venerdì 21 gennaio 2011

Controcommenti

Un paio di settimane fa, su "Il Sole 24 Ore" usciva un interessante articolo di Paolo De Biase riguardo il successo dell'iPad e il declino dell'editoria, compresa quella digitale che dall'iPad (o, in generale, dai tablet) avrebbe dovuto trarre giovamento.

In quell'articolo si parla del fatto che le vendite di riviste digitali, dopo uno sprint iniziale all'uscita dell'iPad, si siano molto raffreddate, complici vari motivi: dalla pesantezza (in termini di MB) delle riviste in questione (soprattutto se contengono molti dati multimediali, quel plus che dovrebbe fare la differenza rispetto alle riviste cartacee), alla mancanza di una vera e propria organizzazione degli negozi digitali in chiave edicolare.

Premesso che sull'ultimo punto sono d'accordo fino ad un certo punto (è vero che la situazione delle riviste è confusionaria, ma è anche vero che ci sono quotidiani che hanno saputo organizzare le proprie formule di vendita, con App in grado di mostrare la preview del numero in edicola e la possibilità di acquistare abbonamenti a pacchetto) e che, essendo il mercato appena nato, bisogna dargli il tempo di sviluppare le giuste soluzioni, personalmente darei altre motivazioni al suddetto calo. Partiamo da una considerazione tanto semplice quanto banale: il calo dell'editoria esiste ormai da qualche anno... ben tre riviste alle quali ero abbonato non esistono più, e altre che mi capita di comprare saltuariamente sono visibilmente in crisi (anche se non mancano le eccezioni, visto che da qualche mese a questa parte è tornata in edicola una rivista che compravo quando ero studente). Il fatto che una rivista sia proposta in forma digitale anziché cartacea non cambia le cose, perché oggi la gente va di fretta e ha poco da spendere... oggi le notizie si leggono gratis, su internet, con largo anticipo rispetto a quello che si può trovare su una rivista, i cui tempi redazionali sono necessariamente lunghi, che si tratti di carta o di bit... certo, poi ci sono riviste specifiche e di approfondimento, in grado di offire molto di più di ciò che si trova in rete, ma sono destinate solo a chi è appassionato di quell'argomento specifico.

L'editoria, tutta, è in crisi, e il fatto che l'iPad abbia dato uno sprint iniziale ai formati elettronici è stato più che altro una questione di curiosità legata alla novità del prodotto. Una strada segnata quindi? Non è detto... quello che abbiamo visto finora è stato solo un piccolo assaggio, e spesso e volentieri le riviste pubblicate finora non era altro che una semplice transposizione dell'edizione cartacea, un PDF da decine di MB da sfogliare sul tablet... ma se questa soluzione potrebbe andar bene in alcuni casi (avete presente quanto spazio occupa la collezione completa di Dylan Dog? Ci farei la firma per averla in digitale, anche solo come PDF), non è questa la strada da seguire se si vuole risollevare un mercato in declino, e farlo rinascere sotto forma di bit dalle proprie ceneri cartacee... occorrono nuove idee di editoria, occorre saper miscelare la tradizione e la novità dando la giusta profondità di certi temi, così da per offrire più di quello che ognuno può trovare in rete, e soprattutto struttando le possibilità offerte dai nuovi dispositivi: interattività e multimedialità... più interattività che multimedialità (IMHO), perché la multimedialità si subisce passivamente (un po' come guardare la TV) mentre i nuovi strumenti si toccano a piene mani, si controllano con gesture a più dita, sono l'emblema dell'interattività. L'editoria digitale deve trovare il modo di sfruttare questa potenzialità, e in parte l'ha anche già fatto con alcuni tentativi, ma occorre spingersi oltre... il problema è che rovare nuovi spunti di interattività ad ogni numero è molto più difficile che impaginare una rivista tradizionale, con l'aggravante di eventuali complicanze a livello tecnico, come la creazione di modelli 3D da mettere "tra le mani" del lettore, la programmazione di piccoli giochi o tools interattivi, ecc... ecc... Occorrono nuovi strumenti (qualcuno già esiste, delle estensioni Addobe per InDesign) e soprattutto una nuova generazione di persone, persone in grado di esercitare una nuova professione: i giornalisti gli impaginatori (ma anche giornalisti) digitali...

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