martedì 24 aprile 2012

Interfacce, questione di convergenze e divergenze [2/3]

Seconda parte dell'articolo cominciato ieri e pubblicato su Punto-Informatico; si parla di Windows 8:

Parlando più in generale dell'interazione uomo-macchina e dell'evoluzione a cui stiamo assistendo in questi anni, verrebbe da chiedersi se il futuro delle interfacce passerà davvero attraverso un utilizzo intensivo di gesture. Pensando alle ipotesi fatte in alcuni film di fantascienza verrebbe da rispondere "sì": basti pensare ad uno degli esempi più classici, quello del film Minority Report, dove si interagisce con schermi olografici tramite gesture eseguite direttamente nello spazio tridimensionale. Questo tipo di interazione richiama alla mente la tecnologia kinect di Microsoft, tecnologia sicuramente interessante ma che personalmente vedo ancora poco applicabile nell'interazione quotidiana con computer e tablet, mentre potrebbe trovare maggiori applicazioni in salotto, per interagire con console, Media Center o prodotti analoghi. In ogni caso, che sia più o meno futuribile, questo spunto ci offre l'aggancio per parlare di come si stanno muovendo a Redmond.

Microsoft, con Windows 8, porterà sui sistemi desktop le "mattonelle" introdotte con Windows Phone: anche in questo caso si assiste quindi all'integrazione su un sistema desktop di funzionalità sperimentate prima nel settore mobile. Nonostante la similitudine di questa idea di base, l'approccio di Microsoft mostra delle differenze sostanziali rispetto a quello di Apple. La casa della mela mantiene (almeno per ora) una precisa distinzione tra i due mondi, "limitandosi" a portare su OSX alcune funzionalità di iOS ma mantenendo ben distinti i due sistemi (nonché i relativi store, con conseguente doppia possibilità di guadagno) e riservando ai due ambienti diversi compiti: non è possibile, per esempio, sviluppare un'App direttamente in iOS. Microsoft punta invece a realizzare un unico sistema operativo, sia per desktop che per tablet, sia per Intel che per ARM, un sistema che contemporaneamente metta a disposizione dell'utente due diverse interfacce.

Dietro le tiles di Windows 8 c'è il classico desktop, sempre pronto a far girare il software più tradizionale in un ambiente già noto e iper-collaudato (a parte alcuni fattori estetici, molte finestre di configurazione sono esattamente identiche a com'erano in Windows 95). Anche l'approccio di Microsoft presenta tanto vantaggi quanto difetti: il vantaggio principale è che lo stesso software potrebbe girare sia su un computer desktop che su un tablet o, meglio ancora, su un dispositivo "convertibile" che possa fare da tablet in mobilità sfruttando l'interfaccia Metro, ma che possa essere collegato a monitor, mouse e tastiera per funzionare anche come computer fisso (utilizzando in tal caso l'interfaccia più classica). A mio avviso il problema principale di questa unificazione globale è che ci saranno software dedicati esclusivamente all'interfaccia Metro che su desktop rischiano di essere troppo semplificati, e software che continueranno a funzionare nel classico desktop, quasi inutilizzabile su un tablet. Tutto questo senza considerare eventuali ulteriori distinzioni relative al processore.

L'interfaccia Metro sembra poco adatta ad un utilizzo desktop tradizionale (così com'è poco adatto, a mio avviso, il Launchpad di Lion) e con tutta probabilità in molte situazioni continueremo ancora per molto tempo a vedere utilizzato l'ambiente più classico: chiunque abbia installato la beta di Windows 8 avrà notato come sia innaturale sbloccare lo schermo utilizzando il mouse (un gesto invece più che natuarale da effettuare con le dita su schermo touch) o accedere alla seconda finestra delle tiles scorrendo la barra inferione, come se fossimo in un'enorme finestra... tiles che comunque richiamano in molti casi l'ambiente classico, che a sua volta (a mio avviso) su di un tablet è tutto fuorché comodo.

Per certi versi, e con le dovute cautele per comprendere le situazioni differenti ed evitare paralleli troppo spinti, la situazione è simile a quando (nei primi anni '90) sui PC giravano MS-DOS e Windows 3.11, ognuno come se fosse una cosa a sé stante con le proprie applicazioni distinte. Dove sta allora il reale vantaggio di una simile scelta? Per l'utente si potrebbe prospettare l'utilizzo di macchine "ibride", notebook ai quali staccare il monitor da portare in giro come tablet (con potenziali limiti di autonomia) oppure tablet che posizionati in un apposito dock e collegati a video, tastiera e mouse, si comportano come normali computer (con i dovuti limiti di potenza). Dal punto di vista di Microsoft c'è inoltre un ulteriore vantaggio: nel mercato mobile la società di Redmond sta partendo da una posizione svantaggiata ma, se l'utente che utilizza il normale computer (dove Microsoft è in stragrande maggioranza) si abituasse all'interfaccia Metro di Windows 8, ci sarebbero maggiori probabilità che quando comprerà un tablet si rivolgerà a qualcosa che già conosce: un percorso esattamente inverso a quello che sta cercando di fare Apple, che partendo da una posizione di maggioranza nel settore dei tablet, cerca di conquistare utenti Macintosh proponendogli un OSX che abbia le stesse modalità di interazione apprese su iPad.

Bisogna però evidenziare un'altra differenza tra Apple e Microsoft. La prima ha sempre "forzato" l'adozione dei nuovi sistemi tagliando i ponti col passato, a costo di scontrarsi con determinate fasce dei propri utenti (tipicamente quelli professionali, che prima di effettuare cambiamenti drastici preferiscono, giustamente, verificare la piena compatibilità di tutto ciò che serve per il loro lavoro): per esempio non è possibile comprare oggi un Mac con Snow Leopard, e lo stesso iCloud è disponibile solo per gli utenti che utilizzano Lion, sistema che a sua volta ha eliminato anche Rosetta (l'interprete per il vecchio codice PPC). Questo passo forzato ha fatto si che Snow Leopard e Lion (le ultime due versioni del sistema) siano al momento presenti sull'80 per cento dei Mac e le scelte effettuate da Apple, volenti o nolenti, sono adottate dalla maggioranza degli utenti.

Il comportamento di Microsoft invece è totalmente differente, quasi opposto: Windows ha sempre puntato ad una forte retrocompatibilità, scelta quasi forzata visto il modello di distribuzione adottato e la quota di mercato conquistata. Fino a pochi mesi fa era ancora possibile acquistare computer con Windows XP (un sistema del 2001 che verrà supportato per altri due anni), Windows Vista ha avuto una diffusione estremamente bassa (ad oggi non arriva al 10 per cento), e solo con Windows Seven si è avuto un certo rinnovamento nel panorama Windows, anche se XP rappresenta ancora una grande percentuale delle macchine attive.

Se Apple, per certi versi, può permettersi di "forzare la mano" con gli aggiornamenti (anche se ha sempre concesso dei periodi di transizione, sia nel passaggio da Classic ad OSX, che da PPC ad x86) Microsoft deve fare i conti con una percentuale molto più alta di utenti e con un numero molto più elevato di software che non possono permettersi di smettere di funzionare. In un simile panorama, quale sarà il ritmo di adozione di Windows 8? A mio avviso lo scoglio più grosso è quello che finora ha tenuto molti utenti legati a Windows XP, scoglio che sta per essere superato grazie al fatto che non è più possibile aquistare computer con quel sistema operativo: il che costringe anche gli sviluppatori ad aggiornare il loro software. Grazie alla sua doppia faccia, non credo che Windows 8 avrà grossi problemi ad essere accettato dagli utenti che attualmente sono migrati verso Seven, e questo potrebbe essere un trampolino di lancio anche per la diffusione di tablet equipaggiati con il sistema operativo di Microsoft.

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