venerdì 28 settembre 2012

Di nuovo sulle mappe

Il gran polverone suscitato intorno ai problemi della nuova applicazione di mappe inclusa in iOS, ha indotto Tim Cook a scrivere una lettera aperta agli utenti Apple.

Scusandosi per i disagi procurati dagli errori, viene comunque detto ciò che già sappiamo: la nuova applicazione è stata completamente riscritta dalle fondamenta in modo tale da risultare migliore (per esempio, le nuove mappe sono completamente vettoriali) ed offrire un maggior numero di funzioni (come Flyover o la navigazione turn-by-turn, che non si sarebbe potuta fare con le restizioni imposti da Google sulle licenze delle sue mappe). In attesa che il database venga reso più affidabile grazie anche al feedback degli utenti (100 milioni di sistemi aggiornati già nella prima settimana, una percentuale che il mondo Android si sogna, vista la reticenza dei produttori a rilasciare firmware aggiornati) lo stesso Cook consiglia, a chi dovesse trovarsi male, di utilizzare mappe alternative tramite App o direttamente dal browser (creando eventualmente l'icona del sito sulla homepage).

Non so quando il livello di dettaglio e di affidabilità diventerà paragonabile a quello di Google Maps, ma in Apple stanno lavorando duramente su questo aspetto, e scommetto che quando accadrà tutti seguiranno la nuova ventata di commenti positivi, come banderuole al vento... tutti tranne i soliti polemici che troveranno sempre qualcosa da ritdire...

Postilla finale: anche Consumer Reports (che non è certo una succursale di Apple) dopo una prova approfondita è giunta a conclusioni simili alle mie...

mercoledì 26 settembre 2012

Quello che non vi ho detto [aggiornato]

Nonostante l'articolo già pubblicato da Punto-Informatico, su iOS6 non vi ho ancora detto tutto: ci sono diversi dettagli minori, in gran parte estetici, a volte "curiosi" che potete scovare un po' ovunque nella nuova versione del nuovo sistema mobile di Apple. Per esempio, avete notato il simbolino dell'aggiornamento delle caselle di mail? Si allunga e si stiracchia quando trascinate la finestra verso il basso, fino a quando "cede" e fa partire l'aggiornamento delle caselle. Ci sono alcune App che "colorano" la barra superiore del menù, ma non mi è ben chiaro in base a cosa visto che in alcuni casi si tratta di applicazioni vecchiotte che non sono certo state aggiornate per iOS6. Inoltre le preferenze sono state in gran parte riorganizzate e sono state aggiunte voci specifiche per il controllo della privacy. Devo ancora stimare quanto incidano Siri e la dettatura vocale sul volume settimanale del traffico dati, ma sicuramente incidono sulla batteria visto che chiamano in causa sia la localizzazione che il traffico dati verso i server Apple.

Approposito, parlando di polemiche intili, c'è anche chi si è "scandalizzato" perché Siri richiede l'accesso alla rubrica: l'accesso serve a riconoscere al meglio i nomi, ed è indispensabile per conoscere gli indirizzi (altrimenti non si potrebbe chiedere a Siri "guidami a casa di Fabrizio") nonché i legami parenteli impostati nella rubrica ("manda un messaggio a mia moglie" implica che Siri sappia chi è mia moglie...). In ogni caso il livello di comprensione del parlato è davvero alto, ma Siri a volte si perde in certe richieste apparentemente banali, e l'unica cosa che fa è proporre una ricerca in internet; le due cose (per i soliti polemici) non sono in contraddizione: semplicemente certe richieste che a noi possono sembrare banali, Siri le comprende perfettamente come parlato (infatti ripropone la frase in modo corretto) ma non gli è possibilie dare una risposta. In ogni caso, quando gli ho detto che continuava a sbagliare mi ha risposto che "errare humanum est perseverare autem diabolicum"... avrà voluto sottointendere qualcosa? Comunque Siri può anche essere fonte di "conversazioni" divertenti: comprende la supercazzola, come se fosse antani, e con un po' di insistenza riuscirete anche a convincerla a cantare o a raccontarvi una barzelletta. iPhoneItalia e iPadItalia hanno preparato un paio di raccolte con diversi esempi, mentre (restando in tema di polemiche) tuaw e theverge ci offrono spiegazioni del perché Apple abbia deciso il discusso passaggio da Google Maps alle proprie mappe (motivi che ovviamente non risiedono né nella ripicca verso Google né nella volontà di indispettire i propri utenti, come polemizzato da qualcuno...).

Come ultima polemica (ma qui ci spostiamo sull'hardware, non su iOS) come non ricordare quella inerente al nuovo connettore? Se volete polemizzare potete scegliere diversi argomenti (dalla retrocompatibilità, alla compatibilità con il resto del mondo, passando per i temibili chip che identificano il connettore), se invece vi interessa analizzare la questione dal punto di vista tecnico, sicuramente più interessante, potete partire da qui... e magari vi potrebbero interessare anche alcuni dettagli tecnici che cominciano ad emergere sul processore Apple A6. Tornando a noi, purtroppo tutti i limiti di iOS di cui mi sono lamentato più volte (sia in occasione di iOS4 che parlando di iOS5) rimangono anche in iOS6 e, soprattutto per quanto riguarda lo scambio di documenti (argomento che ho trattato anche su Punto-Informatico, durante la recensione di Mountain Lion e la relativa sincronizzazione dei documenti in iCloud), dubito che ci saranno grosse aperture anche in futuro: l'importante è esserne consapevoli e conoscere le possibili alternative.

[Aggiornamento: da AllThingsD nuovi dettagli sulle motivazioni che hanno spinto Apple a realizzare la propria applicazione per per mappe. Ribadisco: non sarà perfetto il database, ma l'applicazione è molto meglio, ed è un duro colpo per Google e i suoi inserzionisti, visto che 100 milioni di dispositivi iOS sono già passati alla nuova versione del sistema; chi pensa che Apple abbia fatto un errore, IMHO, ha una visione dell'orizzonte che si ferma troppo al risultato immediato... qui ci sono di mezzo grosse strategie di servizi...]

lunedì 24 settembre 2012

Banderuole al vento

Ve lo ricordate l'antennagate? Quel "terribile" problema che avrebbe dovuto fare dell'iPhone 4 il peggior telefono della storia, e segnare l'inizio della fine di Apple? Bene, l'iPhone 4 è ancora lì, a più di due anni dal lancio, ancora in vendita, comprato da milioni di persone che ancora lo usano con profitto (o con divertimento) senza troppi problemi, esattamente come succederebbe (e come, di fatto, succede) con molti altri telefoni che possono perdere potenza di campo se impugnati in modo particolare (no ho già parlato diverse volte e potete cercare in YouTube tutti i video che volete in merito). Ai tempi, i soliti polemici spesero fiumi di parole (e di offese) per dare contro Apple e contro i chi non la pensava come loro, perché c'è anche chi, ubriacato da manie di grandezza, si crede investito dal potere divino di risollevare il mondo dal cattivo di turno (in tal caso Apple e suoi "seguaci") e spara sentenze a ripetizione, pur senza sapere di cosa sta parlando... il motivo è molto semplice: le banderuole soffiano dove tira il vento, e il vento della polemica facile soffia sempre forte in certe direzioni... Io l'iPhone 4 lo provai, scrissi il mio giudizio (ovvero che, se è vero che il probblema sussiste, è anche vero che risulta del tutto ininfluente, a meno di non andar volutamente a cercare delle impugnature "anomale") lo comprai (dopo averlo provato), ce l'ho ancora, ed è ancora utilizzato al 100% delle sue possibilità, senza particolari problemi di antenna... perché il mio giudizio non era nato da preconcetti ma da un'esperienza reale, a differenza di chi apre bocca per dare fiato alla bocca, o si trastulla con la tastiera seguendo la via della polemica facile, a seconda di dove soffia il vento. Ora il "problema" si sta riproponendo con le nuove mappe di Apple. Come ho già scritto nella mia recensione, le nuove mappe sono sicuramente meno dettagliate di quelle di Google (anche se dipende dall'area considerata) e sicuramente contengono degli errori (nell'utilizzo che ne sto facendo per testarla dalle mie parti non trovo nulla di grossolano ma, andando fuori città lo scorso venerdì sera, mi sono trovato in una zona in cui le riprese satellitari erano in bianco e nero e mancava l'indicazione di una nuova via), ma da qui a dire che il loro utilizzo è pericoloso ne passa, e cavalcare l'onda della polemica come un banderuola al vento è diventato lo sport di tutti... certo, l'aspettativa era alta (aspettativa generata dalla stessa Apple), ed in parte è stata delusa (sempre per colpa di Apple), ma dubito che partendo da zero si sarebbe riusciti a fare molto meglio in così poco tempo, e certi commenti che si leggono qua e là sfiorano il ridicolo; inoltre, considerando che stiamo parlando di un software che accede ai dati di un enorme database online, al quale collaborano partner di tutto rispetto, la situazione non può che migliorare. Successe così anche con MacOSX, con Safari, e in parte anche con iTunes. Personalmente mi sono fatto la mia idea e non la cambierò solo per seguire le orme di tutti quelli che sono saltati sul treno delle polemiche: la mia idea è che l'implementazione della nuova App sia migliore, ha una maggiore flessibilità, è meglio integrata nel sistema, è più fluida nell'utilizzo (a parte con Flyover, che evidentemente deve gestire molti dati) ed è destinata ad avere informazioni più dettagliate perché derivanti dall'incrocio di più fonti. Non è perfetta ora a livello di dati e informazioni? Pazienza, come navigatore ne ho sempre usato uno offline (e non mi metterò certo ora ad usare quello di Apple, se non per fare delle prove) e come guida, soprattutto all'estero, ho sempre preferito App specifiche o mappe scaricate localmente (come l'ottima CityMap2Go, che può integrare anche le informazioni di Wikipedia). In sostanza il mio giudizio sull'App è positivo, quello sul database dipende da cosa si va a cercare e dove lo si cerca: per essere ritenuto valido in ogni situazione deve migliorare ancora parecchio. Il mio consiglio? Non seguite nemmeno voi l'onda delle polemiche, ma testate di persona l'accuratezza delle mappe durante il reale utilizzo nella vostra zona, e se trovate degli errori, segnalateli. Se poi gli errori sono molti, avrete tutto il diritto di lamentarvi... ma non lamentatevi per partito preso, o solo per andare dietro il vento che tira in questo momento.

iOS6, l'iPhone parlante

Di seguito, la mia recensione su iOS6 pubblicata venerdì su Punto-Informatico. Nei prossimi giorni, ulteriori dettagli.

L'arrivo di una nuova major release di iOS è un evento che gli utenti Apple attendono sempre con entusiasmo, anche perché si tratta dell'occasione in cui i loro dispositivi tascabili (iPhone e iPod touch) o tablet (iPad) vengono dotati di nuove funzioni.

Nel caso specifico di iOS6, l'attesa coinvolgeva un pubblico molto ampio in quanto interessava, seppur a diversi livelli di funzionalità, gli utenti di iPhone 3GS (un telefono del 2009), iPhone 4, iPhone 4S, l'ultima generazione di iPod Touch, iPad 2 e il nuovo iPad. In molti si sono chiesti come mai il primo iPad (che comunque ha già usufruito di tre versioni di iOS) sia rimasto escluso da questo update che supporta addirittura un dispositivo più vecchio come iPhone 3GS: sicuramente si sono delle motivazioni commerciali, visto che iPhone 3GS era in vendita fino ad un paio di settimane fa (cioé fino alla presentazione dell'iPhone 5), mentre il primo iPad non è più in vendita da inizio anno, quando è arrivata la nuova versione del tablet con la mela.

Se però facciamo una verifica delle specifiche tecniche, scopriamo che il primo iPad aveva solo 256MB di memoria RAM, la metà di iPhone 4 (che utilizza lo stesso processore Apple A4) e la stessa quantità di iPhone 3GS, che però si trova a dover gestire una risoluzione ben inferiore: probabilmente il primo iPad avrebbe sofferto in prestazioni tant'è che anche iPhone 3GS e iPhone 4, nonostante siano interessati dall'update, non supportano tutte le funzioni di iOS6, funzioni che sono supportate in toto solo da iPhone 4S (oltre, ovviamente, all'iPhone 5 in uscita nei prossimi giorni).


Nonostante il prevedibile rischio di intasamento dei server, nel giro di un'oretta ho eseguito il backup e aggiornato sia iPhone 4S che iPad (mentre mia moglie aggiornava anche iPhone 4); più lento invece il successivo aggiornamento di tutte le App che hanno aggiunto la compatibilità al nuovo sistema o hanno approfittato dell'occasione per aggiungere funzioni o eseguire un restiling in vista dello schermo allungato di iPhone 5. Gli aggiornamenti hanno coinvolto pressoché tutte le App prodotte da Apple, e la sempre maggiore integrazione tra iOS e OSX (attraverso iCloud) si evince anche dal fatto che contestualmente è stato rilasciato anche un aggiornamento di Mountain Lion (per la precisione la versione 10.8.2) e di altre applicazioni Apple per Mac, in particolare Aperture e iPhoto, per supportare al meglio la nuova funzione di Photo Streaming condiviso.

Ma entriamo nel vivo del nuovo sistema mobile: iOS6 segna una piccola rivoluzione nell'ecosistema dei dispositivi Apple in quanto tronca in modo deciso il legame con Google, legame che aveva assicurato, fin dalla nascita di iPhone nel 2007, la disponibilità di applicazioni native per le mappe e per la visualizzazione dei video su YouTube (pur senza il supporto di Adobe Flash). Quest'ultima può essere sostituita dall'apposita App rilasciata da Google nei giorni scorsi, graficamente più gradevole ma a mio avviso molto meno funzionale, senza considerare il fatto che non esiste (ancora) nella versione per iPad: per il momento può risultare più comodo rinunciare all'App e passare direttamente dal Web anche perché, in ogni caso, il video viene visualizzato a schermo pieno sfruttando al meglio il display.

Per le mappe invece Apple ha realizzato una nuova applicazione nativa, un'applicazione che utilizza i contributi di OSM (OpenStreetMap), di TomTom e di Waze (per la navigazione), di DigitalGlobe (per le immagini satellitari), di Yelp (per le indicazioni di ristoranti e servizi) e di molti altri ancora, compresa la NASA. Il risultato è un'applicazione comoda da utilizzare (in quanto meglio integrata con il resto del sistema) e dotata di un navigatore turn by turn che, sperimentato nel tragitto casa-ufficio di 30 minuti, si è dimostrato efficiente anche in occasione dei ricalcoli forzati dai miei cambi di tragitto.

Tra le pecche del navigatore va sicuramente segnalata l'impossibilità di scaricare le mappe offline mentre, parlando globalmente dell'applicazione, il livello di dettaglio delle mappe può essere più o meno accurato a seconda delle zone: in alcune città (neanche troppo piccole) il livello di dettaglio della vista satellitare è ancora molto basso, e le indicazioni dei servizi non sono sempre complete. Diciamo che c'è molto spazio per i miglioramenti e per l'aggiunta di quelle informazioni che ancora mancano, ma l'impostazione sembra migliore rispetto a prima. L'altra novità della nuova applicazione delle mappe è il famoso Flyover, ovvero la possibilità di "sorvolare" alcune zone urbane interamente ricostruite in 3D (per quanto riguarda l'Italia, al momento Flyover è in grado di mostrare le città di Roma e Milano). Si tratta di un effetto molto scenografico, anche utile in alcune situazioni, ma sicuramente dispendioso in termini di traffico dati. 


Flyover e il navigatore turn by turn fanno parte di quelle funzioni non disponibili per per iPhone 3GS, e nemmeno per iPhone 4, mentre sono disponibili sull'iPhone 4S e su iPad 2. Con l'abbandono delle mappe di Google, si perde anche la visuale StreetView: in attesa che una funzione simile venga ripristinata da uno dei nuovi partner di Apple (pare che proprio TomTom sia in procinto di avviare un servizio di questo tipo), chi proprio non potesse fare a meno di questa visuale può rivolgersi ad applicazioni alternative, come Street Viewer o Live Street View.  

Un'altra grande novità, quantomeno per gli utenti italiani, è l'arrivo di Siri, funzionalità che (a scanso di equivoci) sul sito viene dichiarata ancora in fase di beta. Per far comprendere al meglio l'utilità dell'assistente vocale di Apple possiamo dire che Siri non si limita alla comprensione vocale di semplici comandi, ma si comporta (se è lecito parlare di "comportamento") come un assistente vero e proprio, interagendo con l'utente per comprendere al meglio le sue richieste. Se per esempio è da poco passata la mezzanotte, e chiedete a Siri di fissarvi un appuntamento per domani, Siri vi chiederà una conferma sulla data, perché presumibilmente la vostra intenzione è quella di metterlo a calendario per il giorno che è appena iniziato; e se per quell'ora avete già un altro appuntamento, Siri vi avvisa chiedendovi se siete sicuri di volerne fissare un'altro.

Un'altro esempio: se dite a Siri che avete voglia si sushi, vi proporrà l'elenco dei ristoranti giapponesi più vicini a voi. Potete anche chiedere a Siri "manda un messaggio a mia moglie", e Siri interpreterà i dati impostati nei contatti per capire qual'è il numero di telefono al quale inviare il messaggio, prima di chiedervi di dettare il testo. Oppure potete chiedere più banalmente di lanciare un'App, iniziare la riproduzione di un brano musicale, indicarvi la strada per un determinato indirizzo (in tal caso parte il navigatore della nuova applicazione delle mappe) o cercare in internet determinate informazioni. Siri (oltre che sui nuovi prodotti di prossima uscita) è disponibile solo su iPhone 4S e sul nuovo iPad, ed è accompagnato dalla possibilità di dettare il testo in ogni contesto in cui normalmente compare la tastiera (a parte rare eccezioni, come la barra degli indirizzi di Safari). Il riconoscimento del testo in italiano funziona molto bene e arriva anche in Mountain Lion, con l'aggiornamento a cui abbiamo accennato sopra: parte di questo articolo è stata "scritta" utilizzando proprio questa funzione.

Un'altra funzione che personalmente trovo molto interessante, è quella del Photo Streaming condiviso: con un semplice passaggio, direttamente dalla galleria delle immagini, potete condividere le vostre foto con chiunque abbia un account iCloud (sia sui dispositivi iOS che sul Mac, o anche su Apple TV) oppure visualizzarle su una pagina web, consentendo ai vostri amici di guardarle e commentarle. Questa funzione non ha limiti legati ai vari dispositivi: tutti quelli che possono essere aggiornati a iOS6 avranno la possibilità di condividere le foto in questo modo. Sempre in tema di fotografie, iOS6 aggiunge (ma solo su iPhone 4S) l'opzione per realizzare foto panoramiche: a differenza di altre applicazioni che richiedono di realizzare diversi scatti in sequenza (scatti che vengono poi uniti da un particolare algoritmo), la funzione panoramica integrata della fotocamera di iOS6 si realizza con un movimento continuo del telefono, come se si stesse facendo una ripresa video, e la foto è immediatamente disponibile al termine dello scatto, senza attendere ulteriori tempi di elaborazione: più semplice e più veloce.


Infine, parlando di nuove applicazioni, in iOS6 Apple ha introdotto Passbook, una sorta di "raccoglitore" per biglietti (cinema, concerti, eventi sportivi ecc), carte d'imbarco di diverse compagnie aeree, tessere e carte fedeltà, coupon e documenti similari. Si tratta dell'alternativa, pensata da Apple, alla tecnologia NFC, tecnologia che a Cupertino non è ancora stata abbracciata perché ritenuta non ancora risolutiva o adatta a tutte le situazioni. Le applicazioni in grado di generare documenti da raccogliere in Passbook stanno già arrivando, a testimonianza del fatto che la maggiore semplicità di implementazione di questa soluzione potrebbe rivelarsi un'arma vincente; non mancano inoltre le possibilità di crearsi autonomamente dei documenti da inserire nella nuova applicazione di Apple, passando per esempio da siti come PassSource (utilizzato per generare gli esempi che vedete nelle immagini). Anche Passbook non ha particolari limiti legati alla potenza dell'hardware, ma è disponibile solo su iPhone e iPod Touch, mentre rimane assente dai tablet della Mela. In compenso iPad guadagna, finalmente, un'applicazione di sistema per l'orologio e la sveglia.

iOS6 introduce poi diverse novità, sia estetiche che funzionali, nell'iTunes Store e nell'App Store: al di là delle differenti scelte cromatiche, la pagina di presentazione delle varie App (ma anche della musica e dei film) presenta una struttura diversa, sfruttando al meglio anche lo scorrimento in orizzontale; anche i risultati delle ricerche sono in una forma completamente differente rispetto a prima, e offrono già da subito un maggior numero di informazioni sui prodotti trovati. Nel caso di aggiornamenti non viene più richiesta la password dell'account, e l'inizio del download non provoca l'uscita dallo store, due dettagli che (pur non rappresentando nulla di eclatante) sui sistemi precedenti potevano essere fastidiosi.

Venendo più specificatamente al comparto telefonico, iOS6 aggiunge ad iPhone nuove funzioni per rifiutare le chiamate con un messaggio, o aggiungere automaticamente un promemoria che, quando ci saremo liberati dagli impegni, ci rammenterà che qualcuno ci aveva cercato. In aggiunta a queste opzioni è anche possibile impostare la modalità "non disturbare", che blocca tutte le notifiche e le chiamate eccetto (se lo vogliamo) quelle del gruppo dei preferiti, o quelle più insistenti; questa modalità può anche essere programmata per attivarsi automaticamente in base ad orari prefissati, idealmente quelli notturni.


Se quelle di cui abbiamo parlato finora sono le funzioni più appariscenti della nuova versione di iOS, non mancano numerosi altre modifiche e dettagli più o meno importanti, a partire dall'integrazione con FaceBook, passando per la possibilità di effettuare chiamate FaceTime attraverso la rete 3G (operatori permettendo), e arrivando ad un nuovo pannello di preferenze per la privacy; qui, esattamente come avviene anche in OS X 10.8 (Mountain Lion), possiamo vedere tutte le applicazioni che hanno accesso alle varie categorie dei dati personali presenti sul nostro terminale, e decidere se autorizzare o meno l'accesso.

In conclusione, pur non introducendo alcuna modifica sostanziale negli standard di interfaccia definiti 5 anni fa, iOS6 rappresenta un miglioramento significativo nelle funzionalità offerte da Apple sui propri dispositivi tascabili. Non è ancora ben chiaro fino a che punto arriverà la convergenza tra iOS e OS X, ma è certo che l'anello di congiunzione sarà iCloud, i cui servizi via Web (come facilmente prevedibile) si sono arricchiti nei giorni scorsi delle applicazioni "Note" e "Promemoria".

Tornando all'aggiornamento di iOS, dopo un solo giorno di utilizzo (speso perlopiù a testarne le caratteristiche) è un po' difficile stimare se ci sono state delle modifiche nel consumo della batteria, mentre è ben evidente che la nuova versione del sistema non causa alcun problema di prestazioni ad iPhone 4 e, anche se non ho avuto modo di verificarlo personalmente, pare che si comporti bene anche sul vecchio iPhone 3Gs. L'unica remora che potrebbe trattenere qualcuno dall'aggiornamento deriva da un utilizzo intensivo dell'applicazione "Mappe" di Google (le cui funzioni non sono ancora sostituite al 100 per cento dalla nuova app creata da Apple): considerato che le mappe di Google sono accessibili anche per altre vie (e magari, prossimamente, da un'applicazione della stessa Google) a mio avviso si tratta di un aggiornamento da fare senza porsi troppi problemi.

martedì 18 settembre 2012

2, 24, 6, 7, 9, 15, 3... diamo i numeri

Nell'attesa di iO6 (che scaricherò appena disponibile per testarlo sia su iPhone che su iPad), Apple annuncia che in sole 24 ore sono stati venduti (per la precisione preordinati) 2 milioni di iPhone 5, cifra che polverizza qualsiasi record precedente, alla faccia dei soliti haters che bollavano il nuovo telefono di Apple come sicuro flop, giudicandolo come non-innovativo oppure non-rivoluzionario, appellativi generici che (in mancanza di reali giustificazioni) consentono di praticare il diffuso sport della critica per partito preso.

A New York, davanti all'arcinoto cubo di cristallo, c'è anche chi si è già messo in fila, con oltre una settimana di anticipo, per accaparrarsi i primi modelli che arriveranno nei negozi... ma queste sono cose un po' inconsuete di chi, magari, cerca un piccolo momento di celebrità sul web...

Quello di cui vorrei parlare oggi (e sarà un argomento che svilupperò in futuro con un articolo ad-hoc) riguarda però il processore utilizzato da Apple nell'iPhone 5. Se era relativamente facile pronosticare (anche con largo anticipo) che il nuovo iPhone avrebbe avuto una CPU con una nuova architettura, era meno facile intuire che il nuovo Apple A6 non si sarebbe basato su un'architettura standard come la ARM Cortex A15, né su altre architetture standard, ma piuttosto su un'architettura pesantemente customizzata da Apple per ottimizzare al meglio le prestazioni del proprio sistema, sui propri device, sia in termini di potenza calcolo che di consumi energetici.

Anche se i dettagli sono ancora pochi, come ben spiegato da Anandtech, Apple possiede sia la licenza per produrre CPU basate sulle tecnologie standard ARM, sia quella per customizzarle basandosi comunque sui relativi set di istruzioni. Nello specifico Apple ha progettato un'architettura proprietaria basandosi sulle istruzioni ARM-v7s, le stesse dell'architettura ARM Cortex A15, più avanzate delle ARM-v7 utilizzate dall'architettura Cortex A9 (utilizzata dai precedenti SoC Apple A4, A5, A5x, nonché da diversi concorrenti). Il risultato è un processore dual core che gira a clock relativamente bassi ma che assicura prestazioni paragonabile (se non migliori) a quelle di altri processori quad-core, che girano a clock ben più elevati, ma ancora legati alla "vecchia" architettura ARM Cortex A9.

Questa considerazione da sola basterebbe per far capire che l'innovazione di Apple non passa solamente da uno schermo allungato, da un'estetica che alcuni giudicano troppo simile al modello precedente (senza rendersi conto che certe scelte comportano una reingegnerizzazione completa della componentistica interna) o dalla fatto che siano presenti o meno porte USB o SD... progettare un processore personalizzato è una grande innovazione, senza considerare le particolarità del processo produttivo e altri dettagli minori, come le cuffie EarPods, frutto (pare) di 3 anni di studi legati alla geometria dell'orecchio, e di una moltitudine di prototipi realizzati con diversi materiali... spero solo che "càlzino" meglio dei precedenti, perché ho 6 paia di cuffie marchiate Apple che giacciono inutilizzate.

sabato 15 settembre 2012

Quattro pollici di iPhone

Dopo i brevi commenti di giovedì, ripropongo il mio articolo pubblicato su Punto-Informatico, sempre relativo all'evento di presentazione dell'iPhone 5.

L'autunno di quest'anno si preannuncia molto caldo, anche sul fronte degli smartphone. Mentre Samsung festeggia i 20 milioni di esemplari della sua ultima creazione, il Galaxy SIII (traguardo raggiunto anche grazie alla promozione che promette in regalo un Galaxy Tab da 7"), dimenticando almeno in parte la recente sentenza che l'ha vista uscire sconfitta nei confronti di Apple (anche se la guerra dei brevetti è appena iniziata) e le numerose polemiche che accompagnano, come di consueto, i prodotti che hanno il maggior richiamo mediatico, la concorrenza non sta certo a guardare.

Nokia presenta la nuova serie di Lumia basata su Windows Phone, con tanto di magra figura per il falso video e reazioni in borsa non proprio entusiaste, anche se il prodotto riuscirà sicuramente a ritagliarsi una discreta fetta di pubblico. Inoltre la recente IFA di Berlino ha fatto un grande sfoggio di numerosi prodotti Android, una vera e propria orda pronta ad invadere il mercato nei prossimi mesi, con Motorola in testa nel campo degli smartphone (vista la recente acquisizione da parte di Google) e Amazon che con il suo Kindle Fire sembra essere l'unica in grado di contrastare la posizione dominante di iPad.

Come di consueto Apple ha lasciato libero sfogo alla concorrenza, all'abbuffata di notizie che, sovrapponendosi l'una con l'altra, si tolgono spazio a vicenda, e ha sfruttato il volano deirumors (arma potenzialmente a doppio taglio) per creare la giusta attesa intorno ad un evento, nonostante si sapesse già tutto, o quasi. "Buy the rumor, sell the news" (compra sulle voci, e vendi sulle notizie) recita un vecchio detto in voga tra gli investitori, consigliando di comprare quando c'è grande attesa ma il valore del titolo è ancora basso, per vendere a giochi fatti, quando tutti si buttano acquistare i titoli e il valore sale: l'attesa intorno al nuovo iPhone era molto alta, con tanto di studi che vedevano il nuovo melafonino in grado di risollevare il PIL statunitense di mezzo punto percentuale.

Ma veniamo all'evento vero e proprio: l'elenco di tutte le novità lo potete trovare nella direttadi ieri, mentre ora possiamo concentrarci sui principali elementi di novità.

iPhone 5 è stato sicuramente il dispositivo principe dell'evento: dal 2007 ad oggi Apple si è sempre mossa all'insegna della tradizione, con uno schermo da 3,5" rimasto sempre invariato in dimensioni e proporzioni, e oggetto di un attenta valutazione al momento del passaggio al Retina Display, con un preciso raddoppio dei pixel nelle due dimensioni. È ovvio quindi che il cambio di proporzione proposto dal nuovo iPhone ha suscitato (già quando se ne parlava a livello di rumors) i pareri più contrastanti: la concorrenza propone da tempo display più grandi ma, al di là della migliore leggibilità, uno schermo troppo largo può influenzare in modo negativo l'usabilità del dispositivo che, per definizione, andrebbe utilizzato con una sola mano. La scelta di Apple è stata quella di modificare le proporzioni dello schermo passando dai 3:2 al 16:9, arrivando ad uno schermo da 4" ma senza modificare l'impugnatura del dispositivo.

Il confronto con i modelli precedenti evidenzia che la larghezza è la medesima, l'altezza aumenta di soli 8mm, e lo schermo passa dai 960x640 pixel ai 1136x640 pixel, offrendo una riga in più di icone per ogni schermata, e spazio in più per ogni applicazione, anche se di fatto non va a migliorare la leggibilità del testo: la densità di pixel rimane invariata (326 ppi) e la larghezza, come abbiamo già detto, è sempre la stessa. In realtà, al di là delle dimensioni, il nuovo schermo è di tipo diverso, è più sottile (integra la funzione touch direttamente nel display), offre colori più saturi del 44 per cento ed è meno affetto dai problemi di riflessi: complessivamente il risultato è un display nettamente migliore.

Un altro vantaggio di questa soluzione è che le vecchie applicazioni potranno girare in modo ottimale, senza alcuna modifica, con la semplice aggiunta di due bande nere ai lati. Tornando invece alle dimensioni, l'iPhone 5 è più sottile del 18 per cento rispetto al precedente modello e pesa il 20 per cento in meno ma, nonostante lo spazio minore, la batteria riesce ad assicurare un'autonomia migliorata.

Al di là delle migliorie estetiche (alluminio anodizzato, vetroceramica, spigoli smussati e lucidati con diamante cristallino ecc) la vera novità, a mio avviso, sta all'interno di iPhone 5: il nuovo processore Apple A6 (di cui si conoscono ancora pochi dettagli, tra cui il fatto che è basato su tecnologia ARM Cortex A15) offre prestazioni doppie sia in termini di calcolo che a livello grafico, miglioria che consente ad Apple di fare un notevole passo in avanti rispetto alla generazione precedente.

L'altro grande cambiamento introdotto da Apple è il connettore Lightning che, dopo circa un decennio, rimpiazza il connettore Dock: 8 poli anziché 30, completamente digitale, estremamente più sottile, e inseribile in entrambe le direzioni. Al di là dei vantaggi offerti dalla nuova connessione, ci sarà qualche problema per chi possiede diversi accessori, e non a caso Apple ha realizzato un adattatore. Anche perché a fianco di iPhone 5 resteranno in vendita altri due modelli col "vecchio" connettore: iPhone 4 con capacità 8GB e iPhone 4S con capacità di 16GB. Rimane qualche dubbio sull'effettiva usabilità dell'adattatore in determinati contesti, per esempio per inserire l'iPhone in quei dock dove, l'aggiunta di un intermediario, fa mancare il necessario sostegno al dispositivo.

Se il discorso iPhone si può chiudere qui (perlomeno finché non avremo la possibilità di provarne uno e valutare, oltre a quanto già detto, anche la nuova fotocamera e i nuovi auricolari EarPods), le novità di ieri non sono ceto esaurite: la più importante è l'arrivo di iOS6, che sarà disponibile a partire da mercoledì prossimo come download gratuito. iOS6 rappresenterà per Apple un aggiornamento importante anche a livello strategico, in quanto segnerà un punto di rottura con Google. Al di là della sparizione dell'applicazione Youtube (che Google ha reso comunque disponibile sull'AppStore in una nuova veste), le nuove mappe assicureranno ad Apple una certa indipendenza dal suo concorrente più diretto: Apple potrà decidere di sviluppare in piena autonomia tutto ciò che ruota intorno alla propria applicazione, caratterizzandola in modo diverso da quella che si può invece trovare su tutti gli altri telefoni Android. Sempre a livello strategico, l'integrazione di FaceBook a livello di sistema, e il nuovoPassbook (cioé la funzione che "ospita" biglietti, carte d'imbarco, tessere fedeltà ecc) potranno dare una marcia in più al sistema di Cupertino.

Restando ancora in tema di software, a ottobre arriverà anche una nuova versione di iTunes, un rinnovamento estetico che, nella parte di gestione musicale, lo rende molto simile alla controparte per iPad (ancora un passo in questa direzione). Resta da vedere se ci saranno cambiamenti importanti anche a livello di sincronizzazione con i dispositivi iOS, visto che iCloud assume un'importanza sempre maggiore, ma per esprimere un giudizio su questo aspetto dobbiamo attendere ancora qualche settimana.

L'evento si è concluso con altri due aggiornamenti hardware importanti, quelli della linea iPod. Il nuovo iPod Touch guadagna il display aggiornato dell'iPhone 5, eredita il processore Apple A5, una fotocamera da 5Mpixel con flash, qualche grammo in meno, e qualche colore in più. Complessivamente si tratta di uno dei maggiori aggiornamenti di questa linea di prodotto, e personalmente trovo più gradevole anche la nuova linea meno affusolata ma più sottile (anche se sono un po' scettico sulle scelte cromatiche). Non vedo invece molti vantaggi nel restiling del nuovo iPod nano: se il modello precedente aveva una certa personalità, soprattutto se "indossato" con la clip o come orologio, il nuovo sembra una "vecchia versione" di iPod Touch, con un display più piccolo e senza la possibilità di caricare App.

Certo, il lavoro di ingegneria è notevole (il nuovo iPod nano è spesso solo 5mm) e per vedere foto o filmati lo schermo da 2.5" è tutt'un'altra cosa rispetto al precedente display, senza considerare la maggior comodità dei comandi: ma con un iPod Touch (della precedente generazione) che costa solo 20 Euro in più (199 contro 179) non so se il pubblico possa essere ancora interessato ad un prodotto di questo tipo. Continua invece il mistero intorno all'iPod classic, che da tre anni a questa parte non viene aggiornato ma continua a rimanere a listino: dubito che ci saranno ulteriori cambiamenti prima di Natale, quindi per qualsiasi novità nel settore iPod se ne riparlerà nel 2013.

giovedì 13 settembre 2012

evento 12-5... brevi commenti a caldo (diciamo tiepidi)

BELLO
-il nuovo iPhone, visto nella sua ufficialità, con tutti i dettagli e i particolari del caso, mi pare davvero bello, anche se sono indeciso su quale colore sia meglio: bisognerebbe vederli dal vivo.
-l'iPod Touch sta prendendo una direzione interessante: processore di una generazione precedente per mantenere bassi (tutto è relativo) i prezzi, fotocamera interessante, display al passo con l'iPhone, e nuova linea meno affusolata... peccato per i colori un po' demodè...
-iOS6: non vedo l'ora di scaricarlo, sia sull'iPhone che sull'iPad, in particolare per la condivisione del Photo Streaming e per Passbook

BRUTTO
-sarà che mi ero affezionato alla possibilità di portarlo come orologio, ma il nuovo iPod nano non mi piace per niente...
-il nuovo iTunes... certo, bisognerà vederlo all'opera, ma lo stile simil-iPad non mi fa per niente impazzire: speriamo che abbia altri pregi...
-l'iPod Classic rimane così com'è? Tre anni senza aggiornamenti (a memoria, nemmeno di prezzo)?

A MARGINE
-Pare che la quota di mercato dell'iPad sia incredibilmente in crescita: chissà cos'accadrà quando uscirà il modello da 7"...

domenica 9 settembre 2012

Di tutto di più... più o meno...

Oggi notavo una tastiera per PC che sul lato destro, sotto il tastierino numerico (debitamente "spostato" verso l'alto) accoglieva un trackpad con i relativi due pulsanti per il click sinistro e destro.

Pur comprendendo la necessita' di una simile scelta (che puo' essere legata sia alla volonta' di dare una soluzione "compatta" in mancanza di mouse, sia alla possibilita' di offrire l'utilizzo di gesture anche su un sistema desktop, soprattutto in vista di Windows 8) non ho potuto fare a meno di notare la differente filosofia di scelta tra la soluzione proposta da Apple e quella che ho visto oggi.

Apple sceglie la via della semplificazione: offre una tastiera compatta, senza tastierino numerico (confidando, forse, anche nel fatto che la gente e' sempre piu' abituata alle tastiere delle macchine portatili, vendute ormai in grande maggioranza) e un trackpad di dimensioni generose, un trackpad che si affianca alla perfezione alla tastiera compatta e che consente di sfruttare al meglio le nuove modalita' di interazione introdotte in Lion, modalita' che fanno grande uso di gestures. Per inciso, per chi non lo sapesse, il trackpad di Apple (le cui dimensioni sono generose anche sui portatili) non ha pulsanti separati e si affida al tap con due dita per "emulare" il click destro: una grande area riservata a numerose funzioni attivabili con due, tre, e quattro dita, gesture che si utilizzano per selezionare, trascinare, zoomare, scorrere documenti immagini in tutte le direzioni, muoversi avanti e indietro tra le pagine, cambiare spazio di lavoro (e quindi applicazione, se le utilizziamo lo schermo pieno) richiamare Mission Control, Launchpad, la nuova area delle notifiche, e altro ancora... Da quando ci sono tutte queste gestures, il Magic mouse giace dimenticato sulla mensola, e quando uso un portatile Windows cerco continuamente (e senza successo) di ritrovare le stesse funzioni.

Di contro la soluzione che visto oggi, integrata nella tastiera, offre per forza di cose un trackpad di dimensioni ridotte (e' su una normale tastiera, sotto il tastierino numerico, e deve lasciare spazio anche a due pulsanti) e sebbene sia presumibilmente utilizzabile senza grossi problemi per muovere il puntatore sullo schermo (a meno che non si comporti come quello del portatile Windows che sto usando adesso, che e' quasi ingestibile per quanto sia poco preciso) difficilmente potrebbe essere utilizzato in modo efficiente per delle gesture che vanno oltre le due dita... pero' quella tastiera puo' "vantare" di avere "di tutto e di piu'": e' estesa (col tastierino numerico), ha tasti speciali, ed ha anche un trackpad con ben due pulsanti... peccato che l'esperienza di utilizzo potrebbe rivelarsi poco soddisfacente...

Apple, solitamente, offre meno opzioni, ma quelle che offre sono pensate per offrire il meglio. Certo, nessuno e' perfetto e nessuno e' esente da errori: anche Apple sbaglia, le lamentele sono all'ordine del giorno e spesso la volonta' di semplificare si scontra con la scomparsa di funzioni che per alcuni utenti sono molto utili (se non indispensabili). Tra i vari esempi che possiamo fare, mi viene in mente la storia del copia&incolla in iOS: Apple l'ha portata su iOS solo con la versione 3 ma quando l'ha introdotta l'ha fatto nel migliore dei modi, cosi' che il suo utilizzo possa essere realmente utile, veloce, ed efficace. Non ho idea di cos'abbia significato a livello di design questa implementazione, ne' so se possano esistere modi migliori per realizzarla, ma so che quando cerco di usare il copia&incolla in Android (che, giustamente, si vanta di avere questa funzione da sempre) e' sempre una lotta che si traduce frequentemente in una perdita di tempo (ad onor del vero, devo dire che faccio riferimento alla versione 2.3.3 del Samsung Galaxy S: spero, per gli utenti Android, che le versioni piu' recenti, o le altre implementazioni, siano migliori).

Un altro esempio riguarda l'evoluzione dei sistemi operativi: come ho gia' avuto modo di discutere ampliamente, Apple (almeno per ora) mantiene i due ambienti ben distinti, anche se tende ad accumunare la cosiddetta user experience introcucendo modalita' operative simili e diversi elementi comuni tra iOS e OSX. Microsoft, con Windows 8, realizzerà invece un sistema che contiene di tutto e di più, che offrirà sia l'ambiente desktop che la nuova interfaccia di interazione a tiles, creando probabilmente un po' di confusione negli utenti (anche se l'efettiva validità della scelta andrà valutata solo in ottica degli sviluppi futuri).

Il succo del discorso e' che "offire piu' roba degli altri" non significa offrire necessariamente un prodotto migliore: preferite un ristorante con un menu' di 20 pagine e centinaia di portate (che magari offre grandi quantita' di cibo a prezzo basso ma di quaità appena sufficiente), o un ristorante con solo una decina portate principali tra cui scegliere, magari neanche troppo abbondanti, ma preparate nel migliore dei modi? Certo, non è detto che le due cose non si escudano a vicenda: ci può essere il ristorante con poche portate, che costa molto, ma che rimane di dubbia qualità (la classica fregatura) e quello che riesce ad offire 100 piatti tutti di buona qualità... ma restano comunque delle eccezioni. Può esserci, invece, una diversa necessità del cliente in base all'occasione, alla necessità, e anche alla disponibilità... e il parallelo si traspone anche sull'utente di prodotti informatici: non criticate nessuna scelta "a priori", ma nemmeno valutate la bontà delle scelte solo in base "all'abbondanza" di opzioni.

domenica 2 settembre 2012

[10 anni fa] tutt'un'estate

Per motivi sui quali non mi dilungo (ma che sono gli stessi che hanno causato il forte rallentamento dei post negli ultimi mesi) è da un po' che salto l'appuntamento del 10 anni fa...

Vedrò di rifarmi oggi presentado in un colpo solo gli annunci più importanti di tutta l'estate del 2002.

Visto che in casa Apple non ci sono state grosse novità in quel periodo (il nuovo hardware era già stato presentato nei mesi precedenti, e l'unica novità software, MacOS X Jaguar, arriverà a fine agosto) per chi avesse voglia di leggere qualche commento "extra", ai tempi si ragionava sulla possibilità che Apple abbandonasse i processori PowerPC per passare ad un architettura x86, cosa che accadrà solo 4 anni più tardi.

Restando in tema Apple, le novità hardware dell'estate 2002 riguardano l'arrivo dell'iMac "lampadone" da 17" (oggi siamo a 27"... chissà tra 10 anni...) e la seconda generazione dell'iPod classic, entrambi presentati nel corso dell'allora tradizionale appuntamento con il MacWorld Expo di New York.

Se inizialmente l'upgrade dell'iPod sembrava una cosa di poco conto, questa seconda generazione introdusse due elementi chiave per il suo successo futuro: la ghiera sensibile al tocco (elemento caratteristico e precursore dell'evoluzione verso la tecnologia touch) e la compatibilità col mondo Windows, indispensabile per ottenere una larga diffusione del player di Cupertino.

Jagurar, come si diceva sopra, arriverà verso la fine di agosto e rappresenterà la prima vera ottimizzazione di MacOS X, grazie alla riscrittura dell'engine grafico (Quartz Extreme) e l'aggiunta di nuove funzioni e applicazioni: Bonjour, iChat (ora rimpiazzata da "messaggi") e la Rubrica Indirizzi. Una curiosità: a partire da Jaguar l'avvio del Mac si presenta con l'icona della mela anziché la classica icona del Mac sorridente. Altra curiosità dedicata a chi si lamenta del prezzo di Muntain Lion: Jaguar, nel 2002, costava 10 volte tanto, più di 160 Euro...

Se per Apple non ci sono grosse novità, sul resto del mondo informatico possiamo invece trovare molte altre notizie. Nel giugno del 2002, arriva la seconda versione di Gnome uno dei desktop environment più apprezzati per il mondo Linux. E sempe Linux, nell'estate di 10 anni fa, faceva capolino anche nella Xbox (console che si dimostrò forte da subito sul fronte delle vendite, nonostante i tagli di prezzo e i servizi online della PS2).

Cambiando completamente dispositivo, Palm rilasciava la versione 5 di PalmOS, caratterizzata da spiccate doti multimediali (tanto spiccate ai tempi, quanto irrisorie adesso...)

E per non dimenticare nessuno, sempre in ambito di sistemi operativi, Microsoft rilasciava dichiarazioni un po' azzardate su Longhorn e si sbilanciava su degli improbabili Tablet PC che non avranno mai successo...

Sul fronte hardware, Toshiba cercava di sfruttare i mini HD da 1.8" venduti ad Apple per i suoi iPod, per un player che cercò inutilmente (troppo grosso, troppo pesante, e non sufficientemente economico) di replicare i successi del prodotto della mela.

A tutto questo aggiungete i soliti discorsi sullo SPAM, i soliti intrallazzi delle compagnie di telecomunicazione, i bug che vanno e vengono un po' ovunque, e una manciata di polemiche sulla troppa, o troppo poca, libertà in rete... esattamente come oggi...

sabato 1 settembre 2012

sei-sei-sei

In tempi non ancora sospetti (6 mesi fa) ragionando sul processore del nuovo iPad, ipotizzavo che per l'iPhone in uscita a breve non aveva senso un processore identico all'attuale ma con GPU potenziata: l'A5X è sostanzialmente un A5 modificato per supportare al megio il retina display dell'iPad... ma l'A5 è già montato sull'iPhone 4S, e il numero di pixel del prossimo iPhone (seppur con schermo allungato) non è paragonabile a quello dell'iPad, che ne conta 4 volte tanto...

Ecco quindi che la mia ipotesi di 6 mesi fa era quella dell'arrivo del processore Apple A6 prima nell'iPhone (a differenza del passato) e poi con un eventuale versione A6X, dal reparto grafico potenziato, per il prossimo iPad...

In questi giorni stanno girando in rete delle immagini che sembrano confermare la mia vecchia ipotesi, anche se siamo sempre nel campo delle indiscrezioni. Sempre a titolo ipotetico, ricordiamo che l'Apple A6 dovrebbe basarsi sulla tecnologia ARM Cortex A15 e potrebbe integrare anche l'architettura Macroscalar, i cui brevetti sono stati acquistati da Apple sempre 6 mesi fa, o pco prima...

A questo punto, visto che abbiamo a che fare con iOS6, e presumibilmente con un processore Apple A6, considerando anche che si tratta della sesta generazione del melafonino, siamo davvero sicuri che si chiamerà iPhone5? o forse si chiamerà iPhone6?