Riprendo il discorso che avevo solo accennato riguardo le nuove possibilità di interazione con l'interfaccia proposte da 10/GUI. Parto subito dicendo che, a mio avviso, questo tipo di approccio non è la soluzione migliore per creare nuove esperienze di controllo, anche se presenta alcuni aspetti interessanti.
Il modello "diretto" di interazione touch, per cui ad ogni punto della superficie dove si appoggiano le dita, corrisponde una posizione precisa dello schermo, funziona bene quando è l'interazione stessa ad essere diretta, con gesti che "toccano l'interfaccia", come nel caso un dispositivo palmare o di un tablet; quando invece si ha a che fare con un computer "classico" la questione diventa più problematica. Assodato (anche se ci sarà chi non è d'accordo) che uno schermo touch è scomodo (visto che implicherebbe il fatto di dover tenere le braccia tese in avanti), e altrettanto scomodo sarebbe uno schermo incastonato nella scrivania (stavolta per il collo), vediamo perché non è molto convincente nemmeno la soluzione ideata da 10/GUI.
Il primo problema che vedo è puramente "fisico": avere una superficie per appoggiare comodamente due mani, in un paradigma che realizza una corrispondenza uno-a-uno con lo schermo significa di fatto andare a sostituire la tastiera (soprattutto se parliamo di notebook). Le tecnologie attuali però non sono ancora in grado di assicurare (perlomeno a bassi costi) un feedback "tattile" che consenta di utilizzare comodamente una tastiera virtuale. Su un palmare (o un tablet) l'utente interagisce direttamente con la tastiera virtuale guardandola nello schermo, quindi ha una sorta di feedback "ottico" su quello che sta facendo: vede dove mette le dita... nella proosta di 10/GUI lo schermo sta da una parte, e la tastiera da un'altra: non c'è alcun feedback diretto tra tastiera e dita... non può funzionare...
Anche ammesso di superare il problema "fisico" con nuove tecnologie, il fatto di controllare delle dita che si muovono sullo schermo mi lascia un po' perplesso, soprattutto perché (come detto sopra) in questo modo l'utente non avrebbe né la sensazione di "toccare l'interfaccia" (visto che le mani stanno altrove), né quella di comandare "puntualmente" uno spostamento, come succede col mouse. In qualsiasi movimento ne verrebbe meno la precisione, il che potrebbe anche non essere un grosso problema per la normale gestione del sistema operativo (ammesso che l'interfaccia venga modificata ad-hoc, come mostrato nel video e com'è già successo per l'iPhone OS), ma si sono situazioni e applicazioni in cui è indispensabile avere maggiore precisione, ed è necessario averla in maniera immediata, senza particolari artifizi.
Infine mi sfugge la necessità di avere così tanti "punti attivi" sullo schermo: 10 punti sembrano un numero troppo elevato da seguire con lo sguardo, e nemmeno riesco ad immaginare delle potenziali azioni da effettuare con un numero così elevato di controlli. D'altro canto è comunque vero che 10 rimane un limite massimo che serve solo a riconoscere tutte le possibili dita e a consentire maggiore flessibilità, per esempio fare lo zoom con due qualsiasi dita in un. A questo punto, senza voler sminuire il progetto, mi pare che la vera utilità di questo sistema si traduca nel riconoscere diversi tipi di gestures (eventualmente anche più di una contemporaneamente) in più punti dello schermo, punti determinati dalla posizione delle dita. Ma è veramente indispensabile operare "a piene mani" per realizzare un'interazione come quelle mostrata nel video di 10/GUI? A mio avviso sarebbe sufficiente ampliare alcuni concetti delle gestures già messe in pratica da Apple, eventualmente implementando un doppio strato sensoriale in grado di interpretare diversamente il "contatto" e la "pressione", e comunque rinunciando alla corrispondenza "1 a 1" con lo schermo, in modo tale da poter utilizzare una zona più piccola integrata nella tastiera (che così non verrebbe eliminata).
In ogni caso, le mie sono solo supposizioni... onore al merito a chi ha messo in pratica il sistema mostrato nel video, che se anche non dovesse mai prendere piede (e personalmente credo che non lo prenderà), sicuramente darà qualche idea su come portare avanti certi concetti di interfaccia.
venerdì 30 ottobre 2009
giovedì 29 ottobre 2009
Sporchi, brutti e cattivi
Siete da poco passati a Mac? Bene... preparatevi, nella migliore delle ipotesi, ad essere classificati come "utonti", perché nella mente di qualcuno, il solo fatto di aver scelto un sistema la cui filosofia è quella di semplificare la vita dell'utente, significa che non siete abbastanza intelligenti da affrontare il "normale" mondo dell'informatica. Oppure potreste proprio passare per stupidi, perché avete scelto un sistema "chiuso" (anche se, su questo aspetto, le critiche non possono certo arrivare da chi usa Windows...).
Molto più comunemente potreste però sentirvi dire che avete comprato un computer costoso solo per l'estetica, e che siete snob o figli di papà che possono permettersi di spendere di più solo per un capriccio, senza capire nulla di quello che avete acquistato.
Probabilmente tutte queste dicerie nascono in parte dalla stupidità di chi vi "accusa" (che nella maggior parte dei casi non conosce nemmeno i Mac), in parte da possibili retaggi storici: a cavallo tra gli anni '80 e '90 era facile "vantarsi" di avere una GUI nei confronti di chi utilizzava l'MS-DOS, e sempre in quegli anni il costo dei Mac era sensibilmente più elevato rispetto a quello degli altri PC (difficilmente uno studente riusciva a comprarselo da solo, a differenza di un "comune" PC-Win-assembalto). Inoltre, uno dei punti di forza di Apple è sempre stato quello di creare macchine che fossero "anche" belle, quindi è plausibile che qualcuno l'abbia comprato solo per quel motivo... "qualcuno" però... mica tutti...
Tipicamente non ha molto senso mettersi a discutere con chi tira in ballo certi discorsi, quindi se parliamo di forum o gruppi di discussione, la cosa migliore è quelle di evitare di rispondere a questi individui (che di fatto sono dei troll), mentre se ce l'avete di fronte e ne state discutendo di persona, se ritenete di essere più "preparati" del vostro interlocutore potete fargli fare una brutta figura... perché oltre a sporchi e brutti, potete essere anche cattivi.
Molto più comunemente potreste però sentirvi dire che avete comprato un computer costoso solo per l'estetica, e che siete snob o figli di papà che possono permettersi di spendere di più solo per un capriccio, senza capire nulla di quello che avete acquistato.
Probabilmente tutte queste dicerie nascono in parte dalla stupidità di chi vi "accusa" (che nella maggior parte dei casi non conosce nemmeno i Mac), in parte da possibili retaggi storici: a cavallo tra gli anni '80 e '90 era facile "vantarsi" di avere una GUI nei confronti di chi utilizzava l'MS-DOS, e sempre in quegli anni il costo dei Mac era sensibilmente più elevato rispetto a quello degli altri PC (difficilmente uno studente riusciva a comprarselo da solo, a differenza di un "comune" PC-Win-assembalto). Inoltre, uno dei punti di forza di Apple è sempre stato quello di creare macchine che fossero "anche" belle, quindi è plausibile che qualcuno l'abbia comprato solo per quel motivo... "qualcuno" però... mica tutti...
Tipicamente non ha molto senso mettersi a discutere con chi tira in ballo certi discorsi, quindi se parliamo di forum o gruppi di discussione, la cosa migliore è quelle di evitare di rispondere a questi individui (che di fatto sono dei troll), mentre se ce l'avete di fronte e ne state discutendo di persona, se ritenete di essere più "preparati" del vostro interlocutore potete fargli fare una brutta figura... perché oltre a sporchi e brutti, potete essere anche cattivi.
mercoledì 28 ottobre 2009
...e se l'iPad fosse un eBook reader?
Qualche tempo fa, nel corso di un'intervista rilasciata poco dopo la prsentazione die nuovi iPod, Jobs disse che secondo lui la gente non è molto interessata agli eBook, semplicemente perché è poco interessata a leggere.
Purtroppo, nonostante il recente boom dei lettori, non gli si può dar torto: le statistiche parlano di diffusione degli eBook Reader soprattutto tra chi necessita di portarsi appresso grandi quantità di manuali, grossi archivi di quotidiani, o altre utilizzi simili. La tendenza però potrebbe presto cambiare, visto che Amazon (che con il Kindle è stata un po' la promotrice di questa tecnologia) vede in testa alle sue classifiche di vendita l'ultimo libro di Dan Brown, in formato digitale.
Difficile dire se questo sia l'inizio di una svolta, ma molto probabilmente quella degli eBook reader "tradizionali" non sarà la strada percorsa da Apple, anche se qualsiasi tablet ben si sposa per questo tipo di utilizzo, a patto di avere una sufficiente autonomia e uno schermo di qualità. E' inutile nascondere che l'iPhone è usato anche come lettore di libri digitali, con oltre 4500 titoli classificati sotto questo genere sull'AppStore: perché non cavalcare l'onda, magari dirigendola dove più interessa? Ad Apple non interessa proporsi come leader nel settore degli eBook reader (almeno, così pare), ma avrà tra le mani un dispositivo di dimensioni opportune e con grandi possibilità tecniche. Se i lettori di libri digitali hanno dalla loro parte la tecnologia e-ink e una grande autonomia, Apple avrà dalla sua le potenzialità grafiche (incluso il colore, che ancora manca all'inchiostro eletronico), la multimediaità e l'esperienza maturata in questi anni sugli schermi multitouch. Certo, per la lettura intensiva la tecnologia e-ink è impareggiabile, ma per leggere un fumetto (e qui faccio mente locale alla recente acquisizione della Marvel da parte di Disney), sfogliare un quotidiano (magari con foto e video), o far nascere un nuovo filone di "letteratura interattiva", il dispositivo di Apple potrebbe essere molto avanti rispetto agli altri lettori e avrebbe dalla sua anche la possibilità di installare altro software per altri compiti, con un'ampia gamma di possibilità. Sarà questo lo scopo non-ancora-dichiarato dell'iPad (o iTablet o Apple-Slate)? Più ci penso e più credo che potrebbe anche esserlo...
Purtroppo, nonostante il recente boom dei lettori, non gli si può dar torto: le statistiche parlano di diffusione degli eBook Reader soprattutto tra chi necessita di portarsi appresso grandi quantità di manuali, grossi archivi di quotidiani, o altre utilizzi simili. La tendenza però potrebbe presto cambiare, visto che Amazon (che con il Kindle è stata un po' la promotrice di questa tecnologia) vede in testa alle sue classifiche di vendita l'ultimo libro di Dan Brown, in formato digitale.
Difficile dire se questo sia l'inizio di una svolta, ma molto probabilmente quella degli eBook reader "tradizionali" non sarà la strada percorsa da Apple, anche se qualsiasi tablet ben si sposa per questo tipo di utilizzo, a patto di avere una sufficiente autonomia e uno schermo di qualità. E' inutile nascondere che l'iPhone è usato anche come lettore di libri digitali, con oltre 4500 titoli classificati sotto questo genere sull'AppStore: perché non cavalcare l'onda, magari dirigendola dove più interessa? Ad Apple non interessa proporsi come leader nel settore degli eBook reader (almeno, così pare), ma avrà tra le mani un dispositivo di dimensioni opportune e con grandi possibilità tecniche. Se i lettori di libri digitali hanno dalla loro parte la tecnologia e-ink e una grande autonomia, Apple avrà dalla sua le potenzialità grafiche (incluso il colore, che ancora manca all'inchiostro eletronico), la multimediaità e l'esperienza maturata in questi anni sugli schermi multitouch. Certo, per la lettura intensiva la tecnologia e-ink è impareggiabile, ma per leggere un fumetto (e qui faccio mente locale alla recente acquisizione della Marvel da parte di Disney), sfogliare un quotidiano (magari con foto e video), o far nascere un nuovo filone di "letteratura interattiva", il dispositivo di Apple potrebbe essere molto avanti rispetto agli altri lettori e avrebbe dalla sua anche la possibilità di installare altro software per altri compiti, con un'ampia gamma di possibilità. Sarà questo lo scopo non-ancora-dichiarato dell'iPad (o iTablet o Apple-Slate)? Più ci penso e più credo che potrebbe anche esserlo...
La scoperta dell'acqua tiepida
Shiller, in un'intervista rilasciata a Gizmodo, ha dichairato che Apple non presenterà alcun nuovo prodotto da qui alla fine dell'anno... e tutti i siti di news a riportare la notizia come se si trattasse di uno scoop...
Personalmente la notizia non mi sorprende (nonostante le indiscrezioni sulle tracce di nuovi MacBook Pro scovate nella versione 10.6.2 di MacOSX) perché il periodo degli acquisti Natalizi è ormai alle porte, e sarebbe controproducente presentare qualcosa di nuovo adesso: a novembre la linea di prodotti dev'essere già pronta e ben pubblicizzata dai media per consentire la giusta presa sul mercato.
Forse Shiller ha fatto bene a ribadire il concetto per evitare che si creassero le inutili attese dei "soliti beninformati" che rischiano di creare dei monenti di stallo nel periodo in cui si realizzano le maggiori vendite.
Personalmente la notizia non mi sorprende (nonostante le indiscrezioni sulle tracce di nuovi MacBook Pro scovate nella versione 10.6.2 di MacOSX) perché il periodo degli acquisti Natalizi è ormai alle porte, e sarebbe controproducente presentare qualcosa di nuovo adesso: a novembre la linea di prodotti dev'essere già pronta e ben pubblicizzata dai media per consentire la giusta presa sul mercato.
Forse Shiller ha fatto bene a ribadire il concetto per evitare che si creassero le inutili attese dei "soliti beninformati" che rischiano di creare dei monenti di stallo nel periodo in cui si realizzano le maggiori vendite.
martedì 27 ottobre 2009
Topi presuntuosi
Tra le tante importanti novità presentate una settimana fa (iMac con processori quad-core, Mac-mini-server, MacBook completamente rinnovato), ciò che più ha catalizzato l'attenzione è il nuovo Magic Mouse, e le sue "presunte" novità.
Parlo di novità "presunte", non per sminuire il lavoro fatto da Apple (che comunque, come vedremo, secondo me non è esente da pecche) ma semplicemente perché i Magic Mouse non sono ancora arrivati nei negozi. E' vero che sono già disponibili i nuovi iMac con tanto di Magic Mouse incluso, ma il numero di discussioni generate, e di utenti che vi partecipano, è di gran lunga superiore al numero di persone che hanno veramente testato il nuovo mouse... in ogni caso, cominciamo a descrivere quali sono le caratteristiche "certe" e quelle che lasciano qualche dubbio.
Cominciamo subito col dire che il click vero e proprio è meccanico e si realizza su tutta la superficie del mouse (un po' come con il precedente mighty mouse), il che è un bene perché evita pressioni accidentali dovuti ad un utilizzo esclusico del touch. Qualche dubbio sulla comodità potrebbe derivare dal profilo molto basso, ma posso immaginare che sia una caratteristica voluta per consentire un migliore utilizzo della parte touch.
Lo scrolling segue la stessa filosofia dinamica implementata sull'iPhone, quindi è molto più comodo e flessibile del normale scrolling (e in ogni caso, se si tiene il dito appoggiato, resta uno scorrimento normale).
La piastra in alluminio rende il movimento molto scorrevole, consentendo di impugnare e muovere il mouse comodamente con pollice e mignolo, lasciando così le altre dita libere per eventuali gestures.
In realtà, quest'ultime, sono di fatto tutte ad un dito, a parte lo "sfoglio" e il click destro, che in realtà non è una vera e propria gesture (in quanto non prevede alcun movimento), ma un semplice click con due dita appoggiate. Si dice, me vorrei verificarlo di persona, che anche tenendo due dita appoggiate, il Magic mouse sia comunque in grado di comprendere se stiamo premendo dalla parte destra o dalla parte sinistra: se così fosse sarebbe una gran bella cosa, perché eviterebbe la necessità di "sollevare" un dito per fare il click principale (e tutto sommato potrebbe essere così se l'algoritmo riesce ad interpretare il dito che preme analizzando l'area di contatto, che aumenta dove c'è pressione).
Il fatto che il numero di gestures sia limitato, e limitato a due sole dita, a mio avviso è un bene, in quanto evita improbabili acrobazie poco ergonomiche... però c'è una mancanza di rilievo, che io stesso ho già fatto notare nel primo commento a caldo sulle novità, ma che molti altri stanno notando nei vari forum: mancano il terzo e il quarto click che avevano caratterizzato il mighty mouse. Ora, se è vero che il quarto click può avere un importanza relativa, lo stesso non si può dire del terzo, quello associato alla pressione del tasto centrale (per i mouse più classici alla rotella dello scrolling); personalmente, quando avevo il mighty mouse, l'avevo associato ad Exposé, e ora che non ho nessun mouse, trovo comunque molto comoda la gesture a 4 dita sul trackpad che mi abilita questa funzione. Al di là del mio "vezzo" di Esxposé, alcuni professionisti del CAD mi dicono che il testo centrale è indispensabile per certe funzioni, per cui si troverebbero in difficoltà con il nuovo mouse...
Premesso questo, ricordiamo comunque che il Magic Mouse richiede l'aggiornamento a Snow Leopard 10.6.2 (o appositi driver per i sistemi precedenti), update che non è ancora stato rilasciato e che potrebbe includere un pannello di controllo dove definire altre gestures: per esempio, anche senza immaginarsi contorsioni particolari della mano, il click del tasto centrale potrebbe essere banalmente realizzato con un click a tre dita, mentre pensando alle gesture a due dita si potrebbe pensare di implementare anche lo zoom e la rotazione, da eseguire però con pollice ed indice, quindi lasciando momentaneamente la presa (il che potrebbe non essere molto funzionale: bisognerebbe provare...).
Il problema (se così vogliamo chiamarlo) è che dalle descrizioni e dai video presenti sul sito Apple (video in cui si vede anche il pannello di controllo) pare che per il momento non ci sia alcuna possibilità di definire gestures aggiuntive a quelle standard: se questa possibilità arriverà, Apple ce la concederà più avanti nel tempo, con la collaudata politica del "goccia a goccia"... sperando che basti aggiornare il software e non sia necessaria una nuova versione hardware del Magic Mouse...
PS: questo non mi tratterrà dall'acquisto, ma se inizialmente pensavo di ordinarlo sull'Apple Store appena uscito, ora preferisco aspettare che arrivi nei negozi,e provarlo con mano.
Parlo di novità "presunte", non per sminuire il lavoro fatto da Apple (che comunque, come vedremo, secondo me non è esente da pecche) ma semplicemente perché i Magic Mouse non sono ancora arrivati nei negozi. E' vero che sono già disponibili i nuovi iMac con tanto di Magic Mouse incluso, ma il numero di discussioni generate, e di utenti che vi partecipano, è di gran lunga superiore al numero di persone che hanno veramente testato il nuovo mouse... in ogni caso, cominciamo a descrivere quali sono le caratteristiche "certe" e quelle che lasciano qualche dubbio.
Cominciamo subito col dire che il click vero e proprio è meccanico e si realizza su tutta la superficie del mouse (un po' come con il precedente mighty mouse), il che è un bene perché evita pressioni accidentali dovuti ad un utilizzo esclusico del touch. Qualche dubbio sulla comodità potrebbe derivare dal profilo molto basso, ma posso immaginare che sia una caratteristica voluta per consentire un migliore utilizzo della parte touch.
Lo scrolling segue la stessa filosofia dinamica implementata sull'iPhone, quindi è molto più comodo e flessibile del normale scrolling (e in ogni caso, se si tiene il dito appoggiato, resta uno scorrimento normale).
La piastra in alluminio rende il movimento molto scorrevole, consentendo di impugnare e muovere il mouse comodamente con pollice e mignolo, lasciando così le altre dita libere per eventuali gestures.
In realtà, quest'ultime, sono di fatto tutte ad un dito, a parte lo "sfoglio" e il click destro, che in realtà non è una vera e propria gesture (in quanto non prevede alcun movimento), ma un semplice click con due dita appoggiate. Si dice, me vorrei verificarlo di persona, che anche tenendo due dita appoggiate, il Magic mouse sia comunque in grado di comprendere se stiamo premendo dalla parte destra o dalla parte sinistra: se così fosse sarebbe una gran bella cosa, perché eviterebbe la necessità di "sollevare" un dito per fare il click principale (e tutto sommato potrebbe essere così se l'algoritmo riesce ad interpretare il dito che preme analizzando l'area di contatto, che aumenta dove c'è pressione).
Il fatto che il numero di gestures sia limitato, e limitato a due sole dita, a mio avviso è un bene, in quanto evita improbabili acrobazie poco ergonomiche... però c'è una mancanza di rilievo, che io stesso ho già fatto notare nel primo commento a caldo sulle novità, ma che molti altri stanno notando nei vari forum: mancano il terzo e il quarto click che avevano caratterizzato il mighty mouse. Ora, se è vero che il quarto click può avere un importanza relativa, lo stesso non si può dire del terzo, quello associato alla pressione del tasto centrale (per i mouse più classici alla rotella dello scrolling); personalmente, quando avevo il mighty mouse, l'avevo associato ad Exposé, e ora che non ho nessun mouse, trovo comunque molto comoda la gesture a 4 dita sul trackpad che mi abilita questa funzione. Al di là del mio "vezzo" di Esxposé, alcuni professionisti del CAD mi dicono che il testo centrale è indispensabile per certe funzioni, per cui si troverebbero in difficoltà con il nuovo mouse...
Premesso questo, ricordiamo comunque che il Magic Mouse richiede l'aggiornamento a Snow Leopard 10.6.2 (o appositi driver per i sistemi precedenti), update che non è ancora stato rilasciato e che potrebbe includere un pannello di controllo dove definire altre gestures: per esempio, anche senza immaginarsi contorsioni particolari della mano, il click del tasto centrale potrebbe essere banalmente realizzato con un click a tre dita, mentre pensando alle gesture a due dita si potrebbe pensare di implementare anche lo zoom e la rotazione, da eseguire però con pollice ed indice, quindi lasciando momentaneamente la presa (il che potrebbe non essere molto funzionale: bisognerebbe provare...).
Il problema (se così vogliamo chiamarlo) è che dalle descrizioni e dai video presenti sul sito Apple (video in cui si vede anche il pannello di controllo) pare che per il momento non ci sia alcuna possibilità di definire gestures aggiuntive a quelle standard: se questa possibilità arriverà, Apple ce la concederà più avanti nel tempo, con la collaudata politica del "goccia a goccia"... sperando che basti aggiornare il software e non sia necessaria una nuova versione hardware del Magic Mouse...
PS: questo non mi tratterrà dall'acquisto, ma se inizialmente pensavo di ordinarlo sull'Apple Store appena uscito, ora preferisco aspettare che arrivi nei negozi,e provarlo con mano.
sabato 24 ottobre 2009
"Apple sta fallendo"... e altri falsi miti [parte 3: sei diverso]
Superato lo scoglio del prezzo, di cui abbiamo parlato nelle precedenti puntate, uno dei falsi miti più comuni è riassumibile nella frase: "il Mac non è compatibile".
Quando sento qualcuno che mi dice questa frase, non so se mettermi a ridere o a piangere visto che, di per sé, è una frase senza senso...
A livello di hardware, in passato, c'erano delle differenze anche sostanziali rispetto ai normali PC-Win (visto che il confronto va a parare sempre lì), differenze che andavano dal processore utilizzato, alle porte per la connessione delle periferiche, ma oggi come oggi qualsiasi Mac utilizza periferiche e componenti standard: chiunque può cambiarsi da solo RAM e Hard Disk comprandoli da un qualunque rivenditore di hardware per PC, e per quanto riguarda le periferiche, Appleè stata la prima ad utilizzare la porta USB in maniera esclusiva (parliamo del primo iMac, nel 1998), dando il via all'adozione ufficiale di questo standard.
Ma ben più importante dell'hardware è il software, visto che l'hardware è solo uno strumento per utilizzare determinate applicazioni e produrre determinati lavori o documenti. Assodato che il Mac usa un sistema operativo diverso (altrimenti sarebbe identico a qualsiasi altro PC-Win), è scontato che gli applicativi siano specifici per Mac OS X, così come Windows richiede applicazioni specifiche per il mondo Windows, ecc... ecc... (anche se in realtà tra Bootcamp, virtualizzatori vari, e altri sistemi, sul Mac è possibile far girare anche applicazioni Windows).
Al limite possiamo dire che per Windows esiste molto più software, anche se quantità non è sinonimo di qualità, ma la maggior parte delle applicazioni più comuni esiste molto semplicemente sia in versione Windows che in versione Mac (il caso più famoso è quello dell'onnipresente MS-Office)... e anche laddove non esiste un'applicazione "identica", al 99% ne esiste una equivalente, che consenta di realizzare le stesse cose e di lavorare con gli stessi formati dei documenti... perché il nocciolo finale della questione è rendere fruibile il proprio lavoro, e non è che una JPG utilizzata dal Mac sia diversa dalle JPG che utilizza Windows... certo, poi ci sono casi relativi ad applicazioni particolari e formati chiusi disponibili sono per una piattaforma, ma ci spingiamo in campi professionali dove le scelte sono quasi obbligate e non ha nemmeno senso chiedersi se compare un Mac o un PC-Win.
Anche a livello di interconnessione tra le macchine, un Mac può essere tranquillamente messo in rete con altri PC-Win. Su Mac OS X bastano pochi click per creare una rete Wireless utilizzabile per dare accesso ad un altro PC o condividere la connessione internet, e parlando di copnnessioni "fisiche" i Mac utilizzano schede ethernet autoinvertenti che eliminano i problemi dei cavi incrociati nella connessione diretta tra due computer; addirittura l'ultima release di Mac OSX (Snow Leopard) include nativamente il supporto a Microsoft Exchange Server.
Le fisime sulla compatibilità si spingono addirittura sugli iPod: ho sentito con le mie orecchie persone laureate in materie scientifiche (e quindi, si presume, con un discreto livello culturale in certi ambiti) dire che sull'iPod "ci puoi caricare solo la musica protetta che Apple vende in un formato proprietario su iTunes". Al di là del fatto che la musica attualmente in vendita su iTunes è tutta senza protezione, e al di là del fatto che l'AAC utilizzato come formato preferenziale da Apple (ma non di certo come "unico" formato) è uno standard creato e promosso dal consorzio MPEG, ovviamente l'iPod legge anche molti altri formati: MP3, MP3 VBR, Audible, AAX+, AIFF e altri ancora. Dopotutto per riempire 160GB di iPod solo con musica comprata su iTunes bisognerebbe spendere decine di migliaia di Euro: sarebbe una situazione impensabile, visto anche il successo mondiale dell'iPod...
Quando sento qualcuno che mi dice questa frase, non so se mettermi a ridere o a piangere visto che, di per sé, è una frase senza senso...
A livello di hardware, in passato, c'erano delle differenze anche sostanziali rispetto ai normali PC-Win (visto che il confronto va a parare sempre lì), differenze che andavano dal processore utilizzato, alle porte per la connessione delle periferiche, ma oggi come oggi qualsiasi Mac utilizza periferiche e componenti standard: chiunque può cambiarsi da solo RAM e Hard Disk comprandoli da un qualunque rivenditore di hardware per PC, e per quanto riguarda le periferiche, Appleè stata la prima ad utilizzare la porta USB in maniera esclusiva (parliamo del primo iMac, nel 1998), dando il via all'adozione ufficiale di questo standard.
Ma ben più importante dell'hardware è il software, visto che l'hardware è solo uno strumento per utilizzare determinate applicazioni e produrre determinati lavori o documenti. Assodato che il Mac usa un sistema operativo diverso (altrimenti sarebbe identico a qualsiasi altro PC-Win), è scontato che gli applicativi siano specifici per Mac OS X, così come Windows richiede applicazioni specifiche per il mondo Windows, ecc... ecc... (anche se in realtà tra Bootcamp, virtualizzatori vari, e altri sistemi, sul Mac è possibile far girare anche applicazioni Windows).
Al limite possiamo dire che per Windows esiste molto più software, anche se quantità non è sinonimo di qualità, ma la maggior parte delle applicazioni più comuni esiste molto semplicemente sia in versione Windows che in versione Mac (il caso più famoso è quello dell'onnipresente MS-Office)... e anche laddove non esiste un'applicazione "identica", al 99% ne esiste una equivalente, che consenta di realizzare le stesse cose e di lavorare con gli stessi formati dei documenti... perché il nocciolo finale della questione è rendere fruibile il proprio lavoro, e non è che una JPG utilizzata dal Mac sia diversa dalle JPG che utilizza Windows... certo, poi ci sono casi relativi ad applicazioni particolari e formati chiusi disponibili sono per una piattaforma, ma ci spingiamo in campi professionali dove le scelte sono quasi obbligate e non ha nemmeno senso chiedersi se compare un Mac o un PC-Win.
Anche a livello di interconnessione tra le macchine, un Mac può essere tranquillamente messo in rete con altri PC-Win. Su Mac OS X bastano pochi click per creare una rete Wireless utilizzabile per dare accesso ad un altro PC o condividere la connessione internet, e parlando di copnnessioni "fisiche" i Mac utilizzano schede ethernet autoinvertenti che eliminano i problemi dei cavi incrociati nella connessione diretta tra due computer; addirittura l'ultima release di Mac OSX (Snow Leopard) include nativamente il supporto a Microsoft Exchange Server.
Le fisime sulla compatibilità si spingono addirittura sugli iPod: ho sentito con le mie orecchie persone laureate in materie scientifiche (e quindi, si presume, con un discreto livello culturale in certi ambiti) dire che sull'iPod "ci puoi caricare solo la musica protetta che Apple vende in un formato proprietario su iTunes". Al di là del fatto che la musica attualmente in vendita su iTunes è tutta senza protezione, e al di là del fatto che l'AAC utilizzato come formato preferenziale da Apple (ma non di certo come "unico" formato) è uno standard creato e promosso dal consorzio MPEG, ovviamente l'iPod legge anche molti altri formati: MP3, MP3 VBR, Audible, AAX+, AIFF e altri ancora. Dopotutto per riempire 160GB di iPod solo con musica comprata su iTunes bisognerebbe spendere decine di migliaia di Euro: sarebbe una situazione impensabile, visto anche il successo mondiale dell'iPod...
venerdì 23 ottobre 2009
[cs] Sling Media porta la TV sull’iPhone
Da oggi è possibile tramutare il proprio iPhone o iPod Touch in un ricevitore TV a tutti gli effetti, dal quale poter vedere i programmi preferiti ovunque ci si trovi nel mondo. E’ questa la straordinaria innovazione firmata da Sling Media, società leader nel digital lifestyle, che ha reso disponibile anche sul mercato italiano una soluzione completa, che permette ad ogni utente dell’iPhone di potersi collegare in diretta alla propria TV, proprio come se ci si trovasse sul divano di casa.
Tutto quello che serve è una connessione veloce a Internet. E’ sufficiente acquistare uno Slingbox e collegarlo al proprio televisore, successivamente comprare tramite iTunes il software dedicato all’iPhone, lo SlingPlayer Mobile, e il gioco è fatto. Quando il proprio iPhone è connesso ad una rete Wi-Fi, SlingPlayer Mobile si connette allo Slingbox di casa e permette di guardare e controllare il proprio televisore, con gli stessi canali, le stesse impostazioni di memorizzazione e preferenze. Il software SlingPlayer Mobile per iPhone permette - tramite un telecomando virtuale - di cambiare canale, volume e accedere ai menu e alle funzioni dei dispositivi collegati.
Slingbox è disponibile in due diverse versioni: PRO e SOLO. Entrambe sono concepite per venire incontro a tutte le esigenze legate all’uso di una moderna TV: supporto widescreen (16:9), performance di streaming sempre più avanzate (full VGA e fino a 8Mbps in tutta la casa), miglior qualità video e supporto per l’input da dispositivi ad alta definizione. SlingBox PRO e Sling SOLO possono controllare numerose fonti video, fra le quali i decoder per il Digitale Terrestre e Sky.
In più, Slingbox PRO è dotato di quattro ingressi A/V (ciascuno con audio): Antenna, S-video, input e output video composito, e un ingresso per decoder HD (per il quale è necessario il cavo HD Connect in dotazione). La combinazione di porte input e output permette una facile integrazione con un sistema A/V esistente e consente di connettere allo Slingbox PRO fino a tre dispositivi A/V e una connessione Antenna contemporaneamente.
Prezzi e disponibilità
SlingPlayer Mobile per iPhone è disponibile tramite iTunes al prezzo di 23,99 Euro.
Slingbox SOLO è disponibile nei migliori negozi di informatica ed elettronica di consumo al prezzo di 199,99 Euro, mentre Slingbox PRO è disponibile al prezzo di 299,99 Euro.
Sling Media
Sling Media, Inc., azienda controllata da EchoStar Corporation (NASDAQ: SATS), è una società leader nel settore del digital lifestyle che offre agli utenti servizi e prodotti concepiti come naturale estensione del modo di vivere digitale contemporaneo. La linea di prodotti di Sling Media include lo Slingbox™, che ha avuto enorme successo in tutto il mondo, è stato premiato con un Emmy, e permette di guardare e controllare il proprio televisore di casa in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, utilizzando PC, Mac, palmari o smartphone. Per maggiori informazioni su Sling Media, è possibile visitare http://it.slingmedia.com/.
Tutto quello che serve è una connessione veloce a Internet. E’ sufficiente acquistare uno Slingbox e collegarlo al proprio televisore, successivamente comprare tramite iTunes il software dedicato all’iPhone, lo SlingPlayer Mobile, e il gioco è fatto. Quando il proprio iPhone è connesso ad una rete Wi-Fi, SlingPlayer Mobile si connette allo Slingbox di casa e permette di guardare e controllare il proprio televisore, con gli stessi canali, le stesse impostazioni di memorizzazione e preferenze. Il software SlingPlayer Mobile per iPhone permette - tramite un telecomando virtuale - di cambiare canale, volume e accedere ai menu e alle funzioni dei dispositivi collegati.
Slingbox è disponibile in due diverse versioni: PRO e SOLO. Entrambe sono concepite per venire incontro a tutte le esigenze legate all’uso di una moderna TV: supporto widescreen (16:9), performance di streaming sempre più avanzate (full VGA e fino a 8Mbps in tutta la casa), miglior qualità video e supporto per l’input da dispositivi ad alta definizione. SlingBox PRO e Sling SOLO possono controllare numerose fonti video, fra le quali i decoder per il Digitale Terrestre e Sky.
In più, Slingbox PRO è dotato di quattro ingressi A/V (ciascuno con audio): Antenna, S-video, input e output video composito, e un ingresso per decoder HD (per il quale è necessario il cavo HD Connect in dotazione). La combinazione di porte input e output permette una facile integrazione con un sistema A/V esistente e consente di connettere allo Slingbox PRO fino a tre dispositivi A/V e una connessione Antenna contemporaneamente.
Prezzi e disponibilità
SlingPlayer Mobile per iPhone è disponibile tramite iTunes al prezzo di 23,99 Euro.
Slingbox SOLO è disponibile nei migliori negozi di informatica ed elettronica di consumo al prezzo di 199,99 Euro, mentre Slingbox PRO è disponibile al prezzo di 299,99 Euro.
Sling Media
Sling Media, Inc., azienda controllata da EchoStar Corporation (NASDAQ: SATS), è una società leader nel settore del digital lifestyle che offre agli utenti servizi e prodotti concepiti come naturale estensione del modo di vivere digitale contemporaneo. La linea di prodotti di Sling Media include lo Slingbox™, che ha avuto enorme successo in tutto il mondo, è stato premiato con un Emmy, e permette di guardare e controllare il proprio televisore di casa in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, utilizzando PC, Mac, palmari o smartphone. Per maggiori informazioni su Sling Media, è possibile visitare http://it.slingmedia.com/.
Il grande giorno è passato [aggiornato]
Ieri Microsoft ha rilasciato "Windows 7", settima versione del proprio sistema operativo. "7" raccoglie una pesante eredità, quella del clamoroso insuccesso di Vista, e dovrà riuscire a riscattare la pessima figura del suo predecessore.
Personalmente ho avuto modo di dargli un'occhiata e usarlo per qualche tempo, e devo ammettere che effettivamente è stato fatto un buon lavoro, anche se per molte cose è ancora molto distante da Mac OS X a livello di usabilità... continuo a preferire di gran lunga Snow Leopard.
Da utente informatico, spero comunque che si riveli a tutti gli effetti un buon sistema (e questo lo scopriremo solo tra qualche mese), perché più alternative valide ci sono sul mercato, maggiori possibilità di scelta ci sono per chi deve comprare un nuovo computer. D'altro canto confido che Snow Leopard (ma anche Linux) riescano a rosicchiare ancora un po' di quote a Microsoft, perché se vogliamo più scelta è indispensabile che non ci sia nessuno a monopolizzare il mercato.
[aggiornamento]: come previsto, contestualmente all'uscita di "Windows 7" Apple ha rilasciato tre nuovi spot della campagna Get a Mac.
Personalmente ho avuto modo di dargli un'occhiata e usarlo per qualche tempo, e devo ammettere che effettivamente è stato fatto un buon lavoro, anche se per molte cose è ancora molto distante da Mac OS X a livello di usabilità... continuo a preferire di gran lunga Snow Leopard.
Da utente informatico, spero comunque che si riveli a tutti gli effetti un buon sistema (e questo lo scopriremo solo tra qualche mese), perché più alternative valide ci sono sul mercato, maggiori possibilità di scelta ci sono per chi deve comprare un nuovo computer. D'altro canto confido che Snow Leopard (ma anche Linux) riescano a rosicchiare ancora un po' di quote a Microsoft, perché se vogliamo più scelta è indispensabile che non ci sia nessuno a monopolizzare il mercato.
[aggiornamento]: come previsto, contestualmente all'uscita di "Windows 7" Apple ha rilasciato tre nuovi spot della campagna Get a Mac.
mercoledì 21 ottobre 2009
Apple, trimestre melaviglioso
Di seguito, un mio commento a dati finanziari e ultime novità, pubblicato oggi su Punto-Informatico
Da diversi anni a questa parte, alla scadenza di ogni trimestre fiscale, Apple ci presenta il solito record. Nel caso specifico, per il trimestre conclusosi a fine settembre, guardando i dati a livello macroscopico possiamo notare che in termini di fatturato di troviamo di fronte ad un +25% rispetto allo scorso anno, e un +18% rispetto al trimestre precedente, per un totale di 9,87 miliardi di dollari. Per gi amanti delle statistiche, l'anno fiscale 2009 si è concluso con un fatturato di 36,54 miliardi di dollari, contro i 32,47 dello scorso anno; a ulteriore testimonianza della crescita, se guardiamo a cinque anni fa, il 2004 si chiudeva con 8,28 miliardi di fatturato.
Al di là del fatturato, vale forse la pena di dare un'occhiata alle macchine vendute per scorgere eventuali anomalie, sia in positivo che in negativo, rispetto all'andamento generale. I numeri che saltano subito all'occhio sono sostanzialmente tre, due che colpiscono in negativo, e uno che colpisce in positivo.
Il primo riguarda le vendite in Giappone, che rispetto al trimestre precedente, sono in calo del 27%, anche se c'è stato un incremento di fatturato del 4%. La situazione è evidentemente anomala, e lo si vede anche confrontando i dati dello scorso anno, visto che a fronte di un numero pressoché identico di unità vendute (c'è un incremento dell'1%), il fatturato è in aumento del 36%. A confermare la tesi che si tratti di un dato "particolare", potremmo citare anche la situazione degli altri mercati, visto che mediamente i dati di fatturato e le vendite vanno di pari passo: guardano ai totali, l'incremento di unità vendute è del 17%, mentre l'incremento di fatturato è del 18%. Non conoscendo la situazione particolare del mercato giapponese l'unica ipotesi che mi sento di fare (escludendo una politica dei prezzi suicida), è che siano calate le vendite dei prodotti più economici e aumentate (in misura molto minore) quelle dei prodotti più costosi o dei servizi non associati alla vendita di CPU. In ogni caso quello del Giappone è il mercato più piccolo per Apple, visto che rappresenta una quota compresa tra il 4 e il 5% del totale.
Il dato più positivo riguarda la voce "iPhone e relativi prodotti/servizi", che fa segnare un +41% in termine di unità vendute rispetto al trimestre precedenti, con oltre 7 milioni di iPhone venduti tra luglio e settembre; guardando allo scorso anno, l'incremento è "solo" del 7%, un risultato comunque notevole se confrontato con i numeri disastrosi annunciati da Nokia e Sony-Ericsson in questi giorni. Al di là di questo, quello che più colpisce di questa voce, è un +185% di fatturato rispetto allo scorso anno, il cui merito è da ricercarsi in parte nel maggior prezzo del nuovo iPhone (che nonostante ciò vende comunque molto bene), in parte nei maggiori proventi che derivano dalla vendita di accessori (anche di terze parti) e dagli accordi con gli operatori telefonici, segno che la politica messa in atto da Apple sta funzionando nel migliore dei modi. Ampliando la visuale all'intero anno fiscale, possiamo notare che il 2009 si è concluso con oltre 20 milioni di iPhone venduti, contro gli 11 milioni dello scorso anno; parallelamente il mercato delle applicazioni per il "melafonino" è passato dalle 3000 dello scorso settembre, alle attuali 85000 e più, perché il modello realizzato da Apple piace a sviluppatori, utenti, e anche alla concorrenza (che cerca in tutti i modi di copiarlo)… oltre che alla stessa Apple, che incassa il 30% da ogni applicazione venduta.
Spostando l'attenzione sui computer veri e propri, possiamo notare che la vendita di macchine desktop, è in calo del 7% rispetto al trimestre precedente, e del 16% rispetto al 2008. In realtà questo dato non sorprende più di tanto: la tendenza attuale premia il mercato dei netbook, che infatti è in crescita del 29% (35% rispetto allo scorso anno) e consente ad Apple di segnare un incremento complessivo del 17% nelle vendite di Mac (+19% rispetto al 2008). A valle di tutto ciò, è sicuramente curioso osservare come la "scalata" delle macchine portatili sia inarrestabile: un anno fa i fissi rappresentavano il 36% del totale venduto, mentre oggi questa percentuale è scesa al 26%. Forse i dati sono in parte falsati dall'attesa che si è creata intorno all'attesa del nuovo modello di iMac, mentre i portatili (al contrario) hanno beneficiato di un rinnovo di gamma proprio nel trimestre appena concluso... Anche qui possiamo ampliare la visuale dicendo che i Mac venduti nel 2009 (inteso come anno fiscale, e non solare) sono stati più di 10 milioni, mentre erano 5 milioni nel 2006 (anno in cui vennero introdotti i processori Intel), e solo 3 milioni nel 2004, cinque anni fa… una crescita invidiabile da chiunque.
Proprio parlando di Mac non possiamo mancare di fare qualche osservazione sulla lunga serie di novità presentate a seguito dei risultati fiscali, e proprio del lancio di Windows 7. La prima cosa che possiamo notare è che, in un colpo solo, è stata aggiornata tutta la linea di macchine consumer: al di là delle tempistiche di rinnovo dell'hardware, questa scelta non è casuale visto che stiamo entrando nel periodo più redditizio degli acquisti natalizi, e possiamo immaginare già da ora che il prossimo trimestre farà segnare un ulteriore boom di vendite. Ma andiamo ad analizzare un po' più in dettaglio le varie novità proposte da Apple. Il nuovo iMac, con un design rivisto nei dettagli, offre uno schermo ancora più grande (21,5" e 27", contro i 20" e 24" della serie precedente) e la possibilità di montare processori quad-core Intel Core i5 o i7. Il prezzo di partenza è lo stesso di prima, 1099 Euro, ma si arriva a 1799 Euro (o più) per un modello quad-core con schermo da 27" e ATI Radeon HD 4850 da 512MB. Tra le novità più interessanti del nuovo iMac ci sono anche due caratteristiche finora inedite (o quasi): la prima è che l'iMac da 27" può essere utilizzato anche come monitor esterno per un altro computer con DisplayPort (come indicato nelle specifiche tecniche). La seconda è che i processori Core i7 (ma anche Core i5) sono CPU progettate specificatamente per computer desktop, mentre in passato, per questioni legati alla dissipazione del calore, sono stati utilizzati principalmente dei processori pensati per macchine portatili, con conseguente penalizzazione delle prestazioni; il nuovo iMac si presenta quindi come macchina più che rispettabile anche per molti compiti professionali. Tra le altre novità ricordiamo che vicino al superdrive è ora presente uno slot per schede SD, e tutti i modelli, anche quello base, sono forniti con 4GB di RAM, tastiera wireless e il nuovo Magic Mouse.
Come previsto da più parti, il vecchio Mighty Mouse, che tanti discussioni aveva innescato a causa della facilità con cui si sporcava la "pallina" dello scrolling, è stato sostituito da un nuovo mouse completamente touch, che riprende alcune gestures a una o due dita, che gli utenti Apple sono già abituati ad eseguire sui trackpad dei portatili. All'apparenza sembra molto più funzionale del precedente, ma in attesa di verificarne la comodità di utilizzo con una prova pratica, sento già che mi mancherà la possibilità di attivare Exposé premendo il "tasto centrale", possibilità che a giudicare da quanto mostrato sul sito Apple pare non esserci. Il nuovo Magic Mouse è disponibile solo in versione wireless (bluetooth), utilizza un puntatore laser (più preciso del precedente), e viene venduto a 69 Euro. Restando in tema di accessori, anche l'Apple Remote è stato rinnovato, ma a parte il look in alluminio non presenta altre novità.
Restando in ambito desktop, pur senza stravolgimenti estetici, anche il Mac mini è stato oggetto di qualche piccolo ritocco: la scheda grafica rimane la GeForce 9400M ma sono disponibili processori più veloci, e un piccolo taglio di prezzi ha portato il modello base a 549 Euro. La vera novità del Mac mini è però la versione server, che sacrificando l'unità ottica aggiunge un secondo disco rigido e viene venduto con Snow Leopard Server a 949 Euro. Si tratta di una scelta un po' azzardata che però potrebbe dare dei buoni risultati per chi cerca una macchina compatta, senza grosse pretese di potenza, ma pensata comunque per un certo tipo di utilizzo che non è quello classico per cui è nato il mini.
Ultimo, ma non per questo meno importante, il rinnovo del MacBook. Pur mantenendo il case in policarbonato, il nuovo portatile entry-level di Apple adotta le stesse soluzioni tecniche già viste sui fratelli maggiori: guscio unibody, trackpad in vetro multitouch, schermo con retroiluminazione a LED, batteria integrata a polimeri di litio per 7 ore di autonomia. Tutto questo, unito al nuovo prezzo di 899 Euro, lo rendono una macchina molto concorrenziale, tanto da impensierire anche il piccolo MacBook Pro da 13"… sarà forse per questo motivo che Apple ha ben pensato di togliere nuovamente la Firewire a questa serie di prodotti? Difficile a dirsi, e difficile anche che stavolta possa tornare sui suoi passi, visto che oggi (a differenza di quanto successe a inizio anno), chi necessita della Firewire su una macchina "piccola", può comunque rivolgersi al MacBook Pro da 13", che oltre alla Firewire offre anche qualche altra caratteristica in più rispetto al MacBook.
Con questo giro di novità credo che sia concluso definitivamente l'anno 2009, quindi chi sperava in una nuova Apple-TV, in aggiornamenti dei più professionali Mac Pro, o in qualche anticipazione dell'iPad, dovrà pazientare fino al prossimo anno. Nel frattempo gli investitori applaudono alle novità, e Apple supera la quota di 200 dollari nel corso delle contrattazioni a Wall Street.
Da diversi anni a questa parte, alla scadenza di ogni trimestre fiscale, Apple ci presenta il solito record. Nel caso specifico, per il trimestre conclusosi a fine settembre, guardando i dati a livello macroscopico possiamo notare che in termini di fatturato di troviamo di fronte ad un +25% rispetto allo scorso anno, e un +18% rispetto al trimestre precedente, per un totale di 9,87 miliardi di dollari. Per gi amanti delle statistiche, l'anno fiscale 2009 si è concluso con un fatturato di 36,54 miliardi di dollari, contro i 32,47 dello scorso anno; a ulteriore testimonianza della crescita, se guardiamo a cinque anni fa, il 2004 si chiudeva con 8,28 miliardi di fatturato.
Al di là del fatturato, vale forse la pena di dare un'occhiata alle macchine vendute per scorgere eventuali anomalie, sia in positivo che in negativo, rispetto all'andamento generale. I numeri che saltano subito all'occhio sono sostanzialmente tre, due che colpiscono in negativo, e uno che colpisce in positivo.
Il primo riguarda le vendite in Giappone, che rispetto al trimestre precedente, sono in calo del 27%, anche se c'è stato un incremento di fatturato del 4%. La situazione è evidentemente anomala, e lo si vede anche confrontando i dati dello scorso anno, visto che a fronte di un numero pressoché identico di unità vendute (c'è un incremento dell'1%), il fatturato è in aumento del 36%. A confermare la tesi che si tratti di un dato "particolare", potremmo citare anche la situazione degli altri mercati, visto che mediamente i dati di fatturato e le vendite vanno di pari passo: guardano ai totali, l'incremento di unità vendute è del 17%, mentre l'incremento di fatturato è del 18%. Non conoscendo la situazione particolare del mercato giapponese l'unica ipotesi che mi sento di fare (escludendo una politica dei prezzi suicida), è che siano calate le vendite dei prodotti più economici e aumentate (in misura molto minore) quelle dei prodotti più costosi o dei servizi non associati alla vendita di CPU. In ogni caso quello del Giappone è il mercato più piccolo per Apple, visto che rappresenta una quota compresa tra il 4 e il 5% del totale.
Il dato più positivo riguarda la voce "iPhone e relativi prodotti/servizi", che fa segnare un +41% in termine di unità vendute rispetto al trimestre precedenti, con oltre 7 milioni di iPhone venduti tra luglio e settembre; guardando allo scorso anno, l'incremento è "solo" del 7%, un risultato comunque notevole se confrontato con i numeri disastrosi annunciati da Nokia e Sony-Ericsson in questi giorni. Al di là di questo, quello che più colpisce di questa voce, è un +185% di fatturato rispetto allo scorso anno, il cui merito è da ricercarsi in parte nel maggior prezzo del nuovo iPhone (che nonostante ciò vende comunque molto bene), in parte nei maggiori proventi che derivano dalla vendita di accessori (anche di terze parti) e dagli accordi con gli operatori telefonici, segno che la politica messa in atto da Apple sta funzionando nel migliore dei modi. Ampliando la visuale all'intero anno fiscale, possiamo notare che il 2009 si è concluso con oltre 20 milioni di iPhone venduti, contro gli 11 milioni dello scorso anno; parallelamente il mercato delle applicazioni per il "melafonino" è passato dalle 3000 dello scorso settembre, alle attuali 85000 e più, perché il modello realizzato da Apple piace a sviluppatori, utenti, e anche alla concorrenza (che cerca in tutti i modi di copiarlo)… oltre che alla stessa Apple, che incassa il 30% da ogni applicazione venduta.
Spostando l'attenzione sui computer veri e propri, possiamo notare che la vendita di macchine desktop, è in calo del 7% rispetto al trimestre precedente, e del 16% rispetto al 2008. In realtà questo dato non sorprende più di tanto: la tendenza attuale premia il mercato dei netbook, che infatti è in crescita del 29% (35% rispetto allo scorso anno) e consente ad Apple di segnare un incremento complessivo del 17% nelle vendite di Mac (+19% rispetto al 2008). A valle di tutto ciò, è sicuramente curioso osservare come la "scalata" delle macchine portatili sia inarrestabile: un anno fa i fissi rappresentavano il 36% del totale venduto, mentre oggi questa percentuale è scesa al 26%. Forse i dati sono in parte falsati dall'attesa che si è creata intorno all'attesa del nuovo modello di iMac, mentre i portatili (al contrario) hanno beneficiato di un rinnovo di gamma proprio nel trimestre appena concluso... Anche qui possiamo ampliare la visuale dicendo che i Mac venduti nel 2009 (inteso come anno fiscale, e non solare) sono stati più di 10 milioni, mentre erano 5 milioni nel 2006 (anno in cui vennero introdotti i processori Intel), e solo 3 milioni nel 2004, cinque anni fa… una crescita invidiabile da chiunque.
Proprio parlando di Mac non possiamo mancare di fare qualche osservazione sulla lunga serie di novità presentate a seguito dei risultati fiscali, e proprio del lancio di Windows 7. La prima cosa che possiamo notare è che, in un colpo solo, è stata aggiornata tutta la linea di macchine consumer: al di là delle tempistiche di rinnovo dell'hardware, questa scelta non è casuale visto che stiamo entrando nel periodo più redditizio degli acquisti natalizi, e possiamo immaginare già da ora che il prossimo trimestre farà segnare un ulteriore boom di vendite. Ma andiamo ad analizzare un po' più in dettaglio le varie novità proposte da Apple. Il nuovo iMac, con un design rivisto nei dettagli, offre uno schermo ancora più grande (21,5" e 27", contro i 20" e 24" della serie precedente) e la possibilità di montare processori quad-core Intel Core i5 o i7. Il prezzo di partenza è lo stesso di prima, 1099 Euro, ma si arriva a 1799 Euro (o più) per un modello quad-core con schermo da 27" e ATI Radeon HD 4850 da 512MB. Tra le novità più interessanti del nuovo iMac ci sono anche due caratteristiche finora inedite (o quasi): la prima è che l'iMac da 27" può essere utilizzato anche come monitor esterno per un altro computer con DisplayPort (come indicato nelle specifiche tecniche). La seconda è che i processori Core i7 (ma anche Core i5) sono CPU progettate specificatamente per computer desktop, mentre in passato, per questioni legati alla dissipazione del calore, sono stati utilizzati principalmente dei processori pensati per macchine portatili, con conseguente penalizzazione delle prestazioni; il nuovo iMac si presenta quindi come macchina più che rispettabile anche per molti compiti professionali. Tra le altre novità ricordiamo che vicino al superdrive è ora presente uno slot per schede SD, e tutti i modelli, anche quello base, sono forniti con 4GB di RAM, tastiera wireless e il nuovo Magic Mouse.
Come previsto da più parti, il vecchio Mighty Mouse, che tanti discussioni aveva innescato a causa della facilità con cui si sporcava la "pallina" dello scrolling, è stato sostituito da un nuovo mouse completamente touch, che riprende alcune gestures a una o due dita, che gli utenti Apple sono già abituati ad eseguire sui trackpad dei portatili. All'apparenza sembra molto più funzionale del precedente, ma in attesa di verificarne la comodità di utilizzo con una prova pratica, sento già che mi mancherà la possibilità di attivare Exposé premendo il "tasto centrale", possibilità che a giudicare da quanto mostrato sul sito Apple pare non esserci. Il nuovo Magic Mouse è disponibile solo in versione wireless (bluetooth), utilizza un puntatore laser (più preciso del precedente), e viene venduto a 69 Euro. Restando in tema di accessori, anche l'Apple Remote è stato rinnovato, ma a parte il look in alluminio non presenta altre novità.
Restando in ambito desktop, pur senza stravolgimenti estetici, anche il Mac mini è stato oggetto di qualche piccolo ritocco: la scheda grafica rimane la GeForce 9400M ma sono disponibili processori più veloci, e un piccolo taglio di prezzi ha portato il modello base a 549 Euro. La vera novità del Mac mini è però la versione server, che sacrificando l'unità ottica aggiunge un secondo disco rigido e viene venduto con Snow Leopard Server a 949 Euro. Si tratta di una scelta un po' azzardata che però potrebbe dare dei buoni risultati per chi cerca una macchina compatta, senza grosse pretese di potenza, ma pensata comunque per un certo tipo di utilizzo che non è quello classico per cui è nato il mini.
Ultimo, ma non per questo meno importante, il rinnovo del MacBook. Pur mantenendo il case in policarbonato, il nuovo portatile entry-level di Apple adotta le stesse soluzioni tecniche già viste sui fratelli maggiori: guscio unibody, trackpad in vetro multitouch, schermo con retroiluminazione a LED, batteria integrata a polimeri di litio per 7 ore di autonomia. Tutto questo, unito al nuovo prezzo di 899 Euro, lo rendono una macchina molto concorrenziale, tanto da impensierire anche il piccolo MacBook Pro da 13"… sarà forse per questo motivo che Apple ha ben pensato di togliere nuovamente la Firewire a questa serie di prodotti? Difficile a dirsi, e difficile anche che stavolta possa tornare sui suoi passi, visto che oggi (a differenza di quanto successe a inizio anno), chi necessita della Firewire su una macchina "piccola", può comunque rivolgersi al MacBook Pro da 13", che oltre alla Firewire offre anche qualche altra caratteristica in più rispetto al MacBook.
Con questo giro di novità credo che sia concluso definitivamente l'anno 2009, quindi chi sperava in una nuova Apple-TV, in aggiornamenti dei più professionali Mac Pro, o in qualche anticipazione dell'iPad, dovrà pazientare fino al prossimo anno. Nel frattempo gli investitori applaudono alle novità, e Apple supera la quota di 200 dollari nel corso delle contrattazioni a Wall Street.
Tutto molto bello... o quasi...
Impossibile commentare in un colpo solo tutte le novità di oggi, senza cadere nelle classiche descrizioni da comunicati stampa che trovate un po' ovunque. La novità più grossa è sicuramente il nuovo iMac, imponente (e impressionante) nella versione da 27", oltre che molto potente. Nel piccolo val comunque la pena di citare il Magic Mouse, che non delude le aspettative, ma anche il nuovo Apple Remote in aluminio, che non aggiunge nulla di nuovo, ma finalmente ha un'estetica adeguata alle nuove linee.
Anche il MacBook è stato rinnovato con un nuovo case unibody e tutte le novità tecniche già introdotte nel fratello in alluminio (batteria da 7 ore, display a LED, trackpad in vetro multitouch), ma inspiegabilmente è stata rimossa la firewire... o forse non molto inspiegabilmente... visto l'abbassamento di prezzo e il rinnovamento tecnico, il rischio era di una concorrenza spietata con il MacBookPro da 13".
Peccato, perché con la firewire sarebbe stato proprio perfetto, ma perlomeno c'è stato un abbssamento globale di tutti i prezzi, di cui ha beneficiato in parte anche il Mini, rinnovato non tanto nell'estetica (a parte il modello senza unità ottica destinato a fare da server) ma nella dotazione hadware.
Per quanto mi riguarda, penso che mi butterò nell'acquisto del nuovo Magic Mouse
Anche il MacBook è stato rinnovato con un nuovo case unibody e tutte le novità tecniche già introdotte nel fratello in alluminio (batteria da 7 ore, display a LED, trackpad in vetro multitouch), ma inspiegabilmente è stata rimossa la firewire... o forse non molto inspiegabilmente... visto l'abbassamento di prezzo e il rinnovamento tecnico, il rischio era di una concorrenza spietata con il MacBookPro da 13".
Peccato, perché con la firewire sarebbe stato proprio perfetto, ma perlomeno c'è stato un abbssamento globale di tutti i prezzi, di cui ha beneficiato in parte anche il Mini, rinnovato non tanto nell'estetica (a parte il modello senza unità ottica destinato a fare da server) ma nella dotazione hadware.
Per quanto mi riguarda, penso che mi butterò nell'acquisto del nuovo Magic Mouse
martedì 20 ottobre 2009
Martedì da leoni?
Gli impegni di questi giorni mi tengono un po' lontano dallo scrivere qualcosa di dettagliato sui temi ai quali avevo accennato ieri e nei giorni scorsi, però non posso mancare di far notare l'ennesimo trimestre da record annunciato ieri (quasi notte da noi), che dovrebbe preludere ad una vera e propria ondata di novità attesa per oggi: nuovi iMac, nuovi mini, nuovi MacBook (quelli in policarbonato), nuovi dispositivi di puntamento che avrannoa che fare col touch... insomma, Apple si prepara alla grande per il periodo natalizio, sfidando l'arrivo dei Windows 7 con una carrellata di nuovi prodotti hardware (settore in cui Microsoft non può più di tanto)
lunedì 19 ottobre 2009
Dolcetto o scherzetto?
Pare che Apple sia in procinto di giocare qualche scherzetto di marketing a Microsoft, proprio in corrispondenza del lancio di Windows 7 (che avverrà il 22 Ottobre). Considerando che stasera verranno annunciati i dati finanziari, e che c'è del nuovo hardware previsto ormai da tempo, può essere che le inenzioni di Apple siano semplicemente quelle di attirare le attenzioni dei media proprio nei giorni in cui Microsoft sperava di avere tutti gli occhi puntati per il lancio del suo nuovo sistema operativo. Volendo pensare a qualcosa di più "giocoso", si potrebbe pensare ad una nuova puntata della campagna "Get a Mac", realizzata ad-hoc per l'occasione... una volta tanto anche gli utenti Apple attendono l'uscita della nuova versione di Windows
A 10 dita...
Cercando informazioni sulle interfacce multitouch, mi sono imbattuto in un progetto interessante che prevede l'utilizzo di tutte le dita per "affrontare" l'intefaccia con un nuovo tipo di apporccio. Il progetto si chiama 10/GUI, e vi consiglio di dare un'occhiata al video, che mostra molto dettagliatamente le idee e le intenzioni che vi stanno dietro.
A mio avviso è molto interessante, anche se presenta alcuni limiti (magari non evidenti nel primo approccio, visto che si resta "affascinati" dai concetti generali che vi stanno dietro) sui quali tornerò a discutere nei prossimi giorni.
A mio avviso è molto interessante, anche se presenta alcuni limiti (magari non evidenti nel primo approccio, visto che si resta "affascinati" dai concetti generali che vi stanno dietro) sui quali tornerò a discutere nei prossimi giorni.
venerdì 16 ottobre 2009
"Apple sta fallendo"... e altri falsi miti [parte 2: mi costi di più!]
Continua il percorso sui falsi miti da sfatare, e continua parlando ancora di prezzi, ma stavolta da un punto di vista differente. Il mito di oggi è: "Apple vende a noi italiani gli stessi prodotti USA facendoceli pagare il 50% in più". In realtà, più che un mito da sfatare, si tratta di una mezza bugia (o una mezza verità... a seconda di come la volete guardare).
Cominciamo subito col dire che i prezzi indicati sull'Apple Store italiano sono prezzi che comprendono IVA al 20% e tasse varie (sdoganamento, contributo SIAE sui dispositivi di archiviazione, contributi per lo smaltimento dei rifiuti elettronici, ...), mentre il prezzo indicato dall'Apple Store americano è un prezzo tasse escluse, visto che queste vengono calcolate diversamente in base allo stato ove risiede l'acquirente. Se si ha l'accortezza di tenere ben presente questa differenza sostanziale, si vede subito che la differenza diminuisce notevolmente. Prendiamo come esempio una macchina abbastanza standard, come l'iMac in versione base: l'iMac costa 1199 dollari (tasse escluse) sull'Apple Store americano, e 1099 euro (tasse incluse) su quello italiano; se togliamo le tasse dal prezzo italiano, e convertiamo gli euro in dollari, al cambio odierno otteniamo grossomodo 1350 dollari, ovvero una differenza di circa il 12% rispetto agli USA.
Una differenza quindi c'è, se vogliamo anche abbastanza marcata, ma non certo nei termini sbandierati da qualcuno... Senza voler a tutti i costi difendere Apple (anche perché su altri prodotti le differenze sono maggiori e ingiustificate), proviamo a cercare le motivazioni di queste differenze. La causa principale è sicuramente da ricercare nella fluttuazione del cambio euro/dollaro: se oggi siamo quasi a 1,50, un anno fa il cambio stava a 1,25/1,30, rapporto che renderebbe l'attuale prezzo italiano inferiore a quello USA. E' quindi abbastanza normale che Apple stabilisca i prezzi europei (non solo quelli italiani) con un certo margine di cautela, perché gli aggiustamenti rispetto al cambio non possono essere continui (solitamente vengono fatti all'uscita di nuovi prodotti). Altre motivazioni sono poi da ricercare, sebbene in misura molto minore, nei diversi costi tra il prodotto europeo e quello USA: quello degli Stati Uniti è il mercato maggiore, ed è contraddistinto da un prodotto unico; in Europa (che è un mercato più piccolo) ci sono costi di localizzazione che non riguardano solo la traduzione del software e dei manuali, ma sono legati anche all'hardware (per esempio ci sono tastiere diverse tra i singoli stati), e ai diversi costi per mantenere le vari filiali (il costo del lavoro europeo non è uguale a quello degli USA). Infine, ultimo ma non meno importante, non dimentichiamo che il prezzo di un prodotto è spesso dettato da come reagisce il mercato, e anche sotto questo aspetto ci sono parecchie differenze tra USA ed Europa.
Può bastare tutto questo a giustificare le differenze di prezzo? Non essendo io un esperto di economia, non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda. Nel mio piccolo mi limito però ad osservare che lo stesso trattamento ci viene riservato anche da molte altre aziende (la PS3-Slim è venduta a 299,99 dollari su Amazon, mentre in Italia costa 299,00 euro), sebbene non manchino i casi opposti (a supporto della tesi sulle differenze di mercato) o quelli in cui c'è più attenzione al tasso di cambio (con relativo adeguamento dei prezzi). Come ultima osservazione posso giusto contestualizzare questo mio commento ai giorni in cui sto scrivendo, ricordando che dovremmo essere prossimi alla presentazione di nuovi modelli... la speranza è che Apple, contestualmente all'evento, aggiorni anche i listini, con un occhio di attenzione agli ultimi andamenti del cambio.
Cominciamo subito col dire che i prezzi indicati sull'Apple Store italiano sono prezzi che comprendono IVA al 20% e tasse varie (sdoganamento, contributo SIAE sui dispositivi di archiviazione, contributi per lo smaltimento dei rifiuti elettronici, ...), mentre il prezzo indicato dall'Apple Store americano è un prezzo tasse escluse, visto che queste vengono calcolate diversamente in base allo stato ove risiede l'acquirente. Se si ha l'accortezza di tenere ben presente questa differenza sostanziale, si vede subito che la differenza diminuisce notevolmente. Prendiamo come esempio una macchina abbastanza standard, come l'iMac in versione base: l'iMac costa 1199 dollari (tasse escluse) sull'Apple Store americano, e 1099 euro (tasse incluse) su quello italiano; se togliamo le tasse dal prezzo italiano, e convertiamo gli euro in dollari, al cambio odierno otteniamo grossomodo 1350 dollari, ovvero una differenza di circa il 12% rispetto agli USA.
Una differenza quindi c'è, se vogliamo anche abbastanza marcata, ma non certo nei termini sbandierati da qualcuno... Senza voler a tutti i costi difendere Apple (anche perché su altri prodotti le differenze sono maggiori e ingiustificate), proviamo a cercare le motivazioni di queste differenze. La causa principale è sicuramente da ricercare nella fluttuazione del cambio euro/dollaro: se oggi siamo quasi a 1,50, un anno fa il cambio stava a 1,25/1,30, rapporto che renderebbe l'attuale prezzo italiano inferiore a quello USA. E' quindi abbastanza normale che Apple stabilisca i prezzi europei (non solo quelli italiani) con un certo margine di cautela, perché gli aggiustamenti rispetto al cambio non possono essere continui (solitamente vengono fatti all'uscita di nuovi prodotti). Altre motivazioni sono poi da ricercare, sebbene in misura molto minore, nei diversi costi tra il prodotto europeo e quello USA: quello degli Stati Uniti è il mercato maggiore, ed è contraddistinto da un prodotto unico; in Europa (che è un mercato più piccolo) ci sono costi di localizzazione che non riguardano solo la traduzione del software e dei manuali, ma sono legati anche all'hardware (per esempio ci sono tastiere diverse tra i singoli stati), e ai diversi costi per mantenere le vari filiali (il costo del lavoro europeo non è uguale a quello degli USA). Infine, ultimo ma non meno importante, non dimentichiamo che il prezzo di un prodotto è spesso dettato da come reagisce il mercato, e anche sotto questo aspetto ci sono parecchie differenze tra USA ed Europa.
Può bastare tutto questo a giustificare le differenze di prezzo? Non essendo io un esperto di economia, non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda. Nel mio piccolo mi limito però ad osservare che lo stesso trattamento ci viene riservato anche da molte altre aziende (la PS3-Slim è venduta a 299,99 dollari su Amazon, mentre in Italia costa 299,00 euro), sebbene non manchino i casi opposti (a supporto della tesi sulle differenze di mercato) o quelli in cui c'è più attenzione al tasso di cambio (con relativo adeguamento dei prezzi). Come ultima osservazione posso giusto contestualizzare questo mio commento ai giorni in cui sto scrivendo, ricordando che dovremmo essere prossimi alla presentazione di nuovi modelli... la speranza è che Apple, contestualmente all'evento, aggiorni anche i listini, con un occhio di attenzione agli ultimi andamenti del cambio.
giovedì 15 ottobre 2009
"Apple sta fallendo"... e altri falsi miti [parte 1: ma quanto mi costi?]
Nonostante Apple sia una delle poche realtà informatiche in continua crescita da qualche anno a questa parte, leggendo alcuni commenti postati in certi forum pare che l'azienda sia sull'orlo del fallimento da un momento all'altro. In realtà questa voce circola ormai da 15 anni, e se inizialmente poteva avere un fondo di validità (vista la situzione poco felice di Apple a metà degli anni '90), oggi non ha alcun motivo di esistere, e non c'è alcun dato che la giustifica.
Se volete qualche controesempio, basta dare un'occhiata ai dati fiscali degli ultimi 4 o 5 anni, e scoprirete che Apple ha macinato record su record ogni trimestre; per non parlare delle performances borsistiche...
Mi sono già occupato in passato dei falsi miti di cui è oggetto Apple (falsi miti che grossomodo colpiscono, nel bene o nel male, tutti i marchi più famosi o i prodotti diventati oggetto di culto), ma era l'ormai lontano 2001, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, sia per Apple che per me...
A parte la storiella del fallimento di Apple, il falso mito più ricorrente riguarda la solita questione del costo dei computer con la mela: "un Mac, a parità di hardware, costa più di un qualsiasi altro PC"; questa frase è spesso prononciata anche come: "con quello che spenderesti per un Mac, ti puoi prendere un PC molto più accessoriato".
Premesso che ognuno è comunque libero di spendere i propri soldi come vuole (e non mi metto nemmeno a tirare in ballo il solito paragone automobilistico), questi frasi lasciano un po' il tempo che trovano per una lunga serie di motivi. Cominciamo subito col dire che "a parità di hardware", nonostante il passaggio ai processori Intel, è una condizione non valutabile: può esistere un PC con specifiche tecniche simili, se non identiche, o anche superiori, ma dal punto di vista dell'hardware (inteso come parte fisica della macchina) è quasi impossibile trovare un PC con le stesse caratteristiche di un Mac. Basta pensare, per esempio, a com'è realizzato il corpo dei MacBook Pro, al connettore magnetico dell'alimentazione, la tastiera retroilluminata, e il trackpad multitouch con gestures fino a 4 dita (che ultimamente sta facendo qualche timida comparsa anche su altri PC, sebbene sfruttato in maniera molto più limitata). Non pretendo certo che queste caratteristiche vadano a costituire elementi importanti di valutazione per tutti (dopotutto, se ognuno è libero di spendere i propri soldi come vuole, sarà anche libero di risparmiare come meglio crede), ma sono comunque dettagli che vanno a costituire delle differenze costruttive tra un MacBook Pro e un qualsiasi altro portatile.
Ma supponiamo di tralasciare questi dettagli, visto che qualcuno potrebbe dire che nessun PC è costuttivamente identico agli altri (e di fatto avrebbe ragione: non a caso anche tra i PC-non-Mac ci sono modelli più o meno costosi con specifiche tecniche apparentemente simili), e passiamo ad esaminare le specifiche tecniche. Prima di parlare di certi dettagli vorrei ricordare che la "abbondanza di accessori" non è necessariamente un plus: più roba c'è, più roba rischia di rompersi, e se è roba che di fatto non serve, forse è meglio che non ci sia (per esempio, sono sempre molto perplesso di fronte ai lettori di impronte digitali, e gli slot di espansione li ho utilizzati sempre e solo per scopi lavorativi: mai a casa). Al di là di questo, spesso i computer a basso prezzo sono caratterizzati da specifiche tecniche che possono attirare molti clienti, ma di fatto sono di basso profilo: si fa presto a dire "Schermo da 15" e Processore Intel Core 2 Duo", ma tra uno schermo da 15" da 1280x1024 (se non addirittura 1024x768) retroilluminato con lampada, e uno da 1440x900 retroilluminato a LED, c'è una bella differenza... e per quanto riguarda gli Intel Core 2 Duo ci sono un'infinità di versioni, ognuno con prestazioni differenti (che non dipendono solo dal clock); tutto questo senza tirare in ballo spessore e peso della macchina, e autonomia della batteria. Anche in questo caso vale quanto detto sopra: ognuno è libero di risparmiare come meglio crede anche perché, in ogni caso, per quanto possano essere di basso profilo, sono sicuramente più che adeguati per il 99% dei compiti dichiarati dall'utente medio: navigare in internet (Twitter, Facebook e Youtube), chattare, ascoltare musica, guardare foto e video, utilizzare Office (non ho mai capito perché la gente, a casa, ha la smania di utilizzare Office... forse per guardare quelli orribili sequenze di barzellette, o di racconti pseudo-filosofici, realizzati rigorosamente in Power Point).
L'ultimo aspetto, ma il più importante di tutti, è il software. Al di là del pacchetto iLife (per quanto valido e potente, può interessare o meno a seconda dell'uso che si vuole fare del computer), il Mac viene fornito con Mac OS X. Non voglio spingermi in dettagli sulla coerenza dell'interfaccia, semplicità d'uso, mancanza di virus, e quant'altro (non è lo scopo di questo commento), ma è certo che usare Mac OS X è un'esperienza diversa dall'utilizzare Windows, e per quanto mi riguarda vale da solo ogni eventuale "sovrapprezzo" del Mac rispetto ad un normale PC-Win. Ho scritto "eventuale" non a caso, perché non è affatto scontato che il Mac sia più costoso... date un'occhiata alle linee "professionali" o "business" dei portatili HP e Dell: hanno prezzi ben diversi dalla macchine che trovate nei negozi di elettronica di consumo.
In definitiva, quello che è certo è che tra i PC-non-Mac c'è sicuramente molta più scelta: si possono trovare macchine da poche centinaia di Euro, e macchine da 2000-3000 Euro, mentre il catalogo Apple ha un'offerta molto più limitata e concentrata su una fascia di prodotti medio-alta. Questo non implica (purtroppo) che i prodotti Apple siano sempre e comunque esenti da difetti (sia hardware che software), però la differenza c'è e si vede: non a caso Apple è in cima alle classifiche di soddisfazione del cliente... certo è che alcuni dettagli vanno "capiti", "valutati" e "apprezzati": in molte situazioni (per una svariata serie di motivi) non è detto che sia la scelta migliore
PS: in questo commento ho fatto riferimento spesso ai portatili, semplicemente perché è il segmento di mercato più attivo in questo momento
PPS: ovviamente questa è solo la prima parte di una discussione che proseguirà in più puntate
Se volete qualche controesempio, basta dare un'occhiata ai dati fiscali degli ultimi 4 o 5 anni, e scoprirete che Apple ha macinato record su record ogni trimestre; per non parlare delle performances borsistiche...
Mi sono già occupato in passato dei falsi miti di cui è oggetto Apple (falsi miti che grossomodo colpiscono, nel bene o nel male, tutti i marchi più famosi o i prodotti diventati oggetto di culto), ma era l'ormai lontano 2001, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, sia per Apple che per me...
A parte la storiella del fallimento di Apple, il falso mito più ricorrente riguarda la solita questione del costo dei computer con la mela: "un Mac, a parità di hardware, costa più di un qualsiasi altro PC"; questa frase è spesso prononciata anche come: "con quello che spenderesti per un Mac, ti puoi prendere un PC molto più accessoriato".
Premesso che ognuno è comunque libero di spendere i propri soldi come vuole (e non mi metto nemmeno a tirare in ballo il solito paragone automobilistico), questi frasi lasciano un po' il tempo che trovano per una lunga serie di motivi. Cominciamo subito col dire che "a parità di hardware", nonostante il passaggio ai processori Intel, è una condizione non valutabile: può esistere un PC con specifiche tecniche simili, se non identiche, o anche superiori, ma dal punto di vista dell'hardware (inteso come parte fisica della macchina) è quasi impossibile trovare un PC con le stesse caratteristiche di un Mac. Basta pensare, per esempio, a com'è realizzato il corpo dei MacBook Pro, al connettore magnetico dell'alimentazione, la tastiera retroilluminata, e il trackpad multitouch con gestures fino a 4 dita (che ultimamente sta facendo qualche timida comparsa anche su altri PC, sebbene sfruttato in maniera molto più limitata). Non pretendo certo che queste caratteristiche vadano a costituire elementi importanti di valutazione per tutti (dopotutto, se ognuno è libero di spendere i propri soldi come vuole, sarà anche libero di risparmiare come meglio crede), ma sono comunque dettagli che vanno a costituire delle differenze costruttive tra un MacBook Pro e un qualsiasi altro portatile.
Ma supponiamo di tralasciare questi dettagli, visto che qualcuno potrebbe dire che nessun PC è costuttivamente identico agli altri (e di fatto avrebbe ragione: non a caso anche tra i PC-non-Mac ci sono modelli più o meno costosi con specifiche tecniche apparentemente simili), e passiamo ad esaminare le specifiche tecniche. Prima di parlare di certi dettagli vorrei ricordare che la "abbondanza di accessori" non è necessariamente un plus: più roba c'è, più roba rischia di rompersi, e se è roba che di fatto non serve, forse è meglio che non ci sia (per esempio, sono sempre molto perplesso di fronte ai lettori di impronte digitali, e gli slot di espansione li ho utilizzati sempre e solo per scopi lavorativi: mai a casa). Al di là di questo, spesso i computer a basso prezzo sono caratterizzati da specifiche tecniche che possono attirare molti clienti, ma di fatto sono di basso profilo: si fa presto a dire "Schermo da 15" e Processore Intel Core 2 Duo", ma tra uno schermo da 15" da 1280x1024 (se non addirittura 1024x768) retroilluminato con lampada, e uno da 1440x900 retroilluminato a LED, c'è una bella differenza... e per quanto riguarda gli Intel Core 2 Duo ci sono un'infinità di versioni, ognuno con prestazioni differenti (che non dipendono solo dal clock); tutto questo senza tirare in ballo spessore e peso della macchina, e autonomia della batteria. Anche in questo caso vale quanto detto sopra: ognuno è libero di risparmiare come meglio crede anche perché, in ogni caso, per quanto possano essere di basso profilo, sono sicuramente più che adeguati per il 99% dei compiti dichiarati dall'utente medio: navigare in internet (Twitter, Facebook e Youtube), chattare, ascoltare musica, guardare foto e video, utilizzare Office (non ho mai capito perché la gente, a casa, ha la smania di utilizzare Office... forse per guardare quelli orribili sequenze di barzellette, o di racconti pseudo-filosofici, realizzati rigorosamente in Power Point).
L'ultimo aspetto, ma il più importante di tutti, è il software. Al di là del pacchetto iLife (per quanto valido e potente, può interessare o meno a seconda dell'uso che si vuole fare del computer), il Mac viene fornito con Mac OS X. Non voglio spingermi in dettagli sulla coerenza dell'interfaccia, semplicità d'uso, mancanza di virus, e quant'altro (non è lo scopo di questo commento), ma è certo che usare Mac OS X è un'esperienza diversa dall'utilizzare Windows, e per quanto mi riguarda vale da solo ogni eventuale "sovrapprezzo" del Mac rispetto ad un normale PC-Win. Ho scritto "eventuale" non a caso, perché non è affatto scontato che il Mac sia più costoso... date un'occhiata alle linee "professionali" o "business" dei portatili HP e Dell: hanno prezzi ben diversi dalla macchine che trovate nei negozi di elettronica di consumo.
In definitiva, quello che è certo è che tra i PC-non-Mac c'è sicuramente molta più scelta: si possono trovare macchine da poche centinaia di Euro, e macchine da 2000-3000 Euro, mentre il catalogo Apple ha un'offerta molto più limitata e concentrata su una fascia di prodotti medio-alta. Questo non implica (purtroppo) che i prodotti Apple siano sempre e comunque esenti da difetti (sia hardware che software), però la differenza c'è e si vede: non a caso Apple è in cima alle classifiche di soddisfazione del cliente... certo è che alcuni dettagli vanno "capiti", "valutati" e "apprezzati": in molte situazioni (per una svariata serie di motivi) non è detto che sia la scelta migliore
PS: in questo commento ho fatto riferimento spesso ai portatili, semplicemente perché è il segmento di mercato più attivo in questo momento
PPS: ovviamente questa è solo la prima parte di una discussione che proseguirà in più puntate
mercoledì 14 ottobre 2009
Ooops... mi è sembrato di vedere un topo...
I nuovi iMac attesi in questi giorni dovrebbero essere accompagnati anche da un restiling di tastiera e mouse. Se per la prima non dovrebbero esserci grandi stravolgimenti (forse decideranno finalmente di mettere i tasti neri, in linea con i MacBook Pro e con l'estetica delle macchine attuali?), per il secondo ci si aspetta qualcosa di innovativo a livello di funzionalità. Quasi scontata l'eliminazione della pallina (che tanti problemi ha dato a molti, anche se personalmente non ho mai avuti in quasi due anni di utilizzo), mentre dovrebbe fare la sua comparsa una "non meglio identificata" zona touch/multitouch; più difficile riuscire a capire se si tratterà di un semplice "rimpiazzo" della pallina con una parte sensibile al tocco, o se ci sarà una zona più ampia destinata a riconoscere gestures multitouch.
Il retroscena curioso di tutta questa faccenda è che "casualmente", qualche giorno fa, Microsoft ha spalancato le porte dei suoi laboratori a CrunchGear per mostrare al mondo i "suoi" prototipi di mouse. Al di là della validità o meno di questi prototipi (qualcuno è interessante, qualcun'altro un po' più "improbabile"), la scelta del momento in cui mostrare queste cose, sembra dettata dalla volontà di rivendicare la paternità su certe idee, mostrandole al pubblico "prima che le presenti Jobs", perché non si dica che "Microsoft copia da Apple"... non a caso uno di questi prototipi (forse il più valido) e proprio un mouse multitouch, che riprende alcuni concetti che potrebbero essere utilizzati proprio dal nuovo mouse di Apple. Sarà stato davvero questo l'intento di Microsoft?
Il retroscena curioso di tutta questa faccenda è che "casualmente", qualche giorno fa, Microsoft ha spalancato le porte dei suoi laboratori a CrunchGear per mostrare al mondo i "suoi" prototipi di mouse. Al di là della validità o meno di questi prototipi (qualcuno è interessante, qualcun'altro un po' più "improbabile"), la scelta del momento in cui mostrare queste cose, sembra dettata dalla volontà di rivendicare la paternità su certe idee, mostrandole al pubblico "prima che le presenti Jobs", perché non si dica che "Microsoft copia da Apple"... non a caso uno di questi prototipi (forse il più valido) e proprio un mouse multitouch, che riprende alcuni concetti che potrebbero essere utilizzati proprio dal nuovo mouse di Apple. Sarà stato davvero questo l'intento di Microsoft?
martedì 13 ottobre 2009
Pelo e contropelo
Il pelo: un problema negli aggiornamenti di alcuni server ha causato la perdita di una grossa quantità di dati personali degli utenti del Danger Sidekick (un telefono molto in voga negli USA ma quasi sconosciuto in Europa).
Questo dovrebbe far riflettere un attimino chi vede nel cluod computing e nell'affidamento di tutti i dati alla rete, il futuro dell'informatica: non che sia un'eventualità che voglio escludere a priori, ma personalmente penso che ci vorrà ancora molto tempo prima che ci siano un'affidabilità e una connettività tali da consentire un vero sviluppo in tal senso...
Quello che non vi ho ancora detto, è che la Danger è stata acquistata da Microsoft nel febbraio dello scorso anno, e Microsoft ci tiene ad evidenziare chiaramente questa cosa anche nella hompage della Danger... e il fatto che, alla fine dei conti, sia stata Microsoft a provocare questo grande danno, potrebbe far sorridere molti utenti Apple...
...ma ecco che arriva il contropelo: un grave bug di Snow Leopard potrebbe cancellare tutti i vostri documenti. Si, avete capito bene... se con Leopard avevate creato l'utente ospite (guest), e poi avete aggiornato a Snow Leopard, non accedete a questo account, perché tornando indietro potresti ritrovarvi la vostra home senza alcun documento (né tantomeno foto o libreria musicale). Questo bug, se vogliamo, è ancora più grave di ciò che abbiamo raccontato sopra (anche se le condizioni che lo evidenziano sono abbastanza particolari): anche senza chiamare in causa server remoti che fanno complesse operazioni di aggiornamento e sincronizzazione, per una banalità si rischia di perdere tutti i propri documenti.
Entrambe queste storie ci insegnano la stessa cosa: qualunque computer o sistema operativo utilizzate, è sempre più impotante fare sempre un backup, se non totale, quantomeno di quello che ritenete più importante.
Questo dovrebbe far riflettere un attimino chi vede nel cluod computing e nell'affidamento di tutti i dati alla rete, il futuro dell'informatica: non che sia un'eventualità che voglio escludere a priori, ma personalmente penso che ci vorrà ancora molto tempo prima che ci siano un'affidabilità e una connettività tali da consentire un vero sviluppo in tal senso...
Quello che non vi ho ancora detto, è che la Danger è stata acquistata da Microsoft nel febbraio dello scorso anno, e Microsoft ci tiene ad evidenziare chiaramente questa cosa anche nella hompage della Danger... e il fatto che, alla fine dei conti, sia stata Microsoft a provocare questo grande danno, potrebbe far sorridere molti utenti Apple...
...ma ecco che arriva il contropelo: un grave bug di Snow Leopard potrebbe cancellare tutti i vostri documenti. Si, avete capito bene... se con Leopard avevate creato l'utente ospite (guest), e poi avete aggiornato a Snow Leopard, non accedete a questo account, perché tornando indietro potresti ritrovarvi la vostra home senza alcun documento (né tantomeno foto o libreria musicale). Questo bug, se vogliamo, è ancora più grave di ciò che abbiamo raccontato sopra (anche se le condizioni che lo evidenziano sono abbastanza particolari): anche senza chiamare in causa server remoti che fanno complesse operazioni di aggiornamento e sincronizzazione, per una banalità si rischia di perdere tutti i propri documenti.
Entrambe queste storie ci insegnano la stessa cosa: qualunque computer o sistema operativo utilizzate, è sempre più impotante fare sempre un backup, se non totale, quantomeno di quello che ritenete più importante.
lunedì 12 ottobre 2009
21-12-2012
Tranquilli, non voglio parlarvi della fine del mondo prevista dal calendario Maya (o della fine dell'era dell'oro, segnata da immani cataclismi), ma semplicemente prendere come riferimento temporale l'ultimo giorno lavorativo del 2012.
Si parla della fine del 2012 perchè per quella data, un recente studio di Gartner pubblicato da Computerworld, prevede il sorpasso di Android ai danni dell'iPhone.
Per la precisione, Gartner prevede che Android passerà dall'attuale 2% (scarso) ad un 14,5%, superando tanto l'iPhone (per il quale è previsto il 13,7% del mercato) che Windows Mobile (che reserà al 12,8%). Al primo posto, con un grande vantaggio nonostante il calo pronosticato, rimarrà Symbian 39%, mentre Palm pare destinata ad un misero 2,1%... Sempre secondo questo studio, perderà un po' di quota anche BlackBerry, che con un 12,5% si assesterà poco dietro il sistema Microsoft. Un ruolo per certi versi importante dovrebbero assumerlo anche gli smartphone basati su linux, con una quota di mercato stimata al 5,4%.
Fin qui i numeri, che (per quanto stilati da un advisor autorevole) sono comunque frutto di ipotesi e previsioni, ipotesi che in un settore in rapida evoluzione come quello degli smartphone, potrebbero essere smentite da un giorno all'altro. Il mio punto di vista (da semplice utente/osservatore) è che Android è sicuramente destinato a crescere, quantomeno perché adottato da un grande numero di costruttori, mentre Symbian potrebbe in realtà perdere ancora più terreno di quanto previsto da Gartner, a vantaggio, anche, della nuova versione di Windows Phone. Più difficile stabilire il ruolo che riuscirà ad avere Palm, visto che WebOS è destinato ai soli dispositivi prodotti da Palm, un po' come avviene per l'iPhoneOS di Apple, solo che il marchio Palm non ha la stessa "forza" di Apple...
Premesso questo, a mio avviso questo studio lascia un po' il tempo che trova: se è vero che Android sarà utilizzato da più costruttori di smartphone (e potenzialmente non solo smartphone, anche se l'arrivo di ChromeOS dovrebbe segnare due strade ben distinte), è anche vero che l'iPhone OS non è utilizzato solo dall'Phone, ma anche dall'iPod Touch (venduto in quantità significativamente maggiore) e probabilmente anche dal tablet che Apple dovrebbe presentare il prossimo anno. E' vero che lo studio si propone di analizzare solo il mercato specifico degli smartphone, ma considerando che (stando alle voci) dell'iPad esisterà anche una versione con connettività HSDPA, e che Apple (sempre in base alle voci) non sarà l'unica a rilasciare nei prossimi mesi dei tablet di nuova concezione, probabilmente assisteremo ad una sovrapposizione di ruoli tra diversi dispositivi, nonché ad un'evoluzione "trasversale" dei sistemi operativi presi in esame.
In definitiva, se lo scopo di Gartner era quello di analizzare la mera diffusione degli OS in versione mobile, l'analisi del solo settore degli smartphone consente una visione troppo limitata. Se invece lo scopo era quello di analizzare solo il mercato degli smartphone, lo studio mi pare un po' troppo fine a se stesso, visto che nei prossimi anni assisteremo (IMHO) ad un'invasione di dispositivi portatili che inevitabilmente si sovraporranno agli smartphone.
Si parla della fine del 2012 perchè per quella data, un recente studio di Gartner pubblicato da Computerworld, prevede il sorpasso di Android ai danni dell'iPhone.
Per la precisione, Gartner prevede che Android passerà dall'attuale 2% (scarso) ad un 14,5%, superando tanto l'iPhone (per il quale è previsto il 13,7% del mercato) che Windows Mobile (che reserà al 12,8%). Al primo posto, con un grande vantaggio nonostante il calo pronosticato, rimarrà Symbian 39%, mentre Palm pare destinata ad un misero 2,1%... Sempre secondo questo studio, perderà un po' di quota anche BlackBerry, che con un 12,5% si assesterà poco dietro il sistema Microsoft. Un ruolo per certi versi importante dovrebbero assumerlo anche gli smartphone basati su linux, con una quota di mercato stimata al 5,4%.
Fin qui i numeri, che (per quanto stilati da un advisor autorevole) sono comunque frutto di ipotesi e previsioni, ipotesi che in un settore in rapida evoluzione come quello degli smartphone, potrebbero essere smentite da un giorno all'altro. Il mio punto di vista (da semplice utente/osservatore) è che Android è sicuramente destinato a crescere, quantomeno perché adottato da un grande numero di costruttori, mentre Symbian potrebbe in realtà perdere ancora più terreno di quanto previsto da Gartner, a vantaggio, anche, della nuova versione di Windows Phone. Più difficile stabilire il ruolo che riuscirà ad avere Palm, visto che WebOS è destinato ai soli dispositivi prodotti da Palm, un po' come avviene per l'iPhoneOS di Apple, solo che il marchio Palm non ha la stessa "forza" di Apple...
Premesso questo, a mio avviso questo studio lascia un po' il tempo che trova: se è vero che Android sarà utilizzato da più costruttori di smartphone (e potenzialmente non solo smartphone, anche se l'arrivo di ChromeOS dovrebbe segnare due strade ben distinte), è anche vero che l'iPhone OS non è utilizzato solo dall'Phone, ma anche dall'iPod Touch (venduto in quantità significativamente maggiore) e probabilmente anche dal tablet che Apple dovrebbe presentare il prossimo anno. E' vero che lo studio si propone di analizzare solo il mercato specifico degli smartphone, ma considerando che (stando alle voci) dell'iPad esisterà anche una versione con connettività HSDPA, e che Apple (sempre in base alle voci) non sarà l'unica a rilasciare nei prossimi mesi dei tablet di nuova concezione, probabilmente assisteremo ad una sovrapposizione di ruoli tra diversi dispositivi, nonché ad un'evoluzione "trasversale" dei sistemi operativi presi in esame.
In definitiva, se lo scopo di Gartner era quello di analizzare la mera diffusione degli OS in versione mobile, l'analisi del solo settore degli smartphone consente una visione troppo limitata. Se invece lo scopo era quello di analizzare solo il mercato degli smartphone, lo studio mi pare un po' troppo fine a se stesso, visto che nei prossimi anni assisteremo (IMHO) ad un'invasione di dispositivi portatili che inevitabilmente si sovraporranno agli smartphone.
sabato 10 ottobre 2009
Ma il tablet Apple esiste?
Di seguito, un mio articolo uscito ieri su Punto-Informatico
Si narra che il Newton restò a lungo nei laboratori di Cupertino a causa delle sue dimensioni: l'allora CEO John Sculley diceva che sarebbe stato pronto per l'uscita solo quando sarebbe stato sufficientemente piccolo da stare comodamente nella tasca della sua giacca; per ovviare al problema, chi partecipava al progetto e premeva per il suo lancio, fece in modo di allargare le tasche di Sculley, e fu così che nel 1993 il Newton si presentò sul mercato come il primo vero palmare, con tanto di riconoscimento automatico della scrittura (a dire il vero un po' poco precisa nella sua prima incarnazione). Sculley fu costretto a dimettersi poco dopo, ma del Newton furono rilasciati molti altri modelli, anche in una versione eMate, con tastiera, che potrebbe essere considerata l'antenato degli attuali sub-notebook.
Al suo rientro in Apple, Jobs notò subito che non entrava nelle tasche della sua giacca, quindi decise di interromperne la produzione (correva l'anno 1998). Battute a parte, se è vero che il Newton, per vari motivi, fu una delle prime vittime del rientro di Jobs in Apple (insieme ai cloni), è altrettanto vero che gli utenti Mac hanno sempre sperato in un suo ritorno, in veste palmare o anche come tablet (visto che dimensioni del Newton, soprattutto nelle prima versioni, erano abbastanza "generose").
Nel corso degli anni, le voci in merito allo sviluppo di dispositivi di questo tipo nei laboratori di Cupertino, si sono susseguite in continuazione con tanto di pronte smentite da parte di Apple... così come venivano prontamente smentite le voci su Mac OS X in versione intel, e quelle di un telefono cellulare col marchio della mela. Se però oggi ci troviamo di fronte ad una nuova release di Mac OS X (Snow Leopard) che funziona solo su Mac con processori Intel, un iPod Touch che a tutti gli effetti si può considerare un palmare (sebbene in una concezione molto distante da quella del Newton), e un iPhone giunto ormai alla sua terza generazione, forse dovremmo imparare che quando girano voci insistenti sui prodotti Apple, sotto sotto c'è sempre qualcosa di vero, anche se da Cupertino arrivano smentite...
Conoscendo il carattere di Jobs, era lecito aspettarsi che il suo rientro in Apple avrebbe significato un cambio di rotta su ogni fronte: dopotutto Sculley gli aveva fatto le scarpe, e i suoi successori (Spindler e Amelio) avevano condotto Apple (la creatura di Jobs) sull'orlo del fallimento. Anche andando al di là di questioni personali o di gestione aziendale, il Newton non rappresentava quello che Jobs si aspettava da questo genere di oggetti: dopo averne cessato la produzione e smantellata la divisione, non appena Apple tornò in salute si inizio ad affrontare il tema sotto un nuovo punto di vista.
Le ultime voci parlano di progetti iniziati già nel 2002-2003, con progetti iniziali di tablet da 7" scartati per vari motivi: prestazioni insufficienti (soprattutto dal punto di vista grafico), tecnologie touch/multitouch non ancora mature, durata della batteria insufficiente, ecc... Probabilmente resterà a memoria futura una frase abbastanza "diretta" con la quale Jobs scartò uno dei primi prototipi, dicendo che quel dispositivo era valido solo per navigare in internet mentre si stava alla toilette... (frase sulla quale non c'è alcuna garanzia di autenticità, visto che non è stata rivelata da Jobs) E' lecito immaginare che anche l'iPhone e iPod Touch siano derivati da questi progetti iniziali, e immessi sul mercato come primo "esperimento" atto a valutare l'impatto sul pubblico con un prodotto che, in virtù delle sue dimensioni ridotte, per certi versi consentiva di aggirare in parte i problemi di prestazioni e autonomia. In quest'ottica diventa evidente che l'iPad (nome che sembra essere il miglior candidato per il tablet di Cupertino) utilizzerà un sistema operativo che è parente stretto dell'iPhone OS, il che deluderà chi avrebbe preferito un tablet con Mac OS X. Sempre in quest'ottica, anche l'App Store assume un ulteriore ruolo: era necessario verificare sia l'interesse degli sviluppatori a realizzare software per una nuova piattaforma, sia quello degli utenti ad acquistare questo software (resto sempre dell'idea che l'App Store fosse un idea progettata già da subito, anche se messa in atto con un anno di ritardo). Visto che l'esperimento su pubblico e sviluppatori ha avuto esito positivo, e che sono disponibili nuove architetture hardware molto potenti per i dispositivi portatili (tecnologie multicore basate su ARM Cortex-A9), è quasi giunto il momento per Apple di togliere i veli al suo tablet.
Resta da capire "quanto" questo tablet sarà simile all'iPhone per quel che riguarda il sistema operativo: alcune caratteristiche dell'iPhone OS attuale non mi sembrano adatte all'utilizzo su un dispositivo tablet con uno schermo da 10". Anche restando nell'ambito delle cose più banali, su una pagina dell'iPad troverebbero posto 100-150 icone di quelle attualmente utilizzate nell'iPhone OS: una quantità assolutamente ingestibile, anche perché il riposizionamento è libero fino ad un certo punto. Si aprono quindi due possibili scenari: o l'iPhone OS verrà debitamente modificato, o l'iPad utilizzerà un sistema ad-hoc, basato sullo stesso kernel, con gli stessi concetti di usabilità dell'interfaccia, ma con qualche potenzialità aggiuntiva. In entrambi i casi, fatte salve eventuali possibilità di far girare anche gli attuali software per iPhone OS, occorrerà un nuovo SDK e un certo lasso di tempo necessario agli sviluppatori per realizzare applicazioni adatte al nuovo hardware: se è vero che la vendita è prevista per il primo trimestre del 2010 (quindi, al più tardi, tra fine marzo e inizio aprile), e supponendo che Apple non voglia rovinarsi le vendite natalizie, la presentazione dovrebbe avvenire nei primi giorni del 2010. Riuscirà Apple a stupirci nuovamente portando qualcosa di nuovo in un settore che finora non ha riscosso un grande successo di pubblico? Quello che è certo è che si tratta di un progetto al quale Apple ha dedicato molte risorse, perfezionandolo in 6 anni di sviluppo e sfruttando l'esperienza maturata negli ultimi due anni con l'iPhone. A fine agosto il "The Wall Street Journal" gli ha dedicato un articolo dove si spiega che la strategia di marketing è seguita dallo stesso Steve Jobs, il quale, rispondendo ad una e-mail che probabilmente faceva allusioni dirette alle presunte funzionalità di questo tablet, ha affermato: "much of your information is incorrect" ("molte delle informazioni in vostro possesso sono errate"), lasciando intendere che probabilmente ci troveremo di fronte qualcosa di inatteso.
Si narra che il Newton restò a lungo nei laboratori di Cupertino a causa delle sue dimensioni: l'allora CEO John Sculley diceva che sarebbe stato pronto per l'uscita solo quando sarebbe stato sufficientemente piccolo da stare comodamente nella tasca della sua giacca; per ovviare al problema, chi partecipava al progetto e premeva per il suo lancio, fece in modo di allargare le tasche di Sculley, e fu così che nel 1993 il Newton si presentò sul mercato come il primo vero palmare, con tanto di riconoscimento automatico della scrittura (a dire il vero un po' poco precisa nella sua prima incarnazione). Sculley fu costretto a dimettersi poco dopo, ma del Newton furono rilasciati molti altri modelli, anche in una versione eMate, con tastiera, che potrebbe essere considerata l'antenato degli attuali sub-notebook.
Al suo rientro in Apple, Jobs notò subito che non entrava nelle tasche della sua giacca, quindi decise di interromperne la produzione (correva l'anno 1998). Battute a parte, se è vero che il Newton, per vari motivi, fu una delle prime vittime del rientro di Jobs in Apple (insieme ai cloni), è altrettanto vero che gli utenti Mac hanno sempre sperato in un suo ritorno, in veste palmare o anche come tablet (visto che dimensioni del Newton, soprattutto nelle prima versioni, erano abbastanza "generose").
Nel corso degli anni, le voci in merito allo sviluppo di dispositivi di questo tipo nei laboratori di Cupertino, si sono susseguite in continuazione con tanto di pronte smentite da parte di Apple... così come venivano prontamente smentite le voci su Mac OS X in versione intel, e quelle di un telefono cellulare col marchio della mela. Se però oggi ci troviamo di fronte ad una nuova release di Mac OS X (Snow Leopard) che funziona solo su Mac con processori Intel, un iPod Touch che a tutti gli effetti si può considerare un palmare (sebbene in una concezione molto distante da quella del Newton), e un iPhone giunto ormai alla sua terza generazione, forse dovremmo imparare che quando girano voci insistenti sui prodotti Apple, sotto sotto c'è sempre qualcosa di vero, anche se da Cupertino arrivano smentite...
Conoscendo il carattere di Jobs, era lecito aspettarsi che il suo rientro in Apple avrebbe significato un cambio di rotta su ogni fronte: dopotutto Sculley gli aveva fatto le scarpe, e i suoi successori (Spindler e Amelio) avevano condotto Apple (la creatura di Jobs) sull'orlo del fallimento. Anche andando al di là di questioni personali o di gestione aziendale, il Newton non rappresentava quello che Jobs si aspettava da questo genere di oggetti: dopo averne cessato la produzione e smantellata la divisione, non appena Apple tornò in salute si inizio ad affrontare il tema sotto un nuovo punto di vista.
Le ultime voci parlano di progetti iniziati già nel 2002-2003, con progetti iniziali di tablet da 7" scartati per vari motivi: prestazioni insufficienti (soprattutto dal punto di vista grafico), tecnologie touch/multitouch non ancora mature, durata della batteria insufficiente, ecc... Probabilmente resterà a memoria futura una frase abbastanza "diretta" con la quale Jobs scartò uno dei primi prototipi, dicendo che quel dispositivo era valido solo per navigare in internet mentre si stava alla toilette... (frase sulla quale non c'è alcuna garanzia di autenticità, visto che non è stata rivelata da Jobs) E' lecito immaginare che anche l'iPhone e iPod Touch siano derivati da questi progetti iniziali, e immessi sul mercato come primo "esperimento" atto a valutare l'impatto sul pubblico con un prodotto che, in virtù delle sue dimensioni ridotte, per certi versi consentiva di aggirare in parte i problemi di prestazioni e autonomia. In quest'ottica diventa evidente che l'iPad (nome che sembra essere il miglior candidato per il tablet di Cupertino) utilizzerà un sistema operativo che è parente stretto dell'iPhone OS, il che deluderà chi avrebbe preferito un tablet con Mac OS X. Sempre in quest'ottica, anche l'App Store assume un ulteriore ruolo: era necessario verificare sia l'interesse degli sviluppatori a realizzare software per una nuova piattaforma, sia quello degli utenti ad acquistare questo software (resto sempre dell'idea che l'App Store fosse un idea progettata già da subito, anche se messa in atto con un anno di ritardo). Visto che l'esperimento su pubblico e sviluppatori ha avuto esito positivo, e che sono disponibili nuove architetture hardware molto potenti per i dispositivi portatili (tecnologie multicore basate su ARM Cortex-A9), è quasi giunto il momento per Apple di togliere i veli al suo tablet.
Resta da capire "quanto" questo tablet sarà simile all'iPhone per quel che riguarda il sistema operativo: alcune caratteristiche dell'iPhone OS attuale non mi sembrano adatte all'utilizzo su un dispositivo tablet con uno schermo da 10". Anche restando nell'ambito delle cose più banali, su una pagina dell'iPad troverebbero posto 100-150 icone di quelle attualmente utilizzate nell'iPhone OS: una quantità assolutamente ingestibile, anche perché il riposizionamento è libero fino ad un certo punto. Si aprono quindi due possibili scenari: o l'iPhone OS verrà debitamente modificato, o l'iPad utilizzerà un sistema ad-hoc, basato sullo stesso kernel, con gli stessi concetti di usabilità dell'interfaccia, ma con qualche potenzialità aggiuntiva. In entrambi i casi, fatte salve eventuali possibilità di far girare anche gli attuali software per iPhone OS, occorrerà un nuovo SDK e un certo lasso di tempo necessario agli sviluppatori per realizzare applicazioni adatte al nuovo hardware: se è vero che la vendita è prevista per il primo trimestre del 2010 (quindi, al più tardi, tra fine marzo e inizio aprile), e supponendo che Apple non voglia rovinarsi le vendite natalizie, la presentazione dovrebbe avvenire nei primi giorni del 2010. Riuscirà Apple a stupirci nuovamente portando qualcosa di nuovo in un settore che finora non ha riscosso un grande successo di pubblico? Quello che è certo è che si tratta di un progetto al quale Apple ha dedicato molte risorse, perfezionandolo in 6 anni di sviluppo e sfruttando l'esperienza maturata negli ultimi due anni con l'iPhone. A fine agosto il "The Wall Street Journal" gli ha dedicato un articolo dove si spiega che la strategia di marketing è seguita dallo stesso Steve Jobs, il quale, rispondendo ad una e-mail che probabilmente faceva allusioni dirette alle presunte funzionalità di questo tablet, ha affermato: "much of your information is incorrect" ("molte delle informazioni in vostro possesso sono errate"), lasciando intendere che probabilmente ci troveremo di fronte qualcosa di inatteso.
giovedì 8 ottobre 2009
Dash... cosa?
Quanti di voi sono utenti Mac (dai dati di accesso al blog vedo molte visite da sistemi Windows)? Quanti di voi, utenti Mac, utilizzate una versione di Mac OS X che sia "almeno" la 10.4, meglio conosciuta come Tiger?
Con Tiger Apple ha introdotto tra il software di sistema un'applicazione chiamata Dashboard, richiamabile anche con apposito tasto funzione, o col quarto tasto del mighty mouse (che a breve potrebbe essere rimpiazzato da un nuovo tipo di mouse).
Per chi non lo sapesse, Dashboard è un'applicazione per gestire Widget, ovvero tutta una serie di mini-applicazioni realizzate in HTML, CSS o Javascript, che girano in un layer semitrasparente che compare sul desktop quando si richiama Dashboard. Detto così può sembrare molto interessante, ed infatti esistono un'infinità di Widget, tra utility, inutility, mini-games, ecc... alcuni anche pregevoli, e alcuni "duplicati" pure nell'iPhone OS (vedi "Meteo" e "Borsa").
La domanda che mi sto facendo è: quanti lo usano davvero e non potrebbero farne a meno? Per quanto mi riguarda trovo alcuni Widget molto utili, ma il fatto che per utilizzarli occorra "congelare" tutte le altre attività e attivare il layer di Dashboard, ne riduce il livello di utilità a valori prossimi allo zero. E' vero che ci sono alcuni "trucchetti" per portare gli Widget fuori dalla Dashboard (onestamente non so se funzionano ancora con l'ultima versione di Mac OS X), ma sono trucchetti che personalmente preferisco evitare. In definitiva, non so voi, ma io di una Dashboard fatta così me ne faccio ben poco e spero che Apple, in un prossimo aggiornamento, cambi idea riguardo la sua filosofia di utilizzo.
Con Tiger Apple ha introdotto tra il software di sistema un'applicazione chiamata Dashboard, richiamabile anche con apposito tasto funzione, o col quarto tasto del mighty mouse (che a breve potrebbe essere rimpiazzato da un nuovo tipo di mouse).
Per chi non lo sapesse, Dashboard è un'applicazione per gestire Widget, ovvero tutta una serie di mini-applicazioni realizzate in HTML, CSS o Javascript, che girano in un layer semitrasparente che compare sul desktop quando si richiama Dashboard. Detto così può sembrare molto interessante, ed infatti esistono un'infinità di Widget, tra utility, inutility, mini-games, ecc... alcuni anche pregevoli, e alcuni "duplicati" pure nell'iPhone OS (vedi "Meteo" e "Borsa").
La domanda che mi sto facendo è: quanti lo usano davvero e non potrebbero farne a meno? Per quanto mi riguarda trovo alcuni Widget molto utili, ma il fatto che per utilizzarli occorra "congelare" tutte le altre attività e attivare il layer di Dashboard, ne riduce il livello di utilità a valori prossimi allo zero. E' vero che ci sono alcuni "trucchetti" per portare gli Widget fuori dalla Dashboard (onestamente non so se funzionano ancora con l'ultima versione di Mac OS X), ma sono trucchetti che personalmente preferisco evitare. In definitiva, non so voi, ma io di una Dashboard fatta così me ne faccio ben poco e spero che Apple, in un prossimo aggiornamento, cambi idea riguardo la sua filosofia di utilizzo.
mercoledì 7 ottobre 2009
Articolo 3
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
[tratto da "La Costituzione della Repubblica Italiana"]
"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri"
[tratto da "La Fattoria degli Animali", di George Orwell]
...e meno male che il romanzo di Orwell voleva essere una parodia dei regimi comunisti...
[tratto da "La Costituzione della Repubblica Italiana"]
"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri"
[tratto da "La Fattoria degli Animali", di George Orwell]
...e meno male che il romanzo di Orwell voleva essere una parodia dei regimi comunisti...
VoIP e iPhone: quando la polemica è facile
L'iPhone è stato spesso oggetto di critiche a causa dell'impossibilità di effettuare chiamate VoIP attarverso la rete telefonica. Inutile spiegare a chi è in cerca di polemiche che le motivazioni erano da ricercare in alcuni vincoli "imposti" dalle compagnie telefoniche, e altrettanto inutile citare (a testimonianza di ciò) altri comportamenti simili messi in atto dalle stesse compagnie anche su altri telefoni (non a caso ho sempre evitato di parlarne...).
Ora qualcosa sta cambiando... perlomeno negli USA, visto che in Italia (il paese dei cellulari) siamo tutti schiavi dei gestori della telefonia mobile.
Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) ha completato nelle scorse settimane una normativa sulla "Neutralità dei bit": mai più discriminazioni sui dati che viaggiano sulle reti telefoniche, e mai più blocchi sul traffico generate da certe applicazioni, tra cui quelle che fanno VoIP.
Nonostante la normativa non sia ancora entrata in vigore, AT&T (il colosso che negli USA ha l'esclusiva sull'iPhone dal momento del lancio) ha già annunciato che il blocco verrà presto rimosso: non che stia facendo un favore agli utenti... sta solo anticipando quello che sarà comunque costretta a fare quando la normativa entrerà in atto (mentre fino ad ora gli utenti sono stati oggetto di limiti ingiustificati).
La notizia è stata accolta con piacere da Apple, che a questo punto dovrà rivedere (oltre che gli accordi con AT&T) i vincoli contrattuali con gli sviluppatori che pubblicano le loro applicazioni su AppStore.
Plaude (ovviamente) anche Skype, e probabilmente questa svolta porterà a buon fine anche la tanto discussa vicenda di Google Voice, che tante polemiche ha suscitato.
Inutile evidenziare che in Italia stiamo andando dalla parte completamente opposta, e non certo per colpa di Apple o dell'iPhone...
Ora qualcosa sta cambiando... perlomeno negli USA, visto che in Italia (il paese dei cellulari) siamo tutti schiavi dei gestori della telefonia mobile.
Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) ha completato nelle scorse settimane una normativa sulla "Neutralità dei bit": mai più discriminazioni sui dati che viaggiano sulle reti telefoniche, e mai più blocchi sul traffico generate da certe applicazioni, tra cui quelle che fanno VoIP.
Nonostante la normativa non sia ancora entrata in vigore, AT&T (il colosso che negli USA ha l'esclusiva sull'iPhone dal momento del lancio) ha già annunciato che il blocco verrà presto rimosso: non che stia facendo un favore agli utenti... sta solo anticipando quello che sarà comunque costretta a fare quando la normativa entrerà in atto (mentre fino ad ora gli utenti sono stati oggetto di limiti ingiustificati).
La notizia è stata accolta con piacere da Apple, che a questo punto dovrà rivedere (oltre che gli accordi con AT&T) i vincoli contrattuali con gli sviluppatori che pubblicano le loro applicazioni su AppStore.
Plaude (ovviamente) anche Skype, e probabilmente questa svolta porterà a buon fine anche la tanto discussa vicenda di Google Voice, che tante polemiche ha suscitato.
Inutile evidenziare che in Italia stiamo andando dalla parte completamente opposta, e non certo per colpa di Apple o dell'iPhone...
martedì 6 ottobre 2009
Flash o non flash?
Che l'idillio tra Apple e Adobe sia finito da un pezzo è cosa arcinota a tutti. Che la questione di Flash sull'iPhone sia un argomento caldo in certe discussioni, è cosa altrettanto evidente.
Ora però Adobe affila le unghie: tanto per cominciare, un messaggio esplicito avviserà gli utenti di iPhone (e iPod Touch) che la mancanza di Flash è dovuta a limitazioni imposte da Apple; siccome però il piatto è ricco, la nuova versione di Adobe Flash CS5 Professional, consentirà agli sviluppatore di esportare le loro applicazioni realizzate in Flash in un formato pronto per essere messo in vendita sull'AppStore, ed essere esguito dai dispositivi touch della mela... fatto salvo il giudizio insindacabile di Apple riguardo la pubblicazione...
Personalmente mi è capitato raramente di sentire la mancanza di Flash navigando in internet, e quando mi sono trovato di fronte a siti (o servizi) realizzati solo in Flash, la prima cosa che ho pensato è stata: "ma perché certa gente si ostina a fare i siti in questo modo?"
In ogni caso, nessuno può dire "se" e "quando" Apple darà il benestare all'introduzione di questa tecnologia nell'iPhone OS... la mia impressione è che, a meno di svolte epocali a livello di risorse (intese sia come prestazioni dell'harware, che come consumi energetici), e di maggiori certezze a livello di sicurezza, finché Jobs sarà il CEO di Apple, Flash non troverà spazio sui dispositivi palmari di Cupertino
Ora però Adobe affila le unghie: tanto per cominciare, un messaggio esplicito avviserà gli utenti di iPhone (e iPod Touch) che la mancanza di Flash è dovuta a limitazioni imposte da Apple; siccome però il piatto è ricco, la nuova versione di Adobe Flash CS5 Professional, consentirà agli sviluppatore di esportare le loro applicazioni realizzate in Flash in un formato pronto per essere messo in vendita sull'AppStore, ed essere esguito dai dispositivi touch della mela... fatto salvo il giudizio insindacabile di Apple riguardo la pubblicazione...
Personalmente mi è capitato raramente di sentire la mancanza di Flash navigando in internet, e quando mi sono trovato di fronte a siti (o servizi) realizzati solo in Flash, la prima cosa che ho pensato è stata: "ma perché certa gente si ostina a fare i siti in questo modo?"
In ogni caso, nessuno può dire "se" e "quando" Apple darà il benestare all'introduzione di questa tecnologia nell'iPhone OS... la mia impressione è che, a meno di svolte epocali a livello di risorse (intese sia come prestazioni dell'harware, che come consumi energetici), e di maggiori certezze a livello di sicurezza, finché Jobs sarà il CEO di Apple, Flash non troverà spazio sui dispositivi palmari di Cupertino
lunedì 5 ottobre 2009
Valore assouto e percentuali...
...sottotitolo: le due facce di iTunes
Ogni tanto mi capita di discutere sulla fetta di mercato di Apple, sia in termini di CPU vendute, che in termini di iPod, iPhone, e (in maniera diversa) anche software, visto che Safari e iTunes sono disponibili anche in versione Windows.
Se è indubbio che iPod sia un successo senza precedenti e l'iPhone, pur nelle nicchia dei costosi smartphone, ha conquistato molti utenti (se parliamo del mercato globale dei cellulari siamo invece a percentuali molto basse), per il Mac sappiamo tutti che la situazione è un po' più difficile: nonostante la crescita continua degli ultimi anni, siamo ancora un stretta minoranza, il 5% circa del mercato globale, anche se in certi ambiti le percentuali sono più generose.
Più difficile invece tirare le somme per quanto riguarda Safari e iTunes... quest'ultimo, nella fattispecie, ultimamente mi ha dato molto da pensare. Se è vero che l'iTunes Store è il maggior venditore di musica al mondo (anche raffrontato ai negozi reali), guardandomi intorno non è che vedo molte persone utilizzarlo... anzi, a dire il vero non vedo nemmeno molte persone utilizzare iTunes. Apple fa sapere che l'iTunes Store ha a suo attivo oltre 100 milioni di utenti registrati e quasi 10 miliardi di brani venduti... numeri impressionanti, ma proviamo ad esaminarli il percentuale:
-100 milioni di utenti, su un numero di computer che (in base a certe stime) potrebbe essere pari a 1,2 miliardi, non è una grande percentuale: parliamo di circa l'8%. Se diamo per scontato che tutti (o quasi) gli utenti Mac si affidano ad iTunes, la quasi totalità degli utenti Windows si affida ad altro...
-10 miliardi di brani, suddivisi per 1,2 miliardi di computer, sono 8 brani a testa. Se invece li rapportiamo ai soli utenti registrati, siamo di fronte a 100 brani a testa, un numero già più sensato, ma ancora lontano dal mondo reale... non so voi, ma io posso contare circa 700 brani acquistati online (non tutti dall'iTunes Store) e una collezione di circa 200 CD (che a occhio e croce fanno altri 3000 brani). Se ci aggiungo la "lista dei desideri" (ovvero i brani che probabilmente acquisterò nel giro di qualche mese), arrivo circa a 4000 brani, che è una bella differenza rispetto ai 100 brani di iTunes...
Tutto questo senza considerare il fatto che probabilmente la musica "irregolare" che gira sui computer è in quantità molto maggiore, e in ogni caso non è scontato che la musica debba passare necessariamente sul computer: c'è anche chi compra un CD e lo ascolta semplicemente nell'impianto audio di casa.
Cosa voglio dire con tutto ciò? Senza nulla togliere alla bontà di iTunes e sell'iTunes Store, la mia opinione è che la maggior parte delle persone che usa iTunes (o che ha un account sull'iTunes Store), non lo fa perché trova questo software particolarmente buono, ma lo fa perché "costretta" da varie situazioni:
-se compri un iPod (anche Shuffle) sei costretto a sincronizzarlo attraverso iTunes
-se compri un iPhone, idem
-se vuoi accedere (fosse anche solo per curiosare) all'iTunes Store, ti serve iTunes (altri negozi online sono accessibili tramite browser)
-se vuoi sistemare i tag della musica che importi dai tuoi CD, sei costretto a fare un account sull'iTunes Store...
Personalmente non ho nulla da ridire su iTunes (nonostante qualche problemino di tanto in tanto): la sua filosofia di utilizzo rispecchia il mio modo di intendere la gestione di grandi quantità di dati, e lo trovo anche gradevole da utilizzare... ma non mi sorprende che, rapportando i valori assoluti in termini relativi, ne esca fuori una realtà molto più ridimensionata rispetto a quello che certi numeri vorrebbero farci credere: se dovessi fare un calcolo guardando colleghi, parenti e amici, tolti gli utenti Apple e quelli che hanno un iPod o un iPhone, sono molto pochi quelli che utilizzano iTunes come software per gestire la propria musica... possiamo considerarlo un successo?
Ogni tanto mi capita di discutere sulla fetta di mercato di Apple, sia in termini di CPU vendute, che in termini di iPod, iPhone, e (in maniera diversa) anche software, visto che Safari e iTunes sono disponibili anche in versione Windows.
Se è indubbio che iPod sia un successo senza precedenti e l'iPhone, pur nelle nicchia dei costosi smartphone, ha conquistato molti utenti (se parliamo del mercato globale dei cellulari siamo invece a percentuali molto basse), per il Mac sappiamo tutti che la situazione è un po' più difficile: nonostante la crescita continua degli ultimi anni, siamo ancora un stretta minoranza, il 5% circa del mercato globale, anche se in certi ambiti le percentuali sono più generose.
Più difficile invece tirare le somme per quanto riguarda Safari e iTunes... quest'ultimo, nella fattispecie, ultimamente mi ha dato molto da pensare. Se è vero che l'iTunes Store è il maggior venditore di musica al mondo (anche raffrontato ai negozi reali), guardandomi intorno non è che vedo molte persone utilizzarlo... anzi, a dire il vero non vedo nemmeno molte persone utilizzare iTunes. Apple fa sapere che l'iTunes Store ha a suo attivo oltre 100 milioni di utenti registrati e quasi 10 miliardi di brani venduti... numeri impressionanti, ma proviamo ad esaminarli il percentuale:
-100 milioni di utenti, su un numero di computer che (in base a certe stime) potrebbe essere pari a 1,2 miliardi, non è una grande percentuale: parliamo di circa l'8%. Se diamo per scontato che tutti (o quasi) gli utenti Mac si affidano ad iTunes, la quasi totalità degli utenti Windows si affida ad altro...
-10 miliardi di brani, suddivisi per 1,2 miliardi di computer, sono 8 brani a testa. Se invece li rapportiamo ai soli utenti registrati, siamo di fronte a 100 brani a testa, un numero già più sensato, ma ancora lontano dal mondo reale... non so voi, ma io posso contare circa 700 brani acquistati online (non tutti dall'iTunes Store) e una collezione di circa 200 CD (che a occhio e croce fanno altri 3000 brani). Se ci aggiungo la "lista dei desideri" (ovvero i brani che probabilmente acquisterò nel giro di qualche mese), arrivo circa a 4000 brani, che è una bella differenza rispetto ai 100 brani di iTunes...
Tutto questo senza considerare il fatto che probabilmente la musica "irregolare" che gira sui computer è in quantità molto maggiore, e in ogni caso non è scontato che la musica debba passare necessariamente sul computer: c'è anche chi compra un CD e lo ascolta semplicemente nell'impianto audio di casa.
Cosa voglio dire con tutto ciò? Senza nulla togliere alla bontà di iTunes e sell'iTunes Store, la mia opinione è che la maggior parte delle persone che usa iTunes (o che ha un account sull'iTunes Store), non lo fa perché trova questo software particolarmente buono, ma lo fa perché "costretta" da varie situazioni:
-se compri un iPod (anche Shuffle) sei costretto a sincronizzarlo attraverso iTunes
-se compri un iPhone, idem
-se vuoi accedere (fosse anche solo per curiosare) all'iTunes Store, ti serve iTunes (altri negozi online sono accessibili tramite browser)
-se vuoi sistemare i tag della musica che importi dai tuoi CD, sei costretto a fare un account sull'iTunes Store...
Personalmente non ho nulla da ridire su iTunes (nonostante qualche problemino di tanto in tanto): la sua filosofia di utilizzo rispecchia il mio modo di intendere la gestione di grandi quantità di dati, e lo trovo anche gradevole da utilizzare... ma non mi sorprende che, rapportando i valori assoluti in termini relativi, ne esca fuori una realtà molto più ridimensionata rispetto a quello che certi numeri vorrebbero farci credere: se dovessi fare un calcolo guardando colleghi, parenti e amici, tolti gli utenti Apple e quelli che hanno un iPod o un iPhone, sono molto pochi quelli che utilizzano iTunes come software per gestire la propria musica... possiamo considerarlo un successo?
[cs] mypage.it si rinnova: l'amicizia è reale sul social network per bambini
www.mypage.it si rinnova: l´amicizia è reale sul social network per bambini con Parental Control
Da oggi i bambini hanno un nuovo spazio dove incontrare i loro amici: www.mypage.it
si rinnova e diventa il social network con Parental Control per i veri amici. Proprio come nei social network per adulti, sulla pagina amici di mypage.it gli utenti possono trasferire online la loro rete di amicizie, ma con maggiori garanzie di sicurezza per evitare i brutti incontri. Registrandosi a mypage.it i bambini creano il loro profilo personale, scelgono un avatar e esprimono la propria personalità decorando la loro pagina web. A questo punto gli utenti di mypage.it possono cominciare a interagire fra di loro, inviando e ricevendo richieste di amicizia.
L'amicizia su mypage.it non e' virtuale: per diventare amico di un bambino bisogna conoscere la sua Parola Magica, che i ragazzi devono scambiarsi nella vita reale. Su mypage.it, dunque, non ci sono sconosciuti. Grazie al Parental Control (https://parental.mypage.it) i genitori sanno in ogni momento chi sono gli amici online di loro figlio. I servizi del Parental Control permettono a mamma e papà di monitorare le attività online del loro bambino e di condividere con lui i suoi primi passi sul web.
Con le nuove funzioni di social networking il divertimento di mypage.it si moltiplica. Fare amicizia online è solo l´inizio: prossimamente i bambini potranno scegliere il loro miglior amico, sfidare gli altri utenti, diventare fan dei loro idoli e molto altro. Come sempre, per i ragazzi ci sono 1000 attività da scegliere nella kidget box (http://www.mypage.it/kidgetbox), lo spazio che raccoglie tutte le applicazioni del social network. giochi, video, attività da scaricare, disegni da colorare...
mypage.it ha debuttato nel luglio 2008 con un obiettivo ambizioso: rivoluzionare il web per bambini in Italia. "Siamo stati i primi a far conoscere il web 2.0 ai bambini italiani. Grazie a mypage.it anche i più piccoli possono scoprire in modo sicuro e creativo", dice Lorenzo dell´Uva, presidente di mypage.it e creatore del progetto con Giuseppe D´Arpino. "Siamo orgogliosi dell´evoluzione di mypage.it nel suo primo anno di vita. Il sito è disponibile in versione multilingua (inglese e
francese) e ora al fianco del social network c´è una vera e propria famiglia di siti che soddisfa le esigenze di intrattenimento e informazione di tutta la famiglia".
Assieme a mypage.it ci sono infatti: www.kidsearch.it (il motore di ricerca sicuro per bambini), www.kidcloud.it (la directory di siti per muovere i primi passi su internet), www.bambini.eu (il blog per bambini dedicato agli idoli dei ragazzi), www.bambini.info (il blog che racconta il mondo dei bambini a genitori e insegnanti), www.kidzmodo.it (il blog sulle nuove tecnologie per ragazzi).
Da oggi i bambini hanno un nuovo spazio dove incontrare i loro amici: www.mypage.it
si rinnova e diventa il social network con Parental Control per i veri amici. Proprio come nei social network per adulti, sulla pagina amici di mypage.it gli utenti possono trasferire online la loro rete di amicizie, ma con maggiori garanzie di sicurezza per evitare i brutti incontri. Registrandosi a mypage.it i bambini creano il loro profilo personale, scelgono un avatar e esprimono la propria personalità decorando la loro pagina web. A questo punto gli utenti di mypage.it possono cominciare a interagire fra di loro, inviando e ricevendo richieste di amicizia.
L'amicizia su mypage.it non e' virtuale: per diventare amico di un bambino bisogna conoscere la sua Parola Magica, che i ragazzi devono scambiarsi nella vita reale. Su mypage.it, dunque, non ci sono sconosciuti. Grazie al Parental Control (https://parental.mypage.it) i genitori sanno in ogni momento chi sono gli amici online di loro figlio. I servizi del Parental Control permettono a mamma e papà di monitorare le attività online del loro bambino e di condividere con lui i suoi primi passi sul web.
Con le nuove funzioni di social networking il divertimento di mypage.it si moltiplica. Fare amicizia online è solo l´inizio: prossimamente i bambini potranno scegliere il loro miglior amico, sfidare gli altri utenti, diventare fan dei loro idoli e molto altro. Come sempre, per i ragazzi ci sono 1000 attività da scegliere nella kidget box (http://www.mypage.it/kidgetbox), lo spazio che raccoglie tutte le applicazioni del social network. giochi, video, attività da scaricare, disegni da colorare...
mypage.it ha debuttato nel luglio 2008 con un obiettivo ambizioso: rivoluzionare il web per bambini in Italia. "Siamo stati i primi a far conoscere il web 2.0 ai bambini italiani. Grazie a mypage.it anche i più piccoli possono scoprire in modo sicuro e creativo", dice Lorenzo dell´Uva, presidente di mypage.it e creatore del progetto con Giuseppe D´Arpino. "Siamo orgogliosi dell´evoluzione di mypage.it nel suo primo anno di vita. Il sito è disponibile in versione multilingua (inglese e
francese) e ora al fianco del social network c´è una vera e propria famiglia di siti che soddisfa le esigenze di intrattenimento e informazione di tutta la famiglia".
Assieme a mypage.it ci sono infatti: www.kidsearch.it (il motore di ricerca sicuro per bambini), www.kidcloud.it (la directory di siti per muovere i primi passi su internet), www.bambini.eu (il blog per bambini dedicato agli idoli dei ragazzi), www.bambini.info (il blog che racconta il mondo dei bambini a genitori e insegnanti), www.kidzmodo.it (il blog sulle nuove tecnologie per ragazzi).
venerdì 2 ottobre 2009
Insofferenza
Ieri, dal notebook con Win-XP, ho disinstallato Office 2007 per rimettere la versione 2003... al di là del discorso linguistico e dei relativi shortcut (il 2007 che avevo a disposizione era in italiano, il 2003 è in inglese), ero diventato insofferente a quella terribile interfaccia: un anno di utilizzo (forse anche di più) non è stato sufficiente per farmici abituare; inoltre, sarà che la macchina non è recentissima (ma nemmeno così vecchia), ma con Office 2003 l'apertura dei file è quasi istantanea, mentre il 2007 mi faceva attendere decine di secondi...
Oggi mentre facevo una normalissima operazione all'interno di un altro software che uso quotidianamente, mi salta fuori un bellissimo "runtime error" a causa di una tal DLL che non trovava... e il computer si spegne...
Non so se le due cose sono collegate (mi pare abbastanza improbabile vista la natura completamente differente di quest'ultimo software), ma entrambe contribuiscono ad aumentare la mia insofferenza verso Windows.
PS: giusto per precisare: il notebook è perfettamente aggiornato sia come sistema che come antivirus, è relativamente fresco di installazione (visto che ho sostituito l'Hard Disk un anno fa), ed vi sono installati solo gli applicativi che mi servono per lavoro.
Oggi mentre facevo una normalissima operazione all'interno di un altro software che uso quotidianamente, mi salta fuori un bellissimo "runtime error" a causa di una tal DLL che non trovava... e il computer si spegne...
Non so se le due cose sono collegate (mi pare abbastanza improbabile vista la natura completamente differente di quest'ultimo software), ma entrambe contribuiscono ad aumentare la mia insofferenza verso Windows.
PS: giusto per precisare: il notebook è perfettamente aggiornato sia come sistema che come antivirus, è relativamente fresco di installazione (visto che ho sostituito l'Hard Disk un anno fa), ed vi sono installati solo gli applicativi che mi servono per lavoro.
Police is handling Obama visit with Mac
Non è proprio un comunicato stampa, ma la segnalazione arriva comunque dall'ufficio stampa di Apple. L'articolo originale è in danese (http://www.computerworld.dk/art/53198?page=1&articletest); qui di seguito la traduzione in inglese.
Police is handling Obama visit with Mac
When U.S. President Barack Obama set foot on Danish soil in the IOC summit on Friday, police manage the massive security from a few dozen Macs.
The security of a visit by a U.S. president can make even the most sober Danish policeman to develop gray hair. But the Danish police are well prepared in their new, digital-heavy surveillance center at Police Headquarters in Copenhagen.
An almost identical control room is used in daily life to address on emergency calls from the capital's citizens.
There are two things that strikes a first-time visitor in the 40 square meters large command post at Police Headquarters, from which all emergency calls are handled by the police in Greater Copenhagen.
There is much to the hectic scene which is in remembrance of the many police series, which is shown on television. There is an unconditional peace on the floor. There is no yelling or screaming or retractable to stress. Here they chitchat, laugh and eat lunch between traffic accidents and gunfights at Nørrebro.
The second thing that immediately stands out is the light from the many large screens that adorn nearly every square centimeter of space. On walls, on desks and hanging from the ceiling, this very small space is dominated by very large image readout aggregates. There are 73 in total.
From this it-studded space all emergency calls from more than one million people in Greater Copenhagen are handled. From here the fleet of vehicles and personnel sent to the big city hotspots is orchestrated.
If you leave the room onto the narrow staircase that leads one floor down, you´ll find a nearly identical room. Again, there are screens from ceiling
to floor. From here, the police handle security during major international events. IOC summit and the future Climate Change Conference COP15 are the first topics on the agenda.
Overall, police in Copenhagen has arranged four floors for the operational communications. Four floors, where police have installed new IT equipment and a new IT system to deal with the Danish security when things goes really wrong.
The new IT equipment doesn´t include a single Windows machine.
Windows is too slow
Windows is otherwise standard platform with bureaus, but here the approach is to use Mac.
"It is more stable and user-friendly," says the Deputy Police Inspector in operative communication.
"When we had to make the decision on which system that should replace the 13 years old IT solution, we went to England and the United States to look at their Windows versions," says Allan Christensen.
"The ones we saw were not nearly as user friendly as the old system, we had already used, and then they were much slower. If we had chosen to convert to Windows, we would have to more than double the number of people serving the citizens - mind you just to achieve the same result, "he explains.
Therefore the police chose to continue with the Mac platform.
Former the premises in the four-storey Police Headquarters were housing women's prison department.
Today, they are top tuned, newly decorated and crammed with computer hardware from floor to ceiling. Decorated by police officers for police officers. All the way there has been experienced and operational users involved in the development of the system.
"It is the users who have determined how the interface should be. There have been no problems with introducing the system functionality, since the users knew them already. At the same time the experiences we have gained through 13 years, have been carried on. Many people forget about this when developing new systems, "says Kurt Clemmensen, who is responsible for development, operation and implementation of HS2, which the system has been baptized.
Everything unnecessary has been cut away, and therefore on the surface it looks like the worlds most boring system. But it is fast, flexible, manageable and so it works for users even when there is pressure on, "he says.
Beneath the user interface the new HS2 system is somewhat more finely tuned than the 13 years old predecessor, which has got the title HS1.
"This is an upgrade of the system and not a new system," says Kurt Clemmensen. "Though it is a very substantial upgrade."
Spiced Hardware
The platform of the home-developed applications are Mac OS X 10
"The usability and flexibility does brilliantly support our needs, says Kurt Clemmensen.
"At the same time, the BSD-core network part is very stable, which is important to us. The system must operate continuously. We can not just shut down."
"It has been the main arguments for re-election. There are also some side benefits, such as good security by using Apple's platform," he says.
The operational command center, taking care of peoples call, consists of 13 workstations, each associated with a Mac Pro desktop machine.
The machines are standard hardware added a little spice.
They are thus equipped with eight gigabytes of RAM, two graphics cards and three disks on each one terabyte. Disks are configured in a Raid 5 system that makes it possible to change a broken hard drive, without affecting the system.
Each machine also has a "read-only copy" of all the relevant lookup databases, such as the CPR and phone numbers.
"When the central server is updated with new information, updates are pushed automatically to individual workstations. Thus, we can proceed even though the network causes trouble," says Kurt Clemmensen.
For each of the 73 big screens, it is associated with a Mac Mini, which takes care of the content to be displayed on each screen. There is thus an army of well-designed small machines decorating the police server room.
Replacement of the police operational system was necessary as the old HS1 could no longer be maintained.
"We simply could not obtain spare parts to our system anymore," says Deputy Police Inspector Allan Christensen.
"Some years ago we bought large lots of parts, but stocks were about to be emptied, and we had to become very imaginative, every time something broke."
Meanwhile, the major conferences, that Denmark will have to conduct this year, have accelerated the process.
"IOC and COP15 have had great influence on the decision, and also on the pace of work," says Allan Christensen.
The implementation of the solution started March 8th., and since July 19th, the system has been running without stops.
"The system works perfectly, but it is a dynamic system which will continuously be improved, which means that we´ll probably never consider ourselves as completely finished," said Deputy Police Inspector.
We are still working on full throttle with the final details, such as the GPS system, which should make it possible to follow the fleet of vehicles on display. A feature that needs to be finished when we are going to conduct the IOC conference in October.
Users at the center
Users' needs are greatly benefited in hardware solutions.
One example is the speakers used when playing digital and compressed radio and telephone calls, which the individual officers use in their communications. It is specially designed devices that can play compressed audio, so it is recognizable around the workstation, but does not bother the rest of the room.
"In addition we have a permanent requirement that it has to be done cheaply," says Kurt Clemmensen.
"However, there has been responsiveness to the needs, and if there has been an operational objective of the technology, so it has not been spared," he says.
The Metropolitan Police is currently the only police district using HS2. The system is built to perform tasks throughout Denmark.
Med vänlig hälsning/Kind regards
Petter Ahrnstedt
Police is handling Obama visit with Mac
When U.S. President Barack Obama set foot on Danish soil in the IOC summit on Friday, police manage the massive security from a few dozen Macs.
The security of a visit by a U.S. president can make even the most sober Danish policeman to develop gray hair. But the Danish police are well prepared in their new, digital-heavy surveillance center at Police Headquarters in Copenhagen.
An almost identical control room is used in daily life to address on emergency calls from the capital's citizens.
There are two things that strikes a first-time visitor in the 40 square meters large command post at Police Headquarters, from which all emergency calls are handled by the police in Greater Copenhagen.
There is much to the hectic scene which is in remembrance of the many police series, which is shown on television. There is an unconditional peace on the floor. There is no yelling or screaming or retractable to stress. Here they chitchat, laugh and eat lunch between traffic accidents and gunfights at Nørrebro.
The second thing that immediately stands out is the light from the many large screens that adorn nearly every square centimeter of space. On walls, on desks and hanging from the ceiling, this very small space is dominated by very large image readout aggregates. There are 73 in total.
From this it-studded space all emergency calls from more than one million people in Greater Copenhagen are handled. From here the fleet of vehicles and personnel sent to the big city hotspots is orchestrated.
If you leave the room onto the narrow staircase that leads one floor down, you´ll find a nearly identical room. Again, there are screens from ceiling
to floor. From here, the police handle security during major international events. IOC summit and the future Climate Change Conference COP15 are the first topics on the agenda.
Overall, police in Copenhagen has arranged four floors for the operational communications. Four floors, where police have installed new IT equipment and a new IT system to deal with the Danish security when things goes really wrong.
The new IT equipment doesn´t include a single Windows machine.
Windows is too slow
Windows is otherwise standard platform with bureaus, but here the approach is to use Mac.
"It is more stable and user-friendly," says the Deputy Police Inspector in operative communication.
"When we had to make the decision on which system that should replace the 13 years old IT solution, we went to England and the United States to look at their Windows versions," says Allan Christensen.
"The ones we saw were not nearly as user friendly as the old system, we had already used, and then they were much slower. If we had chosen to convert to Windows, we would have to more than double the number of people serving the citizens - mind you just to achieve the same result, "he explains.
Therefore the police chose to continue with the Mac platform.
Former the premises in the four-storey Police Headquarters were housing women's prison department.
Today, they are top tuned, newly decorated and crammed with computer hardware from floor to ceiling. Decorated by police officers for police officers. All the way there has been experienced and operational users involved in the development of the system.
"It is the users who have determined how the interface should be. There have been no problems with introducing the system functionality, since the users knew them already. At the same time the experiences we have gained through 13 years, have been carried on. Many people forget about this when developing new systems, "says Kurt Clemmensen, who is responsible for development, operation and implementation of HS2, which the system has been baptized.
Everything unnecessary has been cut away, and therefore on the surface it looks like the worlds most boring system. But it is fast, flexible, manageable and so it works for users even when there is pressure on, "he says.
Beneath the user interface the new HS2 system is somewhat more finely tuned than the 13 years old predecessor, which has got the title HS1.
"This is an upgrade of the system and not a new system," says Kurt Clemmensen. "Though it is a very substantial upgrade."
Spiced Hardware
The platform of the home-developed applications are Mac OS X 10
"The usability and flexibility does brilliantly support our needs, says Kurt Clemmensen.
"At the same time, the BSD-core network part is very stable, which is important to us. The system must operate continuously. We can not just shut down."
"It has been the main arguments for re-election. There are also some side benefits, such as good security by using Apple's platform," he says.
The operational command center, taking care of peoples call, consists of 13 workstations, each associated with a Mac Pro desktop machine.
The machines are standard hardware added a little spice.
They are thus equipped with eight gigabytes of RAM, two graphics cards and three disks on each one terabyte. Disks are configured in a Raid 5 system that makes it possible to change a broken hard drive, without affecting the system.
Each machine also has a "read-only copy" of all the relevant lookup databases, such as the CPR and phone numbers.
"When the central server is updated with new information, updates are pushed automatically to individual workstations. Thus, we can proceed even though the network causes trouble," says Kurt Clemmensen.
For each of the 73 big screens, it is associated with a Mac Mini, which takes care of the content to be displayed on each screen. There is thus an army of well-designed small machines decorating the police server room.
Replacement of the police operational system was necessary as the old HS1 could no longer be maintained.
"We simply could not obtain spare parts to our system anymore," says Deputy Police Inspector Allan Christensen.
"Some years ago we bought large lots of parts, but stocks were about to be emptied, and we had to become very imaginative, every time something broke."
Meanwhile, the major conferences, that Denmark will have to conduct this year, have accelerated the process.
"IOC and COP15 have had great influence on the decision, and also on the pace of work," says Allan Christensen.
The implementation of the solution started March 8th., and since July 19th, the system has been running without stops.
"The system works perfectly, but it is a dynamic system which will continuously be improved, which means that we´ll probably never consider ourselves as completely finished," said Deputy Police Inspector.
We are still working on full throttle with the final details, such as the GPS system, which should make it possible to follow the fleet of vehicles on display. A feature that needs to be finished when we are going to conduct the IOC conference in October.
Users at the center
Users' needs are greatly benefited in hardware solutions.
One example is the speakers used when playing digital and compressed radio and telephone calls, which the individual officers use in their communications. It is specially designed devices that can play compressed audio, so it is recognizable around the workstation, but does not bother the rest of the room.
"In addition we have a permanent requirement that it has to be done cheaply," says Kurt Clemmensen.
"However, there has been responsiveness to the needs, and if there has been an operational objective of the technology, so it has not been spared," he says.
The Metropolitan Police is currently the only police district using HS2. The system is built to perform tasks throughout Denmark.
Med vänlig hälsning/Kind regards
Petter Ahrnstedt
giovedì 1 ottobre 2009
[cs] PostNoStop per i professionisti del video
Parte il 22 Ottobre a Bologna - per fare poi tappa a Milano, il 27, e a Torino, il 29 Ottobre - l'iniziativa 'POSTNOSTOP' (http://www.wise.it/POSTnoSTOP/), dedicata al mondo della post-produzione video con il nuovo Final Cut Studio. Un appuntamento che mette in luce le evoluzioni, le idee, i nuovi modi di produrre e fruire l'immagine in movimento.
Le giornate sono organizzate da Apple Solution Expert Video (Kronos a Bologna, Digital Wide a Milano e Rekordata a Torino), che operano da anni con successo nel mercato delle soluzioni video professionali, in collaborazione con AJA, Euphonix e RED.
La giornata è stata pensata per essere modulare; è fruibile, infatti, sia per "episodi" singoli, per coloro che hanno un interesse specifico o limiti di tempo, o dall'inizio alla fine, per seguire tutta la "serie" in programma. Gli "episodi" sono 4 contenitori tematici che si susseguono nel corso della giornata, intervallati da momenti "carosello", per scoprire tendenze e tematiche innovative attraverso video interviste e video training.
La partecipazione è gratuita, è necessario però iscriversi ad una delle 3 tappe previste attraverso il sito: http://www.wise.it/POSTnoSTOP/iscrizione.html
Di seguito il dettaglio dell'agenda delle giornate, consultabile anche online all'indirizzo http://www.wise.it/POSTnoSTOP/agenda.html
10:00 - 11:20 WORKFLOW
Per ottimizzare un processo occorrono: massima flessibilità di interscambio tra gli applicativi impiegati, efficace gestione dei media, fluidità di controlli e approvazioni. Durante questo episodio si mirerà agli aspetti che rimuovono gli intoppi e rendono più efficiente un workflow di produzione video, concentrandoci sulle incredibili novità del nuovo Final Cut Studio quali, iChat Theatre, Reveal Complete, XML5, Job Actions, Share, ...solo per citarne alcune.
12:00 - 13:20 FORMATI
La qualità dei formati attualmente disponibile ha raggiunto livelli molto elevati, grazie soprattutto alle nuove potenze di elaborazione che consentono l'uso di sofisticati Codec durante riprese e diffusione di materiale video. Il nuovo Final Cut Studio aggiunge numerosi formati ai molti già supportati: ProRes, AJA, AVC-Intra, XDCam, Tapeless nativo, 4K Red, sequenze immagini, DPX. Nell'episodio scopriremo come impiegarli in Acquisizione, Postproduzione e il Delivering dei progetti (anche su supporti Blue-Ray).
14:00 - 15:20 EDITING & MOTION GRAPHIC
L'episodio verte su due degli aspetti fortemente rinnovati nel nuovo Final Cut Studio: l'editing ottimizzato e la strabiliante creatività. Transizioni Alfa, Change Speed, Marcatori e nuova Timeline sono alcune tappe del viaggio attorno a Final Cut Pro 7, ma il percorso diviene ancor più coinvolgente quando raggiunge Motion 4 e i suoi Ombre e Riflessi 3D, Profondità di campo, Testi e Glifi, fino ai nuovi filtri Polar e Concentric.
16:00 - 17:20 COLOR GRADING & FINISHING
Il Color Grading era un terreno alla sola portata di costosi sistemi dedicati e per un limitato nucleo di professionisti. Apple abbatte queste frontiere con Color 1.5 e le nuove superfici di controllo di terze parti. Ma l'episodio non parlerà solo di colore; altri programmi del nuovo Final Cut Studio divengono determinanti nel finishing di un progetto, per cui ci muoveremo anche fra titoli di coda, sottotitolazioni, voice-level e time stratching.
Le giornate sono organizzate da Apple Solution Expert Video (Kronos a Bologna, Digital Wide a Milano e Rekordata a Torino), che operano da anni con successo nel mercato delle soluzioni video professionali, in collaborazione con AJA, Euphonix e RED.
La giornata è stata pensata per essere modulare; è fruibile, infatti, sia per "episodi" singoli, per coloro che hanno un interesse specifico o limiti di tempo, o dall'inizio alla fine, per seguire tutta la "serie" in programma. Gli "episodi" sono 4 contenitori tematici che si susseguono nel corso della giornata, intervallati da momenti "carosello", per scoprire tendenze e tematiche innovative attraverso video interviste e video training.
La partecipazione è gratuita, è necessario però iscriversi ad una delle 3 tappe previste attraverso il sito: http://www.wise.it/POSTnoSTOP/iscrizione.html
Di seguito il dettaglio dell'agenda delle giornate, consultabile anche online all'indirizzo http://www.wise.it/POSTnoSTOP/agenda.html
10:00 - 11:20 WORKFLOW
Per ottimizzare un processo occorrono: massima flessibilità di interscambio tra gli applicativi impiegati, efficace gestione dei media, fluidità di controlli e approvazioni. Durante questo episodio si mirerà agli aspetti che rimuovono gli intoppi e rendono più efficiente un workflow di produzione video, concentrandoci sulle incredibili novità del nuovo Final Cut Studio quali, iChat Theatre, Reveal Complete, XML5, Job Actions, Share, ...solo per citarne alcune.
12:00 - 13:20 FORMATI
La qualità dei formati attualmente disponibile ha raggiunto livelli molto elevati, grazie soprattutto alle nuove potenze di elaborazione che consentono l'uso di sofisticati Codec durante riprese e diffusione di materiale video. Il nuovo Final Cut Studio aggiunge numerosi formati ai molti già supportati: ProRes, AJA, AVC-Intra, XDCam, Tapeless nativo, 4K Red, sequenze immagini, DPX. Nell'episodio scopriremo come impiegarli in Acquisizione, Postproduzione e il Delivering dei progetti (anche su supporti Blue-Ray).
14:00 - 15:20 EDITING & MOTION GRAPHIC
L'episodio verte su due degli aspetti fortemente rinnovati nel nuovo Final Cut Studio: l'editing ottimizzato e la strabiliante creatività. Transizioni Alfa, Change Speed, Marcatori e nuova Timeline sono alcune tappe del viaggio attorno a Final Cut Pro 7, ma il percorso diviene ancor più coinvolgente quando raggiunge Motion 4 e i suoi Ombre e Riflessi 3D, Profondità di campo, Testi e Glifi, fino ai nuovi filtri Polar e Concentric.
16:00 - 17:20 COLOR GRADING & FINISHING
Il Color Grading era un terreno alla sola portata di costosi sistemi dedicati e per un limitato nucleo di professionisti. Apple abbatte queste frontiere con Color 1.5 e le nuove superfici di controllo di terze parti. Ma l'episodio non parlerà solo di colore; altri programmi del nuovo Final Cut Studio divengono determinanti nel finishing di un progetto, per cui ci muoveremo anche fra titoli di coda, sottotitolazioni, voice-level e time stratching.
Titi-titin, titi-titin, titi-titin, ...
Ore 6:45: la mia giornata inizia solitamente con il "trillo" dell'iPod Touch che mi sveglia (lo squillo della sveglia era troppo fastidioso, e l'allarme del cellulare poco personalizzabile). Se faccio colazione da solo (moglie e i bimbi hanno, per diversi motivi, orari più variabili), solitamente ci scappa una controllata veloce alle mail e alle notizie da prima pagina attraverso l'applicaizone de "la Repubblica".
Quando salgo in auto per andare al lavoro, metto l'iPod in ricarica nell'apposito dock, pronto per mandare musica all'autoradio se non trovo nulla di interessante sulle solite stazioni, oppure se ho voglia di ascolare qualcosa di particolare.
Nel corso della giornata, a parte l'ascolto di musica attraverso le cuffie (che tutto sommato non faccio troppo di frequente), mi torna molto utile come rubrica e come agenda; posso aggiungere contatti e fissare appuntamenti sia per me che per mia moglie, e lei può fare altrettanto per me con il suo iPhone: la sincronizzazione automatica attraverso MobileMe fa sì i nostri due dispositivi siano sempre sincronizzati tra di loro, oltre che essere sincronizzati col computer di casa e con l'account MobileMe (accessibile attraverso qualsiasi PC collegato ad internet).
La sera, se non ho tempo, voglia, o possibilità di accendere il computer, posso controllare la mia casella di posta e i soliti siti di news, in maniera veloce, visto che l'iPod è sempre è acceso.
Durante le visite di amici lo metto nel dock dell'impianto stereo e faccio partire una playlist "genius" adatta all'occasione... e se l'occasione della visita è il rientro delle vacanza, visto che l'impianto è collegato anche al televisore, posso mandare le foto in slideshow sulla TV (a dire il vero per questi ultimi due compiti sarei felice di utilizzare una Apple TV, non appena Apple si deciderà a proporre un modello "più interessante", e a rendere appetibile l'acquisto arricchendo di contenuti video l'iTunes Store italiano). Lo schermo da 3.5" è inoltre un discreto surrogato del vecchio album fotografico, per mostrare le foto a parenti e amici quando si è fuori casa.
Infine, anche quando sono lontano da casa, durante i viaggi aerei o altri tempi morti, tra musica, eBook, e giochini vari, l'iPod Touch mdiventa molto utile per "passare il tempo": la PSP è ormai da tempo nel cassetto (potrei quasi rivenderla), a anche il vecchio iPod classic di terza generazione giace ormai dimenticato, complice anche un guasto al selettore di hold (anche se pensavo di recuperarlo per l'uso in auto). L'unico "gadget" che è sopravvissuto al touch è lo Shuffle 2G, impareggiabile durante l'attività sportiva.
Chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui, si chiederà qual'è lo scopo di questo post; fondamentalmente non c'è uno scopo vero e proprio, se non la volontà di dimostrare che l'iPod Touch è molto più di un semplice lettore musicale, e per molti aspetti ha cambiato le mie abitudini quotidiane. Tutto questo nell'attesa che Apple riesca ancora a sorprenderci con qualcosa di nuovo in formato tablet, di cui magari torneremo a parlare nei prossimi giorni, viste le numerose indiscrezioni che si susseguono in questo periodo.
Quando salgo in auto per andare al lavoro, metto l'iPod in ricarica nell'apposito dock, pronto per mandare musica all'autoradio se non trovo nulla di interessante sulle solite stazioni, oppure se ho voglia di ascolare qualcosa di particolare.
Nel corso della giornata, a parte l'ascolto di musica attraverso le cuffie (che tutto sommato non faccio troppo di frequente), mi torna molto utile come rubrica e come agenda; posso aggiungere contatti e fissare appuntamenti sia per me che per mia moglie, e lei può fare altrettanto per me con il suo iPhone: la sincronizzazione automatica attraverso MobileMe fa sì i nostri due dispositivi siano sempre sincronizzati tra di loro, oltre che essere sincronizzati col computer di casa e con l'account MobileMe (accessibile attraverso qualsiasi PC collegato ad internet).
La sera, se non ho tempo, voglia, o possibilità di accendere il computer, posso controllare la mia casella di posta e i soliti siti di news, in maniera veloce, visto che l'iPod è sempre è acceso.
Durante le visite di amici lo metto nel dock dell'impianto stereo e faccio partire una playlist "genius" adatta all'occasione... e se l'occasione della visita è il rientro delle vacanza, visto che l'impianto è collegato anche al televisore, posso mandare le foto in slideshow sulla TV (a dire il vero per questi ultimi due compiti sarei felice di utilizzare una Apple TV, non appena Apple si deciderà a proporre un modello "più interessante", e a rendere appetibile l'acquisto arricchendo di contenuti video l'iTunes Store italiano). Lo schermo da 3.5" è inoltre un discreto surrogato del vecchio album fotografico, per mostrare le foto a parenti e amici quando si è fuori casa.
Infine, anche quando sono lontano da casa, durante i viaggi aerei o altri tempi morti, tra musica, eBook, e giochini vari, l'iPod Touch mdiventa molto utile per "passare il tempo": la PSP è ormai da tempo nel cassetto (potrei quasi rivenderla), a anche il vecchio iPod classic di terza generazione giace ormai dimenticato, complice anche un guasto al selettore di hold (anche se pensavo di recuperarlo per l'uso in auto). L'unico "gadget" che è sopravvissuto al touch è lo Shuffle 2G, impareggiabile durante l'attività sportiva.
Chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui, si chiederà qual'è lo scopo di questo post; fondamentalmente non c'è uno scopo vero e proprio, se non la volontà di dimostrare che l'iPod Touch è molto più di un semplice lettore musicale, e per molti aspetti ha cambiato le mie abitudini quotidiane. Tutto questo nell'attesa che Apple riesca ancora a sorprenderci con qualcosa di nuovo in formato tablet, di cui magari torneremo a parlare nei prossimi giorni, viste le numerose indiscrezioni che si susseguono in questo periodo.
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