Torno velocemente sull'argomento dei cambi al vertice di Apple, per riportare anche qui il mio commento pubblicato mercoledì scorso su Punto-Informatico:
I cambi al vertice annunciati da Apple la scorsa sera sono giunti, almeno in parte, inattesi. Se per John Browett,
in Apple da pochi mesi, le motivazioni Sono chiare e ben definite (mai
integrato nella "filosofia Apple" e troppo orientato al fatturato degli
Apple Store piuttosto che non al livello di soddisfazione di clienti e
addetti dei negozi stessi), per Scott Forstall la situazione è un po' più intricata.
Cresciuto in NeXT
e portato in Apple da Steve Jobs, Forstall ha partecipato attivamente
alla creazione di Mac OS X e della sua interfaccia AQUA (soprattutto
dopo le dimissioni di Tevanian) e poi di iOS, del quale è il completo responsabile. Non è un segreto che Scott fosse uno dei pupilli di Jobs: ne condivideva molte idee
e anche il carattere difficile... Da quel che si dice, dopo la
dipartita di Jobs, i suoi rapporti con il resto del management sono
diventati sempre più difficili; l'ascesa di Android, unita ai recenti
mezzi passi falsi in materia di mappe hanno fatto il resto.
Ora
le cose andranno un po' diversamente perché, al di là
dell'allontanamento di Forstall, c'è stato anche un rimpasto dei ruoli: Jonathan Ive
(altro pupillo di Jobs) seguirà direttamente lo sviluppo delle
interfacce umane di OS X e iOS, mentre lo sviluppo del sistema vero
proprio sarà sotto la guida di Craig Federighi
(anch'esso ex-dipendente NeXT) già a capo dello sviluppo di OS X: non
ci sarà più, quindi, una persona dedicata esclusivamente ad iOS e una al
sistema dei Mac, ma ci sarà qualcuno che segue lo sviluppo coordinato
delle interfacce di entrambi i sistemi, e qualcun altro che ne dirige
gli sviluppi tecnici. Questo significa che le somiglianze tra i due
sistemi saranno sempre maggiori, e anche a livello tecnico si dovrebbe assistere ad un'integrazione ancora migliore, se non ad una futura convergenza.
Come se la caverà "Jony", da sempre abituato a progettare gli involucri
delle creazioni di Apple, nel suo nuovo ruolo di designer di interfacce
umane? Difficile dirlo adesso, ma c'è già chi spera in un abbandono del
tanto contestato (ma anche apprezzato) scheumorfismo.
In ogni caso Scott Forstall rimarrà in Apple per qualche mese ancora
come consulente esterno personale di Tim Cook, decisione più strategica
che dettata da reali necessità, in parte per il consueto passaggio di
consegne di un ruolo così delicato, ma soprattutto per evitare che le
idee dei prossimi progetti di Apple migrino troppo velocemente verso
altri lidi, visto che ultimamente Apple è già stata vittima di numerose
fughe di notizie che hanno in parte compromesso il lancio del nuovo
hardware.
L'allontanamento di Forstall da un ruolo chiave di Apple è stato anche uno dei motivi che ha convinto Bob Mansfield
a restare in Apple anziché andare in pensione (intenzione che aveva
chiaramente manifestato nei mesi scorsi). Bob si occuperà di dirigere un
nuovo gruppo che seguirà il comparto wireless e lo sviluppo del settore
dei semiconduttori, due settori chiave per il futuro vista la
propensione di Apple a realizzare processori proprietari (come i recenti
Apple A6 e A6X), scelta che nei prossimi anni potrebbe portare all'adozione di nuove soluzioni anche sui Mac, vista la recente presentazione dell'architettura ARM Cortex A50 a 64 bit.
Il rimpasto dei vertici di Apple lascia ad Eddy Cue
il compito di "raddrizzare" Mappe di proseguire lo sviluppo di Siri
(perennemente e dichiaratamente in fase beta), nonché quello di
supervisionare tutti gli altri servizi legati ad iOS, a partire dagli
store e da iCloud: chissà che non sia l'occasione per avere un po' più di elasticità sui servizi di storage online offerti da Apple.
Complessivamente
si tratta di un cambio molto deciso, sia per l'allontanamento di alcune
persone da alcuni ruoli chiave (vuoi per motivi caratteriali, vuoi per
alcuni errori giudicati troppo delicati) sia, soprattutto, per il
rimescolamento stesso di questi ruoli, che ha portato ad un diverso
livello di organizzazione dello sviluppo (forse più razionale e più in
linea con la visione di Tim Cook), i cui frutti potrebbero vedersi già dalla prossima versione di iOS o dai prossimi iDevice... A tal proposito, visto il recentissimo aggiornamento
della linea iPad, e l'inevitabile malumore di chi aveva appena
acquistato un iPad di terza generazione, è improbabile che la linea dei
tablet venga nuovamente aggiornata in primavera. Ma è altrettanto
difficile che mancheranno novità in questo settore fino al prossimo
autunno: tralasciando il discorso dell'ancora fantomatica televisione
marchiata Apple, potrebbe essere l'occasione per riportare l'iPhone a
giugno, sia per anticipare i tempi delle consuete indiscrezioni che
rischiano di tenere il mercato in stallo, sia per distanziare gli
annunci e dedicare lo spazio autunnale solo all'iPad. Ma per tutto
questo c'è ancora tempo: quello che è certo è che questa, ormai, non è
più l'Apple di Steve Jobs, ma è un'Apple che sta imparando a camminare
in modo diverso, con delle nuove gambe.
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