giovedì 29 dicembre 2011

[FuturApple] 2011: tiriamo le somme

E' giunto il momento di tirare le somme sulle previsioni fatte due anni fa e aggiornate a inizio 2011. In "grassetto-corsivo" trovate le previsioni originali, in "corsivo" gli aggiornamenti, e con scrittura "normale" i commenti odierni. Nei giorni a seguire gli aggiornamenti sulle previsioni del 2012 e gli azzardi sul 2013.

-Gennaio 2011: presentano Mac OS X 10.7 e sarà l'anello di congiunzione con iPhone OS; uscita prevista entro la fine dell'anno. Gli iPod Shuffle tornano ad avere i comandi on-board, il classic sparisce, e i nano raddoppiano di capacità restando grossomodo invariati.

Mac OS X 10.7 (nome in codice Lion) è già stato presentato, uscirà quest'anno, ed effettivamente ha alcuni elementi di interfaccia dichiaratamente presi da iOS, dal launcher simile alle pagine di iOS alla possibilità di far girare qualsiasi applicazione full-screen. Difficilmente Apple farà un evento per dare ulteriori descrizioni, a meno che non venga indetta una seconda WWDC dedicata a Mac OS X, visto che lo scorso anno tutto l'interesse è stato focalizzato su iOS. Gli iPod difficilmente verranno aggiornati a gennaio e i nano sono completamente cambiati: sostanzialmente assomigliano ad un costoso shuffle con interfaccia touch. Le uniche novità potrebbero arrivare dal classic.
Su Lion si sa già tutto, di ulteriori WWDC non ce ne sono state (né, credo, faranno in futuro una doppia edizione) e l'iPod nano è stato ulteriormente aggiornato recentemente. L'iPod classic sopravvive senza aggiornamenti, segno, IMHO, che un cambiamento è previsto a breve.

-Febbraio 2011: finalmente un MacBook Pro col BluRay!
Chi ancora spera in un Mac col Bluray credo che resterà deluso... i nuovi MacBook Pro potrebbero però essere più simili all'Air, quindi schermi con risoluzione maggiorata e disco SSD: quest'ultimo è già disponibile in opzione, potrebbe diventare parzialmente di serie, magari in luogo del drive ottico.

L'era del bluray la considero definitivamente passata, mentre dei mnuovi MacBook Pro stile Air se ne parla ma senza ancora nulla di concreto: previsione un po' inticipo sui tempi?

-Marzo 2011: Mac Pro a 32 core... bisognerà aspettare Mac OS X 10.7 per sfruttarli al meglio, ma anche con la 10.6.7 ci sono delle ottimizzazioni specifiche.
Per il momento siamo a 12 core. Un aggiornamento del corso dell'anno è sicuramente atteso, forse un po' più tardi, ma difficilmente si arriverà a 32 core: più probabile un passaggio per i 16 o 24.
Nulla di nuovo nel 2011 sul fronte Mac Pro, nonostante le indiscrezioni: in parte la corsa ai core si è un po' arrestata (ci sono dei ritardi anche sullo sviluppo di nuovi processori) in parte l'interesse verso questo tipo di macchine è andato scemando per il successo degli iDevice. Previsione completamente sbagliata ;)

-Aprile 2011: seconda versione dell'iPad, con nuovo processore Apple basato su Cortex A9 e doppia videocamera.
Questa mi sento di confermarla così com'è, con l'aggiunta delle ben note indiscrezioni. Forse potrebbe anticipare un pochino, e sicuramente sarebbe auspicabile un lancio su scala mondiale, non più frammentato com'è successo lo scorso anno...
Previsione azzeccata in pieno... non era difficile. Sarà più difficile quella per l'iPad 3, ma ne parleremo nei prossimi giorni.

-Maggio 2011: tra due prodotti consumer, spazio anche per i nuovi Xserve.

Come tutti ben saprete, gli Xserve sono ormai spariti, quindi previsione cannata in pieno (per quanto potesse valere) con nessuna possibilità di rettifica
Nulla da aggiungere o da commentare su una previsione che era già sbagliata un anno fa. Resta solo il dubbio (come già detto sopra) su un possibile Mac Pro che possa entrare comodamente anche in rack.

-Giugno 2011: alla WWDC, quinta versione dell'iPhone e relativo OS. Finalmente viene data maggiore flessibilità alla gestione dei files, mentre a livello hardware viene integrato uno zoom ottico 2x (sulla fotocamera del retro... quella frontale, introdotta nel 2010, rimane così com'è).

Che ci sarà l'iPhone 5, e relativo iOS 5, è quasi scontato. Che novità verranno introdotte è già più misterioso. Parlando di hardware, è facile che verranno trasposte le novità introdotte nell'iPad, quindi la speranza è quella di vedere un processore con specifiche Cortex A9 anche nell'iPhone. Sullo zoom ottico pare che Apple abbia già fatto degli studi di fattibilità, ma difficile capire "se" e "quando" verrà introdotto. Parlando invece di software, la maggiore flessibilità nella gestione di files è più che altro una speranza, ma credo che gli utenti (soprattutto quelli di iPad) sentano questa necessità, e prima o poi Apple dovrà fare qualcosa in merito... inoltre iOS 5 dovrebbe consentire maggiore flessibilità in Airplay, consentendo quantomeno lo streaming da iTunes agli altri dispositivi iOS (e non solo verso AppleTV). Chissà poi che con iOS 5 non venga innaugurato pure l'AppStore per AppleTV... in tal caso però servirà un modello con un minimo di capacità di archiviazione: annuncio a giugno per un update autunnale?
A parte il nome (iPhone 4S anziché iPhone 5) il quinto modello di iPhone è arrivato, ed è arrivato effettivamente in autunno anziché a giugno, con tutte le caratteristiche previste (A9, raddoppio di capacità). Nessun AppStore invece per la AppleTV, anche se il mancato aggiornamento autunnale lascia pensare a qualche novità in arrivo (e si parla già di TV-Apple anziché AppleTV, cosa che mi lascia ancora un po' dubbioso).

-Luglio 2011: aggiornamento del MacBook Air che diventa ancora più piccolo e leggero.

Già fatto ;)
Probabilmente nel corso dell'anno si assisterà ad uno speed bump, e magari all'offerta di dischi SSD di maggiore dimensione.

L'Air è una delle macchine Apple più azzeccate. Partito un po' in sordina per via del prezzo troppo elevato e delle potenzialità limitate (in un periodo in cui stavano arrivando anche gli ultra-economici NetBook) ha saputo reinventarsi poco per volta al punto da essere la macchina Apple di maggior successo e ha dato il via ad una nuova categoria di dispositivi, gli ultrabook, caratterizzati da dotazioni hardware di tutto rispetot (a differenza dei fallimentari, anche se economici, NetBook) e doti di portabilità estrema. Gli Air sono stati effettivamente aggiornati anche a luglio 2011, quindi previsione azzeccata.

-Agosto 2011: restiling totale dell'iMac; viene abbandonato il monoblocco per lasciare spazio ad un display più sottile montato con un braccio snodato su una base simile al Mac mini: è un po' un ritorno al vecchio "lampadone" G4.
Non credo molto ad un restiling in questa direzione, anzi, non ci credo quasi per niente, ma continuo a sperarci... e soprattutto, al di là del fatto che sarebbe un soluzione meno prestante e (almeno inizialmente) più costosa, mi piace sempre di più l'idea di un mini (o, meglio ancora, di un Air) abbinato ad un monitor.
L'iMac è stato aggiornato a maggio e si è trattato di un "normale" aggiornamento con l'aggiunta della thunderbolt (come, del resto, su tutte le altre macchine aggiornate nel 2011).

-Settembre 2011: as usual, nuovi iPod Touch derivati dall'iPhone (anch'essi con fotocamera, e una nuova Apple TV che innaugura la vendita dei contenuti video in tutta europa (che dite? era ora?)
Per AppleTV e contenuti video già ci siamo, con un anno di anticipo... per i nuovi iPod Touch, credo di non dire nulla di nuovo: spero solo che montino una camera più prestante sul retro, e magari anche un GPS... solo che così potrebbe fare troppa concorrenza all'iPhone.

Quest'anno gli iPod Touch non hanno seguito l'aggiornamento hardware dell'iPhone: niente processore A5 ma solo una nuova variante di colore, il bianco (arrivato a inizio ottobre); in compenso è stato abbassato il prezzo.

-Ottobre 2011: come annunciato a inizio anno, arriva Mac OS X 10.7 (Lion) e arrivano anche i nuovi Mac mini, in tutto e per tutto uguali alla "base" dell'iMac presentato qualche mese prima.

Felice di aver azzeccato il nome di Mac OS X 10.7, anche se le previsioni lo danno in uscita per l'estate, quindi qualche mese prima (meglio). Il nuovo mini (inteso come completo restiling) è già uscito l'anno scorso, quindi quest'anno arriverà con tutta probabilità un semplice speedbump.

Il nuovo mini, aggivato in realtà a luglio, porta con se la sparizione del lettore ottico, nuova sfida di Apple iniziata con l'Air e che potrebbe continuare con le future generazioni di MacBook Pro

-Novembre 2011: non è periodo per aggiornamenti consistenti, ma (in una stagione quantomeno anomala) arrivano le nuove release di iLife e iWork.
Pare che il trend attuale sia diventato quello di update ogni 18-24 mesi: iLife'11 è già arrivato, e sicuramente non ne arriverà un altro nel corso dell'anno (iWork'11 è atteso all'apertura del Mac App Store, tra un paio di giorni). Piuttosto, in tutta questa analisi (siamo ormai arrivati a fine anno) mancano i software professionali quali FinalCut, software per i quali Apple ha promesso aggiornamenti sostanziali, e software i cui aggiornamenti si attendono da tempo, perché FinalCut è partito molto bene, ma poi è rimasto un po' indietro rispetto alla concorrenza: spero che le nuove versioni arrivino a inizio 2011, altrimenti Apple rischia di perdere definitivamente il treno...
L'uscita di FinalCut X ha lasciato molti professionisti con l'amatro in bocca... vediamo come andrà a finire...

-Dicembre 2011: pausa... non si rilasciano nuovi prodotti sotto Natale...

...esattamente come quest'anno, nonostante le indiscrezioni di possibili eventi legati al mondo dell'editoria digitale... e tanti auguri a tutti, con (quasi) un anno di anticipo...
...

martedì 27 dicembre 2011

Scontro a due: la rivincita

Prosegue la panoramica sul confronto tra il Galaxy S e l'iPhone 4 che ho iniziato qualche giorno fa.

Prima di tutto una precisazione: nel confronto di qualche giorno fa dicevo che di punto in bianco la ribrica mi era sparita. Nei giorni scorsi ho notato che quando si attiva la modalità offline (cioé la modalità aereo) la rubrica su SIM non viene letta. Non ho la certezza che fosse questa la situazione, ma potrebbe essere, il che elimina uno dei problemi avuti col Galaxy S.

Un ulteriore punto a favore sembra essere la batteria: non ne ho la certezza al 100%, perché in realtà uso l'iPhone per molte più cose (notifiche Push comprese) ma la quella del Samsung sembra durare un po' di più.

Di contro sto provando molto odio sulla modalita per la selezione, taglio, copia e incolla del testo (non so se è specifica di questa implementazione di Android realizzata da Samsung o se è comune a tutte le versioni di Android). Apple sarà arrivata in ritardo nell'implementazione di questa funzione, ma l'ha realizzata in un modo infinitamente migliore.

Parlando sempre di scrittura, iOS presenta sempre la tastiera quando necessario abilitando direttamente il primo campo richiesto; sul Galaxy S, spesso e volentieri, devo richiamarla facendo un tap sul campo che voglio scrivere.

Tornando sull'hardware, il segnale GPS del Samsung ci mette più tempo a trovare la posizione quando abilitato, anche se questa cosa potrebbe dipendere dall'applicazione specifica (anche sull'iPhone ci sono alcune applicazioni in cui, a parità di condizioni esterne, sembra metterci di più). Non ci sono invece dubbi sulla capacità di ricezione in WiFi: quando sull'iPhone ho 2 o 3 tacche, sul Samsung le tacche sono 1 o 2... e tipicamente ci mette anche più tempo ad agganciarsi ad una rete nota.

Nonostante alcuni pregi di Android (e/o del Galaxy S) tutto questo conferma la mia opinione già espressa nel post precedente, ovvero che personalmente mi trovo molto meglio con iOS. Non metto in dubbio che molti altri avranno parere completamente opposto rispetto al mio, ma il mondo è bello perché il vario: l'usabilità di iOS è ancora una spanna sopra e visto che ritengo questa caratteristica predominante per l'utilizzo che ne faccio io, l'accoppiata iOS+iPhone a mio avviso risulta ancora vincente.

Nota finale: un mio amico che ha provato anch'egli il Galaxy S trovando i miei stessi difetti, ora ha comprato il Galaxy S II trovandolo decisamente migliore a livello di fluidità e velocità. La cosa non può che farmi piacere per gli utenti Android che acquistano il nuovo Galaxy S II, ma il mio confronto è stato comunque fatto tra Galaxy S e iPhone 4, due telefoni lanciati nello stesso periodo, due telefoni che si comportano in modo diverso, due telefoni aggiornabili in modo diverso...

lunedì 26 dicembre 2011

12 a 3(G)

E' iniziato oggi il consueto appuntamento con i 12 giorni di regali che Apple ai suoi utenti dal 26 dicembre al 6 gennaio.
Quest'anno l'inizio è stato meglio del solito (quantomeno per i miei gusti) con un album del Coldplay che raccoglie le tre canzoni e i tre video della recente esebizione londinese nel corso dell'iTunes Music Festival 2011.

C'è però una cosa che mi lascia molto perplesso e che, nonostante le apparenze, non riguarda Apple ma gli utenti di iOS: l'applicazione che notifica il regalo del giorno con una simpatica animazione è disponibile solo per iOS 4.3 o successivi, il che significa che gli utenti dell'iPhone 3G (un telefono del giugno 2008) sono tagliati fuori... ma sono tagiati fuori dall'applicazione che fa la notifica, non dai regali che potranno comunque scaricare passando direttamente dall'iTunes Store o dall'App Store, sia tramite telefono che da PC o Mac (se poi ci saranno applicazioni regalate che a loro volta richiedono le ultime versioni di iOS è un altro discorso).

Alla luce di ciò trovo assolutamente fuori luogo certe critiche che si possono leggere nei commenti dell'applicazione, commenti di chi non ha capito che i regali sono indipendenti dall'applicazione che li segnala, e al di là di tutto sono comunque indipendenti anche al telefono: mal che vada si possono scaricare sul computer e tenere in libreria in vista di futuri acquisti di nuovi iDevice. Più ridicoli invece (non me ne vogliano gli autori) i commenti di chi crede che scaricando l'applicazione "12 giorni di regali" sia possibile scegliere una qualunque applicazione da scaricare senza pagare nulla...

PS: riguardo l'obsolescenza dei telefoni, a chi (sempre nei commenti) si lamenta del fatto che Apple sembra non considerare più un telegono che ormai ha più di tre anni di vita, faccio presente che il Galaxy S, un telefono messo in vendita la scorsa estate (del quale ho parlato nei giorni scorsi, e del quale parlerò ancora nei prossimi giorni) pare che non riceverà ulteriori aggiornamenti del firmware: a voi la scelta.

martedì 20 dicembre 2011

Scontro a due [aggiornato]

[aggiornamento] In realtà ho scoperto che, quantomeno sul desktop, è possibile creare cartelle... meno male!!! un problema in meno... anche se in realtà non è possibile riordinare a piacimento all'interno: l'ordine è quello in cui si mettono le applicazioni :(

Da un po' di tempo a questa parte mi ritrovo ad utilizzare quotidianamente un Samsung S al fianco del mio iPhone 4, il che mi permette di fare un confronto diretto tra i mondi iOS e Android, tra un dispositivo Apple e uno Samsung (entrambi immessi sul mercato nella scorsa estate, quindi potenzialmente di pari caratteristiche).
Cominciamo dall'esterno.
La prima cosa che si nota del Samsung (al di là delle somiglianze estetiche con il 3GS, prima osservazione che mi ha fatto mia moglie senza neanche sapere cosa avessi in mano) è la dimensione sensibilmente maggiore dello schermo (4" contro i 3,5" dell'iPhone) cosa che dovrebbe essere un pregio ma che in realtà lo rende più scomodo in mano e che spero non contagi anche il prossimo iPhone (sensazione che avevo già espresso ad agosto ipotizzando il futuro dell'iPhone).
La seconda cosa che si nota è il peso: il Galaxy S è sensibilmente più leggero cosa che costituisce un vantaggio ma che indica una diversa scelta di materiali, e conferisce al telefono Samsung un'aria più "giocattolosa". Giusto per intenderci, la sensazione ottenuta stringento tra le mani uno dei nuovi Nokia Lumia 800 è decisamente migliore.
Ma torniamo all'aspetto fisico del Samsung. Sopra, oltre alla presa per le cuffie, c'è la porta micro USB, come da direttiva europea (porta che manca all'iPhone 4 e che Apple ha introdotto all'uscita dell'iPhone 4S tramite un apposito adattatore), sotto c'è solo il foro del microfono (l'iPhone ha anche la classica porta dock, utile per accedere ad un'infinità di accessori), sul lato destro c'è il pulsante di accensione/spegnimento/standby (quello che l'iPhone ha in alto), e sul lato sinistro c'è il doppio pulsante per il volume (esattamente come per l'iPhone). L'iPhone, in aggiunta, ha anche il selettore per la modalità silenziosa, cosa che sul Samgung va selezionata via software. Il fatto che il pulsante per lo standby sia in posizione opposta rispetto a quello del volume introduce un primo fastidio: impugnando il telefono "normalmente" ogni volta che si esercita una pressione per premere uno dei due, si preme inevitabilmente, involontariamente, e inavvertitamente, anche l'altro; inoltre, se si preme "volume +", si disabilita automaticamente la modalità silenziosa, il che rende la doppia pressioen involontaria ancora più fastidiosa.
Un'ultima considerazione, che ha a che fare parzialmente con l'analisi esterna, è la fotocamera: entrambe sono da 5 Mpixel, ma l'iPhone 4 ha anche un flash a LED che manca sul Galaxy S.
Accendendo il telefono lo schermo del Samsung è davvero notevole: nonostante non raggiunga la risoluzione del retina display (800x480 del Galaxy S contro i 960x640 dell'iPhone 4) la luminosità è davvero molto elevata, tanto che ho deciso di disabilitare il controllo automatico e di impostarla direttamente su un valore molto basso, ma più che sufficiente per la maggior parte delle situazioni.
Conclusa l'analisi "estetica", arriviamo all'utilizzo vero e proprio. L'iPhone 4 è aggiornato all'ultima versione di iOS, mentre il Galaxy S è "fermo" alla versione 2.3.3 di Android e per via ufficiale, al momento, non c'è verso di ricevere ulteriori aggiornamenti. In rete si sono delle versioni alpha e beta di ICS ma al momento non fanno per me: preferisco attendere release ufficiali (se arriveranno) o versioni quantomeno stabili. Fatta questa doverosa premessa (indispensabile per definire i limiti del confronto, che non avviene con l'ultima release di Android) nell'utilizzo quotidiano, nonostante le molte similitudini, le differenze di usabilità tra i due sistemi sono abbastanza marcate.
Per chi ancora non lo sapesse, Android ha una cartella applicazioni (dove finisce anche tutto quello che si scarica dai vari market) dalla quale si può "estrarre" quello che si vuole posizionare su una delle pagine del desktop, insieme ai vari widget (che personalmente non utilizzo). iOS invece ha un ambiente unico: tutte le applicazioni finiscono nel primo posto libero sulle pagine del desktop e si possono spostare da una pagina all'altra o raggruppare in cartelle (sebbene in un modo non del tutto convincente). Sul Samsung mi ha sorpreso (negativamente) il fatto che la cartella applicazioni fornita di default non mi permetta né di creare sottocartelle, né di ordinare le applicazioni a mio piacimento... mi devo limitare ad usarlo come "deposito" per quello che trascino sul desktop; nemmeno su quest'ultimo posso creare cartelle, e anche lo spostamento e l'ordinamento delle varie applicazioni risulta meno immediato in quanto occorre prima creare lo spazio necessario (mentre su iOS le icone si spostano dinamicamente in base a quello che stiamo spostando). In ogni caso su questi dettagli si potrebbe anche sorvolare, sia perché si possono installare altri launcher, alcuni dei quali "mimano" iOS, sia perché si potrebbe rimuovere direttamente la versione di Android preparata da Samsung per mettere altre ROM come la famosa Cyanogen o la MIUI MintBerry, che sotto molti aspetti estetici e funzionali strizza l'occhio a iOS. Questo è uno degli aspetti positivi di Android, anche se certe operazioni, pur non complicatissime e spiegate da numereose guide passo-passo in rete, non sono comunque alla portata di tutti. Altra operazione non immediata per tutti (e comunque non esente da possibili problemi di garanzia) è il root del dispositivo, operazione che consente realmente di disporre con tutta liberta del sistema (con conseguenti rischi) compresa la possibilità di disinstallare applicazioni e plug-in che altrimenti sarebbero irremovibili.
Questioni libertarie a parte, ci sono un altro paio di opzioni interessanti che differiscono dall'iPhone. La prima è la possibilità di posizionare un contatto sul desktop, il che dà un immediato accesso alla possibilità di chiamare o inviare un messaggio. La seconda è il centro notifiche che contiene anche alcune opzioni per abilitare/disabilitare il WiFi, il GPS, il Bluetooth, la modalità silenziosa e la rotazione. Su iPhone molte di queste cose richiedono qualche passaggio in più, a parte la modalità silenziosa (che ha un apposito selettore vicino ai pulsanti del volume) e il blocco rotazione (accessibile col doppio click del pulsante home).
A parte questo, le altre preferenze del sistema sono disposte in un modo a mio avviso più confusionario e ci sono alcune mancanze come un contatore del traffico dati su rete cellulare (carenza risolta installando 3G Watchdog, un'apposita applicazione che gira in background e segnala il traffico dati in un'apposita voce delle notifiche).
In ogni caso, una volta accomodato il telefono in base alle proprie esigenze, si passa all'utilizzo vero e proprio, e quindi all'installazione di applicazioni. L'android Market è ben popolato, ma molte applicazioni sono in realtà delle banali raccolte di sfondi (anche di dubbio gusto) per non parlare delle infinite versioni di wigdet-clock e similari. Non che l'App Store di Apple conti solo programmi utili (anzi...) ma ricordo ancora distintamente certi commenti di chi sosteneva Android sminuendo l'elevato numero di applicazioni per iOS e dicendo che la maggior parte erano tutte cose inutili: inviterei queste persone a fare un giro sull'Android Market prima di addentrarsi in ulteriori giudizi in merito.
Detto questo, per un confronto più diretto ho scaricato su Android alcune applicazioni che già utilizzo su iOS, così da valutare al meglio eventuali differenze. Nello specifico mi riferisco a News 360, Pulse, Angry Birds, AutoCAD WS, e Lufthansa. Le prime due sono sostanzialmente identiche alla versione iOS (e ammetto di non sapere se siano nate prima su iOS o prima su Android); anche Angry Bird per Android è fondamentalmente identica alla versione iOS e per di più è gratuita... ma il fatto di essere gratuita implica il fatto di doversi subire un banner pubblicitario. AutoCAD WS mi ha dato diversi problemi con messaggi di errori legati all'hardware del telefono che sono supporta alcune funzioni 3D (e qui si potrebbe introdurre il discorso della frammentazione del mondo Android, ma non è un argomento che voglio affrontare in questo articolo). L'applicazione della Lufthansa (che uso spesso per i miei viaggi) ha una qualità di interfaccia sensibilmente inferiore, tant'è che ho deciso direttamente di rimuoverla (continuerò ad usare la versione per iPhone).
Passiamo ad un'altra funzione tipica dello smartphone: la navigazione internet. Grossi problemi non ce ne sono (potenzialmente avrei a disposizione anche flash, ma i siti che visito normalmente non ne fanno fortunatamente uso) ma lo "zoom intelligente", quello che col doppio tap dovrebbe zoomare sull'area interessata, è lento e scattoso (oltre a non essere preciso nell'individuazione dell'area) roba che nemmeno sull'iPod Touch del 2007. Fortunatamente le cose migliorano con altri browser (al momento utilizzo Firefox, che ha anche diverse funzioni più interessanti rispetto al browser fornito di default) ma la fluidità di Safari sotto iOS è comunque tutta un'altra cosa... e il problema della fluidità con Android non riguarda solo la navigazione in internet.
Fluidità a parte, un altro difetto che ho riscontrato è la minore precisione dello schermo touch: nonostante sia più grande, e quindi anche la tastiera virtuale abbia dimensioni un po' più generose, mi ritrovo a fare errori di battiura molto più spesso.
Infine non posso non elencare le quattro disavventure che mi sono capitate in soli 10 giorni di utilizzo. Il primo giorno l'applicazione della fotocamera non voleva più cedere il controllo al sistema (no, non era bloccata col tasto di standby...) per cui ho dovuto forzare lo spegnimento. Un paio di giorni più tardi, la rubrica si è completamente svuotata (risolto spegnendo e accendendo). Il giorno successivo non scaricava più la posta elettronica: la connessione di rete era attiva (navigavo via WiFi), o provato a chiudere l'applicazione, rilanciarla, ripulire la memoria, e quant'altro, ma l'unico modo che ho avuto per risolvere il problema è stato l'ennesimo "spegni e accendi". L'altroieri, mentre mostravo il telefono ad un mio amico, d'improvviso ha deciso di non uscire più dallo standby: la batteria era carica ma la pressione dei pulsanti non aveva alcun effetto; anche premendo il pulsante di accensione a lungo (nella remota ipotesi che fosse stato inavvertitamente spento) non succedeva nulla; unica soluzione: togliere il coperchio e rimuovere la batteria. Non so se sono sfortunato io, ma mi pare di aver sentito di problemi simili anche da miei amici. Certo non è che iOS sia esente da difetti, ma lo uso dal 2007 su tre device (più i vari che ho avuto in prova per qualche settimana) e il problema più grosso che ho riscontrato è stato quello degli eventi duplicati in agenda, problema che a suo tempo ho risolto rimuovendo e rimettendo l'account di MobileMe.

Alle fine di tutto non mi sento di decretare un vincitore assoluto, perché ognuno ha le sue esigenze, ma personalmente mi trovo molto meglio con l'iPhone e oggettivamente il melafonino mi ha dato anche molti meno problemi.

PS: come nota a margine, nonostante non mi piaccia l'interfaccia a tiles (che trovo troppo "ingombrante" e "dispersiva") devo ammettere che per i pochi minuti che ho avuto modo di utilizzarlo, il Lumia con Windows Phone mi è sembrato molto più fluido e reattivo, e anche il telefono stesso offre una sensazione di maggiore robustezza

giovedì 15 dicembre 2011

[cs] Active nel mondo con App Store

[comunicato stampa]

Active Software è una azienda che produce in Italia da molti anni programmi per Apple e Windows.

Active ha inserito su App Store una dozzina dei suoi programmi, molti dei quali sono in vendita in tutto il mondo nella loro versione inglese.

Il programma più venduto in Italia è Fatturiamo! mentre quello che ha riscosso maggior successo nel mondo è Personal Finance.

Active può vantare clienti da Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Turchia, Cile, Brasile, Spagna, Argentina... oltre ai molti clienti italiani.

Cercate Active su App Store e troverete le icone rosse e tonde che caratterizzano i nostri programmi.

Active
Active Software è il principale distributore, sviluppatore e localizzatore di programmi per la piattaforma Macintosh in Italia. Operando da Gorizia raggiunge ovunque i propri clienti. I software distribuiti da Active sono disponibili nei principali rivenditori Apple e su App Store

http://www.active-software.com/

martedì 13 dicembre 2011

[cs] Il Mac App Store di Apple tocca quota 100 milioni di download

[comunicato stampa]

CUPERTINO, California— 12 Dicembre, 2011— Apple ha annunciato oggi che oltre 100 milioni di app sono state scaricate in meno di un anno dal Mac App Store. Con migliaia di app gratuite e a pagamento, il Mac App Store regala la spettacolare esperienza dell’App Store anche agli utenti Mac, che possono ora trovare nuove, fantastiche app, acquistarle con un account iTunes, scaricarle e installarle in un unico passaggio. Apple ha rivoluzionato il settore delle applicazioni con l’App Store, che conta ora oltre 500.000 app e da cui gli utenti hanno scaricato oltre 18 miliardi di app e continuano a scaricarne più di 1 miliardo al mese.
“In soli tre anni l’App Store ha cambiato il modo in cui gli utenti scaricano le app mobili, e ora il Mac App Store sta rivoluzionando il tradizionale settore dei software per PC,” ha dichiarato Philip Schiller, Senior Vice President di Worldwide Product Marketing per Apple. “Con oltre 100 milioni di download in meno di un anno, il Mac App Store è in negozio di software per computer più vasto e con il più elevato tasso di crescita al mondo.”

“Con i prodotti Autodesk sull’App Store e sul Mac App Store, possiamo raggiungere centinaia di milioni di utenti Apple in tutto il mondo,” ha affermato Amar Hanspal, Senior Vice President di Platform Solutions and Emerging Business per Autodesk. “Con il nostro AutoCAD WS gratuito e i più potenti strumenti di disegno professionale offerti da AutoCAD LT, usiamo il Mac App Store per distribuire nuovi prodotti e raggiungere un numero sempre maggiore di nuovi clienti Mac.”

“Il Mac App Store ci consente di raggiungere sempre più utenti e ha completamente rivoluzionato il nostro ciclo di sviluppo e distribuzione,” ha dichiarato Saulius Dailide del Pixelmator Team. “Offrire Pixelmator 2.0 in esclusiva sul Mac App Store ci consente di semplificare gli aggiornamenti del nostro software di editing delle immagini e di stare un passo avanti alla concorrenza.”

“In meno di un anno abbiamo deciso di concentrare la distribuzione di djay per Mac solo sul Mac App Store,” ha affermato Karim Morsy, CEO di algoriddim. “Con pochi clic, tantissimi clienti in 123 Paesi possono accedere alla nostra app djay per Mac. Non ci saremmo mai riusciti con i canali tradizionali.”

Il Mac App Store offre migliaia app nelle categorie Istruzione, Giochi, Grafica e design, Mode e tendenze, Produttività, Utility e tante altre. Gli utenti possono sfogliare le app nuove e degne di nota, scoprire le più richieste e le preferite della redazione, cercare nelle categorie o nelle top gratuite e top redditizie, nonché consultare le valutazioni e le recensioni di altri utenti. Il Mac App Store è incluso in Mac OS® X Lion ed è disponibile come aggiornamento software per i Mac con Mac OS X Snow Leopard®. Per saperne di più, visitate www.apple.com/it/mac/app-store.

Gli sviluppatori Mac fissano il prezzo delle loro app, trattengono il 70% dei ricavi delle vendite, non hanno spese per le app gratuite e non devono pagare i costi di hosting, marketing o pagamenti tramite carta di credito. Per maggiori informazioni sullo sviluppo di app per il Mac App Store, visitate developer.apple.com/programs/mac.

[cs] Corte Suprema di Cassazione sceglie iTwin per l'accesso remoto

[comunicato stampa]

Milano - 12 dicembre 2011 - La Corte Suprema di Cassazione ha scelto iTwin, il rivoluzionario dispositivo Plug‘n’Play per connettere in remoto due computer online in modalità semplice e sicura. iTwin, avendo superato i rigorosi test di sicurezza richiesti per l’accesso e la gestione dei documenti della Corte Suprema di Cassazione, permetterà ai magistrati di accedere ovunque essi si trovino, ai propri computer con la massima sicurezza e facilità d’uso.


“La scelta di iTwin nasce innanzitutto dalle garanzie che i suoi livelli di sicurezza offrono” afferma il Direttore del CED della Corte Suprema di Cassazione, “livelli di sicurezza che altri sistemi di condivisione in remoto e gestione dei documenti finora testati non sembravano in grado di garantire. La sua flessibilità permette, ad esempio, ai magistrati della Corte di Cassazione di accedere ai documenti, stamparli, modificarli, aggiornarli in remoto, senza che questi possano essere intercettati e decodificati su server esterni di terze parti, rendendo anche lo svolgimento del lavoro più agevole e rapido”.


iTwin è uno strumento di lavoro utile soprattutto per i magistrati che vivono fuori Roma e che lavorando molto spesso da casa per scrivere le loro sentenze, permettendo loro di entrare e fare le ricerche nelle banche dati presenti sulla intranet della Corte Suprema di Cassazione, anche da remoto, in ogni momento. Le metà di iTwin comunicano grazie a due token che trasmettono dati con sistema di cifratura AES256, da sommarsi all'ulteriore protezione a livello di password utente; l'uso simultaneo di token e password fornisce una two-factor autentication. Il meccanismo di scambio di chiavi AES256 di iTwin utilizza un canale hardware in quanto la coppia di token genera una chiave condivisa quando i due token sono fisicamente comunicanti. Il codice crittografico Advanced Encryption Standard nella versione a 256bit, è l'unico codice noto pubblicamente che possa essere usato per proteggere documenti classificati a livello TOP SECRET.


A differenza di una classica memoria flash USB, nessun dato è conservato all’interno della chiavetta e la comunicazione tra le due metà può essere interrotta immediatamente con un semplice clic in remoto, evitando ogni problema nel caso il dispositivo fosse perso.
“Siamo molto orgogliosi dalla conferma di iTwin, come device sicuro e versatile, da parte di un’istituzione così importante che lavora soprattutto con dati sensibili” dichiara Enrico Pappolla, amministratore delegato di Autentica, importatore esclusivo di iTwin per l’Italia. “Questa conferma inoltre viene a pochi giorni da un’altra certificazione ufficiale da parte del laboratorio di matematica industriale e crittografiadell’Università degli Studi di Trento che ne ribadisce l’assoluta validità. iTwin permette di soddisfare tutte le caratteristiche che altri sistemi di file sharing non raggiungono, aggiungendo alla condivisione dei file anche la funzione iTwin Desktop che abilita la possibilità di accedere in remoto al proprio computer/server per comandarlo a distanza, appositamente elaborata per la Corte Suprema di Cassazione, prima della sua disponibilità a livello globale”.


L’utilizzo in sicurezza di iTwin da parte dei magistrati della Corte Suprema di Cassazione, sia per il file sharing sia sfruttando a pieno le due ultime funzionalità come iTwin Multi, che abilita alla connessione contemporanea di più metà per permettere la condivisione tra più utenti, e iTwin Desktop, che abilita la possibilità di accedere in remoto al proprio computer/server per comandarlo a distanza, è garantito anche dalla certificazione del prof. Massimiliano Sala direttore del Laboratorio di Matematica Industriale e Crittografia dell’Università degli Studi di Trento che certifica:

•La soluzione iTwin è adatta per la protezione di informazioni non classificate trasmesse via rete altamente sensibili, essendo bassissimo il rischio di compromissione.

•La soluzione iTwin offre una sicurezza al di sopra di quella offerta dalla maggioranza delle soluzioni presenti sul mercato.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.itwin.it/

venerdì 9 dicembre 2011

5 cose 5 (ovvero "iOS5: cosa manca ancora")

Dopo un paio di mesi di utilizzo, arriva il consueto appuntamento del "cosa manca" all'ultima versione di iOS.

-Centro notifiche. Molto ben fatto, ma non ho ancora capito perché, se gli chiedo di mostrarmi 5 elmenti (per esempio del calendario), me ne mostra sempre solo due.

-Impostazioni principali. Sarebbe bello se alcune cose basilari (tipo l'ON/OFF di WiFi e l'abilitazione del traffico dati su rete cellulare) si potessero abilitare direttamente dal pannello del centro notifiche (anche se formalmente non sarebbe logico) o con un sistema simile (slide dal basso?), senza dovere entrare nell'applicazione delle impostazioni. Se poi ci fosse una sorta di gestione dei profili (tipo "quando mi aggancio alla rete di casa, disabilita automaticamente la connessione dati cellulare") sarebbe ancora meglio.

-Scambio dati tra le App. Ormai ci rinuncio: credo che non arriverà mai... fortunatamente ci sono applicazioni come Phone Drive che consentono di aggirare il problema (almeno in parte).

-Gestione cartelle. A parte il limite di 12 elementi che non riesco a comprendere, ci vuole tanto ad introdurre una modalità per cui uno possa selezionare #n applicazioni, dalle schermate che vuole, e spostarle tutte in blocco in una cartella (o creare con esse una nuova cartella)?

-Immagini. Apprezzo lo sforzo di consentire la selezione di immagini per creare un nuovo album, e la possibilità di aggiungere poi ulteriori foto agli album creati... sarebbe però gradita qualche possibilità in più, tipo l'eliminazione di foto dagli album pre-esistenti (quelli sincronizzati dal computer) o la possibilità di spostare foto da un album all'altro: questa cosa invece si può fare solo con gli album creati sul dispositivo. Di per sé la cosa ha un certo senso, soprattutto vista nell'ottica dell'hub digitale (come ben spiegato nell biografia di Jobs), ma se sull'iPhone può essere comprensibile, su un iPad può diventare un po' troppo limitante, soprattutto considerando le maggior possibilità di utilizzo proprio nell'ambito dell'elaborazione delle immagini. In realtà, vista l'autonomia "conquistata" da iOS5, lo stesso concetto di computer come hub digitale comincia a scricchiolare: credo che nei porssimi anni ne vedremo delle belle...

PS: per gli amanti del jailbreak, alcune di queste cose (se non tutte) si possono avere con appositi tweek

PPS: in ogni caso, dopo aver testato con mano un Samsung e un HTC con Android, sono ben felice di possedere un iPhone.

martedì 6 dicembre 2011

Lontano dalla rete

A volte ritrovarsi con possibilità ridotte di collegamento ad internet è un'opportunità... troppo spesso alcuni ritmi della nostra giornata sono vincolaiti al fatto di voler fare "questo o quello" in rete, o controllare "quella cosa o quell'altra ancora", sempre alla ricerca di notizie, informazioni, risposte da un forum... per non parlare dei Social Network ("malattia" che fortunatamente non mi ha ancora colpito).

Avendo un po' più tempo a disposizione, ho quasi terminato di leggere la biografia di Steve Jobs. So che c'è chi l'ha divorata in pochi giorni e chi, comunque, l'ha già terminata da un bel pezzo... ma ognuno ha i suoi tempi, e leggerla con calma mi aiuta anche a pensare e a riflettere su tutti gli eventi passati legati al mondo Apple, eventi che adesso si possono leggere anche sotto una nuova chiave di lettura, sapendo cosa c'era dietro certi comportamenti e certe scelte.

L'ho già detto altre volte, ma più vado avanti e più sento di doverlo ribadire: la biografia di Steve Jobs, che per molti versi è anche la soria di Apple, è una lettura consigliata davvero a tutti (vorrei aggiungere "soprattutto a chi parla di Apple a sproposito", ma non voglio polemizzare...)

martedì 29 novembre 2011

Il ritorno del tablet

Visto l'interesse, torno sull'argomento (da Punto-Informatico):

Il mio ultimo articolo pubblicato su queste pagine ha prodotto reazioni di parere completamente opposto nel forum, per cui torno volentieri sull'argomento per ampliare il discorso.

Prima di cominciare vorrei tranquillizzare gli immancabili complottisti: se ho accennato più spesso all'iPad rispetto agli altri è semplicemente perché il tablet della mela rappresenta il miglior esempio, sia per tipologia di dispositivo, sia per il successo di pubblico ottenuto (e qui metteteci tutti i motivi che volete, dall'essere arrivato prima alle diatribe sui brevetti, ma allo stato attuale delle cose la situazione vede l'iPad in vetta alle classifiche) del pensiero che volevo esprimere: il ragionamento in sé, sebbene con qualche lieve differenza e precisazione, sarebbe altrettanto valido se prendessimo in considerazione un tablet Android (come già scritto nello stesso articolo) uno con WebOS (semmai avrà un futuro) o uno con il TabletOS di RIM basato su QNX (se riuscirà a far breccia nell'utenza).

Un po' meno valido il parallelo con le Smart-TV, che a mio avviso sono oggetti ancora più limitati e più vicini ad un elettrodomestico evoluto che non ad uno strumento informatico semplificato, anche se (indubbiamente) anch'essi possono rappresentare una valida alternativa al computer se lo scopo è solo quello di navigare in internet, mandare mail, e poco altro. Chissà se Apple, come si mormora, non abbia davvero intenzione di entrare anche in questo settore... sicuramente non si tratta di un compito facile visti gli umori altalenanti dei prodotti in circolazione basati sulla IPTV di Google, e se devo dire la mia credo che Apple farebbe meglio a potenziare l'attuale Apple TV (processore A5, uscita video a 1080p, e un minimo di memoria per installare le App di iOS) che non a fare una iTV-Apple... ma questo è un altro discorso.

Non vedo invece possibile il parallelo con eventuali tablet che dovessero montare un sistema operativo completo, perché il fulcro della questione non è tanto il dispositivo in sé, ma ciò che fa da tramite tra l'utente e il dispositivo stesso: i tablet con Windows XP esistono da 10 anni ma solo lo sviluppo di sistemi dedicati ha permesso a questi strumenti di raggiungere il recente successo, successo che invece è mancato a chi si è ostinato (e ancora si ostina) nella proposta di tablet con sistema operativo "classico". Con questo non voglio dire che questo genere di tablet sia assolutamente inutile: un tablet con lo stesso sistema operativo dei computer desktop può rappresentare un'alternativa interessante per chi necessita di portabilità estrema ma non può rinunciare a certi applicativi, esigenza sicuramente di nicchia ma sempre possibile... anche se in questa situazione, più che un tablet, mi sentirei di consigliare un ultrabook, perché il concetto stesso del tablet (schermo touch da gestire con le dita o col pennino) si scontra con l'esigenza stessa di utilizzare applicazioni concepite per un computer desktop (col quale si interagisce tipicamente tramite un mouse).

Il tablet Apple ha radici molto profonde e nasce idealmente come strumento pensato per rendere l'informatica più semplice alle persone comuni: prima ancora della nascita del progetto Macintosh, un Jobs ventiseienne (incontrando una classe di studenti a Stanford) raccontava che in futuro avrebbe voluto progettare un computer "piccolo come un libro", e la sua fissazione per realizzare qualcosa di "facile da usare" (al costo di renderla chiuso, affinché funzionasse in un unico modo, cioé esattamente come aveva in mente lui) era ben chiara nella sua mente, ancora prima della visita alla Xerox e del successivo accordo che lo portò ad implementare l'interfaccia grafica del primo Mac. Anche durante lo sviluppo stesso del Macintosh, rispondendo ad una precisa domanda di Maya Lin durante una sua visita alla Apple, disse che il suo obiettivo per il futuro era quello di realizzare qualcosa di sottile che stesse in grembo, non appena si fosse resa disponibile la tecnologia necessaria.

L'iPad non è certo stato il primo tablet del mercato, ma è stato il primo a proporre un nuovo modo d'interagire con esso: nonostante la tiepida accoglienza iniziale, alla prova dei fatti l'Pad si è dimostrato vincente e se inizialmente sembrava un oggetto volto esclusivamente al "consumo", consumo di applicazioni, di internet, di notizie, di musica e film venduti su iTunes, ecc... ecc... poco per volta si è conquistato spazio con applicazioni rivolte anche alla creazione di contenuti: nella classifica delle 10 applicazioni più vendute ci sono Penultimate, Pages, Documents to Go, Numbers, Garageband... e se ampliamo un po' la visuale troviamo Keynote, Goodreader, Quickoffice, iMovie, Photoshop Express, tutte le altre applicazioni Adobe e molto altro ancora. Le stesse applicazioni (a parte quelle marchiate Apple) le ritroviamo anche sull'Android Market, dove possiamo trovare anche Adobe Photoshop Touch (applicazione che per iPad uscirà a inizio 2012) il che non fa che confermare l'idea vincente di un dispositivo pensato in questo modo, diverso dal computer e diverso anche dai tablet precedenti.

Premesso questo, se anche il tablet restasse un mero strumento di consumo, dovemmo considerarlo meno importante di altri dispositivi? La questione non è tanto nello strumento in sé, ma nell'utilizzo che (per necessità o per scelta) ne fa l'utente: non tutti hanno tempo, voglia o bisogno di creare qualcosa. Lo stesso computer viene spesso utilizzato come strumento di consumo per internet, mail, facebook, giochi, foto, e poc'altro (soprattutto in ambito domestico) quindi perché non lasciarsi alle spalle le complicazioni di una macchina completa e fin troppo potente per le proprie necessità, quando si possono fare le stesse cose su un tablet? Certo, come ho già ripetuto più volte, non è una soluzione che può andare bene per tutti o in tutte le situazioni, ma è una soluzione che va più che bene a moltissime persone e gli ottimi risultati di vendita ne sono la conferma (al contrario dell'altro tentativo volto alla semplificazione dell'informatica, i Chromebooks, che stanno riscuotendo scarso successo).

Nessuno si scandalizza se l'utente di computer scarica GIMP per fare fotoritocco, o usa la calcolatrice di Windows per fare due calcoli, anziché aprire un tool di programmazione e ri-scrivere da zero dei nuovi software per fare queste cose... non vedo perché chi invece compra un'App per svolgere gli stessi compiti debba essere considerato uno consumatore-tonto. Chi invece dovesse avere la voglia e la necessità di programmare (o anche il bisogno di lavorare con una maggiore potenza di calcolo) può tranquillamente continuare a comprare i computer, che non spariranno certo dalla faccia della terra per colpa dei tablet: l'iPad e gli altri tablet rimpiazzeranno progressivamente il computer di chi lo utilizza in modo passivo, e conquisteranno chi non si era mai avvicinato al mondo dell'informatica per il timore di non essere all'altezza di utilizzare un computer. Magari in futuro le cose cambieranno ulteriormente, perché i tablet amplieranno sempre di più le loro possibilità, ma per questo c'è tempo: la battaglia dei tablet è appena cominciata.

mercoledì 23 novembre 2011

Ipocrisia

Qualche tempo fa mi chiedevo cosa ci provasse certa gente a dedicare parte della propria esistenza al puro scopo di denigrare gli altri (o perlomeno a cercare di denigrarli, perché poi dipende anche da che seguito riesce ad avere una certa filosofia di pensiero).
Indirettamente ottenni una risposta del tipo "il sito e mio e ci scrivo quello che voglio io", idea che mi può stare benissimo purché il quello che voglio io non sia dire agli altri quello che dovrebbero scrivere oppure lamentarsi perché tizio ha scritto questo ma non quello sul medesimo argomento, altrimenti si sconfina nel campo del bue che dice cornuto all'asino...
Internet ha il grande vantaggio di consentire a tutti (o perlomeno a molti) la massima libertà di espressione, ma cosa succede quando le cose vengono raccontate in modo fazioso? Jobs era un mago in quest'arte (chiunque ha letto o sta leggendo la sua biografia sa di cosa parlo) "dote" che faceva parte di una sua eccenticità (ben spiegata sempre nella biografia di Isaacson) che quantomeno mirava ad un obiettivo ben preciso, se vogliamo anche egocentrico o egoistico, ma che (nel bene e nel male) ha segnato un pezzo di storia dell'informatica.
Viceversa mi fanno quasi sorridere per quanto sono ingenui (o volutamente falsi, quindi ipocriti) certi siti che cercano di raccontare mezze verità, spesso incappando in errori tanto grossolani da risultare ridicoli, goffi, e nemmeno degni di essere citati, il tutto col solo scopo di [cercare di] screditare qualcuno o qualcosa... magari atteggiandosi da giornalisti o, peggio ancora, da "spiriti liberi" e "disincantati"...
Se volete davvero farvi un'idea su Steve Jobs e Apple, non fidatevi di quello che vi dicono gli altri (né tantomeno di quello che vi dico io) ma leggete la sua biografia ufficiale, scritta senza veti e senza censure (nonostante la nomencaltura "ufficiale" lascerebbe pensare il contrario), poi magari tornate a leggere siti, articoli e libri di chi è contro per partito preso, e fatevi quattro risate pensando alla "pochezza" di certi atteggiamenti...

venerdì 18 novembre 2011

[10 anni fa] novembre 2001: di tutto un po', proprio come oggi

Andando a ripescare le notizie per scrivere questa serie di post, a volte mi sorprendo da come certe cose il legame con le news attuali sia tanto forte...

Solo qualche giorno fa si parlava della decisione di Adobe di abbandonare la versione mobile di Flash e proprio 10 anni fa, nel novembre del 2001, Macromedia (l'azienda che sviluppò Flash e che fu acquisita da Adobe nel 2005) preannunciava le sue intenzioni di conquistare il web rimpiazzando l'HTML con Flash, ed entrando anche nei cellulari. A pronunciare quelle parole era Stephen Elop, che dopo aver ceduto Macromedia ad Adobe ha lavorato per quasi 3 anni in Microsoft, e ora (nel ruolo di CEO) cerca di risollevare le sorti di Nokia con Windows Phone 7.

Restando in ambito Mobile, 10 anni fa era lo stesso Bill Gates ad ammettere che il PC aveva fatto la sua epoca ed era ora di una fare una svolta, passando ai tablet. "È troppo difficile da gestire [...] Ma nel prossimo futuro faremo in modo che sia molto più facile di oggi"... parole che suonano grossomodo come l'articolo che ho pubblicato qualche giorno fa. Peccato (per Microsoft) che Gates non riuscì a comprendere che la difficoltà di utilizzo non stava tanto nell'hardware ma del sistema operativo: sappiamo tutti che fine hanno fatto i tablet con la versione ad-hoc di Windows XP, mentre il successo dei tablet attuali (iPad in testa, ma anche tutti quelli con Android) con un sistema operativo ripensato per un utilizzo "a piene mani" stanno avendo un buon successo.

Continuando a parlare di "tavolette", Random House (noto editore degli States) bocciava senza mezzi termini gli eBook... inutile dire che oggi ha rifatto marcia indietro e dal suo store propone l'acquisto in formato cartaceo, eBook (ad un prezzo sensibilmente inferiore) e AudioBook (ad un prezzo mediamente superiore).

Parlando di Apple, 10 anni fa (dopo il rilascio di MacOSX 10.1, nome in codice Puma) si cominciava a delineare il successo del nuovo sistema operativo Apple derivato da NeXT-STEP, che a sua volta derivava da un'idea di Steve Jobs nata quand'era ancora in Apple, prima della "cacciata" del 1985: il Big Mac (progetto cancellato da Gassée, che prese il posto di Jobs). Nessun nuovo hardware Apple nel novembre del 2001 ma si parlava di PPC-G5, processore tanto amato dagli affezionati vecchi utenti Apple che però ha decretato la fine dell'era PPC sui Mac (infatti, a testimonianza dei suoi ritardi cronici, nonostante se ne parlasse già nel 2001, le prime macchine con processore G5 vennero annunciate solo nel giugno del 2003).

Steve Jobs era anche tra i finanziatori di Ginger, la misteriosa invezione di Dean Kamen che tenne tutti sulle spine per molti mesi... ma questa è un'altra storia che vi racconerò il mese prossimo, perché se l'annuncio della sua rivelazione fu dato a novembre, il segreto fu svelato solo nei primi giorni di dicembre...

giovedì 17 novembre 2011

Abitudini

Quando installai Lion rimasi un attimo sbigottito dal fatto che lo scroll da trackpad (o da mouse) fosse al contrario di com'è sempre stato, quindi lo rimisi subito alla vecchia maniera, senza nemmeno provarci ad utilizzarlo alla iOS.
Qualche tempo dopo però notai una cosa: quando mi mettevo davanti al Mac con mia moglie, per sfogliare le news o cercare una meta per le vacanze, lei aveva l'abitudine di dirmi "vai su" o "vai giù" (con relativa gesture mimata verso lo schermo) ma il risultato ottenuto era sempre il contrario di ciò che si aspettava... lei ragionava in modalità iOS...
Decisi così di dare una possibilità al cosiddetto scrolling naturale, e dopo solo un paio di giorni devo riconoscere che lo scrolling naturale si è rivelato veramente naturale, tanto che a quel punto si è innescato il processo inverso: anche su Windows XP (sistema che, per vari motivi, utilizzo più di OSX) mi veniva spontaneo scrollare secondo la nuova modalità naturale... ovviamente senza successo... c'è voluto qualche altro giorno per abituarmi a dicernere i due mondi in modo automatico (quasi inconscio).

Quando Jobs decise (dopo un chiaro accordo tra le parti) di adottare per il suo Mac l'interfaccia grafica vista in Xerox (interfaccia che fu abbondantemente rivisitata aggiungento menù, cestino, possibilità di spostare le finestre, e molte altre cose...) disse qualcosa del tipo: "le persone sono abituate ad avere a che fare con una scrivania, non con delle linee di testo incomprensibili ai più, quindi se vogliamo fare una macchina per la massa dobbiamo ricostruire sul Macintosh la metafora della scrivania" (non sono le parole precise, ma al momento non ho occasione di andare a ripescarse dalla biografia di Jobs scritta a Isaacson... comunque il senso era quello). Leggendo quelle righe mi è tornato in mente l'articolo (già linkato in apertura) che scrissi al mio primo contatto con Lion: oggigiorno la gente è abituata alle gesture di iOS (o, in generale, dalle gestures di tutti i tablet e smartphone touch che hanno invaso il mercato) quindi, parafrasando quello che disse Jobs ai tempi della creazione del primo Mac, se si offre sui computer desktop quello a cui sono già abituati nei gesti quotidiani, non si può che ottenere un successo... perlomeno pensando alle masse, perché i professionisti non vedono di buon occhio questa nuova direzione intrapresa da Apple, direzione che (a mio modo di vedere) sta riportando l'azienda alle origini, a quel computer "for the rest of us" che fu lanciato nel 1984...

lunedì 14 novembre 2011

Ride bene chi ride ultimo. Giusto, Ken?

Ripropongo, anche su queste pagine, un mio articolo pubblicato venerdì scorso su Punto-Informatico:

"There is no reason for any individual to have a computer in his home."
[Ken Olson, 1977]
(Nessun individuo ha alcun motivo per avere un computer in casa propria)

Chi di voi non ha sorriso leggendo questa frase? Si tratta di una di quelle frasi celebri che qualcuno vorrebbe non aver mai detto, un po' come "I think there is a world market for maybe five computers" (Credo che il mercato mondiale sia forse di 5 computer) (attribuita a Thomas J.Watson, 1943), oppure "640K dovrebbero essere sufficienti per chiunque" (attribuita a Bill Gates, anche se non c'è nulla che lo possa confermare: anzi, l'interessato smentisce). In realtà, visto come si sta modificando il panorama informatico, questa frase potrebbe rivelarsi, se non vera, nemmeno così falsa come poteva sembrare fino ad un paio di anni fa: anche se per arrivare in questa situazione siamo passati per qualche decennio di evoluzione (o di "involuzione", come direbbe qualche mio amico parlando del passaggio attualmente in corso).

Ma facciamo un passo indietro prendendo spunto da qualche esperienza personale: il mio primo computer fu uno ZX-Spectrum ma a quei tempi ero troppo giovane e spensierato per addentrarmi nei meandri della programmazione, e non andai più in là di qualche esperimento di dubbia utilità (come un clone di Space Invaders che però si esauriva in un unico livello). Qualche anno più tardi avevo tra le mani un 286 con quale feci molte più cose; in particolare, dopo aver scoperto il fascino dei frattali, tradussi in GW-Basic l'algoritmo matematico per la generazione di questi interessanti oggetti geometrici. In quegli anni, parlo grossomodo degli anni '80, il computer era una macchina utilizzata perlopiù da appassionati (come nel mio caso) o da chi doveva lavorarci. Le prime versioni AutoCAD, per esempio, arrivarono proprio in quel periodo.

Non esisteva Internet (non perlomeno come la conosciamo ora, visto l'Italia fu connessa alla rete nel 1986, ma il World Wide Web nacque ufficialmente nel 1991), né tantomeno esistevano FaceBook o Twitter... Al massimo, per chi proprio non sapeva cosa farci, il computer poteva essere utilizzato come una costosa console, ma in realtà era più divertente giocare con un Nintendo NES o con un Sega Master System, a meno di non possedere una macchina come l'Amiga.

In ogni caso, un quarto di secolo fa, era molto più probabile che chi possedeva un computer fosse una persona interessata all'informatica, alla programmazione, o all'esecuzione di compiti specifici per il quale il computer cominciava ad essere indispensabile. Col passare degli anni il computer ha seguito la sua naturale evoluzione commerciale cercando di conquistare mercati sempre più ampi, e ci è riuscito prima di tutto grazie alla proposta di nuovi software che poco per volta hanno ampliato lo spettro di possibili utilizzi del computer stesso. L'incremento della potenza e della versatilità ha fatto si che il computer prendesse piede nelle aziende sostituendo tecnigrafi, macchine da scrivere, strumenti vari di progettazione e quant'altro (basti pensare alle tipografie, o al fotoritocco). L'arrivo della GUI e l'abbassamento dei costi hanno fatto il resto: il computer ha iniziato a diffondersi anche nelle case anche per banali scopi di svago, e con l'arrivo di Internet (in particolare della banda larga) il fenomeno è esploso.

Una diffusione così vasta dei computer si scontra (se vogliamo metterla in questi termini) con l'esigenza primaria che portò alla nascita del computer stesso, ovvero la passione per l'informatica. Oggi la stragrande maggioranza delle persona che lavora o si diletta davanti ad un computer non "utilizza"
il computer in quanto tale, ma lo utilizza come strumento per fare determinate cose: non sa programmarlo, spesso e volentieri non sa nemmeno come funziona, e non si azzarda minimamente ad aprire il terminale (o il prompt del comandi per chi utilizza Windows); oggi, ma anche dieci anni fa, chi si siede davanti ad un computer utilizza le applicazioni che girano sullo stesso, e se gli manca un'applicazione lancia il browser, la cerca con Google, e la scarica. Se usa un Mac, dall'inizio di quest'anno è più probabile che lanci il Mac App Store, che pur non essendo esaustivo gli permette di fare ricerche più mirate, ma poco cambia.

Riallacciandomi a quanto detto sopra, se negli anni '80 non avevo altra scelta che darmi da fare per programmare l'algoritmo di generazione dei frattali, oggi in pochi minuti ho scaricato dall'App Store 3 applicazioni che fanno la stessa cosa (anzi, ne fanno molte di più e le fanno molto meglio); ne ho subito buttata una che non mi piaceva, e una seconda l'ho buttata dopo aver verificato che era significativamente più lenta della terza. Certo, la soddisfazione di vedere il proprio algoritmo prendere forma non ha prezzo, ma ognuno ha le proprie esigenze: io, oggi come oggi, non avrei il tempo di mettermi a scrivere nemmeno dieci righe di codice per diletto. Un grafico professionista potrebbe semplicemente aver bisogno di un frattale per inserire un'immagine particolare in un suo lavoro, e altri ancora potrebbero semplicemente essere interessati dall'argomento ma non avere la sufficiente esperienza matematica e/o informatica, magari perché esercitano professioni completamente differenti delle quali (al contrario dell'informatica o della matematica) sono espertissime. Non possiamo certo pretendere che ognuno sia esperto di ogni cosa e abbia il tempo necessario per potersi programmare tutto ciò di cui ha bisogno, e nemmeno possiamo pretendere che il computer sia acquistato solo dagli informatici, altrimenti avrebbe la stessa diffusione di 30 anni fa (cosa che, forse, a certi "puristi" dell'informatica non dispiacerebbe).

A questo punto possiamo chiudiamo il cerchio con quanto detto in apertura: ultimamente le vendite di computer non sono esaltanti, mentre quelle dei tablet (in particolare di iPad, anche grazie a un vantaggio iniziale) sono in forte crescita. Sono in molti ad aver visto un legame tra le due cose, ed anche a mio avviso il legame esiste: esiste almeno in parte e almeno per tutte quelle persone che l'informatica "fine a se stessa" non la conoscono, per quelli che utilizzano il computer come strumento per eseguire dei compiti relativamente semplici, per quelli che alle prese con un sistema "completo", tra aggiornamenti, antivirus, applicazioni da installare, e configurazioni non proprio immediate, possono trovarsi in difficoltà e chiamano in continuazione l'amico esperto di turno, il parente smanettone, o il vicino disponibile.

iPad (che a mio modo di vedere non è un computer) mette fine a questa situazione permettendo a molte persone di fare cose che altrimenti non avrebbero mai fatto, persone che non avrebbero mai comprato un computer, persone che di fronte ad un computer si trovano impacciate, o persone che pur avendo un computer ci fanno così poco (email, Internet, Facebook, giochi) che possono farlo più comodamente e con meno problemi, utilizzando un iPad (o un altro tablet con Andoid... ma non certo un tablet con un sistema "completo"). Certo non è la soluzione ideale per tutti i compiti e per tutte le persone (anzi, fino all'arrivo di iOS 5 e iCloud, iPad non era nemmeno un macchina totalmente "indipendente"), ma stiamo parlando di dispositivo in grado di sostituire il computer per tutte quelle persone che il computer non lo sanno e non lo vorrebbero nemmeno usare, ma che lo usano solo per svolgere un compito. L'importante è che ci sia davvero un'App che fa davvero quello di cui hanno bisogno.

Chissà che in un futuro nemmeno troppo lontano, l'evoluzione e la diffusione dei tablet non faccia si che si verifichi quello che disse Ken Olson 34 anni fa.

venerdì 11 novembre 2011

Campo di distorsione della realtà

Chi sta leggendo la biografia di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson (lettura che assolutamente non è di parte e che consiglio a tutti) sa bene cos'è il campo di distorsione della realtà... ma anche chi non la sta leggendo, se solo sa come si muoveva Steve Jobs sul palco e come presentava i propri prodotti in modo da farli sembrare sempre unici e incredibili, può capire a cosa mi riferisco.

Bene, il campo di distorsione della realtà non è un tecnica utilizzata solo da Jobs (anche se a lui riusciva particolarmente bene), e ci sono molte altre persone che cercano di manipolare le notizie in modo tale da farle apparire come più conviene loro, anche se non è detto che gli riesca altrettanto bene...

E' così che la decisione di Adobe di abbandonare Flash su Mobile, decisione presa dopo un percorso travagliato, con supporto traballante su Android, Google che (nonostante il supporto) spinge verso HTML5, e supporto assente su altre piattaforme, iOS in primis (che, nonostante sia meno venduto di Android, lo surclassa nell'utilizzo in rete), da sconfitta dichiarata di Adobe (che già da tempo forniva la possibilità di convertire da Flash in HTML5) diventa per certi personaggi l'emblema della mancanza di libertà degli utenti iOS di scegliere su usare o meno Flash... come se chi compra un iPhone o un iPad non sapesse a priori che Flash, sugli iDevice, non ci gira... o come se la fine di Flash Mobile non sia stato decretata dall'incapacità di Adobe di fornire una versione veramente fruibile di Flash, adatta in ogni occasione sia alla modalità di interazione touch, che alla limitata potenza (e autonomia) dei dispositivi Mobile, ma piuttosto sia dovuta solo ed escusivamente ad un'imposizione di Apple...

Come dicevo ieri, l'ennesima mezza verità che può generare un campo di distorsione della realtà, una distorsione in grado di attrarre chi si lascia convolgere da certi argomenti buoni solo per polemizzare con chi non la pensa come lui. E la cosa più bizzarra di tutto ciò è che, pur di dar contro Apple, sostengono uno strumento chiuso e proprietario come Flash, anziché uno standard aperto come l'HTML5: l'esatto contrario di quello che fanno quando vanno contro la chiusura di iOS rispetto all'apertura di Android (in realtà ci sarebbe anche da discutere su quanto Android è aperto... ma questo è un altro discorso)

Chissà cosa racconteranno questi personaggi se (come si mormora) anche Microsoft abbandonerà Silverlight in favore di un maggiore supporto allo standard HTML5... scommettiamo che, nonostante la similitudine delle situazioni, festeggieranno per la notizia invece di battere i piedi?

giovedì 10 novembre 2011

(i)Flash-ati

Sono passati quasi due anni dal famoso botta e risposta tra Apple e Adobe riguardo l'utilizzo di Flash sui dispositivi mobile (touch). Ho sempre pensato che alla fine Apple avrebbe avuto ragione, tantopiú che la stessa Adobe propone, da un po' di tempo a questa parte, dei tools di conversione da Flash ad HTML5, e il mio pronostico di inizio 2010 stimava in 3 anni il tempo necessario per sancire la sconfitta sul campo di Flash Mobile. Che l'annuncio della morte arrivi dalla stessa Adobe già adesso, oltre a giungere un po' di sorpresa, va al di là di ogni aspettativa...

Certo, come fa notare qualcuno, non è che Flash smetterà improvvisamente di funzionare... ma di fatto (a meno di contro-sorprese dell'ultimo minuti) la sua fine è ormai segnata, perlomeno in questo settore.

A parte la piccola soddisfazione personale (ho sempre sostenuto la mia tesi con chi mi interrogava sull'argomento, anche recentissamente in uno scambio di mail con un mio amico) il mio pensiero va soprattutto a tutti quelli che sostenevano il contrario, con forza e vigore, pur di dar contro Apple. Frasi che definivano "maczeloti" o "applecorniati" chiunque si azzardava a sostenere l'incosistenza e l'inadeguatezza di Flash su smartphone e tablet touch, oltre a denotare una forte miopia tecnologica (nonostante accusino gli altri di essere accecati o di avere le fette di salame sugli occhi), non avevano alcun fondamento se non nella volontà di buttare benzina sul fuoco puntando il dito contro Jobs, o creare una notizia scatenando polemiche e risentimenti tra le farie "fazioni"...

Chissà quanti di questi imbonitori (che magari rimproverano agli altri di scrivere bufale (???) e di non rettificarle) ammetteranno sulle pagine del loro blog di aver sbagliato... io scommetto che faranno tutti i conigli (o, a scelta, gli struzzi)... o forse racconteranno l'ennesima mezza verità, meno vera ma più eccitante, cogliendo l'occasione per scatenare l'ennesima polemica...

martedì 8 novembre 2011

Capita "a fagiuolo"

Con il consueto ritardo oggi mi sono letto il numero 302 di Dylan Dog, un racconto molto particolare della serie ma decisamente piacevole da leggere; sul finale, manco farlo apposta, mi ritrovo una frase che rispecchia più che bene quello che dicevo ieri (ma anche quello che dicevo qualche settimana fa):

"le bufale fanno vendere i giornali e leggere i siti. Ormai quasi nessuno si preoccupa più di verificare le fonti di una notizia e la gente non dà ascolto alle smentite, perché tutti preferiscono una bugia eccitante [...] alla più banale verità".

Purtroppo devo constatare che questa frase ben si addice anche a certi blog, anzi, a volte la situazione è ancora peggiore, perché la fonte viene verificata ma riportata con i dovuti tagli, così da dare risalto alla propria idea piuttosto che al reale stato delle cose: motivo in più per verificare le fonti personalmente.

lunedì 7 novembre 2011

C'era una volta iPhone 4S, iOS5 e iCloud

Di seguito le mie sensazioni sull'iPhone 4s che ho avuto modo di provare la scorsa settimana. L'articolo (pubblicato su Punto-Informatico) chiude anche virtualmente, almeno per ora, la serie di post su iOS5 e iCloud... credo che in futuro avrò comunque modo di ritornare più volte sull'argomento.

PS: vorrei precisare, a chi tristemente non ha niente di meglio da fare che prendersi la briga di definirmi un leccapiedi, che il problema dell'antennagate non lo nego, semplicemente è un problema meno eclatante di come alcuni lo dipingono, è un problema che colpisce anche altri ("stranamente" senza clamori), è un problema che non ha impedito all'iPhone di essere lo smartphone più venduto (davvero pensate che se il telefono non funzionava ne avrebbero venduti al ritmo di 15-20 milioni a trimestre?), ed è un problema che, ribadisco, non mi ha mai colpito durante il normale utilizzo, ma che diventa evidente solo stringendo il telefono in certe posizioni, a mio avviso innaturali. Allo stesso modo non nego (anzi, lo cito) il problema alla batteria che colpisce alcuni 4s: semplicemente a me non è capitato, così come non è capitato a molti altri, visto che capita a pochi.
Io sono disponibile ad una dimostrazione pratica a chiunque non si fidi, ma forse certe persone dovrebbero provare i prodotti di persona anziché parlare per partito preso: come già detto altre volte, diffidate dai falsi profeti che pur di sostenere la loro tesi vi presentano solo metà della verità...

A seguire, l'articolo:

Non è facile riconoscere a prima vista un iPhone 4S da un iPhone 4: solo un occhio attento riuscirebbe a cogliere la sottile differenza nella composizione delle antenne esterne, mentre serve un'occhio ancora più attento,per notare (osservando i due prodotti da molto vicino) la differenza dell'ottica della camere.

È però nell'utilizzo comune che il confronto con l'iPhone 4 diventa evidente: il processore Apple A5 (lo stesso montato su iPad 2) conferisce all'iPhone 4S una reattività ancora maggiore rispetto a iPhone 4. Nel caricamento di applicazioni "pesanti" (come possono essere certi giochi, software che fanno uso di database, o anche la nuova versione di Garageband, che con il recente aggiornamento è diventato "universale") iPhone 4S rende l'applicazione immediatamente disponibile, a differenza della manciata di secondi richiesta dalla precedente versione del melafonino; se poi l'applicazione fa un uso intensivo di grafica, la sensazione di una reattività più immediata diventa ancora più evidente. Tra parentesi, chi dovesse utilizzare molte applicazioni "pesanti" può sicuramente trarre beneficio dalla possibilità di avere un iPhone con 64GB di memoria, anche se il prezzo di questo modello (899 Euro) non è certo tra i più accessibili.

Tornando alla differente conformazione dell'antenna, l'iPhone 4S è in grado di gestire le differenti porzioni della cornice a seconda di come viene impugnato. Questo dovrebbe mettere fine alla discussione nata lo scorso anno all'uscita di iPhone 4, quando iniziò il tormentone della perdita di segnale con determinate impugnature del telefono. Il problema (più evidente in certi modelli e meno evidente in altri) è analogo a quello di altri telefoni e personalmente, in oltre un anno di utilizzo dell'iPhone 4, non mi è mai capitato di perdere il campo durante il normale utilizzo; né tantomeno mi è capitato con lPhone 4S in questa prima settimana di utilizzo. Parlando sempre di connettività, le specifiche tecniche di iPhone 4S evidenziano che il nuovo telefono di Apple funziona praticamente in ogni angolo del mondo in quanto (a differenza del precedente) riunisce in un unico dispositivo tutte le possibili varianti: UMTS/HSDPA/HSUPA (850, 900, 1900, 2100 MHz), GSM/EDGE (850, 900, 1800, 1900 MHz), e CDMA EV-DO Rev.A (800, 1900 MHz), oltre al canonico WiFi 802.11b/g/n (802.11n solo a 2,4GHz) e al Bluetooth 4.0. A fronte di tutte queste opzioni, nelle impostazioni del telefono non è più possibile scegliere di disattivare in modo indipendente la connettività 3G (chi utilizza la connessione dati solo per scaricare la posta elettronica a volte preferisce evitare il 3G per risparmiare la batteria) ma c'è solo un generico switch per attivare o disattivare i "dati cellulare", più immediato da capire, ma con meno flessibilità.

La nuova camera è un'altro punto di forza di iPhone 4S. Come già detto a seguito della presentazione, al di là della maggiore risoluzione (sia a livello di fotografia, che passa da 5 a 8 Mpixel, sia a livello di video, che passa da 720p a 1080p) il miglioramento principale consiste nell'aver utilizzato un'ottica migliore, ottica che consente al sensore di ricevere una maggiore quantità di luce e quindi di scattare fotografie migliori, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità. Tra l'altro iOS5 introduce finalmente la possibilità di gestire gli album delle foto direttamente dall'applicazione integrata nel sistema, consentendo inoltre un minimo di rielaborazione: i canonici taglia e ruota, l'eliminazione degli occhi rossi, e un comando "migliora" che agisce in modo completamente automatico sulle curve dei colori. Non è un granché, ma le applicazioni sullo store (anche gratuite) non mancano, e soprattutto c'è la possibilità di spostare le foto e creare nuovi album che verranno poi sincronizzati col computer. In aggiunta a tutto ciò, l'attivazione del servizio di PhotoStreaming attraverso iCloud permette di sincronizzare ogni scatto con tutti gli altri dispositivi associati al proprio account.

Al di là di tutto questo, la novità più grossa dell'iPhone 4S è Siri. Pur essendo dichiaratamente ancora in beta, Siri funziona discretamente bene, a patto di parlare un buon inglese, francese, o tedesco. Per chi ancora non lo sapesse, Siri è un assistente vocale in grado di capire le nostre richieste ed eseguire alcuni comandi. Con Siri è possibile mandare mail e messaggi senza toccare mai lo schermo, impostare appuntamenti o promemoria, richiamare un brano musicale, fare una ricerca sul web, chiedere informazioni di diverso tipo (meteo, indirizzi, ristoranti ecc) e molto altro ancora. Per poterlo utilizzare nel bel paese, e in tutti gli altri paesi di cui manca la localizzazione, è indispensabile impostare il sistema su una delle lingue attualmente conosciute da Siri, nonché il relativo layout di tastiera se si vuole avere la possibilità di dettare dei testi. Questo, al momento, introduce degli spiacevoli contrattempi per chi vuole provare ad utilizzare Siri con una lingua diversa da quella che utilizza abitualmente perché, per esempio, scrivendo in italiano il correttore automatico inglese sarebbe solo d'impiccio, e Siri non è ancora in grado di comprendere il testo dettato nella nostra lingua: sarà necessario attendere il 2012 per parlare in italiano con l'iPhone 4S (al momento Siri non è nemmeno menzionato sul sito italiano di Apple).

Questioni linguistiche a parte, Siri è in grado di interpretare più che bene diverse tipologie di comandi, ma quello che forse non tutti sanno è che Siri non elabora la richiesta in locale ma necessita di una connessione Internet. Se da un lato questa caratteristica permette di non appesantire il telefono, dall'altro genera un traffico dati che di per se non è molto consistente ma che di fatto può incidere sulla durata della batteria, perlomeno quando la connessione passa attraverso la rete telefonica e si utilizza Siri in modo molto frequente, cosa che inizialmente può accadere facilmente quando si sperimentano tutte le possibilità di interazione. Ma se l'interpretazione del linguaggio passa attraverso i server Apple, perché non concedere l'utilizzo di Siri anche a chi utilizza terminali più vecchi dell'ultimo modello? Una risposta ufficiale a questa domanda non c'è, anche se trattandosi di una versione beta non si può ancora dire l'ultima parola; meno comprensibile il fatto che certe informazioni, come quelle su indirizzi o ristoranti, siano al momento disponibili solo negli USA. Personalmente, al di là dei dovuti esperimenti per comprendere il grado di affidabilità del sistema, sto utilizzando Siri per far partire la musica che voglio ascoltare, e per impostare dei promemoria (altra novità molto gradita di iOS5).

Parlando di batteria, al di là della ristretta casistica causata da un bug di iOS5 (casistica nella quale non rientro, ma che comunque dovrebbe venire presto risolta), Apple dichiara un'autonomia che è grossomodo identica a quella dell'iPhone 4: a parte lo standby di 200 ore contro le 300 del modello precedente, l'utilizzo di internet su rete 3G è stimato per 6 ore di autonomia in entrambi i modelli, così come sono identiche le ore di riproduzione audio e video. Sulla conversazione e sulla navigazione WiFi il 4S dovrebbe guadagnare qualcosina, ma credo che che queste attività rientrino solo in piccola parte nell'utilizzo quotidiano che ognuno fa del proprio smartphone: la parte grossa dovrebbe essere quella del traffico dati su rete cellulare (che con Siri aumenta) e dell'utilizzo di applicazioni. Su quest'ultima voce non esistono stime specifiche, anche perché la varietà è tale che sarebbe impossibile fornire un numero medio che abbia senso. Dalle prove effettuate nel corso della settimana mi sento di dire che, nonostante Siri, l'autonomia di iPhone 4S è sostanzialmente identica a quella di iPhone 4, che a sua volta era leggermente migliorata nel passaggio da iOS4 a iOS5. A sostegno di questa mia sensazione possiamo considerare il fatto che, grazie alla possibilità di effettuare un backup completo del dispositivo attraverso iTunes (ma anche attraverso iCloud), il nuovo telefono si trova nella stessa identica configurazione in cui si trovava iPhone 4, per cui l'utilizzo che ne faccio è fondamentalmente lo stesso.

Accantonando per un attimo l'hardware, iPhone 4S non è arrivato da solo, ma ha portato con se iCloud e una nuova versione di iOS. Al di là degli accenni già fatti sopra, la novità maggiore di iOS5 è la sua indipendenza dal computer: i dispositivi Apple dotati del nuovo sistema si possono estrarre dalla confezione e configurare anche senza passare da iTunes. Gli stessi aggiornamenti si potranno ricevere Over-The-Air (OTA), e il backup può essere effettuato anche su iCloud dopo aver configurato l'account o averne creato uno nuovo (sempre direttamente dal dispositivo). Se poi si vuole effettuare una sincronizzazione anche col computer (per esempio per la musica, visto che iTunes Match non è ancora disponibile) questa si può effettuare anche WiFi. Le novità di iOS5 sono così tante che non ha senso menzionarle tutte, anche se forse val la pena di menzionare il centro notifiche e l'edicola (che pare abbia dato un impulso alla vendita di abbonamenti digitali di molte riviste).

Tutto perfetto quindi? Non ancora, perché ci sono molti dettagli più o meno importanti che potrebbero essere perfezionati. Per esempio l'agenda, a mio avviso una delle applicazioni principali di uno smartphone, manca ancora dell'indicazione del numero della settimana. Oppure il centro notifiche potrebbe far posto anche a qualche comando di comune utilizzo che attualmente richiede il passaggio obbligato attraverso uno o più menù delle impostazioni (come l'attivazione e la disattivazione delle varie opzioni di connettività). Inoltre manca ancora un file manager, e arrivati a questo punto dubito che mai ci sarà: bisognerà fare affidamento alla sincronizzazione dei documenti attraverso iCloud e alla possibilità di passare gli stessi tra le varie applicazioni, eventualmente utilizzandone una che faccia da ponte, come l'ottimo Phone Drive. Parlando invece più in dettaglio di iCloud, chi era già abituato ad utilizzare MobileMe probabilmente non noterà grosse differenze di utilizzo, a parte il fatto che dovrà rinunciare a iDisk (la sincronizzazione dei documenti di iCloud non è proprio la stessa cosa) ma risparmierà 79 Euro all'anno.

Il cruccio principale riguarda però l'impossibilità di unificare i vari ID Apple sotto un unico ID di iCloud: non è raro trovare utenti che si sono prima iscritti all'iTunes Store con un account, poi si sono abbonati a MobileMe registrando un nuovo ID, e magari hanno un'altra persona in famiglia con un terzo indirizzo registrato in iTunes. Attualmente non è possibile riunire tutti sotto un unico ID, probabilmente perché iCloud è pensato per un utilizzo "personale" piuttosto che familiare: del resto gli stessi iDevice sono mono-utente. In futuro però questa cosa potrebbe cambiare.

Concludo questa panoramica tornando in tema iPhone: tralasciando i potenziali nuovi clienti (attratti magari dal mondo Apple dopo aver provato un Mac o un iPad) a chi si rivolge il nuovo 4S? Sicuramente non a chi già possiede un iPhone 4, a meno che non abbia una forte necessità di utilizzare Siri o non stia talmente stretto nei 32GB dei modelli precedenti da voler passare alla versione top dell'ultimo arrivato. Anche chi possiede un iPhone 3Gs può continuare ad utilizzarlo con iOS5 e trarne tutti i benefici del caso: contrariamente al decadimento di prestazioni che si verificò con l'iPhone 3G a seguito dell'aggiornamento con iOS4, il 3Gs funziona molto bene anche con l'ultimo aggiornamento del firmware, senza apprezzabili rallentamenti e con una migliorata gestione della batteria (che si traduce in un maggiore autonomia). Chi invece dovesse possedere un iPhone 3G (se non la versione ancora precedente) e si trova bene con iOS, può sicuramente valutare il passaggio al nuovo modello, anche perché iOS5 è il requisito minimo per accedere ad iCloud, e la prossima estate chiuderà definitivamente i battenti anche MobileMe. Se messa in quest'ottica può sembrare un numero ristretto di persone, sappiate che nei soli tre giorni del primo week-end del lancio, sono stati venduti 4 milioni di iPhone 4S: una cifra impressionante che contribuirà sicuramente a realizzare il miglior trimestre natalizio di tutta la storia di Apple.

giovedì 3 novembre 2011

Hackers a confronto

Leggendo la biografia di Steve Jobs, è inevitabile il ricordo di un altro libro che lessi molti anni fa... Hackers.Gli eroi della rivoluzione informatica, di Steven Levy (la cui prima edizione risale addirittura al 1984) racconta la storia di quelle persone che si davano da fare per capire, smontare, rimontare, aggirare i limiti, e migliorare tutto il possibile, non solamente ciò che aveva a che fare con l'informatica... anche se il termine, per ragioni storiche, si è poi identificato sempre di più nell'ambito dell'elettronica e dei computer... chi sa di cosa sto parlando capisce bene di cos'erano capaci queste persone... chi non lo sa spero sia stuzzicato dalla curiosità di andare a scoprirlo...

L'altro giorno, parlando con dei conoscenti, mi raccontavano della loro titubanza nell'aggiornare il loro iPhone con iOS5, non tanto perché "temessero" le novità del nuovo sistema, ma perché un loro amico hacker lo aveva "cracckato" (cioé aveva lanciato il programmino che esegue il jailbreak, oppure era andato sull'apposita paginea internet, qualche mese fa) per farli installare le App gratis e non voleva rinunciare a questa cosa (e, sottolineo, installare gratis software che sarebbe a pagamento... non installare applicazioni che per vari motivi non sono pubblicati sull'App Store, motivazione che quantomeno avrebbe un certo senso).

Chiamare hacker una persona di questo tipo mi pare quasi offensivo nei confronti di chi il termine hacker l'ha fatto nascere, ma il mondo è bello perché è vario e chissà che un domani la storia dell'informatica non diventi un argomento studiato da più persone, anche per pura curiosità...

giovedì 27 ottobre 2011

Deviazione di rotta

Quando iniziai a scrivere su questo blog mi ripromisi di non stare troppo dietro alle cosiddette news, ma di usare queste pagine come se stessi chiacchierando con degli amici, parlando principalmente (ma non solo) di Apple e dei suoi prodotti, ma dando libero sfogo alle idee, senza fossilizzarsi necessariamente sulla "notizia del momento".
Al di là dei comunicati stampa che pubblico di tanto in tanto, e al di là degli articoli pubblicati su Punto-Informatico che regolarmente ripropongo anche qui (e che necessariamente sono spesso orientati ad argomenti attuali), mi rendo conto di non essere sempre riuscito nel mio intento iniziale... o perlomeno mi rendo conto che negli ultimi mesi il trend degli articoli non è lo stesso di quando iniziai a scrivere nel marzo del 2009.
Non considero questa deviazione di rotta come qualcosa di necessariamente negativo... è successo perché questo mio blog rispecchia l'evoluzione del modo in cui affronto certi argomenti, il modo in cui reperisco le notizie, in modo in cui le giudico, e anche gli argomenti di cui mi trovo a parlare nella mia vita quotidiana con chi mi circonda.
Due anni fa l'iPad non esisteva, anche se ho fantasticato molto intorno al possibile progetto di un tablet Apple. Oggi l'iPad è una realtà in forte espansione, diversi miei amici ce l'hanno, molti hanno comprato un iPhone, e anche la popolazione di Mac è cresciuta tra le persone che conosco. Inspiegabilmente invece non vedo molti Android, non solo tra chi mi sta intorno, ma nemmeno quando viaggio: questo è molto strano visto che gli smartphone Android sono più venduti degli iPhone, ma questo è un altro discorso sul quale, magari, tornerò nei prossimi giorni...
...si, perché nei prossimi giorni (e da lì a seguire) mi piacerebbe ritornare un po' di più allo spirito iniziale del blog, spaziando maggiormente sugli argomenti anche quando non sono i temi "più gettonati"; non so "se" e "quanto" ci riuscirò, ma perlomeno ci voglio provare, a costo di rallentare il ritmo dei post...
quello che verrà, verrà...

mercoledì 26 ottobre 2011

Steve e Walter

Sto leggendo (con la dovuta calma, causa poco tempo a disposizione) la biografia di Stebe Jobs... l'ho acquistata in formato digitale, un po' per la comodità di avela sempre in tasca (cosa un po' difficile con un tomo da 600 pagine) così da poterne leggere un po' ogni volta che ho un buco libero, e un po' pensando che lui, probabilmente, avrebbe preferito così.
Ho sempre pensato che leggere libri sui 3.5" di uno smartphone non fosse una grande trovata, e tutto sommato sono ancora dello stesso parere; c'è però un grande vantaggio del formato elettronico, perlomeno per le mie abitudini attuali, ed è quello di avere i libri sempre con se, pronti per essere sfogliati in qualsiasi momento.
Attualmente ho 26 libri sul mio iPhone, e la biografia di Jobs non è il primo libro che leggo sul piccolo schermo del melafonino; ne ho già letti altri sette e tre sono in attesa per essere letti nei prossimi mesi; gli altri sono manuali che sfoglio solo all'occorrenza.
Nonostante lo scetticismo iniziale (che in realtà non è ancora passato del tutto), una volta riarrangiate le dimensioni dei font a proprio piacimento, la lettura degli eBook è abbastanza piacevole; diverso il caso dei PDF per i quali, secondo me, ci vogliono i 10" dell'iPad... inoltre, in certi luoghi o in certe circostranze, il libro cartaceo è quasi d'obbligo: mai mi metterei a leggere in spiaggia su un iPhone o un iPad, per esempio...

Premesso questo, ci sono due considerazioni che vorrei fare.

La prima riguarda questo mio cambio di abitudini influenzato nuovamente da un device di Apple. Vent'anni fa ci fu il passaggio da PC a Mac (anche se continuo ad usare sia Mac che Windows e, più raramente, Linux); poi l'iPod cambiò le mie abitudini di ascolto musicale e di acquisti della musica (anche se non compro solo da iTunes ma anche da altri store digitali, e talvolta compro ancora anche CD veri e propri); poi venne l'epoca delle App, e quindi anche dei giochi portatili, prima sll'iPod Touch e ora sull'iPhone, che mi ha fatto ritirare la PSP nel cassetto, dove ancora giace dall'estate del 2008 (non mi vergogno, nonostante i miei 39 anni, ad ammettere di essere un videogiocatore incallito ;). Ora è la volta dei libri... non ho rimpiazzato i libri di carta che, ripeto, sono ancora irrinunciabili in certe occasioni ma sto cominciando a sfruttare anche gli eBook, che in altre occasioni sono più comodi.

La seconda considerazione riguarda invece in modo più diretto la biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson, un libro molto piacevole da leggere. Jobs, dice lo stesso Isaacson (e non ho motivo di dubitare della sua parola) non ha posto alcun veto e nemmeno a voluto leggere il libro per atorizzare o meno la pubblicazione di alcune parti; anzi, ha incoraggiato tutti (amici e nemici) a raccontare sinceramente le loro esperianze personali con Jobs. Quello che ne esce è un racconto piacevole, un racconto che mette in luce tutti gli aspetti della personalità contraddittoria di quello che, nel bene e nel male, è stato un grande personaggio di questa epoca. Non è né spudoratamente lodevole (come lo sono certi giornalisti quando parlano di Apple, o di Jobs), né inutilmente polemico (come altri libri che ho letto prima della biografia e dei quali al momento non vi ho detto nulla... magari lo farò più avanti). E' un racconto disincantato fatto sia dalla parole di Walter (che con 40 intervite e altri colloqui informali ha avuto modo di conoscere bene Steve) sia dalle parole di tutti quelli che Steve l'hanno conosciuto, amato, e odiato. E' una lettura che consiglio a tutti gli appassionati di Apple, i curiosi che vogliono sapere come mai Steve riuscisse ad "incantare" così tante persone, e anche i soliti criticoni che spesso e volentieri vanno contro Steve e contro Apple pur non conoscendo davvero la storia di Jobs e della società che fondò con Wozniak; molti dettagli della sua gioventù lasciando trasparire il modo in cui ha formato il suo carattere il perché della sua cura maniacale su ogni dettaglio, e anche alcune cose più curiose come l'idea dell'unibody (che secondo me deriva da uno dei lavori che faceva il padre), l'"arte" di contrattare i prezzi (sempre imparata dal padre in tenera età), o l'esperienza nel frutteto (mele...) di Friedland.
Ci sono molte altre cose ancora, ma non posso certo raccontarvele tutte visto che ad ogni pagina si scopre qualcosa di nuovo... vi consiglio veramente di leggerlo.