[un po' di disintossicazione da tutti i rumors sull'evento di domani]
Mentre i più si prodigano per l'avvento definitivo del Web 2.0, c'è già chi pronostica la fine del web, non tanto perché internet sia destinata a sparire (salvo cataclismi mi pare una possibilità più che remota) ma perché è destinato a cambiare in modo radicale il modo in cui andremo ad interagire con essa.
Lo spunto per questo commento arriva da un articolo pubblicato qualche tempo fa su Punto Informatico, articolo che (a sua volta) riprende le opinioni di altri due grandi guru di questo mondo: Chris Anderson, direttore di Wired USA e Michael Wolff, editorialista della stessa rivista.
Lo scenario è un mondo in cui l'utente non esplorerà più la rete delle reti con un browser alla ricerca di informazioni e notizie, ma accederà ad esse tramite applicazioni ad-hoc per i propri dispositivi mobile.
Stringendo al massimo il contenuto del lungo articolo, i due danno diverse spiegazioni a questo possibile futuro: uno "incolpa" l'utente medio di adagiarsi nell'utilizzo delle applicazioni di cui sopra, l'altro "accusa" gli investitori di aver dato troppo valore ai social network, trasformandoli in un importante veicolo per la diffusione di informazioni, anche da parte di numerose aziende.
Entrambi gli scenari sono in un certo modo preoccupanti perché vedrebbero la trasformazione di internet da principale vettore della libertà di espressione a una sorta di TV2.0 in cui l'utente subisce passivamente un pacchetto di contenuti preconfezionati da qualcun'altro. E' davvero questo il futuro del web? E' davvero il caso di preoccuparsi?
Personalmente non sono un "guru" come quelli sopra citati, né pretendo di dare opinioni altrettanto autorevoli, ma tenerei ad essere meno pessimista sul futuro del web; prima di tutto, a mio avviso, il web (al di là delle censure imposte da alcuni regimi) rappresenta ancora un ottimo esempio della libertà di espressione dove chiunque, a differenza della TV, con pochi mezzi può esprimere le proprie idee, aprire un blog, postare commenti (censure a parte), partecipare a forum, "cinguettare" su Twitter, ecc... ecc...
Detto questo, e assodato quindi il fatto che sul web i contenuti continueranno ad esserci, resta quindi da stabilire "se e come" gli utenti continueranno a fruire dei contenuti più disparati, o se si limiteranno a subire in maniera passiva il pacchetto di notizie preconfezionate da qaulcun'altro, senza avventurarsi nella "ricerca della verità" o senza approfondire le notizie che ritiene importanti. Anche su questo aspetto non mi sento di essere pessimista, o perlomeno non credo che la diffusione delle piattaforme mobile produca peggioramenti della situazione legati: chi si adagia sulle opinioni altrui facendole proprie, non ha bisogno di uno smartphone per continuare su questa strada, perché ha già tutti gli strumenti per farlo ora... certo, forse avrà qualche strumento in più ma magari, inconsapevolmente, tra le centinaia di applicazioni mobile, ne installerà una che gli darà un punto di vista diverso da quello a cui si era abituato.
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