Come ho avuto modo di raccontare più volte, iOS non è solo iPhone, e la tradizione ci dice che ogni nuovo modello di iPhone è accompagnato da una nuova generazione di iPod Touch che ne riprende le specifiche salienti. A parte l'adozione del nuovo processore m'immagino che, per questioni di uniformità di produzione, l'iPod Touch di quinta generazione adotterà lo stesso sistema di ricarica della batteria (quindi attraverso micro USB, salvo escamotage), il che potrebbe portare ad un fattore di forma diverso dall'attuale per ottenere il giusto spazio. Personalmente la forma "affusolata" non mi è mai piaciuta e credo che un dispositivo più squadrato (tipo un iPhone 4 ma più sottile) consentirebbe di avere più autonomia (ci sarebbe più spazio per la batteria) e di montare un sensore migliore per la camera posteriore (la cui qualità attuale è abbastanza scadente).
Novità per la camera si attendono anche sull'iPod nano, che l'aveva persa passando alla minuscola versione touch ma che (sempre in base alle solite foto dei presunti case) potrebbe riconquistarla con la prossima versione: sarà vero? saranno godibili sul minuscolo display del nano? che fine farà il comodo clip sul retro? a queste ed altre domande credo che non avremo risposte fino al momento della presentazione.
Restando in tema iPod oltre al Touch e al nano ci sarebbero da aggiornare anche lo shuffle e il classic. Per il primo non vedo grosse possibilità di miglioramento, tant'è che l'ultima versione ha di fatto ripristinato il design della seconda serie, dopo l'esperimento fallimentare del modello senza comandi sul corpo. Onestamente, se non fosse per una mera questione di prezzo d'ingresso (che comunque aiuta a far numero sulla quantità di unità vendute, oltre che portare nuovi utenti ad iTunes), non vedo grossi motivi per continuare a far sopravvivere questa serie di iPod, tantopiù che il nano-touch è di dimensioni paragonabili e con caratteristiche simili di portabilità. Nonostante ciò, sarà molto difficile rimpiazzare lo shuffle con un nano-touch dal prezzo simile.. attualmente costa circa il triplo (169 Euro per il modello da 8 GB, contro i 55 Euro dello shuffle da 2GB) e anche riducendo la memoria, supponendo un piccolo taglio di prezzi su tutta la linea, e ipotizzando una differenziazione in base alla presenza o meno della fotocamera, sarà difficile arrivare ad una cifra paragonabile: nella migliore delle ipotesi posso pensare ad un 99 Euro, che comunque è quasi il doppio rispetto al prezzo attuale. A cappello di tutto questo ragionamento ci sarebbe anche da dire che senza conoscere nel dettaglio i dati di vendita degli iPod (Apple fornisce sempre un numero totale di unità vendute, senza specificare il dettaglio dei singoli modelli) è un po difficile comprendere quanto sia conveniente dismettere un modello per puntare tutto su altro... per quanto possa valere posso giusto dire che di iPod shuffle in giro ne ho visti davvero pochi, ma forse ho visto ancora meno nano-touch (anche se è pur sempre vero che entrambi si possono nascondere ovunque e potrebbero essere attaccati a qualsiasi cuffietta bianca che si vede spuntare da tasche, borse, zaini, ...), mentre i modelli precedenti di nano sono sicuramente quelli più diffusi.
Dai modelli più recenti a quelli più vecchi, tra gli iPod di maggior successo dobbiamo sicuramente contemplare anche il modello "classic", che con la sua grande capacità di archiviazione (ad un prezzo contenuto) rimane la scelta preferita da chi vuole avere sempre con sè un'enorme quantità di musica, foto e film, anche se il display non è certo di dimensioni tali da apprezzare al meglio la visione di immagini e video. Qualche tempo fa Apple dichiarò che, nonostante il successo dei dispositivi iOS, non vi era alcuna intenzione di dismettere l'iPod classic, ma se resta sul mercato dev'essere anche aggiornato, e l'iPod classic è in ritardo di ben un anno rispetto alla scaletta classica delle revisioni: il modello attualmente in vendita venne presentato a settembre del 2009. Qualche anno fa avevo ipotizzato una via di mezzo tra iPod Touch e iPod classico, un dispositivo con iOS e schermo touch ma con un mini hard disk "tradizionale" anziché memoria flash, così da abbattere i costi assicurando nel contempo una maggiore capacità di archiviazione; qualche anno prima (quando ancora non esistevano iOs e iPhone) avevo invece immaginato un iPod classico a tutto schermo, con una click-weel virtuale in grado di comparire solo quando necessario, lasciando il display libero per una migliore fruizione di immagini e filmati. L'anno scorso Apple ha rivoluzionato l'iPod nano dotandolo di schermo touch e di un'interfaccia che, se non è una versione in miniatura di iOS, gli assomiglia molto... è vero che l'iPod nano era già prima qualcosa di diverso rispetto al classic, ma il fatto che siano passati due anni dall'ultimo update potrebbe significare che Apple è in procinto di intrudurre grosse modifiche anche sull'iPod classic.
Arriviamo infine alla AppleTV: nel corso della presentazione di iOS5 non si è fatto alcun accenno alla possibilità di sviluppare applicazioni per questo dispositivo, ma personalmente continuo a credere che potrebbe essere un'ottima idea: Apple si è conquistata la leadership del gaming su dispositivi mobile, e potrebbe ottenere un ottimo risultato anche tra le mura domestiche, soprattutto se pensiamo al fatto di controllare il videogame in TV utilizzando un iPhone, iPod Touch o iPad (magari debitamente abbinati ad un'apposita protezione)... dopotutto l'idea non è molto differente da quello che sta realizzando Nintendo con la nuova Wii-U, e chi ha già un dispositivo iOS potrebbe pensare di prendere una AppleTV se questa potesse abbinarsi al proprio device anche per i videogame casalinghi (e faccio presente che sono stati venduti più di 200 milioni di device iOS, anche se probabilmente qualcuno non è più in funzione e qualcuno sarebbe troppo vecchio per gli ultimi aggiornamenti).
All'appello dei dispositivi iOS mancherebbe solo l'iPad. Anche se mi piacerebbe vedere subito un iPad 3 con retina display, dubito che questo possa arrivare già a settembre... ma se vogliamo dare una briciola di credito a chi voleva un aggiornamento dei tablet già in autunno, potremmo chiamare in causa il modello con tastiera integrata sul quale ho fantasticato lunedì...
PS: a proposito di lunedì... pare che anche le scorte di MacBook bianchi stiano terminando...
giovedì 30 giugno 2011
mercoledì 29 giugno 2011
La boccia di cristallo [3/4]
Dopo le considerazioni e indiscrezioni (più o meno serie o fantasiose) sull'aggiornamento dei Mac, per chi si fosse distratto un attimo negli ultimi anni vorrei ricordare che, nonostante la crescita continua di questo settore (+32% rispetto all'anno precedente se prendiamo come esempio gli ultimi risultati fiscali), le performances finanziarie di Apple sono in gran parte merito di tutto ciò che ruota intorno a iOS: il solo iPhone (e relativi servizi) fattura più del doppio rispetto ai Mac, mentre iPad e iPod sono un'altra bella fetta della torta.
Dal 2007 al 2010, la WWDC di giugno era il momento in cui veniva presentato il nuovo iPhone, equipaggiato con la versione di iOS annunciata qualche mese prima (per dare agli sviluppatori il tempo necessario all'aggiornamento delle applicazioni); a settembre gli faceva eco un altro evento incentrato sul mondo di iTunes, occasione in cui venivano presentati nuovi iPod (in particolare l'iPod Touch che si allinea all'iPhone) o altri prodotti a tema (Apple TV, nuovi servizi sullo store, ecc... ecc...).
Quest'anno le cose sono andate diversamente: non c'è stato nessun annuncio primaverile di iOS, per cui nessun nuovo iPhone a giugno durante la WWDC, evento che si concentrato (com'era lecito aspettarsi) sui sistemi operativi di Apple e su iCloud, di cui ho parlato qualche giorno fa.
iOS 5 è atteso in autunno (settembre? ottobre?) e sebbene non si debba mai dare nulla per scontato, è facile immaginare che arriverà in compagnia di un nuovo iPhone e di un nuovo iPod Touch: giusto in tempo per la aprire la stagione dei regali di Natale... ma come sarà il nuovo iPhone?
A parte l'utilizzo quasi scontato del SoC Apple A5, seguendo le indiscrezioni che arrivano dalle fabbriche asiatiche (nonché la canonica logica Apple dei miglioramenti piccoli ma continui) l'iPhone 5 dovrebbe avere una camera da 8 Mpixel; inoltre, guardando alle presunte custodie e a quelli che sono stati spacciati come parti posteriori del guscio, il flash non dovrebbe più essere a ridosso dell'obiettivo ma spostato sull'altro lato, il che non è detto che sia un bene per l'impugnatura durante lo scatto... ma questo sarà da verificare anche in relazione al fatto che sarà possibile scattare utilizzando il pulsante fisico (+) del volume. L'unica altra modifica di cui si è parlato a lungo riguarda il display, che potrebbe essere leggermente più grande fino ad arrivare sui bordi laterali del telefono: una soluzione che darebbe un po' di leggibilità in più al prezzo di una minore densità di pixel (è quesi impossibile che venga modificata la risoluzione) col vantaggio di non aumentare l'ingombro del telefono.
La scorsa settimana qualcuno ha ipotizzato che il nuovo iPhone potrebbe essere completamente differente dall'attuale, cosa che non escludo a priori ma che non è avvalorata da nessuna elemento "concreto", se così vogliamo chiamare le fughe di notizie sulle custodie e sui presunti pezzi del case; l'unico possibile stravolgimento (per la serie "a volte ritornano") potrebbe riguardare l'uscita di un iPhone nano, dispositivo che qualcuno dà per confermato a seguito di un accordo specifico con l'operatore telefonico China Mobile. Un iPhone più piccolo potrebbe avere un display da 2,5"-3" con la stessa risoluzione dei modelli precedenti (480x320), così da non sacrificare la compatibilità delle applicazioni, vero punto di forza dell'ecosistema Apple; resta da capire, ammesso che l'indiscrezione sia veritiera, quanto possa essere usabile iOS su un display così piccolo.
A contorno di tutto ciò, ci sarebbe poi la famosa normativa europea che prevede utilizzo di porte micro USB per la ricarica dei cellulari, normativa entrata in vigore quest'anno (dopo diversi rinvii) con lo scopo di limitare il proliferare di alimentatori di diverso tipo, alimentatori che regolarmente diventano inutili (o quasi) ad ogni cambio di cellulare, aumentando il numero di rifiuti elettrici/elettronici da smaltire. A meno di qualche escamotage, anche l'iPhone 5 dovrà sottostare a questa normativa, intruducendo così un'altra differenza rispetto al modello precedente. Ovviamente questo non implica l'eliminazione del connettore dock, che svolge anche altre funzioni oltre a quella della ricarica, anche se tra iCloud e possibilità di sincronizzazione wireless con iOS 5, il suo uso potrebbe diventare meno indispensabile nell'uso quotidiano.
Dal 2007 al 2010, la WWDC di giugno era il momento in cui veniva presentato il nuovo iPhone, equipaggiato con la versione di iOS annunciata qualche mese prima (per dare agli sviluppatori il tempo necessario all'aggiornamento delle applicazioni); a settembre gli faceva eco un altro evento incentrato sul mondo di iTunes, occasione in cui venivano presentati nuovi iPod (in particolare l'iPod Touch che si allinea all'iPhone) o altri prodotti a tema (Apple TV, nuovi servizi sullo store, ecc... ecc...).
Quest'anno le cose sono andate diversamente: non c'è stato nessun annuncio primaverile di iOS, per cui nessun nuovo iPhone a giugno durante la WWDC, evento che si concentrato (com'era lecito aspettarsi) sui sistemi operativi di Apple e su iCloud, di cui ho parlato qualche giorno fa.
iOS 5 è atteso in autunno (settembre? ottobre?) e sebbene non si debba mai dare nulla per scontato, è facile immaginare che arriverà in compagnia di un nuovo iPhone e di un nuovo iPod Touch: giusto in tempo per la aprire la stagione dei regali di Natale... ma come sarà il nuovo iPhone?
A parte l'utilizzo quasi scontato del SoC Apple A5, seguendo le indiscrezioni che arrivano dalle fabbriche asiatiche (nonché la canonica logica Apple dei miglioramenti piccoli ma continui) l'iPhone 5 dovrebbe avere una camera da 8 Mpixel; inoltre, guardando alle presunte custodie e a quelli che sono stati spacciati come parti posteriori del guscio, il flash non dovrebbe più essere a ridosso dell'obiettivo ma spostato sull'altro lato, il che non è detto che sia un bene per l'impugnatura durante lo scatto... ma questo sarà da verificare anche in relazione al fatto che sarà possibile scattare utilizzando il pulsante fisico (+) del volume. L'unica altra modifica di cui si è parlato a lungo riguarda il display, che potrebbe essere leggermente più grande fino ad arrivare sui bordi laterali del telefono: una soluzione che darebbe un po' di leggibilità in più al prezzo di una minore densità di pixel (è quesi impossibile che venga modificata la risoluzione) col vantaggio di non aumentare l'ingombro del telefono.
La scorsa settimana qualcuno ha ipotizzato che il nuovo iPhone potrebbe essere completamente differente dall'attuale, cosa che non escludo a priori ma che non è avvalorata da nessuna elemento "concreto", se così vogliamo chiamare le fughe di notizie sulle custodie e sui presunti pezzi del case; l'unico possibile stravolgimento (per la serie "a volte ritornano") potrebbe riguardare l'uscita di un iPhone nano, dispositivo che qualcuno dà per confermato a seguito di un accordo specifico con l'operatore telefonico China Mobile. Un iPhone più piccolo potrebbe avere un display da 2,5"-3" con la stessa risoluzione dei modelli precedenti (480x320), così da non sacrificare la compatibilità delle applicazioni, vero punto di forza dell'ecosistema Apple; resta da capire, ammesso che l'indiscrezione sia veritiera, quanto possa essere usabile iOS su un display così piccolo.
A contorno di tutto ciò, ci sarebbe poi la famosa normativa europea che prevede utilizzo di porte micro USB per la ricarica dei cellulari, normativa entrata in vigore quest'anno (dopo diversi rinvii) con lo scopo di limitare il proliferare di alimentatori di diverso tipo, alimentatori che regolarmente diventano inutili (o quasi) ad ogni cambio di cellulare, aumentando il numero di rifiuti elettrici/elettronici da smaltire. A meno di qualche escamotage, anche l'iPhone 5 dovrà sottostare a questa normativa, intruducendo così un'altra differenza rispetto al modello precedente. Ovviamente questo non implica l'eliminazione del connettore dock, che svolge anche altre funzioni oltre a quella della ricarica, anche se tra iCloud e possibilità di sincronizzazione wireless con iOS 5, il suo uso potrebbe diventare meno indispensabile nell'uso quotidiano.
martedì 28 giugno 2011
La boccia di cristallo [2/4]
Ieri abbiamo analizzato le possibilità di Apple nel settore dei portatili, con ipotesi più o meno realistiche su quale potrebbe essere il futuro dei portatili più piccoli (visto che i MacBook Pro sono già stati aggiornati di recente). Dopo l'uscita di Lion si attendono però delle novità anche in ambito desktop, nello specifico per i Mac Pro e il Mac mini (l'iMac ha già ricevuto il suo aggiornamento con Thunderbolt, nuovi processori, e quant'altro).
I Mac Pro sono le macchine che da più tempo aspettano un upgrade e, se guardiamo agli anni appena trascorsi, la lunga attesa preclude sempre ad un restiling completo della macchina (gli esempi a cui mi riferisco sono il MacBook Air e il Mac mini); tra l'altro il Mac Pro è l'unica macchina che ha ancora lo stesso case di quando Apple utilizzava i processori PowerPC, case di dimensioni generose anche perché destinato ad ospitare un processore G5 con doppio core con relativo sistema di raffreddamento a liquido (il G5 scaldava molto, tant'è che non ne fu mai realizzata una versione adatta al settore dei portatili: questo fu uno dei motivi che spinse Apple all'adozione di processori Intel). Del restiling dei nuovi Mac Pro ne ho già parlato qualche tempo fa evidenziando, come fatto notare dai siti che avevo riportato le prime indiscrezioni, che la nuova macchina sembra essere delle dimensioni giuste per poter rimpiazzare gli Xserve nel montaggio a rack (seppur con un ingombro maggiore e relativo incremento dei costi). Non so se Apple voglia veramente andare in questa direzione e se l'eliminazione degli Xserve è da vedere in questa chiave, ma sicuramente il Mac Pro è la macchina dalla quale ci si aspettano maggiori sorprese, anche a livello di organizzazione degli spazi interni: attualmente lo spazio abbonda, e tutto è posizionato in modo molto ordinato e facilmente accessibile per qualsiasi espansione o modifica, con quattro alloggiamenti per dischi da 3.5" e quattro canali Serial ATA indipendenti; un Mac Pro più piccolo riuscirà a conservare le stesse possibilità di espansione mantenendo intatte le attuali caratteristiche di accesso facilitato? Voglio sperare di si, ed anche per questo (al di là delle fantasie sui portatili) il Mac Pro è la macchina che più mi incuriosisce per le possibili novità.
L'ultima macchina in odore di upgrade (non fosse altro per uniformare tutta la linea con le porte thunderbolt) è il Mac mini. Il "piccolo desktop" di Apple (che, nonostante il prezzo non proprio abbordabile, come tipologia di macchina sarebbe in cima alle mie preferenze se dovessi comprare oggi un desktop) è stato completamente riprogettato l'anno scorso, quindi non dovrebbero arrivare grosse sorprese ma un semplice aggiornamento delle specifiche tecniche; tra le novità attese potrebbe esserci la possibilità di montare un disco SSD in opzione al disco tradizionale, oppure in aggiunta se si sacrifica il lettore ottico, sempre meno indispensabile oggigiorno; tra parentesi, un Mac mini senza drive ottico è già in vendita anche oggi, ed è la configurazione "server", anche se è un po' difficile far passare come server una macchina di questo tipo che manca di alcune caratteristiche basilari di ridondanza (una su tutte, l'alimentazione, che è singola e non doppia). C'è anche da dire che questa carenza non ha impedito di trovare soluzioni ingegnose per utilizzare a tutti gli effetti i Mac mini in un armadio a rack: dopotutto, pur proponendo un sistema in versione server, non credo che l'intento di Apple sia quello di fare concorrenza a Linux su certi servizi, ma piuttosto quello di fare da piccolo server aziendale in una rete intranet, e per questi scopi la proposta attuale è sufficientemente adeguata.
Con il Mac mini si chiude il giro degli aggiornamenti della linea Mac, aggiornamenti che (stando alle indiscrezioni più accreditate) dovrebbero arrivare tutti nel mese di luglio. E' però un dato di fatto che Apple non è più solo Mac ma è anche iPod, iPhone e iPad, e per l'aggiornamento di questi prodotti (o perlomeno di parte di essi) l'appuntamento è in autunno: su queste pagine ne parleremo domani.
PS: nel frattempo, riallacciandoci al post di ieri, pare che le scorte di Air siano in forte calo, in certi casi anche esaurite (da BestBuy per esempio, nota catena USA), quindi il monto dell'update dovrebbe essere vicino.
I Mac Pro sono le macchine che da più tempo aspettano un upgrade e, se guardiamo agli anni appena trascorsi, la lunga attesa preclude sempre ad un restiling completo della macchina (gli esempi a cui mi riferisco sono il MacBook Air e il Mac mini); tra l'altro il Mac Pro è l'unica macchina che ha ancora lo stesso case di quando Apple utilizzava i processori PowerPC, case di dimensioni generose anche perché destinato ad ospitare un processore G5 con doppio core con relativo sistema di raffreddamento a liquido (il G5 scaldava molto, tant'è che non ne fu mai realizzata una versione adatta al settore dei portatili: questo fu uno dei motivi che spinse Apple all'adozione di processori Intel). Del restiling dei nuovi Mac Pro ne ho già parlato qualche tempo fa evidenziando, come fatto notare dai siti che avevo riportato le prime indiscrezioni, che la nuova macchina sembra essere delle dimensioni giuste per poter rimpiazzare gli Xserve nel montaggio a rack (seppur con un ingombro maggiore e relativo incremento dei costi). Non so se Apple voglia veramente andare in questa direzione e se l'eliminazione degli Xserve è da vedere in questa chiave, ma sicuramente il Mac Pro è la macchina dalla quale ci si aspettano maggiori sorprese, anche a livello di organizzazione degli spazi interni: attualmente lo spazio abbonda, e tutto è posizionato in modo molto ordinato e facilmente accessibile per qualsiasi espansione o modifica, con quattro alloggiamenti per dischi da 3.5" e quattro canali Serial ATA indipendenti; un Mac Pro più piccolo riuscirà a conservare le stesse possibilità di espansione mantenendo intatte le attuali caratteristiche di accesso facilitato? Voglio sperare di si, ed anche per questo (al di là delle fantasie sui portatili) il Mac Pro è la macchina che più mi incuriosisce per le possibili novità.
L'ultima macchina in odore di upgrade (non fosse altro per uniformare tutta la linea con le porte thunderbolt) è il Mac mini. Il "piccolo desktop" di Apple (che, nonostante il prezzo non proprio abbordabile, come tipologia di macchina sarebbe in cima alle mie preferenze se dovessi comprare oggi un desktop) è stato completamente riprogettato l'anno scorso, quindi non dovrebbero arrivare grosse sorprese ma un semplice aggiornamento delle specifiche tecniche; tra le novità attese potrebbe esserci la possibilità di montare un disco SSD in opzione al disco tradizionale, oppure in aggiunta se si sacrifica il lettore ottico, sempre meno indispensabile oggigiorno; tra parentesi, un Mac mini senza drive ottico è già in vendita anche oggi, ed è la configurazione "server", anche se è un po' difficile far passare come server una macchina di questo tipo che manca di alcune caratteristiche basilari di ridondanza (una su tutte, l'alimentazione, che è singola e non doppia). C'è anche da dire che questa carenza non ha impedito di trovare soluzioni ingegnose per utilizzare a tutti gli effetti i Mac mini in un armadio a rack: dopotutto, pur proponendo un sistema in versione server, non credo che l'intento di Apple sia quello di fare concorrenza a Linux su certi servizi, ma piuttosto quello di fare da piccolo server aziendale in una rete intranet, e per questi scopi la proposta attuale è sufficientemente adeguata.
Con il Mac mini si chiude il giro degli aggiornamenti della linea Mac, aggiornamenti che (stando alle indiscrezioni più accreditate) dovrebbero arrivare tutti nel mese di luglio. E' però un dato di fatto che Apple non è più solo Mac ma è anche iPod, iPhone e iPad, e per l'aggiornamento di questi prodotti (o perlomeno di parte di essi) l'appuntamento è in autunno: su queste pagine ne parleremo domani.
PS: nel frattempo, riallacciandoci al post di ieri, pare che le scorte di Air siano in forte calo, in certi casi anche esaurite (da BestBuy per esempio, nota catena USA), quindi il monto dell'update dovrebbe essere vicino.
lunedì 27 giugno 2011
La boccia di cristallo [1/4]
Visto il clima estivo e le ultime indiscrezioni "succose", possiamo fare il punto su cosa aspettarci nei prossimi mesi da Cupertino. Partiamo alla larga: nel corso della WWDC Apple ha annunciato che Lion arriverà a luglio, e qualche tempo dopo un analista ha predetto che non ci saranno nuovi Mac fino all'uscita di Lion (cioé in un momento non meglio precisato di luglio). Di per se la previsione è abbastanza scontata: a parte il fatto che il nuovo sistema potrebbe avere delle ottimizzazioni specifiche per il nuovo hardware (uno dei punti di forza dei Mac è il legame hw/sw), Apple solitamente non concedere il downgrade del sistema, quindi perché immettere sul mercato delle macchine con un sistema già vecchio perdendo l'occasione di favorire la diffusione di Lion? Inoltre, ve lo immaginate il malumore degli utenti che comprano oggi una macchina nuova con Snow Leopard mentre tra due settimane esce Lion? Infine considerate il fatto che, mentre Snow Leopard è venduto pacchettizzato, Lion sarà venduto solo sul Mac App Store: non avrebbe senso studiare un packaging per le nuove macchine che includa i DVD di ripristino, quando questi cesseranno di esistere da lì a pochi giorni o settimane... (a tal proposito, chissà come avverrà il ripristino del sistema sul nuovo hardware: chiavetta USB come nel MacBook Air?)
Al di là di questo, stiamo parlando di nuovo hardware ma non abbiamo ancora visto "cosa" ci dobbiamo attendere... le vocì che arrivano da oriente, e la canonica scaletta basata sui ritardi degli ultimi aggiornamenti, ci dicono che i primi ad essere aggiornati dovrebbero essere i MacBook Air, macchina che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e che Apple potrebbe proporre anche in una variante di colore nero; tra le novità scontate ci dovrebbe essere la porta Thunderbolt, il che consentirebbe (tramite adattatori) di dotare l'Air di quelle porte che al momento mancano. Sulla variante nera possiamo incrociare qualche altra considerazione: all'appello degli aggiornamenti hardware manca anche il MacBook "base" (quello in policarbonato bianco) e in base ad alcune considerazioni fatte in passato l'attuale offerta di portatili Apple "soffre" di una ridondanza di modelli da 13". Sebbene il MacBook Pro da 13" sembrava essere sotto molti aspetti il candidato favorito all'eliminazione (chi vuole una macchina economica non dovrebbe guardare alla linea Pro, e chi cerca la portabilità del 13" dovrebbe essere più interessato alla portabilità dell'Air), il fattore prezzo gioca a sfavore dell'attuale MacBook bianco: un banale upgrade della RAM porta il prezzo a ridosso del MacBook Pro da 13", con indiscutibili vantaggi per la scelta di quest'ultimo. La soluzione potrebbe quindi essere l'eliminazione del MacBook bianco e la sua sostituzione con un MacBook Air in policarbonato nero a basso costo: per contenere i costi possiamo immaginare il display da 11" e un mini hard disk di tipo tradizionale, tipo quello dei vecchi MacBook Air (o un SSD di caspacità ridotta). E' una previsione molto azzardata e nemmeno troppo ragionata (mi è venuta di slancio mentre scrivevo queste righe) ma, per quanto improbabile, è abbastanza affascinante visto che porterebbe l'offerta di Apple in una condizione più bilanciata: due portatili da 11", due da 13", e i MacBook Pro più grossi da 15" e 17". Tra l'altro, il fatto di introdurre un Air da 11" in policarbonato come macchina entry-level, consentirebbe di offrire qualcosa in più sull'Air da 11" in alluminio senza preoccuparsi troppo del costo, visto che ci sarebbe sempre l'entry level ad amortizzare il prezzo di partenza.
Se poi vogliamo esagerare con l'immaginazione, possiamo anche pensare che l'Air nero da 11" non sia nient'altro che un iPad in un nuovo guscio dotato di tastiera: ve lo ricordate l'eMate derivato dal Newton? Questo darebbe in un certo senso ragione a chi prevedeva l'imminente arrivo di un portatle Apple con processore ARM, nonché a chi prevedeva l'arrivo di portatili con schermo touch (anche se in realtà non sarebbe un Mac con processore ARM, ma un iPad con tastiera, ben confezionato ma sempre un iPad, con tutti i suoi limiti rispetto ad un Mac vero e proprio).
Essendomi dilungato troppo sulle ipotesi fantasiose, ho deciso di spezzare questo post in più parti... l'appuntamento è fissato nei prossimi giorni per le macchine desktop e per tutto ciò che ruota intorno al mondo iOS e iTunes.
Al di là di questo, stiamo parlando di nuovo hardware ma non abbiamo ancora visto "cosa" ci dobbiamo attendere... le vocì che arrivano da oriente, e la canonica scaletta basata sui ritardi degli ultimi aggiornamenti, ci dicono che i primi ad essere aggiornati dovrebbero essere i MacBook Air, macchina che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e che Apple potrebbe proporre anche in una variante di colore nero; tra le novità scontate ci dovrebbe essere la porta Thunderbolt, il che consentirebbe (tramite adattatori) di dotare l'Air di quelle porte che al momento mancano. Sulla variante nera possiamo incrociare qualche altra considerazione: all'appello degli aggiornamenti hardware manca anche il MacBook "base" (quello in policarbonato bianco) e in base ad alcune considerazioni fatte in passato l'attuale offerta di portatili Apple "soffre" di una ridondanza di modelli da 13". Sebbene il MacBook Pro da 13" sembrava essere sotto molti aspetti il candidato favorito all'eliminazione (chi vuole una macchina economica non dovrebbe guardare alla linea Pro, e chi cerca la portabilità del 13" dovrebbe essere più interessato alla portabilità dell'Air), il fattore prezzo gioca a sfavore dell'attuale MacBook bianco: un banale upgrade della RAM porta il prezzo a ridosso del MacBook Pro da 13", con indiscutibili vantaggi per la scelta di quest'ultimo. La soluzione potrebbe quindi essere l'eliminazione del MacBook bianco e la sua sostituzione con un MacBook Air in policarbonato nero a basso costo: per contenere i costi possiamo immaginare il display da 11" e un mini hard disk di tipo tradizionale, tipo quello dei vecchi MacBook Air (o un SSD di caspacità ridotta). E' una previsione molto azzardata e nemmeno troppo ragionata (mi è venuta di slancio mentre scrivevo queste righe) ma, per quanto improbabile, è abbastanza affascinante visto che porterebbe l'offerta di Apple in una condizione più bilanciata: due portatili da 11", due da 13", e i MacBook Pro più grossi da 15" e 17". Tra l'altro, il fatto di introdurre un Air da 11" in policarbonato come macchina entry-level, consentirebbe di offrire qualcosa in più sull'Air da 11" in alluminio senza preoccuparsi troppo del costo, visto che ci sarebbe sempre l'entry level ad amortizzare il prezzo di partenza.
Se poi vogliamo esagerare con l'immaginazione, possiamo anche pensare che l'Air nero da 11" non sia nient'altro che un iPad in un nuovo guscio dotato di tastiera: ve lo ricordate l'eMate derivato dal Newton? Questo darebbe in un certo senso ragione a chi prevedeva l'imminente arrivo di un portatle Apple con processore ARM, nonché a chi prevedeva l'arrivo di portatili con schermo touch (anche se in realtà non sarebbe un Mac con processore ARM, ma un iPad con tastiera, ben confezionato ma sempre un iPad, con tutti i suoi limiti rispetto ad un Mac vero e proprio).
Essendomi dilungato troppo sulle ipotesi fantasiose, ho deciso di spezzare questo post in più parti... l'appuntamento è fissato nei prossimi giorni per le macchine desktop e per tutto ciò che ruota intorno al mondo iOS e iTunes.
venerdì 24 giugno 2011
Parzialmente nuvoloso
Sono sempre stato un po' scettico sul cloud-computing, o quantomeno su certi tipi di cloud computing. La definizione è infatti abbastanza generica, tant'è che la stessa wikipedia precisa che possono esserci diverse tipologie di cloud computing, senza considerare il fatto che a volte il termine è usato un po' a sproposito (il che non fa che aumentare la confusione intorno all'argomento).
C'è chi parla di cloud riferendosi al banale storage in rete, chi la fa menzionando lo streaming, chi guarda alle web application, chi alle applicazioni accessibili da remoto, ai progetti condivisi tra più utenti o alla condivisione della potenza di calcolo delle varie macchine. In linea generale sono scettico sul cloud-computing quanto questo implica la necessità di essere collegati alla rete per poter lavorare o per accedere ad un documento, e questo mio scetticismo deriva dal fatto che (per esperienza diretta) sono ben conscio del fatto che non sempre si ha un collegamento internet a disposizione, e anche quando questo è disponibile non è detto che sia sufficientemente veloce o dotato dell'accessibilità richiesta (proxy, firewall, porte chiuse, ecc...). Sarebbe assurdo avere una macchina completamente inutilizzabile per il solo fatto di non avere a disposizione una Internet, e cambierò idea su questo punto solo quando qualcuno mi assicurerà che in qualsiasi angolo del mondo ci sarà sempre e comunque una connessione attiva, anzi due, perché in caso di problemi devo avere la possibilità di una seconda via di accesso (cosa che attualmente mi pare utopistica).
Premesso questo, a meno di casi particolari sono dell'idea che le applicazioni debbano comunque essere "locali" e anche i documenti devono essere sempre disponibili sulla propria macchina: per questo non credo più di tanto in Chrome OS, così come non credevo nella scelta delle web applications del primo iPhone (quando ancora non c'era l'AppStore); e sempre per lo stesso motivo mi lamento spesso della ridicola gestione dei documenti in iOS.
Ora però Apple sta arrivando con iCloud, che è una cosa diversa da quello che abbiamo visto sopra e che mi lasciava scettico. iCloud sarà una sorta di "sincronizzatore globale" in grado di replicare applicazioni, musica, foto, e altri documenti su ognuno dei nostri dispositivi. Non c'è streaming nè utilizzo di applicazioni e documenti in rete: tutto avviene localmente e iCloud si preoccupa di propagare i nuovi documenti (o quelli modificati) a tutti gli altri dispositivi associati al nostro account, così che essi siano disponibili sempre, localmente, su ogni device; ovviamente la disponibilità si ha non appena il dispositivo risulta connessi, ma il vantaggio è che anche senza connessione si ha sempre disponibile l'ultima versione sincronizzata. Non sto a tediarvi nuovamente sulle considerazioni riguardo le modalità con cui i documenti saranno trasferiti in iOS (ne ho già parlato anche troppo, e comunque, in mancanza di dettagli, sono solo supposizioni), ma possiamo avere un assaggio delle potenzialità di iCloud guardando cosa avviene già oggi con le applicazioni dell'AppStore: se accedete alla pagina degli aggiornamenti avete un elenco di tutte le App acquistate (da sempre) e di quelle che al momento non sono installate sul device; a fianco, una nuvoletta ci indica che possiamo scaricarla da iCloud. Applicare lo stesso concetto alla musica non dev'essere tanto difficile, mentre per i documenti bisogna vedere se verrà mantenuta la stessa filosofia dell'attuale iDisk o se se verrà implementato qualcosa di meglio (basterebbe una "memoria locale" dell'iDisk).
In definitiva iCloud si discosta dal concetto di lavorare (solo) "nella nuvola" a adotta le potenzialità della rete per consentire di lavorare "con la nuvola" (ma anche senza). Intrinsecamente iCloud, oltre a sincronizzare i dati, effettua anche un backup, e mantiene una memoria storia della nostra attività sull'iTunes Store: che siano applicazioni o musica, in caso di cambio macchina non dovrete far altro che inserire il vostro account, e potrete riscaricacare le vostre librerie complete (anche se probabilmente sarebbe più veloce ripristinare il tutto da un backup).
Contrariamente a quanto visto sopra, questo tipo di approccio mi vede molto favorevole, ma anch'esso non è esente da problematiche. La prima, già emersa su vari forum, riguarda la memoria storica delle applicazioni acquistate: avete mai scaricato la versione lite/free di un'applicazione per poi passare (soddisfatti) alla versione completa? E quelle applicazioni subito cancellate perché ritenute brutte/inutili? Bene, sappiate che troverete la vostra cronologia degli acquisti affollata anche di queste App inutili e al momento non c'è verso di eliminarle (anche se bisogna riconoscere che iCloud non è ancora partito ufficialmente, quindi tutto può essere quando verrà realmente attivato). Se questo può essere solo un fastidio, ci sono altre situazioni potenzialmente più spiacevoli: ci sono applicazioni che magari, a seguito di un aggiornamento, richiedono una versione minima di iOS, che non è installabile sul vostro device... iCloud terrà traccia anche delle vecchie versioni o proporrà sempre e solo la più recente? Viceversa ci sono applicazioni "vecchie", abbandonate a loro stesse, che non funzionano sulle ultime release di iOS: ha senso continuare a proporle? E quelle applicazioni che invece che non sono più presenti sullo store perché rimosse (tipo VLC) che fine faranno? Spariranno in automatico anche dalla nostra libreria di iTunes?
Il secondo problema riguarda invece, più in generale, il concetto di sicronizzazione automatica totale: lasciando perdere musica e applicazioni (la cui lista di disponibilità è in funzione della cronologia degli acquisti) se cancello per sbaglio un documento rischio di vedermelo sparire da ogni dispositivo, vanificando (di fatto) la comodità di avere un backup intrinseco in iCloud. Per inciso, lo stesso problema esiste anche oggi cancellando (per esempio) un contatto della nostra rubrica, o un appuntamento dalla nostra agenda, se questa è sincronizzata attraverso MobileMe o Google. Al di là della possibilità di recuperare il documento stesso tramite Time Machine, spero che iCloud abbia qualche meccanismo per limitare il più possibile eventuali problemi (per esempio chiedendo la conferma dell'eliminazione all'atto della sincronizzazione, anche a costo di risultare "pedante").
Sarà questo il futuro del cloud computing? Probabilmente no, quantomeno se parliamo di "futuro" in senso assoluto, ma altrettanto probabilmente lo sarà nel breve e medio termine, realisticamente parlando potremmo pensare che questa tipologia di servizio risulterà il miglior compromesso per un utilizzo senza problemi del cloud computing per il prossimo decennio... o forse anche meno: quello che verrà dopo è ancora tutto da immaginare...
C'è chi parla di cloud riferendosi al banale storage in rete, chi la fa menzionando lo streaming, chi guarda alle web application, chi alle applicazioni accessibili da remoto, ai progetti condivisi tra più utenti o alla condivisione della potenza di calcolo delle varie macchine. In linea generale sono scettico sul cloud-computing quanto questo implica la necessità di essere collegati alla rete per poter lavorare o per accedere ad un documento, e questo mio scetticismo deriva dal fatto che (per esperienza diretta) sono ben conscio del fatto che non sempre si ha un collegamento internet a disposizione, e anche quando questo è disponibile non è detto che sia sufficientemente veloce o dotato dell'accessibilità richiesta (proxy, firewall, porte chiuse, ecc...). Sarebbe assurdo avere una macchina completamente inutilizzabile per il solo fatto di non avere a disposizione una Internet, e cambierò idea su questo punto solo quando qualcuno mi assicurerà che in qualsiasi angolo del mondo ci sarà sempre e comunque una connessione attiva, anzi due, perché in caso di problemi devo avere la possibilità di una seconda via di accesso (cosa che attualmente mi pare utopistica).
Premesso questo, a meno di casi particolari sono dell'idea che le applicazioni debbano comunque essere "locali" e anche i documenti devono essere sempre disponibili sulla propria macchina: per questo non credo più di tanto in Chrome OS, così come non credevo nella scelta delle web applications del primo iPhone (quando ancora non c'era l'AppStore); e sempre per lo stesso motivo mi lamento spesso della ridicola gestione dei documenti in iOS.
Ora però Apple sta arrivando con iCloud, che è una cosa diversa da quello che abbiamo visto sopra e che mi lasciava scettico. iCloud sarà una sorta di "sincronizzatore globale" in grado di replicare applicazioni, musica, foto, e altri documenti su ognuno dei nostri dispositivi. Non c'è streaming nè utilizzo di applicazioni e documenti in rete: tutto avviene localmente e iCloud si preoccupa di propagare i nuovi documenti (o quelli modificati) a tutti gli altri dispositivi associati al nostro account, così che essi siano disponibili sempre, localmente, su ogni device; ovviamente la disponibilità si ha non appena il dispositivo risulta connessi, ma il vantaggio è che anche senza connessione si ha sempre disponibile l'ultima versione sincronizzata. Non sto a tediarvi nuovamente sulle considerazioni riguardo le modalità con cui i documenti saranno trasferiti in iOS (ne ho già parlato anche troppo, e comunque, in mancanza di dettagli, sono solo supposizioni), ma possiamo avere un assaggio delle potenzialità di iCloud guardando cosa avviene già oggi con le applicazioni dell'AppStore: se accedete alla pagina degli aggiornamenti avete un elenco di tutte le App acquistate (da sempre) e di quelle che al momento non sono installate sul device; a fianco, una nuvoletta ci indica che possiamo scaricarla da iCloud. Applicare lo stesso concetto alla musica non dev'essere tanto difficile, mentre per i documenti bisogna vedere se verrà mantenuta la stessa filosofia dell'attuale iDisk o se se verrà implementato qualcosa di meglio (basterebbe una "memoria locale" dell'iDisk).
In definitiva iCloud si discosta dal concetto di lavorare (solo) "nella nuvola" a adotta le potenzialità della rete per consentire di lavorare "con la nuvola" (ma anche senza). Intrinsecamente iCloud, oltre a sincronizzare i dati, effettua anche un backup, e mantiene una memoria storia della nostra attività sull'iTunes Store: che siano applicazioni o musica, in caso di cambio macchina non dovrete far altro che inserire il vostro account, e potrete riscaricacare le vostre librerie complete (anche se probabilmente sarebbe più veloce ripristinare il tutto da un backup).
Contrariamente a quanto visto sopra, questo tipo di approccio mi vede molto favorevole, ma anch'esso non è esente da problematiche. La prima, già emersa su vari forum, riguarda la memoria storica delle applicazioni acquistate: avete mai scaricato la versione lite/free di un'applicazione per poi passare (soddisfatti) alla versione completa? E quelle applicazioni subito cancellate perché ritenute brutte/inutili? Bene, sappiate che troverete la vostra cronologia degli acquisti affollata anche di queste App inutili e al momento non c'è verso di eliminarle (anche se bisogna riconoscere che iCloud non è ancora partito ufficialmente, quindi tutto può essere quando verrà realmente attivato). Se questo può essere solo un fastidio, ci sono altre situazioni potenzialmente più spiacevoli: ci sono applicazioni che magari, a seguito di un aggiornamento, richiedono una versione minima di iOS, che non è installabile sul vostro device... iCloud terrà traccia anche delle vecchie versioni o proporrà sempre e solo la più recente? Viceversa ci sono applicazioni "vecchie", abbandonate a loro stesse, che non funzionano sulle ultime release di iOS: ha senso continuare a proporle? E quelle applicazioni che invece che non sono più presenti sullo store perché rimosse (tipo VLC) che fine faranno? Spariranno in automatico anche dalla nostra libreria di iTunes?
Il secondo problema riguarda invece, più in generale, il concetto di sicronizzazione automatica totale: lasciando perdere musica e applicazioni (la cui lista di disponibilità è in funzione della cronologia degli acquisti) se cancello per sbaglio un documento rischio di vedermelo sparire da ogni dispositivo, vanificando (di fatto) la comodità di avere un backup intrinseco in iCloud. Per inciso, lo stesso problema esiste anche oggi cancellando (per esempio) un contatto della nostra rubrica, o un appuntamento dalla nostra agenda, se questa è sincronizzata attraverso MobileMe o Google. Al di là della possibilità di recuperare il documento stesso tramite Time Machine, spero che iCloud abbia qualche meccanismo per limitare il più possibile eventuali problemi (per esempio chiedendo la conferma dell'eliminazione all'atto della sincronizzazione, anche a costo di risultare "pedante").
Sarà questo il futuro del cloud computing? Probabilmente no, quantomeno se parliamo di "futuro" in senso assoluto, ma altrettanto probabilmente lo sarà nel breve e medio termine, realisticamente parlando potremmo pensare che questa tipologia di servizio risulterà il miglior compromesso per un utilizzo senza problemi del cloud computing per il prossimo decennio... o forse anche meno: quello che verrà dopo è ancora tutto da immaginare...
mercoledì 22 giugno 2011
Statistiche a braccio, numeri reali, ipotesi attuali e proiezioni future
Nonostante i dati di vendita dicano che Android vende più di iPhone (il che è un dato incontroversibile, anche se ci sarebbe sempra da fare il distinguo tra il settore smartphone e la diffusione di iOS e Android più in geenrale), la mia esperienza quotidiana mi dà un'impressione completamente differente.
Qualche giorno fa, in aeroporto, avevo un iPhone e un BlackBerry davanti a me, due iPhone 4 alla mia sinistra, un Android, un MacBook Air e un Dell dietro di me, un iPad e un Kindle più lontani. Una volta salito sull'aereo, oltre al mio iPhone 4, mi sono ritrovato con altri due iPhone 4 a destra e uno a sinistra, un'iPad a destra e uno a sinistra, due Sony Vaio davanti a me, due Android (uno a sinistra e uno davanti) e diversi BlackBerry (almeno 3). Dovessi fare una statistica giornaliera, lasciando perdere i portatili ho potuto contare:
-6 iPhone 4 (7 se ci aggiungo il mio)
-4 BlackBerry
-3 Android
-3 iPad
Anche le statistiche di utilizzo in rete ci dicono che iOS è più usato di Android (2,38% contro 0,76%), per non parlare della vendita di App: anche se ormai il numero totale di applicazioni non è troppo diverso (in realtà molte App Android sono solo dei temi o degli sfondi animati, quindi non avrebbe molto senso conteggiarli), il fatturato generato dall'iTunes App Store è di un ordine di grandezza superiore rispetto a quello dell'Android Market... anche perché (riallacciandoci a quanto detto in altre occasioni, e ribadito anche sopra) le vendite dell'App Store sono legare a "tutti" i dispositivi iOS, quindi non solo iPhone (unico dispositivo che si confronta direttamente con gli smartphone Android) ma anche iPod Touch e iPad.
Non ho certo la pretesa che la mia esperienza di un giorno (perdipiù circoscritta ad un ambiente particolare) possa rispecchiare lo stato del mercato mondiale, anche se (devo ammettere) non è certo la prima volta che noto una situazione di questo tipo. Come spiegare quindi questa apparente discrepanza di dati? In realtà potrebbe non esserci alcuna discrepanza e, nella più banale delle ipotesi, l'iPhone potrebbe semplicemente essere più utilizzato dei terminali Android: chi compra un iPhone lo fa quasi sicuramente avendo ben in mente un utilizzo di un certo tipo, che comprende una buona dose di accesso ad internet e la possibilità di accedere all'ampio parco di applicazioni dell'AppStore. Viceversa Android è talmente diffuso su dispositivi di ogni marca e fascia di prezzo, che potrebbe tranquillamente essere acquistato in modo "inconsapevole", anche da chi in realtà non cerca uno smartphone ma un cellulare da utiilizzare in modo più canonico, e magari non ha mai nemmeno fatto un giro sull'Android Market; un'altra variante potrebbe invece essere diametralmente opposta: grazie alla libertà di utilizzo del sistema di Google, i terminali Android sono la scelta preferita da chi ama "smanettare", e quindi utilizza lo smartphone in maniera sicuramente più "profonda" ma anche meno convenzionale rispetto all'utente che passa il tempo libero giocando o scaricando le mail (dopotutto stiamo parlando di cellulari destinati alla massa, non di strumenti professionali dedicati alla programmazione, quindi è naturale che l'utilizzo più "leggero" sia prevalente).
Non dimentichiamo inoltre che, seppur in calo, in questa battaglia a due c'è sempre di mezzo anche il BlackBerry: strumento apprezzato soprattutto da chi viaggia molto ma ha la necessità di essere sempre in contatto con la propria casella di posta elettronica, cosa tecnicamente fattibile anche con gli altri telefoni ma al costo (alto) del roaming internazionale.
Windows Phone 7 al momento è ancora molto latitante e, a meno di qualche svolta, non vedo grossi pregi in questa scelta... rispetto ad Android è chiuso e limitato, ma rispetto ad iOS ha un bagaglio ridicolo di software e un'usabilità che lascia qualche dubbio di troppo: se l'abbinata MS-Nokia non imbocca subito la strada giusta, potrebbe restare relegato ad una fetta misera del mercato.
L'altro sistema che potrebbe conquistare un po' di mercato è WebOS di HP (creato da Palm prima dell'acquisizione), un sistema sicuramente interessante e potenzialmente migliore di tutti i precedenti, ma con uno scarso appeal: non credo che HP abbia la stessa forza di Apple nel proporre un sistema mono-marca, anche perché Apple ha un ecosistema tutto suo fatto di hardware, software e servizi (che convoglieranno in iCloud) mentre HP si appoggia comunque a MS-Windows... una via interessante per HP potrebbe essere quella di proporre sistemi in grado di fare un dual-boot Windows/WebOS (cosa che effettivamente dovrebbe fare a partire dal prossimo anno): oltre a dare una maggiore diffusione al sistema, invoglierebbe la gente ad utilizzare un sistema alternativo quando questo può bastare, e farebbe da cavallo di troia per portare la gente verso WebOS anche quando si tratta di scegliere uno smartphone o un tablet.
In ogni caso, l'attuale dinamicità di questa parte del settore informatico è sicuramente molto più interessante rispetto alla staticità del settore più classico: a mio avviso non è solo una moda quella porta a parlare sempre più di smartphone e tablet e sempre meno dei "comuni" PC, ma è una questione legata al fatto che l'informatica (scienza relativamente giovane) si sta evolvendo, e i nuovi arrivati rappresentano al meglio questa evoluzione. Se ho ragione, aspettiamoci un po' di brio negli anni a venire, che magari contagierà anche il "vecchio mondo" dei PC: qualcuno si sta preparando ed ha già dimostrato in altre occasioni di non essere legato a schemi fissi ma di cercare sempre il meglio cercando di anticipare i tempi... chi resta troppo legato al passato rischia di perdere sempre più terreno.
Qualche giorno fa, in aeroporto, avevo un iPhone e un BlackBerry davanti a me, due iPhone 4 alla mia sinistra, un Android, un MacBook Air e un Dell dietro di me, un iPad e un Kindle più lontani. Una volta salito sull'aereo, oltre al mio iPhone 4, mi sono ritrovato con altri due iPhone 4 a destra e uno a sinistra, un'iPad a destra e uno a sinistra, due Sony Vaio davanti a me, due Android (uno a sinistra e uno davanti) e diversi BlackBerry (almeno 3). Dovessi fare una statistica giornaliera, lasciando perdere i portatili ho potuto contare:
-6 iPhone 4 (7 se ci aggiungo il mio)
-4 BlackBerry
-3 Android
-3 iPad
Anche le statistiche di utilizzo in rete ci dicono che iOS è più usato di Android (2,38% contro 0,76%), per non parlare della vendita di App: anche se ormai il numero totale di applicazioni non è troppo diverso (in realtà molte App Android sono solo dei temi o degli sfondi animati, quindi non avrebbe molto senso conteggiarli), il fatturato generato dall'iTunes App Store è di un ordine di grandezza superiore rispetto a quello dell'Android Market... anche perché (riallacciandoci a quanto detto in altre occasioni, e ribadito anche sopra) le vendite dell'App Store sono legare a "tutti" i dispositivi iOS, quindi non solo iPhone (unico dispositivo che si confronta direttamente con gli smartphone Android) ma anche iPod Touch e iPad.
Non ho certo la pretesa che la mia esperienza di un giorno (perdipiù circoscritta ad un ambiente particolare) possa rispecchiare lo stato del mercato mondiale, anche se (devo ammettere) non è certo la prima volta che noto una situazione di questo tipo. Come spiegare quindi questa apparente discrepanza di dati? In realtà potrebbe non esserci alcuna discrepanza e, nella più banale delle ipotesi, l'iPhone potrebbe semplicemente essere più utilizzato dei terminali Android: chi compra un iPhone lo fa quasi sicuramente avendo ben in mente un utilizzo di un certo tipo, che comprende una buona dose di accesso ad internet e la possibilità di accedere all'ampio parco di applicazioni dell'AppStore. Viceversa Android è talmente diffuso su dispositivi di ogni marca e fascia di prezzo, che potrebbe tranquillamente essere acquistato in modo "inconsapevole", anche da chi in realtà non cerca uno smartphone ma un cellulare da utiilizzare in modo più canonico, e magari non ha mai nemmeno fatto un giro sull'Android Market; un'altra variante potrebbe invece essere diametralmente opposta: grazie alla libertà di utilizzo del sistema di Google, i terminali Android sono la scelta preferita da chi ama "smanettare", e quindi utilizza lo smartphone in maniera sicuramente più "profonda" ma anche meno convenzionale rispetto all'utente che passa il tempo libero giocando o scaricando le mail (dopotutto stiamo parlando di cellulari destinati alla massa, non di strumenti professionali dedicati alla programmazione, quindi è naturale che l'utilizzo più "leggero" sia prevalente).
Non dimentichiamo inoltre che, seppur in calo, in questa battaglia a due c'è sempre di mezzo anche il BlackBerry: strumento apprezzato soprattutto da chi viaggia molto ma ha la necessità di essere sempre in contatto con la propria casella di posta elettronica, cosa tecnicamente fattibile anche con gli altri telefoni ma al costo (alto) del roaming internazionale.
Windows Phone 7 al momento è ancora molto latitante e, a meno di qualche svolta, non vedo grossi pregi in questa scelta... rispetto ad Android è chiuso e limitato, ma rispetto ad iOS ha un bagaglio ridicolo di software e un'usabilità che lascia qualche dubbio di troppo: se l'abbinata MS-Nokia non imbocca subito la strada giusta, potrebbe restare relegato ad una fetta misera del mercato.
L'altro sistema che potrebbe conquistare un po' di mercato è WebOS di HP (creato da Palm prima dell'acquisizione), un sistema sicuramente interessante e potenzialmente migliore di tutti i precedenti, ma con uno scarso appeal: non credo che HP abbia la stessa forza di Apple nel proporre un sistema mono-marca, anche perché Apple ha un ecosistema tutto suo fatto di hardware, software e servizi (che convoglieranno in iCloud) mentre HP si appoggia comunque a MS-Windows... una via interessante per HP potrebbe essere quella di proporre sistemi in grado di fare un dual-boot Windows/WebOS (cosa che effettivamente dovrebbe fare a partire dal prossimo anno): oltre a dare una maggiore diffusione al sistema, invoglierebbe la gente ad utilizzare un sistema alternativo quando questo può bastare, e farebbe da cavallo di troia per portare la gente verso WebOS anche quando si tratta di scegliere uno smartphone o un tablet.
In ogni caso, l'attuale dinamicità di questa parte del settore informatico è sicuramente molto più interessante rispetto alla staticità del settore più classico: a mio avviso non è solo una moda quella porta a parlare sempre più di smartphone e tablet e sempre meno dei "comuni" PC, ma è una questione legata al fatto che l'informatica (scienza relativamente giovane) si sta evolvendo, e i nuovi arrivati rappresentano al meglio questa evoluzione. Se ho ragione, aspettiamoci un po' di brio negli anni a venire, che magari contagierà anche il "vecchio mondo" dei PC: qualcuno si sta preparando ed ha già dimostrato in altre occasioni di non essere legato a schemi fissi ma di cercare sempre il meglio cercando di anticipare i tempi... chi resta troppo legato al passato rischia di perdere sempre più terreno.
martedì 21 giugno 2011
[cs] Apple rivoluziona il video editing con Final Cut Pro X
Premesso che non ho ancora avuto tempo di informarmi al meglio, riporto qui di seguito il comunicato stampa ufficiale:
CUPERTINO, California — 21 giugno, 2011—Apple ha annunciato oggi Final Cut Pro X, una rivoluzionaria nuova versione del software di video editing professionale più famoso al mondo, che reinventa completamente l’editing video grazie a funzioni come Magnetic Timeline, che permette di montare su canvas flessibili e senza tracce; Content Auto-Analysis, l’analisi automatica dei contenuti, che esamina e suddivide i contenuti durante l’importazione in base a tipo di inquadratura, materiale girato e numero di persone riprese; il rendering in background, che permette di lavorare più velocemente senza interruzioni. Sviluppato su una moderna architettura a 64 bit, Final Cut Pro X è disponibile sul Mac App Store a €239,99.
“Final Cut Pro X è il più grande passo avanti nell’editing video professionale dal lancio del primo Final Cut Pro,” ha dichiarato Philip Schiller, Senior Vice President Worldwide Product Marketing di Apple. “Lo abbiamo mostrato a molti dei migliori montatori professionisti al mondo e sono rimasti sbalorditi.”
“Sono letteralmente senza parole per quello che Apple è riuscita a fare con Final Cut Pro,” ha affermato Angus Wall, montatore di film vincitori di Oscar. “Final Cut Pro X è incredibilmente moderno e veloce, ma la cosa più importante è che ti permette di concentrarti sulla storia che stai raccontando nel modo più creativo possibile, perché si occupa lui di tutti i dettagli tecnici.”
Il fulcro di Final Cut Pro X è la Magnetic Timeline, un approccio senza tracce al montaggio delle riprese che permette all’utente di aggiungere e organizzare le clip in qualsiasi posizione, mentre le altre clip si risistemano automaticamente di conseguenza. Si possono usare le Clip Connections (connessioni fra clip) per legare le clip della storia principale ad altri elementi come titoli ed effetti sonori, per mantenerli sempre perfettamente sincronizzati anche quando li si sposta. Si possono persino combinare elementi correlati tra loro in una Compound Clip (clip composta) che può essere montata e modificata come una singola clip. La nuova, rivoluzionaria funzione Auditions permette di passare da un clip all’altro per confrontare all’istante riprese diverse e scegliere quella più adatta.
La Content Auto-Analysis (analisi automatica dei contenuti) esamina il materiale girato durante l’importazione e tagga i contenuti con informazioni utili. Final Cut Pro X usa poi queste informazioni per organizzare in maniera dinamica le clip in Smart Collection, che consentono di ritrovare velocemente le clip desiderate suddivise per tipo di inquadratura (primo piano, piano americano, grandangolo), tipo di materiale e numero di persone nell’inquadratura. Si possono taggare anche parti di clip con parole chiave di tipologia (Range) per aggiungere criteri di ricerca personalizzati.
Final Cut Pro X è stato interamente riprogettato ed è ora un’app a 64 bit che sfrutta tutta la potenza dei più recenti hardware e software Mac, il che si traduce in niente più attese in fase di montaggio, persino quando si lavora con video 4K. Final Cut Pro X usa un’elaborazione multi-thread e la GPU della scheda grafica per un velocissimo rendering in background e stratosferiche prestazioni di riproduzione in tempo reale. Inoltre, il flusso cromatico gestito da ColorSync garantisce coerenza cromatica, dalla fase di importazione all’output.
Final Cut Pro X include inoltre potenti strumenti per l’editing audio e la correzione del colore, ed è completato da due app: Motion 5 per la motion graphics professionale e Compressor 4 per l’encoding avanzato dei contenuti, entrambe disponibili sul Mac App Store a €39,99 l’una.
Prezzi e Disponibilità
Final Cut Pro X è disponibile oggi per €239,99 dal Mac App Store. Motion 5 e Compressor 4 sono disponibili oggi per €39,99 ciascuno dal Mac App Store. La lista completa dei requisiti di sistema e ulteriori informazioni su Final Cut Pro X possono essere reperiti su: www.apple.com/it/finalcutpro.
CUPERTINO, California — 21 giugno, 2011—Apple ha annunciato oggi Final Cut Pro X, una rivoluzionaria nuova versione del software di video editing professionale più famoso al mondo, che reinventa completamente l’editing video grazie a funzioni come Magnetic Timeline, che permette di montare su canvas flessibili e senza tracce; Content Auto-Analysis, l’analisi automatica dei contenuti, che esamina e suddivide i contenuti durante l’importazione in base a tipo di inquadratura, materiale girato e numero di persone riprese; il rendering in background, che permette di lavorare più velocemente senza interruzioni. Sviluppato su una moderna architettura a 64 bit, Final Cut Pro X è disponibile sul Mac App Store a €239,99.
“Final Cut Pro X è il più grande passo avanti nell’editing video professionale dal lancio del primo Final Cut Pro,” ha dichiarato Philip Schiller, Senior Vice President Worldwide Product Marketing di Apple. “Lo abbiamo mostrato a molti dei migliori montatori professionisti al mondo e sono rimasti sbalorditi.”
“Sono letteralmente senza parole per quello che Apple è riuscita a fare con Final Cut Pro,” ha affermato Angus Wall, montatore di film vincitori di Oscar. “Final Cut Pro X è incredibilmente moderno e veloce, ma la cosa più importante è che ti permette di concentrarti sulla storia che stai raccontando nel modo più creativo possibile, perché si occupa lui di tutti i dettagli tecnici.”
Il fulcro di Final Cut Pro X è la Magnetic Timeline, un approccio senza tracce al montaggio delle riprese che permette all’utente di aggiungere e organizzare le clip in qualsiasi posizione, mentre le altre clip si risistemano automaticamente di conseguenza. Si possono usare le Clip Connections (connessioni fra clip) per legare le clip della storia principale ad altri elementi come titoli ed effetti sonori, per mantenerli sempre perfettamente sincronizzati anche quando li si sposta. Si possono persino combinare elementi correlati tra loro in una Compound Clip (clip composta) che può essere montata e modificata come una singola clip. La nuova, rivoluzionaria funzione Auditions permette di passare da un clip all’altro per confrontare all’istante riprese diverse e scegliere quella più adatta.
La Content Auto-Analysis (analisi automatica dei contenuti) esamina il materiale girato durante l’importazione e tagga i contenuti con informazioni utili. Final Cut Pro X usa poi queste informazioni per organizzare in maniera dinamica le clip in Smart Collection, che consentono di ritrovare velocemente le clip desiderate suddivise per tipo di inquadratura (primo piano, piano americano, grandangolo), tipo di materiale e numero di persone nell’inquadratura. Si possono taggare anche parti di clip con parole chiave di tipologia (Range) per aggiungere criteri di ricerca personalizzati.
Final Cut Pro X è stato interamente riprogettato ed è ora un’app a 64 bit che sfrutta tutta la potenza dei più recenti hardware e software Mac, il che si traduce in niente più attese in fase di montaggio, persino quando si lavora con video 4K. Final Cut Pro X usa un’elaborazione multi-thread e la GPU della scheda grafica per un velocissimo rendering in background e stratosferiche prestazioni di riproduzione in tempo reale. Inoltre, il flusso cromatico gestito da ColorSync garantisce coerenza cromatica, dalla fase di importazione all’output.
Final Cut Pro X include inoltre potenti strumenti per l’editing audio e la correzione del colore, ed è completato da due app: Motion 5 per la motion graphics professionale e Compressor 4 per l’encoding avanzato dei contenuti, entrambe disponibili sul Mac App Store a €39,99 l’una.
Prezzi e Disponibilità
Final Cut Pro X è disponibile oggi per €239,99 dal Mac App Store. Motion 5 e Compressor 4 sono disponibili oggi per €39,99 ciascuno dal Mac App Store. La lista completa dei requisiti di sistema e ulteriori informazioni su Final Cut Pro X possono essere reperiti su: www.apple.com/it/finalcutpro.
lunedì 20 giugno 2011
Ogni scusa è buona...
...per fare polemica.
-Apple vende iPhone sbloccati negli USA, ed ecco risorgere la solita polemica del cambio 1:1. Di certo non si può dire che il cambio ci sia favorevole, ma in realtà non c'è un rapporto di 1:1 col dollaro (prezzo IVA inclusa vs prezzo VAT esclusa)... senza considerare i diversi costi, il diverso mercato, ecc... ecc... non ho voglia di ripetere le solite cose.
-Gli Apple-fan, in certe situazioni, hanno reazioni cerebrali simili a quelle dei fanatici religiosi; ma va? forse perché "qualsiasi fan" di "qualsiasi cosa" ha reazioni simili... compresi quelli dell'OpenSource (non che ce l'abbia con loro, anzi... ma spesso sono proprio loro quelli che danno contro Apple, e che sono andati ma nozze con questa non-notizia).Probabilmente chi ha realizzato lo studio ha deciso di utilizzare i fan di Apple perché sapeva che avrebbe fatto più notizia...
-Apple decide di pagare Nokia. Vero, ma non è altro che l'ennesimo dazio dell'insulsa guerra generata da un insulsa normativa sui brevetti... dazio che, gira e rigira, tutti si sono trovati a pagare nei confronti di qualcuno (compresa la stessa Nokia che nel 2008 ha saldato 2,3 miliardi di dollari a Qualcomm)... tra parentesi, la notizia dell'accordo arriva dopo che la prima sentenza aveva dato ragione ad Apple, quindi più che un "mea culpa", a Cupertino devono aver fatto bene i propri conti su quali nemici combattere.
-Apple vende iPhone sbloccati negli USA, ed ecco risorgere la solita polemica del cambio 1:1. Di certo non si può dire che il cambio ci sia favorevole, ma in realtà non c'è un rapporto di 1:1 col dollaro (prezzo IVA inclusa vs prezzo VAT esclusa)... senza considerare i diversi costi, il diverso mercato, ecc... ecc... non ho voglia di ripetere le solite cose.
-Gli Apple-fan, in certe situazioni, hanno reazioni cerebrali simili a quelle dei fanatici religiosi; ma va? forse perché "qualsiasi fan" di "qualsiasi cosa" ha reazioni simili... compresi quelli dell'OpenSource (non che ce l'abbia con loro, anzi... ma spesso sono proprio loro quelli che danno contro Apple, e che sono andati ma nozze con questa non-notizia).Probabilmente chi ha realizzato lo studio ha deciso di utilizzare i fan di Apple perché sapeva che avrebbe fatto più notizia...
-Apple decide di pagare Nokia. Vero, ma non è altro che l'ennesimo dazio dell'insulsa guerra generata da un insulsa normativa sui brevetti... dazio che, gira e rigira, tutti si sono trovati a pagare nei confronti di qualcuno (compresa la stessa Nokia che nel 2008 ha saldato 2,3 miliardi di dollari a Qualcomm)... tra parentesi, la notizia dell'accordo arriva dopo che la prima sentenza aveva dato ragione ad Apple, quindi più che un "mea culpa", a Cupertino devono aver fatto bene i propri conti su quali nemici combattere.
giovedì 16 giugno 2011
Su iOS 5, iCloud e la convergenza dei sistemi operativi Apple
iOS, nato inizialmente cone iPhone OS (o, più semplicemente, come "firmware dell'iPhone") sta crescendo di anno in anno a passi da gigante. La prima versione era molto immatura e non permetteva nemmeno l'installazione di applicazioni (perlomeno non per vie ufficiali), tant'è che la mia prima scelta di contatto con questo mondo ricadde su un iPod Touch e non su un iPhone (al di là del fatto che inizialmente l'iPhone non era nemmeno disponibile in Italia).
La seconda major release inaugurò l'apertura dell'AppStore (progetto che, a mio avviso, era programmato già da molto tempo prima dell'uscita del primo iPhone); la terza introdusse spotlight e il copy&past; la quarta ha portato le cartelle per le applicazioni, il multitasking (non per tutti) e, successivamente, la stampa e Airplay. In definitiva potremmo dire che, progressivamente, iOS ha integrato buona parte delle funzioni tipiche dei sistemi "maggiori"; qualcuno potrebbe dire che i device con Android avevano già da subito certe funzioni, ma non è di questo che vorrei parlare oggi...
Parallelamente, seppure con ritmi completamente diversi Mac OS X ha integrato l'utilizzo delle gestures nate su iOS (nonché lo scrolling dinamico e altri piccoli dettagli), il mouse, periferica d'eccellenza introdotta da Apple nel lontano 1984, dopo l'esperimento non molto riuscito del Magic Mouse con superficie multitouch, è stato affiancato/rimpiazzato dal Magic Trackpad (indispensabile per eseguire le gestures) e Lion prenderà in prestito da iOS altre funzioni più o meno utili, come Launchpad o le applicazioni a pieno schermo (senza dimenticare il Mac App Store, già disponibile da gennaio per tutti gli utenti di Snow Leopard).
Ma torniamo sull'argomento iOS; la quinta versione di questo sistema, che uscirà a settembre, oltre alle centinaia di altre novità più o meno importanti, ne include una che per molti versi segna un punto di svolta col passato: l'indipendenza dal computer. Già possibili per Apple-TV (che è comunque basata su iOS), l'attivazione e gli aggiornamenti di iPhone, iPod Touch e iPad, potranno essere eseguiti OTA (Over The Air) senza la necessità di collegare il dispositivo al computer. Questo significa che l'iPad, il miglior candidato a rimpiazzare il computer casalingo, potrà "vivere di vita propria": oltre a creare documenti, stampare attraverso AirPrint, e mostrare i propri contenuti su altri dispositivi grazie ad Airplay, potrà organizzare le foto, sarà in grado di accedere ad una base Airport per configurarla, e tante altre cose ancora... in poche parole, potrà essere acquistato ed utilizzato al 100% anche da chi non ha un computer, e sarà sempre pronto per essere sincronizzato con qualsiasi altro dispositivo attraverso iCloud.
Proprio l'introduzione di iCloud getta però qualche ombra su un'altra funzione che personalmente avevo molto a cuore: la gestione dei file. Per chi ancora non lo sapesse, Jailbreak a parte, iOS non ha un file manager e ogni applicazione ha un proprio spazio riservato per i propri documenti, che in certi casi (se l'applicazione lo permette) possono essere "esportati" verso lo spazio delle altre applicazioni, e in altri casi sono un vicolo cieco dal quale non c'è via d'uscita: se avete un PDF in iBooks, a parte stamparlo o legerlo, non potete farci altro che spedirlo via mail... (a tal proprosito, dopo lunghe ricerche, vi consiglio di installare Phone Drive, applicazione che consente di impostare/esportare file via WiFi, sia col computer che con altri dispositivi iOS, nonché di esportare i files in questione verso le applicazioni desiderate).
Non è ancora ben chiaro come funzionerà la sincronizzazione dei documenti su iCloud, ma se l'idea di Apple è quella di rinunciare in via definitiva al file manager per passare sempre e solo attraverso iCloud, la cosa mi lascia quantomeno un po' perplesso... Il concetto di sincronizzazione prevede che si sia una certa corrispondenza tra quello che vedo da ogni dispositivo sincronizzato: su Mac OS X (che a partire da Lion si chiamerà solo OS X) ho una cartella "Documenti" utilizzata da tutte le applicazioni e che presumibilmente potrà essere sincronizzata su iCloud; su iOS (almeno fino ad ora) non c'è nulla di corrispondente, il che lascia presagire che con iOS si potrebbe accedere ad iCloud in modo simile a come adesso si accede all'iDisk, sfogliando i documenti e importandoli poi nello spazio riservato dell'applicazione scelta... una sorta di file manager remoto che non va ad intaccare l'attuale gestione dei documenti di iOS ma che richiede comunque una connessione a iCloud: può essere soddisfacente una soluzione simile? A mio avviso no, o quantomeno non al 100%, e comunque andrebbe "contro" la filosofia di iCloud pensata da Apple, che non si traduce in un banale spazio di archiviazione remoto ma in un sistema pensato per sincronizzare tutti i dispositivi collegati e che quindi dovrebbe prevedere una "cartella Documenti" anche su iOS. L'altra possibilità è che OS X "si adegui" a questa filosofia restrittiva e che il successore di Lion faccia sparire anch'esso il file manager, ma mi pare un'ipotesi percorribile solo se Apple decidesse di suicidarsi con le proprie mani...
In definitiva, se Apple vuole mantenere una certa coerenza dei servizi di iCloud sui terminali iOS, prima o poi dovrà prevedere un "luogo" dove vanno a finire tutti i documenti sincronizzati: può anche essere qualcosa di simile all'attuale iDisk, purché conservi una copia in locale dei documenti, così che ci si possa lavorare sempre, anche senza connettività; uno spazio riservato alla sincronizzazione con iCloud ma sempre accessibile a tutte le applicazioni, in entrambi i versi. Questa si che potrebbe essere una buona soluzione... immaginate: apro Pages sull'iPad, e inizio a scrivere un documento. Lo salvo nello spazio iCloud e ce l'ho sempre sul dispositivo, ma appena l'iPad si connette in rete, lo stesso documento finisce sui server Apple che si preoccupano di mandarlo sull'iPhone e sul Mac di casa; a casa lo modifico dal Mac, lo esporto in .doc, lo salvo in Documenti e automaticamente finisce in iCloud (e quindi anche sull'iPad non appena si aggancia ad una rete). Dall'iPad, una volta sincronizzato, anche se sono staccato dalla rete lancio Documents to Go (tanto per dirne uno) e apro dallo spazio iCloud il documento che avevo creato con Pages e modificato sul Mac. Non sarebbe flessibile al 100% in quanto limitato ai documenti che passano per iCloud ma sarebbe integrato a livello di sistema, e quindi disponibile per tutte le applicazioni: mi pare più che accettabile.
Abbiamo parlato di iOS5, di iCloud, e di come far convergere queste due cose verso una gestione dei Documenti che si sposa con quello che abbiamo in OS X; l'ultimo pensiero di questo commento, a tratti un po' contorto, torna quindi sulla convergenza di OS X verso iOS, così da potersi chiedere se in un futuro (neanche troppo lontano) il tutto potrebbe convergere in un unico prodotto. Abbiamo già visto sopra (e lo sapete bene anche voi) che molte funzioni di iOS sono state implementate in Lion, ma potrebbe iOS sostituire in tutto e per tutto OS X? Per come lo conosciamo ora la risposta è un "NO" deciso, ma pensando alle nuove funzioni di iOS5, all'eventualità che arrivi qualcosa che assomigli ad un file manager, e al fatto che comunque iOS si evolverà in iOS6, iOS7, ecc... ecc... l'ipotesi non è così remota. Non dimentichiamo inoltre che iOS, pur essendo unico, in realtà ha due anime: la versione che gira su iPhone non è uguale in tutto e per tutto a quella che gira su iPad, e un'eventuale terza versione destinata ai Mac (magari quando i Mac monteranno ARM) potrebbe avere altre differenze in grado di adattarla al meglio ad un utilizzo più "classico" del computer. Personalmente resto dell'idea che, se questo avverrà, sarà tra 5 o 6 anni, dopo la versione nr.9 di iOS e dopo un'altra major release di OSX.
La seconda major release inaugurò l'apertura dell'AppStore (progetto che, a mio avviso, era programmato già da molto tempo prima dell'uscita del primo iPhone); la terza introdusse spotlight e il copy&past; la quarta ha portato le cartelle per le applicazioni, il multitasking (non per tutti) e, successivamente, la stampa e Airplay. In definitiva potremmo dire che, progressivamente, iOS ha integrato buona parte delle funzioni tipiche dei sistemi "maggiori"; qualcuno potrebbe dire che i device con Android avevano già da subito certe funzioni, ma non è di questo che vorrei parlare oggi...
Parallelamente, seppure con ritmi completamente diversi Mac OS X ha integrato l'utilizzo delle gestures nate su iOS (nonché lo scrolling dinamico e altri piccoli dettagli), il mouse, periferica d'eccellenza introdotta da Apple nel lontano 1984, dopo l'esperimento non molto riuscito del Magic Mouse con superficie multitouch, è stato affiancato/rimpiazzato dal Magic Trackpad (indispensabile per eseguire le gestures) e Lion prenderà in prestito da iOS altre funzioni più o meno utili, come Launchpad o le applicazioni a pieno schermo (senza dimenticare il Mac App Store, già disponibile da gennaio per tutti gli utenti di Snow Leopard).
Ma torniamo sull'argomento iOS; la quinta versione di questo sistema, che uscirà a settembre, oltre alle centinaia di altre novità più o meno importanti, ne include una che per molti versi segna un punto di svolta col passato: l'indipendenza dal computer. Già possibili per Apple-TV (che è comunque basata su iOS), l'attivazione e gli aggiornamenti di iPhone, iPod Touch e iPad, potranno essere eseguiti OTA (Over The Air) senza la necessità di collegare il dispositivo al computer. Questo significa che l'iPad, il miglior candidato a rimpiazzare il computer casalingo, potrà "vivere di vita propria": oltre a creare documenti, stampare attraverso AirPrint, e mostrare i propri contenuti su altri dispositivi grazie ad Airplay, potrà organizzare le foto, sarà in grado di accedere ad una base Airport per configurarla, e tante altre cose ancora... in poche parole, potrà essere acquistato ed utilizzato al 100% anche da chi non ha un computer, e sarà sempre pronto per essere sincronizzato con qualsiasi altro dispositivo attraverso iCloud.
Proprio l'introduzione di iCloud getta però qualche ombra su un'altra funzione che personalmente avevo molto a cuore: la gestione dei file. Per chi ancora non lo sapesse, Jailbreak a parte, iOS non ha un file manager e ogni applicazione ha un proprio spazio riservato per i propri documenti, che in certi casi (se l'applicazione lo permette) possono essere "esportati" verso lo spazio delle altre applicazioni, e in altri casi sono un vicolo cieco dal quale non c'è via d'uscita: se avete un PDF in iBooks, a parte stamparlo o legerlo, non potete farci altro che spedirlo via mail... (a tal proprosito, dopo lunghe ricerche, vi consiglio di installare Phone Drive, applicazione che consente di impostare/esportare file via WiFi, sia col computer che con altri dispositivi iOS, nonché di esportare i files in questione verso le applicazioni desiderate).
Non è ancora ben chiaro come funzionerà la sincronizzazione dei documenti su iCloud, ma se l'idea di Apple è quella di rinunciare in via definitiva al file manager per passare sempre e solo attraverso iCloud, la cosa mi lascia quantomeno un po' perplesso... Il concetto di sincronizzazione prevede che si sia una certa corrispondenza tra quello che vedo da ogni dispositivo sincronizzato: su Mac OS X (che a partire da Lion si chiamerà solo OS X) ho una cartella "Documenti" utilizzata da tutte le applicazioni e che presumibilmente potrà essere sincronizzata su iCloud; su iOS (almeno fino ad ora) non c'è nulla di corrispondente, il che lascia presagire che con iOS si potrebbe accedere ad iCloud in modo simile a come adesso si accede all'iDisk, sfogliando i documenti e importandoli poi nello spazio riservato dell'applicazione scelta... una sorta di file manager remoto che non va ad intaccare l'attuale gestione dei documenti di iOS ma che richiede comunque una connessione a iCloud: può essere soddisfacente una soluzione simile? A mio avviso no, o quantomeno non al 100%, e comunque andrebbe "contro" la filosofia di iCloud pensata da Apple, che non si traduce in un banale spazio di archiviazione remoto ma in un sistema pensato per sincronizzare tutti i dispositivi collegati e che quindi dovrebbe prevedere una "cartella Documenti" anche su iOS. L'altra possibilità è che OS X "si adegui" a questa filosofia restrittiva e che il successore di Lion faccia sparire anch'esso il file manager, ma mi pare un'ipotesi percorribile solo se Apple decidesse di suicidarsi con le proprie mani...
In definitiva, se Apple vuole mantenere una certa coerenza dei servizi di iCloud sui terminali iOS, prima o poi dovrà prevedere un "luogo" dove vanno a finire tutti i documenti sincronizzati: può anche essere qualcosa di simile all'attuale iDisk, purché conservi una copia in locale dei documenti, così che ci si possa lavorare sempre, anche senza connettività; uno spazio riservato alla sincronizzazione con iCloud ma sempre accessibile a tutte le applicazioni, in entrambi i versi. Questa si che potrebbe essere una buona soluzione... immaginate: apro Pages sull'iPad, e inizio a scrivere un documento. Lo salvo nello spazio iCloud e ce l'ho sempre sul dispositivo, ma appena l'iPad si connette in rete, lo stesso documento finisce sui server Apple che si preoccupano di mandarlo sull'iPhone e sul Mac di casa; a casa lo modifico dal Mac, lo esporto in .doc, lo salvo in Documenti e automaticamente finisce in iCloud (e quindi anche sull'iPad non appena si aggancia ad una rete). Dall'iPad, una volta sincronizzato, anche se sono staccato dalla rete lancio Documents to Go (tanto per dirne uno) e apro dallo spazio iCloud il documento che avevo creato con Pages e modificato sul Mac. Non sarebbe flessibile al 100% in quanto limitato ai documenti che passano per iCloud ma sarebbe integrato a livello di sistema, e quindi disponibile per tutte le applicazioni: mi pare più che accettabile.
Abbiamo parlato di iOS5, di iCloud, e di come far convergere queste due cose verso una gestione dei Documenti che si sposa con quello che abbiamo in OS X; l'ultimo pensiero di questo commento, a tratti un po' contorto, torna quindi sulla convergenza di OS X verso iOS, così da potersi chiedere se in un futuro (neanche troppo lontano) il tutto potrebbe convergere in un unico prodotto. Abbiamo già visto sopra (e lo sapete bene anche voi) che molte funzioni di iOS sono state implementate in Lion, ma potrebbe iOS sostituire in tutto e per tutto OS X? Per come lo conosciamo ora la risposta è un "NO" deciso, ma pensando alle nuove funzioni di iOS5, all'eventualità che arrivi qualcosa che assomigli ad un file manager, e al fatto che comunque iOS si evolverà in iOS6, iOS7, ecc... ecc... l'ipotesi non è così remota. Non dimentichiamo inoltre che iOS, pur essendo unico, in realtà ha due anime: la versione che gira su iPhone non è uguale in tutto e per tutto a quella che gira su iPad, e un'eventuale terza versione destinata ai Mac (magari quando i Mac monteranno ARM) potrebbe avere altre differenze in grado di adattarla al meglio ad un utilizzo più "classico" del computer. Personalmente resto dell'idea che, se questo avverrà, sarà tra 5 o 6 anni, dopo la versione nr.9 di iOS e dopo un'altra major release di OSX.
mercoledì 15 giugno 2011
Fuji Finepix XP30
Per un'occasione molto particolare mi è stata regalata questa macchina fotografica. Non voglio farne una recensione completa e dettagliata, anche perché al momento l'ho usata molto poco, ma vorrei cogliere l'occasione per evidenziare i pro e i contro più evidenti, soprattutto considerando il fatto che sono solito utilizzare una Nikon 50D, ovvero una (seppur vecchiotta) reflex digitale. Aggiungo: pur avendo già avuto a che fare con delle compatte, questa è la mia prima compatta ad uso esclusivo e personale, quindi molte considerazioni deviranno più dal confrontto Reflex vs. compatta che non dal raffronto tra compatte della stessa categoria.
Comincio subito col dire che la XP30 mi è stata regalata a seguito di un esigenza ben precisa, ovvero quella di avere una macchina fotografica economica, compatta e "rugged", da portare in spiaggia: la XP30 è resistente all'acqua, alla polvere (sabbia), alle cadute, al caldo, e al freddo... caratteristiche che difficilmente si sposano con una reflex (a meno, forse, di andare su fasce professionali dal prezzo inarrivabile per il semplice appassionato). Premesso questo, sapevo già da subito che sarei dovuto scendere a compromessi rispetto alle mie abitudini con la reflex, sia a livello qualitativo che come modalità d'uso, ma sono compromessi più che accettabili in relazione all'utilizzo previsto.
La XP30 ha una risoluzione da 14 Mpixel, roba che dovrebbe far impallidire i 6 Mpixel della vecchia Nikon ma (come ben sa qualsiasi appassionato di fotografia) i Mpixel non sono tutto, anzi, spesso e volentieri contano ben poco sul risultato finale. Per fare una foto di qualità occorre molta luce e un buon sensore, quindi un'ottica buona (molto luminosa) e un CCD di dimensioni generose, due caratteristiche che sono difficili da conciliare col corpo di una compatta, tantopiù se parliamo di una macchina "rugged" dotata di accorgimenti costruttivi volti a renderla impermeabile e resistente agli agenti esterni (mantenendo però la compattezza). In ogni caso la XP30 è dotata di un ottica discreta, nonché di uno zoom ottico 5x che consente di aggiustare al meglio l'inquadratura senza pregiudicare la qualità del risultato (di fatto equivale ad un 28-140 se facciamo l'equivalenza con una 35mm).
I 14 Mpixel sono utili solo fino ad un certo punto, perché su un sensore di piccole dimensioni è facile ottenere del "rumore", soprattutto se si alza il valore degli ISO: la XP30 consente di impostare fino a 3200 ISO, ma i risultati migliori si ottengono impostando un canonico 100 ISO o (al massimo 200) il che implica lo scatto di foto all'aperto in pieno giorno, ovvero con tanta luce. In situazioni diverse il consiglio è quello di impostare la scelta del valore delle ISO in automatico, affidarsi al flash, e accontentarsi del risultato.
Detto questo (che bene o male può valere per qualsiasi compatta) vorrei soffermarmi su qualche aspetto del software di gestione: le opzioni sono tante, ci sono diverse opzioni di scatto automatico, più un automatico dell'automatico, ovvero la possibilità che la fotocamera scelga da sola quale impostazione automatica è la più adatta alla situazione (paesaggio, macro, ritratto, eventuale riconoscuimento facciale per la messa a fuoco, scelta delle condizioni di luce per il bilanciamento del bianco, ecc... ecc...). Venendo dal mondo delle reflex (prima della 50D avevo un'altra reflex a pellicola) il fatto di non poter agire direttamente sui tempi di posa o sull'apertura del diaframma mi lascia un po' disorientato, anche se una delle opzioni consente quantomeno di compensare l'esposizione tra -2 EV e +2 EV (a step di 1/3 EV)... inutile dire che è l'impostazione che ho scelto di default... Tra i pro è sicuramente da menzionare la modalità Macro, che consente di mettere a fuoco soggetti alla distanza minima di 9 cm. Trovo invece abbastanza inutile la "tanto pubblicizzata" geolocalizzazione che va di moda ultimamente, anche se in futuro potrei ricredermi.
Parlando invece di contro, ci sono almeno un paio di cose che non riesco a capire: la modalità "silenziosa" (una delle prima cose che ho attivato visto che odio i beep quando si premono i pulsanti, nonché il falso rumore dell'otturatore che scatta) disabilita completamente anche il flash, senza possibilità di forzarlo... perché? Fortunamente si può risolvere la cosa disabilitando la modalità silenziosa ed intervenendo invece sul volume dei singoli suoni... Formati: sarà una questione di abitudine, ma sono affezionato al canonico formato 3:2, quindi il 4:3 tipico della compatta non lo sopporto e il 16:9 lo ritengo inutile visto che non fa altro che mettere due bande nere sopra e sotto (cosa che posso benissimo fare io in post produzione valutando meglio il taglio); probabilmente si tratta di una funzione utilizzata da chi si guarda le foto direttamente in TV.
Un altro difetto (tipico delle compatte) è il consumo spropositato della batteria: con la reflex la batteria fa davvero poco (a parte quelle che ultimamente hanno tolto il mirino e ti costringono ad usare il dispaly), lo zoom si maneggia a mano ruotendo l'obiettivo e volendo anche la regolazione della messa a fuoco è manuale. Con la compatta tutto è motorizzato, l'utilizzo dle display è d'obbligo per qualsiasi cosa, le funzioni automatiche richiedono calcoli e algoritmi che consumano energia, e la batteria è necessariamente più piccola: il risultato è che vi ritroverete spesso a doverla ricaricare (e in caso di lunghe escursioni potrebbe essere consigliabile una seconda batteria di scorta sempre pronta).
Una volte regolata al meglio secondo le proprie necessità, veniamo all'utilizzo vero e proprio: la macchina si accende velocemente (non come una reflex ma con tempi più che accettabili) e anche il ritardo allo scatto è minimo (anche qui non paragonabile rispetto alla reflex). Sul display è possibile visualizzare le canoniche righe della regola dei terzi che in molte situazioni aiutano a fare inquadrature migliori. La XP30 offre la possibilità di "simulare" quattro diversi rullini: standard, chrome (che dà maggiore saturazione e colori più vivaci), bianco e nero, e il classico effetto sepia; salvo esigenze particolari, il mio consiglio è quello di scattare sempre in modalità standard ed intervenire in postproduzione, in ogni caso i risultati di queste varianti sono buoni. Per gli amanti dei panorami, c'è anche la possibilità di scattare tre foto che vengono unite in modo automatico, funzione molto utile in certe situazioni. La messa a fuoco e lo scatto avvengono in modo agevole (con la reflex mi capita di scattare involontariamente mentre cerco di mettere a fuoco... fortunatamente col digitale, uno scatto in più non costa nulla), e le regolazioni principali (forzatura del flash, esposizione, macro) sono a portata di dito, senza bisogno di andarle a cercare nei menù.
Con le impostazioni di cui sopra (ovvero bassi ISO e possibilità di intervento sull'esposizione) i risultati che si ottengono sono buoni: rumore inesistente (o invisibile, se non a forte ingrandimento) deformazione quasi nulla e aberrazioni cromatiche minime, (non apprezzabili, se non in condizioni molto particolari). Aumentando gli ISO la situazione peggiora ma, a meno di cose drastiche, in postproduzione si può sempre cercare di migliorare un po' magari nascondendo con qualche effetto adatto alla scena (d'altronde se con poca luce non si aumentano gli ISO c'è il rischio è quello di fare foto mosse, difetto che non ha nessuna possibilità di correzione).
Ci sono diverse altre funzioni che non ho ancora studiato e che magari mai studierò, ma complessivamente è una macchina che vale quello che costa (pur essendo un regalo, il prezzo è noto...) soprattutto considerando le caratteristiche per cui è stata scelta (ovvero il fatto di essere "rugged"). Se siete interessati in rete troverete molte recensioni sicuramente più "professionali" di questa, con vari esempi di scatti, commenti più seri dei miei, e confronti con altre compatte della stessa tipologia: personalmente qualche anno fa avevo messo gli occhi su una Pentax ma devo ammettere che, tutto sommato, anche con questa non mi sto trovando per niente male.
[vedi anche "la prova del fuoco, anzi: dell'acqua"]
Comincio subito col dire che la XP30 mi è stata regalata a seguito di un esigenza ben precisa, ovvero quella di avere una macchina fotografica economica, compatta e "rugged", da portare in spiaggia: la XP30 è resistente all'acqua, alla polvere (sabbia), alle cadute, al caldo, e al freddo... caratteristiche che difficilmente si sposano con una reflex (a meno, forse, di andare su fasce professionali dal prezzo inarrivabile per il semplice appassionato). Premesso questo, sapevo già da subito che sarei dovuto scendere a compromessi rispetto alle mie abitudini con la reflex, sia a livello qualitativo che come modalità d'uso, ma sono compromessi più che accettabili in relazione all'utilizzo previsto.
La XP30 ha una risoluzione da 14 Mpixel, roba che dovrebbe far impallidire i 6 Mpixel della vecchia Nikon ma (come ben sa qualsiasi appassionato di fotografia) i Mpixel non sono tutto, anzi, spesso e volentieri contano ben poco sul risultato finale. Per fare una foto di qualità occorre molta luce e un buon sensore, quindi un'ottica buona (molto luminosa) e un CCD di dimensioni generose, due caratteristiche che sono difficili da conciliare col corpo di una compatta, tantopiù se parliamo di una macchina "rugged" dotata di accorgimenti costruttivi volti a renderla impermeabile e resistente agli agenti esterni (mantenendo però la compattezza). In ogni caso la XP30 è dotata di un ottica discreta, nonché di uno zoom ottico 5x che consente di aggiustare al meglio l'inquadratura senza pregiudicare la qualità del risultato (di fatto equivale ad un 28-140 se facciamo l'equivalenza con una 35mm).
I 14 Mpixel sono utili solo fino ad un certo punto, perché su un sensore di piccole dimensioni è facile ottenere del "rumore", soprattutto se si alza il valore degli ISO: la XP30 consente di impostare fino a 3200 ISO, ma i risultati migliori si ottengono impostando un canonico 100 ISO o (al massimo 200) il che implica lo scatto di foto all'aperto in pieno giorno, ovvero con tanta luce. In situazioni diverse il consiglio è quello di impostare la scelta del valore delle ISO in automatico, affidarsi al flash, e accontentarsi del risultato.
Detto questo (che bene o male può valere per qualsiasi compatta) vorrei soffermarmi su qualche aspetto del software di gestione: le opzioni sono tante, ci sono diverse opzioni di scatto automatico, più un automatico dell'automatico, ovvero la possibilità che la fotocamera scelga da sola quale impostazione automatica è la più adatta alla situazione (paesaggio, macro, ritratto, eventuale riconoscuimento facciale per la messa a fuoco, scelta delle condizioni di luce per il bilanciamento del bianco, ecc... ecc...). Venendo dal mondo delle reflex (prima della 50D avevo un'altra reflex a pellicola) il fatto di non poter agire direttamente sui tempi di posa o sull'apertura del diaframma mi lascia un po' disorientato, anche se una delle opzioni consente quantomeno di compensare l'esposizione tra -2 EV e +2 EV (a step di 1/3 EV)... inutile dire che è l'impostazione che ho scelto di default... Tra i pro è sicuramente da menzionare la modalità Macro, che consente di mettere a fuoco soggetti alla distanza minima di 9 cm. Trovo invece abbastanza inutile la "tanto pubblicizzata" geolocalizzazione che va di moda ultimamente, anche se in futuro potrei ricredermi.
Parlando invece di contro, ci sono almeno un paio di cose che non riesco a capire: la modalità "silenziosa" (una delle prima cose che ho attivato visto che odio i beep quando si premono i pulsanti, nonché il falso rumore dell'otturatore che scatta) disabilita completamente anche il flash, senza possibilità di forzarlo... perché? Fortunamente si può risolvere la cosa disabilitando la modalità silenziosa ed intervenendo invece sul volume dei singoli suoni... Formati: sarà una questione di abitudine, ma sono affezionato al canonico formato 3:2, quindi il 4:3 tipico della compatta non lo sopporto e il 16:9 lo ritengo inutile visto che non fa altro che mettere due bande nere sopra e sotto (cosa che posso benissimo fare io in post produzione valutando meglio il taglio); probabilmente si tratta di una funzione utilizzata da chi si guarda le foto direttamente in TV.
Un altro difetto (tipico delle compatte) è il consumo spropositato della batteria: con la reflex la batteria fa davvero poco (a parte quelle che ultimamente hanno tolto il mirino e ti costringono ad usare il dispaly), lo zoom si maneggia a mano ruotendo l'obiettivo e volendo anche la regolazione della messa a fuoco è manuale. Con la compatta tutto è motorizzato, l'utilizzo dle display è d'obbligo per qualsiasi cosa, le funzioni automatiche richiedono calcoli e algoritmi che consumano energia, e la batteria è necessariamente più piccola: il risultato è che vi ritroverete spesso a doverla ricaricare (e in caso di lunghe escursioni potrebbe essere consigliabile una seconda batteria di scorta sempre pronta).
Una volte regolata al meglio secondo le proprie necessità, veniamo all'utilizzo vero e proprio: la macchina si accende velocemente (non come una reflex ma con tempi più che accettabili) e anche il ritardo allo scatto è minimo (anche qui non paragonabile rispetto alla reflex). Sul display è possibile visualizzare le canoniche righe della regola dei terzi che in molte situazioni aiutano a fare inquadrature migliori. La XP30 offre la possibilità di "simulare" quattro diversi rullini: standard, chrome (che dà maggiore saturazione e colori più vivaci), bianco e nero, e il classico effetto sepia; salvo esigenze particolari, il mio consiglio è quello di scattare sempre in modalità standard ed intervenire in postproduzione, in ogni caso i risultati di queste varianti sono buoni. Per gli amanti dei panorami, c'è anche la possibilità di scattare tre foto che vengono unite in modo automatico, funzione molto utile in certe situazioni. La messa a fuoco e lo scatto avvengono in modo agevole (con la reflex mi capita di scattare involontariamente mentre cerco di mettere a fuoco... fortunatamente col digitale, uno scatto in più non costa nulla), e le regolazioni principali (forzatura del flash, esposizione, macro) sono a portata di dito, senza bisogno di andarle a cercare nei menù.
Con le impostazioni di cui sopra (ovvero bassi ISO e possibilità di intervento sull'esposizione) i risultati che si ottengono sono buoni: rumore inesistente (o invisibile, se non a forte ingrandimento) deformazione quasi nulla e aberrazioni cromatiche minime, (non apprezzabili, se non in condizioni molto particolari). Aumentando gli ISO la situazione peggiora ma, a meno di cose drastiche, in postproduzione si può sempre cercare di migliorare un po' magari nascondendo con qualche effetto adatto alla scena (d'altronde se con poca luce non si aumentano gli ISO c'è il rischio è quello di fare foto mosse, difetto che non ha nessuna possibilità di correzione).
Ci sono diverse altre funzioni che non ho ancora studiato e che magari mai studierò, ma complessivamente è una macchina che vale quello che costa (pur essendo un regalo, il prezzo è noto...) soprattutto considerando le caratteristiche per cui è stata scelta (ovvero il fatto di essere "rugged"). Se siete interessati in rete troverete molte recensioni sicuramente più "professionali" di questa, con vari esempi di scatti, commenti più seri dei miei, e confronti con altre compatte della stessa tipologia: personalmente qualche anno fa avevo messo gli occhi su una Pentax ma devo ammettere che, tutto sommato, anche con questa non mi sto trovando per niente male.
[vedi anche "la prova del fuoco, anzi: dell'acqua"]
martedì 14 giugno 2011
Canale Air-ato
Da qualche giorno la connessione internet di casa faceva le bizze. Inizialmente ho dato la colpa ai temporali dei giorni scorsi (che hanno sempre qualche influenza negativa sulle linee telefoniche) ma c'era qualcosa che non mi convinceva... In certe occasioni l'iPhone perdeva la connessione WiFi ma finché si trattava del vecchio 3G di mia moglie (che ha già anche altri problemini) la cosa passava quasi inosservata. Quando anche il mio iPhone 4 ha iniziato a dare qualche segno di instabilità e lentezza, ho iniziato a pensare che "se anche due problemi possono essere una coincidenza, quando i problemi diventano tre c'è qualcosa che non va", quindi domenica sera, in un momento di pausa, ho preso il mio MacBook Pro e mi sono collegato via cavo al router per capire da che parte stava il problema. Il collegamento al provider funzionava perfettamente e anche la velocità via cavo era ottima: se c'era una problema doveva essere collegato alla rete WFi. Mi riguardo le impostazioni, faccio qualche piccola ottimizzazione, stacco il cavo, accendo l'Airport e tutto sembra andare per il meglio.
Problema risolto? Sembrava... almeno fino a ieri sera, quando col MacBook Pro in cucina e il router nell'altra stanza, le cose precipitano: connessione così lenta che Mail va in timeout, e grosse difficoltà perfino ad accedere via WiFi alla pagina di configurazione del router (alla quale volevo collegarmi per verificare dov'era l'inghippo o se, nonostante la bassa probabilità, c'era qualcuno che mi rubava banda). In un momento di panico comincio a pensare che potrebbe essere il modulo Airport del MacBook Pro ad avere qualche problema, ma questo non spiegherebbe la perdita di connessione degli iPhone; allora penso che potrebbe essere il modulo WiFi del router ma in quel momento, proprio mentre il MBP sembra completamente incartato (anche provando la connessione con un altro utente) l'iPhone sembra rispondere bene, quindi doveva esserci qualcos'altro...
Dal menù Airport del computer mi cade l'occhio sulla lista delle reti disponibili e noto che, oltre alle solite reti dei vicini, ce n'è una nuova, aperta, con un nome che sembra la sigla di un modello di router. Mi sorge il dubbio che il problema possa essere quello: una nuova rete WiFi, che con tutta probabilità trasmette sul solito canale 11 (solitamente impostato di default su tuttii router), e che per qualche motivo crea interferenza con la mia rete. Accedo quindi al mio router dall'iPhone, entro nella pagina di configurazione della rete wireless, cambio il canale, e magicamente anche il MBP torna a viaggiare a piena velocità, senza perdere la connessione. Continuo il test per mezz'oretta e stavolta sembra che sia davvero tutto risolto, anche se la rete misteriosa nel frattempo era sparita, quindi non posso affermare con certezza che la storia sia terminata: lo scoprirò solo nei prossimi giorni.
Morale della favola: se vi ritrovate con problemi simili, prima di pensare ad hardware rotto o malfunzionante, pensate anche a cose più banali, come il canale di trasmissione, l'MTU (anche se non era questo il caso) o altri dettagli simili.
PS: perché il problema, a seconda delle occasioni, si sia manifestato maggiormente su un dispositivo piuttosto che un altro, rimane un mistero...
Problema risolto? Sembrava... almeno fino a ieri sera, quando col MacBook Pro in cucina e il router nell'altra stanza, le cose precipitano: connessione così lenta che Mail va in timeout, e grosse difficoltà perfino ad accedere via WiFi alla pagina di configurazione del router (alla quale volevo collegarmi per verificare dov'era l'inghippo o se, nonostante la bassa probabilità, c'era qualcuno che mi rubava banda). In un momento di panico comincio a pensare che potrebbe essere il modulo Airport del MacBook Pro ad avere qualche problema, ma questo non spiegherebbe la perdita di connessione degli iPhone; allora penso che potrebbe essere il modulo WiFi del router ma in quel momento, proprio mentre il MBP sembra completamente incartato (anche provando la connessione con un altro utente) l'iPhone sembra rispondere bene, quindi doveva esserci qualcos'altro...
Dal menù Airport del computer mi cade l'occhio sulla lista delle reti disponibili e noto che, oltre alle solite reti dei vicini, ce n'è una nuova, aperta, con un nome che sembra la sigla di un modello di router. Mi sorge il dubbio che il problema possa essere quello: una nuova rete WiFi, che con tutta probabilità trasmette sul solito canale 11 (solitamente impostato di default su tuttii router), e che per qualche motivo crea interferenza con la mia rete. Accedo quindi al mio router dall'iPhone, entro nella pagina di configurazione della rete wireless, cambio il canale, e magicamente anche il MBP torna a viaggiare a piena velocità, senza perdere la connessione. Continuo il test per mezz'oretta e stavolta sembra che sia davvero tutto risolto, anche se la rete misteriosa nel frattempo era sparita, quindi non posso affermare con certezza che la storia sia terminata: lo scoprirò solo nei prossimi giorni.
Morale della favola: se vi ritrovate con problemi simili, prima di pensare ad hardware rotto o malfunzionante, pensate anche a cose più banali, come il canale di trasmissione, l'MTU (anche se non era questo il caso) o altri dettagli simili.
PS: perché il problema, a seconda delle occasioni, si sia manifestato maggiormente su un dispositivo piuttosto che un altro, rimane un mistero...
[cs] Active con MyClub 2 su App Store
[comunicato stampa]
Aumenta la presenza di Active su App Store.
Gorizia, 14 giugno 2011. MyClub 2, il programma che permette la gestione di club ed associazioni, è ora disponibile su App Store.
MyClub 2 è adatto per associazioni sportive, partiti, Fitness club, Palestre, Tennis club, Golf club, Rotary o Lions club o altri, parrocchie e per qualunque club che ha la necessità di gestire i soci e/o gli iscritti ai corsi (allievi, atleti, ecc.) oltre che la propria gestione contabile.
MyClub 2 si aggiunge a Fatturiamo, MyHealth e Personal Business, già presenti su App Store.
Active. Stay tuned.
Active
Active Software è il principale distributore, sviluppatore e localizzatore di programmi per la piattaforma Macintosh in Italia. Operando da Gorizia raggiunge ovunque i propri clienti. I software distribuiti da Active sono disponibili nei principali rivenditori Apple in tutta Italia
http://www.active-software.com/
Aumenta la presenza di Active su App Store.
Gorizia, 14 giugno 2011. MyClub 2, il programma che permette la gestione di club ed associazioni, è ora disponibile su App Store.
MyClub 2 è adatto per associazioni sportive, partiti, Fitness club, Palestre, Tennis club, Golf club, Rotary o Lions club o altri, parrocchie e per qualunque club che ha la necessità di gestire i soci e/o gli iscritti ai corsi (allievi, atleti, ecc.) oltre che la propria gestione contabile.
MyClub 2 si aggiunge a Fatturiamo, MyHealth e Personal Business, già presenti su App Store.
Active. Stay tuned.
Active
Active Software è il principale distributore, sviluppatore e localizzatore di programmi per la piattaforma Macintosh in Italia. Operando da Gorizia raggiunge ovunque i propri clienti. I software distribuiti da Active sono disponibili nei principali rivenditori Apple in tutta Italia
http://www.active-software.com/
lunedì 13 giugno 2011
Tre brevi pensieri
-Mac OS X diventa OS X
Non so se l'avete notato, ma probabilmente l'avrete già letto altrove, visto che l'hanno scritto un po' tutti: con l'avvento di Lion, Mac OS X perderà il prefisso "Mac" e diventerà solo OS X. Magari mi sbaglio, ma sembra tanto il primo step di transizione verso l'unificazione dei due sistemi...
-Trackpad vs mouse
Se ne parlava anche su icm: visto che Lion farà largo uso delle gestures (altro segno della convergenza con iOS) e visto che Apple ha già iniziato con gli ultimi iMac a fornire di serie il Magic Trackpad, ha senso affidarsi completamente a queste periferica, oppure per certe cose è meglio il buon vecchio mouse? A mio avviso ci sono alcuni compiti (tipicamente legati al mondo della grafica) in cui la precisione del trackpad non è sufficiente, o quantomeno va studiato un algoritmo software in grado di interpretare al meglio alcune situazione: provate ad appoggiare un dito e ad inclinarlo, senza spostarlo... il cursore si muove... a volte si muove anche semplicemente cambiando la pressione (dipende da com'è appoggiato il dito) o fa un piccolo scatto quando si alza il dito. Forse il Magic Trackpad riesce già a gestire al meglio queste circostanze (ammetto di averlo provato solo di sfuggita diverso tempo fa), ma la sensazione è che il mouse sia ancora insostituibile in alcune circostanze, a meno (forse) di poter utilizzare un pennino sul Magic Trackpad.
-Air in arrivo presto
Forse già dopodomani (giura qualcuno); il rinnovo era nell'aria, così com'era evidente che non sarebbe arrivato durante la WWDC... ma non aspettatevi un Air con processore ARM... Anche per Mac-Pro e Mac-mini si attendono rinnovi, ma forse ci vuole ancora un po, soprattutto per il MacPro (tantopiù che c'è in vista una revisione del design).
PS: nei prossimi giorni, tempo permettendo, parlerò più in dettaglio di iOS 5 e affronterò nuovamente il discorso della convergenza tra iOS e OS X.
Non so se l'avete notato, ma probabilmente l'avrete già letto altrove, visto che l'hanno scritto un po' tutti: con l'avvento di Lion, Mac OS X perderà il prefisso "Mac" e diventerà solo OS X. Magari mi sbaglio, ma sembra tanto il primo step di transizione verso l'unificazione dei due sistemi...
-Trackpad vs mouse
Se ne parlava anche su icm: visto che Lion farà largo uso delle gestures (altro segno della convergenza con iOS) e visto che Apple ha già iniziato con gli ultimi iMac a fornire di serie il Magic Trackpad, ha senso affidarsi completamente a queste periferica, oppure per certe cose è meglio il buon vecchio mouse? A mio avviso ci sono alcuni compiti (tipicamente legati al mondo della grafica) in cui la precisione del trackpad non è sufficiente, o quantomeno va studiato un algoritmo software in grado di interpretare al meglio alcune situazione: provate ad appoggiare un dito e ad inclinarlo, senza spostarlo... il cursore si muove... a volte si muove anche semplicemente cambiando la pressione (dipende da com'è appoggiato il dito) o fa un piccolo scatto quando si alza il dito. Forse il Magic Trackpad riesce già a gestire al meglio queste circostanze (ammetto di averlo provato solo di sfuggita diverso tempo fa), ma la sensazione è che il mouse sia ancora insostituibile in alcune circostanze, a meno (forse) di poter utilizzare un pennino sul Magic Trackpad.
-Air in arrivo presto
Forse già dopodomani (giura qualcuno); il rinnovo era nell'aria, così com'era evidente che non sarebbe arrivato durante la WWDC... ma non aspettatevi un Air con processore ARM... Anche per Mac-Pro e Mac-mini si attendono rinnovi, ma forse ci vuole ancora un po, soprattutto per il MacPro (tantopiù che c'è in vista una revisione del design).
PS: nei prossimi giorni, tempo permettendo, parlerò più in dettaglio di iOS 5 e affronterò nuovamente il discorso della convergenza tra iOS e OS X.
venerdì 10 giugno 2011
[Oggi rispondiamo a...] Correre con l'iPhone [aggiornato]
[2012.03.30, aggiornamento. Dopo due anni di fermata "quasi forzata", da un paio di settimane ho finalmente ripreso la mia modesta attività di jogging; visto che questo post rimane sempre uno dei più gettonati, e visto che ho deciso di correre portandomi appresso l'iPhone (giusto per la curiosità di monitorare la mia attività) ho deciso di aggiornare questo "vecchio" articolo aggiungendo una quarta applicazione, che è quella che ho deciso di usare; l'applicazione in questione è SportsTracker e la trovate in fondo]
Tempo fa avevo inaugurato una rubrica chiamata (con poca originalità) L'angolo della posta. Per vari motivi mi viene un po' difficile dare una certa continuità a queste rubrica, però potrei introdurre una piccola variante che sicuramente può risultare maggiormente d'aiuto ai lettori del blog... sfogliando i dati di accesso, in particolare le chiavi di ricerca che portano a queste pagine, mi capita a volte di trovare delle richieste che in realtà non possono trovare una vera risposta tra i miei commenti, ma semplicemente c'è una coincidenza di parole che trova corrispondenza in qualche articolo.
E' il caso (frequente) della frase "correre con iPhone" (o simili) che portano inebitabilmente a questa pagina, ma che sicuramente non soddisfa la domanda del visitatore, che con tutta probabilità non cercava giochi di corsa ma applicazioni per mantenersi in forma. Vorrei quindi segnalare tre applicazioni dedicate agli sportivi, applicazioni che ho scaricato con l'intento di provarle, ma che sarei bugiardo se vi dicessi che le ho provate di persona (da quando mi ritrovo ad essere due volte papà, il tempo libero scarseggia anche per l'allenamento fisico...). In ogni caso, le applicazioni sono:
Nike+ GPS. gratuita, con una buona media di voti (4/5). Permette di impostare gli obiettivi, di confrontarsi con gli amici, di memorizzare il tracciato e di scaricare i propri dati sul sito dell'immancabile community.
RunKeeper. anch'esso gratuito e anch'esso con una buona media di voti (4 stelle su 5). Le funzioni sembrano simili a quelle di Nike+, ma l'aspetto è meno "coreografico" e all'apparenza più professionale (anche se non è l'abito che fa il monaco)
runtastic PRO GPS Running, Jogging e Fitness Coach. All'apparenza il più completo, ed infatti non è gratuito ma costa 4.99 Euro (salvo offerte... ricordo distinatamente di avero scaricato gratis), ma è quello che ha anche una votazione più alta: 4,5 stelle. Oltre alle cose già viste sulle altre applicazioni e a diversi dettagli funzionali, permette di collegare un cardiofrequenzimetro (accessorio venduto a parte) e impostare l'allenamento in base alle zone aerobiche (anche in relazione al peso). Ne esiste anche una versione gratuita dalla quale si possono comprare, al bisogno, le singole funzioni aggiuntive.
Sports Tracker. Le funzioni di questa applicazioni non sono molto dissimili dalle altre, ma a mio avviso Sport Tracker ha due vantaggi: il primo (che in realtà, a livello peronale, non mi interessa) è il forte orientamento "social", con la possibilità di condividere online i propri allenamenti con gli amici e la possibilità di associare fotografie al percorso. Il secondo (a mio avviso ben più importante) è la maggiore semplicità di accesso ai dati registrati. Si possono anche importare dati da altri dispositivi e collegare accessori compatibili. Sports Tracker è gratuito ed è disponibile anche per Android e Symbian.
Sull'AppStore ci sono molte altre applicazioni di questo tipo, ma quelle citate sono le più importati per diffusione e valutazione.
PS: ricordate che il GPS sempre attivo duranta la corsa può ridurre notevolmente la durata della batteria, soprattutto se siete dei veri atleti che corrono a lungo (non come me che faccio al massimo mezz'oretta)... in tal caso però, forse siete già dotati di altri strumenti più specifici. [aggiornamento: dopo aver fatto alcune prove, correndo con l'iPhone 4, con musica attivata, un software di quelli citati sopra, e schermo spento (iPhone in tasca o fissato al braccio) il consumo è pari a circa il 7-8% ogni mezz'ora]
Tempo fa avevo inaugurato una rubrica chiamata (con poca originalità) L'angolo della posta. Per vari motivi mi viene un po' difficile dare una certa continuità a queste rubrica, però potrei introdurre una piccola variante che sicuramente può risultare maggiormente d'aiuto ai lettori del blog... sfogliando i dati di accesso, in particolare le chiavi di ricerca che portano a queste pagine, mi capita a volte di trovare delle richieste che in realtà non possono trovare una vera risposta tra i miei commenti, ma semplicemente c'è una coincidenza di parole che trova corrispondenza in qualche articolo.
E' il caso (frequente) della frase "correre con iPhone" (o simili) che portano inebitabilmente a questa pagina, ma che sicuramente non soddisfa la domanda del visitatore, che con tutta probabilità non cercava giochi di corsa ma applicazioni per mantenersi in forma. Vorrei quindi segnalare tre applicazioni dedicate agli sportivi, applicazioni che ho scaricato con l'intento di provarle, ma che sarei bugiardo se vi dicessi che le ho provate di persona (da quando mi ritrovo ad essere due volte papà, il tempo libero scarseggia anche per l'allenamento fisico...). In ogni caso, le applicazioni sono:
Nike+ GPS. gratuita, con una buona media di voti (4/5). Permette di impostare gli obiettivi, di confrontarsi con gli amici, di memorizzare il tracciato e di scaricare i propri dati sul sito dell'immancabile community.
RunKeeper. anch'esso gratuito e anch'esso con una buona media di voti (4 stelle su 5). Le funzioni sembrano simili a quelle di Nike+, ma l'aspetto è meno "coreografico" e all'apparenza più professionale (anche se non è l'abito che fa il monaco)
runtastic PRO GPS Running, Jogging e Fitness Coach. All'apparenza il più completo, ed infatti non è gratuito ma costa 4.99 Euro (salvo offerte... ricordo distinatamente di avero scaricato gratis), ma è quello che ha anche una votazione più alta: 4,5 stelle. Oltre alle cose già viste sulle altre applicazioni e a diversi dettagli funzionali, permette di collegare un cardiofrequenzimetro (accessorio venduto a parte) e impostare l'allenamento in base alle zone aerobiche (anche in relazione al peso). Ne esiste anche una versione gratuita dalla quale si possono comprare, al bisogno, le singole funzioni aggiuntive.
Sports Tracker. Le funzioni di questa applicazioni non sono molto dissimili dalle altre, ma a mio avviso Sport Tracker ha due vantaggi: il primo (che in realtà, a livello peronale, non mi interessa) è il forte orientamento "social", con la possibilità di condividere online i propri allenamenti con gli amici e la possibilità di associare fotografie al percorso. Il secondo (a mio avviso ben più importante) è la maggiore semplicità di accesso ai dati registrati. Si possono anche importare dati da altri dispositivi e collegare accessori compatibili. Sports Tracker è gratuito ed è disponibile anche per Android e Symbian.
Sull'AppStore ci sono molte altre applicazioni di questo tipo, ma quelle citate sono le più importati per diffusione e valutazione.
PS: ricordate che il GPS sempre attivo duranta la corsa può ridurre notevolmente la durata della batteria, soprattutto se siete dei veri atleti che corrono a lungo (non come me che faccio al massimo mezz'oretta)... in tal caso però, forse siete già dotati di altri strumenti più specifici. [aggiornamento: dopo aver fatto alcune prove, correndo con l'iPhone 4, con musica attivata, un software di quelli citati sopra, e schermo spento (iPhone in tasca o fissato al braccio) il consumo è pari a circa il 7-8% ogni mezz'ora]
martedì 7 giugno 2011
Apple, tutti gli annunci della WWDC
Da Punto-Informatico:
Capita raramente che Apple si lasci sfuggire qualche dettaglio di troppo sui propri eventi: quando, la settimana scorsa, un comunicato stampa ufficiale preannunciò i temi del keynote di apertura della WWDC2011, era evidente che l'intenzione fosse quella di evitare ogni possibile speculazione su nuovo hardware (iPhone 5 in testa) che non sarebbe mai arrivato, concentrando invece l'attenzione sul software, sui sistemi operativi (Mac OS X Lion e iOS 5) e sui nuovi servizi: iCloud.
Del resto lo stesso slogan della WWDC di quest'anno non lasciava spazio a troppe sorprese sui temi della conferenza ("Join us for a preview of the future of iOS and Mac OS X", unitevi a noi per un'anteprima del futuro di iOS e Mac OS X), ma nonostante ciò le novità non sono mancate e sono così tante che sarebbe impossibile commentarle tutte in modo dettagliato in un unico articolo. Vorrei quindi concentrarmi su qualche dettaglio dei singoli protagonisti di questo evento, partendo da Lion, la prossima release di Mac OS X.
Le novità principali di Lion sono ben note già da diverso tempo: si va dalle gesture multitouch (preparate a tempo debito con l'introduzione del Magic Trackpad) alle applicazioni a pieno schermo, passando per Launchpad, il Mac App Store (di fatto già presente da inizio anno), e una gestione automatica del salvataggio e delle varie versioni dei propri documenti, oltre alla canonica revisione delle applicazioni fornite a corredo del sistema. Quello che ancora non si sapeva erano la data precisa di lancio, il prezzo e le modalità di distribuzione.
Se per la data di lancio di parla ancora un po' genericamente di luglio 2011, il prezzo è stato fissato a 23,99 euro e il canale di distribuzione sarà solo ed esclusivamente il Mac App Store. Questo significa che con un solo acquisto, ad un prezzo decisamente concorrenziale, Lion sarà installabile su tutti i Mac associati al proprio account: una mossa chiaramente volta a conquistare un pubblico sempre più ampio, sulla scia della crescita continua registrata negli ultimi anni. Il risvolto negativo di tutto ciò è che ogni utente dovrà scaricarsi 4GB da Internet, operazione che in certi paesi e in certe situazioni potrebbe non essere troppo agevole.
L'intento di conquistare nuovi utenti puntando anche sul fattore del prezzo diventa ancora più evidente se andiamo ad esaminare l'altro grande annuncio di ieri: iCloud. iCloud offrirà una lunga serie di servizi che vanno da quelli attualmente inclusi in Mobile Me (Contatti, Calendario e Mail) al backup automatico di tutti i propri dispositivi iOS (eseguito durante la ricarica se disponibile una connessione WiFi), l'archiviazione dei propri documenti, e la propagazione degli acquisti effettuati sull'App Store. Non mancano poi altri servizi quali il Photo Stream, che si occupa di inviare le foto appena scattate a tutti i propri dispositivi (mantenendole comunque su iCloud per 30 giorni) e l'immancabile iTunes in the cloud.
Quest'ultimo non un "banale" streaming, come molti avevano ipotizzato, ma un servizio più completo che sincronizza automaticamente tutta la musica acquistata su iTunes su tutti i dispositivi autorizzati. Visto che si parlava di prezzi, a molti farà piacere sapere che tutto questo sarà gratuito per gli utenti Apple. Viceversa sarà a pagamento il servizio iTunes Match (inizialmente disponibile solo negli USA, al costo di 24,99 dollari l'anno) ovvero il servizio che sostituisce la musica presente nella propria libreria e non acquistata su iTunes, con la versione equivalente presente sullo store (in formato AAC DRM-Free a 256kbps), consentendo comunque all'utente di fare l'upload di quella musica che non trova corrispondenza nei 18 milioni di brani dell'iTunes Store.
In realtà su iCloud resta ancora qualche piccolo mistero da svelare: la gestione di iDisk (che fa parte degli attuali servizi di Mobile Me, e che non si traduce nella sola sincronizzazione automatica dei documenti) non viene menzionata da nessuna parte, e in alcuni punti si parla di un massimo di 10 dispositivi sincronizzabili, senza chiarire come verranno gestite le autorizzazioni (anche se è immaginabile che il sistema sarà il medesimo degli attuali account di iTunes, ovvero con la possibilità di de-autorizzare le singole macchine o effettuare un reset globale al raggiungimento del limite massimo). Non è nemmeno ben chiaro che fine farà chi utilizza MobileMe ma non potrà aggiornare a Lion: una mail inviata da Apple a tutti gli attuali utenti preannuncia che il servizio continuerà (gratuitamente) fino al 30 giugno 2012, mentre ulteriore istruzioni per il passaggio a iCloud verranno comunicati in seguito. Possiamo immaginare che, pur senza usufruire dei vantaggi di iCloud, chi ha già un account di MobileMe potrà comunque continuare ad accedere alla propria casella mail attraverso il web, ma per il momento sono solo supposizioni. Sicuramente se ne saprà qualcosa in più nei prossimi giorni.
Arriviamo infine a iOS 5. La nuova versione sistema operativo di iPhone e iPad (e iPod Touch) arriverà in autunno (probabilmente insieme ad un nuovo modello di iPhone) e porterà con se un numero elevato di importanti novità. A livello tecnico una delle caratteristiche più importanti di iOS 5 è il fatto di essere (finalmente) computer free: a dispetto di chi credeva che iPhone e iPad avrebbero sempre richiesto la presenza di un PC, con iOS 5 non sarà più necessario iTunes né per l'attivazione, né per il backup, né per la sincronizzazione, visto che ogni cosa può passare da iCloud (sperando che tutto questo traffico non saturi le linee italiane).
Anche gli aggiornamenti del firmware avverranno (finalmente!) "over the air" il che renderà gli iDevice completamente autonomi e pronti a sostituire in tutto e per tutto i normali PC, perlomeno per una certa tipologia di utenti e di utilizzo. Per conferire una maggiore libertà di utilizzo dei dispositivi, in iOS 5 sono state migliorate alcune applicazioni (per esempio è possibile eseguire un minimo di editing sulle foto) e altre sono state aggiunte (come Reminders, una sorta di ToDo List integrata con l'applicazione Calendario).
Una delle novità più gradite sarà sicuramente quella delle centralizzazione delle notifiche che vengono annunciate da un breve messaggio nella parte superiore dello schermo e, soprattutto, vengono mostrate sulla schermata di blocco con possibilità di accesso diretto, così da averle sempre a disposizione quando si accende il telefono, senza doverlo necessariamente sbloccare per andare a cercare le notifiche interessate (similmente a quanto fa già Android). Altra novità di rilievo è il potenziamento della messaggistica che consentirà di mandare non solo i canonici SMS o MMS, ma messaggi di ogni tipo agli altri utenti iOS, anche attraverso rete WiFi, includendo foto, video, e contatti: i messaggi, seguendo la stessa filosofia di iCloud, arriveranno a tutti i dispositivi del destinatario, così che questo abbia la possibilità di continuare la discussione da uno qualsiasi dei propri device.
Di cambiamenti in iOS 5 ce ne sono molti altri ancora, compresa l'integrazione con Twitter e Newsstand, l'edicola virtuale per quotidiani e riviste.
Nonostante tutto non è però ancora chiaro se, pur senza un file manager (ma magari grazie ad iCloud) sarà finalmente possibile scambiare documenti tra le varie applicazioni senza troppi problemi, o se l'applicazione immagini di cui abbiamo parlato sopra, consentirà di creare nuovi Album o di suddividere le foto scattate tra quelli già esistenti: la strada è ancora lunga ma, se il futuro è davvero in mano a questi dispositivi, l'innovazione dovrà fare i conti anche con queste esigenze.
Capita raramente che Apple si lasci sfuggire qualche dettaglio di troppo sui propri eventi: quando, la settimana scorsa, un comunicato stampa ufficiale preannunciò i temi del keynote di apertura della WWDC2011, era evidente che l'intenzione fosse quella di evitare ogni possibile speculazione su nuovo hardware (iPhone 5 in testa) che non sarebbe mai arrivato, concentrando invece l'attenzione sul software, sui sistemi operativi (Mac OS X Lion e iOS 5) e sui nuovi servizi: iCloud.
Del resto lo stesso slogan della WWDC di quest'anno non lasciava spazio a troppe sorprese sui temi della conferenza ("Join us for a preview of the future of iOS and Mac OS X", unitevi a noi per un'anteprima del futuro di iOS e Mac OS X), ma nonostante ciò le novità non sono mancate e sono così tante che sarebbe impossibile commentarle tutte in modo dettagliato in un unico articolo. Vorrei quindi concentrarmi su qualche dettaglio dei singoli protagonisti di questo evento, partendo da Lion, la prossima release di Mac OS X.
Le novità principali di Lion sono ben note già da diverso tempo: si va dalle gesture multitouch (preparate a tempo debito con l'introduzione del Magic Trackpad) alle applicazioni a pieno schermo, passando per Launchpad, il Mac App Store (di fatto già presente da inizio anno), e una gestione automatica del salvataggio e delle varie versioni dei propri documenti, oltre alla canonica revisione delle applicazioni fornite a corredo del sistema. Quello che ancora non si sapeva erano la data precisa di lancio, il prezzo e le modalità di distribuzione.
Se per la data di lancio di parla ancora un po' genericamente di luglio 2011, il prezzo è stato fissato a 23,99 euro e il canale di distribuzione sarà solo ed esclusivamente il Mac App Store. Questo significa che con un solo acquisto, ad un prezzo decisamente concorrenziale, Lion sarà installabile su tutti i Mac associati al proprio account: una mossa chiaramente volta a conquistare un pubblico sempre più ampio, sulla scia della crescita continua registrata negli ultimi anni. Il risvolto negativo di tutto ciò è che ogni utente dovrà scaricarsi 4GB da Internet, operazione che in certi paesi e in certe situazioni potrebbe non essere troppo agevole.
L'intento di conquistare nuovi utenti puntando anche sul fattore del prezzo diventa ancora più evidente se andiamo ad esaminare l'altro grande annuncio di ieri: iCloud. iCloud offrirà una lunga serie di servizi che vanno da quelli attualmente inclusi in Mobile Me (Contatti, Calendario e Mail) al backup automatico di tutti i propri dispositivi iOS (eseguito durante la ricarica se disponibile una connessione WiFi), l'archiviazione dei propri documenti, e la propagazione degli acquisti effettuati sull'App Store. Non mancano poi altri servizi quali il Photo Stream, che si occupa di inviare le foto appena scattate a tutti i propri dispositivi (mantenendole comunque su iCloud per 30 giorni) e l'immancabile iTunes in the cloud.
Quest'ultimo non un "banale" streaming, come molti avevano ipotizzato, ma un servizio più completo che sincronizza automaticamente tutta la musica acquistata su iTunes su tutti i dispositivi autorizzati. Visto che si parlava di prezzi, a molti farà piacere sapere che tutto questo sarà gratuito per gli utenti Apple. Viceversa sarà a pagamento il servizio iTunes Match (inizialmente disponibile solo negli USA, al costo di 24,99 dollari l'anno) ovvero il servizio che sostituisce la musica presente nella propria libreria e non acquistata su iTunes, con la versione equivalente presente sullo store (in formato AAC DRM-Free a 256kbps), consentendo comunque all'utente di fare l'upload di quella musica che non trova corrispondenza nei 18 milioni di brani dell'iTunes Store.
In realtà su iCloud resta ancora qualche piccolo mistero da svelare: la gestione di iDisk (che fa parte degli attuali servizi di Mobile Me, e che non si traduce nella sola sincronizzazione automatica dei documenti) non viene menzionata da nessuna parte, e in alcuni punti si parla di un massimo di 10 dispositivi sincronizzabili, senza chiarire come verranno gestite le autorizzazioni (anche se è immaginabile che il sistema sarà il medesimo degli attuali account di iTunes, ovvero con la possibilità di de-autorizzare le singole macchine o effettuare un reset globale al raggiungimento del limite massimo). Non è nemmeno ben chiaro che fine farà chi utilizza MobileMe ma non potrà aggiornare a Lion: una mail inviata da Apple a tutti gli attuali utenti preannuncia che il servizio continuerà (gratuitamente) fino al 30 giugno 2012, mentre ulteriore istruzioni per il passaggio a iCloud verranno comunicati in seguito. Possiamo immaginare che, pur senza usufruire dei vantaggi di iCloud, chi ha già un account di MobileMe potrà comunque continuare ad accedere alla propria casella mail attraverso il web, ma per il momento sono solo supposizioni. Sicuramente se ne saprà qualcosa in più nei prossimi giorni.
Arriviamo infine a iOS 5. La nuova versione sistema operativo di iPhone e iPad (e iPod Touch) arriverà in autunno (probabilmente insieme ad un nuovo modello di iPhone) e porterà con se un numero elevato di importanti novità. A livello tecnico una delle caratteristiche più importanti di iOS 5 è il fatto di essere (finalmente) computer free: a dispetto di chi credeva che iPhone e iPad avrebbero sempre richiesto la presenza di un PC, con iOS 5 non sarà più necessario iTunes né per l'attivazione, né per il backup, né per la sincronizzazione, visto che ogni cosa può passare da iCloud (sperando che tutto questo traffico non saturi le linee italiane).
Anche gli aggiornamenti del firmware avverranno (finalmente!) "over the air" il che renderà gli iDevice completamente autonomi e pronti a sostituire in tutto e per tutto i normali PC, perlomeno per una certa tipologia di utenti e di utilizzo. Per conferire una maggiore libertà di utilizzo dei dispositivi, in iOS 5 sono state migliorate alcune applicazioni (per esempio è possibile eseguire un minimo di editing sulle foto) e altre sono state aggiunte (come Reminders, una sorta di ToDo List integrata con l'applicazione Calendario).
Una delle novità più gradite sarà sicuramente quella delle centralizzazione delle notifiche che vengono annunciate da un breve messaggio nella parte superiore dello schermo e, soprattutto, vengono mostrate sulla schermata di blocco con possibilità di accesso diretto, così da averle sempre a disposizione quando si accende il telefono, senza doverlo necessariamente sbloccare per andare a cercare le notifiche interessate (similmente a quanto fa già Android). Altra novità di rilievo è il potenziamento della messaggistica che consentirà di mandare non solo i canonici SMS o MMS, ma messaggi di ogni tipo agli altri utenti iOS, anche attraverso rete WiFi, includendo foto, video, e contatti: i messaggi, seguendo la stessa filosofia di iCloud, arriveranno a tutti i dispositivi del destinatario, così che questo abbia la possibilità di continuare la discussione da uno qualsiasi dei propri device.
Di cambiamenti in iOS 5 ce ne sono molti altri ancora, compresa l'integrazione con Twitter e Newsstand, l'edicola virtuale per quotidiani e riviste.
Nonostante tutto non è però ancora chiaro se, pur senza un file manager (ma magari grazie ad iCloud) sarà finalmente possibile scambiare documenti tra le varie applicazioni senza troppi problemi, o se l'applicazione immagini di cui abbiamo parlato sopra, consentirà di creare nuovi Album o di suddividere le foto scattate tra quelli già esistenti: la strada è ancora lunga ma, se il futuro è davvero in mano a questi dispositivi, l'innovazione dovrà fare i conti anche con queste esigenze.
lunedì 6 giugno 2011
Il pozzo dei desideri
[ore 13:00]
Mancano ormai pochissime ore al keynote di apertura dalla WWDC 2011, e anche se il tema portante è già ben noto, in rete si susseguono gli ultimi rumors e le ultime speranze.
Si parla di nuove Time Capsule dotate di processori Apple (A4 o A5) e iOS che farebbero una sorta di "piccolo cloud domestico", possibilità che personalmente vedrei molto bene per lo streaming audio/video tra le mura domestiche, o anche per il download automatico degli update nei tempi morti, da proporre poi ai vari dispositivi della casa (che siano iOS-device o Mac).
Si parla di iCloud senza ben capire quale sarà la sua relazione con MobileMe o iTunes.
Si parla poco di Lion, visto che ormai non ha più molti segreti, se non quello della data di uscita (potrebbe essere anticipata a metà giugno).
Si parla di iOS immaginando chissà quali cose... a me basterebbe il famoso spazio di condivisione tra i documenti delle App, senza titare in ballo widget dall'improbabile gestione (a meno di metterli in uno spazio riservato o nel lockscreen).
Mancano poche ore, e ognuno sta gettando la sua monetina nel pozzo dei desideri... dopo cena (per me le 19:00 sono un orario intoccabile) o domani, avremo modo di riparlarne...
Mancano ormai pochissime ore al keynote di apertura dalla WWDC 2011, e anche se il tema portante è già ben noto, in rete si susseguono gli ultimi rumors e le ultime speranze.
Si parla di nuove Time Capsule dotate di processori Apple (A4 o A5) e iOS che farebbero una sorta di "piccolo cloud domestico", possibilità che personalmente vedrei molto bene per lo streaming audio/video tra le mura domestiche, o anche per il download automatico degli update nei tempi morti, da proporre poi ai vari dispositivi della casa (che siano iOS-device o Mac).
Si parla di iCloud senza ben capire quale sarà la sua relazione con MobileMe o iTunes.
Si parla poco di Lion, visto che ormai non ha più molti segreti, se non quello della data di uscita (potrebbe essere anticipata a metà giugno).
Si parla di iOS immaginando chissà quali cose... a me basterebbe il famoso spazio di condivisione tra i documenti delle App, senza titare in ballo widget dall'improbabile gestione (a meno di metterli in uno spazio riservato o nel lockscreen).
Mancano poche ore, e ognuno sta gettando la sua monetina nel pozzo dei desideri... dopo cena (per me le 19:00 sono un orario intoccabile) o domani, avremo modo di riparlarne...
venerdì 3 giugno 2011
Casualità, similitudini e differenze
Sarà un caso che due giorni fa Microsoft ha fatto una presentazione informale dell'interfaccia del prossimo Windows 8?
Lunedì si apre la WWDC, evento in cui Jobs presenterà il futuro di Mac OS X (ovvero Lion) e di iOS (ovvero la prossima release, la numero "5")... oltre, al nuovo servizio di iCloud... Ho già parlato di come questi due sistemi potrebbero convergere in futuro (così come potrebbe convergere l'hardware verso un'architettura ARM) e non è un mistero che la stessa Apple abbia presentato Lion dicendo che "dopo aver attinto da MacOSX per realizzare iOS (dalle profondità del kernel fino a Spotlight), ha riportato su MacOSX alcune delle funzioni migliori di iOS (dalle gestures all'App Store, passando per Launchpad e le applicazioni a pieno schermo)".
Il filmato della presentazione di Windows 8 mostra un'interfaccia chiaramente derivata da Windows Phone, quindi potrebbe sembrare che anche Microsoft voglia seguire la stessa strada di Apple (anzi... che la voglia anticipare, visto che la presentazione è avvenuta "casualmente" poco prima dell'apertura della WWDC), ma un'analisi un po' più approfondita evidenzia delle differenze notevoli.
Apple sta spostando alcune funzioni da un sistema all'altro, mantenendo intatta l'identità delle due diverse realtà. Se anche in futuro i due sistemi dovessero convergere, sarà frutto di un'evoluzione graduale e ponderata, con un reciproco miglioramento delle funzioni implementato avendo bene in mente le necessità di macchine e dispositivi con caratteristiche tra di loro differenti: non a caso, già ora, alcune funzioni di iOS non sono identiche tra iPhone e iPad... e non a caso, prima di presentare Lion, Apple ha rilasciato il Magic Trackpad, un periferica indispensabile per dotare anche i computer desktop della possibilità di operare con le gestures multitouch.
L'approccio di Microsoft invece è completamente differente: da quello che si è visto, Windows 8 sembra una versione tradizionale di Windows (lo si vede chiaramente nel filmato quando richiama il file manager o lancia Excel) al quale è stata "appiccicata" un'interfaccia in stile Windows Phone: un sistema unico per tutti i dispositivi (PC e tablet), un Dr.Jekyll e Mr.Hyde con due facce ma che di fatto non potrà che essere utilizzato in un unico modo... su un PC desktop l'interfaccia in stile Windows Phone è improponibile, poco gestibile (a meno di avere un improbabile display touch) e incompleta rispetto a tutte le necessità di utilizzo di un computer (non a caso per accedere al file manager si passa al classico Windows). Viceversa, su un tablet potrà essere usata con profitto solo l'interfaccia di Windows Phone, a meno di ricorrere ad un pennino per gestire quelle cose che non sono predisposte per un'interazione touch...
Anche supponendo di volrsi "subire" il pennino, resterebbe comunque il problema delle applicazioni, perché solitamente computer e tablet si usano per farci qualcosa, non per guardare il sistema operativo: le applicazioni classiche non si possono utilizzare con profitto su un tablet touch da 10", e le applicazioni touch/multitouch non sono pensate per essere utilizzate col mouse... come conciliare le due cose? Microsoft ha già fallito in passato proponendo sui tablet lo stesso sistema dei comuni PC e, magari mi sbaglio, ma non credo che possa bastare un layer di interfaccia a cambiare le cose. Ci sarebbe poi da discutere anche sull'estetica e l'effettiva funzionalità di quest'interfaccia, nonché sugli eventuali problemi di consumo della batteria: ha senso, su un tablet, lasciare che un filmato giri in background? Se non lo sto guardando il fatto che venga letto e decodificato non fa che consumare inutilmente cicli CPU e autonomia, mentre su un PC desktop questa cosa fa parte del normale multitasking... peccato che in questo caso il sistema sia unico e faccia le stesse cose in entrembi i casi.
Ci sarebbero poi da fare anche alcune considerazioni a livello di mercato e di abitudini degli utenti: è vero che MS-Windows è il sistema operativo più diffuso, ma lo è solo se parliamo di PC. Senza scomodare il mercato ancora nascente dei tablet, sugli smartphone Windows è quasi sparito, e la gente si è abituta ad usare Android e iOS (che, con qualche variante, ritrova anche sui tablet). Sempre parlando di MS-Windows, è vero che è il sistema più diffuso ma è anche vero che, per scelta o per questioni di compatibilità, la maggior parte degli utenti è ancora "ferma" ad XP; la percentuale di utilizzatori di Windows Vista è molto bassa e con Seven le cose vanno un po' meglio ma siamo ancora ben lontani dai numeri di XP (circa la metà): Windows 8 riuscirà a smuovere gli affezionati di XP, o verrà accolto anch'esso in maniera tiepida? Parlando di Mac la situazione è decisamente differente, visto che la quasi totalità di utenti sta utilizzando Snow Leopard (fanno eccezione quelli che hanno ancora macchine PowerPC e pochi altri), e non fatico ad immaginare che Lion sarà velocemente adottato dalla maggioranza delle persone le cui macchine soddisfano le richieste hardware di Mac OS X 10.7. Senza addentrarci nei motivi (volontari o forzati) che hanno determinato questa situazione, lo stato dei fatti ci dice che il parco degli utenti Windows sembra essere meno propenso ai cambiamenti (o perlomeno agli aggiornamenti del proprio sistema operativ) il che non gioca certo a favore di Microsoft in questo momento della storia dell'informatica. Sotto questo punto di vista la situazione di Android è ancora diversa: gli utenti vorrebbero aggiornare ma spesso è il produttore del device che non rilascia la nuova versione del sistema; certo, gli utenti più smaliziati sanno come aggirare il problema e procurarsi una cosiddetta "ROM cooked", ma stiamo parlando di un telefono, mica di uno strumento da hacker: l'operazione dovrebbe essere banale e semi-automatica...
Lunedì si apre la WWDC, evento in cui Jobs presenterà il futuro di Mac OS X (ovvero Lion) e di iOS (ovvero la prossima release, la numero "5")... oltre, al nuovo servizio di iCloud... Ho già parlato di come questi due sistemi potrebbero convergere in futuro (così come potrebbe convergere l'hardware verso un'architettura ARM) e non è un mistero che la stessa Apple abbia presentato Lion dicendo che "dopo aver attinto da MacOSX per realizzare iOS (dalle profondità del kernel fino a Spotlight), ha riportato su MacOSX alcune delle funzioni migliori di iOS (dalle gestures all'App Store, passando per Launchpad e le applicazioni a pieno schermo)".
Il filmato della presentazione di Windows 8 mostra un'interfaccia chiaramente derivata da Windows Phone, quindi potrebbe sembrare che anche Microsoft voglia seguire la stessa strada di Apple (anzi... che la voglia anticipare, visto che la presentazione è avvenuta "casualmente" poco prima dell'apertura della WWDC), ma un'analisi un po' più approfondita evidenzia delle differenze notevoli.
Apple sta spostando alcune funzioni da un sistema all'altro, mantenendo intatta l'identità delle due diverse realtà. Se anche in futuro i due sistemi dovessero convergere, sarà frutto di un'evoluzione graduale e ponderata, con un reciproco miglioramento delle funzioni implementato avendo bene in mente le necessità di macchine e dispositivi con caratteristiche tra di loro differenti: non a caso, già ora, alcune funzioni di iOS non sono identiche tra iPhone e iPad... e non a caso, prima di presentare Lion, Apple ha rilasciato il Magic Trackpad, un periferica indispensabile per dotare anche i computer desktop della possibilità di operare con le gestures multitouch.
L'approccio di Microsoft invece è completamente differente: da quello che si è visto, Windows 8 sembra una versione tradizionale di Windows (lo si vede chiaramente nel filmato quando richiama il file manager o lancia Excel) al quale è stata "appiccicata" un'interfaccia in stile Windows Phone: un sistema unico per tutti i dispositivi (PC e tablet), un Dr.Jekyll e Mr.Hyde con due facce ma che di fatto non potrà che essere utilizzato in un unico modo... su un PC desktop l'interfaccia in stile Windows Phone è improponibile, poco gestibile (a meno di avere un improbabile display touch) e incompleta rispetto a tutte le necessità di utilizzo di un computer (non a caso per accedere al file manager si passa al classico Windows). Viceversa, su un tablet potrà essere usata con profitto solo l'interfaccia di Windows Phone, a meno di ricorrere ad un pennino per gestire quelle cose che non sono predisposte per un'interazione touch...
Anche supponendo di volrsi "subire" il pennino, resterebbe comunque il problema delle applicazioni, perché solitamente computer e tablet si usano per farci qualcosa, non per guardare il sistema operativo: le applicazioni classiche non si possono utilizzare con profitto su un tablet touch da 10", e le applicazioni touch/multitouch non sono pensate per essere utilizzate col mouse... come conciliare le due cose? Microsoft ha già fallito in passato proponendo sui tablet lo stesso sistema dei comuni PC e, magari mi sbaglio, ma non credo che possa bastare un layer di interfaccia a cambiare le cose. Ci sarebbe poi da discutere anche sull'estetica e l'effettiva funzionalità di quest'interfaccia, nonché sugli eventuali problemi di consumo della batteria: ha senso, su un tablet, lasciare che un filmato giri in background? Se non lo sto guardando il fatto che venga letto e decodificato non fa che consumare inutilmente cicli CPU e autonomia, mentre su un PC desktop questa cosa fa parte del normale multitasking... peccato che in questo caso il sistema sia unico e faccia le stesse cose in entrembi i casi.
Ci sarebbero poi da fare anche alcune considerazioni a livello di mercato e di abitudini degli utenti: è vero che MS-Windows è il sistema operativo più diffuso, ma lo è solo se parliamo di PC. Senza scomodare il mercato ancora nascente dei tablet, sugli smartphone Windows è quasi sparito, e la gente si è abituta ad usare Android e iOS (che, con qualche variante, ritrova anche sui tablet). Sempre parlando di MS-Windows, è vero che è il sistema più diffuso ma è anche vero che, per scelta o per questioni di compatibilità, la maggior parte degli utenti è ancora "ferma" ad XP; la percentuale di utilizzatori di Windows Vista è molto bassa e con Seven le cose vanno un po' meglio ma siamo ancora ben lontani dai numeri di XP (circa la metà): Windows 8 riuscirà a smuovere gli affezionati di XP, o verrà accolto anch'esso in maniera tiepida? Parlando di Mac la situazione è decisamente differente, visto che la quasi totalità di utenti sta utilizzando Snow Leopard (fanno eccezione quelli che hanno ancora macchine PowerPC e pochi altri), e non fatico ad immaginare che Lion sarà velocemente adottato dalla maggioranza delle persone le cui macchine soddisfano le richieste hardware di Mac OS X 10.7. Senza addentrarci nei motivi (volontari o forzati) che hanno determinato questa situazione, lo stato dei fatti ci dice che il parco degli utenti Windows sembra essere meno propenso ai cambiamenti (o perlomeno agli aggiornamenti del proprio sistema operativ) il che non gioca certo a favore di Microsoft in questo momento della storia dell'informatica. Sotto questo punto di vista la situazione di Android è ancora diversa: gli utenti vorrebbero aggiornare ma spesso è il produttore del device che non rilascia la nuova versione del sistema; certo, gli utenti più smaliziati sanno come aggirare il problema e procurarsi una cosiddetta "ROM cooked", ma stiamo parlando di un telefono, mica di uno strumento da hacker: l'operazione dovrebbe essere banale e semi-automatica...
mercoledì 1 giugno 2011
Equilibri
Ieri sera stavo guardando dei grafici che rappresentano la suddivisione delle vendite nel mercato degli smartphone. Grossomodo c'era un Android a quota 36%, iOS al 26%, RIM al 23%, e il resto diviso tra le vecchie versioni di Windows Mobile (9%), Symbian e WebOS (entrambi al 2%), Windows Phone 7 e Palm OS.
Al di là delle solite considerazioni riguardo il fatto che iOS non è solo sull'iPhone ma anche su iPod Touch e iPad (quindi la sua quota di diffusione è virtualmente più elevata se usciamo dall'ambito degli smartphone), e al di là del fatto che Android pare aver rallentato la sua crescita (senza considerare il fatto che si trova a fronteggiare una nuova ondata di malware e a risolvere problematiche relative alla dubbia legalità di alcune applicaizoni), guardando la "torta del mercato" così equamente divisa mi è tornata in mente una mia vecchia idea: sarebbe molto bello se anche il mercato dei computer fosse diviso in modo più o meno equo tra 3, 4, o più sistemi.
E' vero che ci sono delle grosse differenze tra uno smartphone e un computer, sia come tipologia di utilizzo, sia come target di mercato, ma la diversa dinamicità dei due mondi è palese; questa differenza si può spiegare in parte perché il settore degli smartphone è più giovane e con maggiori margini di sviluppo (basti pensare al ritmo con cui sta crescendo la potenza di questi dispositivi), ma in parte è sicuramente dovuto anche al maggiore equilibrio del mercato, che spinge ogni contendente a fare meglio della concorrenza... cosa che avviene solo marginalmente nel settore PC a causa del quasi-monopolio di Windows...
Se è vero che il mondo dell'informatica sta cambiando, se è vero che i tablet rimpiazzeranno molti computer tra le mura domestiche, se è vero che ARM romperà il monopolio dell'architettura x86, se è vero che Apple sta percorrendo una strada che la porterà a modificare sempre più pesantemente iOS e Mac OS X magari fino al punto di unificarli (seppur mantenendo le dovute specificità in base alla macchina su cui gira, come già avviene con iPhone e iPad), se è vero che Windows 8 girerà su architetture ARM (contribuendo a rinforzare il mercato dei tablet), se è vero che anche ChromeOS potrà avere un suo spazio nel mercato degli OS consumer (cosa a cui credo un po' meno)... se è vero tutto questo, forse nel prossimo lustro assisteremo ad una piccola rivoluzione che porterà più equilibrio, più concorrenza e più dinamicità anche nel mondo dei Personal Computer... ammesso che questi saranno ancora distinguibili in modo netto degli altri device...
Al di là delle solite considerazioni riguardo il fatto che iOS non è solo sull'iPhone ma anche su iPod Touch e iPad (quindi la sua quota di diffusione è virtualmente più elevata se usciamo dall'ambito degli smartphone), e al di là del fatto che Android pare aver rallentato la sua crescita (senza considerare il fatto che si trova a fronteggiare una nuova ondata di malware e a risolvere problematiche relative alla dubbia legalità di alcune applicaizoni), guardando la "torta del mercato" così equamente divisa mi è tornata in mente una mia vecchia idea: sarebbe molto bello se anche il mercato dei computer fosse diviso in modo più o meno equo tra 3, 4, o più sistemi.
E' vero che ci sono delle grosse differenze tra uno smartphone e un computer, sia come tipologia di utilizzo, sia come target di mercato, ma la diversa dinamicità dei due mondi è palese; questa differenza si può spiegare in parte perché il settore degli smartphone è più giovane e con maggiori margini di sviluppo (basti pensare al ritmo con cui sta crescendo la potenza di questi dispositivi), ma in parte è sicuramente dovuto anche al maggiore equilibrio del mercato, che spinge ogni contendente a fare meglio della concorrenza... cosa che avviene solo marginalmente nel settore PC a causa del quasi-monopolio di Windows...
Se è vero che il mondo dell'informatica sta cambiando, se è vero che i tablet rimpiazzeranno molti computer tra le mura domestiche, se è vero che ARM romperà il monopolio dell'architettura x86, se è vero che Apple sta percorrendo una strada che la porterà a modificare sempre più pesantemente iOS e Mac OS X magari fino al punto di unificarli (seppur mantenendo le dovute specificità in base alla macchina su cui gira, come già avviene con iPhone e iPad), se è vero che Windows 8 girerà su architetture ARM (contribuendo a rinforzare il mercato dei tablet), se è vero che anche ChromeOS potrà avere un suo spazio nel mercato degli OS consumer (cosa a cui credo un po' meno)... se è vero tutto questo, forse nel prossimo lustro assisteremo ad una piccola rivoluzione che porterà più equilibrio, più concorrenza e più dinamicità anche nel mondo dei Personal Computer... ammesso che questi saranno ancora distinguibili in modo netto degli altri device...
Iscriviti a:
Post (Atom)