lunedì 29 agosto 2011

Dica 33

E' bastato uno squallido fotomontaggio su un sito di gossip per far abboccare l'ANSA, e a seguire hanno abboccato pure quelli che l'informazione vera la dovrebbero fare, verificando le fonti e la loro autorevolezza, ma che in realtà spesso si limitano a fare un banale copia&incolla (nello specifico, vedi l'esempio de La Repubblica e del Corriere).
Non sorprende quindi se alcuni blogger abbiano anch'essi dato eco alla notizia con l'inutile smania di "emergere dal gruppo" e se taluni, dopo aver compreso la gaffe, hanno rettificato ponendo quantomeno il dubbio sull'autenticità dell'immagine, c'è anche chi si è improvvisato medico (oltre che esperto di grafica) blaterando scusanti inutili miste a presunte diagnosi... cose del tipo "si, l'avevo capito subito che era un fotomontaggio, ma la faccia è quella di Jobs, ed è quella di un malato terminale".
Eviterò di infierire osservando che, se è un fotomontaggio, magari gli hanno ritoccato anche la faccia"... e se anche non fosse così, dubito che un medico possa fare una diagnosi a distanza basata su quella foto... figuriamoci uno che non è un medico... ma se anche fosse tutto vero, qual'è la necessità di pubblicare una foto del genere? fare gossip? richiamare visite? click sul banner pubblicitari? farsi pubblicità? screditare Apple? cosa si è disposti a fare pur di "andare contro"? Contro Apple, contro Jobs, contro tutti quelli che (nonostante tutto) non ci stanno a contestare Jobs per partito preso... mi fermo qui.

Per chi volesse approfondire, Paolo Attivissimo ha dedicato un'apposita pagina all'analisi della foto in questione

venerdì 26 agosto 2011

Tutto cambia, tranne Apple

Ecco il commento promesso ieri (e uscito qualche ora fa su Punto-Informatico):

"I believe Apple’s brightest and most innovative days are ahead of it. And I look forward to watching and contributing to its success in a new role." [Io credo che i giorni più luminosi e innovativi di Apple debbano ancora venire. E non vedo l’ora di guardare e contribuire al suo successo in un nuovo ruolo.]

Questa è una delle ultime frasi della lettera con la quale Steve Jobs ha dato le dimissioni da CEO di Apple, ruolo che ufficialmente continuava a mantenere ma dal quale era comunque assente dall'inizio di quest'anno.

Al di là ventata di ottimismo che sicuramente avrà voluto infondere per compensare l'inevitabile contraccolpo della notizia (a seguito dell'annuncio, fatto per ovvi motivi a mercati chiusi, il titolo AAPL è arrivata a perdere fino al 5% anche se durante le contrattazioni di ieri ha recuperato quasi tutto) questa frase nasconde due dettagli sui quali vale la pena soffermarsi.

Il primo (partiamo dal fondo) è che Jobs non se ne sta andando ma ha semplicemente ufficializzato una situazione che di fatto si sta trascinando da diversi mesi, ovvero il trasferimento della carica di CEO al predestinato Tim Cook. Steve Jobs continuerà comunque la sua attività in Apple come presidente del consiglio e membro dello stesso, oltre a mantenere un non-meglio-identificato ruolo di "impiegato Apple". Più volte il mercato aveva chiesto una mossa in tal senso, perché Jobs non poteva delegare all'infinito un ruolo di tale importanza: la notizia fa quindi un certo effetto per la sua ufficialità, ma non giunge certamente inattesa a chi segue da vicino tutti gli eventi che ruotano intorno a Cupertino (tanto che, secondo alcuni analisti, modo e tempo sono stati scelti a tavolino). In ogni caso, pur abbandonando il titolo di CEO, Jobs si è ritagliato un ruolo di non poca importanza, il che lascia intendere che (finché ne avrà le forze e la volontà) avrà ancora modo di dire la sua sulle linee guida da seguire... non è un caso che Jobs abbia preannunciato un futuro luminoso e innovativo al quale intende dare il suo contributo, e qui ci riallacciamo al secondo dettaglio.

Parlando di "giorni luminosi" è evidente Jobs si augura che Apple continui la sua strada di successi e record di mercato, così com'è stato negli ultimi anni, ma parlando di "innovazione" il pensiero si sposta inevitabilmente verso l'annuncio dei prossimi prodotti, e non mi riferisco solamente all'imminente iPhone 5 (che dovrebbe essere presentato il prossimo mese) ma a tutti quei prodotti che sono già in fase di ideazione, progettazione e sviluppo, prodotti che arriveranno nel 2012 o ancora più tardi, perché certi dispositivi non si progettano da un giorno all'altro ma possono richiedere anni di sviluppo, test e perfezionamenti…

In definitiva, nel bene o nel male, CEO o non-CEO, Steve Jobs avrà ancora a lungo la sua influenza strategica anche se Tim Cook, vista l'investitura ufficiale, terrà le redini dell'azienda e dovrà agire in prima persona prendendosi tutte le responsabilità del caso. Del resto, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, Cook ha già dimostrato di saper guidare l'azienda, soprattutto in questi ultimi mesi: sebbene non abbia lo stesso carisma o le stesse intuizioni geniali, condivide con Jobs lo stesso carattere, forte, deciso e molto esigente con propri collaboratori, anche a costo da risultare un po' antipatico. Cook è un ottimo amministratore e non si troverà solo a guidare Apple visto che (al di là della sua presenza come presidente del consiglio) in questi anni Jobs ha saputo circondarsi di molti collaboratori di valore, ognuno con le proprie peculiarità: una squadra vincente che, perlomeno nel breve e medio periodo, proseguirà il lavoro impostato da Jobs; sul lungo periodo credo invece che ogni previsione sia inutile, non solo per Apple ma per tutto il settore informatico.

Ma quale sarà questo lavoro già impostato che si preannuncia come innovativo (lo stesso Tim Cook, nel suo messaggio di presentazione ai dipendenti ha rimarcato più volte questo concetto)? Senza entrare nel dettaglio di alcuni rumors che diventano sempre più insistenti, e che vogliono Apple in procinto di rivoluzionare completamente la propria linea di prodotti (magari spingendo già da subito i processori con tecnologia ARM su alcuni modelli di Mac), è evidente che il mercato dell'informatica sta per cambiare.

Fermo restando che il computer "classico" è ancora indispensabile per molte professioni (io stesso non potrei fare a meno del mio PC-Win) e non potendo ignorare il fatto che, anche limitandosi all'universo Apple, senza un Mac con OS X non si potrebbero nemmeno creare le App per iOS, gli ultimi risultati trimestrali disegnano un mercato del computer in crisi e un settore dei tablet in forte espansione. Pur conservando forti dubbi sulla tempistica e sugli effettivi vantaggi di una fusione immediata tra il mondo iOS e quello di OS X, tutti gli indizi portano in quella direzione: sarà questa l'ultima trovata di Jobs e il primo terreno di prova per Cook?

giovedì 25 agosto 2011

E' sempre Steve...

Navigando oggi su certi siti, se uno non avesse letto la lettera di Steve Jobs, potrebbe pensare che gli è successo qualcosa di brutto...

Non allarmatevi: Jobs ha semplicemente risposto al mercato, dando le dimissioni dal ruolo di CEO (ruolo che comunque, di fatto, non stava più ricoprendo) per affidarlo a Tim Cook, riservandosi però quello di presidente... tutto continuerà grossomodo come in questi mesi.

PS: domani un approfondimento sul tema

mercoledì 24 agosto 2011

Sempre più iPad

Mentre un sondaggio americano evidenzia la supremazia induscussa di iPad nel settore dei tablet, ci sono almeno altre notizie che rafforzano lo status che Apple è riuscita a conquistarsi in questa nicchia di mercato, nicchia in forte espansione che sta insidiando il settore dei più comuni personal computer: dai dati di vendita dell'ultimo trimestre è infatti evidente che, al di là del fatto che si possano considerare o meno un computer (secondo il mio parere la risposta è ancora no), senza il contributo dei tablet il mercato dei portatili sarebbe in netto calo, mentre includendo nel conteggio anche questi dispositivi il settore risulta essere in crescita.
Considerando il fatto che, parlando di tablet, parliamo per la stragrande maggioranza di iPad, si capisce che Apple è l'unica che in questo periodo se la ride, anche perché l'impressione è quella che (seppur con diverse sfumature dipendenti da età e tipo di utilizzo) l'iPad stia davvero rimpiazzando i notebook in molte circostanze e col passare del tempo credo che questa tendenza crescerà sempre più, visto che le possibilità offerte dai tablet e dai loro OS non potranno che aumentare.
Alle luce di queste considerazioni non si capisce perché mai HP abbia deciso di abbandonare in toto il settore, anche se i dati di vendita del suo TouchPad erano di molto aldisotto delle aspettative. Diverso il discorso di Samsung, la cui battaglia legale con Apple potrebbe avere dei risvolti inattesi (in entrasmbi i versi), anche se un futuro in cui l'iPad fosse l'unico tablet presente sul mercato non è certamente una buona prospettiva: un mercato che si divide (più o meno equamente) tra più concorrenti è sempre la situazione migliore per gli utenti.
Riagganciandoci al successo dei tablet, visti gli spostamenti del mercato non sembra neanche più tanto fantascientifica l'ipotesi di un portatile costruito intorno ad iOS, una via di mezzo tra una versione moderna dell'eMate (cioé un iPad con tastiera) e un MacBook Air con processore ARM... ma arriverà davvero così presto come dice qualcuno? in tal caso, sarà con iOS o con OSX?

giovedì 18 agosto 2011

Tempo di gossip

Sarà il caldo afoso di questi giorni, sarà il clima vacanziero di metà agosto (nonostante le mie ferie siano già finite da un pezzo), saranno i continui rumor sull'argomento (as usual), fatto sta che in questi giorni mi è tornata la voglia di parlare delle possibili novità sui futuri device di Cupertino.

-iPhone 5, o iPhone 4Gs, o ancora iPhone 4s, a seconda dei gusti.
Solitamente le custodie non mentono quindi, ammesso e non concesso che le cover riportate sui vari siti di rumors siano veramente destinate al prossimo iPhone, possiamo dedurre che il prossimo melafonino avrà un display più grande e una forma più sollile e affusolata. Premesso che solitamente la forma affusolata non mi piace (per esempio non mi sono mai piaciuti il 3G e il 3Gs, mentre mi piace molto il 4, così mi piaceva il primo modello, stondato ma non affusolato), resta da capire quanto sarà più grande il display: se davvero la forma sarà affusolata, difficilmente potrà andare da bordo a bordo (come inizialmente pronosticato), e se sarà più sottile difficilmente sarà possibile incrementare l'autonomia della batteria o montare un'ottica migliore per la camera (continuo a sperare che prima o poi si decidano a montare uno zoom ottico). Più in generale, un form-factor che privilegi lo spessore, puntanto a realizzare uno smartphone più grande ma più sottile, non mi convince più di tanto: l'ingombro in tasca sarebbe maggiore e il vantaggio sarebbe relativo (un display leggermente più grande ci può stare anche sull'attuale case dell'iPhone 4). In definitiva, anche se non ha molto senso giudicare un prodotto da una custodia, l'ipotesi attualmente più accreditata non mi piace... perlomeno dal punto di vista esteriore... apprezzo invece il fatto che lo switch per la modalità silenziosa venga spostato sul lato destro, più comodamente accessibile dal pollice e lontano dal pulsante del volume che (finalmente) con iOS 5 potrà essere utilizzato per scattare le fotografie. Sul processore credo che non ci siano dubbi, mentre sarebbe gradita anche la disponibilità di una versione a 64GB: non so voi ma io, considerando che l'iPhone lo uso per moltissime cose, con 32GB ci sto davvero stretto...

-iPad 3, iPad 2 HD, iPad 2 Pro, e chi più ne ha più ne metta.
I tempi per un iPad con display ad alta risoluzione sono maturi, e Apple ha investito un miliardo di dollari in Sharp per accaparrarsi questo tipo di display (prendendo nel contempo un minimo di distanza da Samsung). Non ho mai creduto più di tanto alla possibilità che Apple potesse lanciare un iPad ad alta risoluzione in questo autunno, anche perché non so se l'attuale Apple A5 (e relativo compratto grafico) siano sufficientemente potenti per gestire un numero di pixel quadruplicato, mentre l'Apple A6 (anch'esso commissionato a TSMC, tagliando fuori Samsung) è atteso solo per i primi mesi del 2012. Mi hanno fatto un po' sorridere certi proclami tipo "i problemi di produzione degli schermi in alta risoluzione costringono Apple a rimandare il lancio dell'iPad 3 previsto in autunno"... mi hanno fatto sorridere perché nessuno ha mai ufficializzato che l'iPad 3 (o iPad 2 Pro) sarebbe stato lanciato in autunno, quindi non vedo vedo come si può "rimandare" un evento che di fatto non è mai stato programmato (al di là di dare per scontato che fosse tecnicamente realizzabile e che l'unico elemento mancante fosse il display). Più interessanti, invece, le notizie che Apple potrebbe dotare il futuro tablet di un connettore mag-safe per la ricarica nonché di una displayport (ma, a 'sto punto, perché non una thunderbolt?). Al di là delle considerazioni che potremmo fare sul connettore dock (se la ricarica avviene tramite magsafe, la sincronizzazione WiFi, e l'uscita video tramite porta dedicata, il connettore dock potrebbe diventare un punto di accesso dedicato esclusivamente ad accessori specifici) queste modifiche hardware contribuiscono all'avvicinamento tra il mondo iOS e il mondo OS X. Inoltre queste modifiche consentirebbero di utilizzare l'iPad collegandolo ai nuovi monitor Apple (anche se per gestire la risoluzione di 2560x1440 è indispensabile qualcosa di più potente dell'attuale Apple A5) e collegandoci una tastiera bluetooth potrebbe diventare a tutti gli effetti, seppur con i suoi limiti, una piattaforma di lavoro flessibile e completa... perlomeno in certi ambiti...

-Varie ed eventuali: perché limitarsi a iPhone e iPad quando si può dare libero sfogo alla fantasia?
Con l'arrivo di Lion, l'avvicinamento da OS X verso iOS è sotto gli occhi di tutti. Anche l'adozione massiccia di memoria allo stato solido (vedi MacBook Air ma anche le opzioni sulle altre macchine) e l'eliminazione del drive ottico (già attuata su Air e Mini, ma compatibile anche con le indiscrezioni di un MacPro dalle dimensioni più contenute), avvicina l'hardware dei Mac con quello degli "iDevice". L'imminente iOS 5, e le possibili novità dei futuri iPad, danno il loro contributo nell'altra direzione. Non so se si arriverà davvero ad una fusione totale (dipende da quanto Apple è disposta a potenziare iOS visto che attualmente, per esempio, non è nemmeno possibile compilare alcunché, quindi nemmeno realizzare un'App) ma in ogni caso ci sarebbe iCloud a fare da collante tra i due mondi. Se vogliamo mettere un po' di pepe al tutto, possiamo aggiungere la notizia che vede raffreddarsi i rapporti (finora idilliaci) tra Apple e Intel, e il motivo delle prime scaramucce sarebbe legato alle richieste di Apple di avere processori meno dispendiosi in termini energetici: prove generali per il passaggio alla tecnologia ARM anche sui Mac? La cigliegina sulla torta (che non ci starebbe troppo bene dopo il pepe di prima...) è il prototipo di MacBook Pro dotato di antenna e connettività 3G (non funzionante) messo recentemente all'asta su eBay. A valle di tutto ciò, al di là del fatto di condividere o meno le scelte di Apple, o di credere o meno che il futuro dell'informatica (Apple o non-Apple) sia in questa direzione, il mio cruccio principale da viaggiatore del mondo è: chi me la paga il roaming telefonico quando sono all'estero? Possibile che non esista un modo per mettere d'accordo le compagnie telefoniche dei vari paesi? Se davvero l'accordo è impossibile, ben venga l'ipotesi di una "SIM-elettronica" (come ipotizzato molti mesi fa) così che ognuno possa fare in modo semplice e immediato dei contratti temporanei con l'operatore desiderato del luogo in cui si trova; virtualmente la SIM-elettronica potrebbe anche consentire di tenere in essere più numeri o più contratti, così da essere raggiungibili telefonicamente tramite il solito numero, ma usare un altro contratto per la connessione dati con l'operatore locale: interessante come idea ma probabilmente utopistica come lo è l'accordo tra le varie compagnie...

martedì 16 agosto 2011

Scontro tra titani

Mi è capitato in diverse occasioni di dire che uno dei punti di forza di Apple è il forte connubio tra hardware e software, un po' meno sul fronte Mac dopo il passaggio ad Intel, sempre di più sul fronte iOS, quando dallo scorso anno Apple introdusse il processore Apple A4, un SoC basato su tecnologia ARM che si poi evoluto in A5 (mentre già pare che sia in collaudo l'A6).
Parallelamente ho sempre ritenuto la troppa frammentazione uno dei difetti di Android, sollevando comunque qualche dubbio su eventuali prese di posizione di Google sulla definizione dell'hardware degli smartphone Android.

La recente acquisizione di Motorola Mobile da parte di Google, ufficialmente serve a coprire le spalle di Google in vista della battaglia sui brevetti che si sta scatenando (con Apple e Microsoft che cercano di accerchiare Mountain View da diversi lati), ma probabilmente servirà a Google anche per avere tra le proprie mani tutta la tecnologia necessaria per produrre un hardware "su misura" per il proprio sistema operativo.

Sull'altro versante c'è l'accordo tra Microsoft e Nokia, con voci ricorrenti sull'eventualità di un'acquisizione (di Nokia da parte di Microsoft); qui il doscorso diventa più "fumoso", visto che Microsoft pareva lei stessa interessata anche a Motorola, ma non tanto alla possibilità di produrre smartphone, quanto all'acquisizione di tecnologie e brevetti (ragion per cui l'accordo è sfumato a favore di Google). I casi sono due: o Microsoft non è davvero interessata a produrre hardware (nonostante i recenti, e fallimentari, esperimenti di Kin); oppure Microsoft ha già in mente l'acquisizione di Nokia, per cui non è interessata alle catene produttive di altri dispositi.

In definitiva, se sul fronte tablet pare che al momento non ci sia ancora storia, nel mondo degli smartphone si preannuncia uno scontro tra titani: Apple-iPhone(iOS) contro Google-Motorola(Android), con Microsoft-Nokia(WinPhone7) a fare da terzo incomodo (finché la quota di mercato rimane così risicata non si può considerar eun vero e proprio contendente). Resta da vedere cosa resterà di tutti gli altri...

venerdì 12 agosto 2011

"Stupido è chi lo stupido fa"

Una delle critiche più frequenti che vedo muovere verso Lion riguarda il fatto di aver ereditato alcune caratteristiche di iOS: "non vogio un sistema che mi considera stupido" è una delle frasi più comuni.
Prendendo a prestito una celebre battuta di Forrest Gump, mi verrebbe da dire "stupido è chi lo stupido fa"... cito questa frase come battuta, senza voler minimamente giudicare l'intelligienza di chi Lion non lo digerisce ancora o di chi (per motivi di compatibilità, o per esigenze professionali) ha deciso di restare ancora un po' di tempo con Snow Leopard; in ogni caso, qualche puntualizzazione in merito all'argomento mi piacerebbe farla.
Partendo alla lontana, quando Apple introdusse il Mac nel 1984 (non voglio nemmeno tirare in ballo lo sfortunato "Lisa") propose una GUI in luogo dei comandi da terminale: non credo di dire un'eresia se affermo che "quel" cambiamento fu un tantino più drastico rispetto alle gestures o alle nuove modalità di interazione introdotte da Apple in Lion... e non mi pare che nel 1984 gli utenti si sentirono trattati come stupidi perché messi di fronte a qualcosa che gli semplificava la vita: oggi la stragrande maggioranza degli utenti utilizza proprio un'interfaccia grafica per lavorare col proprio computer, che sia OS X, piuttosto che Windows, Ubuntu, o quant'altro. Eventualmente si potrebbe obiettare che, quando il computer era utilizzabile solo in modalità terminale, i più se lo tenevano alla lontana e solo "gli esperti" si dedicavano all'informatica; il fatto di introdurre una GUI ha invece avvicinato a questo mondo un numero sempre maggiore di persone, anche non esperte: è la consueta dinamica del progresso.
Da quel momento in poi, per 25 anni la metafora della scrivania è rimasta sempre la stessa, con le sue cartelle, i file, e il cestino. Fondamentalmente, è rimasto sempre uguale a sé stesso anche il mouse, ovvero un dispositivo di puntamento con un singolo punto di contatto con lo schermo (rotelline o mille pulsanti aggiuntivi, non cambiano la sostanza). Un paio d'anni fa immaginai una possibile evoluzione che trascendeva dal concetto di desktop e di organizzazione manuale dei file, per sfruttare un'organizzazione tramite TAG e metadata: l'utente non deve preoccuparsi di dove sono i file, deve solo digitare la chiave di ricerca desiderata per ottenere tutto il necessario sull'argomento, organizzarlo come più gli piace, ma senza i vincoli della posizione "fisica" sull'hard-disk. Semplificando il discorso si tratterebbe di sfruttare all'ennesima potenza Spotlight e organizzare i documenti del Finder in strutture che ricordano gli album e gli eventi di iPhoto, o (se preferite) le playlist di iTunes. In modo basilare è una cosa che si potrebbe già fare utilizzando le "smart folder" ma si tratterebbe solo un'abbozzo, perché un approccio di questo tipo non è esente da problematiche: l'utente medio non è preparato per un simile approccio, anche perché al momento mancano gli strumenti per realizzarlo al meglio... questo concetto funziona un po meglio sull'iPhone, ma già sull'iPad (che potenzialmente ha degli usi un po' diversi e l'utente ha qualche esigenza in più) comincia a far sentire i suoi limiti: c'è molto margine di miglioramento...
Sempre qualche anno fa immaginavo che l'avanzata dei dispositivi touch avrebbe in qualche modo influenzato anche il mondo di notebook e desktop, ed è quello che sta avvenendo, almeno a Cupertino.
Con Lion Apple ha avuto il coraggio di rompere un'altra volta gli schemi e, forte dell'esperienza maturata in iOS, ha portato un pizzico di evoluzione anche in OS X modificando alcuni paradigmi di interazione col computer: il desktop non è più uno spazio fisico limitato per appoggiare file, cartelle, finestre, o alias (shortcuts) delle applicazioni... il desktop si alterna alle applicazioni che girano a pieno schermo (e non in una finestra grande quanto l'intero schermo), si possono scorrere con le dita e intercalare all'occorrenza con altri desktop, dove mettere altre finestre dedicate ad altro; tutti gli spazi così configurati sono accessibili con un altro gesto (per chi non ha la pazienza di "scorrerli") e quando spegniamo il computer sappiamo che alla successiva accensione lo troveremo nello stesso identico stato. Personalmente tutto questo mi semplifica la vita e non mi sento per niente stupido ad utilizzare Mission Control, anzi, spero che iOS 5 offra simili possibilità per scorrere le applicazioni e accedere a quelle aperte con un semplice gesto (il doppio click sul tasto home proprio non mi piace...). Ma la cosa più bella è che, se proprio non ci piace, Mission Control possiamo anche non usarlo e possiamo anche evitare di mettere le applicazioni a schermo pieno, continuando ad utilizzare Lion come se fosse Snow Leopard... certo non sarà tutto uguale, ma non mi pare che le differenze siano così drastiche da consigliare un rifiuto di Lion (sempre escludendo questioni di compatibilità nell'utilizzo di software professionali).
La cosa più fastidiosa di Lion (a parte lo scrolling rovesciato che, per chi non riesce ad abituarsi, si può rimettere come prima) potrebbe essere Launchpad, utility che in un primo momento ho trovato inutile e fuori luogo ma che in fin dei conti potrebbe avere il suo perché. Ripensando al discorso iniziale sull'organizzazione di file, Launchpad rappresenta un primo passo (dopo le smart folder) in questa direzione: non è importante sapere dove stanno le applicazioni, vi basta richiamare Launchpad e le avrete tutte sott'occhio (anche troppe, da cui il mio scetticismo iniziale), e le potrete organizzare in strutture che non hanno nulla a che fare con la loro posizione sull'hard-disk. In ogni caso, anche per Lauchpad vale il discorso di "stupido è chi lo stupido fa": se non vi piace potete far finta che non esista e continuare a lanciare le applicazioni così come avete fatto fino a qualche tempo fa.
In conclusione, Lion non è certo un sistema perfetto (magari nei prossimi giorni vi parlerò dei difetti che ci ho trovato) ma rappresenta un punto di svolta nelle modalità di interazione col computer e a mio avviso, che ci piaccia o no, siamo solo all'inizio del cambiamento: il mio consiglio è quello di guardare avanti e sfruttare al meglio le nuove possibilità offerte da OS X 10.7, senza sentirsi stupidi perché in alcune cose assomiglia ad iOS.

giovedì 11 agosto 2011

Punti di vista

Al di là dell'essere favorevoli o contrari (o anche indifferenti) alla filosofia dell'Open Source, è evidente a chiunque segue un minimo certe notizie del mondo informatico che la normativa sui brevetti software fa acqua da tutte le parti. Personalmente trovo che il principio di per sé non sia sbagliato: è giusto proteggere la proprietà intellettuale di chi realizza del codice, e anche di chi (al di là del codice) investe tempo e risorse per concepire ed implementare nuove idee o nuovi concetti, anche a livello di GUI, di usabilità, o di modalità di interazione col sistema. Il problema (al di là del fatto che la normativa può essere più o meno riconosciuta in certi paesi) è che con un concetto così generico si può arrivare a situazioni estreme e paradossali in cui tutto diventa brevettabile, e il "patent trolling" può diventare un'attività renumerativa.
Ma veniamo al dunque. Checché se ne dica, tra le società del mondo informatico non è certo Apple quella più prolifica di brevetti, anche se alcuni di questi hanno fatto sicuramente più clamore di altri (per esempio quelli sulle gestures); d'altro canto la normativa di cui sopra non lascia troppe vie si scampo: se Apple non brevettasse per prima certe caratteristiche uniche dei suoi sistemi, al di là delle possibilità di copie spudorate di alcuni dispositivi, applicazioni, o funzioni, ci sarebbe il rischio di diventare la vittima di un patent trolling.
Ma passiamo oltre anche a questo concetto... quello che volevo dirvi è che trovo molto curioso il fatto che alcuni individui, pur concordando come me sull'assurdità di certi aspetti della normativa, inveiscono contro Apple (ma non contro gli altri) quando questa registra un nuovo brevetto, e inveiscono contro Apple quando questa riesce a far valere i suoi brevetti, mentre gioiscono quando Apple si ritrova costretta a risarcire qualche società per via di un patent trolling. Riassumendo: tutto ciò che fa Apple viene visto come male, tutto quello che fanno gli altri, contro Apple, viene visto come bene, anche se di fatto sono le stesse cose che fa anche Apple... una storia già vista [partito preso].
Polemiche a parte, ciò che mi ha spinto a parlare di questo argomento è la notizia di questi giorni che Apple ha ottenuto la sospensione delle vendite del Samsung Galaxy Tab 10.1. La notizia è di quelle grosse per vari motivi: primo perché Samsung è l'attuale (ma non l'unico, ma comunque il principale) fornitore di display per l'iPad, nonché dei processori A5 (realizzati su specifiche Apple); secondo perché il Galaxy Tab era l'unico concorrente che era riuscito a conquistarsi una sua nicchia di utenti contro l'inarrestabile avanzata dell'iPad.
Ai più disattenti ricordo che Apple ha denunciato Samsung per la violazione di numerosi brevetti e, prima di questa sospensione delle vendite (decisione che potrà essere impugnata dall'azienza sudcoreana solo tra qualche settimana), Apple aveva già ottenuto la possibilità di visionare i progetti dei futuri dispositivi della concorrente; dopotutto la somiglianza estetica tra iPhone/iPad e alcuni corrispondenti prodotti di Samsung è innegabile e decisamente sospetta: ovviamente un tablet o uno smartphone touch devono avere per forza quella forma, ma qui le somiglianze si spingono delle icone fino al packaging del prodotto, coinvolgendo anche alcuni accessori come la smart cover.
Al di là delle motivazioni più o meno valide (e per taluni opinabili) cosa comporta questa decisione? A livello dei rapporti come fornitura dei componenti, Apple pare si sia già messa al sicuro stringendo accordi con altre società: LG per i display, che è l'unica (oltre a Samgung) ad avere la tecnologia per produrre display da 10" ad alta risoluzione (anche se pare che la qualità degli attuali display di LG non sia soddisfacecente) e la taiwanese TSMC per i futuri processori A6. A livello di mercato è una mossa che potrebbe contribuire a rafforzare la posizione dell'iPad, anche se la (per ora) temporanea sospensione delle vendite del Galaxy Tab 10.1 non è necessariamente destinata a cambiare le proporzioni di mercato tra iOS e Android, che è disponibile anche su prodotti di altre marche, tra cui il Motorola Xoom... almeno per ora...

mercoledì 10 agosto 2011

La rivoluzione silente

Non so quale sia il motivo per cui se ne parla così poco: forse il sospetto che si tratti di una bufala, forse un "complotto" di certe lobby, o forse solo un pizzico di scaramanzia.

Sto parlando della Fusione Nucleare Fredda, quell'alchimia che tanto ci aveva illuso nel lontano 1989, quando Pons e Fleischmann annunciarono di essere riusciti a fondere due atomi di deuterio utilizzando una cella contenente acqua pesante, corrente elettrica, e due elettrodi di platino (l'anodo) e palladio (il catodo). L'esperimento fu molto controverso, i due scienziati vennero ridocolizzati e la fusione fredda fu considerata una bufala. In realtà non c'era nessuna bufala, la fusione fredda avveniva (come dimostrato in certe circostanze), ma l'esperimento aveva tre grossi problemi: il primo era il basso rendimento, il secondo riguardava il costo dell'apparecchiatura (soprattutto nell'ipotesi di uno sfruttamento industriale) e il terzo, sicuramente il più importante, la totale incomprensione delle condizioni in cui avveniva il fenomeno, situazione che ne rendeva impossibile la riproducibilità... a volte (raramente) avveniva, altre (molto più spesso) no, e questa è una situazione inaccettabile sia per il mondo scientifico che per potenziali investitori.

Ora pare che due italiani (Rossi e Focardi) pur senza comprenderne a fondo i meccanismi, siano riusciti a realizzare una fusione fredda a rendimento più alto (si parla, per ora, di una dozzina di volte l'energia immessa), con materiali più economici (si utilizzano idrogeno e nickel), e perfettamente riproducibile: l'esperimento è già stato ripetuto moltissime volte, anche in presenza di scienziati di tutto il mondo, che pur mostrando entusiasmo non hanno ancora sciolto tutte le riserve sul caso. Lo scetticismo del mondo scientifico è dovuto principalmente al fatto che la fusione avviene grazie alla presenza di un catalizzatore che al momento attuale è coperto da segreto industriale (verrà rivelato solo dopo l'approvazione dei brevetti). Un altro motivo di contestazione è sicuramente il fatto che non è ancora ben chiaro cosa succede all'interno del reattore: ci sono delle ipotesi che si stanno studiando, e ci sono i risultati che spiegano che il nickel si trasforma in rame "assorbendo" l'idrogeno (per poi decadere nuovamente in nickel, perché l'isotopo di rame che si ottiene è molto instabile), ma soprattutto c'è un bilancio energetico che pare essere inspegabile con qualsiasi altro tipo di reazione chimica... stavolta pare che siamo veramente di fronte ad una fusione fredda facilmente sfruttabile.

Io non sono uno scienziato e non ho le competenze per azzardare un giudizio ma, da quello che leggo e vedo, se non c'è ancora nulla di davvero concreto per credere al 100% al fenomeno, non c'è neppure nulla che ci dica al 100% che si tratta di una bufala. Potremmo davvero essere ad un punto di svolta nelle sorti dell'umanità, e con tutte le cose brutte che possiamo raccontare dell'Italia, sono davvero contento che siano stati due italiani ad aver fatto questa scoperta. Ovviamente sono necessarie tutte le dovute cautele, ma entro la fine dell'anno potremmo già trovarci di fronte ad una rivoluzione energetica; nel frattempo, su internet potete trovare molte informazioni al riguardo, ma personalmente vi consiglio di guardarvi i filmati dell'esperimento eseguito presso la facoltà di fisica dell'università di Bologna (non fermatevi al primo: guardateli tutti e tre).

martedì 9 agosto 2011

[10 anni fa] Apple: c'è chi va e chi viene

Il 4 luglio del 2001, con un breve annuncio, Apple annunciò la sospensione della produzione del Cube, uno dei modelli di Mac più controversi: come io stesso ebbi modo di scrivere qualche mese prima, si trattava di una macchina di difficile collocazione sul mercato, inadeguata al professionista in cerca di prestazioni ed espandibilità, esageratamente costosa per l'utenza domestica che ormai aveva preso a riferimento l'iMac.
Come ho già avuto modo di raccontare altre volte, a mio avviso il Cube rappresentava per Jobs la reincarnazione del NeXT, e alla sua sparizione fece seguito, diversi anni più tardi (per la precisione nel 2005) il Mac mini, che personalmente ho sempre considerato una sorta di mezzo-cube... anche nel prezzo...

Sparito il Cube, spariscono anche i terribili iMac Flower Power ma al suo posto non arriva il tento atteso iMac con schermo LCD (che arriverà solo l'anno seguente) ma un'altra riedizione del classico iMac in tre varianti cromatiche (graphite, snow e blue indigo). Va meglio per la fascia degli utenti professionali, che vedono arrivare il nuovo PowerMac-G4 versione Quicksilver, dei mostri di potenza (ai tempi il PPC-G4 era ancora superiore al Pentium IV, nonostante il clock sensibilmente più basso) che vennero adottati da chi si dedicava al video digitale. Per la serie "non siamo mai contenti", quando furono presentate queste macchine ci si lamentò del fatto che Apple trascurava la (sempre più numerosa) fascia consumer per guardare solo ai (pochi) professionisti: lamentele opposte a quelle che vengono mosse oggi.

Polemiche a parte, non ho ancora detto che questo nuovo hardware fu presentato in occasione del MacWorld Expo di New York, evento nel corso del quale venne presentato Mac OS X 10.1, ed evento in cui Jobs riuscì a trascinare sul palco tutte la maggiori software house (da Adobe a Microsoft, passando per Quark, FileMaker, Connectix, IBM, ecc...) come a dimostrare che nessuno avrebbe abbandonato la piattaforma Mac e il nuovo sistema operativo basato su *nix.

Per concludere la panoramica dell'estate di dieci anni fa, tre notizie che fanno un po' il pari con quello che sta succedendo ultimamente: la prima è il passaggio di Palm alla tecnologia ARM (peccato che gli abbia portato bene); la seconda riguarda un momento di debolezza di Nokia, che anche dieci anni fa soffriva la concorrenza di Motorola e Ericsson (forse un po' meno di come sta succedendo ora); la terza riguarda Cisco, che già 10 anni fa intuì l'importanza delle telefonate VoIP.

lunedì 8 agosto 2011

Fuji XP30 alla prova del fuoco, anzi: dell'acqua

Vi ho già parlato qualche tempo fa delle mie prime impressioni sulla Fuji Finepix XP30 ed ora, di ritorno dalle ferie, posso raccontarvi se la macchina in questione, nonostante le sue debolezze (perlomeno per chi è abituato ad usare una reflex) sono state debitamente ricompensate dal suo principale punto di forza: il fatto di essere rugged, ovvero resistente a polvere, sabbia, acqua ed eventuali piccoli shock.
Esperimenti a parte, ho avuto modo di utilizzare la macchina in questione in tre gite fuoriporta e un breve soggiorno al mare. Durante le gite fuoriporta la macchina si è comportata più che bene, le foto scattate sono risultate di buona qualità (anche perché fatte in piena luce) ed ho avuto modo di testare con successo anche la modalità di scatto panoramico che unisce più scatti in un'unica fotografia. Anche la batteria, nell'utilizzo "sul campo" si è dimostrata migliore del previsto, e l'unico problema (problema che comunque mi risulta essere comune a tutte le compatte) e il breve ritardo allo scatto al quale non sono proprio abituato. C'è però da precisare che in queste brevi gite non è stata testata la sua capacità di resistenza agli agenti esterni...
Anche al mare la macchina si è comportata più che bene... perlomeno finché è durata: dopo un paio di giorni in spiaggia col tempo incerto per i vacanzieri e quindi senza bagni (ma comunque la possibilità di realizzare qualche buono scatto) il terzo giorno ho avuto modo di testare la macchina in acqua. Nonostante sia dichiarata resistente a profondità fino a 5 metri per 120 minuti, sono bastati 20 cm di acqua per pochi secondi a renderla inutilizzabile. Tornato sulla spiaggia l'ho subito aperta per rimuovere batteria e scheda SD: a parta la fatica per aprirla (evidentemente la sabbia non ha fatto un granché bene alle cerniere dei vari sportelli) la macchina gocciolava grandi quantità d'acqua dall'interno e anche dopo averla fatta asciugare al sole per un paio di giorni non si è più ripresa... Cercando in internet ho trovato diverse racconti simili a questo, e altri di chi invece non ha riscontrato alcun problema e usa la macchina con soddisfazione anche sott'acqua: non sono in grado di valutare se si tratta di un difetto di progettazione (che quindi, prima o poi, si manifesterà sulla maggior parte degli apparecchi) o più semplicemente di costruzione/assemblaggio del mio modello (e quindi, al limite, di una partita difettosa di apparecchi) ma la mia esperienza attuale mi spinge a sconsigliare questa macchina a chi intende acquistarla per le sue caratteristiche rugged, che tanto rugged non si sono dimostrate...
Ora spero solo che non sorgano questioni per la sostituzione/riparazione in garanzia ma sicuramente quando avrò tra le mani una macchina ancora funzionante, nonostante quello che dicono le specifiche, ci penserò due volte prima di immergerla in acqua...

PS: perlomeno le foto sulla SD si sono salvate.

PPS: meno male che avevo con me anche l'iPhone 4, così qualche altra foto di ricordo ho potuto comunque farla.