[comunicato stampa]
Active annuncia la disponibilità della versione italiana di TechTool Pro & Family Pack di Micromat, Santa Rosa, USA, che permette la diagnostica dell'hardware, la manutenzione e la riparazione dei drive per Mac
Gorizia 31 marzo - TechTool Pro nella nuova versione 6 offre la possibilità di creare un volume di avvio di emergenza (eDrive) sul proprio disco rigido, eliminando la necessità di avere un DVD di avvio.
Permette di eseguire uno SMART test su qualunque drive HFS+, compresi drive SSD (comprese le chiavette di memoria esterne) per scoprire possibili problemi, prima che causino danni; permette inoltre di monitorate l'attività della LAN, i servizi e l disponibilità dei dispositivi. Il software permette inoltre di ottimizzate il proprio disco (deframmentazione), per migliorare la velocità del Mac.
TechTool Pro 6 viene fornito come Family pack, consentendone l'installazione sino a 3 Mac, venendo incontro a quelle famiglie che usano più Mac nella loro abitazione.
Micromat ha aggiunto nuove caratteristiche che aiutano gli utenti Mac a fare la diagnosi su vari problemi hardware, semplificando la loro soluzione con il proprio disco rigido, compresi di drive allo stato solido e le chiavette di memoria.
Ora TechTool Pro 6 può creare un disco per un avvio di emergenza sul disco rigido attivo, eliminando, per la maggior parte degli utenti, la necessità di dover avviare da un DVD. Le misure atte a prevenire e riparare dischi corrotti o danneggiati diventano più veloci e più semplici.
TechTool Pro 6 ora è in grado di seguire il clone di un disco, per duplicare esattamente un disco o per farne una immagine disco (.dmg), utile, ad esempio, quando si passa ad un disco di dimensione maggiore.
Lo strumento per l'esame delle Local Area (LAN) permette di vedere i servizi attivi in rete e le porte disponibili su ogni Mac selezionato ed i dispositivi supportati da Bonjour. Queste informazioni sono utili quando si cerca di migliorare la sicurezza di un singolo Mac o di tutta una LAN. Poiché viene tenuta traccia della storia dei dispositivi, si possono esaminare macchine o dispositivi usati in passato, ma non più disponibili.
TechTool Pro 6 viene fornito da Active Software nella confezione Family Pack per 3 utenti sia in confezione che via download. Gli utenti delle versioni precedenti possono fare l'aggiornamento alla versione attuale.
Il costo della versione family pack per tre utenti è di euro 119,00. IVA inclusa.
Ulteriori informazioni su active-software.com/techtool
giovedì 31 marzo 2011
mercoledì 30 marzo 2011
Un po' di relax...
..non per me, ma per le pagine di questo blog.
Non so se siete soliti partecipare alle famose catene di S.Antonio, ma sappiate che nel 99% dei casi fareste bene a pensarci 2 volte prima di inoltrarla e, dopo averci pensato, non inoltratela... o quantomeno cercate di capire se il messaggio che state leggendo può avere un senso, oppure no: ci sono molti siti dedicati alle bufale che circoloano in rete, e tra i miei preferiti c'è quello di Paolo Attivissimo.
Per riderci un po' sopra, dal sito di Paolo vi propongo una parodia di queste catene, un messaggio a mio avviso molto divertente, soprattutto nell'ultima parte (dove si racconta cos'è successo a chi non ha interrotto la catena). Di seguito il testo integrale:
Ciao, il mio nome è Arild Ovesen. Soffro di malattie rare e mortali, cattivi risultati scolastici, estrema verginità, paura di venire rapito e ucciso mediante elettroshock anale, e senso di colpa per non aver inoltrato 50 miliardi di catene di Sant'Antonio mandatemi da persone che pensano davvero che se uno le inoltra, la povera piccola bambina di 6 anni a Foligno con un capezzolo in fronte riuscirà a procurarsi abbastanza denaro per toglierlo prima che i genitori la vendano al Circo Orfei.
Prima di tutto devi mandare questa lettera a 7491 persone entro i prossimi 5 secondi. Sennò verrai stuprato/a da un montone impazzito e gettato fuori da un edificio altissimo per cadere in una collina di escrementi animali. Se non lo farai, a causa di uno strano virus la ventolina dentro il pc si metterà a girare al contrario e vi risucchierà il processore.
Dopo una serie di lampi di colore blu dal vostro lettore cd (se avete il masterizzatore è peggio) uscirà il totem della buona sorte che ha già fatto il giro del mondo tre volte (e mi ha confidato di essersi rotto il cazzo perché vorrebbe starsene cinque minuti a casa) vi metterà sulla tastiera e vi farà il carretto, indipendentemente se siete donne o uomini.
Per ogni messaggio che manderete all'indirizzo boccaloni@cheregalo.it una associazione donerà 1/4 di dollaro per comprare un aereo all'aviazione americana che servirà per tirare giù un'altra funivia in Italia. E per ogni mail che manderete alla Microsoft o che manderà un'altra persona dopo avere ricevuto l'informazione da voi vi verrà portata una pizza quattro stagioni a casa vostra da Bill Gates in persona... io all'inizio non ci credevo poi ne ho spedite tante e dopo tre settimane mi è arrivato addirittura un calzone farcito!!! É del tutto vero!!! Perché questa lettera non è come tutte quelle false, QUESTA è del tutto autentica!!! Del tutto vero.
Ecco il programma:
-- Mandala a 1 persona: 1 persona si incazzerà perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio.
-- Mandala a 2-5 persone: 2-5 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio.
-- Mandala a 5-10 persone: 5-10 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio, e forse valuteranno l'opportunità di sopprimerti.
-- Mandala a 10-20 persone: 10-20 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio, e faranno saltare te, la tua casa, la tua famiglia e il tuo gatto in aria.
Erode Scannabelve, un pediatra mannaro di Trieste, non spedì a nessuno questa mail: dei suoi tre figli uno cominciò a drogarsi, il secondo entrò nel Partito Umanista e il terzo si iscrisse a Ingegneria dei Materiali.
Turiddu Von Wasselvitz, un allenatore di farfalle da combattimento austro-siculo, si fece beffe di questa mail ad alta voce, e in quello stesso istante gli esplose la testa.
Meo Smazza, pornodivo shakespeariano, non diede alcun peso a questa mail: ignoti gli riempirono un profilattico di azoto liquido, e lui se ne accorse solo dopo averlo indossato.
Un tizio che conosco non ha diffuso questa mail e ha disimparato a andare in bicicletta.
Se inviate questo messaggio a tutti coloro che conoscete, perderete 2 minuti (e tutti i vostri amici) ma contribuirete a salvare la vita di un bambino. Se non lo farete vi cadra' addosso un pianoforte.
Non so se siete soliti partecipare alle famose catene di S.Antonio, ma sappiate che nel 99% dei casi fareste bene a pensarci 2 volte prima di inoltrarla e, dopo averci pensato, non inoltratela... o quantomeno cercate di capire se il messaggio che state leggendo può avere un senso, oppure no: ci sono molti siti dedicati alle bufale che circoloano in rete, e tra i miei preferiti c'è quello di Paolo Attivissimo.
Per riderci un po' sopra, dal sito di Paolo vi propongo una parodia di queste catene, un messaggio a mio avviso molto divertente, soprattutto nell'ultima parte (dove si racconta cos'è successo a chi non ha interrotto la catena). Di seguito il testo integrale:
Ciao, il mio nome è Arild Ovesen. Soffro di malattie rare e mortali, cattivi risultati scolastici, estrema verginità, paura di venire rapito e ucciso mediante elettroshock anale, e senso di colpa per non aver inoltrato 50 miliardi di catene di Sant'Antonio mandatemi da persone che pensano davvero che se uno le inoltra, la povera piccola bambina di 6 anni a Foligno con un capezzolo in fronte riuscirà a procurarsi abbastanza denaro per toglierlo prima che i genitori la vendano al Circo Orfei.
Prima di tutto devi mandare questa lettera a 7491 persone entro i prossimi 5 secondi. Sennò verrai stuprato/a da un montone impazzito e gettato fuori da un edificio altissimo per cadere in una collina di escrementi animali. Se non lo farai, a causa di uno strano virus la ventolina dentro il pc si metterà a girare al contrario e vi risucchierà il processore.
Dopo una serie di lampi di colore blu dal vostro lettore cd (se avete il masterizzatore è peggio) uscirà il totem della buona sorte che ha già fatto il giro del mondo tre volte (e mi ha confidato di essersi rotto il cazzo perché vorrebbe starsene cinque minuti a casa) vi metterà sulla tastiera e vi farà il carretto, indipendentemente se siete donne o uomini.
Per ogni messaggio che manderete all'indirizzo boccaloni@cheregalo.it una associazione donerà 1/4 di dollaro per comprare un aereo all'aviazione americana che servirà per tirare giù un'altra funivia in Italia. E per ogni mail che manderete alla Microsoft o che manderà un'altra persona dopo avere ricevuto l'informazione da voi vi verrà portata una pizza quattro stagioni a casa vostra da Bill Gates in persona... io all'inizio non ci credevo poi ne ho spedite tante e dopo tre settimane mi è arrivato addirittura un calzone farcito!!! É del tutto vero!!! Perché questa lettera non è come tutte quelle false, QUESTA è del tutto autentica!!! Del tutto vero.
Ecco il programma:
-- Mandala a 1 persona: 1 persona si incazzerà perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio.
-- Mandala a 2-5 persone: 2-5 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio.
-- Mandala a 5-10 persone: 5-10 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio, e forse valuteranno l'opportunità di sopprimerti.
-- Mandala a 10-20 persone: 10-20 persone si incazzeranno perché gli hai mandato una stupida catena di Sant'Antonio, e faranno saltare te, la tua casa, la tua famiglia e il tuo gatto in aria.
Erode Scannabelve, un pediatra mannaro di Trieste, non spedì a nessuno questa mail: dei suoi tre figli uno cominciò a drogarsi, il secondo entrò nel Partito Umanista e il terzo si iscrisse a Ingegneria dei Materiali.
Turiddu Von Wasselvitz, un allenatore di farfalle da combattimento austro-siculo, si fece beffe di questa mail ad alta voce, e in quello stesso istante gli esplose la testa.
Meo Smazza, pornodivo shakespeariano, non diede alcun peso a questa mail: ignoti gli riempirono un profilattico di azoto liquido, e lui se ne accorse solo dopo averlo indossato.
Un tizio che conosco non ha diffuso questa mail e ha disimparato a andare in bicicletta.
Se inviate questo messaggio a tutti coloro che conoscete, perderete 2 minuti (e tutti i vostri amici) ma contribuirete a salvare la vita di un bambino. Se non lo farete vi cadra' addosso un pianoforte.
martedì 29 marzo 2011
Una storia a lieto fine, o quasi [check in progress]
Prima che si manifestasse il bug del cambio dell'ora, venerdì sera Apple ha rilasciato l'update 4.3.1 di iOS. L'update non ha risolto il bug al 100%, in quanto il problema è stato corretto nell'applicazione "Orologio" (e quindi per chi ha puntato la sveglia), ma non in "Calendario", con la conseguenza che gli avvisi degli eventi hanno suonato un po' quando volevano loro: un'ora prima, un'ora dopo, alla stessa ora, ecc...
Al di là di questo, personalmente attendevo l'update per valutare il comportamento della batteria. E' ancora un po' presto per dirlo ma sabato e domenica, sotto copertura WiFi, l'iPhone si è comportato anche meglio di quando avevo il firmware 4.2.x. Il problema è che i sospetti sul consumo anomalo cadevano proprio sull'utilizzo della connessione dati tramite modulo telefonico, e la riprova in tal senso la sto avendo in questi giorni; sicuramente la situazione è migliorata (caricato domenica sera lo sto ricaricando solo adesso, martedì mettina) ma l'autonomia non sembra tornata ai valori antecedenti all'update del firmware 4.3. Nei prossimi giorni sarà all'estero, quindi la connessione dati tramite rete telefonica sarà un'utopia, ma al rientro farò una nuova ricalibrazione e valuterò meglio il comportamento.
Al di là di questo, personalmente attendevo l'update per valutare il comportamento della batteria. E' ancora un po' presto per dirlo ma sabato e domenica, sotto copertura WiFi, l'iPhone si è comportato anche meglio di quando avevo il firmware 4.2.x. Il problema è che i sospetti sul consumo anomalo cadevano proprio sull'utilizzo della connessione dati tramite modulo telefonico, e la riprova in tal senso la sto avendo in questi giorni; sicuramente la situazione è migliorata (caricato domenica sera lo sto ricaricando solo adesso, martedì mettina) ma l'autonomia non sembra tornata ai valori antecedenti all'update del firmware 4.3. Nei prossimi giorni sarà all'estero, quindi la connessione dati tramite rete telefonica sarà un'utopia, ma al rientro farò una nuova ricalibrazione e valuterò meglio il comportamento.
lunedì 28 marzo 2011
Un gran vociare [aggiornato x2]
Ci sono due voci che stanno girando sempre più insistentemente, voci che potrebbero collimare con una terza voce e che, se si verificassero, potrebbero contribuire a ristabilire un po' d'ordine nell'attuale sequenza degli eventi Apple.
La prima voce è quella che vuole l'iPhone 5 in uscita in autunno anziché nel canonico giugno.
La seconda voce è quella che vuole anche iOS5 in uscita in autunno (iOS e iPhone sono usciti sempre insieme, e comunque siamo quasi ad aprile: a meno di presentationi organizzate nel giro di una decina di giorni, comincia ad essere tardi per l'ipotesi di un iOS5 rilasciato a giugno).
La terza voce è quella che vuole Lion già in Golden Master.
Se vi state chiedendo cosa accomuna tutte queste voci, la risposta cade sempre a giugno e si chiama WWDC: lo scorso anno mi lamentai della troppa attenzione dedicata a iOS, più che altro perché queste attenzioni avevano annullato completamente Mac OS X, eliminato pure dal contest per i premi alle migliori applicazioni. Quest'anno le cose potrebbero andare diversamente: la WWDC, grazie a Lion, potrebbe tornare ad essere l'evento dedicato a Mac OS X (e magari a nuovo hardware Mac, tipo una revisione dell'Air con Thunderbolt), mentre tutto ciò che ruota intorno ad iOS verrebbe spostato a settembre, contestualmente al solito evento in cui venivano presentati i nuovi iPod Touch.
La WWDC tornerebbe ad essere quello che deve, cioé un evento dedicato a sviluppatori e professionisti, e in questo contesto (oltre al lancio di Lion) potrebbe arrivare l'attesa nuova release di Final Cut; si potrebbe parlare del Mac App Store (Apple ha tutto l'interesse a dare risalto anche a questo aspetto) e dell'iOS5 che verrà: bisogna dar tempo agli sviluppatori di preparare il software per l'iPhone 5, se questo uscirà a settembre.
A guadagnarci sarebbe anche l'evento autunnale, che crescerebbe di importanza, anche se tra iOS, iPhone, e tutto il resto, potrebbe esserci troppa carne al fuoco: figuratevi che (voce per voce) c'è anche chi parlava di un iPad 3 a settembre, ma dubito fortemente che Apple si appresti a rilasciare, in un solo evento, iPhone 5, iPod Touch 5th gen, iPad 3, nuova Apple TV, e magari altre cose ancora (nuovi iPod nano?)... anzi, vedo più probabile, nel caso in cui l'iPhone 5 arrivi davvero a settembre, che altri prodotti vengano spostati alla primavera dell'anno successivo, così da dividere idealmente in tre date gli annunci di maggiore rilevanza: Mac, Mac OS X e software professionale durante la WWDC; iOS, iPhone e iPad a settembre (anche se mi pare quasi impossibile il lancio dell'iPad 3 così presto); iPod Touch, altri iPod, ed Apple TV (magari con possibilità di installare applicazioni) in primavera. Tutto il resto (software consumer e aggionamenti hardware minori) quando capita (ma mai a caso, in una strategia ben congegnata)
[aggiornamento]: proprio in queste ore sono state ufficializzate le date della WWDC 2011, il cui slogan è "Join us for a preview of the future of iOS and Mac OS X", il che conferma che iOS non verrà rilasciato a giugno e che finalmente di parlerà un po' più di sviluppo che di iPhone, anche se iOS è sempre presente, com'è giusto che sia. La notizia anche su MacRumors.
[aggiornamento 2]: pare che, nonostante l'update, il bug del cambio dell'ora abbia mietuto qualche vittima, stavolta sugli eventi che arrivano da iCal, e fortunatamente non sulle sveglie... magra figura, ma spero perlomeno che adesso abbiano esaurito tutte le casistiche dei possibili problemi legati a questa cosa...
La prima voce è quella che vuole l'iPhone 5 in uscita in autunno anziché nel canonico giugno.
La seconda voce è quella che vuole anche iOS5 in uscita in autunno (iOS e iPhone sono usciti sempre insieme, e comunque siamo quasi ad aprile: a meno di presentationi organizzate nel giro di una decina di giorni, comincia ad essere tardi per l'ipotesi di un iOS5 rilasciato a giugno).
La terza voce è quella che vuole Lion già in Golden Master.
Se vi state chiedendo cosa accomuna tutte queste voci, la risposta cade sempre a giugno e si chiama WWDC: lo scorso anno mi lamentai della troppa attenzione dedicata a iOS, più che altro perché queste attenzioni avevano annullato completamente Mac OS X, eliminato pure dal contest per i premi alle migliori applicazioni. Quest'anno le cose potrebbero andare diversamente: la WWDC, grazie a Lion, potrebbe tornare ad essere l'evento dedicato a Mac OS X (e magari a nuovo hardware Mac, tipo una revisione dell'Air con Thunderbolt), mentre tutto ciò che ruota intorno ad iOS verrebbe spostato a settembre, contestualmente al solito evento in cui venivano presentati i nuovi iPod Touch.
La WWDC tornerebbe ad essere quello che deve, cioé un evento dedicato a sviluppatori e professionisti, e in questo contesto (oltre al lancio di Lion) potrebbe arrivare l'attesa nuova release di Final Cut; si potrebbe parlare del Mac App Store (Apple ha tutto l'interesse a dare risalto anche a questo aspetto) e dell'iOS5 che verrà: bisogna dar tempo agli sviluppatori di preparare il software per l'iPhone 5, se questo uscirà a settembre.
A guadagnarci sarebbe anche l'evento autunnale, che crescerebbe di importanza, anche se tra iOS, iPhone, e tutto il resto, potrebbe esserci troppa carne al fuoco: figuratevi che (voce per voce) c'è anche chi parlava di un iPad 3 a settembre, ma dubito fortemente che Apple si appresti a rilasciare, in un solo evento, iPhone 5, iPod Touch 5th gen, iPad 3, nuova Apple TV, e magari altre cose ancora (nuovi iPod nano?)... anzi, vedo più probabile, nel caso in cui l'iPhone 5 arrivi davvero a settembre, che altri prodotti vengano spostati alla primavera dell'anno successivo, così da dividere idealmente in tre date gli annunci di maggiore rilevanza: Mac, Mac OS X e software professionale durante la WWDC; iOS, iPhone e iPad a settembre (anche se mi pare quasi impossibile il lancio dell'iPad 3 così presto); iPod Touch, altri iPod, ed Apple TV (magari con possibilità di installare applicazioni) in primavera. Tutto il resto (software consumer e aggionamenti hardware minori) quando capita (ma mai a caso, in una strategia ben congegnata)
[aggiornamento]: proprio in queste ore sono state ufficializzate le date della WWDC 2011, il cui slogan è "Join us for a preview of the future of iOS and Mac OS X", il che conferma che iOS non verrà rilasciato a giugno e che finalmente di parlerà un po' più di sviluppo che di iPhone, anche se iOS è sempre presente, com'è giusto che sia. La notizia anche su MacRumors.
[aggiornamento 2]: pare che, nonostante l'update, il bug del cambio dell'ora abbia mietuto qualche vittima, stavolta sugli eventi che arrivano da iCal, e fortunatamente non sulle sveglie... magra figura, ma spero perlomeno che adesso abbiano esaurito tutte le casistiche dei possibili problemi legati a questa cosa...
venerdì 25 marzo 2011
Doppia coda
Era già successo in occasione del Black Friday: i server dell'AppleStore, probabilmente a causa dei (troppo) numerosi accessi, vanno in tilt e non riescono ad accettare ordini. E' successo anche stanotte, all'apertura degli ordini dell'iPad 2, così chi pensava di evitare la coda odierna ordinandolo online, si è ritrovato a fare la coda anche "al computer": più di un'ora di tentativi per riuscire a piazzare l'ordine, con tempi di spedizione che si aggirano intorno alle 3 settimane, più un'altra settimana per a consegna (partono direttamente dalla Cina?)... gli iPad ordinati stanotte arriveranno a fine aprile.
Molti hanno deciso di optare per fare la coda agli Apple Store, già da stamane.
Chi compra ora online dovrà attendere ancora di più (si parla di 3-4 settimane per la spedizione), ma perlomeno si è risparmiato il mal di fegato e la "coda" notturna per riuscire ad infilare il prorpio ordine... ed ho il sospetto che molte delle persone in coda davanti agli Apple Store resteranno a bocca asciutta... forse andrà meglio a chi eviterà i posti più affollati per rivolgersi ai negozi più piccoli, ammesso che ne arrivino discrete quantità anche lì.
Riallacciandomi al post di qualche giorno fa, sono davvero curioso di conoscere i numeri, ma credo che fino alla prossima settimana non ci sarà nulla di ufficiale
Molti hanno deciso di optare per fare la coda agli Apple Store, già da stamane.
Chi compra ora online dovrà attendere ancora di più (si parla di 3-4 settimane per la spedizione), ma perlomeno si è risparmiato il mal di fegato e la "coda" notturna per riuscire ad infilare il prorpio ordine... ed ho il sospetto che molte delle persone in coda davanti agli Apple Store resteranno a bocca asciutta... forse andrà meglio a chi eviterà i posti più affollati per rivolgersi ai negozi più piccoli, ammesso che ne arrivino discrete quantità anche lì.
Riallacciandomi al post di qualche giorno fa, sono davvero curioso di conoscere i numeri, ma credo che fino alla prossima settimana non ci sarà nulla di ufficiale
giovedì 24 marzo 2011
Apple, 10 anni di Mac OS X
Una puntata un po' speciale quella dell'angolo odierno di 10 anni fa... una puntata un po' speciale perché 10 anni fa veniva rilasciato Mac OS X 10.0...
Ripropongo anche qui l'articolo pubblicato stamane su Punto-Informatico:
Dopo il racconto della storia di Apple in occasione dei 20 anni di Macintosh, e la successiva cronistoria di Mac OS, quest'anno vorrei porre l'attenzione su Mac OS X, visto che il 24 marzo di 10 anni fa veniva rilasciata la prima versione di questo sistema operativo.
A dire il vero già l'anno precedente Apple aveva rilasciato una "public beta" di Mac OS X, in parte per mantenere l'impegno di rilasciare il nuovo sistema nell'anno 2000, e in parte per sondare le impressioni degli utenti che avrebbe dovuto traghettare verso un cambio radicale di abitudini. Inoltre dieci anni fa Apple stava iniziando la ripresa, e Microsoft si apprestava a lanciare uno dei sistemi operativi di maggiore successo commerciale: Windows XP. Lo scontro era inevitabile, per cui Apple doveva dimostrare di arrivare "prima" di Redmond nella corsa all'innovazione e Mac OS X rappresentava un passo importante di questa sfida perenne. Soprattutto perché negli anni precedenti aveva perso terreno, investendo risorse in progetti che non vennero mai portati a termine: il fantomatico progetto Copland.
Mac OS X è fondamentalmente costituito da Darwin (sistema che Apple ha realizzato partendo da un Microkernel Mach e da FreeBSD) e da Aqua, l'interfaccia grafica del sistema operativo. L'architettura nasce in NeXT (l'azienda fondata da Jobs dopo la sua dipartita da Apple nel 1985, che confluì poi nella casa della Mela quando lo stesso Jobs vi rientrò nel 1996), e il progetto iniziale, dal nome in codice Rhapsody, poteva girare sia su PowerPC che su Intel. Sopra il kernel FreeBSD/Mach di cui abbiamo già parlato avrebbero trovato posto una Yellow Box per far girare applicazioni native basate sulle librerie OpenStep (di derivazione NeXTSTEP), una Blue Box per far girare le applicazioni Mac OS (nel caso di hardware PowerPC) e una Red Box, mai confermata da parte di Apple, dove far girare le applicazioni Windows (nel caso di hardware Intel).
Questa concezione non incontrò il parere favorevole degli sviluppatori, quindi Apple decise di introdurre delle modifiche radicali nella struttura del nuovo sistema, così da andare incontro alle esigenze di chi avrebbe poi dovuto creare il software: a fianco della Yellow Box (divenuta Cocoa) e la Blue Box (l'ambiente classic sparito col passaggio ad Intel), Apple sviluppò una serie di librerie denominate Carbon, che avrebbero fatto da ponte tra il vecchio sistema e il nuovo: un'applicazione sviluppata appoggiandosi su queste librerie poteva girare nativamente sia in Mac OS 9, che in Mac OS X. Inoltre vennero aggiunte una serie di servizi per le applicazioni e tecnologie derivate dal vecchio sistema: QuickTime, ColorSync, motori per il PDF (Quartz), OpenGL ecc. A cappello di tutto ciò una nuova interfaccia grafica: AQUA.
A cinque anni dal rientro di Jobs, Apple sfornò quindi un sistema operativo che segnava un nuovo punto di partenza per la società della mela morsicata e oggi, a 10 anni di distanza, possiamo intravedere i segni di un ulteriore passo verso una nuova concezione del sistema.
Ma procediamo con ordine.
La prima versione di Mac OS X (nome in codice Cheetah) divise da subito gli utenti tra chi era entusiasta della nuova architettura del sistema, e chi non poteva fare a meno di evidenziarne i difetti, soprattutto quando c'erano di mezzo applicazioni professionali (che se non erano ancora state riscritte in Carbon dovevano girare in un Mac OS Classic "simulato"), o la gestione di hardware non ancora supportato dal nuovo sistema. Tra le lacune più grandi: l'impossibilità di masterizzare, l'assenza di un DVD player, e la lentezza della nuova interfaccia, che era ancora ben lontana dall'essere ottimizzata. Non mancano poi alcune differenze rispetto al precedente sistema che fanno storcere il naso a molti utenti: dal cestino che è stato spostato nel dock (altra novità dell'interfaccia), al menù Mela che ha perso tutte le precedenti possibilità di personalizzazione (menù Mela che nella versione beta non era nemmeno presente).
Nonostante tutto Mac OS X si fa apprezzare, e chi non necessita di soddisfare particolari esigenze professionali può tranquillamente iniziare ad utilizzarlo come sistema principale: anche perché l'ambiente Classic è sempre pronto, e all'occorrenza è possibile riavviare la macchina col vecchio sistema. In ogni caso non passa molto tempo prima che Apple rilasci la versione 10.1, nome in codice Puma: a settembre dello stesso anno, chi ha comprato la prima versione di Mac OS X può accedere gratuitamente al primo major update, che colma le principali mancanze della prima versione (da molti considerata poco più che una beta) e porta anche un sensibile incremento della velocità.
Fatto il primo passo, cioè la creazione di un sistema di base sufficientemente affidabile, la strada intrapresa da Apple diventa quella di aggiungere nuove funzioni a Mac OS X. L'ottimizzazione spinta arriverà molto più avanti, con Snow Leopard, anche perché di mezzo c'è stato un cambiamento non da poco: il passaggio da Power PC all'architettura Intel. Apple, di questi tempi, aveva già (segretamente) in cantiere una versione di Mac OS X in grado di girare su macchine x86, anche perché Darwin (il cuore di Mac OS X) era per sua natura multipiattaforma. In ogni caso l'anno successivo arrivò Jaguar, Mac OS X 10.2, la prima versione giudicata realmente utilizzabile dalla maggior parte degli utenti, anche perché nel frattempo il software riscritto per girare nativamente in Mac OS X cominciava a diventare numeroso.
La novità principale di Jaguar era la riscrittura dell'engine grafico: Quartz diventa Quartz Extreme ed è in grado di sfruttare l'accelerazione hardware delle schede grafiche più recenti anche per la gestione dell'interfaccia. Tra le altre novità di questa release possiamo ricordare Rendezvous (chiamato poi Bonjour per problemi di copyright), ovvero l'implementazione Apple del protocollo Zeroconf, iChat, la Rubrica Indirizzi, e migliorie varie nel sistema, tra cui Sherlock 3, il motore di ricerca plurivalente (cercava sia nel sistema locale, che sul web in relazione ai plugin installabili) che verrà successivamente rimpiazzato da Spotlight. Jaguar introduce anche il supporto a IPv6, il motore di stampa CUPS, e un client VPN.
Con un cadenza invidiabile, anche nell'ottobre del 2003 Apple introduce una major release di Mac OS X: è la volta di Panther, una versione che introduce un numero elevato di nuove funzioni, accompagnate da una discreta ottimizzazione, connubio che rende Mac OS X 10.3 la scelta ideale anche per le macchine più vecchie con processore G3 (a patto di avere una buona quantità di RAM). Panther è anche l'ultima versione di Mac OS X installabile sull'iMac originale, macchina che idealmente ha segnato l'inizio della rinascita di Apple, ma grazie a qualche trucchetto della comunità open source si può abilitare anche l'installazione della release successiva.
Mac OS X 10.3 portava sui computer della Mela il supporto nativo a X11, il cambio utente rapido, la videoconferenza su iChat, ed Exposé, un tool per accedere velocemente a tutte le finestre aperte nel sistema. La novità più grossa di Panther fu però Xcode, l'ambiente di sviluppo basato su GCC che insieme all'Interface Builder ha permesso di realizzare applicazioni sviluppate in C, C++, Objective C/C++, sia per Mac che (da qualche anno a questa parte) per iPhone e iPad.
Con Mac OS X 10.4, meglio conosciuto come Tiger, i tempi di aggiornamento tra le varie release cominciano ad allungarsi: siamo infatti a fine aprile del 2005 quando il nuovo sistema viene messo in vendita, ma il ritardo è comprensibile se si pensa che Tiger sarà la prima versione di Mac OS X a girare sulla nuova generazione di Mac basati su architettura Intel (l'annuncio avvenne qualche mese più tardi, nel corso della WWDC del 2005, e i primi Macintel arrivarono a gennaio dell'anno successivo).
Una nuova versione di Xcode permette di compilare direttamente il software per entrambe le architetture, ma con i software più "pesanti" il passaggio non è così semplice: per consentire agli utenti di utilizzare il software PowerPC anche sulle macchine Intel, Apple sviluppa Rosetta, un emulatore software che tramite una ricompilazione dinamica del codice consente una compatibilità quasi totale di tutte le applicazioni PPC. La versione x86 di Tiger non fu mai disponibile alla vendita, in quanto chi comprava un Macintel aveva già il sistema in dotazione con la macchina. Al di là di questo, Tiger introdusse una serie non indifferente di novità che spaziano dal supporto alle applicazioni a 64 bit, alla codifica video H.264, passando per Core Image, un sottosistema grafico in grado di sfruttare la scheda video per l'elaborazione in tempo reale degli effetti, alleggerendo il carico del processore principale.
Tiger è però ricordato per l'arrivo di Spotlight, il motore di ricerca per i contenuti su disco che sfruttando metadati e parole chiave, e appoggiandosi ad un database creato ad-hoc a seguito dell'installazione del sistema, restituisce in tempo reale tutto quanto ricercato: documenti, calendari, contatti, mail, file multimediali, applicazioni. La sua velocità permette anche di implementare le cosiddette "Smart Folder", ovvero delle cartelle intelligenti il cui contenuto viene aggiornato automaticamente in base ai criteri definiti dell'utente. Tra le novità che non hanno riscosso troppo successo c'è invece Dashboard, il layer semitrasparente del desktop pensato per far girare widget realizzati in HTML, CSS e Javascript: idea dal potenziale interessante ma a mio avviso poco utile, visto che è relegata ad un livello a sé stante e per certi versi "separato" dal resto del sistema.
Dopo un periodo di assestamento sulla nuova architettura, nell'ottobre del 2007 arriva Leopard, ed Apple comincia a tagliare i processori più vecchi: Mac OS X 10.5 è installabile solo su macchine con PowerPC G4 e G5 (oltre, ovviamente ai nuovi Mac con processore Intel), mentre viene tagliata la compatibilità con i G3, macchine la cui produzione era comunque terminata nel 2003. A segnare ulteriormente il cambio di architettura, con l'arrivo di Leopard Apple elimina l'ambiente Classic, con conseguente malcontento di chi utilizzava ancora vecchie applicazioni (molto vecchie).
Si tratta di uno degli aggiornamenti più corposi del sistema, quantomeno come funzionalità visibili all'utente: tra i più noti possiamo ricordare Cover Flow (per sfogliare i file), Quick Look (per visualizzare direttamente da sistema i documenti delle applicazioni più comuni), Spaces (i desktop virtuali), Time Machine (backup incrementale che permette di recuperare singoli file ai diversi stati di modifica, "simulando" un viaggio a ritroso nel tempo) e Boot Camp, ovvero una funzione che permette di creare una partizione dove installare Windows e farlo girare in modo nativo sui Mac con processore Intel (Boot Camp era disponibile in versione beta dal 2006, ma fu ufficialmente incluso in Mac OS X solo con l'arrivo di Leopard).
A livello più tecnico, Mac OS X 10.5 affianca a Core Image, Core Video e Core audio, il nuovo Core Animation, un framework per creare animazioni nelle interfacce (sfruttato dalla stessa Apple per Time Machine); ma soprattutto, Leopard è la prima versione di Mac OS X ad ottenere la certificazione allo standard UNIX 03, con conformità alle specifiche SUSv3 e POSIX 1003.1.
Sempre nel 2007, da una costola di Mac OS X nasce iOS (ai tempi iPhone OS), il sistema operativo che equipaggia iPhone, iPod Touch, e iPad e che influenzerà alcuni elementi dell'interfaccia del futuro Mac OS X 10.7, Lion: ma questa è un'altra storia.
Nel mese di agosto del 2009 Apple rilascia Mac OS X 10.6, Snow Leopard, l'attuale versione del sistema operativo. Snow Leopard taglia completamente i ponti col passato in quanto è installabile solo su Mac con processore Intel, e questa semplificazione consente ad Apple di realizzare un sistema molto più leggero ed ottimizzato. Sotto una carrozzeria che sembra identica alla precedente, si nasconde un sistema più agile e tre novità di tutto rispetto: un kernel a 64 bit (anche se su molte macchine si avvia di default a 32 bit), Open CL (una tecnologia che permette di sfruttare la potenza di elaborazione delle GPU anche per compiti che esulano dalla grafica) e Grand Central Dispatch (una tecnologia che mira ad ottimizzare l'esecuzione del software sulle macchine multicore). Snow Leopard rende opzionale l'installazione di Rosetta, segno che ogni retaggio del vecchio codice PPC dev'essere abbandonato: Rosetta non sarà più presente nella prossima major release.
Volendo dare una sbirciatina al futuro dovremmo parlare di Lion, ovvero Mac OS X 10.7, presentato lo scorso ottobre in occasione del lancio dei nuovi Mac Book Air e previsto in uscita per questa estate. Senza scendere troppo nei dettagli, la versione beta distribuita agli sviluppatori un mese fa ha evidenziato ciò che già era stato annunciato, ovvero che l'interfaccia mutuerà molte delle caratteristiche di iOS.
Le novità però non si fermano qui: Mac OS X è un sistema molto dinamico che in 10 anni ha dimostrato di sapersi evolvere e trasformare, emulando vecchi sistemi, aggiungendo funzionalità, passando per un cambio di architettura, fornendo lo spunto per nuove tecnologie, facendo nascere nuovi sistemi (iOS), e prendendo il meglio di ciò che gli sta intorno. Certo, non è un sistema perfetto, e credo che ogni utente Mac abbia le sue lamentele e le sue richieste per le release successive, ma mi piace pensare che continuerà a migliorare finché Apple non deciderà che sarà tempo di una nuova svolta: allora, invece di Mac OS X, avremo un nuovo sistema, con una nuova concezione del desktop e probabilmente un nuovo nome.
Ripropongo anche qui l'articolo pubblicato stamane su Punto-Informatico:
Dopo il racconto della storia di Apple in occasione dei 20 anni di Macintosh, e la successiva cronistoria di Mac OS, quest'anno vorrei porre l'attenzione su Mac OS X, visto che il 24 marzo di 10 anni fa veniva rilasciata la prima versione di questo sistema operativo.
A dire il vero già l'anno precedente Apple aveva rilasciato una "public beta" di Mac OS X, in parte per mantenere l'impegno di rilasciare il nuovo sistema nell'anno 2000, e in parte per sondare le impressioni degli utenti che avrebbe dovuto traghettare verso un cambio radicale di abitudini. Inoltre dieci anni fa Apple stava iniziando la ripresa, e Microsoft si apprestava a lanciare uno dei sistemi operativi di maggiore successo commerciale: Windows XP. Lo scontro era inevitabile, per cui Apple doveva dimostrare di arrivare "prima" di Redmond nella corsa all'innovazione e Mac OS X rappresentava un passo importante di questa sfida perenne. Soprattutto perché negli anni precedenti aveva perso terreno, investendo risorse in progetti che non vennero mai portati a termine: il fantomatico progetto Copland.
Mac OS X è fondamentalmente costituito da Darwin (sistema che Apple ha realizzato partendo da un Microkernel Mach e da FreeBSD) e da Aqua, l'interfaccia grafica del sistema operativo. L'architettura nasce in NeXT (l'azienda fondata da Jobs dopo la sua dipartita da Apple nel 1985, che confluì poi nella casa della Mela quando lo stesso Jobs vi rientrò nel 1996), e il progetto iniziale, dal nome in codice Rhapsody, poteva girare sia su PowerPC che su Intel. Sopra il kernel FreeBSD/Mach di cui abbiamo già parlato avrebbero trovato posto una Yellow Box per far girare applicazioni native basate sulle librerie OpenStep (di derivazione NeXTSTEP), una Blue Box per far girare le applicazioni Mac OS (nel caso di hardware PowerPC) e una Red Box, mai confermata da parte di Apple, dove far girare le applicazioni Windows (nel caso di hardware Intel).
Questa concezione non incontrò il parere favorevole degli sviluppatori, quindi Apple decise di introdurre delle modifiche radicali nella struttura del nuovo sistema, così da andare incontro alle esigenze di chi avrebbe poi dovuto creare il software: a fianco della Yellow Box (divenuta Cocoa) e la Blue Box (l'ambiente classic sparito col passaggio ad Intel), Apple sviluppò una serie di librerie denominate Carbon, che avrebbero fatto da ponte tra il vecchio sistema e il nuovo: un'applicazione sviluppata appoggiandosi su queste librerie poteva girare nativamente sia in Mac OS 9, che in Mac OS X. Inoltre vennero aggiunte una serie di servizi per le applicazioni e tecnologie derivate dal vecchio sistema: QuickTime, ColorSync, motori per il PDF (Quartz), OpenGL ecc. A cappello di tutto ciò una nuova interfaccia grafica: AQUA.
A cinque anni dal rientro di Jobs, Apple sfornò quindi un sistema operativo che segnava un nuovo punto di partenza per la società della mela morsicata e oggi, a 10 anni di distanza, possiamo intravedere i segni di un ulteriore passo verso una nuova concezione del sistema.
Ma procediamo con ordine.
La prima versione di Mac OS X (nome in codice Cheetah) divise da subito gli utenti tra chi era entusiasta della nuova architettura del sistema, e chi non poteva fare a meno di evidenziarne i difetti, soprattutto quando c'erano di mezzo applicazioni professionali (che se non erano ancora state riscritte in Carbon dovevano girare in un Mac OS Classic "simulato"), o la gestione di hardware non ancora supportato dal nuovo sistema. Tra le lacune più grandi: l'impossibilità di masterizzare, l'assenza di un DVD player, e la lentezza della nuova interfaccia, che era ancora ben lontana dall'essere ottimizzata. Non mancano poi alcune differenze rispetto al precedente sistema che fanno storcere il naso a molti utenti: dal cestino che è stato spostato nel dock (altra novità dell'interfaccia), al menù Mela che ha perso tutte le precedenti possibilità di personalizzazione (menù Mela che nella versione beta non era nemmeno presente).
Nonostante tutto Mac OS X si fa apprezzare, e chi non necessita di soddisfare particolari esigenze professionali può tranquillamente iniziare ad utilizzarlo come sistema principale: anche perché l'ambiente Classic è sempre pronto, e all'occorrenza è possibile riavviare la macchina col vecchio sistema. In ogni caso non passa molto tempo prima che Apple rilasci la versione 10.1, nome in codice Puma: a settembre dello stesso anno, chi ha comprato la prima versione di Mac OS X può accedere gratuitamente al primo major update, che colma le principali mancanze della prima versione (da molti considerata poco più che una beta) e porta anche un sensibile incremento della velocità.
Fatto il primo passo, cioè la creazione di un sistema di base sufficientemente affidabile, la strada intrapresa da Apple diventa quella di aggiungere nuove funzioni a Mac OS X. L'ottimizzazione spinta arriverà molto più avanti, con Snow Leopard, anche perché di mezzo c'è stato un cambiamento non da poco: il passaggio da Power PC all'architettura Intel. Apple, di questi tempi, aveva già (segretamente) in cantiere una versione di Mac OS X in grado di girare su macchine x86, anche perché Darwin (il cuore di Mac OS X) era per sua natura multipiattaforma. In ogni caso l'anno successivo arrivò Jaguar, Mac OS X 10.2, la prima versione giudicata realmente utilizzabile dalla maggior parte degli utenti, anche perché nel frattempo il software riscritto per girare nativamente in Mac OS X cominciava a diventare numeroso.
La novità principale di Jaguar era la riscrittura dell'engine grafico: Quartz diventa Quartz Extreme ed è in grado di sfruttare l'accelerazione hardware delle schede grafiche più recenti anche per la gestione dell'interfaccia. Tra le altre novità di questa release possiamo ricordare Rendezvous (chiamato poi Bonjour per problemi di copyright), ovvero l'implementazione Apple del protocollo Zeroconf, iChat, la Rubrica Indirizzi, e migliorie varie nel sistema, tra cui Sherlock 3, il motore di ricerca plurivalente (cercava sia nel sistema locale, che sul web in relazione ai plugin installabili) che verrà successivamente rimpiazzato da Spotlight. Jaguar introduce anche il supporto a IPv6, il motore di stampa CUPS, e un client VPN.
Con un cadenza invidiabile, anche nell'ottobre del 2003 Apple introduce una major release di Mac OS X: è la volta di Panther, una versione che introduce un numero elevato di nuove funzioni, accompagnate da una discreta ottimizzazione, connubio che rende Mac OS X 10.3 la scelta ideale anche per le macchine più vecchie con processore G3 (a patto di avere una buona quantità di RAM). Panther è anche l'ultima versione di Mac OS X installabile sull'iMac originale, macchina che idealmente ha segnato l'inizio della rinascita di Apple, ma grazie a qualche trucchetto della comunità open source si può abilitare anche l'installazione della release successiva.
Mac OS X 10.3 portava sui computer della Mela il supporto nativo a X11, il cambio utente rapido, la videoconferenza su iChat, ed Exposé, un tool per accedere velocemente a tutte le finestre aperte nel sistema. La novità più grossa di Panther fu però Xcode, l'ambiente di sviluppo basato su GCC che insieme all'Interface Builder ha permesso di realizzare applicazioni sviluppate in C, C++, Objective C/C++, sia per Mac che (da qualche anno a questa parte) per iPhone e iPad.
Con Mac OS X 10.4, meglio conosciuto come Tiger, i tempi di aggiornamento tra le varie release cominciano ad allungarsi: siamo infatti a fine aprile del 2005 quando il nuovo sistema viene messo in vendita, ma il ritardo è comprensibile se si pensa che Tiger sarà la prima versione di Mac OS X a girare sulla nuova generazione di Mac basati su architettura Intel (l'annuncio avvenne qualche mese più tardi, nel corso della WWDC del 2005, e i primi Macintel arrivarono a gennaio dell'anno successivo).
Una nuova versione di Xcode permette di compilare direttamente il software per entrambe le architetture, ma con i software più "pesanti" il passaggio non è così semplice: per consentire agli utenti di utilizzare il software PowerPC anche sulle macchine Intel, Apple sviluppa Rosetta, un emulatore software che tramite una ricompilazione dinamica del codice consente una compatibilità quasi totale di tutte le applicazioni PPC. La versione x86 di Tiger non fu mai disponibile alla vendita, in quanto chi comprava un Macintel aveva già il sistema in dotazione con la macchina. Al di là di questo, Tiger introdusse una serie non indifferente di novità che spaziano dal supporto alle applicazioni a 64 bit, alla codifica video H.264, passando per Core Image, un sottosistema grafico in grado di sfruttare la scheda video per l'elaborazione in tempo reale degli effetti, alleggerendo il carico del processore principale.
Tiger è però ricordato per l'arrivo di Spotlight, il motore di ricerca per i contenuti su disco che sfruttando metadati e parole chiave, e appoggiandosi ad un database creato ad-hoc a seguito dell'installazione del sistema, restituisce in tempo reale tutto quanto ricercato: documenti, calendari, contatti, mail, file multimediali, applicazioni. La sua velocità permette anche di implementare le cosiddette "Smart Folder", ovvero delle cartelle intelligenti il cui contenuto viene aggiornato automaticamente in base ai criteri definiti dell'utente. Tra le novità che non hanno riscosso troppo successo c'è invece Dashboard, il layer semitrasparente del desktop pensato per far girare widget realizzati in HTML, CSS e Javascript: idea dal potenziale interessante ma a mio avviso poco utile, visto che è relegata ad un livello a sé stante e per certi versi "separato" dal resto del sistema.
Dopo un periodo di assestamento sulla nuova architettura, nell'ottobre del 2007 arriva Leopard, ed Apple comincia a tagliare i processori più vecchi: Mac OS X 10.5 è installabile solo su macchine con PowerPC G4 e G5 (oltre, ovviamente ai nuovi Mac con processore Intel), mentre viene tagliata la compatibilità con i G3, macchine la cui produzione era comunque terminata nel 2003. A segnare ulteriormente il cambio di architettura, con l'arrivo di Leopard Apple elimina l'ambiente Classic, con conseguente malcontento di chi utilizzava ancora vecchie applicazioni (molto vecchie).
Si tratta di uno degli aggiornamenti più corposi del sistema, quantomeno come funzionalità visibili all'utente: tra i più noti possiamo ricordare Cover Flow (per sfogliare i file), Quick Look (per visualizzare direttamente da sistema i documenti delle applicazioni più comuni), Spaces (i desktop virtuali), Time Machine (backup incrementale che permette di recuperare singoli file ai diversi stati di modifica, "simulando" un viaggio a ritroso nel tempo) e Boot Camp, ovvero una funzione che permette di creare una partizione dove installare Windows e farlo girare in modo nativo sui Mac con processore Intel (Boot Camp era disponibile in versione beta dal 2006, ma fu ufficialmente incluso in Mac OS X solo con l'arrivo di Leopard).
A livello più tecnico, Mac OS X 10.5 affianca a Core Image, Core Video e Core audio, il nuovo Core Animation, un framework per creare animazioni nelle interfacce (sfruttato dalla stessa Apple per Time Machine); ma soprattutto, Leopard è la prima versione di Mac OS X ad ottenere la certificazione allo standard UNIX 03, con conformità alle specifiche SUSv3 e POSIX 1003.1.
Sempre nel 2007, da una costola di Mac OS X nasce iOS (ai tempi iPhone OS), il sistema operativo che equipaggia iPhone, iPod Touch, e iPad e che influenzerà alcuni elementi dell'interfaccia del futuro Mac OS X 10.7, Lion: ma questa è un'altra storia.
Nel mese di agosto del 2009 Apple rilascia Mac OS X 10.6, Snow Leopard, l'attuale versione del sistema operativo. Snow Leopard taglia completamente i ponti col passato in quanto è installabile solo su Mac con processore Intel, e questa semplificazione consente ad Apple di realizzare un sistema molto più leggero ed ottimizzato. Sotto una carrozzeria che sembra identica alla precedente, si nasconde un sistema più agile e tre novità di tutto rispetto: un kernel a 64 bit (anche se su molte macchine si avvia di default a 32 bit), Open CL (una tecnologia che permette di sfruttare la potenza di elaborazione delle GPU anche per compiti che esulano dalla grafica) e Grand Central Dispatch (una tecnologia che mira ad ottimizzare l'esecuzione del software sulle macchine multicore). Snow Leopard rende opzionale l'installazione di Rosetta, segno che ogni retaggio del vecchio codice PPC dev'essere abbandonato: Rosetta non sarà più presente nella prossima major release.
Volendo dare una sbirciatina al futuro dovremmo parlare di Lion, ovvero Mac OS X 10.7, presentato lo scorso ottobre in occasione del lancio dei nuovi Mac Book Air e previsto in uscita per questa estate. Senza scendere troppo nei dettagli, la versione beta distribuita agli sviluppatori un mese fa ha evidenziato ciò che già era stato annunciato, ovvero che l'interfaccia mutuerà molte delle caratteristiche di iOS.
Le novità però non si fermano qui: Mac OS X è un sistema molto dinamico che in 10 anni ha dimostrato di sapersi evolvere e trasformare, emulando vecchi sistemi, aggiungendo funzionalità, passando per un cambio di architettura, fornendo lo spunto per nuove tecnologie, facendo nascere nuovi sistemi (iOS), e prendendo il meglio di ciò che gli sta intorno. Certo, non è un sistema perfetto, e credo che ogni utente Mac abbia le sue lamentele e le sue richieste per le release successive, ma mi piace pensare che continuerà a migliorare finché Apple non deciderà che sarà tempo di una nuova svolta: allora, invece di Mac OS X, avremo un nuovo sistema, con una nuova concezione del desktop e probabilmente un nuovo nome.
mercoledì 23 marzo 2011
Mhmmm... i conti non tornano...
Si è detto tanto sui numeri delle presunte vendite di iPad 2, con numeri che spaziavano dalle 400'000 unità a 1'200'000 pezzi nel solo primo weed-end (numeri da capogiro nella seconda ipotesi, ma decisamente più modesti nella prima, anche perché le stime pre-lancio parlavano di 600'000 pezzi).
Apple continua a dire che la richiesta è altissima, ma al momento non ha ancora diffuso alcun dato ufficiale, il che è strano perché tipicamente al superamento della soglia psicologica del milione di pezzi, viene rilasciato un comunicato stampa.
I casi sono due: o le vendite non sono state eccezionali (quindi Apple si guarda bene dal fornire numeri), oppure vuole aspettare il lancio di questo venerdì per fornire un numero ancora più impressionanate la prossima settimana.
Nel frattempo vi segnalo una curiosa storiella comparsa su MacRumors... tra gli Pad restituiti dai clienti americani (diritto di recesso) ce n'era uno con un post-it che spiegava in maniera molto succinta il motivo della restituzione: "Wife said no" (mia moglie ha detto "no"). Apple, dopo aver restituito quanto speso, ha omaggiato la persona in questione rimandandogli lo stesso iPad con un altro post-it che recitava: "Apple said yes" (Apple dice "si")
PS: se state pensando di provarci, non credo che vi riesca di ottenere lo stesso risultato con il medesimo giochetto... :-)
Apple continua a dire che la richiesta è altissima, ma al momento non ha ancora diffuso alcun dato ufficiale, il che è strano perché tipicamente al superamento della soglia psicologica del milione di pezzi, viene rilasciato un comunicato stampa.
I casi sono due: o le vendite non sono state eccezionali (quindi Apple si guarda bene dal fornire numeri), oppure vuole aspettare il lancio di questo venerdì per fornire un numero ancora più impressionanate la prossima settimana.
Nel frattempo vi segnalo una curiosa storiella comparsa su MacRumors... tra gli Pad restituiti dai clienti americani (diritto di recesso) ce n'era uno con un post-it che spiegava in maniera molto succinta il motivo della restituzione: "Wife said no" (mia moglie ha detto "no"). Apple, dopo aver restituito quanto speso, ha omaggiato la persona in questione rimandandogli lo stesso iPad con un altro post-it che recitava: "Apple said yes" (Apple dice "si")
PS: se state pensando di provarci, non credo che vi riesca di ottenere lo stesso risultato con il medesimo giochetto... :-)
martedì 22 marzo 2011
No more bumper
Per molti mesi ho usato l'iPhone 4 senza bumper, né altre protezioni, e fondamentalmente l'iPhone 4 non ha subito alcun danno, se non qualche lieve graffietto sul retro (visto che ho l'abitudine di appoggiarlo sempre sul dorso). Poi ho deciso di fare un periodo di prova col bumper: il bumper non ha una protezione completa del dorso ma, realizzando un piccolo rialzo su tutto il bordo, di fatto evita che il dorso "strisci", e ha svolto questo compito alla perfezione evitando qualsiasi ulteriore segno sulla parte posteriore... peccato per gli altri problemi!
A parte il fatto che il telefono cambia completamente il suo aspetto estetico, diventando decisamente più brutto (non pensavo, ma l'effetto è notevole) e più ingombrante, la polvere che invitabilmente si infila dove ci sono le fessure (microfono, casse, connettore dock, presa cuffie e switch per la modalità silenziosa) rimane imprigionata tra il bumper e il bordo di alluminio. Visto che il bumper ha un pò di gioco (altro difetto), la polvere striscia sul bordo in alluminio e inevitabilmente lo graffia. Un altro problema minore, è che la gomosità del bumper in qualche modo attira lo sporco rendendo meno efficace la protezione oleorepellente dello schermo... non so di preciso a cosa sia dovuto questo effetto, ma senza bumper il display resta molto più pulito.
In definitiva ho deciso di eliminare definitivamente il bumper e tenermi il telefono così com'è... al limite valuterò l'acquisto di una protezione meno invasiva che preserva l'aspetto del telefono, come la pellicola Wrapsol di cui vi ho parlato il mese scorso.
A parte il fatto che il telefono cambia completamente il suo aspetto estetico, diventando decisamente più brutto (non pensavo, ma l'effetto è notevole) e più ingombrante, la polvere che invitabilmente si infila dove ci sono le fessure (microfono, casse, connettore dock, presa cuffie e switch per la modalità silenziosa) rimane imprigionata tra il bumper e il bordo di alluminio. Visto che il bumper ha un pò di gioco (altro difetto), la polvere striscia sul bordo in alluminio e inevitabilmente lo graffia. Un altro problema minore, è che la gomosità del bumper in qualche modo attira lo sporco rendendo meno efficace la protezione oleorepellente dello schermo... non so di preciso a cosa sia dovuto questo effetto, ma senza bumper il display resta molto più pulito.
In definitiva ho deciso di eliminare definitivamente il bumper e tenermi il telefono così com'è... al limite valuterò l'acquisto di una protezione meno invasiva che preserva l'aspetto del telefono, come la pellicola Wrapsol di cui vi ho parlato il mese scorso.
lunedì 21 marzo 2011
4.3 e batteria: va meglio, ma ancora non ci siamo
Mi riallaccio a quanto detto la scorsa settimana.
Ho disabilitato completamente Ping (anche se non ero iscritto), ho disabilitato i servizi aggiuntivi di Game Central (partite multigiocatore online e ricerca/aggiunta di amici), e ho verificato di non avere nulla in push. L'autonomia sembra essere tornata su buoni livelli, nessun problema finché sono in WiFi, ma quando si attiva la connessione dati in 3G il consumo è sensibilmente maggiore, anche se si mantiene su valori accettabili. Visto che non ho nulla di attivo che dovrebbe scambiare dati in background, l'una delle ipotesi che rimangono è quella del nuovo motore di Safari, che è più prestante ma potrebbe richiedere maggiore potenza di calcolo, e in effetti si nota un calo consistente proprio durante la navigazione... anche se questo non spiegherebbe la differenza di comportamento tra WiFi e 3G (a meno che in WiFi il problema si noti meno perché ci sono altre migliorie che compensano).
Al di là di questo, quello che mi lascia perplesso è che non tutti sembrano accusare il problema, ma questo potrebbe anche dipendere dal tipo di utilizzo; c'è anche chi dice di aver risolto i problemi grazie ad un ripristino, cosa che al momento vorrei evitare per vari motivi. L'unica cosa certa è che molti lamentano un traffico anomalo di dati che non sembra riconducibile a nessuna applicazione specifica, ma c'è anche chi dice di avere la batteria che dura molto di meno pur non avendo notato alcun traffico anomalo: tutte le notizie vanno prese con le dovute cautele, ed è meglio verificare di persona cosa succede...
In ogni caso, a meno di cose eclatanti, non so se avrò tempo e voglia di indagare ulteriormente in modo approfondito, perché la cosa mi ha già scocciato abbastanza, e comunque sono in una condizione che (seppur peggiore rispetto a prima) non mi causa particolari disagi: in questo momento ho voluto provare a chiudere tutte le applicazioni, evitare qualsiasi traffico dati "esplicito" (pur tenendo la connessione dati abilitata) e tenere sotto controllo il conteggio del traffico dati, per vedere se c'è qualche macro-problema che si evidenzia in modo chiaro e preciso... La sensazione, è che consumi troppo pur non facendo niente, e anche senza traffico dati, come se il fatto stesso di abilitare il modulo 3G causasse un maggiore consumo della batteria: che Apple abbia fatto qualche modifica sulla gestione del modulo per "limare" i vecchi problemi dell'antenna? Se così fosse, lo rivoglio come prima, visto che in ogni caso di problemi all'antenna non ne ho mai avuti... ma una persona di fiducia mi dice che anche tenendo il 3G sempre spento (naviga in EDGE non essendo la sua zona coperta da rete 3G) il problema è evidente.
In definitiva, l'unica cosa certa è che c'è parecchia confusione intorno all'argomento: in caso di news, vi farò sapere....
Ho disabilitato completamente Ping (anche se non ero iscritto), ho disabilitato i servizi aggiuntivi di Game Central (partite multigiocatore online e ricerca/aggiunta di amici), e ho verificato di non avere nulla in push. L'autonomia sembra essere tornata su buoni livelli, nessun problema finché sono in WiFi, ma quando si attiva la connessione dati in 3G il consumo è sensibilmente maggiore, anche se si mantiene su valori accettabili. Visto che non ho nulla di attivo che dovrebbe scambiare dati in background, l'una delle ipotesi che rimangono è quella del nuovo motore di Safari, che è più prestante ma potrebbe richiedere maggiore potenza di calcolo, e in effetti si nota un calo consistente proprio durante la navigazione... anche se questo non spiegherebbe la differenza di comportamento tra WiFi e 3G (a meno che in WiFi il problema si noti meno perché ci sono altre migliorie che compensano).
Al di là di questo, quello che mi lascia perplesso è che non tutti sembrano accusare il problema, ma questo potrebbe anche dipendere dal tipo di utilizzo; c'è anche chi dice di aver risolto i problemi grazie ad un ripristino, cosa che al momento vorrei evitare per vari motivi. L'unica cosa certa è che molti lamentano un traffico anomalo di dati che non sembra riconducibile a nessuna applicazione specifica, ma c'è anche chi dice di avere la batteria che dura molto di meno pur non avendo notato alcun traffico anomalo: tutte le notizie vanno prese con le dovute cautele, ed è meglio verificare di persona cosa succede...
In ogni caso, a meno di cose eclatanti, non so se avrò tempo e voglia di indagare ulteriormente in modo approfondito, perché la cosa mi ha già scocciato abbastanza, e comunque sono in una condizione che (seppur peggiore rispetto a prima) non mi causa particolari disagi: in questo momento ho voluto provare a chiudere tutte le applicazioni, evitare qualsiasi traffico dati "esplicito" (pur tenendo la connessione dati abilitata) e tenere sotto controllo il conteggio del traffico dati, per vedere se c'è qualche macro-problema che si evidenzia in modo chiaro e preciso... La sensazione, è che consumi troppo pur non facendo niente, e anche senza traffico dati, come se il fatto stesso di abilitare il modulo 3G causasse un maggiore consumo della batteria: che Apple abbia fatto qualche modifica sulla gestione del modulo per "limare" i vecchi problemi dell'antenna? Se così fosse, lo rivoglio come prima, visto che in ogni caso di problemi all'antenna non ne ho mai avuti... ma una persona di fiducia mi dice che anche tenendo il 3G sempre spento (naviga in EDGE non essendo la sua zona coperta da rete 3G) il problema è evidente.
In definitiva, l'unica cosa certa è che c'è parecchia confusione intorno all'argomento: in caso di news, vi farò sapere....
martedì 15 marzo 2011
Una speranza per iOS 5
Chi segue queste pagine sa che una delle lamentele più frequenti che faccio verso iOS è l'impossibilità di gestire files in modo flessibile: sia che vengano caricati da iTunes, sia che passino attraverso WiFi, sono sempre associati ad una specifica applicazione, e il fatto che questa applicazione possa esportarli verso un'altra applicazione in grado di gestirli, è affidato al buonsenso del programmatore.
Se proprio Apple non vuole inserire un file manager in iOS, quantomeno potrebbe creare una "zona libera" da cui ogni applicazione può importare ed esportare files: se la zona è comune, tutte le applicazioni possono accedervi, e sarebbe la fine di ogni problema legato a questo aspetto.
Ora, a molti non sarà sfuggito che in Lion c'è una nuova funzione chiamata AirDrop, pensata per lo scambio rapido dei files tra computer nella stessa rete... non sarebbe affatto male se questa funzione venisse integrata anche in iOS 5, anche perché mi aspetto che una simile integrazione implicherebbe anche la realizzazione della da-me-tanto-auspicata "zona comune": se trasferisco un file da Mac a iPhone mi aspetto poi di poterlo aprire con l'applicazione più adatta...
E' ancora presto, ma girano voci su una presentazione di iOS 5 in aprile, cosa più che plausibile per dare tempo agli sviluppatori di aggiornare le loro app prima del rilascio del nuovo sistema... staremo a vedere...
Se proprio Apple non vuole inserire un file manager in iOS, quantomeno potrebbe creare una "zona libera" da cui ogni applicazione può importare ed esportare files: se la zona è comune, tutte le applicazioni possono accedervi, e sarebbe la fine di ogni problema legato a questo aspetto.
Ora, a molti non sarà sfuggito che in Lion c'è una nuova funzione chiamata AirDrop, pensata per lo scambio rapido dei files tra computer nella stessa rete... non sarebbe affatto male se questa funzione venisse integrata anche in iOS 5, anche perché mi aspetto che una simile integrazione implicherebbe anche la realizzazione della da-me-tanto-auspicata "zona comune": se trasferisco un file da Mac a iPhone mi aspetto poi di poterlo aprire con l'applicazione più adatta...
E' ancora presto, ma girano voci su una presentazione di iOS 5 in aprile, cosa più che plausibile per dare tempo agli sviluppatori di aggiornare le loro app prima del rilascio del nuovo sistema... staremo a vedere...
lunedì 14 marzo 2011
[aggiornato] Dimezzata... o forse no?
Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere questo post perché, complice il fine-settimana, volevo fare qualche test e consultare qualche forum.
A seguito dell'installazione di iOS 4.3 ho notato un calo dell'autonomia dell'iPhone, al punto da farmi dire che l'autonomia era quasi dimezzata. Al di là dell'inevitabile consumo legato ai test dell'hotspot personale, un primo giro di controlli aveva evidenziato che Facetime era attivo (e questo, come già evidenziato in più occasioni, non so perché ma consuma); inoltre non capisco perché iMovie 1.2 voglia il servizio di localizzazione attivo per abilitare l'accesso alle mie librerie (...e questa cosa non mi piace per niente).
In ogni caso, per fugare ogni dubbio, ho provveduto ad una ricalibrazione della batteria (ovvero l'ho fatto scaricare totalmente, fino a spegnimento, e poi gli ho fatto fare una ricarica completa), ed ho spento FaceTime. A seguito di queste due operazioni la situazione sembra migliorata anche se sicuramente non siamo ai livelli di prima, e comunque l'utilizzo nel week-end è per forza di cose abbastanza differente rispetto all'utilizzo nel corso della settimana: finché sono a casa la navigazione avviene attraverso il modulo WiFi, e il 3G lo tengo proprio spento (anche se magari gioco un po' di più). In ogni caso l'impressione è che sia proprio la navigazione a consumare più batteria: forse il nuovo motore di Safari migliora le prestazioni a scapito dei consumi? Difficile da capire, anche perché la sensazione è che il calo sia dovuto proprio all'utilizzo del telefono su rete mobile, non solo con Safari ma con qualsiasi altra applicazione che accede alla rete: da Mail a NewsTap, passando per le applicazioni dei vari quotidiani che danno accesso alle news online (in tal caso, probabilmente, sfuttando comunque lo stesso motore di Safari).
Spero di capirci qualcosa di più nei prossimi giorni, e spero in ogni caso che Apple voglia rilasciare un aggiornamento che riporti le cose come prima perché, qualunque sia il motivo e qualunque sia l'entità, il calo di autonomia è comunque evidente.
PS: magari, se l'aggiornamento uscisse per tempo, Apple potrebbe anche scansare l'ennesima figuraccia sulla gestione dell'orologio durante il cambio dell'ora...
[aggiornamento]: come segnalato da LucaS (vedi commenti) pare che il problema del calo di autonomia sia da imputare a Ping; la soluzione proposta da iPhone Italia è quella di disabilitare completamente Ping tramite le restrizioni del sistema. Io l'ho appena fatto: nei prossimi giorni vi saprò dire se funziona...
A seguito dell'installazione di iOS 4.3 ho notato un calo dell'autonomia dell'iPhone, al punto da farmi dire che l'autonomia era quasi dimezzata. Al di là dell'inevitabile consumo legato ai test dell'hotspot personale, un primo giro di controlli aveva evidenziato che Facetime era attivo (e questo, come già evidenziato in più occasioni, non so perché ma consuma); inoltre non capisco perché iMovie 1.2 voglia il servizio di localizzazione attivo per abilitare l'accesso alle mie librerie (...e questa cosa non mi piace per niente).
In ogni caso, per fugare ogni dubbio, ho provveduto ad una ricalibrazione della batteria (ovvero l'ho fatto scaricare totalmente, fino a spegnimento, e poi gli ho fatto fare una ricarica completa), ed ho spento FaceTime. A seguito di queste due operazioni la situazione sembra migliorata anche se sicuramente non siamo ai livelli di prima, e comunque l'utilizzo nel week-end è per forza di cose abbastanza differente rispetto all'utilizzo nel corso della settimana: finché sono a casa la navigazione avviene attraverso il modulo WiFi, e il 3G lo tengo proprio spento (anche se magari gioco un po' di più). In ogni caso l'impressione è che sia proprio la navigazione a consumare più batteria: forse il nuovo motore di Safari migliora le prestazioni a scapito dei consumi? Difficile da capire, anche perché la sensazione è che il calo sia dovuto proprio all'utilizzo del telefono su rete mobile, non solo con Safari ma con qualsiasi altra applicazione che accede alla rete: da Mail a NewsTap, passando per le applicazioni dei vari quotidiani che danno accesso alle news online (in tal caso, probabilmente, sfuttando comunque lo stesso motore di Safari).
Spero di capirci qualcosa di più nei prossimi giorni, e spero in ogni caso che Apple voglia rilasciare un aggiornamento che riporti le cose come prima perché, qualunque sia il motivo e qualunque sia l'entità, il calo di autonomia è comunque evidente.
PS: magari, se l'aggiornamento uscisse per tempo, Apple potrebbe anche scansare l'ennesima figuraccia sulla gestione dell'orologio durante il cambio dell'ora...
[aggiornamento]: come segnalato da LucaS (vedi commenti) pare che il problema del calo di autonomia sia da imputare a Ping; la soluzione proposta da iPhone Italia è quella di disabilitare completamente Ping tramite le restrizioni del sistema. Io l'ho appena fatto: nei prossimi giorni vi saprò dire se funziona...
venerdì 11 marzo 2011
Una mossa coraggiosa... e benaugurante
Mentre Jobs dichiara che l'iPad ha innaugurato l'era del post-PC e Lion si appresta a diventare sempre più simile ad iOS, e mentre Eric Schmidt conferma che il mobile sarà sempre più importante nei prossimi anni e Andorid 3 comincia a fare capolino (in attesa di Chrome OS), anche HP, forte dell'acquisizione di Palm, fa la sua mossa "coraggiosa": è di qualche giorno fa l'annuncio che WebOS sarà installato su tutti i computer messi in vendita nel prossimo anno, in dual boot con l'onnipresente Windows. Ovviamente non ci si potrà fare tutto, ma sarà più che sufficiente per la maggior parte dei compiti quotidiani dell'utente medio casalingo, quello che non è necessariamente un informatico e che usa il computer per quello che è diventato: un elettrodomentico.
Io non so come andrà a finire, ma ho sempre più la netta impressione che, da qui a qualche anno, il mondo informatico sarà molto diverso dall'attuale
Io non so come andrà a finire, ma ho sempre più la netta impressione che, da qui a qualche anno, il mondo informatico sarà molto diverso dall'attuale
giovedì 10 marzo 2011
La mosca bianca
20 anni fa mi sentivo una mosca bianca: le persone che avevano un computer erano ancora relativamente poche, e ancora meno erano quelle che utilizzavano un Mac.
L'uscita di Windows 95 facilitò la diffusione dei PC, ma la crisi di Apple nei primi anni '90 non fece che rafforzare la mia condizione di mosca bianca... almeno fino a qualche anno fa...
La scorsa settimana, mentre attendevo l'imbarco per il mio recente volo, intorno a me c'era un MacBook Pro da 13", un MacBook bianco, e un'altro portatile Apple più vecchio, di quelli non-unibody e con la cornice del display grigia (impossibile capire "a distanza" se si trattava ancora di un PowerBook G4 o di un MacBook Pro da 15"); di fronte a me un signore sulla cinquantina scriveva con un iPad, e vedevo un tablet della mela anche più lontano, su un tavolino, sempre utilizzato per scrivere. Sull'aereo gli iPod non si contavano, soprattutto iPod nano di terza generazione, ma anche qualche Touch utilizzato per ingannare il tempo giocando e un iPad (proprio al mio fianco) impegnato in una partita a Monopoli; all'atterraggio, salendo sul pullman che ci riportava al terminal (momento in cui tutti riaccendono i cellulari) ho contato almeno 6 iPhone 4, e qualche modello più vecchio.
Ovviamente non c'erano solo dispositivi Apple: prima dell'imbarco molta gente utilizzava un PC-Win (ho visto un vaio, un paio di HP, due Dell e un Acer), un ragazzo era intento a leggere qualcosa su un Kindle, sull'aereo c'era chi ascoltava musica da un cellulare Samsung (spero in modalità aereo, perché non mi sembrava un terminale molto "avanzato", ed era "nascosto" nella borsetta), e un paio di file dietro di me un GalaxyTab. Sul pullman, a fronte di tanti iPhone, c'erano altrettanti (o quasi) BlackBerry e anche un tipo in giacca e cravatta che guardava un film su una PSP. Quello che non ho visto (ne ho intravisto uno solo, nonostante i dati di vendita direbbero il contrario) sono i cellulari Android: forse hanno venduto tanto negli ultimi trimestri ma l'iPhone ha un vantaggio che viene dagli anni passati (anche se in realtà ho visto più iPhone 4 che modelli precedenti), o forse gli smartphone Android sono meno usati di iPhone e BlackBerry, quindi erano presenti ma tenuti in tasca...
In ogni caso, in questi ultimi anni, mi sento meno mosca bianca rispetto al passato, ma chiudendo il cerchio su Apple c'è un dispositivo che in tutti i miei ultimi viaggi non sono mai riuscito a vedere in mano a qualcuno: il nuovo iPod nano touch. A me piace molto, ma credo che la diffusione di smartphone (di ogni marca) e di iPod Touch (più costosi ma più versatili) mietano vittime proprio in questo settore: chi vuole grande capacità di rivolge al classic (almeno finché non verrà lanciato un touch da 128GB a prezzo conveniente), e chi vuole qualcosa di molto semplice (magari per fare jogging) è più probabile che guardi allo shuffle, ad altre marche (per esempio Creative) o a prodotti meno costosi. Possibile che l'iPod nano (da sempre l'iPod più venduto) diventi la nuova mosca bianca di Apple? Se così fosse, per settembre aspettatevi l'ennesimo restiling
L'uscita di Windows 95 facilitò la diffusione dei PC, ma la crisi di Apple nei primi anni '90 non fece che rafforzare la mia condizione di mosca bianca... almeno fino a qualche anno fa...
La scorsa settimana, mentre attendevo l'imbarco per il mio recente volo, intorno a me c'era un MacBook Pro da 13", un MacBook bianco, e un'altro portatile Apple più vecchio, di quelli non-unibody e con la cornice del display grigia (impossibile capire "a distanza" se si trattava ancora di un PowerBook G4 o di un MacBook Pro da 15"); di fronte a me un signore sulla cinquantina scriveva con un iPad, e vedevo un tablet della mela anche più lontano, su un tavolino, sempre utilizzato per scrivere. Sull'aereo gli iPod non si contavano, soprattutto iPod nano di terza generazione, ma anche qualche Touch utilizzato per ingannare il tempo giocando e un iPad (proprio al mio fianco) impegnato in una partita a Monopoli; all'atterraggio, salendo sul pullman che ci riportava al terminal (momento in cui tutti riaccendono i cellulari) ho contato almeno 6 iPhone 4, e qualche modello più vecchio.
Ovviamente non c'erano solo dispositivi Apple: prima dell'imbarco molta gente utilizzava un PC-Win (ho visto un vaio, un paio di HP, due Dell e un Acer), un ragazzo era intento a leggere qualcosa su un Kindle, sull'aereo c'era chi ascoltava musica da un cellulare Samsung (spero in modalità aereo, perché non mi sembrava un terminale molto "avanzato", ed era "nascosto" nella borsetta), e un paio di file dietro di me un GalaxyTab. Sul pullman, a fronte di tanti iPhone, c'erano altrettanti (o quasi) BlackBerry e anche un tipo in giacca e cravatta che guardava un film su una PSP. Quello che non ho visto (ne ho intravisto uno solo, nonostante i dati di vendita direbbero il contrario) sono i cellulari Android: forse hanno venduto tanto negli ultimi trimestri ma l'iPhone ha un vantaggio che viene dagli anni passati (anche se in realtà ho visto più iPhone 4 che modelli precedenti), o forse gli smartphone Android sono meno usati di iPhone e BlackBerry, quindi erano presenti ma tenuti in tasca...
In ogni caso, in questi ultimi anni, mi sento meno mosca bianca rispetto al passato, ma chiudendo il cerchio su Apple c'è un dispositivo che in tutti i miei ultimi viaggi non sono mai riuscito a vedere in mano a qualcuno: il nuovo iPod nano touch. A me piace molto, ma credo che la diffusione di smartphone (di ogni marca) e di iPod Touch (più costosi ma più versatili) mietano vittime proprio in questo settore: chi vuole grande capacità di rivolge al classic (almeno finché non verrà lanciato un touch da 128GB a prezzo conveniente), e chi vuole qualcosa di molto semplice (magari per fare jogging) è più probabile che guardi allo shuffle, ad altre marche (per esempio Creative) o a prodotti meno costosi. Possibile che l'iPod nano (da sempre l'iPod più venduto) diventi la nuova mosca bianca di Apple? Se così fosse, per settembre aspettatevi l'ennesimo restiling
mercoledì 9 marzo 2011
Un futuro "arioso"
Quando c'era aria di rinnovo del MacBook Air, ebbi modo di discutere con un altro utente Mac sull'opportunità che Apple aggiornasse tale linea di prodotti. Lui era dell'idea che era una macchina troppo costosa ed era convinto che Apple l'avrebbe eliminata perché di scarso impatto sul pubblico. Io invece ero convinto che era una macchina dall'ottimo potenziale, perché la forza bruta del processore non è tutto e l'Air ha molti altri vantaggi: con una mossa di quelle giuste (riprogettazione e giusta collocazione di prezzo), Apple avrebbe fatto centro un'altra volta. A presentazione avvenuta, Apple dimostrò di aver messo in commercio una macchina ultra-portatile, tra i più sottili e leggeri in commercio, con la migliore autonomia, e con un disco SSD che sopperiva alla minore potenza del processore. A conti fatti, un'ottima macchina per chi necessita di portabilità estrema, e un prezzo che era perfettamente in linea con i prodotti concorrenti dalle stesse caratteristiche (e non parlo di potenza del processore, ma di portabilità, autonomia e tipologia del supporto di archiviazione). Certo, spendendo meno ci si potrebbe portare a casa un MBP13" che ha un processore più potente, un drive ottico, una porta ethernet, e altre cose in più (in realtà ha anche qualcosa in meno, visto che lo schermo ha una risoluzione minore)... per non parlare dei classici portatili Wintel che possono costare anche la metà... ma sono macchine diverse che rispondono ad esigenze diverse: una macchina "fatta come l'Air" non costa meno dell'Air...
Al di là dei costi, quello che mi preme osservare è che l'Air è stato un enorme successo, a riprova del fatto che va a soddisfare una ben precisa categoria di utente che esiste e che chiede questo tipo di macchine: in definitiva ci avevo visto giusto ;)
Apple non fornisce mai i dati divisi per singola tipologia di macchina, ma pare che nel trimestre natalizio (quello in cui si sono venduti 2.9 milioni di portatili) siano stati comprati 1.1 milioni di MacBook Air (cioé il 38% dei notebook totali): non male per una macchina ritenuta eccessivamente costosa...
Tra l'altro pare che il modello da 11" sia quello andato per la maggiore (la cosa mi è stata confermata anche da qualche amico/conoscente che vende prodotti Apple), il che conferma un'ulteriore mia ipotesi del passato, ovvero che il precedente MacBook Air poteva anche essere fatto più piccolo, sfruttando uno schermo wide, e quindi senza sacrificare la tastiera full size.
Pare che il risultato ben al disopra (60% in più) anche rispetto le aspettative della stessa Apple, il che potrebbe tradursi presto in un cambio di direzione anche sulle altre linee di portatili. Tra parentesi continuo a notare quella che secondo me è un'anomalia, cioé il fatto che Apple ha in vetrina ben tre modelli con schermo da 13": il MacBook bianco, l'Air da 13" e l'entry level del MacBook Pro... a mio avviso uno di questi è destinato a sparire: difficile dire se toccherà al MacBook bianco (attualmente poco concorrenziale come prezzo rispetto agli altri modelli da 13") o al piccolo MacBook Pro... certo è che un update dell'Air con Thunderbolt potrebbe mettere a disposizione dell'Air tutte le porte che attualmente mancano, mentre il drive ottico potrebbe sparire anche da altri portatili (non a caso Apple ha messo in piedi il Mac App Store): a quel punto la sovrapposizione dell'Air con il MBP13" sarebbe totale, e quest'ultimo avrebbe poco senso di esistere... sicuramente ci sono altre novità in arrivo...
Al di là dei costi, quello che mi preme osservare è che l'Air è stato un enorme successo, a riprova del fatto che va a soddisfare una ben precisa categoria di utente che esiste e che chiede questo tipo di macchine: in definitiva ci avevo visto giusto ;)
Apple non fornisce mai i dati divisi per singola tipologia di macchina, ma pare che nel trimestre natalizio (quello in cui si sono venduti 2.9 milioni di portatili) siano stati comprati 1.1 milioni di MacBook Air (cioé il 38% dei notebook totali): non male per una macchina ritenuta eccessivamente costosa...
Tra l'altro pare che il modello da 11" sia quello andato per la maggiore (la cosa mi è stata confermata anche da qualche amico/conoscente che vende prodotti Apple), il che conferma un'ulteriore mia ipotesi del passato, ovvero che il precedente MacBook Air poteva anche essere fatto più piccolo, sfruttando uno schermo wide, e quindi senza sacrificare la tastiera full size.
Pare che il risultato ben al disopra (60% in più) anche rispetto le aspettative della stessa Apple, il che potrebbe tradursi presto in un cambio di direzione anche sulle altre linee di portatili. Tra parentesi continuo a notare quella che secondo me è un'anomalia, cioé il fatto che Apple ha in vetrina ben tre modelli con schermo da 13": il MacBook bianco, l'Air da 13" e l'entry level del MacBook Pro... a mio avviso uno di questi è destinato a sparire: difficile dire se toccherà al MacBook bianco (attualmente poco concorrenziale come prezzo rispetto agli altri modelli da 13") o al piccolo MacBook Pro... certo è che un update dell'Air con Thunderbolt potrebbe mettere a disposizione dell'Air tutte le porte che attualmente mancano, mentre il drive ottico potrebbe sparire anche da altri portatili (non a caso Apple ha messo in piedi il Mac App Store): a quel punto la sovrapposizione dell'Air con il MBP13" sarebbe totale, e quest'ultimo avrebbe poco senso di esistere... sicuramente ci sono altre novità in arrivo...
lunedì 7 marzo 2011
[10 anni fa] Prime premonizioni
Un po' in ritardo arriva l'appuntamento di "10 anni fa" dedicato al mese di febbraio del 2001.
Il mese si apre subito con una cattiva notizia, ovvero la fine del Dreamcast, l'ultima sfortunata console Sega, che non ha saputo reggere alla concorrenza di Sony, Nintendo e l'ultima arrivata, la X-Box di Microsoft: Sega si concentrerà solo sul software.
Sul fronte delle "curiosità", Matsushita annunciava il rilascio di una tecnologia in grado di memorizzare ben 32MB su un semplice floppy da 1,44": l'avete mai vista all'opera? Io no, anzi, a quei tempi Apple aveva già abbandonato i floppy disk in maniera definitiva. Sony ha cessato la produzione di floppy quest'anno.
Proseguendo l'argomento con Apple, 10 anni fa esisteva ancora il MacWorld Expo di Tokio, e in quell'occasione vennero presentati gi iMac Power Flower, ovvero la peggior veste cromatica mai utilizzata per questa fortunata serie di macchine... stonatura per stonatura, in quell'occasione Jobs si presento al pubblico in giacca e cravatta, anziché vestire con i soliti jeans e maglia.
Sempre in quel periodo, iniziava la commercializzazione dei primi Mac dotati di Superdrive (presentati il mese precedente in occasione del MacWorld Expo di San Francisco, e affiancati da iDVD) mentre Apple abbassava i prezzi del Cube G4 cercando inutilmente di salvarlo da una brutta fine.
Le notizie più interessanti arrivavano però dal settore mobile: Flash Player faceva la sua comparsa su Pocket PC, da utilizzare a scopo ludico (funzione che riuscirà meglio a iOS, senza utilizzare Flash) ma soprattutto si iniziava a parlare di tablet, anzi di Web-Pad. Tralasciando il fatto che im quella circostanza nessuno si era messo a fare dello spirito sull'eventuale doppio significato di Pad (non mi stancherò mai di ripetere che certe cose vengono fatto solo e quando c'è di mezzo Apple), si trattava comunque dei primi tentativi di fare dei tablet che non fossero dei PC, ma dei terminali più semplici e destinati a compiti specifici, anche se forse un po' troppo limitati: probabilmente era ancora troppo presto per arrivare a quello che ci ritroviamo adesso tra le mani (che sia iPad, GalaxyTab, Xoom, o altro ancora)...
Il mese si apre subito con una cattiva notizia, ovvero la fine del Dreamcast, l'ultima sfortunata console Sega, che non ha saputo reggere alla concorrenza di Sony, Nintendo e l'ultima arrivata, la X-Box di Microsoft: Sega si concentrerà solo sul software.
Sul fronte delle "curiosità", Matsushita annunciava il rilascio di una tecnologia in grado di memorizzare ben 32MB su un semplice floppy da 1,44": l'avete mai vista all'opera? Io no, anzi, a quei tempi Apple aveva già abbandonato i floppy disk in maniera definitiva. Sony ha cessato la produzione di floppy quest'anno.
Proseguendo l'argomento con Apple, 10 anni fa esisteva ancora il MacWorld Expo di Tokio, e in quell'occasione vennero presentati gi iMac Power Flower, ovvero la peggior veste cromatica mai utilizzata per questa fortunata serie di macchine... stonatura per stonatura, in quell'occasione Jobs si presento al pubblico in giacca e cravatta, anziché vestire con i soliti jeans e maglia.
Sempre in quel periodo, iniziava la commercializzazione dei primi Mac dotati di Superdrive (presentati il mese precedente in occasione del MacWorld Expo di San Francisco, e affiancati da iDVD) mentre Apple abbassava i prezzi del Cube G4 cercando inutilmente di salvarlo da una brutta fine.
Le notizie più interessanti arrivavano però dal settore mobile: Flash Player faceva la sua comparsa su Pocket PC, da utilizzare a scopo ludico (funzione che riuscirà meglio a iOS, senza utilizzare Flash) ma soprattutto si iniziava a parlare di tablet, anzi di Web-Pad. Tralasciando il fatto che im quella circostanza nessuno si era messo a fare dello spirito sull'eventuale doppio significato di Pad (non mi stancherò mai di ripetere che certe cose vengono fatto solo e quando c'è di mezzo Apple), si trattava comunque dei primi tentativi di fare dei tablet che non fossero dei PC, ma dei terminali più semplici e destinati a compiti specifici, anche se forse un po' troppo limitati: probabilmente era ancora troppo presto per arrivare a quello che ci ritroviamo adesso tra le mani (che sia iPad, GalaxyTab, Xoom, o altro ancora)...
venerdì 4 marzo 2011
Il vantaggio di iPad
A completamento dei due post dei giorni scorsi, riporto il commento pubblicato ieri su Punto-Informatico:
Alla fine è arrivato: il copione è quello già visto lo scorso anno, o quasi...
Per lunghi mesi Apple non ha lasciato trapelare alcun dettaglio ufficiale e mentre la concorrenza presentava tablet in tutte le salse, con schermo 3D, col tanto desiderato supporto a Flash (anzi no... non subito perlomeno: quello arriverà solo più avanti), e chi più ne ha più ne metta, i dispositivi della mela la facevano comunque da padrone sia a livello di rumors, che nel corso dei principali eventi di inizio anno, pur senza alcuna partecipazione diretta di Apple: basti pensare ai mockup dell'iPad 2 che hanno fatto capolino al CES2011, o all'iPhone 4 premiato come miglior dispositivo mobile nel corso del Mobile World Congress di Barcellona.
Parlando specificatamente di tablet va notato che, a dispetto di chi ne pronosticava una rapida fine, l'interesse verso questi device è andato crescendo, tanto che Microsoft (come ben ricorderete) ha annunciato proprio nel corso del CES2011 di voler supportare anche i processori ARM (cuore della quasi totalità dei tablet) nella prossima release di Windows. Quest'ultima scelta è abbastanza discutubile visto che tutti i produttori si sono orientati verso sistemi operativi ad-hoc: Apple con iOS (in versione leggermente diversa rispetto a quella dell'iPhone) Samsung GalaxyTab, Dell Streak, Motorola Xoom e altri ancora con Android (nell'ipotesi migliore con Honeycomb, ma tutti quelli venduti fino a qualche settimana fa avevano versioni più vecchie), e HP con WebOS (anche se lo Slate lanciato lo scorso anno utilizzava Windows 7).
Le ragioni di questo forte interesse sono molteplici: si va da un nuovo mercato da esplorare (e quindi ulteriori fonti di guadagno), a nuove possibilità di utilizzo delle tecnologie multi-touch, con nuove categorie di applicazioni e di conseguenza anche un nuovo mercato anche per il software (l'App Store ha fatto scuola). Anche dal punto di vista dell'utente l'interesse verso il tablet è spesso giustificato: a fronte di un utilizzo tipico che comprenda la navigazione in internet, la posta elettronica, Facebook, Youtube, videogiochi e multimedia (musica, foto e video), il tablet ha il vantaggio di essere più pratico. Subito acceso con un click, estremamente portatile e con maggiore autonomia rispetto ad un classico notebook, più immediato da utilizzare (la GUI è tipicamente più intuitiva, finché parliamo di sistemi pensati ad-hoc), esente o quasi da virus e malware (sempre parlando dei sistemi realizzati ad-hoc, anche se ci sono molti dubbi sulla privacy, tanto su iOS, quanto su Android), e con un enorme negozio di applicazioni più o meno utili (spesso identiche tra i vari sistemi) a prezzi irrisori, se non gratuite...
Lo scorso anno Apple è partita in vantaggio spiazzando tutti i concorrenti, tant'è che la quasi totalità dei tablet annunciati nel corso del CES2010 è rimasta al palo. Ora però le cose stanno per cambiare: ci sono diversi prodotti interessanti sul mercato ed Apple doveva riuscire a sorprendere un'altra volta per mantenere il vantaggio acquisito, e l'ha fatto a modo suo. Nonostante il continuo rincorrersi di rumors riguardo la risoluzione dello schermo e la presenza di porte di ogni tipo (che poi iOS non avrebbe avuto modo di gestire), l'iPad si è presentato al pubblico nella sua veste più probabile, senza stravolgere nulla ma apportando comunque alcune modifiche significative: doppia camera, processore dual core e comparto grafico fino a 9 volte più veloce, da sfruttare subito con il nuovo iMovie per iPad, che (a differenza della versione ridotta per iPhone) sembra molto simile alla controparte per MacOSX... un altro passo per rendere l'iPad il sostituto ideale nei compiti più comuni di ogni utente.
Ma la vera sorpresa della serata è stata il ritorno sul palco di Steve Jobs: "Abbiamo lavorato molto per questo evento e non volevo mancare" sono state le sue parole introduttive. Non un cenno al suo stato di salute o alle notizie che un paio di settimane fa lo davano per spacciato: basta la sua presenza per spiegare tutto, anche se non è al 100% (altrimenti non avrebbe chiesto un periodo di riposo...) e anche se le solite malelingue pensano che la sua comparsa sia solo "strumentale". L'iPad è un prodotto a cui Jobs tiene in modo particolare, e questa nuova release sembra fatta apposta per sfruttare i punti deboli di una concorrenza che, sebbene stia cominciando a farsi notare con prodotti interessanti, non ha ancora trovato una linea guida da seguire per affrontare questo nuovo mercato.
Gli antagonisti dell'iPad si destreggiano tra modelli di varie dimensioni, dai fattori di forma più disparati, e con diverse dotazioni (il che non è certo un vantaggio per chi deve sviluppare), ma nessun produttore ha dimostrato di avere le idee chiare come Apple: nessun annuncio a vuoto, ma una presentazione che dice tutto e dà una precisa date di uscita, con prezzi certi e modelli ben definiti. Per Apple il tablet è da 10", con un form factor che ben si adatta a tutte le circostanze, con diverse capacità e due varianti (WiFi o 3G). L'iPad 2 è disponibile anche in due varianti cromatiche, ma non è questo l'aspetto determinante perché Apple, con l'iPad, è riuscita anche a fare quello che solitamente non gli riesce con gli altri prodotti: tenere un prezzo allineato a quello della concorrenza. In realtà è stata Apple per prima a fissare un prezzo lo scorso anno, ma è un dato di fatto che i prodotti concorrenti maggiormente accreditati a fare da iPad-killer abbiano dei prezzi che sono sullo stesso ordine di grandezza, se non esattamente identici o addirittura superiori a quello dell'iPad, pur offrendo spesso degli schermi più piccoli... e in attesa del lancio dell'iPad 2 (che avverrà l'11 marzo negli USA e due settimane più tardi nel resto del mondo), in un'inconsueta operazione di marketing, Apple ha dato anche una bella sforbiciata ai prezzi dell'iPad attuale (si parte da 379 Euro), come se volesse dare un monito alla concorrenza: se il futuro del computer è nei tablet, la casa di Cupertino non commetterà gli stesi errori del passato e cercherà in tutti i modi di mantenere l'attuale posizione di vantaggio... e mentre ancora si aspetta l'arrivo del secondo modello, c'è già chi parla della terza serie.
Alla fine è arrivato: il copione è quello già visto lo scorso anno, o quasi...
Per lunghi mesi Apple non ha lasciato trapelare alcun dettaglio ufficiale e mentre la concorrenza presentava tablet in tutte le salse, con schermo 3D, col tanto desiderato supporto a Flash (anzi no... non subito perlomeno: quello arriverà solo più avanti), e chi più ne ha più ne metta, i dispositivi della mela la facevano comunque da padrone sia a livello di rumors, che nel corso dei principali eventi di inizio anno, pur senza alcuna partecipazione diretta di Apple: basti pensare ai mockup dell'iPad 2 che hanno fatto capolino al CES2011, o all'iPhone 4 premiato come miglior dispositivo mobile nel corso del Mobile World Congress di Barcellona.
Parlando specificatamente di tablet va notato che, a dispetto di chi ne pronosticava una rapida fine, l'interesse verso questi device è andato crescendo, tanto che Microsoft (come ben ricorderete) ha annunciato proprio nel corso del CES2011 di voler supportare anche i processori ARM (cuore della quasi totalità dei tablet) nella prossima release di Windows. Quest'ultima scelta è abbastanza discutubile visto che tutti i produttori si sono orientati verso sistemi operativi ad-hoc: Apple con iOS (in versione leggermente diversa rispetto a quella dell'iPhone) Samsung GalaxyTab, Dell Streak, Motorola Xoom e altri ancora con Android (nell'ipotesi migliore con Honeycomb, ma tutti quelli venduti fino a qualche settimana fa avevano versioni più vecchie), e HP con WebOS (anche se lo Slate lanciato lo scorso anno utilizzava Windows 7).
Le ragioni di questo forte interesse sono molteplici: si va da un nuovo mercato da esplorare (e quindi ulteriori fonti di guadagno), a nuove possibilità di utilizzo delle tecnologie multi-touch, con nuove categorie di applicazioni e di conseguenza anche un nuovo mercato anche per il software (l'App Store ha fatto scuola). Anche dal punto di vista dell'utente l'interesse verso il tablet è spesso giustificato: a fronte di un utilizzo tipico che comprenda la navigazione in internet, la posta elettronica, Facebook, Youtube, videogiochi e multimedia (musica, foto e video), il tablet ha il vantaggio di essere più pratico. Subito acceso con un click, estremamente portatile e con maggiore autonomia rispetto ad un classico notebook, più immediato da utilizzare (la GUI è tipicamente più intuitiva, finché parliamo di sistemi pensati ad-hoc), esente o quasi da virus e malware (sempre parlando dei sistemi realizzati ad-hoc, anche se ci sono molti dubbi sulla privacy, tanto su iOS, quanto su Android), e con un enorme negozio di applicazioni più o meno utili (spesso identiche tra i vari sistemi) a prezzi irrisori, se non gratuite...
Lo scorso anno Apple è partita in vantaggio spiazzando tutti i concorrenti, tant'è che la quasi totalità dei tablet annunciati nel corso del CES2010 è rimasta al palo. Ora però le cose stanno per cambiare: ci sono diversi prodotti interessanti sul mercato ed Apple doveva riuscire a sorprendere un'altra volta per mantenere il vantaggio acquisito, e l'ha fatto a modo suo. Nonostante il continuo rincorrersi di rumors riguardo la risoluzione dello schermo e la presenza di porte di ogni tipo (che poi iOS non avrebbe avuto modo di gestire), l'iPad si è presentato al pubblico nella sua veste più probabile, senza stravolgere nulla ma apportando comunque alcune modifiche significative: doppia camera, processore dual core e comparto grafico fino a 9 volte più veloce, da sfruttare subito con il nuovo iMovie per iPad, che (a differenza della versione ridotta per iPhone) sembra molto simile alla controparte per MacOSX... un altro passo per rendere l'iPad il sostituto ideale nei compiti più comuni di ogni utente.
Ma la vera sorpresa della serata è stata il ritorno sul palco di Steve Jobs: "Abbiamo lavorato molto per questo evento e non volevo mancare" sono state le sue parole introduttive. Non un cenno al suo stato di salute o alle notizie che un paio di settimane fa lo davano per spacciato: basta la sua presenza per spiegare tutto, anche se non è al 100% (altrimenti non avrebbe chiesto un periodo di riposo...) e anche se le solite malelingue pensano che la sua comparsa sia solo "strumentale". L'iPad è un prodotto a cui Jobs tiene in modo particolare, e questa nuova release sembra fatta apposta per sfruttare i punti deboli di una concorrenza che, sebbene stia cominciando a farsi notare con prodotti interessanti, non ha ancora trovato una linea guida da seguire per affrontare questo nuovo mercato.
Gli antagonisti dell'iPad si destreggiano tra modelli di varie dimensioni, dai fattori di forma più disparati, e con diverse dotazioni (il che non è certo un vantaggio per chi deve sviluppare), ma nessun produttore ha dimostrato di avere le idee chiare come Apple: nessun annuncio a vuoto, ma una presentazione che dice tutto e dà una precisa date di uscita, con prezzi certi e modelli ben definiti. Per Apple il tablet è da 10", con un form factor che ben si adatta a tutte le circostanze, con diverse capacità e due varianti (WiFi o 3G). L'iPad 2 è disponibile anche in due varianti cromatiche, ma non è questo l'aspetto determinante perché Apple, con l'iPad, è riuscita anche a fare quello che solitamente non gli riesce con gli altri prodotti: tenere un prezzo allineato a quello della concorrenza. In realtà è stata Apple per prima a fissare un prezzo lo scorso anno, ma è un dato di fatto che i prodotti concorrenti maggiormente accreditati a fare da iPad-killer abbiano dei prezzi che sono sullo stesso ordine di grandezza, se non esattamente identici o addirittura superiori a quello dell'iPad, pur offrendo spesso degli schermi più piccoli... e in attesa del lancio dell'iPad 2 (che avverrà l'11 marzo negli USA e due settimane più tardi nel resto del mondo), in un'inconsueta operazione di marketing, Apple ha dato anche una bella sforbiciata ai prezzi dell'iPad attuale (si parte da 379 Euro), come se volesse dare un monito alla concorrenza: se il futuro del computer è nei tablet, la casa di Cupertino non commetterà gli stesi errori del passato e cercherà in tutti i modi di mantenere l'attuale posizione di vantaggio... e mentre ancora si aspetta l'arrivo del secondo modello, c'è già chi parla della terza serie.
giovedì 3 marzo 2011
3 cose 3
Tra le novità legate alla presentazione dell'iPad 2, ci sono tre piccoli dettagli che mi piacerebbe sottolineare.
-1- I nuovi adattatori VGA e HDMI (che funzionano anche con l'iPhone 4) che consentono di fare il mirroring di tutto ciò che passa per lo schermo, esattamente come fa Apple durante le sue presentazioni.
-2- La Smart Cover che esemplifica ai massimi livelli il concetto di "semplificazione" che Apple cerca sempre di applicare ai propri prodotti, pur conferendogli un adeguato livello di praticità: la cover è ridotta all'essenziale, protegge solo lo schermo, si aggancia automaticamente, consente di "svegliare" l'iPad e di metterlo in standby e fa anche da pratico supporto. Dovessi comprare l'iPad 2 non potrei fare a meno di dotarlo di Smart Cover, anche se prima mi piacerebbe provarla...
-3- Il grande assente: iOS 5. Tutti si aspettavano un anteprima della prossima major release del sistema, ma l'evento si è concentrato a spiegare le nuove funzioni che verranno presto introdotte con iOS 4.3. Possiamo fare molte ipotesi in merito a questa assenza, e magari ne parlerò in un post a parte nei prossimi giorni.
-1- I nuovi adattatori VGA e HDMI (che funzionano anche con l'iPhone 4) che consentono di fare il mirroring di tutto ciò che passa per lo schermo, esattamente come fa Apple durante le sue presentazioni.
-2- La Smart Cover che esemplifica ai massimi livelli il concetto di "semplificazione" che Apple cerca sempre di applicare ai propri prodotti, pur conferendogli un adeguato livello di praticità: la cover è ridotta all'essenziale, protegge solo lo schermo, si aggancia automaticamente, consente di "svegliare" l'iPad e di metterlo in standby e fa anche da pratico supporto. Dovessi comprare l'iPad 2 non potrei fare a meno di dotarlo di Smart Cover, anche se prima mi piacerebbe provarla...
-3- Il grande assente: iOS 5. Tutti si aspettavano un anteprima della prossima major release del sistema, ma l'evento si è concentrato a spiegare le nuove funzioni che verranno presto introdotte con iOS 4.3. Possiamo fare molte ipotesi in merito a questa assenza, e magari ne parlerò in un post a parte nei prossimi giorni.
mercoledì 2 marzo 2011
L'iPad 2 in una sola parola:
Jobs
Lo so, può sembrare riduttivo per chi si aspetta informazioni sul prodotto, ma la vera notizia dell'evento è questa, è uno Steve Jobs che, nonostante non sia al 100% (ma questo già lo sapevamo) non è nemmeno nelle condizioni che qualcuno voleva farci credere... e il motivo lo sapete tutti... non sto nemmeno a ripetervelo...
Per quanto riguarda l'Pad, semplicemente tutto come da previsione, a parte la capacità immutata...
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