Come avevo già fatto l'anno scorso, al di là del consueto articolo scritto di corsa per pubblicare una recensione il prima possibile, dopo un periodo di prova più intensivo mi ritrovo a scrivere qualche commento aggiuntivo sul nuovo iPad, qualche pensiero realizzato con più calma e in modo più rilassato, dettagli che arrivano dall'esperienza quotidiana.
Prima di tutto il colore: quest'anno il modello in prova era di colore bianco (con smart cover in pelle blue marina) mentre in passato ho sempre avuto a che fare con dispositivi iOS di colore nero. Se sull'iPhone il bianco pare che stoni, lo schermo di maggiori dimensioni dell'iPad distoglie competamente lo sguardo dalla cornice, che durante il normale utilizzo sembra quasi scomparire... anzi... la cornice chiara tende a far scomparire dalla vista anche il sottile profilo di alluminio del corpo unibody, profilo che invece salta subito all'occhio con l'iPad nero. In definitiva, se dovessi comprare un iPad adesso, la mia preferenza andrebbe proprio sulla combinazione di colori che ho avuto in prova.
Utilizzo: inizialmente (complice la novità del prodotto e l'ansia di testarlo) non ci si fa caso ma è assolutamente vero che, avendo un iPad a disposizione, il computer quasi non lo si accende... nelle ultime due settimane avrò utilizzato il MacBook Pro solo un paio di volte, di cui una per la sincronizzazione iniziale dell'iPad. Il numero di applicazioni presenti è poi così elevato e variegato, che spesso viene più comodo fare certe cose sull'iPad piuttosto che sul Mac, anche se poi si corre il rischio di scontrarsi con certe mancanze: alcune applicazioni di ritocco fotografico, per esempio, hanno dei grossi limiti sulla dimensione delle immagini elaborate, spesso insufficienti per la stampa (lo stesso Photoshop Touch lavora su immagini di soli 1600x1600 pixel) e la stessa stampa offre meno possibilità di personalizzazione (quantomeno passando dall'applicazione HP... non so se con una stampante Airprint cambierebbe qualcosa).
Nonostante ciò, in queste settimane ho avuto modo di provare in modo più dettagliato iMovie e Garageband, scoprendoli davvero ottimi come prodotti (Garageband l'ho testato anche con un mio amico musicista)... e dopo tutte queste prove vi posso assicurare che il presunto "eccessivo riscaldamento" del nuovo iPad è in gran parte una grossa montatura: certo, scalda un po' più dell'iPad 2, ma niente di eccessivo... ho trovato temperature maggiori sull'iPhone dopo l'utilizzo intensivo del GPS col navigatore (quindi con display sempre accesso e spinotto inserito nella presa a 12V dell'accendisigari).
Piccola controindicazione: un oggetto come l'iPad rappresenta un vero è proprio surrogato del "paese dei balocchi"... i miei figli mi chiedono in continuazione di "giocare con quello bianco", in contrapposizione con "quello nero" che qualche anno fa erano l'iPod Touch o l'iPhone (sicuramente meno affascinanti di fronte ai 10" dell'iPad); da genitore che non vuole usare gli strumenti informatici come servizi di baby-sitting, ma non vuole nemmeno negarli, puntare ad un utilizzo limitato, guidato e consapevole dell'iPad, significa avere un oggetto in più da gestire nel complicato mestiere dell'educazione... quando però vedi un bimbo di 6 anni che grazie all'iPad comincia ad interessarsi alla fotografia, al fotoritocco e alla musica (interesse che si evolve nel voler apprendere uno strumento "reale") allora capisci che dietro un oggetto che molti vedono solo come un gadget, si nasconde anche un potenziale educativo enorme, potenziale che probabilmente è ancora in gran parte da scoprire.
In ogni caso, l'utilizzo intensivo mette in luce, purtroppo, un altri due aspetti negativo di iOS di cui mi lamento da sempre: l'impossibilità di gestire liberamente le proprie librerie e la mancanza di uno spazio comune alle App per scambiarsi i files. Se questo secondo problema può essere aggirato (almeno in parte) con DropBox e Phone Drive (o applicazioni simili), l'impossibilità di gestire liberamente le proprie librerie musicali, fotografiche o di video, possono diventare pesanti. Facciamo qualche esempio: le foto presenti nel rullino possono essere utilizzate per creare nuovi album, ma non posso aggiungerle ad album pre-esistenti che ho sincronizzato dal computer... anzi, dagli album sincronizzati non posso nemmeno cancellare foto. Sotto certi versi il comportamento può anche essere legittimo: il computer fa da master e qualsiasi operazione fatta da una qualunque applicazione (compreso iPhoto per iOS) è non-distruttiva; sotto altri versi però è limitante perchè presuppone una sorta di dipendenza dal computer. Se per le foto il problema potrebbe anche essere sopportabile (dopotutto si può lavorare a partire dal rullino, soprattutto per chi non sincronizza da computer ma, scatta, elabora e importa dal Camera Connection Kit), con la musica la situazione è ancora più contorta: l'unico modo per importare nella libreria è passare da iTunes o acquistare direttamente dall'iTunes Store, ma i singoli brani possono essere cancellati causando incongruenze rispetto a quanto sincronizzato da iTunes... se si importano brani per altre vie (per esempio l'immancabile Phone Drive) non è possibile spostarlo nella libreria musicale, e da iTunes non è possibile importare i brani della libreria musicale (per le foto invece si può accedere direttamente al rullino). Se iOS6 potesse dare una scrollata a queste gestioni, l'iPad potrebbe davvero diventare un po' più indipendente, altrimenti la famosa era del post-PC non inizierà mai...
mercoledì 11 aprile 2012
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È un'analisi sensata.
RispondiEliminaE la cosa più fastidiosa è che gli attuali limiti di iOS sono scientemente stati introdotti da Apple.
Diciamo che, dopo un numero di anni che sarebbe persino imbarazzante citare, mi sono stufato di stare al gioco di Apple.
Fin quando non sarà restituita maggiore autonomia (e fiducia) al final user (io), mi tengo la mia vecchia roba (Leopard) e non mi mostro integralista nei confronti della concorrenza (benvenuto, Windows Phone). ;)
Gli attuali limiti di iOS, IMHO, sono il segno di un sistema appena nata, con grosse prospettive di evoluzione, che può fare molto di più che restare confinato su un iPhone: basta che pensi a cos'era la prima release (io stesso definii il primo iPhone come un iPod che telefona... il che dà ragione alla storia della nascita dell'iPhone).
RispondiEliminaL'autonomia è una gran cosa in mano a chi sa cosa farci, ma finché parliamo di uno smartphone, onestamente, trovo più assurdo un telefono che mi chieda di definire un profilo di amministatore...
Il problema è che su un tablet certi limiti stanno stretti, non tanto per questino filosofiche sulla libertà di utuilizzo, ma perché impediscono di gestire il dispositivo in modo comletamente indipendente da un computer.
Detto questo, la tua ostinazione a rimanere con Leopard non la capisco: se è vero che Lion potrebbe non piacere, Snow Leopard costituisce di fatto un'ottimizzazione di Leopard con qualcosa di più sotto il cofano, senza ammenicoli vari. Senza voler essere polemico (è un discorso che ho già fatto ad altri e che si riallaccia all'altro post che hai commentato) se ti ostini a non aggiornare, tanto vale che abbandoni Apple: ognuno deve riconoscere quando un sistema non fa più per lui... credi che le tiles di Win 8 possano andare meglio, o pensi di metterti a studiare Linux?
PS: WinPhone lo trovo sotto certi aspetti molto meglio di Android, ma se ti lamenti della chiusura di Apple non credo che, alla lunga, ti ci troverai meglio.