lunedì 28 febbraio 2011

As usual...

...in prossimità degli eventi chiave mi ritrovo in partenza. Credo di non avere problemi di accesso ad internet, ma gli aggiornamenti a queste pagine potrebbero subire rallentamenti: spero solo, tra un paio di giorni, di riuscire a dire la sull'iPad 2.

venerdì 25 febbraio 2011

Un fulmine a ciel sereno

Se ne parlava da molto: il suo nome in codice era Light Peak ed è stata ideata da Intel col supporto di Apple. Nelle intenzioni originali doveva essere in fibra ottica e consentire velocità fino a 100 Gbit/s bidirezionali, ma nell'implementazione attuale (il cui nome commerciale è Thunderbolt e trova la sua prima applicazione nei MacBook Pro presentati ieri) è in rame e arriva "solo" fino a 10 Gbit/s. Per fare un paragone, con la USB2 si parla di un massimo teorico pari a 480 Mbit/s (20 volte inferiore) e anche la Firewire 800 arriva 800 Mbit/s, cioé meno di 1/10 di Thunderbolt. Anche la USB3 si ferma a 5 Gbit/s, cioé la metà di Thunderbolt, ma se consideriamo che quest'ultima è comunque destinata a salire nei prossimi anni fino a 100 Gbit/s (cioé 20 volte la USB3), il confronto col resto delle interfacce attuali è improponibile. Per darvi un'idea di cosa significhino 100 Gbit/s, considerate che con questa velocità si potrebbe trasferire un intero film in HD (quindi un Bluray) in meno di 3 secondi...
Larghezza di banda a parte, la cosa più interessante di Thunderbolt è che è in grado di gestire contemporaneamente più protocolli, il che significa che con dei semplici adattatori (in realtà non ho ancora capito "quanto" semplici dovranno essere e quale sarà il loro costo) sulla Tunderbolt si potrebbero collegare monitor, dischi firewire, periferiche USB, rete ethernet, RAID PCI Express, e tutto quello che vi viene in mente (la porta può anche alimentare fino a 10 watt).
Attualmente Apple ne ha fatto un utilizzo molto cauto: sui MacBook Pro sono ancora presenti tanto la USB quanto la Firewire (oltre che la Giga-Ethernet), e la Thunderbolt ha sostituito solo la Mini-DisplayPort per il collegamento dei monitor (cosa fattibile senza grosso sforzo visto che Thunderbolt "nasce" dagli stessi concetti che stanno alla base del PCI Express e della DisplayPort (che già poteva assicurare 5,4Gbit/s di banda bidirezionale, ma era focalizzato sul solo video). Posso però immaginare che una prossima revisione dei LED Cinema Display possa fare da hub per più periferiche passando il tutto dall'unica porta Thunderbolt (attualmente può fare da hub USB se si collega l'apposito connettore). Inoltre pensate alla prossima versione del MacBook Air: una delle critiche che sono sempre state mosse a questa macchina è la mancanza di porte... con una Thunderbolt in luogo della Midi-DisplayPort (e degli appositi adattatori), anche l'Air sarebbe dotato di Ethernet, Firewire, e tutto il resto... Se fossi un produttore di periferiche mi appresterei a realizzare una sorta di hub multiporta che sfocia in un'unica Thunderbolt!!!

PS: mi viene da sorridere se penso a qualche cassandra che prevedeva (già molti anni fa) l'abbandono della Firewire da parte di Apple per questioni economiche-commerciali, oltre che per fare un dispetto ai propri utenti (visto che la moda di parlar male di Apple per partito preso è sempre più in auge). Al di là del fatto che la Firewire è ancora presente sui nuovi MacBookPro, anche dopo l'introduzione della ben-più-veloce Thunderbolt, è ovvio che quando avrà fatto il suo tempo sparirà: dopotutto la danza della pioggia funziona perché si balla finché piove... La Firewire sparirà perché succede ad ogni tecnologia di lasciare spazio a qualcosa di migliore (provate a comprare un portatile con PCMCIA oggi: sono veramente pochi) ma non sparirà per essere rimpiazzata da una "banale" USB, bensì per lasciare spazio a questa nuova tecnologia infinitamente più prestante, e sulla quale potrà comunque passare "anche" il protocollo Firewire: alla faccia di chi dice che Apple non introduce innovazioni...

giovedì 24 febbraio 2011

[cs] Apple rilascia l’anteprima per sviluppatori di Mac OS X Lion

[comunicato stampa]

CUPERTINO, California— 24 febbraio, 2011—Apple ha rilasciato oggi un’anteprima per gli sviluppatori di Mac OS X Lion, che adotta alcune delle migliori idee introdotte con l’iPad e le integra sul Mac nell’ottava importante versione del sistema operativo più evoluto del mondo. Lion presenta Mission Control, una nuova funzione innovativa che dà una visione d’insieme di tutto quello che avviene nel Mac, Launchpad, che dà accesso immediato a tutte le app del Mac, applicazioni a tutto schermo per sfruttare ogni pixel del display e nuovi gesti Multi-Touch. Lion include inoltre il Mac App Store, il posto migliore per scoprire, installare e aggiornare in automatico le applicazioni Mac. L’anteprima di Lion è disponibile da oggi per i membri del programma Mac Developer Program sul Mac App Store; la versione finale di Lion sarà disponibile da questa estate.

“iPad ha ispirato una nuova generazione di funzioni innovative introdotte in Lion,” ha dichiarato Philip Schiller, Senior Vice President di Worldwide Product Marketing per Apple. “Gli sviluppatori adoreranno Mission Control e Launchpad, e potranno aggiungere alle loro app le nuove, fantastiche funzioni di Lion come schermo intero, gesti, versioni e salvataggio automatico.”

Mission Control è una funzione potente e del tutto innovativa, che unisce Exposé, Dashboard, Spaces e app a schermo intero in una strepitosa vista su ogni app e ogni finestra aperta sul Mac. Con un semplice gesto, la Scrivania zooma all’indietro per mostrare tutte le finestre aperte raggruppate per app, le miniature delle applicazioni a schermo intero e Dashboard, e con un clic si può passare all’istante da un punto all’altro del Mac.

Con Launchpad, trovare e avviare le app sarà un gioco da ragazzi. Con un semplice clic, Launchpad mostra tutte le applicazioni del Mac in uno splendido layout a schermo intero, da dove è possibile aprirle, riordinarle e organizzarle in cartelle. Si possono persino organizzare le app in pagine multiple, e passare facilmente da una all’altra.

Lion porta l’esperienza a schermo intero tanto amata dagli utenti iPad anche sul Mac. Con un clic, la finestra dell’applicazione si espande a schermo intero e sfrutta ogni singolo pixel del brillante schermo del Mac. Si può passare da una finestra full-screen all’altra e persino tornare alla Scrivania o Dashboard con facilità.

I nuovi gesti Multi-Touch e le animazioni fluide offrono un modo naturale e intuivo di interagire con il Mac. Ora è possibile pizzicare con le dita per ingrandire una pagina web o un’immagine, scorrere a destra o sinistra per voltare pagina o passare da un’app full-screen all’altra e scorrere verso l’alto per accedere a Mission Control.

Lion include inoltre il Mac App Store, dove è possibile trovare fantastiche nuove applicazioni, acquistarle usando il proprio account iTunes, e scaricarle e installarle in un solo passaggio. Le app acquistate dal Mac App Store vengono installate direttamente in Launchpad.

Altre caratteristiche di Lion:

· Una nuova versione di Mail, con un elegante layout widescreen ispirato all’iPad; Conversations, che raggruppa automaticamente i messaggi collegati in un’unica timeline facile da consultare; ricerca più potente; supporto per Microsoft Exchange 2010.
· AirDrop, un modo eccezionalmente intuitivo di copiare i file in wireless da un Mac all’altro senza bisogno di configurazioni speciali.
· Versions, che salva automaticamente le versioni successive del documento su cui si sta lavorando e consente di sfogliare, modificare e persino ripristinare versioni precedenti.
· Resume, che riapre le applicazioni al punto esatto in cui erano quando si riavvia il Mac o quando si chiude e riapre un’app.
· Auto Save, che salva automaticamente i documenti su cui si sta lavorando.
· Il nuovissimo FileVault, che offre una codifica ad alte prestazioni dell’intero disco per le unità locali ed esterne, e la possibilità di cancellare dati dal Mac all’istante.
· Mac OS X Lion Server, che semplifica la configurazione di un server e aggiunge il supporto per la gestione di dispositivi Mac OS X Lion, iPhone, iPad e iPod touch.

[cs] Apple aggiorna i MacBook Pro con processori e grafica di ultima generazione e tecnologia I/O Thunderbolt

[comunicato stampa]

CUPERTINO, California— 24 febbraio, 2011—Apple ha aggiornato oggi la famiglia MacBook Pro leader di settore con processori e grafica di ultima generazione, tecnologia I/O Thunderbolt ad alta velocità e una nuova videocamera FaceTime HD. Dotata dei più recenti processori Intel Core Dual-Core e Quad-Core, l’intera gamma di MacBook Pro è fino a due volte più veloce della generazione precedente.*

“Il nuovo MacBook Pro racchiude processori Dual e Quad-Core di ultima generazione, grafica ad alte prestazioni, tecnologia Thunderbolt e FaceTime HD nel fantastico design apprezzato dai nostri clienti pro,” ha dichiarato Philip Schiller, Senior Vice President Worldwide Product Marketing di Apple. “Thunderbolt è una rivoluzionaria e innovativa tecnologia I/O che offre un’incredibile velocità di 10 gigabit al secondo e supporta tutti i principali standard I/O, ideale per il nuovo MacBook Pro.”

Con un prezzo base di €1.149 il nuovo MacBook Pro 13" offre prestazioni straordinarie in un design compatto. MacBook Pro 13" è incredibilmente portatile e include processori Dual-Core Intel Core i5 e Core i7 fino a 2,7GHz e grafica Intel HD Graphics 3000. I potenti modelli da 15" e 17" presentano invece processori Quad-Core Core i7 fino a 2,3GHz e grafica AMD Radeon HD con fino a 1GB di memoria video per giochi ad alte prestazioni, editing video professionale e applicazioni grafiche evolute.

MacBook Pro è il primo computer sul mercato a includere la rivoluzionaria tecnologia I/O Thunderbolt. Sviluppata da Intel in collaborazione con Apple, Thunderbolt consente un’espandibilità mai vista prima su un computer portatile. Grazie ai due canali bidirezionali con velocità di trasferimento dati fino a ben 10Gbps ciascuno, Thunderbolt trasmette il PCI Express direttamente alle periferiche esterne ad alte prestazioni come gli array RAID, ed è in grado di supportare i dispositivi consumer FireWire e USB oltre alle reti Gigabit Ethernet tramite adattatori. Thunderbolt supporta inoltre DisplayPort per i display ad alta risoluzione e funziona con gli adattatori esistenti per monitor HDMI, DVI e VGA. Disponibile gratuitamente per l’implementazione su sistemi, cavi e dispositivi, la tecnologia Thunderbolt sarà prevedibilmente adottata su larga scala come il nuovo standard per I/O ad alte prestazioni.

MacBook Pro include ora una videocamera FaceTime HD integrata con risoluzione tripla rispetto alla generazione precedente, per videochiamate widescreen incredibilmente nitide. Con l’innovativo software Apple per le videochiamate FaceTime, la nuova videocamera consente videochiamate in alta definizione tra tutti i nuovi modelli di MacBook Pro e supporta le chiamate a risoluzione standard con altri Mac con processori Intel, iPhone 4 e l’attuale generazione di iPod touch. FaceTime è incluso in tutti i nuovi modelli di MacBook Pro ed è disponibile per gli altri Mac Intel sul Mac App Store a 79 centesimi di euro. La linea MacBook Pro non abbandona lo splendido guscio unibody in alluminio, il trackpad Multi-Touch in vetro, il display widescreen retroilluminato LED, la tastiera illuminata di dimensioni regolari e le 7 ore di autonomia della batteria.**

Essendo i portatili più ‘verdi’ del settore, tutti i portatili Mac hanno ottenuto lo status EPEAT Gold e rispondono ai severi requisiti Energy Star 5.0, fissando così un nuovo standard per lo sviluppo di notebook ecocompatibili.*** Ciascun guscio unibody è costruito in alluminio altamente riciclabile e integra di serie display retroilluminati LED con consumi notevolmente ridotti, privi di mercurio e realizzati in vetro privo di arsenico. I portatili Mac non contengono ritardanti di fiamma bromurati, sono privi di PVC e sono realizzati con materiali riciclabili.

Tutti i computer Mac vengono forniti con Mac OS X Snow Leopard, il sistema operativo più evoluto del mondo, e iLife, l’innovativa suite di applicazioni Apple per creare e condividere foto, filmati e musica. Snow Leopard è il frutto di oltre dieci anni di innovazione e include diverse funzionalità appositamente pensate per la portabilità, come per esempio navigazione Multi-Touch, evoluta connessione in rete wireless, condivisione dei file intuitiva, backup automatizzato dei dati e gestione intelligente dei consumi. La nuova suite iLife ’11 include iPhoto, con incredibili viste a schermo intero per sfogliare, modificare e condividere le foto; iMovie, con strumenti potenti e facili da usare per trasformare le riprese in veri e propri capolavori; e GarageBand, con nuovi modi per migliorare le proprie abilità musicali e per creare canzoni fantastiche.

Prezzi e Disponibilità
I nuovi MacBook Pro 13", MacBook Pro 15" e MacBook Pro 17" sono disponibili sull’Apple Online Store (www.apple.com/it), presso i negozi Apple Store e i rivenditori autorizzati Apple. MacBook 13" è disponibile in due configurazioni: con Intel Core i5 Dual-Core a 2,3GHz e disco rigido da 320GB a partire da €1.149 (€955,10 IVA e tasse escluse) e con Intel Core i5 Dual-Core a 2,7GHz e disco rigido da 500GB a partire da €1.449 (€1.205,10 IVA e tasse escluse). Il nuovo MacBook Pro 15" è disponibile in due modelli: con Intel Core i7 Quad-Core a 2GHz, AMD Radeon HD 6490M e disco rigido da 500GB a partire da €1.749 (€1.455,10 IVA e tasse escluse) e con Intel Core i7 Quad-Core a 2,2GHz, AMD Radeon HD 6750M e disco rigido da 750GB a partire da €2.149 (€1.788,43 IVA e tasse escluse). Il nuovo MacBook Pro 17" è disponibile invece con Intel Core i7 Quad-Core a 2,2GHz, AMD Radeon HD 6750M e disco rigido da 750GB a €2,499 (€2.080,10 IVA e tasse escluse).

Le configurazioni CTO includono processori Quad-Core più veloci fino a 2,3GHz, dischi rigidi più capienti fino a 750GB, unità a stato solido fino a 512GB, più memoria DDR3 fino a 8GB, display opzionali antiriflesso e ad alta risoluzione e il programma AppleCare® Protection Plan. Ulteriori specifiche tecniche e opzioni di personalizzazione sono disponibili online su www.apple.com/it/macbookpro.

*Test condotti da Apple nel febbraio 2011 utilizzando configurazioni MacBook Pro di pre-produzione. Per saperne di più, visita www.apple.com/it/macbookpro/features.html.

**Test del nuovo protocollo Wireless Web condotti da Apple nel febbraio 2011 utilizzando configurazioni MacBook Pro di pre-produzione. La durata della batteria e il numero di cicli di carica supportato variano a seconda dell’uso e delle impostazioni. Per saperne di più, visita www.apple.com/it/macbookpro/features.html.

***EPEAT è un’organizzazione indipendente che aiuta i clienti a confrontare le prestazioni ambientali di computer portatili e desktop. I prodotti che soddisfano tutti i 23 criteri obbligatori e almeno il 75 percento dei criteri opzionali vengono riconosciuti come prodotti EPEAT Gold. Il programma EPEAT è stato ideato dalla US EPA e si basa sullo standard IEEE 1680 per la verifica ambientale dei prodotti PC (Environmental Assessment of Personal Computer Products). Per saperne di più, visita www.epeat.net.

Il 2 al 2

La grafica del'invito distribuito ieri alla stampa selezionata non lascia ombra di dubbio: l'evento organizzato per il prossimo 2 marzo (un mercoledì, così com'era mercoledì il 27 gennaio dello scorso anno) servirà ad Apple per presentare il nuovo iPad (che forse si chiamerà iPad 2, vista anche la coincidenza con la data prescelta, ma forse no...).
La cosa che è sfuggiata a molti è che anche lo slogan è in parte significativo: "Come see what 2011 will be the year of" a mio avviso ricorda terribilmente quel "you'll see why 1984 won't be like 1984" dello spot del primo Macintosh, recentemente sbeffeggiato da Motorola.

Poteva bastare questo annuncio a calmare le indiscrezioni? Ovviamente no...

C'è chi si scanna sul design dei mockup (come se fossero i modelli definitivi), chi pronostica che si tratterà di un iPad 1.5 in attesa del "vero iPad 2" a settembre (oppure che sarà un iPad 2 ma disponibile solo a giugno), e chi frequenta forum specifici su siti specializzati solo per dire che non comprerà mai un tablet, né tantomeno l'iPad, né tantomeno l'iPad 2 (verrebbe da chiedersi perché queste persone frequentino quei luoghi... ma questo è un altro discorso...).
Salvo eclatanti anticipazioni, visto che il 2 marzo è vicino e che in questi giorni ci saranno altre cose importanti di cui parlare (LightPeak aka ThunderBolt), direi che l'argomento iPad 2 può restare in standby fino all'annuncio vero e proprio...

PS: nel frattempo di gli AppleStore sono down: nuovi MacBookPro in arrivo...

mercoledì 23 febbraio 2011

Prima...

Ieri ho installato un'applicazione che mi serviva sul PC-Win (a dire il vero su una macchina virtuale con un'installazione "fresca e pulita" di XP, ma non credo che faccia differenza... in ogni caso una macchina virtuale XP su un PC-WinXP).
La lancio e mi compare un messaggio (apparentemente di Windows, non dell'applicazione) che recita qualcosa tipo "L'applicazione non è stata inizializzata correttamente (###codice-errore###). Premere OK per uscire".
Se vi state chiedendo cosa significa questo messaggio me lo sono chiesto anch'io, senza trovare una risposta sensata e senza trovare un senso al perché di un messaggio così criptico che non dà il minimo aiuto su cosa fare.
Vabbé, mi armo di pazienza, rilancio il setup, faccio un "modifica installazione" per vedere se prima mi era sfuggita qualche opzione, faccio un "ripara installazione" (pensando che magari si è perso qualche chiave di registro, visto che nel frattempo erano partiti anche gli aggiornamenti di sistema), ma niente...
Disinstallo, torno sul sito a riscaricare il software (magari ci sono più versioni e questa non va bene per XP), reinstallo, e ancora niente: stesso errore...
OK, faccio quello che in realtà avrei dovuto fare già prima, da subito: cerco su Google. Leggo un paio di forum e capisco che il problema dovrebbe dipendere dalla mancanza di .NET Framework (scriverlo nel messaggio di errore pareva brutto?). Mi fiondo sul sito Microsoft e scarico l'ultima versione del Framework (la 4.0), provo ad installarla ma mi dice che prima di installare il Framework, devo installare WIC, Windows Imaging Component (includerlo nella procedura dell'installer era così complicato?).
Torno sul sito Microsoft, scarico WIC, lo installo, riprendo l'installazione di .NET Framework, provo a rilanciare l'applicazione che ha scatenato il tutto, e niente: stesso errore di prima.
Strano... provo a riavviare la macchina virtuale e reinstallare per la terza volta l'applicazione incriminata (magari vuole che il Framework sia presente "prima"), ma non cambia nulla. Mi viene un lampo di genio: guardo quand'è stata sviluppata l'applicazione (diversi anni fa) e rifaccio visita al sito Microsoft per scaricare una versione più vecchia di .NET Framework (retrocompatibilità... questa sconosciuta...)
Finalmente ci siamo!!! Prima di maledire chi ha preparato l'installer dell'applicazione in questione (che magari poteva semplicemente richiedere l'installazione del Framework, o allegare un readme.txt, che non c'è) per scrupolo torno sul sito a vedere se da qualche parte la cosa era menzionata, e io non l'ho vista: no... non c'è scritto da nessuna parte... ridatemi il Mac prima che inizi a spaccare tutto!!!

martedì 22 febbraio 2011

Istinto

L'altro giorno, dopo un po' di tempo che non lo facevo, ho acceso il Mac a mio figlio; in realtà l'avevo acceso per fare altro, ma inevitabilmente la sua attenzione è stata richiamata, e ha chiesto di disegnare un po' con TuxPaint... Al di là di questo, sarà che non lo usava da un po', sarà che gli capita più spesso di utilizzare iPod Touch e iPhone, fatto sta che istintivamente ha posato il suo ditino sullo schermo, pensando di disegnare direttamente in modalità touch.
Questo mi ha fatto venire in mente una frase detta da Jobs un anno fa, quando di discuteva sul ruolo che avrebbe avuto l'iPad (o i tablet in genere) nel futuro dell'infromatica: "il PC è il passato... il futuro è nell'iPad". Lo stesso concetto, anche se maggiormente orientato al settore degli smartphone, è stato recentemente ribadito anche da Schmidt, CEO di Google (ancora per poco), e alla luce di questo piccolo episodio casalingo, non posso che pensarla allo stesso modo, quantomeno finché parliamo di ambiti consumer.
Uno tablet touch ci permette di interagire direttamente con quello che stiamo guardando, è tipicamente più portabile, ha maggiore autonomia di un portatile classico, e ci permette di fare grossomodo le stesse cose (finché, ripeto, ragionaiamo in ambito consumer). E' vero che al momento non può sostituire in tutto e per tutto un sistema più "tradizionale", sia per questioni legate ai limiti di potenza, sia per alcuni limiti pratici derivanti da un OS ancora immaturo e progettato per essere un'estensione di un sistema tradizionale (mi riferisco più a iOS che ad Android visto che quest'ultimo, sotto certi punti di vista, è più completo... e non prendo nemmeno in considerazione i tablet basati su Windows Seven o OS "tradizionali"). Non dimentichiamo però che l'iPad è sfruttabile anche su un Dock, con una tastiera esterna, ed eventualmente con un monitor... se iOS non fosse così dipendente da iTunes e fosse un po' più flessibile, potrebbe diventare una macchina perfetta: subito pronta, utilizzabile ovunque in mobilità, ma sfruttabile anche come fisso una volta inserita in un dock. Considerando che iOS sta maturando di anno in anno, che l'architettura ARM è in rapido sviluppo, e che l'utente medio spesso non ha grosse esigenze, la convergenza verso il settore mobile (e quindi il mondo touch) sembra sempre più realistica: so che è un azzardo fare certe previsioni, ma secondo me tra il 2015 e il 2016 (ovvero tra 5 anni) si potrebbe pensare ad un punto di svolta in questo senso... mettete un asterisco a questo post, che lo andremo a ripescare :)

PS: mio figlio, il primo, ha 5 anni appena compiuti, ma smanetta su iPod, iPhone e Mac da quando ne aveva meno di 3 (lo potete vedere anche qui, mentre è alle prese con un iMac, all'apertura dell'Apple Store di Carugate). Il secondogenito ha 2 anni, e per ora si è limitato a "disegnare col dito" sull'iPod Touch, quello rotto: per il momento non oso concedergli di più, vista l'indole più "vivace"... ma l'istinto è comunque quello...

venerdì 18 febbraio 2011

Repetita Iuvant

Visto che l'ho già spiegato tante volte in diversi forum (nonché su queste pagine parlando dei "falsi miti" che ruotano intorno ad Apple) però mi capita sovente di leggere discussioni in merito all'argomento dei prezzi USA-Italia (non solo riguardo i prodotti Apple, ma anche parlando di altre marche, come nel caso del Motorola Xoom), vorrei affrontare la questione per l'ennesima volta, sperando che a furia di ripeterlo possa essere sempre più comprensibile.
Prima di tutto i numeri: quello che tutti si dimenticano è che quando viene citato un prezzo USA, si parla di un prezzo senza VAT (l'equivalente della nostra IVA) perché questa è variabile di stato in stato e quindi il prezzo finale all'utente cambia in relazione a dove risiede l'acquirente. Moltiplicate il prezzo USA per 1,2 e gli avrete aggiunto l'IVA italiana... ma non basta, perché ci sarebbero da aggiungere (a seconda dei casi) balzelli SIAE, tasse di sdoganamento, e quant'altro... In realtà il confronto reale andrebbe fatto togliendo tutte le tasse per vedere quanto il prezzo italiano (senza tasse) si discosta del prezzo americano... tutto questo senza considerare la fluttuazione del cambio: 5 centesimi di fluttuazione fanno 50 Euro su un prodotto che ne costa 1000.
Abbandonando i conti percebilbili dall'utente si entra poi in un labirinto di numerose altre variabili, che vanno dai costi affrontati per vendere un prodotto in USA piuttosto che in Europa, ai margini di guadagno rapportati ai volumi di vendita, passando per le diverse tipologie di mercato e i diversi costi delle strutture nei vari paesi. Parlando di Apple, se guardiamo agli ultimi risultati fiscali scopriamo che quasi il 35% del fatturato arriva dagli USA, vendendo un prodotto uguale in tutti gli stati americani. In Europa, per fare il 27% del fatturato, Apple deve localizzare i suoi prodotti in una trentina di lingue, fare i conti con le leggi di 30 paesi diversi. Costi a parte, anche le abitudini dei consumatori sono differenti, e non è un mistero che i cittadini americani sono propensi al consumo, a costo di indebitarsi a vita, mentre gli europei (a parte qualche eccezione) sono più dediti al risparmio, soprattutto in Italia (nonostante tutti gli altri malanni).
Con questo non voglio certo "giustificare" Apple o le altre aziende per vendere i loro prodotti a quello che "apparentemente" sembra un rapporto di 1:1 col dollaro, ma voglio semplicemente far notare che le cose non stanno esattamente come potrebbero sembrare, e che per fissare i prezzi ci sono molti motivi legati più alle logiche di mercato che non al banale cambio Euro/Dollaro. Ovvio che se poi capita di poter acquistare negli USA (o in un altro paese dove le condizioni sono più favorevoli) ben venga...

giovedì 17 febbraio 2011

Diritti e rovesci

Qualche giorno fa mi hanno chiesto se era vero che sull'iPad non c'è Flash perché Apple non ha pagato i diritti ad Adobe. Dopo aver spiegato come stanno le cose (ovvero che Apple non ce lo vuole proprio Flash, per scelte più o meno discutibili ma comunque a seguito di una decisione che non ha nulla a che fare col pagamento di diritti), il mio interlocutore sembrava abbastanza soddisfatto della spiegazione, anche se un poco sorpreso dall'apprendere una realtà che non conosceva... il rovescio della medaglia è che, nonostante tutto, c'è ancora chi crede che Flash sia un buona soluzione per lo sviluppo di un sito... io non l'ho mai creduto (nemmeno prima dell'avvento di iOS) e continuo a non crederlo: spero che Adobe metta a frutto la sua esperienza in merito a tools di sviluppo, per consentire di ricreare in HTML5 quello che adesso si realizza in Flash, visto che le possibilità ci sono. A valle di tutto c'è l'annosa questione del formato video: Flash, poco a poco, cedendo il passo all'HTML5 sotto questo punto di vista, ma Google ha dichiarato guerra all'H.264, tanto da averne tolto il supporto nell'ultima versione di Chrome (addirittura è arrivata Microsoft in soccorso di questo formato per fornire il supporto con un apposito plug-ins). Difficile indovinare come andrà a finire...

mercoledì 16 febbraio 2011

A ruota libera

Oggi vorrei parlare un po' di indiscrezioni a tutto tondo, senza entrare troppo nel merito dell'affidabilità o meno delle stesse o della possibilità che si realizzino: un post "leggero" da approfondire magari prossimanente in alcuni punti.
-iPad più piccolo. Nonostante le precedenti smentite di Jobs, il successo dle GalaxyTab ha riporato in auge la possibilità che Apple pensi ad un iPad da 7"...
-iPad 3. Lo so, non si sa ancora niente del secondo (presentazione a fine marzo e uscita a inizio aprile?), eppure si parla già del terzo modello dato in usciota a settembre. Il motivo potrebbe essere sia quello di incalzare la concorrenza, sia quello di spostare il periodo dei successivi aggiornamenti (l'inizio anno non è un bel periodo per i nuovi prodotti). Se poi Apple decidesse di puntare in maniera sempre più decisa su questo settore, potrebbero esserci anche in futuro aggiornamenti più ravvicinati. Il rovescio delle medaglia è che forse l'iPad 2 potrebbe avere migliorie più contenute per dare poi risalto al terzo modello.
-iPhone più piccolo. Era da tanto che non si sentiva, ma l'iPhone nano torna a far parlare di se, anche da fonti ritenute autorevoli: niente pulsante home, comandi vocali, tutto-schermo (magari un po' più piccolo dell'attuale, 2,8" o 3") e con la "vecchia" risoluzione. Aggiungete un calo della memoria di archiviazione, e avrete un iPhone a basso costo per fronteggiare i sempre più numerosi androidi.
-iPhone più grande. Se il tasto home lo togliamo anche dall'iPhone attuale, lo schermo potrebbe diventare un 16:9 Full-HD da 4"; ci credo poco, ma resta una delle voci degli ultimi giorni.
-software. "venite a scoprire il nuovo iWork'11, sabato 19 febbraio", recita un annuncio pubblicitario di Best Buy... ci sarà da credergli? Nel frattempo, dopo l'annuncio di ieri sugli abbonamenti in-App, e il prolungamento del periodo di prova di "The Daily" per altre due settimane, ci si attende iOS 4.3 entro fine mese.
-Streaming. Un iPhone con meno memoria significa che (a meno di slot SD) se si vogliono usare le App bisogna rinunciare alla musica: quale migliore occasione per inaugurare un servizio di streaming? Dopotutto l'enorme data-center in costruzione servirà pure a qualcosa...
-AppleTV^3. pare che nelle versioni beta di iOS 4.3 siano state rilevate delle tracce che lasciano pensare ad un utilizzo ludico di AppleTV... io l'avevo già detto molto tempo fa: vedremo se sarà vero.
-nuovi MacBook Pro. Si parla di inizio marzo (anzi, proprio del 1 marzo, un martedì, giorno canonico per gli aggiornamenti di Apple). Visto il display dell'Air, prevedo un incremento di risoluzione su tutta la linea (ammesso che il modello da 13" venga mantenuto) e una maggiore attenzione ai dischi SSD. Potrebbe arrivare un MacBookPro da 15" senza unità ottica, sulla falsa riga dell'Air.
-nuovo MacBook Air. In arrivo a giugno, magari in occasione della WWDC, con Intel Sandy Bridge, capacità di storage raddoppiata e modulo 3G integrato, per avere connettività sempre e ovunque (o quasi...)
-l'ARMata del futuro. La voce più grossa di tutte è quella che vuole Apple in procinto di abbandonare Intel per abbracciare ARM a tutto tondo, e diffondere iOS su tutte le sue macchine. Ipotesi affascinante, che può anche avere un senso, e direzione intrapresa da Apple sembra proprio questa (perfino Microsoft vuol fare una versione di Windows per ARM); secondo me se ne riparlerà comunque quando iOS si sarà sufficientemente sviluppato (cioé dotato di tutte le necessarie funzioni), e la tecnologia ARM offrirà a tutti gli effetti una potenza paragonabile alla controparte x86... magari tra 5 o 6 anni...

martedì 15 febbraio 2011

[cs] Apple lancia gli abbonamenti sull’App Store

Tanto rumore per nulla? Forse no... Su queste pagine sono mai entrato nel merito della dispute tra Apple gli editori (europei) in merito alla politica degli abbonamenti alle riviste, ma la soluzione della doppia scelta offerta da Apple mi pare una soluzione salomonica che salva capra e cavoli. Continuo a pensare che gli acquisti in-App siano da preferire, anche per una "centralità" delle informazioni che l'utente può verificare (sta tutto sull'account e lo si può riscaricare al bisogno); gli editori dovranno scegliere se sobbarcarsi i costi di gestione (archivi, transizioni, dati utente, ecc...) incassando il 100% del prezzo, oppure lasciar fare ad Apple in cambio di un 30%... di seguito il comunicato stampa ufficiale:

CUPERTINO, California— 15 febbraio, 2011—Apple ha annunciato oggi un nuovo servizio di abbonamento disponibile per tutti gli editori di app basate su contenuti presenti sull’App Store, incluse le riviste, i quotidiani, i video, la musica, ect. Questo è lo stesso innovativo servizio di fatturazione per abbonamenti digitali che Apple ha recentemente lanciato con l’app “The Daily” di News Corp.

Gli abbonamenti acquistati all'interno dell’App Store saranno venduti con lo stesso sistema di fatturazione App Store che è stato usato per comprare miliardi di applicazioni e di acquisti in-app. Gli Editori fissano il prezzo e la durata dell’abbonamento (settimanale, mensile, bimestrale, trimestrale, semestrale o annuale). Poi, con un solo clic, i clienti scelgono la lunghezza dell’abbonamento e ricevono automaticamente l’addebito in base alla lunghezza dell’impegno scelto (settimanale, mensile, ecc.). I clienti possono rivedere e gestire tutti i propri abbonamenti dalla pagina del proprio account personale, inclusa anche la possibilità di annullare il rinnovo automatico di un abbonamento. Apple processa di tutti i pagamenti, mantenendo lo stesso 30 percento che trattiene oggi per altri acquisti In-App.

"La nostra filosofia è semplice: quando Apple porta un nuovo abbonato alla app, Apple guadagna un 30 percento, quando l'editore porta un utente esistente o un nuovo abbonato all’app, l'editore mantiene il 100 percento e Apple non guadagna nulla", ha dichiarato Steve Jobs , CEO di Apple. "Tutto ciò che richiediamo è che, se un editore sta facendo una offerta di abbonamento al di fuori dell’app, le stesse (o migliori) offerte vengano proposte all'interno della applicazione, in modo che i clienti possano facilmente abbonarsi con un clic direttamente dall’app. Crediamo che questo servizio di abbonamento innovativo fornirà agli editori una nuova opportunità per ampliare l'accesso ai loro contenuti digitali su iPad, iPod touch e iPhone, accontentando sia i nuovi abbonati che quelli già esistenti."

Gli editori che utilizzano il servizio di abbonamento Apple nella propria applicazione possono sfruttare anche altri metodi per l'acquisizione di utenti digitali al di fuori dell'applicazione. Ad esempio, gli editori possono vendere abbonamenti digitali sui propri siti web, o possono scegliere di fornire l'accesso gratuito agli abbonati esistenti. Dal momento che Apple non è coinvolta in queste operazioni, non viene applicata alcuna revenue sharing, ne’ vi è alcuno scambio di informazioni sui clienti con Apple. Gli editori devono fornire il proprio processo di autenticazione all'interno della app per gli abbonati che hanno sottoscritto al di fuori dell'applicazione. Tuttavia, Apple richiede che l’editore, qualora decidesse di vendere un abbonamento digitale separatamente, al di fuori della app, renda disponibile la stessa offerta di abbonamento, allo stesso prezzo o inferiore, a clienti che desiderano sottoscriverlo da dentro l'applicazione. Inoltre, gli editori non potrebbero fornire più, nelle loro applicazioni, i link (ad un sito web, ad esempio) che permettono al cliente di acquistare contenuti o abbonamenti al di fuori dell'applicazione.

Proteggere la privacy dei clienti è una caratteristica fondamentale di tutte le transazioni su App Store. Ai clienti che acquistano un abbonamento tramite l'App Store sarà data la facoltà di fornire all'editore il proprio nome, indirizzo email e il codice di avviamento postale al momento dell'abbonamento. L'uso di tali informazioni sarà regolato dalle norme sulla privacy dell'editore piuttosto che da quelle Apple. Gli editori possono richiedere ulteriori informazioni ai clienti dell’App Store a condizione che a tali clienti sia offerta una scelta chiara, e siano informati del fatto che eventuali informazioni aggiuntive verranno trattate nell'ambito della politica di privacy dell’editore piuttosto che da Apple.

Presagi

Dopo una partenza a rilento dei nuovi progetti, e notizie poco confortanti sul supporto di terze parti, con il recente accordo tra Nokia e Microsoft, il progetto Symbian sembra ormai naufragato, con tutta probabilità trascinandosi diero pure MeeGo, Moblin, e compagnia bella. Forse il fatto che l'attuale CEO di Nokia sia un ex-Microsoft ha dato lo spunto per fare questo passo inatteso, ma quale sarà il futuro di questa scelta?
Tanto per cominciare, visti i presagi iniziali, e visto il trend fortemente negativo di Nokia, forse la mossa non giunge proprio inattesa: Symbian ha fatto la sua storia e MeeGo non è ancora pronto... Nokia doveva fare qualcosa per arrestare la caduta. Tra buttarsi nella mischia di Android (dove lo smartphone Nokia sarebbe stato un prodotto come tanti altri, volto solo a fare gli interessi di Google) e scegliere una via alternativa (visto che al momento WinPhone7 è stato poco considerato, e questo accordo esclusivo offre dei vantaggi non indifferenti per Nokia), il colosso finlandese ha preferito la seconda opzione. Sotto certi punti di vista è un po' un controsenso che Nokia, leader incontrastato del settore (anche se personalmente non mi sono mai piaciuti i suoi prodotti) si debba rivolgere a terze parti per lo sviluppo del sistema operativo dell'unica tipologia di prodotti che realizza (anche s ein passato realizzava pure televisori, computer, e altro ancora). Forse comprando Trolltech e acquisendo Symbian per renderlo Open Source, pensava di trovarsi automaticamente un sistema fatto e finito per contrastare sia Apple che l'ascesa di Android... ma la realtà dei fatti ha dimostrato da un lato che Nokia si è mossa in ritardo, e dall'altro che forse non aveva le idee molto chiare su come affrontare il nuovo mercato che si andava creando dal 2007-2008 ad oggi: anche il recente accordo con Microsoft prevede una sorta di periodo di transizione di 2 anni per creare ciò che (un po' impropriamente, anche se mututato da alcuni concetti già utilizzati in Apple) è stato chiamato "ecosistema" di hardware, software e servizi; il problema è che a fronte di questo periodi di transizione, non è stato dato alcun obiettivo preciso nel breve-medio termine (cioé per il 2011) e non a caso il titolo Nokia, a seguito dell'annuncio, a perso il 14% (e la Nokia ha perso buona parte del consenso degli sviluppatori).
E' ancora presto per capire come andrà a finire, e anche se i presagi non sono dei migliori può anche essere che Microsoft e Nokia, aiutandosi a vicenda, riescano a migliorare WinPhone7 rendendolo un concorrente agguerrito di iOS, Android, e anche WebOS (che da quel che vedo mi piace molto più del sistema di Google). Quel che è certo è che questa concorrenza a 4 stimola la creatività delle aziende a produrre di continuo qualcosa di migliore, a tutto vantaggio dell'utenza... una situazione di gran lunga più dinamica e coinvolgente rispetto all'attuale mondo dei PC, una situazione che (uscendo dai confini degli smartphone) potrebbe decretare il crescente successo dei tablet, dando ragione a quello che disse Steve Jobs un anno fa: il PC tradizionale è morto, e il futuro è nei dispositivi tipo l'iPad... chissà che questa tendenza non porti ad una svolta drastica in casa Apple, ma questo è un altro argomento che magari affronterò nei prossimi giorni.

lunedì 14 febbraio 2011

Sondaggi

[piccolo spunto polemico]

Pare che l'iPhone sia preferito dalle donne mentre Android è preferito dagli uomini, eppure statisticamente chi ha l'iPhone ha più rapporti sessuali rispetto agli utenti Android o RIM (forse le donne hanno più rapporti degli uomini... ma con chi, se gli uomini ne hanno meno? Forse i rapporti saffici sono in forte aumento per colpa degli smartphone?).
Nel frattempo c'è chi si chiede se il Mac sia di destra (perché snob e riservato ai "ricchi") o di sinistra (perché "alternativo"), o se il Mac è maschilista perché ci sono più maschi che femmine ad usare il Mac (o forse sono gli uomini che sono maggiormente "affezionati" alla tecnologia... o magari la colpa è dei videogiochi, che oltre ad istigare alla violenza, sono più orientati ad un pubblico maschile, escludendo il gentilsesso).
Non so voi, ma a me pare che tutti questi pseudo-sondaggi partano da approcci mediamente errati, invalidando alcuni dati che potenzialmente potrebbero anche essere interessanti se incrociati nel modo giusto.

PS: chi fosse interessato, con Google trova facilmente i link ai sondaggi che ho elencato

venerdì 11 febbraio 2011

A Cupertino è tempo di un nuovo re?

Visto lo scossone borsistico di ieri causato da un banale rumor che voleva Jobs in ospedale (nonostante lo stesso Jobs fosse stato visto in apparente buona forma una decina di giorni fa), vi ripropongo un mio articolo pubblicato lunedì su Punto-Informatico:

Le persone invecchiano e prima o poi smettono di lavorare per riposarsi. Al di là dell'attuale stato di salute, anche Steve Jobs prima o poi dovrà mollare il comando di Apple per lasciarla camminare sulle proprie gambe, e quando arriverà quel momento sarà lecito domandarsi "e ora cosa accadrà?".
Sarà lecito domandarselo per vari motivi, perché Apple è stata fondata da Jobs e già in passato ha avuto qualche problema a tirare avanti senza di lui. Basta vedere cosa successe a cavallo tra gli anni'80 e '90: dalla cacciata di Jobs (1985) iniziò un periodo con una mancanza cronica di idee e tentativi maldestri di risollevare le sorti dell'azienda. Ci fu un periodo in cui Apple vendeva stampanti e macchine fotografiche, dispositivi completamente fuori dalle proprio know-how (ed infatti erano prodotti di altre marche opportunamente rimarchiati), ci furono macchine di bassa qualità (la linea Performa), ci fu il periodo dei cloni che porto Apple sull'orlo del fallimento, e tante altre cose ancora... chi se lo ricorda il Pippin? Chi si ricorda dell'incapacità di aggiornare il sistema operativo e dei numerosi progetti incompiuti (Pink, Copland, OpenDoc, ...)
Difficile dire cosa sarebbe successo se in quel periodo Jobs fosse rimasto al comando dell'azienda che aveva fondato con Woz e col "sempre dimenticato" Ronald Wayne, ma non possiamo comunque dare per scontato che le cose sarebbero andate meglio, anche se ad alcuni piace pensarlo: giusto per restare in tema col periodo di cui stiamo parlando, la NeXT fondata da Jobs alla sua dipartita da Apple non fu un grande esempio di successo imprenditoriale, nonostante gli apprezzamenti sul sistema operativo che ancora vive nella sua forma Open, e in parte rivive come struttura di MacOS X. Inoltre non è nemmeno vero che ogni prodotto pensato da Jobs si sia tramutato in un successo: basti pensare al Cube, alla vecchia Apple-TV, o allo shuffle senza comandi (sul quale è stata fatta marcia indietro con l'ultimo modello). Anche a livello di server bisognerebbe capire come stanno realmente le cose: se è vero che la linea Xserve non ha avuto il giusto riscontro commerciale si tratterebbe di un altro mezzo flop di Jobs, ma se fosse vero il contrario l'errore starebbe nella dismissione della linea; comunque la si guardi la faccenda Xserve è da annoverarsi tra le scelte errate di Jobs, nonostante il prodotto sia rimasto in commercio per quasi nove anni.
In ogni caso, al di là del fatto che siano giuste o sbagliate, si è trattato di "decisioni di Jobs", perché la questione ruota intorno a questo tema: Jobs, in Apple, ha un potere decisionale enorme, una carisma senza eguali e (da quel che si dice) anche un carattere al quale è difficile opporsi. Quello che verrebbe a mancare in caso di abbandono della posizione è proprio questo suo forte potere, e bisogna vedere se chi ne prenderà il posto riuscirà ad avere almeno un briciolo del carisma di Jobs, quel briciolo che serve per condurre l'azienda con decisione, facendo scelte, anche sbagliate se poi si ha la forza di fare marcia indietro, come sulle linee guida per la realizzazione delle App (purché ovviamente non ci siano errori in continuazione...).
Premesso questo, se Apple continuerà a realizzare buoni prodotti credo che per il pubblico non farà troppe domande su chi è alla guida della società: se penso a quando acquistai il mio primo Mac (un LC di seconda mano) fui colpito dal sistema operativo, e sapere chi fosse Jobs era l'ultima delle mie preoccupazioni, tantopiù che in quegli anni Jobs non era nemmeno in Apple... Presi piena consapevolezza del suo "potere" solo qualche anno più tardi (nel 1997) al suo rientro in Apple, vedendo il modo in cui prese per mano la sua vecchia creatura malconcia, e la incamminò verso un futuro di successi, tagliando i rami secchi e cambiando drasticamente hardware e software: in poche parole, prendendo decisioni. Non è stato facile dire a sviluppatori e utenti che da MacOS9 si sarebbe passati ad un sistema Unix (seppur con un lungo periodo di transizione e retrocompatibilità), e ancora meno facile ammettere che l'era del PPC (processore fortemente voluto da Apple, in collaborazione con Motorola e IBM) era terminata, e lo stato delle cose imponeva un cambio di architettura verso Intel. Erano decisioni forti, di quelle "o la va o la spacca" (anche se preparate per anni con minuziosa attenzione ad ogni dettaglio), ma Apple ne aveva bisogno e Jobs ha deciso...
Tim Cook ha già dimostrato in più occasioni di saper guidare l'azienda, ma non è l'unico candidato a questo ruolo tanto ambito quanto delicato, e c'è anche chi crede che Jobs si affidi a lui in questi momenti di assenza proprio perché si tratta di una personalità non così forte da dare l'idea di poterlo sostituire da subito, tant'è che le decisioni strategiche più importanti sono sempre state prese col consenso di Jobs. Al di là delle malelingue, Cook è sicuramente un ottimo amministratore in grado di gestire i flussi di prodotti nonché la parte economico-organizzativa dell'azienda (ricordiamo che ha già ricoperto diversi ruoli importanti, come responsabile dei processi di produzione di iPod e iPhone e dell'intera divisione Macintosh), ma è opinione comune che manchi di quelle intuizioni creative proprie di Jobs e di quel dinamismo che deriva da chi ha un certo background tecnico. Dalla sua però Cook ha una caratteristica in comune con Jobs, una caratteristica importante di cui abbimo parlato sopra: la decisione... Cook è molto esigente sul lavoro ed ha il carattere per "pretendere" dai propri collaboratori che le cose vengano fatte nel modo giusto.
Gli altri pretendenti al ruolo di futuro CEO di Apple sono Eric Schmidt e Scott Forstall.
Eric Schmidt si sta preparando ad abbandonare il ruolo di CEO di Google per lasciare spazio a Lerry Page, e la coincidenza di questo abbandono con la malattia di Jobs, nonché il destino incrociato delle due aziende (prima alleate per offrire servizi, poi concorrenti per via dello scontro iOS-Android), ha indotto molti analisti ad ipotizzare questa possibilità, e il suo recente "no-comment" sull'argomento (nel corso di un'intervista rilasciata alla CNBC) non ha fatto che alimentare questa voce. Nonostante l'esperienza come CEO e la sua solidità dal punto di vista manageriale (sappiamo tutti cos'è riuscito a fare con Google), Schmidt (che ha la stessa età di Jobs visto che entrambi sono nati nel 1955) dà l'impressione di essere una figura molto meno carismatica di Jobs, meno decisa di Cook, e forse poco adatta ad un'azienda come Apple (non tutti i manager vanno bene per tutte le aziende... basti pensare a quello che combinò Sculley, che pur veniva dalla presidenza della Pepsi Cola)
L'outsider di questa vicenda potrebbe essere Scott Forstall, attuale vice presidente della sezione Software per iPhone ma con un'esperienza tecnica che parte da NeXT, passa dalla progettazione della prima versione di MacOS X e dell'interfaccia Aqua, per sfociare in iOS. Forsall è tecnicamente preparato e sufficientemente creativo, visto che ha curato personalmente lo sviluppo dell'interfaccia di iOS nonché alcuni aspetti di MacOS X; Fortsall inoltre, a differenza di altri possibili candidati (come Shiller) è anche di buona presenza pubblica, sa tenere il palco ed ha la stessa età di Cook (ovvero 5 anni in meno di Jobs e Schmidt). Di contro, Scott Fortsall non ha grandi esperienze in campo amministrativo, e questo potrebbe essere un punto a sfavore per la sua candidatura in questo ruolo.
E' anche vero che Jobs non dev'essere sostituito obbligatorialmente da un'unica persona, ma ci potrebbero essere più figure, ognuna con un ruolo ben definito: Cook potrebbe diventare un ottimo CEO in grado di amministrare l'azienda con decisione, mentre Fortsall lavorerebbe direttamente al suo fianco dando le direttive sullo sviluppo e sulla creazione dei nuovi prodotti. Schmidt, nonostante le coincidenze, mi sembra un po' fuori dai giochi, anche se non si può mai dire...

Se volete che mi sbilanci, sono ottimista sul futuro prossimo di Apple, ma l'informatica è una scienza talmente giovane che le rivoluzioni sono dietro l'angolo: Firefox che scalza Explorer, il declino di Symbian, Windows Mobile che è praticamente sparito dagli smartphone, il successo di iPhone, la crescita inarrestabile di Android, l'inizio dell'era tablet... sono tutti eventi che 5 anni fa nessuno avrebbe mai immaginato, e tra 5 anni ci troveremo di fronte a cose che adesso non riusciamo nemmeno ad ipotizzare. Se dovessi scommettere su un futuro lontano, probabilmente guarderei verso il mondo Open Sorce, non tanto per questioni "tecniche" o "filosofiche", ma perché è un mondo slegato da qualsiasi logica commerciale o da legami troppo forti con personaggi-simbolo; in realtà i "santoni" non mancano nemmeno nel mondo Open Source: Torvalds e Stallman, ognuno con la propria visione di questo mondo (visioni che non sempre coincidono), sono comunque due personaggi carismatici, due personaggi che prima o poi cederanno il passo anche loro... ma per sua natura il mondo Open Source prevede un modello distribuito dello sviluppo e in quanto tale non potrà mai sparire; chissà se nel decennio appena iniziato la rivoluzione informatica non passi anche da lì.

giovedì 10 febbraio 2011

Aria nuova

HP presenta tre nuovi prodotti basati su WebOS, il sistema operativo acquisito insieme a Palm lo scorso aprile. Si tratta di Pre3 (il terzo modello della serie che aveva lanciato Palm), Veer (che fa delle ridotte dimensioni il suo punto di forza), e TouchPad (il primo tablet a sfruttare WebOS).
Parlando di smartphone, se il Pre3 rappresenta un punto di continuità col passato, il Veer rappresenta qualcosa di inusuale, visto che ha le stesse dimensioni di una carta di credito, con uno schermo tutto touch e una tastiera QWERTY a scomparsa... onestamente nutro qualche dubbio sull'usabilità della testiera a scomparsa, ma non credo che ralizzarla touch su uno schermo da 2.6" sarebbe stata un'idea migliore...
La novità più importante però è il TouchPad. Al di là del puro confronto con le specifiche (cosa che difficilmente dà un'idea della reale bontà e dell'effettiva utilizzabilità del prodotto), si tratta di un tablet che nasce con una concezione diversa dal precedente Slate, e propone qualcosa di più vicino all'iPad o ai tablet Android. Purtroppo non ho ancora avuto occasione di provare WebOS, ma guardando i vari video ho la sensazione che l'esperienza d'uso sia più piacevole rispetto ad Android, anche se non ho idea di come sia il mercato delle applicazioni.
In ogni caso, dopo la battaglia iOS-Android, ci voleva un po' di aria nuova anche tra i tablet...

mercoledì 9 febbraio 2011

Al risparmio

Oggi vorrei citare 5 piccoli accorgimenti che consentono di risparmiare la batteria dell'iPhone 4; ovviamente non vanno presi alla lettera, perché ognuno ha le proprie esigenze.
-FaceTime: se non lo usate, disabilitatelo... non so perché, ma consuma la batteria, come avevo già notato diversi mesi fa. Io lo abilito solo quando sono lontano da casa, per avere un minimo di contatto con la mia famiglia.
-Come mi collego? Se a casa vi collegate tramite rete WiFi, spegnete il 3G (e magari anche la connessione dati telefonica); se fuori casa vi collegate solo in 3G, spegnete il WiFi. Lo so, è una noia (sarebbe comodoo poterlo definire come profilo), ma vi assicuro che è utile... anche perché (quando siete fuori casa) se l'iPhone si aggancia ad una rete che non consente la navigazione, si ostinerà a cercare la connessione attraverso quella rete anziché passare alla connessione dati in rete 3G.
-La notte dormo! Non so voi, ma io non sono solito ricevere telefonate notturne, e se dovesse esserci un'emergenza sono comunque raggiungibile sul fisso... non dico di spegnerlo completamente (anche perché io stesso lo uso come sveglia) ma abilitando la modalità aereo state certi che la batteria calerà al massimo dell'1%.
-Luminosità: parlando dell'iPhone 4, quando è al massimo è tanto forte da dare quasi fastidio (a meno che siate all'aperto e sotto il sole). Io la imposto circa a 3/4, più che sufficiente in condizioni normali, ma tale da consentire un discreto risparmio di energia.
-GPS. Ci sono molte applicazioni che vi chiedono di usarlo, ma in molti casi è assolutamente inutile: tanto per fare un esempio concreto, cosa se ne fa Angry Birds della mia posizione? Vi interessa davvero il geotagging delle foto? Prestate attenzione anche a questo aspetto per evitare inutili sprechi.

Non entro nel merito delle notifiche push, o altri aspetti legati a funzionalità più o meno indispensabili a seconda delle necessità di ognuno, ma con questi piccoli accorgimenti vi assicuro (quantomeno per la mia esperienza) che l'iPhone maniene una buona durata della batteria, anche sfruttando la navigazione in rete 3G, il controllo frequente di mail, e con un po' di svago: solitamente io lo ricarico ogni due giorni. Ovviamente il discorso cambia nel caso di intense sessioni di gaming... un paio d'ore a Infinity Blade (tanto per citare un esempio tra le ultime App che ho acquistato) provocano un calo vistoso dell'autonomia...

[cs] Active distribuisce Wrapsol

[comunicato stampa]

Active annuncia di aver iniziato la distribuzione della pellicola per iPhone 4 di Wrapsol, l'azienda USA produttrice di pellicole di protezione in poliuretano ad altissima qualità, brevettatte, garantite a vita.

Wrapsol è la pellicola in poliuretano brevettata per la protezione integrale di iPhone 4 che offre il massimo della sicurezza.

Lucida, brillante, ultra resistente, finalmente la copertura perfetta per scoprire l'iPhone proteggendolo in tutte le sue parti.

Andando su

www.active-software.com/wrapsol

si possono vedere i filmati sulle prove di resistenza fatte sulla pellicola e le istruzioni dettagliate su come si applica.

La pellicola Wrapsol per iPhone ha un prezzo di listino di euro 29,95 IVA inclusa ed è garantita a vita.

martedì 8 febbraio 2011

iPad 2: è ora di tirare le somme?

Dopo mesi e mesi di indiscrezioni sulle specifiche più o meno presunte, siamo giunti alle indiscrezioni sulla data di presentazione e di uscita, quindi potrebbe essere ora di fare il punto sulla situazione.
-Display: dopo continui tira e molla, sembrerebbe confermata l'ipotesi iniziale, quella più credibile, ovvero che l'iPad 2 avrà la stessa risoluzione dell'attual; c'è da sperare perlomeno che le applicazioni in HD (ovvero quelle che sfruttano il Retina Display dell'iPhone 4) girino a risoluzione piena anziché girare a bassa risoluzione "raddoppiata" nelle dimensioni (come avviene ora, Jailbreak a parte); ma questo sarà compito di iOS, quindi potrebbe essere legato all'imminente release 4.3 [*] più che all'iPad 2. Dagli ultimi rumors sembrerebbe comunque che lo schermo sia più sottile e più leggero (si spera ugualmente resistente) oltre che predisposto ad una migliore leggibilità all'aperto (uno dei difetti contestati all'iPad attuale)
-Processore: dual core basato su tecnologia Cortex A9. Se così non fosse già mi vedo gli attacchi della concorrenza...
-Capacità: non ci sono indiscrezioni in merito, ma resto della mia idea di raddoppio con mantenimento della configurazione a basso costo, quindi 16GB, 64GB e 128GB.
-Camera: doppia, una frontale per FaceTime, una sul retro molto più limitata, quasi sicuramente senza flash. Si parla di 1 o 3 Mpixel: a mio avviso i 3 Mpixel sarebbero giustificabili solo con la possibilità di zoomare durante le riprese video senza perdere di qualità (anche se le devo ancora vedere le persone che filmano con in mano l'iPad...)
-Porte. Si è detto di tutto e di più, dagli slot SD alla porta USB, passando per l'uscita video mini display port e per la doppia porta Dock. A meno di drastici cambi di direzione, non credo che verrà montato uno slot SD (anche se potrebbe essere una strada per lasciare all'utente l'onere di incrementare la memoria), e se ci sarà una USB sarà quella per la ricarica della batteria (anche se farebbe comodo a chi ci collega strumenti MIDI). Sul doppio dock c'è un brevetto, ma le custodie viste finora non mi pare abbiano spazio per due connettori, nonostante la presenza di una fessura non ancora ben identificata (secondo alcuni potrebbe essere per la SIM, ma mi pare strano che venga creata un'apposito spazio per un componente che teoricamente non si cambia mai). La mini-display port (o, comunque, un'uscita video digitale) potrebbe essere la cosa più utile per rendere l'iPad uno strumento più versatile... probabilmente ci sarà qualche sorpresa sotto l'aspetto porte, ma è difficile indovinare cosa, e le custodie hanno già tratto in inganno anche in passato (ricordate l'iPod Touch con videocamera del 2009?)

Infine, chiudiamo il giro con quanto detto all'inizio: si parla di una presentazione "di basso profilo" entro fine febbraio, probabilmente dopo il Mobile World Congress di Barcellona (14-17 febbraio 2011), il che lascerebbe intendere una straegia del tipo "lasciamo sfogare la concorrenza (che tanto sono tutti prodotti non ancora in commercio), poi gli mostriamo il nostro device, che ai clienti resta meglio impresso l'ultima cosa che vedono". La commercializzazione inizierebbe invece a marzo, subito a ridosso della presentazione (come avvenne per l'iPhone, a parte il primo modello), proprio per anticipare la concorrenza (esattamente come lo scorso anno, anche se non è chiaro se il lancio sarà su scala mondiale o frammentato)

[*] a tal proposito, una serie di coincidenze (tra cui la necessità di sottoscrivere gli abbonamenti di "The Daily", che sarà gratuito solo per pochi giorni ancora) lasciano presupporre che iOS 4.3 sia in arrivo entro la fine di questa settimana...

lunedì 7 febbraio 2011

Questione di Stile [2]

Lo spot del Motorola Xoom andato in onda nel corso del XLV Superbowl (per la cronaca vinto 31-25 dai Green Bay Packers contro i Pittsburgh Steelers), per fortuna di Motorola non è quello della preview che ho commentato qualche giorno fa, assai carente come stile e comunicabilità.
Lo spot andato in onda la notte passata è decisamente migliore, anche se continua a non avere la stessa incisività dello spot Apple del 1984. Il contesto informatico è cambiato, e la marea di omini bianchi (IMHO) ha senso fino ad un certo punto: l'iPhone è nero, l'iPad (antagonista dello Xoom) è nero, e l'unica cosa bianca che da sempre accomuna i prodotti Apple è l'accessoristica (cavi, alimentatori, cuffiette, ...); tutto questo senza considerare il fatto che nel 1984 Apple introduceva un concetto rivoluzionario di desktop, mentre oggi Motorola introduce un clone dell'iPad. Apple ha lanciato un messaggio (senza mostrare alcun computer) Motorola lancia un dispositivo come ce ne sono già altri, e lo deve mostrare per far capire di cosa parla, altrimenti l'utente potrebbe non capire.
A testimonianza del fatto che lo spot non ha lasciato il segno, stamattina per radio ho sentito che si parlava degli spot del Superbowl... ma si parlava di "anno delle auto", ed in particolare di Chrysler: non certo di Xoom...

venerdì 4 febbraio 2011

[cs] Da Active Soulver -Facili i calcoli con Soulver

[comunicato stampa]

Active presenta la versione italiana di Soulver, di Aqualia.

Soulver è il miglior metodo per i calcoli veloci, per trovare subito la soluzione.
Più utile di un calcolatore, molto più facile di un foglio di calcolo.

Con Soulver l'approccio con i numeri è lo stesso che con un pezzo di carta, linea dopo linea, si possono scrivere per esteso le operazioni da eseguire.
Nella colonna a sinistra si scrivono le operazioni, Soulver calcola istantaneamente le risposte facendole vedere nella colonna a destra.
Si possono accompagnare i numeri con parole, Soulver coglierà i numeri dando la soluzione corretta.
Con Soulver si possono fare facilmente delle conversioni. Scrivi la domanda come su un foglio di carta; piedi in cm, USD in Euro... Soulver ricerca da solo il valore nel cambio attuale.
Valute e titoli si calcolano immediatamente. Soulver va in rete per trovare i valori più recenti e li mantiene sempre aggiornati.
Soulver è il metodo più semplice mai realizzato per fare calcoli percentuali.

Il demo di Soulver si può scaricare da:

www.active-software.com/download

Un breve filmato ne dimostra le capacità:

www.active-software.com/soulver

Soulver costa euro 24,90 IVA inclusa in confezione con CD ed euro 23,99 IVA inclusa nella versione download.

giovedì 3 febbraio 2011

Questione di stile

L'avrete vista un po' dappertutto la pubblicità del Motorola Xoom, pubblicita che vorrebbe ricreare l'impatto dello spot del primo Mac, quello andato in onda il 22 gennaio del 1984 durante il Superbowl. Ora, io non sono un pubblicitario, ma a mio avviso lo spot di Motorola manca completamente il bersaglio per vari motivi.
Prima di tutto lo spot di Apple andò in onda una sola volta, lasciando quindi intorno a sé una sorta di alone di mistero; lo spot di Motorola che andrà in onda domenica notte durante il XLV Superbowl, è già stato stravisto (anche se forse solo come anteprima), quindi non riuscirà a creare lo stesso impatto.
In secondo luogo, lo spot di Apple (che ricordiamo, portava la firma di Ridley Scott) era autoesplicativo, basava la sua forza comunicativa sulle immagini e annunciava l'arrivo di un prodotto rivoluzionario; lo spot dello Xoom invece è pieno di frasi che ne spiegano il senso, segno che le immagini non sono in grado di esprimere il giusto livello di comunicazione.
Infine, uno dei punti di forza dello spot di Apple è che ufficialmente non cerca lo scontro diretto con un concorrente (anche se tutti identificano il grigio schermo del grande fratello con l'allora nemico IBM), ma si limita a lasciare intendere che Apple sta presentando un prodotto che "rompe" gli schemi e va contro il "grigiore" dell'(allora) attuale mondo informatico; Motorola invece si concentra in modo palese ed evidente contro Apple, snocciolando una sfilza di specifiche tecniche che di per se non portano alcuna rivoluzione... la rivoluzione non si fa facendo a gara con "chi ce l'ha più lungo", ma portando idee nuove, e l'idea nuova nel mondo dei tablet l'ha già portata Apple un'anno fa... paradossalmente, l'annuncio di ieri di "The Daily" è un evento più rivoluzionario dello Xoom in quanto (al di là dei contenuti, e al di là del fatto che probabilmente, prima o poi, arriverà anche sulle altre piattaforme, in primis Android e quindi sullo Xoom) introduce finalmente un nuovo concetto editoriale. Aggiungo: la sfilza di specifiche tecniche snocciolate da Motorola si confrontano con un prodotto di un anno fa, mentre Apple si appresta a presentare a breve un nuovo iPad, con nuove specifiche... motivo in più per ritenere inutile questo tipo di approccio.
Fare uno spot "storico" è questione di stile e non credo proprio che quello di Motorola resterà negli annali di questa particolare arte...

PS: sarebbe un bello smacco se, sempre nel corso del Superbowl, passasse anche uno spot Apple-Murdoch a pubblicizzare "The Daily"...

mercoledì 2 febbraio 2011

La ricetta dei 250

La ricetta dei 250:

-250 g di farina
-250 g di zucchero
-250 ml di latte
-Lievito, una bella mescolata, e tutto in forno per 20 minuti a 180°C

Una ricetta semplice e basilare alla quale si possono applicare diverse varianti: per esempio, i 250g di farina possono diventare 200 di farina e 50 di cacao, o 150 di farina, 50 di cacao, e 50 di farina di cocco; oppure 150 di farina e 100 di fecola; inoltre possiamo aggiungere all'impasto della scorza di arancia, o una banana a pezzi o un bicchierino di rum. Ultimo, ma non meno impostante, lo zucchero: 250 g sono davvero tanti, soprattutto se fare delle varianti che già aggiungono ingredienti più "golosi".
No, non voglio trasformare questo blog in un sito di ricette, ma voglio raccontarvi da dove arriva questa ricetta semplice: qualche tempo fa, complici i bambini, volevamo fare una torta, ma il frigorifero era desolatamente senza uova (col freddo le galline sono più restie alla "produzione") e pure il burro scarseggiava (visto che ne facciamo un uso molto limitato). Sfogliare libri e riviste alla ricerca di una torta gustosa ma senza due degli ingredienti fondamentali si era dimostrata una procedura infruttuosa per 20 minuti, quindi prendendo in mano la situazione decisi di chiamare in causa la tecnologia: iPhone, Google, "ricetta torta senza uova e burro", ed ecco che tra i primi risultati compare subito qualcosa che sembra interessante... pochi minuti (vista la semplicità della ricetta) e la torta era già in forno, per la gioia di grandi e piccini.

Si tratta di un banale esempio di come la "modernità" possa venire in soccorso anche nelle situazioni più inaspettate (tra parentesi, questo è solo l'ultima in ordine temporale, ma in passato ho già avuto modo di fare ricerche simili, per esempio per cercare una ricetta "credibile" di gelato allo yogurt). Inoltre scovare una ricetta in internet significa non solo affidarsi ad una lista di istruzioni che non ha alcun riscontro reale, ma significa scovare anche una serie di commenti chi la ricetta l'ha provata ed è in grado di dare riscontri sulla buona riuscita o suggerire varianti in grado di migliorarla o personalizzarla. Nulla di trascendente, ma una gradevole facilitazione di un compito, ovvero quello che la tecnologia dovrebbe riuscire ad assicurare, anche se qui entra in gioco pure lo spirito di condivisione delle proprie esperienze, più vicino alla community (visto che si tratta di condividere poche informazione su un forum) piuttosto che al social network (il quale è più sinonimo di una vita continuamente in diretta, dispersivo nei contenuti, e per forza di cose eterogeneo). C'è chi dice che FaceBook sia una rivoluzione... sarà l'età, sarà il carattere, ma mi sento ancora ancorato ad un modo più tradizionale di "vivere la rete", e non ho ancora trovato un valido motivo per cambiare idea...

PS: in ogni caso la mia variante preferita è con 50 g di cacao, una banana a pezzi, e 200 di zucchero. Prestate attenzione alla scelta dello stampo (che non deve essere troppo grande) e alla cottura che varia da forno a forno: nel mio servono 2-3 minuti in più per assicurare una cottura uniforme.

PPS: mi viene poi da sorridere (per non piangere) quando sento alla radio che per compiti assai più importanti, per i quali la tecnologia dovrebbe realmente aiutare a semplificare la vita del cittadino (mi riferisco ai certificati di malattia inviati per via telematica) il sistema si rivela come un carrozzone pesante e scricchiolante, malfunzionante... e mi sovvengono alcuni racconti di cui ho già avuto modo di parlare...

martedì 1 febbraio 2011

SPAM

Non so voi come vi siete regolati con lo SPAM. Personalmente ho alcuni indirizzi conosciuti solo da poche persone fidate e potenzialmente al riparo da qualsiasi SPAM; altri sono utilizzati in luoghi pubblici (per esempio su it.comp.macintosh) quindi sono suscettibili di SPAM, anche se, tutto sommato, in modo limitato. Infine ne ho alcuni utilizzati solo come "indirizzi spazzatura" quando alcuni siti di cui non ti frega nulla, ti obbligano ad inserire una mail valida per accedere a certe informazioni: questi sono quelli più tartassati...
In ogni caso, tornando ai primi (cioé quelli che dovrebbero essere esenti da SPAM) ce n'è uno che da un annetto a questa parte è stato bersagliato peggio degli indirizzi spazzatura... non voglio entrare nel merito di come questo sia potuto accadere (evidentemente la rubrica di qualche utente è stata presa di mira da qualche "simpatico" virus), in ogni caso essendo un indirizzo che devo utilizzare anche per altri scopi, mi sono armato di pazienza per definire una serie di regole anti-SPAM, cosa che fino ad ora non avevo mai fatto in virtù della separazione di indirizzi spiegata sopra.
Di per sé non è che si tratti di un lavoro molto pesante, ma è molto fastidioso perché gli spammers sono dei grandi trasformisti, quindi un giorno si e un giorno no è necessario dare qualche aggiustamente alle regole per filtrare le nuove trovate degli spammers: per esempio, tanto per citare uno degli argomenti più diffusi, se fino a qualche mese fa bastava filtrare "viagra" o "pfizer", ultimamente ho dovuto aggiungere "magic pils" o "blue pill"... per non parlare delle infinite varianti su chat, nuovi messaggi, o immagini sui social network (un po' improbabili visto che non frequento gli ambienti...).
Ora, dopo un paio di reset totali, sono giunto ad una ventina di regole "tematiche" (ognuna con un numero di filtri che variano da 5 a 10) che mi assicurano un buon risultato: di falsi positivi (cioé messaggi considerati come SPAM, anche se buoni) non ne ho mai avuti, e i falsi negativi (cioé SPAM che passano comunque i filtri) si contano sulla punta delle dita: in alcuni giorni non ne ricevo proprio e quelli che passano, esagerando, potrebbero essere il 2-3% del totale.
Dubito che in futuro si possa arrivare ad eliminare lo SPAM da internet, ma se posso darvi un consiglio state molto attenti a dove pubblicate il vostro indirizzo mail principale (anzi, cercate proprio di non pubblicarlo) e siate parsimoniosi anche nel distribuirlo ad amici e conoscenti.