24-06-2009. Noi utenti Mac siamo soliti riccorrere abitualmente allo standby dei nostri computer. Ultimamente ho un po' perso questa abitudine, ma il mio vecchio PowerBook faceva settimane o mesi interi senza essere mai spento né riavviato, e anche il mio nuovo MacBook Pro ha subito per certi periodi lo stesso trattamento. Durante questa trasferta lavorativa, stufo dei lunghi tempi di accensione del mio portatile con Windows XP, ho deciso di adottare lo stesso metodo, ma i risultati sono stati completamente differenti: dopo due o tre giorni di questo trattamento il portatile dà chiari segni di squilibrio, con rallentamenti inspiegabili, ventole che partono alla massima velocità utilizzando il Notepad (e non sono in un posto caldo...), e instabilità generale del sistema, con alcuni software che vanno facilmente in crash. Il risultato finale è che mi trovo comunque costretto a spegnerlo o riavviarlo, e in un paio di situazioni ho dovuto anche forzare il riavvio perché non riusciva a ripendersi dallo stato di standby.
E' vero che si tratta di un computer con la sua età, ma non ho installato nulla di "compromettente" per il sistema: solo il software strettamente indispensabile per lavorare, di cui non posso fare a meno... in queste condizioni mi aspetto che, pur con tutte le sue pecche, il sistema abbia una certa stabilità, ma non è così...
Nel suo piccolo, anche questa è una differenza che mi fa preferire Apple.
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