Per venire incontro alle richieste delle major sono state stabilite tre fascie di prezzo: 69 centesimi per i brani più vecchi o di minor richiamo, 99 (che è prezzo attuale) per la fascia media, e 1.29 dollari per i brani più nuovi o più "gettonati".
Sebbene non ci siano ancora annunci ufficiali, la data più probabile per la messa in atto di questa differenziazione dovrebbe essere il 7 aprile, ed è una data più che plausibile perché grossomodo coinciderebbe con la conclusione del processo di migrazione di tutti i brani dal vecchio formato protetto con Fairplay, al cosiddetto iTunes Plus (che non è altro che un AAC a 256 kbps senza alcuna restrizione).
Al di là della data, che non è poi così importante, forse è più interessante discutere sull'opportunità di realizzare una simile politica di vendita... In passato fu già tentata una strada simile senza successo: quando EMI decise di eliminare i DRM dalla musica in vendita su iTunes, propose gli stessi brani a 1.29 Euro, salvo poi tornare sui propri passi proponendo la musica senza DRM a 99 centesimi (probabilmente a causa dello scarso successo del prezzo maggiorato).
Ora le major vogliono riprovarci, dimostrando (dopo tutti questi anni) di non aver ancora compreso il vero potenziale della rete: il risultato di questa differenziazione un abbassamento delle vendite, soprattutto di quei brani venduti a prezzo superiore... le alternativa a iTunes non mancano, sia negli USA che da noi, anche se spesso hanno un catalogo più limitato: a meno di mettere in atto odiosi "ricatti" con numerose esclusive, o di concedere in cambio un consistente parte del catalogo a 69 centesimi, difficilmente questa iniziativa si tradurrà in un successo.
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