere gli assenti
(cioé il Mac Pro che non è arrivato) partiamo dal nuovo iMac. Quello che più colpisce del nuovo all-in-one di Apple è sicuramente il design:
più volte mi è capitato di vedere gente che confondeva iMac con un
monitor, ma ora le possibilità di confusione crescono esponenzialmente,
visto che il bordo arriva ad uno spessore di soli 5 millimetri.
Ovviamente, per raggiungere un tale risultato, al di là delle
complicazioni sul processo costruttivo (come "il processo di saldatura
per frizione e rimescolamento") è stata rimossa l'unità ottica, già
assente dagli Air, dal Mac mini, e dal MacBookPro 15 pollici Retina.
Estetica
a parte, la rimozione del drive non fa che segnare un ulteriore passo
verso la sparizione di questo supporto: nella situazione ideale
immaginata da Apple, il software di scarica dal Mac App Store, la musica
dall'iTunes Store e i film pure, senza dare nanche una chance al
Blu-ray. Non c'è spazio per il supporto ottico, così come a cavallo del
nuovo millennio, per motivi differenti, non c'era spazio per il floppy
disc (l'iMac del 1998 segnò l'inizio della fine di quel supporto). Nella
realtà dei fatti CD e DVD (in misura minore anche Blu-ray) sono ancora
nelle case di molte persone anche se gran parte di musica e film sono
già stati convertiti e copiati su hard disk esterni, NAS, chiavette USB e
quant'altro (quando non sono già stati già comprati o scaricati dalla
Rete in questo formato). Anche se io stesso non ricordo quand'è stata
l'ultima volta che ho utilizzato il drive ottico sul computer, credo che
questa transizione sarà un po' più lunga da completare.
Il nuovo iMac ovviamente non è nuovo solo nell'estetica, ma anche nelle specifiche tecniche:
processori Core i5 o i7 fino al quad-core da 3,4GHz, da 8 a 32 GB di
RAM, schede grafiche NVIDIA Kepler in varie versioni (dalla GT-640M del
modello base, alla GTX 680MX con 2GB di memoria, installabile sul
modello top), porte USB 3.0 e Thunderbolt, e nuove opzioni di
archiviazione. Si parte dal classico disco rigido da 1TB (fino a 3TB) ai
768GB di memoria flash, passando per dischi ibridi che Apple chiama Fusion Drive,
in cui il sistema decide automaticamente (in base alle abitudini
dell'utente) cosa mettere sul disco rigido tradizionale o sulla memoria
flash.
Infine, anche lo schermo del nuovo iMac subisce una piccola rivoluzione:
criticato da molti per le sue proprietà riflettenti, il display
dell'iMac è ora completamente laminato e rivestito con un particolare
processo che riduce del 75 per cento la luce riflessa. In attesa di
vederlo dal vivo (il modello da 21,5 polliic sarà disponibile a
novemente a partire da 1.379 Euro, quello da 27 solo a dicembre con
prezzi da 1.899 Euro) resta da chiedersi, viste le dimension compatte,
quanto questo "concentrato" di tecnologia sia "accessibile" dall'utente o
anche dai tecnici addetti alle riparazioni.
Un po' più lontano dai riflettori (vista l'assenza di novità eclatanti) Apple ha aggiornato anche il Mac Mini con nuovi processori i7 (fino al quad-core da 2,6GHz), RAM fino a 16GB (4GB nella configurazione standard ma facilmente espandibilie),
porte USB 3.0 e Thunderbolt (oltre alla HDMI), e la tripla opzione
anche qui per l'archiviazione: disco rigido tradizionale (500GB o 1TB),
memoria flash da 256GB, o disco ibrido Fusion Drive sempre da 1TB. A
meno di esigenze particolari, nonostante il prezzo d'acquisto non sia
proprio invitante soprattutto se confrontato con l'iMac (si parte da 649
Euro, che diventano 869 se si aumenta la RAM e si aggiungono trackpad e
tastiera), il Mac Mini rimane la soluzione più flessibile per
aggiornare il proprio sistema senza essere legati ad uno schermo.
Ovviamente la differenza è nelle prestazioni (soprattutto quelle
grafiche), quindi la scelta va ben ponderata.
Dulcis in fundo, il MacBookPro retina da 13 pollici. Atteso già a giugno, quando fu presentato il modello da 15, il nuovo portatile sfoggia
una risoluzione da 2560x1600 pixel con una definizione di 227 pixel per
pollice, 8GB di RAM (senza nessuna possibilità di espansione) e memoria
flash fino a 768GB. Tutto in uno chassis
da 1,9mm di spessore per 1,6kg di peso, e 7 ore di autonomia. A
differenza dal modello da 15 pollici monta solo la scheda grafica
integrata Intel HD Graphics 4000, ma in ogni caso riesce sicuramente a
rubare un po' di scena ai suoi fratelli: sottile quasi quanto l'Air da
13 ma con prestazioni maggiori (anche se più caro), più leggero e veloce
del modello standard (che costa quanto l'Air ma ha una risoluzione
inferiore) e più economico del retina da 15, col quale condivide però
tutte (o quasi) le soluzioni tecniche.
Difficile comprendere come Apple voglia far coesistere
tre diverse versioni della stessa taglia di macchina: probabilmente,
quando i costi di schermo e SSD lo permetteranno, i MacBook Pro che
conosciamo oggi usciranno di scena e l'offerta di Apple presenterà solo
la linea Air (che ha già soppiantato il MacBook) e la linea Retina (che
soppianterà in tutto e per tutto la linea Pro).
Nel complesso,
nonostante l'andamento borsistico non abbia perdonato nulla (anzi, ha
evidentemente bocciato alcune scelte fatte da Apple), quello di ieri è
stato un evento molto importante per comprendere la strada intrapresa a
Cupertino, una strada che guarda sempre di più alla mobilità estrema
(sia in veste tablet con iPad mini, che nel settore computer con il
MacBookPro Retina da 13) e alla ricerca di prestazioni tramite
l'adozione standard di memorie flash o dischi ibridi gestiti in modo
trasparente per l'utente. Ma soprattutto l'aggiornamento "prematuro" di
iPad mostra che Apple mira a tenere alta la guardia in questo settore
considerato strategico per il futuro, puntando a processori proprietari
che, se sviluppati nella giusta direzione, le daranno un grande
vantaggio competitivo.
mercoledì 24 ottobre 2012
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Ipad 4gen, non sapremo mai le vere scelte che hanno portato all'anticipo sull'uscita "normale" a marzo.
RispondiEliminaIl solo connettore è abbastanza improbabile, la cpu, non c'era una particolare esigenza, facetimehd non ne parliamo nemmeno, l'unica cosa riguardava l'lte europeo, ma appunto era un "problema" europeo ed è difficile crede che apple si sia mossa pensando a parte di quell'utenza visto anche che la concorrenza non era molto più avanti (come l'LTE d'altronde).
C'è chi vocifera un calo di vendite in corso, e che apple abbia preferito reagire anticipatamente per natale, anche se la stranezza è che ora come ora sul sito apple non si può acquistare nè il 3gen nè il 4gen (questione di giorni immagino, ma così è).
Però la domanda è cosa faranno il prossimo anno, trovo poco credibile che fino a settembre 2013 rimangano senza presentare nuovo hardware. Punteranno tutto ad una (inutile, imho) iTV ? Opteranno per un ipad 5gen tra altri 5-6 mesi ? lavorando sui materiali, illuminazione, batteria e riduzione sensibile del peso ? O divideranno (molto difficile ma non impossibile) la linea iphone puntando anche ad un prodotto più "grande" ?
Vedremo.
Ipad mini, ho già detto tutto in passato, l'unica cosa che da un senso, come dici in parte anche tu, è l'essere un ipad nato più per "bambini" che per tutti, per un bambino prendere in mano un 8" e soprattutto un prodotto da 300g è indubbiamente meglio, e se prima ai bambini davi un ipod touch oggi non è assurdo dargli un ipad mini.
Ciò non toglie che personalmente preferirei dargli un ruggerizzed cinese in plastica. :)
Ovviamente ci saranno anche adulti che sceglieranno un prodotto del genere, ma
l'utenza tablet generica resto convinto preferisca un prodotto con schermo "grande".
Anche qui vedremo, sono curioso soprattutto di vedere le vendite del kindle fire 9" e del futuro nexus 10" in rapporto ai loro rispettivi prodotti "mini2.
Secondo me l'iPad "classico" è più comodo in casa, mentre il "mini" è più comodo da portare in giro. Poi molto dipende anche da quello che ci vuoi fare: per certi utilizzi sono equivalenti, per leggere quotidiani e riviste forse meglio il grande, ma per leggere eBook (al di là delle diversa resa del display rispetto all'eInk di altre tipologie di lettori) trovo più azzeccato il "mini". Per giocare o navigare, non credo faccia molta differenza, semplicemente il mini è più comodo da portare in giro (forse più per il peso che non per le dimensioni).
RispondiEliminaRiguardo il salto di generazione dell'iPad, la mia impressione è che Apple abbia voluto da un lato spingere sull'acceleratore, e dall'altro cambiare il periodo del lancio. Ritengo peraltro improbabile che non esca niente di nuovo da qui al prossimo autunno... i Mac Pro, comunque attesi da tempo, non avranno un impatto enorme sul pubblico e delle altre macchine restano da aggiornare solo i portatili: troppa poca roba per fare un anno intero, e soprattutto nessuna novità hardware sul fronte iOS per quasi un anno... non ci credo: piuttosto anticipano l'iPhone 6 (tantopiù che pure Samsung sembra voler presentare un nuovo Galaxy già a inizio anno)... anche perché se le indiscrezioni continuano a proliferare in questo modo, non si possono fare 6 mesi di rallentamento perché la genta aspetta già il successivo: meglio ridurre i tempi di aggiornamento e far uscire un nuovo prodotto ogni 9 mesi anziché 12.
Si, l'ho scritto altrove e lo dico anche qui, per me è il momento di 2 modelli di iphone, il mercato lo vuole, apple non ha la forza (come nessuno d'altronde) di imporre SEMPRE e COMUNQUE la propria visione, e questo lo ha ammesso di fatto con l'ipad mini, e in fondo non c'è nulla di cui vergognarsi.
RispondiElimina2 modelli sono presenti in tante altre linee di prodotto di apple, ipod, ma anche imac, notebook, ipad, a volte con differenze nette altre volte meno forti.
E soprattutto 2 modelli sono sempre pochi rispetto alla decina di altri concorrenti.
Un iphoneMaxi con schermo di dimensione superiore, fullhd (quindi col solito x4 d'incremento) è tecnicamente fattibile nel 2013, soddisferebbe tanti possibili utenti che migrano per quel motivo, coprirebbe un ulteriore fascia di "mercato/dimensione", permetterebbe di abbassare i prezzi degli iphone classici (visto anche la costante riduzione di interesse per gli ipod, touch compresi) contrastando meglio i competitor.
Io farei quella mossa, quindi apple sicuramente non la farà. :D
Se la novità dei primi 9 mesi 2013 dovesse rivelarsi essere la itv, beh ci risentiamo in autunno. ;)
Mhmmm... molta carne al fuoco...
EliminaParto dal fondo: la iTV, semmai esisterà, credo che avrà vita dura al di fuori degli USA, almeno per i prossimi 3-4 anni, quindi al momento non la considero nemmeno.
Quando parlavo dell'uscita anticipata del nuovo iPhone non intendevo un iPhone con schermo di dimensioni maggiori, ma proprio di un nuovo modello, con processore A7 (credo che Apple voglia spingere in quella direzione).
Un iPhone Maxi con schermo più grosso a 2272x1280? Cavolo, mi pare esagerato: anche andando su un 5" significherebbe 522dpi... se non erro di parla di full HD per LG e Samsung l'anno prossimo, con display da 5" a 1920x1080 (440dpi): non credo si possa andare a definizioni ancora maggiori nel 2013, e se Apple si volesse "uniformare" starebbe sullo stesso formato (anche perché i display li farebbero proprio LG e Sharp)
Beh apple è già sullo stesso formato (9:16), che tecnicamente uno schermo così sia esagerato sono d'accordo, ma apple a meno che non opti per cambiare drasticamente la risoluzione è "costretta" ai soliti x4 di upgrade.
RispondiEliminaChe la risoluzione sia ancora più spinta è vero, ma è sempre stato così lo schermo 640x960 è stato avanti a tutti per minimo 6 mesi (forse anche di più), lo schermo di ipad 1536x2048 idem, solo da oggi arriva il nexus 10 a 1600x2550, quindi un ipotetico 1280x2272 non è così improbabile se gli altri avranno i 1080x1920.
Ma nulla comunque vieta che facciano qualcosa anche "solo" a 1280x720 da 4,7", a parte i risaputi "problemi" (o pseudo tali) per gli sviluppatori e la retrocompatibilità di migliaia e migliaia di applicazioni non aggiornate.
In ogni caso credo sia una richiesta del mercato.
Un iphone 6 con A7 in primavera... mah, intanto c'è il problema dell'ios7, un conto è avere un nuovo modello di iphone senza nuovo ios (è successo con ipad mini) ben diverso è avere la nuova generazione di iphone (ma sempre 1 modello) senza questo, al di là della storia di apple non puoi spingerlo solo con un (inutile) A7, a meno di non essere costretto strategicamente a riposizionare i prodotti.
Iphone nuovo ogni 12 mesi in primavera e ipad nuovo ogni 12 mesi in autunno.
Ma è una cosa che dall'esterno mi appare senza senso.
Ora come ora comunque la cosa più probabile fra tutte è che in primavera esca un ipad mini 2gen con schermo 1536x2048 con ribasso della 1gen e forse un ipad 5gen rivisto sul "difetto" maggiore, il peso, un etto in meno sarebbe un plus non da poco, più forte di qualsiasi powerup tecnico.
Magari mi sbaglio, ma per avere una risoluzione così spinta credo sia quasi indispensabile spingersi su un display da 5"... non so... non ce la vedo Apple a "rinnegare" tutte le sue teorie di usabilità sostenute fino ad oggi (anche se in caso di necessità non credo si faccia troppi problemi a fare un voltafaccia...).
RispondiEliminaUn nuovo iPad mini a distanza così ravvicinata significherebbe inviperirsi tutti i clienti del modello che sta uscendo adesso (oltre a quelli che si sono presi l'iPad 3)... e sarebbe la stessa cosa anche per un ipotetico iPad 5...
In definitiva, o ci stiamo facendo troppe domande per nulla, oppure, IMHO, l'ipotesi più probabile è che l'iPhone torni a giugno (insieme all'iPod Touch) mentre iPad e relativo modelli mini restino a settembre. Il terzo incomodo, a marzo, potrebbe essere la iTV (ma, ripeto, la vedo difficile fuori dagli USA) o una revisione della Apple TV.
Naturalmente è solo uno scambio di vedute, o di chiacchiere ;), sull'argomento, personalmente vivo bene con ipad3 ne più ne meno di quanto vivevo il 22 ottobre, idem per iphone 4, che terrò finchè non muore definitivamente o finchè non introdurranno qualcosa che giudicherò come "da avere".
RispondiEliminaParadossalmente sono proprio questi particolari cambi di strategie e scelte di apple a stimorare le discussioni, se facessero sempre ciò che ci si aspetta sarebbe tutto noioso.
Ah, ovviamente il 5" sarebbe si un "rinnegare" quanto detto, ma non più dell'ipad mini e come per il tablet nella mia idea rimarrebbe anche il modello classico per accontentare tutti.
Ad un 5" che sostituisca il 4" non penso minimamente.
Non so: sono dubbioso su un doppio iPhone (che poi di fatto è già doppio, visto che l'iPhone 5 ha già un form factor diverso da 4 e 4S, ancora in vendita) ma considerando i recenti cambi al vertice, tutto può essere...
EliminaPotrebbe essere un motivo in più per anticipare il lancio del prossimo modello: a giugno iPhone 6 e iPhone 6XL, con l'iPhone 5 che rimane in vendita come entry-level e i 4/4S che spariscono. Si uniformerebbe connettore e form factor e resterebbero comunque in vendita tre diversi modelli per più scelta.
A quel punto (supponendo che anche l'iPod Touch segua le stesse vicissitudini dell'iPhone) l'iPod classico resterebbe l'unica mosca bianca col vecchio connettore dock: considerando anche il calo di vendita del settore, è destinato a sparire
Perchè per come la vedo io non è solo una questione di form factor, come non lo è stato con ipad mini rispetto all'ipad.
RispondiEliminaCerto coi 4" e l'aspect ratio 9:16 la differenza rispetto ai top di gamma android da 4,5"-4,8" si è un po' accorciata ma non vedo niente di sbagliato ad offrire 2 scelte.
D'altronde perchè esiste un macbook pro da 13 (o uno da 15) ? non ne basterebbe uno ?
Idem per l'air.
Giusta l'idea di non creare confusione nel cliente, ma in fondo una scelta tra 2 possibilità non è niente di che, e ripeto è già così per diversi altri prodotti apple.
Il 4 e 4s poi sono destinati a sparire (o ad essere relegati a prodotti "economici" o per i mercati meno avanzati), non perchè non vadano bene o per il connettore old quanto perchè apple per ovvi motivi punterà sul nuovo aspect ratio dello schermo per questa tipologia di prodotti (e spero solo per quella, non mi toccate l'ipad ;) ).